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ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE Inaugurazione del Sempione MILANO

APRILE - NOVEMBRE 1906

Prezzo della Guida Cent. 50 Piantina dell'Esposizione Internazionale di Milano 1906

Edifici in Piazza D'Armi 1. Stazione 2. Buvette (Motta e Vedani) 3. Thomson Houston 4. Società Milanese Industrie Meccaniche 5. Caserme Guardie Pubblica Sicurezza 6. Automobilismo e Ciclismo 7. Ristorante (Lisanski e Salmonson) 8. Deposito benzina (Ditta Bietti) 9. Garage e rimessa automobili Fiat 10. Società Acque della Salute in Livorno 11. Cioccolata (Fongaro) 12. Carrozzeria 13. Liquore Sassolino (F.lli Stampa) 14. Buvette (Panzeri) 15. Camere d'Albergo 16. Agraria 17. Mostra dei Pompieri 18. Illuminazione 19. Distillerie Italiane (Alcoos) 20. Frutteto Restelli 21. Turbina idrovora Casali 22. Fiori (Confalonieri) 23. Amer Piccon (Buvette) 24. Buvette (Taib) 25. Chiosco Francese 26. Decorativa Francese 27. Chiosco Francese 28. Bijotterie (Taib) 29. Acque da Bognanco (D. C. A. Craveri) 30. Impianto sollevam. acqua e offic servizi tecnici 31. Buvettte 32. Ricami a Macchina (Sibellini-Berio) 33. Guardia Medica 34. Buvette (Donini Luigi) 35. Cioccolata Lucerna 36. Padiglione del .Marocco 37. Chalet Suisse 38. Estintori Minirmax 39. Latteria Vittadini 40. Carta (Prodotto della Sardegna) 41. Nitrato di soda (Campo sperimentale) 42. Chalet smontabile Martinoli 43. Mostra Stradale 44. Mostre Zootecniche 45. Buvette 46. Buvette 47. Mostra del Ministero della Guerra 48. Rimessa vetture (Società per la trazione elettr.) 49. Imballaggi 50. Automobili militari Germanici 51. Ristorante (Stabilini) 52. Macchine di Sollevamento 53. Blondin (Ferrovia aerea) 54. Igiene 55. Via del Cairo (De Sifico & C.) 56. Commissariato inglese 57. Grotta azzurra (De Sifico & C.) 58. Padiglione della Bulgaria 59. Champagne (Alemagna) 60. Ministero degli interni 61. Ristorante (Heim) 62. Lisoform 63. Lavanderia Bernardi 64. Padiglioni' delle Repubbliche Sud Americane 65. Gelateria Palermitana (Romeo Rosario) 66. Mostra Ferroviaria 67. Scalo Merci 68. Trasporti terrestri della Svizzera 69. Cinematografo 70. Panorama Giordano (Simplon Paris) 71. Società Conservazione del legno 72. F.lli Buzzo (Materiale da costruzione) 73. Villaggio Africano (Monges) 74. Caserme guardie e carabinieri 75. Mostra ferroviaria Inglese e Olandese 76. Casello Ferroviario (Vender e Leonardi) 77. F.lli Himmelsbach (Friburgo) 78. Buvette 79. Chiosco 80. Padiglione dell'Austria 81. Mostra delle Poste e Telegrafi 82. Cinematografo 83. Palombari (Siebe Gorman) 84. Padiglione Terni Odero 85. Trasporti Marittimi 86. Pirelli e C.' 87. Fonderie Milanese d'acciaio 88. Buvette 89. Padiglioni Vacuum Oil Company 90. Padiglione Ansaldo Armstrong 91. Chalet ritrovi di caccia (Austria) 92. Ristorante 93. Canotti Automobili 94 Navigazione Generale Italiana 95. Mostra del Lavoro degli Italiani all'Estero 96. Padiglione del Belgio 97. Cavallini Elettrici (Mayno & C.) 98. Montagne russe (The Anglo Italian Comm. Co.) 99. Galleria del Lavoro 100. Vetreria Veneziana-Murano 101. Sala Pictet (Ossigeno) 102. Regia Manifattura Tabacchi 103. Ristorante 105. Liquori 103. Fernet Lapponi 106. Buvette 107. Buvette 108. Società Eternit Pietre Artificiali 109. Caserma Sorveglianti Municipali 110. Cookeson 111. Buvette 112. Società Italiana per la seta artificiale 113. Padiglione dell'Industria Serica Italiana 114. Bastoni ombrelle (Migliavacca) 115. Buvette 116. Officina riparazioni 117. Officina Caldaie 118. Buvette 119, Ristorante 120. Forno (Briel) 121. Cementi (Montandon) 122. Aereonautica 123. Buvette 124. Hangan del Ministero della Guerra 125. Tribuna aereonautica 126. Metrologia 127. Hangan palloni dirigibili 128. Pallone frenato 129. Chiosco 130. Croce Rossa 131. Mostra Ferroviaria Germanica 132. Illuminazione ad acetilene 133. Società Ceramica Richard Ginori

Edifici al Parco 1. Ingresso Principale 2. Padilione del Sempione 3. Piscicoltura 4. Mostre retrospettive dei trasporti 5. Comitato 6. Acquario 7. Ristorante 8. Mostra chinese di pesca 9. Ferrovia ad aria compressa 10. Ristorante (Panighi) 11. Refrigeranti (Westi) 12. Piscicoltura Borghi 13. Padiglione Florio 14. Buvette 15. Cinematogr. del Sem. (Bianchi Ferrario Canino) 16. Stampa, Poste e Telegrafi 17. Viaggio Estremo Nord. 18. Max Frank (Réclame) 19. Tabogga 20. Aeroplano 21. Città di Sampierdarena 22. Mostra del Canadà 23. Bijotteria (Taib) 24. Palazzo delle illusioni 25. Guardia Medica 26. Buvette 27. Padiglione De Bernardi 28. città di Milano 29. Acqua delle Ferrarelle (Società Italiana del') 30. Fanciullezza Abbandonata 31. Cooperativa Case ed Alloggi 