Vai al contenuto

Rime (Stampa)/Rime d'amore/CLXIV: differenze tra le versioni

Da Wikisource.
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Alebot (discussione | contributi)
m Alebot: Assegno SAL 75%
Alebot (discussione | contributi)
m Conversione intestazione / correzione capitolo by Alebot
Riga 1: Riga 1:
{{Qualità|avz=75%|data=22 settembre 2009|arg=Poesie}}{{Intestazione letteratura
{{Qualità|avz=75%|data=22 settembre 2009|arg=Poesie}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=[[Rime (Stampa)/Rime d'amore|Rime d'amore]]<br/><br/>CLXIV}}
|Nome e cognome dell'autore=Gaspara Stampa
|Titolo=Rime
|Iniziale del titolo=R
|Nome della pagina principale=Rime (Stampa)
|Eventuale titolo della sezione o del capitolo=[[Rime (Stampa)/Rime d'amore|Rime d'amore]]<br/><br/>CLXIV
|Anno di pubblicazione =
|Eventuale secondo anno di pubblicazione =
|Secolo di pubblicazione=XVI secolo
|Il testo è una traduzione?=no
|Lingua originale del testo=
|Nome e cognome del traduttore=
|Anno di traduzione=
|Secolo di traduzione=
|Abbiamo la versione cartacea a fronte?=no
|URL della versione cartacea a fronte=
}}
{{capitolo
{{capitolo
|CapitoloPrecedente=CLXIII
|CapitoloPrecedente=CLXIII
|NomePaginaCapitoloPrecedente=Rime (Stampa)/Rime d'amore/CLXIII
|NomePaginaCapitoloPrecedente=../CLXIII
|CapitoloSuccessivo=CLXV
|CapitoloSuccessivo=CLXV
|NomePaginaCapitoloSuccessivo=Rime (Stampa)/Rime d'amore/CLXV
|NomePaginaCapitoloSuccessivo=../CLXV
}}
}}
<poem>
<poem>
Riga 40: Riga 24:
{{capitolo
{{capitolo
|CapitoloPrecedente=CLXIII
|CapitoloPrecedente=CLXIII
|NomePaginaCapitoloPrecedente=Rime (Stampa)/Rime d'amore/CLXIII
|NomePaginaCapitoloPrecedente=../CLXIII
|CapitoloSuccessivo=CLXV
|CapitoloSuccessivo=CLXV
|NomePaginaCapitoloSuccessivo=Rime (Stampa)/Rime d'amore/CLXV
|NomePaginaCapitoloSuccessivo=../CLXV
}}
}}

Versione delle 01:05, 16 feb 2010

◄   CLXIII CLXV   ►

 
Occhi miei lassi, non lasciate il pianto,
come non lascian me téma e spavento
di veder tosto a noi rubato e spento
il lume ch'amo e riverisco tanto.
Pregate morte, se si può, fra tanto
che mi venga essa a cavar fuor di stento;
perché morir a un tratto è men tormento,
che viver sempre a mille morti a canto.
Io direi che pregaste prima Amore
che facesse cangiar voglia e pensiero
al nostro crudo e disleal signore;
ma so che saria invan, perché sì fiero,
così indurato ed ostinato core
non ebbe mai illustre cavaliero.

◄   CLXIII CLXV   ►