Rime (Guittone d'Arezzo)/Or son maestra di villan parlare: differenze tra le versioni

Da Wikisource.
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Alebot (discussione | contributi)
Assegno l'opera al Progetto Duecento via bot
Alebot (discussione | contributi)
Correzione pagina via bot
Riga 20: Riga 20:
perché saccia di te dir villania,
perché saccia di te dir villania,
ché villan dire e dispiacevel fare
ché villan dire e dispiacevel fare
{{R|4}}sì ritrova' in te ciascuna dia,
{{R|4}}sì ritrova’ in te ciascuna dia,
ch'un piccol mamol ne porria ritrare
ch’un piccol mamol ne porria ritrare
più che fatto non aggio, in fede mia,
più che fatto non aggio, in fede mia,
ché quello che ditt'ho già nente pare
ché quello che ditt’ho già nente pare
{{R|8}}inverso de la tua gran malatia.
{{R|8}}inverso de la tua gran malatia.
Ma io vorrebbi, lassa, esser morta
Ma io vorrebbi, lassa, esser morta
quando con omo ch'i' l'ho disdegnato,
quando con omo ch’i’ l’ho disdegnato,
{{R|11}}come tu se', tale tencion fatt'aggio.
{{R|11}}come tu se’, tale tencion fatt’aggio.
Ben puoi tener ormai la lingu'acorta
Ben puoi tener ormai la lingu’acorta
e dir ciò che ti piace, e star fidato
e dir ciò che ti piace, e star fidato
{{R|14}}che 'n alcun modo non responderaggio.
{{R|14}}che ’n alcun modo non responderaggio.
</poem>
</poem>



Versione delle 23:53, 14 set 2010

Or son maestra di villan parlare

 
     Or son maestra di villan parlare
perché saccia di te dir villania,
ché villan dire e dispiacevel fare
4sì ritrova’ in te ciascuna dia,
     ch’un piccol mamol ne porria ritrare
più che fatto non aggio, in fede mia,
ché quello che ditt’ho già nente pare
8inverso de la tua gran malatia.
     Ma io vorrebbi, lassa, esser morta
quando con omo ch’i’ l’ho disdegnato,
11come tu se’, tale tencion fatt’aggio.
     Ben puoi tener ormai la lingu’acorta
e dir ciò che ti piace, e star fidato
14che ’n alcun modo non responderaggio.