32. Buvette 33. Ristorante 34. Buvette 35. Mostra Segantini e Previati (Grubicy) 36. Padiglione Ufficiale della Svizzera 37. Belle Arti 38. Salone dei festeggiamenti 39. Buvette 40. Pulvinare dell'Arena 41. Buvette 42. Architettura 43. Rimessa Cavallini 44. Galleria Dell'Arena 45. Ufficio Ricevimento Merci 46. Deposito Imballaggi 47. Caserme e Dormitori Guardie 48, Buvette 49. Torre Stigler 5o. Cioccolatta (De-Willars) 51. Vendita Fiori (Ferrero) 52, Vetreria Fontana 53. Liquore Strega (Alberti) 54, Filigrana (Astrologo) 55. Arte Decorativa 56. Previdenza 57. Padiglione Volpe (mobili-curvati) 59. Paglione Orefici 59 Stabilit 60. Buvette 61. Fernet Branca 62. Chiosco 63. Terme di S. Pellegrino 64. Ristorante (Stabilini) 65. Vetreria (Boschi) 66. Chiosco Sala (ricami montati) 67. Debito Pubblico Ottomano 63. Ristorante 69. Birreria Foresta Nera (S. Stern) 70. Stazione Radio Telegrafi 71. Padiglione . Società della Pace> 72. Stazione ferrovia elettrica 73. Società Umanitaria 74. Cassa Mutua pensioni di Torino 75. Rimessa vetture elettriche 76. Società Lombarda della pesca 77. Buvette 78. Padiglione della Russia 79. Zoological L'ESPOSIZIONE Diamo qui, come più chiara e diligente ci è possibile, ai nostri lettori una traccia d'itinerario attraverso le molteplici Mostre, nei due recinti.

Ingresso principale. Gruppo: I Minatori.

GLI INGRESSI Anzitutto occorre al lettore una chiara idea degli ingressi pubblici (omettiamo, per non confondere, quelli « di servizio) e delle linee tranviarie che vi mettono capo, prendendo sempre come punto di partenza la piazza del Duomo.

AL PARCO. - Cinque ingressi: 1. Ingresso Trionfale. al Propileo o Atrio d'onore, dove prospetta la Galleria del Sempione, riconoscibile da lontano per la dominante statua del "Mercurio" fra le due "Glorie". Vi si accede dalla via Gadio, che è a sinistra di via Legnano, ove termina il Foro Bonaparte tram di via Farini e di Porta Tenaglia, più, apposita nuova linea via Dante, Piazzale Cairoli, via Beretta. 2. Ingressi (due) da via XX Settembre (prolungamento nel Parco). Il principale è quello che mette al viale ove prospetta, nello sfondo, il salone centrale delle Belle Arti, e quindi al centro delle Mostre del Parco. Vi si accede con la linea tranviaria appositamente istituita: via Dante, Piazzale Cairoli, via XX Settembre: volendo, anche coi tram : della Cagnola, via Canonica e Sempione. 3. Ingresso a nord-ovest, verso l'Arco della Pace; tram del Sempione. Da esso si accede subito alle Gallerie delle Arti Decorative e alla stazione di partenza della Ferrovia elevata per la piazza d'Armi. 4. Ingresso (nord-est) all'Arena: da via Legnano, tram via Farini e tram Porta Tenaglia. Vi si trovano: i Depositi Imballaggi, le Caserme delle Guardie e Carabinieri, una Buvette; poi facendo il giro dell'Arena, le Gallerie perimetrali, che accolgono le Mostre del « Bianco e Nero »; l'Ufficio Ricevimento Merci, indi il piazzale del Salone.

ALLA PIAZZA D'ARMI. - Sette ingressi principali: 1. Ingressi della Piazza Sei Febbraio (tram attuali linee del Sempione e Porta Magenta-Piazza D'Armi; nuova linea Sempione Boccaccio-Piazzale Magenta-Corso Vercelli). Sono quattro: uno a destra del viadotto della Ferrovia elevata, e mette all'autornobilismo e Ciclismo, edificio riconoscibile subito dalle fascie decorative: un altro, a sinistra del viadotto, mette al piazzale sulla fronte della Galleria del lavoro: il terz, susseguente, conduce direttamente olia Galleria del Lavoro; il quarto, a sud. dà nel viale fra la Galleria del Lavoro e le Mostre dell'Aereonautica. 2. Ingresso da via Domodossola (a nord-est; mette direttamente per mezzo di un grazioso porticato alle mostre Agrarie (a destra) a quelle delle Camere d'Albergo e della Carrozzeria ( a sinistra) delle Arti decorative Francesi, di fronte. Ci si va col tram - nuova linea Sempione-via Moscati-sottopassaggio feroviario- via Domodossola. 3. Ingresso da via Buonarotti (zona sud) : mette proprio di fronte al fianco sud della Marina, sul piazzale del quale si trovano a destra le Mostre dell'Aereonautica, poi, procedendo, la Galleria del Lavoro; a sinistra: la sede del Comitato, e più avanti la Mostra degli Italiani all'Estero, e il Belgio. Vi conduce direttamente il nuovo tram Sempione-Vincenzo Monti-Bocccaccio-piazza Giovane Italia-Aurelio Saffi-piazzale Magenta-Corso Vercelli. 4. Ingresso (sud-ovest) dalla fronte dell'ex-Bersaglio. Vi conduce la vecchia linea Porta Magenta-Piazza d'Armi. Per esso si accede subito, a destra, alla mostra del Belgio, a sinistra alle Mostre dell'Austria, e alle altre ferroviarie. Con queste indicazioni, il visitatore può scegliersi a suo talento il punto d'accesso.

