Andria/Atto quinto/Scena IV: differenze tra le versioni

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<poem>
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Riga 14: Riga 9:
:Cagioni persuadonmi il farlo;
:Cagioni persuadonmi il farlo;
:Perche voi lo cercate, perchè il fatto
:Perche voi lo cercate, perchè il fatto
:E' vero, e perch'io bramo il bene di
:E’ vero, e perch’io bramo il bene di
:Gliceria?
:Gliceria?


;Cremete:E' quegli Criton d'Andro?
;Cremete:E’ quegli Criton d’Andro?
:Certo
:Certo
:E' desso.
:E’ desso.


;Critone:Bene stia, Cremete.
;Critone:Bene stia, Cremete.
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;Simone:Di me cercate forse?
;Simone:Di me cercate forse?
:Siete voi quel, che dice, che Gliceria
:Siete voi quel, che dice, che Gliceria
:E' Cittadina d'Atene?
:E’ Cittadina d’Atene?


;Critone:Il negate?
;Critone:Il negate?
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:Loro speranze, e promesse?
:Loro speranze, e promesse?


;Critone:Se' tu
;Critone:Se’ tu
:In cervello?
:In cervello?


;Simone:E fermar vorresti gli
;Simone:E fermar vorresti gli
:Amori d'una poltrona con le
:Amori d’una poltrona con le
:Nozze?
:Nozze?


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;Cremete:Se sapeste,
;Cremete:Se sapeste,
:Simone, chi è costui, non vi parrebbe
:Simone, chi è costui, non vi parrebbe
:Così, ch'egli è uomo dabbene.
:Così, ch’egli è uomo dabbene.


;Simone:Da
;Simone:Da
:Bene? E so dire egli è venuto appunto
:Bene? E so dire egli è venuto appunto
:Oggi così a tempo delle nozze,
:Oggi così a tempo delle nozze,
:E prima e' non si è mai veduto quì?
:E prima e’ non si è mai veduto quì?
:Parvi Cremete, ch'egli sia da credergli?
:Parvi Cremete, ch’egli sia da credergli?


;Panfilo:S' io non temessi mio Padre, io avrei
;Panfilo:S’ io non temessi mio Padre, io avrei
:Da suggerirli sopra questo fatto
:Da suggerirli sopra questo fatto
:Un buono avvertimento.
:Un buono avvertimento.
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;Cremete:Critone, non ne fate molto
;Cremete:Critone, non ne fate molto
:Caso ch'egli è di questa taglia.
:Caso ch’egli è di questa taglia.


;Critone:Ed egli
;Critone:Ed egli
:Vedrà poi poi di che taglia son'io;
:Vedrà poi poi di che taglia son’io;
:Che s'e' seguiterà a dirmi ciò,
:Che s’e’ seguiterà a dirmi ciò,
:Ch'ei vuole, e potrà forse udir di ciò,
:Ch’ei vuole, e potrà forse udir di ciò,
:Che non vuole. Son'io forse cagione?
:Che non vuole. Son’io forse cagione?
:Importa a me di queste cose? e voi
:Importa a me di queste cose? e voi
:Non avete a portar vostre sciagure
:Non avete a portar vostre sciagure
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:Se quel, che dico è vero, o no. Già tempo
:Se quel, che dico è vero, o no. Già tempo
:Ruppe un certo Ateniese, e fu gettato
:Ruppe un certo Ateniese, e fu gettato
:Sul lido d' Andro: e seco pure questa
:Sul lido d’ Andro: e seco pure questa
:Fanciulla allor piccina; e il poverello
:Fanciulla allor piccina; e il poverello
:Per sorte fu alloggiato in casa il padre
:Per sorte fu alloggiato in casa il padre
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;Cremete:Lasciatel dir.
;Cremete:Lasciatel dir.


;Critone:Così ne m'interrompe?
;Critone:Così ne m’interrompe?


;Cremete:Seguite pur.
;Cremete:Seguite pur.
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;Critone:Colui che ricovrollo
;Critone:Colui che ricovrollo
:Era parente mio: onde da lui
:Era parente mio: onde da lui
:Intesi, ch'egli era di Atene, e quivi
:Intesi, ch’egli era di Atene, e quivi
:A morte venne.
:A morte venne.


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;Critone:In verità mi pare,
;Critone:In verità mi pare,
:Che fosse Fannio, e questo so per certo,
:Che fosse Fannio, e questo so per certo,
:Ch'egli dicea d'esser Rannusio.
:Ch’egli dicea d’esser Rannusio.


;Cremete:O Dio!
;Cremete:O Dio!
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:Dite un poco, Criton, che dicea egli
:Dite un poco, Criton, che dicea egli
:Di quella fanciullina? Dicea forse,
:Di quella fanciullina? Dicea forse,
:Ch'ella era sua?
:Ch’ella era sua?


;Critone:Non già.
;Critone:Non già.
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:Voi?
:Voi?


;Cremete:Questo Fannio, ch'ei dice fu mio
;Cremete:Questo Fannio, ch’ei dice fu mio
:Fratello.
:Fratello.


