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Rime (Stampa)/Rime d'amore/II: differenze tra le versioni

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<poem>
<poem>
Era vicino il dì che 'l Creatore,
Era vicino il dì che ’l Creatore,
che ne l'altezza sua potea restarsi,
che ne l’altezza sua potea restarsi,
in forma umana venne a dimostrarsi,
in forma umana venne a dimostrarsi,
dal ventre virginal uscendo fore,
dal ventre virginal uscendo fore,
quando degnò l'illustre mio signore,
quando degnò l’illustre mio signore,
per cui ho tanti poi lamenti sparsi,
per cui ho tanti poi lamenti sparsi,
potendo in luogo più alto annidarsi,
potendo in luogo più alto annidarsi,
farsi nido e ricetto del mio core.
farsi nido e ricetto del mio core.
Ond'io sì rara e sì alta ventura
Ond’io sì rara e sì alta ventura
accolsi lieta; e duolmi sol che tardi
accolsi lieta; e duolmi sol che tardi
mi fe' degna di lei l'eterna cura.
mi fe’ degna di lei l’eterna cura.
Da indi in qua pensieri e speme e sguardi
Da indi in qua pensieri e speme e sguardi
volsi a lui tutti, fuor d'ogni misura
volsi a lui tutti, fuor d’ogni misura
chiaro e gentil, quanto 'l sol giri e guardi.
chiaro e gentil, quanto ’l sol giri e guardi.
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Versione delle 22:10, 7 ott 2010

Rime d'amore - I Rime d'amore - III

 
Era vicino il dì che ’l Creatore,
che ne l’altezza sua potea restarsi,
in forma umana venne a dimostrarsi,
dal ventre virginal uscendo fore,
quando degnò l’illustre mio signore,
per cui ho tanti poi lamenti sparsi,
potendo in luogo più alto annidarsi,
farsi nido e ricetto del mio core.
Ond’io sì rara e sì alta ventura
accolsi lieta; e duolmi sol che tardi
mi fe’ degna di lei l’eterna cura.
Da indi in qua pensieri e speme e sguardi
volsi a lui tutti, fuor d’ogni misura
chiaro e gentil, quanto ’l sol giri e guardi.