ALLE MOSTRE DEL PARCO Supponiamo che il visitatore entri da via Gadio, al Propileo. Egli si troverà nel cortile, il cui centro e coperto di un'aiuola. Di fronte: la Galleria del Sempione con le due bocche del tunnel, nel cui Mezzo campeggia il gruppo dei Minatori : a sinistra: la Galleria delle mostre retrospettive dei Trasporti, a destra quelle della Piscicultura. E' questo il gruppo I di Mostre. Consigliamo come prima visita quella alle Retrospettive, preparazione al confronto fra mezzi di trasporto antichi e i moderni: sale ricchissime di cimeli preziosi e di care memorie storiche. Di là, seguendo il portichetto a destra, entrare nella galleria del Sempione, riproduzione perfetta e impressionante del colossale lavoro di sette anni, trionfatore della montagna. Percorsi i due tunnel e le sale, se- guire l'altro portichetto, dal quale si accede alle Mostre dell'Acquicoltura e Piscicoltura, compreso il bellissimo Acquario, costruzione in muratura, che resterà - dono e ricordo dell'Esposizione - al Municipio di Milano. Dirimpetto all'Acquario il signorile ristorante della Piscicoltura con la colazione pronta ed a scelta di pesce guizzante nelle vasche. Di fianco, verso la via Legnano, la Mostra Cinese di Pesca.; dietro il ristorante, altri chioschi di Mostre Piscicole: chiosco Borghi, Refrigerante Westi; una buvette, Ristorante Panighi ; padiglione Florio; poi, volgendo a sinistra, un notevole e caratteristico chalet - proprio fra il lato posteriore del Sempione e la Mostra delle Belle Arti --- occupato dalle Società piscicole Lombarda, Veneta e Benacense. NB. Attorno a questo gruppetto di chioschi minori corre la minuscola ferrovietta ad aria compressa che sarà la gioia dei bambini... e anche dei bamboni. Ed eccoci al Gruppo II: Mostra (nazionale) di Belle Arti. Il visitatore trova di che svagarsi e compiacersi : 12 sezioni o gruppi regionali - 171 artisti espositori, con un complesso di circa 5000 opere, 500 delle quali lombarde; sale dedicate a Mosè Bianchi, a Ettore Tito, al Carcano; lavori del Sacconi, del Macario, del Butti, del Basile, dell'Andrade. Vi sono anche alcune opere di spagnuoli, austriaci e francesi; nel Bianco-Nero, inglesi, belghe, olandesi. Al concorso sono assegnate 88 mila lire di premio. Centrale fra i due bracci di gallerie e il magnifico salone (arch. Locati), dalla vastità e solennità templare, dalla gaiezza teatrale, capace di 2000 persone, destinato ai concerti e alle grandi cerimonie ufficiali. L'architettura interna stillizza un motivo di otto grandi alberi (colonne) che sostengono coi rami la volta. Intorno, in alto, corre una larga tribuna, e perifericamente a terreno una galleria. Notevole nel salone un grandioso organo. Usciamo, per un momento, dalla porta della facciata verso l'Arena: ecco un delizioso piazzale, giocondo di verde e d'ombre. Di fronte il palazzo dell'Arena, genialmente "addattato" dall'ach. Bongi con due delle rampe d'accesso, coi due piloni laterali dai quali vigilano maestosi i due leoni: a destra la elegante buvette del sig. Spies, proprietario del ristorante della Piscicultura: a sinistra un piccolo gioiello architettonico: il "Ritrovo ducale di Caccia" dove si gusta il buffet freddo di selvaggina e lo sciampagna Piper Heidsieck. Questo sarà il luogo di ritrovo, l'appuntamento naturale, nei pomeriggi e nello serate, attorno ai concerti musicali che vi si alterneranno lanciando per gli echi le note gioconde. Nella mostra di Architettura (progetto Locati e Bergomi) - stile severamente classico notevoli modelli di edilizia momumentale; fra questi il grande modello dell'eterno monumento a Vittorio Emanuele in Roma. Uscendo da questa mostra all'aperto, si Trova un piazzaletto - dominato dalla torre Stigler- lieto d'aiuole: con alcuni chioschi cioccolata De Villars, fiori (Ferrero), liquore "Strega" (Alberti), filigrana (Astrologo), vetreria Fontana. Da qui, procedendo sempre verso nord, eccoci al gruppo III, Arti Decorative: un vasto complesso di Gallerie - quasi 18 mila mq. di area - multiformi e gaie, ricche di ambienti completi d'ogni genere, di mostre-modello per ciò che è "la casa" : dalla sala da pranzo al giardino, dal laboratorio allo studio, dalle ceramiche al mer- letto; bella la Mostra dei lavori femminili; grande e stupenda per genialità caratteristica la Mostra Ungherese. In queste gallerie - regno del buon gusto - s'indugieranno certamente a lungo le signore, studiando imparando, ammirando e desiderando. Questa splendida Galleria che era l'ammirazione Universale, di un valore di oltre quindici milioni, che oggi si è riedificata, fu distrutta totalmente da un incendio divoratore, che manifestatosi alle ore 3.55 della notte del 3 Agosto non potè essere menomamente sedato e tutto restò preda del fuoco. Solo mercè l'opera dei nostri bravi e benemeriti Pompieri, ammirabilmente diretti dal molto lodato e previdente Comm. Goldoni, potè essere isolato l'attiguo Padiglione dell'Oreficeria. Attiguo e collegato da due portichetti alle Arti Decorative, nella estrema parte a nord, sul confine delle Mostre, su un'altura da cui si domina il viale Elvezia, un grande e bel padiglione: quello destinato ai tesori reali ed artistici dell'Oreficeria. Ivi presso altre due piccole costruzioni: la Mostra Ricordi e una specie di cappella mortuaria - mostra d'Arte Decorativa