Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/387: differenze tra le versioni
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<section begin="s1" />grado conferitogli dall’imperatore. |
<section begin="s1" />grado conferitogli dall’imperatore. Nè più vi volle per essere dai barbari dichiarato nemico, imprigionato e quindi ucciso. Giovanni ed Arufo coi loro militi si ritrassero a furia in Idrunto, ed i Gotti posti a sacco i romani campi retrocederono colla preda.<section end="s1" /> |
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{{Indentatura}}''Imperiali truppe in Italia. Temerarietà di Vero duce degli Eruli. Valeriano manda trecento suoi militi a Giovanni. — Belisario per la via di Taranto. Derivazione del nome Scilleo, ed origine di quelli, Cinocefali e Licocranite, dati ad alcune genti.''</div> |
{{Indentatura}}''Imperiali truppe in Italia. Temerarietà di Vero duce degli Eruli. Valeriano manda trecento suoi militi a Giovanni. — Belisario per la via di Taranto. Derivazione del nome Scilleo, ed origine di quelli, Cinocefali e Licocranite, dati ad alcune genti.''</div> |
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I. Le militari geste dell’Italia erano quali da noi esposte. Giustiniano Augusto poi in virtù della scrittagli da Belisario deliberò mandare nuove truppe contro Totila ed i Gotti; i primi a partire furono Pacurio figlio di Peranio, e Sergio nipote di Salomone per parte di fratello conducenti seco poca truppa; i quali non appena tocco il suolo italiano vennero incorporati nell’esercito. Comandò poscia che pigliassero la stessa via il duce Vero con trecento Eruli e l’armeno Uarare con ottocento fanti, e da ultimo Valeriano già maestro delle milizie per l’Armenia, con più di mille tra pavesai e lance, della sua guardia. Vero apportato il primo a Idrunte e lasciatevi le navi ricusò fermarsi nel campo di Giovanni, e montato in sella co’ suoi proseguì oltre. Uom era di poca levatura, bevitor solenne, e pieno ognora di mal consigliato ardire. Piantato il suo campo vicino a Brindisi città, |
I. Le militari geste dell’Italia erano quali da noi esposte. Giustiniano Augusto poi in virtù della scrittagli da Belisario deliberò mandare nuove truppe contro Totila ed i Gotti; i primi a partire furono Pacurio figlio di Peranio, e Sergio nipote di Salomone per parte di fratello conducenti seco poca truppa; i quali non appena tocco il suolo italiano vennero incorporati nell’esercito. Comandò poscia che pigliassero la stessa via il duce Vero con trecento Eruli e l’armeno Uarare con ottocento fanti, e da ultimo Valeriano già maestro delle milizie per l’Armenia, con più di mille tra pavesai e lance, della sua guardia. Vero apportato il primo a Idrunte e lasciatevi le navi ricusò fermarsi nel campo di Giovanni, e montato in sella co’ suoi proseguì oltre. Uom era di poca levatura, bevitor solenne, e pieno ognora di mal consigliato ardire. Piantato il suo campo vicino a Brindisi città, allorchè Totila ne seppe {{Pt|arti-|}}<section end="s2" /> |
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LIBRO TERZO | 377 |
grado conferitogli dall’imperatore. Nè più vi volle per essere dai barbari dichiarato nemico, imprigionato e quindi ucciso. Giovanni ed Arufo coi loro militi si ritrassero a furia in Idrunto, ed i Gotti posti a sacco i romani campi retrocederono colla preda.
I. Le militari geste dell’Italia erano quali da noi esposte. Giustiniano Augusto poi in virtù della scrittagli da Belisario deliberò mandare nuove truppe contro Totila ed i Gotti; i primi a partire furono Pacurio figlio di Peranio, e Sergio nipote di Salomone per parte di fratello conducenti seco poca truppa; i quali non appena tocco il suolo italiano vennero incorporati nell’esercito. Comandò poscia che pigliassero la stessa via il duce Vero con trecento Eruli e l’armeno Uarare con ottocento fanti, e da ultimo Valeriano già maestro delle milizie per l’Armenia, con più di mille tra pavesai e lance, della sua guardia. Vero apportato il primo a Idrunte e lasciatevi le navi ricusò fermarsi nel campo di Giovanni, e montato in sella co’ suoi proseguì oltre. Uom era di poca levatura, bevitor solenne, e pieno ognora di mal consigliato ardire. Piantato il suo campo vicino a Brindisi città, allorchè Totila ne seppe arti-