Rime (Stampa)/Rime d'amore/XCIX: differenze tra le versioni

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<poem>
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Io pur aspetto, e non veggo che giunga
Io pur aspetto, e non veggo che giunga
il mio signor o 'l suo fidato messo
il mio signor o ’l suo fidato messo
al termin che da lui mi fu promesso:
al termin che da lui mi fu promesso:
lassa! ché 'l mio piacer troppo s'allunga.
lassa! ché ’l mio piacer troppo s’allunga.
Ond'avien che temenza il cor mi punga,
Ond’avien che temenza il cor mi punga,
che qualche intoppo non gli sia successo;
che qualche intoppo non gli sia successo;
o ch'ei sol pensi in me quanto m'è presso,
o ch’ei sol pensi in me quanto m’è presso,
e l'assenzia il suo cor da me disgiunga.
e l’assenzia il suo cor da me disgiunga.
Il che se fosse, io prego morte avara
Il che se fosse, io prego morte avara
che venga in vece sua, poi ch'ei non viene,
che venga in vece sua, poi ch’ei non viene,
a trarmi fuor di tèma e vita amara.
a trarmi fuor di tèma e vita amara.
Ma se giusta cagion me lo ritiene,
Ma se giusta cagion me lo ritiene,
io prego Amor, ch'ogni fosco rischiara,
io prego Amor, ch’ogni fosco rischiara,
ch'apra la via, ond'io vegga il mio bene.
ch’apra la via, ond’io vegga il mio bene.
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Versione delle 22:14, 7 ott 2010

Rime d'amore - XCVIII Rime d'amore - C

 
Io pur aspetto, e non veggo che giunga
il mio signor o ’l suo fidato messo
al termin che da lui mi fu promesso:
lassa! ché ’l mio piacer troppo s’allunga.
Ond’avien che temenza il cor mi punga,
che qualche intoppo non gli sia successo;
o ch’ei sol pensi in me quanto m’è presso,
e l’assenzia il suo cor da me disgiunga.
Il che se fosse, io prego morte avara
che venga in vece sua, poi ch’ei non viene,
a trarmi fuor di tèma e vita amara.
Ma se giusta cagion me lo ritiene,
io prego Amor, ch’ogni fosco rischiara,
ch’apra la via, ond’io vegga il mio bene.