funeraria - della Società Calci e Cementi di Reggio Emilia. Attiguo e planimetricamente connesso - sulla fronte nord - alle Gallerie delle Arti Decorative è pur il Padiglione della Previdenza: bella costruzione - progetto Locati - in puro stile Rinascimento, semplice ed imponente, dagli ampi saloni. Rimane adesso al visitatore, che vuol prima conoscere tutte le Mostre del Parco, la via del ritorno, nell'altra zona. Uscendo dalla Mostra della Previdenza, ci si trova sul viale centrale che divide appunto le due zone del Parco, dall'ingresso verso l'Arco della Pace fino al Propileo onde siamo partiti. A sinistra abbiamo tutta la bella linea delle facciate di prospetto delle Arti Decorative e delle Belle Arti: un esteso e pittoresco panorama. A destra, vediamo - e prendiamone nota - proprio di fronte alla facciata delle Arti Decorative - la stazione di partenza della Ferrovia elevata. E qui troviamo un Gruppo IV di costruzioni - circoscritto fra l'anzidettto viale e quello da via XX Settembre - sparse bizzarramente a seconda dei confini tracciati dalle aiuole e dai vialetti esistenti; facciamone il giro. Ecco, primo, su un'altura, il ricco ed elegante Ristorante Stabilini, bella costruzione dell'arch. Bergomi; la birreria. "Foresta Nera" di S. Sterni; il padiglione dell' << Umanitaria » : il chiosco Vetreria Boschi e il chiosco dei ricami Sala, il chiosco Volpe, caratteristico nello stile, per la mostra dei Mobili in legno curvato, fiorente industria friulana; una buvettee; l'elegante mole del chiosco Fernet-Branca su cui vola, stemma gentilizio del celebre liquore ambrosiano, l'aquila imperiale (progetto di due giovanissimi architetti : Cavallazzi e Locati), proprio di fronte alla facciata del salone; più indietro, fra le aiuole il chiosco della Mostra Turca (Debito Pubblico Ottomano), segnalato dalla falcata Mezzaluna; nel centro della grande aiuola, la Stazione Radiotelegrafica che tende - possente ragno del genio umano - la rete dei misteriosi fili per ampio cerchio: e finalmente - presso l'ingresso principale da via XX Settembre, a sinistra di chi entra - il semplice e classico Padiglione della Pace, amorosa cura di Ernesto Teodoro Moneta, progetto dell'arch. G. B. Bossi; e poco distante, nell'attigua aiuola, il chiosco-ufficio di Vigilanza, ove risiedono 4 funzionari di P. S. e un corpo di Vigili urbani. Passiamo - attraverso il viale dall'ingresso di via XX Settembre - a destra dunque, di chi entra - al Gruppo IV. Fronteggianti il viale stesso troviamo : una buvette, un chiosco-gabbia di uccelli, il padiglione Grubicy contenente la cara Mostra Segantini e Previati, e - sulla punta dell'aiuola, in una delle più ridenti posizioni, di fronte alla facciata centrale delle Belle Arti, quel gioiello che è il Padiglione Federale Svizzero (prog. Guidini). Nella seconda linea di aiuole, quasi paralleli agli anzidetti : un ristorante tedesco (Deutches Haus) : la Cooperativa Case ed alloggi e la Fanciullezza abbandonata, e - di nuovo sul limite del viale centrale - il grande e bel padiglione della Città di Milano, che ricorda i motivi architettonici del Palazzo Marino. Di qui ritorniamo indietro sulla seguente linea di aiuole. Ecco un padiglione torreggiante con le cupole e il minareto di stile moresco: è il padiglione De Bernardi, regno del cioccolatto, stazione di fermata per le brigate eleganti: poi una buvette, indi il padiglione Docker della Guardia Medica: ivi presso, il Chiosco Umoristico (detto anche delle Illusioni), e, quelli delle Bijouteries Taib, della Città di Sampierdarena, e poco distante, sulla vicina aiuola verde, corrusca nella quadrata corazza metallica, la Mostra del Canada. Rimane un'ultima linea di aiuole, e la troviamo occupata - pour la bonne bouche - da tre spettacolose « attrazioni : nella zona estrema sud, verso lo steccato e la linea tramviaria esterno, l'Aereoplano; nel centro, il ripido Tabogga con l'adiacente bacino, e l'attigua elegante birreria Spantenbrau, ed ivi presso verso ponente - l'interessante Mostra del << Radium »: a levante - verso il viale centrale, di fronte alla Mostra Retrospettiva - il grandioso padiglione del Viaggio all'Estremo Nord, segnalato dalle roccie glaciali e dai grandi orsi bianchi, che par fatto apposta per... rinfrescare un poco il visitatore accaldato. Ed eccoci di ritorno al punto di partenza. Qui troviamo - di fianco all'ingresso di servizio da via Gadio -- il chiosco Max Frank, che ci offre un diluvio di pubblicazioni e ricordi-réclame: un poco più avanti, la palazzina del Comitato, ove siedono le Giurie, la Commissione dei Ricevimenti e l'Ufficio Tecnico: la palazzina - proprio di faccia - dell'Ufficio Postale e dell'Ufficio Stampa; una buvette: e finalmente il « Cinematografo del Sempione », ove si può godere la riproduzione al vivo delle vicende del gran traforo e delle vedute locali, e portarsi via qualche bel cimelio o ricordo dell'opera immortale. Ciò fatto, il visitatore - dopo essersi rifornito, se gli occorre, di sigarette all'attiguo chiosco-Privativa - può qui chiudere, per la giornata, il suo giro, avendo fatto la conoscenza delle 80 circa mostre ed attrazioni del Parco; oppure filar diritto lungo il gran viale fino alla stazione della Ferrovia elevata, che lo porterà in tre o quattro minuti all'altro e maggior centro dell'Esposizione.