Riga 157: Riga 152:
:Timore a lasciar là sola mia figlia,
:Timore a lasciar là sola mia figlia,
:La menò seco: da allora in qua,
:La menò seco: da allora in qua,
:Questa è la prima volta, ch'io so
:Questa è la prima volta, ch’io so
:Quel che di lui accadessesi.
:Quel che di lui accadessesi.


Riga 173: Riga 168:
:O Padre.
:O Padre.


;Cremete:E' mi rimane però uno
;Cremete:E’ mi rimane però uno
:Scrupolo ancor, che non mel lascia credere.
:Scrupolo ancor, che non mel lascia credere.


Riga 182: Riga 177:
:Scrupolo?
:Scrupolo?


;Cremete:Il nome non s'incontra.
;Cremete:Il nome non s’incontra.


;Critone:In vero,
;Critone:In vero,
:Da picciolina ella ne aveva un'altro.
:Da picciolina ella ne aveva un’altro.


;Cremete:Vi ricordate Criton, qual ei fosse?
;Cremete:Vi ricordate Criton, qual ei fosse?
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;Panfilo:Mille volte
;Panfilo:Mille volte
:L'ho udito di sua bocca.
:L’ho udito di sua bocca.


;Simone:O il mio Cremete,
;Simone:O il mio Cremete,
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;Panfilo:O caro Padre.
;Panfilo:O caro Padre.
:Circa il prenderla in moglie, poichè l'ebbi
:Circa il prenderla in moglie, poichè l’ebbi
:Come tale in poter, Cremete, non
:Come tale in poter, Cremete, non
:Muterà la faccenda.
:Muterà la faccenda.


;Cremete:La ragione
;Cremete:La ragione
:E' buonissima, purche qualche nuova
:E’ buonissima, purche qualche nuova
:Cosa non voglia vostro padre.
:Cosa non voglia vostro padre.


Riga 234: Riga 229:
:Scudi di dote.
:Scudi di dote.


;Panfilo:Ed io l'accetto.
;Panfilo:Ed io l’accetto.


;Cremete:Volo
;Cremete:Volo
:A trovar mia figliuola. Olà, Critone,
:A trovar mia figliuola. Olà, Critone,
:Venite meco; poichè credo, ch'ella
:Venite meco; poichè credo, ch’ella
:Non mi conosca.
:Non mi conosca.


Riga 252: Riga 247:
;Panfilo:Perchè.
;Panfilo:Perchè.


;Simone:Perch'egli ha cure
;Simone:Perch’egli ha cure
Per se vie più importanti.
Per se vie più importanti.


Riga 262: Riga 257:
:Malamente.
:Malamente.


;Simone:Pur l'ho fatto legare
;Simone:Pur l’ho fatto legare
:Bene.
:Bene.


;Panfilo:Io vi prego fate, ch'ei si lasci.
;Panfilo:Io vi prego fate, ch’ei si lasci.


;Simone:Si ch'io voglio.
;Simone:Si ch’io voglio.


;Panfilo:Ma presto.
;Panfilo:Ma presto.
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;Panfilo:Oh giorno in cui mi cola
;Panfilo:Oh giorno in cui mi cola
:Mele, e zucchero!
:Mele, e zucchero!
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Versione delle 01:16, 5 ott 2010

Publio Terenzio Afro - Andria (II secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Luisa Bergalli (1735)
Atto quinto - Scena IV
Atto quinto - Scena III Atto quinto - Scena V


 
CRITONE, CREMETE, SIMONE, E PANFILO.

Critone
LAsciate i preghi, già ognuna di queste

Cagioni persuadonmi il farlo;
Perche voi lo cercate, perchè il fatto
E’ vero, e perch’io bramo il bene di
Gliceria?

Cremete
E’ quegli Criton d’Andro?

Certo
E’ desso.

Critone
Bene stia, Cremete.


Cremete
Che

Vuol dir, che fuor del solito voi siete
In Atene?

Critone
Mi è occorso; ma è Simone

Quegli?

Cremete
Si è.


Simone
Di me cercate forse?

Siete voi quel, che dice, che Gliceria
E’ Cittadina d’Atene?

Critone
Il negate?


Simone
Così tu vieni quì apparecchiato?


Critone
Apparecchiato a che?


Simone
A che, mi dì?

Tu farai queste cose senza alcuna
Punizione? Menerai la mazza
Ai giovanetti semplici, e di buona
Nascita, e lor pasto dai, con dare
Loro speranze, e promesse?

Critone
Se’ tu

In cervello?

Simone
E fermar vorresti gli

Amori d’una poltrona con le
Nozze?

Panfilo
Io ho gran paura, che rimanga

Di sotto il forestiere.

Cremete
Se sapeste,

Simone, chi è costui, non vi parrebbe
Così, ch’egli è uomo dabbene.

Simone
Da

Bene? E so dire egli è venuto appunto
Oggi così a tempo delle nozze,
E prima e’ non si è mai veduto quì?
Parvi Cremete, ch’egli sia da credergli?

