Pagina:Monsignor Celestino Cavedoni.djvu/31: differenze tra le versioni

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24 che adoperavano ogni profano tesoro nel rendere pìd magnifico e venerando il Santuario dell’Eterno. Conoe nella filologia e nella storia, cosi nelT archeologia, V unjvfrsQlilà degli studi fa spiccare la virtù sintetica dei forti intelletti, ed apre il varco alla soluzione delle piò dìITicili controversie. Perciò di buon ora il Professore d’Ermeneutica sptose gli sguardi curioai nelle antichità Egizie; e il primo impulsogli venne da un avvenimento, pel quale gli storici degli odierni progressi s«ien(ifici dovranno scrivere una pagina assai gloriosa per V Italia, e per un altro dei più eletti suoi figli. Di già il CbampoHion, qual novello Colombo, aveva scoperto V antico mondo degh* Egizj, rivelando il linguaggio che con migliaja di strane figure e di cifere arcane sta impresso sugli involucri delle mummie, sui tempi, sulle piramidi, sugli obelischi, negli ipogei di quel popolo singolare, al quale più stavano a cuore gli onori dopo la morte, che le glorie caduche e passeggiare della vita. Un altro allievo del Mezzofanti, alTettuosissimo amifiO del Cavedoni, il giovane Piosellini Profeii^isore Pisano, divulgava pel primo in Italia quel trovato meraviglioso, che il grande poliglotlo ben tosto adoperavasi anch’esso a propagare. Ma il discepolo del Champollion ne diveniva ben presto r amico anzi il fratello. Il progetto di una spedizione scientifica in Egitto, favorito prima dal Governo Tassiano poscia accettalo non senza difiBcoIlà anche da quello di Francia, appagava i voti dei due dotti compagni; che in un impelo d’entusiasmo per la scienza novella osavano un giorno divisare un viaggio nelle misteriose contrade dei Furaoni, E colà trasportali, con qniuir pnimp invitto che non fiacca o disfranca a vcrun rischio, s’internarono nelle tombe quasi innumerevoli Digitized by Google

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