In piazza d' Armi UN PRIMO SGUARDO Sia che il visitatore provenga dal Parco direttamente con la ferrovia elevata, sia che arrivi con uno dei trams urbani ad uno dei due ingressi laterali alla ferrovia stessa (V. sopra) in Piazza 6 Febbraio - lo consigliamo a godersi, prima di tutto, il colpo d'occhio dalla terrazza della stazione d'arrivo, d'onde si ha subito un'idea del piano generale delle Mostre in Piazza d'Armi. E' proprio lo spettacolo di una pittoresca città che ci si svolge innanzi per esteso confine. Di faccia, si aderge, maestoso segnacolo della grande Mostra marinara, la torre, alta 57 metri, dalla quale un potentissimo faro - destinato ad una delle importanti stazioni marittime dello Stato - getterà i fasci di luce non solo su tutta l'Esposizione, ma anche per vasta zona sulla città. Alla base, ai due lati della gran porta d'ingresso, attraggono l'attenzione le due belle fontane del Grossoni, dalle quali emerge una fantasia mitologica di Tritoni, di Najadi e di Sirene. A destra: il padiglione - decorato a fasce azzurre con dipinti a soggetto sportivo - dell'Automobilismo e Ciclismo (destinano poi, dal giugno in là, alle Mostre temporanee): poi l'ottagono e la facciata di scorcio del gran Padiglione Francese, e più in là nella stessa direzione - fra il verde, graziosi ed attraenti profili: la svelta cupola scintillante dell'America latina, le torri egizie e il sottile minareto del Cairo, chiuso intorno dalla cinta della mouche arabie dai deliziosi colori, l'ellenico pronao dell'Igiene; e finalmente, giù nello sfondo all'estrema destra, in capo al lungo viale foltamente alberato, la rude linea delle Mostre Agrarie. A sinistra : la vasta prospettiva della Galleria del Lavoro dominata dalla gran cupola; più lontano al di là del viale, lo scorcio dei Padiglioni : Canotti automobili, Navigazione Gen. Italiana, Italiani all'estero; e nello sfondo, nella stessa direzione, la poderosa e poetica mole del Palazzo del Belgio dalle agili guglie caratteristiche. Tutt'intorno alla stazione d'arrivo, e fin dove giunge lo sguardo, attorno ai colossi, tutto un corteggio di chioschi minori - belli ed eleganti, parecchi - di piccole cupole, di guglie e torrette, spiccanti fra il verde delle aiuole e dei filari di tiglio e d'ippocastani, in una festa di colori, animata da un'intrecciata circolazione assidua di trams elettrici, di automobili, di veicoli d'ogni sorta, e dalla legione di visitatori.