Panfilo
S’ io non temessi mio Padre, io avrei

Da suggerirli sopra questo fatto
Un buono avvertimento.

Simone
Giuntatore.


Critone
Orsù.


Cremete
Critone, non ne fate molto

Caso ch’egli è di questa taglia.

Critone
Ed egli

Vedrà poi poi di che taglia son’io;
Che s’e’ seguiterà a dirmi ciò,
Ch’ei vuole, e potrà forse udir di ciò,
Che non vuole. Son’io forse cagione?
Importa a me di queste cose? e voi
Non avete a portar vostre sciagure
In pace? Ei si puô ben venir in chiaro,
Se quel, che dico è vero, o no. Già tempo
Ruppe un certo Ateniese, e fu gettato
Sul lido d’ Andro: e seco pure questa
Fanciulla allor piccina; e il poverello
Per sorte fu alloggiato in casa il padre
Di Crisida.

Simone
La favola incomincia.


Cremete
Lasciatel dir.


Critone
Così ne m’interrompe?


Cremete
Seguite pur.


Critone
Colui che ricovrollo

Era parente mio: onde da lui
Intesi, ch’egli era di Atene, e quivi
A morte venne.

Cremete
Che nome aveva egli?


Critone
Voletel voi saper sì tosto? Fannio.


Cremete
Oime, son morte.


Critone
In verità mi pare,

Che fosse Fannio, e questo so per certo,
Ch’egli dicea d’esser Rannusio.

Cremete
O Dio!


Critone
E allora in Andro queste cose istesse

Furo udite da molti.

Cremete
Voglia Iddio,

Che sia la cosa come spero; ma
Dite un poco, Criton, che dicea egli
Di quella fanciullina? Dicea forse,
Ch’ella era sua?

Critone
Non già.


Cremete
Ma di chi dunque?


Critone
Di un suo Fratello.


Cremete
Ah certo ella è mia figlia.


Critone
Che dite?


Simone
Che mai dite?


Panfilo
Sta in orecehi,

O Panfilo.

Simone
O Cremete, gli credete

Voi?

Cremete
Questo Fannio, ch’ei dice fu mio

Fratello.

Simone
Io lo conobbi, e so.


Cremete
Costui

Quindi fuggendo i mali della guerra,
Venia per ritrovarmi in Asia: e avendo
Timore a lasciar là sola mia figlia,
La menò seco: da allora in qua,
Questa è la prima volta, ch’io so
Quel che di lui accadessesi.

Panfilo
Appena

Io sono in me, cotanto son battuto
Da timor, da speranza, da letizia
Di un ben così miracoloso, e tanto
Repentino.

Simone
Rallegromi da vero

Che per tanti riscontri conosciate
Costei per vostra figlia.

Panfilo
Io ve lo credo,

O Padre.

Cremete
E’ mi rimane però uno

Scrupolo ancor, che non mel lascia credere.

Panfilo
Con tante sottigliezze date pena.

Cercate cinque piè al mattone.

Critone
Che

Scrupolo?

Cremete
Il nome non s’incontra.


Critone
In vero,

Da picciolina ella ne aveva un’altro.

Cremete
Vi ricordate Criton, qual ei fosse?


Critone
Vo malinando.


Panfilo
Sofferirò dunque,

Che la poca memoria di costui
Soprattenga il mio bene, quando io posso
Da me porgermi aita? Certo no.
O Cremete, sapete quale è il nome
Che voi fantasticate? egli è Pasibula.

Critone
Ella è dessa.


Cremete
Sì certo.


Panfilo
Mille volte

L’ho udito di sua bocca.

Simone
O il mio Cremete,

Io credo ben, che voi pensiate, come
Tutti ne siamo consolati.

Cremete
Se

Dio mi guardi, lo penso.

Panfilo
Che rimane

Ora, o mio Padre?

Simone
Il fatto stesso mi ha

Già appiacevolito.

Panfilo
O caro Padre.

Circa il prenderla in moglie, poichè l’ebbi
Come tale in poter, Cremete, non
Muterà la faccenda.

Cremete
La ragione

E’ buonissima, purche qualche nuova
Cosa non voglia vostro padre.

Panfilo
Bene.


Simone
Io per me lo confermo.


Cremete
Avrà sei mila

Scudi di dote.

Panfilo
Ed io l’accetto.


Cremete
Volo

A trovar mia figliuola. Olà, Critone,
Venite meco; poichè credo, ch’ella
Non mi conosca.

Simone
E perchè non la fate

Condur in casa nostra?

Panfilo
Dite il vero.

Io darò questa cura a Davo.

Simone
A Davo?

Non si può già.

Panfilo
Perchè.


Simone
Perch’egli ha cure

Per se vie più importanti.

Panfilo
Che affar ha?


Simone
Egli è legato.


Panfilo
Oh padre egli è legato

Malamente.

Simone
Pur l’ho fatto legare

Bene.

Panfilo
Io vi prego fate, ch’ei si lasci.


Simone
Si ch’io voglio.


Panfilo
Ma presto.


Simone
Io vo dentro.


Panfilo
Oh giorno in cui mi cola

Mele, e zucchero!