IN GIRO PER LE MOSTRE Per procedere ordinatamente, il visitatore, proveniente colla ferrovia elevata o da uno degli ingressi di Piazza 6 Febbraio, cominci con un'occhiata ai chioschi minori che popolano il piazzale, intorno alla Stazione d'arrivo. A destra di questa, per chi arriva: un elegantissimo chiosco-buvette (Motta e Vedani) che ha sulla fronte un bel medaglione del Grossoni, con due fiorenti figure giovanili in bassorilievo; il chiosco Thomson Houston; quello della Società Milanese di Industrie Meccaniche; una caserma per le guardie di P. S. - A sinistra: due bavettes (Canetta e Kestekides), il chiosco « Vernet Lapponi » e quello elegante della Società « Eternit » mostra di pietre artificiali. Fatto questo piccolo giro di ricognizione, il visitatore ritorni verso il Faro, e ammirate da vicino le due già intravvedute fontane, entri nel grande emporio delle Mostre della Marina, ad entusiasmarsi ed istruirsi in una visione spettacolosa, nel corso delle vaste e luminose gallerie ove si svolge la gara delle Nazioni in questo precipuo ramo dei Trasporti moderni: indi, elevandosi mercè l'ascensore fino alla terrazza del Faro, da quella superba altezza non solo dominare tutto il complesso panorama delle Mostre, ma spaziare a vista d'oc- chio per vastissima zona di paesaggio urbano e rurale, godendosi un "a volo d'uccello" indimenticabile. Visitata la mostra dei Trasporti Marittinri progetto dell'arch.. Bianchi, e degli ingegneri Bianchi, Magnani e Rondoni - e gli adiacenti e collegati padiglioni Pirelli (fianco nord del Faro) e Fonderia Milanese d'Acciaio (fianco sud), volgiamo passando vicino a diverse graziose buvettes e al chiosco-mostra in cemento, smontabile alla Mostra colosso: la Galleria del Lavoro, o delle Arti Industriali come da principio era chiamata: progetto dei tre già citati ingegneri. Entriamo dall'ingresso principale, non senza esserci indugiati ad ammirare i due magnifici altorilievi, ai due lati, nei quali lo scultore Carminati ha magistralmente simboleggiato le vicende e gli episodi della gran marcia del lavoro, sulla via dolorosa e trionfale verso la Scienza e L'Arte, redenzione e premio. Ed eccoci subito nel salone circolare sotto la gran cupola istoriata. Volgendo a sinistra, incomincia la serie delle gallerie inondate di luce, vere e grandiose officine universali, ove lavorano e producono sotto gli occhi degli osservatori macchine d'ogni specie e forma, d'ogni ritmo industriale. Nella prima galleria, tutto lo stand a destra - 450 metri quadrati - è occupato dalla Mostra della Società Editrice Sonzogno; ed e qui che il visitatore, può veder stampare il Supplemento del Secolo, nonchè le magnifiche dispense dell'Esposizione Illustrata diMilano 1906 ed altre belle pubblicazioni. Proseguendo il giro di tutto l'immenso rettangolo, e della galleria centrale - rettilinei lunghi 100, 200, metri, larghi 20, 30 - l'osservatore farà, così la conoscenza di lutto il pandemonio industriale moderno: dalle arti grafiche, a quelle dei tessuti d'ogni genere, a quelle della cucitura, della vetreria, delle lavorazioni del cuoio. E vedrà le meraviglie della meccanica, la raffinatezze della tecnica, la grandiosità degli organismi produttori. Fra la grande galleria centrale e quelle dei banchi sono interclusi due vasti cortili, popolati però anch'essi d'interessanti padiglioni: in quello a sinistra (a levante) una buvette, il chiosco della Società Italiana per la seta artificiale, e quello notevolissimo - architettura degli ingegneri Fontana e Tononi - delle Mostre Seriche; nel cortile a sinistra, rallegrato da un portichello attraverso al quale s'intravede la Galleria della Marina, notiamo il chiosco Pichet per l'Ossigeno, una birreria tedesca, e due stupendi padiglioni, progettati dal Bongi : quello della Manifatture della Regia, con intorno le piantagioni di tabacco e quello delle Vetrerie di Murano, piccolo gioiello lagunare. Uscendo dall'accennato portichetto, oppure di nuovo dall'ingresso principale, procediamo a sinistra, attraversando il viale. Vedete quell'edificio che forma simmetria, proprio dirimpetto, col fianco occidentale della Galleria del lavoro? Esso contiene, in tre padiglioni attigui, le mostre dell' Automobilismo, o Canotti Automobil., e della Navigazione Generale Italiana - dependance, o complemento della Mostra della Marina; e del Lavoro degli Italiani all'estero, complemento a quella del lavoro. Questo edificio è collegato con la Mostra del Belgio; ove, dalla prospettiva del Palazzo fiammingo, agli artistici e lussuosi interni, alle gallerie ferroviarie, il visitatore ha di che ammirare ed entusia- smarsi fin chee vuole. Il Belgio e l'umico Stato che raccoglie nel suo padiglione tutte le sue Mostre: si esce di là affascinati, con l'impressione di aver assistito alla rivelazione di una grande potenza e di una grande civiltà. Qui conviene al visitatore, per esaurire il giro della zona sud, fare una scorreria, diremo così, eccentrica: uscire di nuovo dal Padiglione degli Italiani all'estero e volgere diritto a sinistra, là ove richiama l'attenzione una facciata dominata da un immenso orologio (è della ditta Fontana di Milano): il padiglione dell'Orologeria, che fa parte delle Gallerie dedicate alle Mostre dell'Areonautica ed affini. L'edificio principale si distingue per la cupola a forma di aerostato. Chiudono la linea i padiglioni per gli hangars dei palloni, frenati e dirigibili. Dalle Mostre, passando sotto i due portici, si accede al vastissimo parco, con le tribune attorno, ove si svolgeranno alla presenza del pubblico, immenso cosmopolita, le grandi gare fra i navigatori dell'aria. Anche questo reparto è progetto degli ing. Bianchi, Magnani e Rondoni. Visitate le Mostre Aereonautiche, sarà utile una rapida corsa - uscendo dall'ultimo padiglione dei palloni frenati a levante, là dov'è il quarto ingresso da Piazza 6 Febbraio - attraverso il viale intercluso fra la Galleria del Lavoro e quello dell'Aereonautica stessa. C'è - parallela alla Galleria del Lavoro - una linea di lunghe e strette costruzioni: l'Officina Caldaie - l'Officina Riparazioni - il Bar Noel. Passiamo, sempre dirittamente, innanzi all'ingresso da via Buonarotti, ed ecco - di fronte agli "italiani all'estero" - un padiglione rettangolare, ad un piano. dalle linee semplicissime: è la nuova e definitiva sede del Comitato Esecutivo, dove si trovano gli uffici delle Sezioni, le Segreterie, l'ufficio Stampa, ecc. Poi un altro padiglione, semplice ma non privo di eleganza : è il Ristorante della Camera del Lavoro, cooperativo: progetto del giovane architetto Cesare Mazzocchi. Finalmente, sempre sulla stessa linea - le divertenti Montagne Russe. Dirimpetto, parallele alla Mostra del Belgio, i non meno divertenti Cavallini elettrici: una novità attraentissima. Seguiamo la linea di quest'ultima "Attrazione", verso ponente: eccoci nel viale del Bersaglio. Voltiamo a destra, e siamo nel gran viale, fiancheggiato da alberi, sul quale si prospettano di fronte - alla distanza di 300 metri, il Belgio e la Mostra d'Igiene. Sulla linea alla nostra sinistra tutta la maestosa fila delle Mostre ferroviarie: prima il Padiglione Austriaco, poi i due Internazionali; in quello intermedio, in un corpo avanzato sull'angolo sud, la sezione italiana. Sulla linea destra : il Ristorante Valle - il bellissimo chiosco della Vacuuum Oli Company che slancia in alto due stupende statue del Bialetti - e il maestoso chiosco Ansaldo Arstromg; poi quello, non meno grandioso, Terni Odero; e finalmente, uniti da un'esedra su cui si adergono su colonne quattro belle Vittorie del Ravanello il Padiglione della Mostra-Ufficio Poste e Telegrafi e quello - un gioiello architettonico - dell'America Latina: ambedue del Bongi. Dirimpetto al padiglione postale, a levante. verso la Galleria della Marina, l'originale padiglione Siebe Gormann, del signor Zannoni di Spezia, con una vasca per le esercitazioni dei Palombari: opera di Bianchi, Magnani e Rondoni. Così siamo arrivati al Padiglione della Mostra d'Igiene, progetto Bongi : una bellezza archetettonica, un tesoro di Mostre di moderno valore. Ivi presso, a ponente (verso il Bersaglio) le tettoie e i padiglioni per le affini Mostre della Croce Rossa, e la Ferrovia Germanica. Vogliamo riposarci? Riposiamo innanzi od attraverso la galleria dell'Igiene, ed eccoci... al paese dei sogni e delle delizie orientali : in pieno Cairo. E' proprio il Cairo artisticamente riprodotto in breve zona, con le sue svariate razze indigene, coi suoi multiformi caffè e ritrovi e divertimenti e curiosità d'ogni genere, con una popolazione di 150 abitanti autentici ed altrettanti non meno autentici quadrupedi, con le sue moschee ed i suoi harem. A due passi, l'annessa Grotta azzurra o delle Sirene : fantasia delle "Mille e una notti" tradotta in illusiva realtà. Riposati e svagati, rimettiamoci in cammino, cha la via è ancora lunghetta, ritornando là ove eravamo arrivati : alla Croce Rossa. Ecco, a nord di questa, una Mostra interessante... per chi se ne intende : quella delle Macchine di sollevamento, con le potenti gru capaci, si direbbe, di sollevare il Vesuvio. Poi, sempre a nord, uno spettacolo pittoresco un vero accampamento militare, con ponti gettati e barche e, costruzioni d'ogni genere: è la Mostra del Ministero della Guerra, e specialmente del Genio militare. Occupa tutto l'angolo nord-ovest, estremo. Volgiamo a destra: Ferrovia Aerea Blondin; poi Mostra stradale, campo sperimentale del Nitrato di soda e Fattoria Vittadini con annessa Latteria. Adesso a sinistra. Siamo nella sterminata linea delle Mostre agrarie-agricole che occupa tutta quanta la fronte nord: nelle cui immense gallerie successivamente si trovano i campionari impressionanti dei più moderni e perfetti mezzi e strumenti di produzione. Annesso al padiglione centrale - di fronte alla Marina - è il padiglione semicircolare dei Pompieri, col bel cortile interno per le macchine. Attiguo il chiosco, affine, delle Distillerie, industria derivata dall'agraria, e quello del Frutteto Restelli. L'ultima galleria della Sezione, unica dotata in un piano superiore a ballatoio cui si accede per due belle rampe, presenta una appettitosa mostra di frutta fresche d'ogni specie e varietà. Tutta questa architettura è pure del Bongi, che vi ha saputo trovare ottimi effetti nella massima semplicità. Uscendo da questa, ci troviamo all'elegante e gaio portichetto che dà sull'ingresso di via Domodossola, dal quale entra il tram elettrico che c'invita a ritornare in Piazza del Duomo; ma noi resisteremo alla tentazione e seguireoio invece il portichetlo che girando a destra ci conduce direttamente alla Mostra delle Camere d'albergo, promossa con pratico intendimento dal Touring e nella quale si vede come si possa - o si potrebbe - alloggiare, viaggiando, bene e a buon mercato. Di là, uscendo per la porta principale, a destra, passando fra il Bar Panzeri, il chiosco del Cioccolato Fongaro, e quello delle Acque di Salute, andiamo difilato, dirimpetto al magnifico Palazzo delle Arti decorative francesi, opera di un italiano : ancora il valente Bongi. Vi entreremo dall'ottagono che è proprio sulla nostra direttiva, e ci troveremo subito tra una folla di ammiratori - specialmente signore - incantati innanzi a tutte le sezioni, dove la genialità francese ha profuso prodigamente le sue cento seduzioni. Quanta gaiezza di toni e signorilità, sfarzosa di decorazioni e di bei ninnoli di ogni sorta, sotto la mite luce che piove diffusa dal velario! Usciamo, sia pur malvolontieri di là, per l'ottagono dalla parte opposta, alla nostra sinistra; ci troviamo di faccia alla mole architettonica dell'Automobilismo e Ciclismo. Su per la bella gradinata, ed entriamo: anche qui quanta gente, che rumore gaio di ammirazioni! e quale spettacolo imponente! Tutta una lucente legioni di bei mostri dai riflessi d'argento e d'oro, che senmbra in procinto di prendere lo slancio in massa, ad assalto spaventoso e tonante, e fa sognare la corsa, pazza senza limiti e senza freno, nello spazio infinito. E tutt'attorno, su una larga, piattaforma, l'umile ed agile esercito delle biciclette. Qui, di sera, migliaia e migliaia di lampade elettriche daranno festosa luminaria, segnando le linee architetteniche alla facciata, e fiotti abbaglianti di luce - cui risponderà lo sfavillare delle macchine - negli sfarzosi stands. Poichè questa galleria è l'unica che sarà aperta di sera, e sarà certamente favorito ritrovo; molto più che a due passi dalla stazione della Ferrovia Elevata, e poi c'è il lussuoso Restaurant Imperialal Lisanski e Salmonson, signorilmente montato, e annesso al padiglione stesso. Con questo - il lettore non se n'e accorto? - è finito il giro; intendiamoci il primo giro a linee sommarie, il giro di ricognizione, per far la pratica; poichè, per chi vuoi studiarle e goderle, siffatte Mostre vogliono essere rivedute ed osservate, poi, con calma, nei cento particolari che sfuggono alla prima, occhiata frettolosa. Poi ci sono le Mostre - diremo così - eccentriche, alle quali non abbiamo acceduto nel primo giro per non deviare dal tracciato regolare. Così, parallelo alla linea posteriore delle Mostre Agrarie, versos lo steccato nord, vi è un bel viale, sul quale si allineano le tettoie delle Mostre Zootecniche... una specie di Area di Noè, nella quale gli amatori troveranno gli esemplari e campioni di tutta la fauna domestica, e di tutte le rispettive razze e varietà. Lungo le zona occidentale, dietro la linea delle Mostre ferroviarie già vedute, verso l'ex Bersaglio, ci sono le belle e importanti Mostre ferroviarie Inglesi e Olandesi (il primo padiglione movendo dia sud, proprio dirimpetto al padiglione Austriaco), e Svizzere; la Mostra degli Automobili Germanici; la Rimessa delle Vetture Frigerio, che fanno il servizio d'ominibus-automobile nell'Esposizione. E dietro questa linea, appoggiata all'ex Bersaglio, un'altra: le Caserme, che ospitano ben 400 mitili della P. S. e della benemerita (dietro le Ferrovie Inglesi); ed una serie di magnifiche, attrazioni. Notiamo: il grande Villaggio Africano Menges, che offre un ricchissimo campionato vivente delle bestie di quei paesi, con annessa popolazione d'indigeni non meno viventi... alla loro maniera; poi il grandioso Panorama Giordano (Simplon-Paris), e il grande Cinematografo Longoni Gualtiero; e più in fondo nell'estremo angolo nord, la Mostra degli Imballaggi. Non basta : nella zona centrale - fra il Cairo, l'America, Latina e il Palazzo Francese - un'altra popolazione varia e interessante di chioschi e chioschetti d'ogni genere: il Padiglione della Bulgaria, e quello del Ministero dell'Interno; la buvette dello Champagne Ale- lagna; la Gelateria Palermitana di Romeo Rosario; il chiosco del Lysoform.; il Ristorante Heim; il Commissariato Inglese, la Lavanderia Bernardi. Poi dirimpetto al Palazzo Francese : il Bar Holtscmit e Steimann, la Guardia Medica, il Bar Donini, la Cioccolata Lucerna, il Padiglione del Marocco, uno Chalet Svizzero. Finalmente, nella zona periferica a levante (Piazza 6 Febbraio), di fianco alla Galleria del Lavoro : una buvette, il Ristorante Colombetti, il Forno Briel, il chiosco Cementi Montandon. E di fianco alla Carrozzeria e alle Camere d'Albergo: il Garage e Rimessa Automobili Fia, e il Deposito Benzina Bietti. E adesso, possiamo dire di aver fatto la conoscenza - alla sfuggita, con la promessa dell'arrivederci di tutti i grandi e piccoli edifici popolalori dell'Esposizione.

Avvertenze non inutili. Chi desidera trovarsi subito alle Mostre Aereonautiche, o alla Sede del Comitato prenda il tram di Porta Magenta - Piazza d'Armi - Via Buonarroti : subito a quest'ingresso troverà quanto cerca. Chi vuol andar subito alle Mostre Agrarie, prenda il tram di via Domodossola, ed entri da quell'ingresso. Chi vuol accedere alle Mostre del Belgio o alle Ferroviarie o attrazioni della zona Bersaglio, può prendere la vecchia linea Porta Magenta - Piazza d'Armi, ed entrare da quell'ingresso. Chi si reca all'Automobilismo, o alla Marina, o alla Galleria del Lavoro - non provenendo con la Ferrovia Elevata dal Parco - prenda uno dei trams del Sempione, ed acceda da uno degli ingressi da Piazza 6 Febbraio; dall'ultimo a destra, per l'Automobilismo, dall'ultimo a sinistra per la Galleria del Lavoro.

LA CIRCOLAZIONE TRAMVIARIA Nell'interno della Piazza d'Armi a disposizione dei visitatori, per recarsi comodamente dall'una all'altra sezione, corrono due linee tramviarie. Una gira attorno alla zona centrale, e passa innanzi a tutti i grandi edifici, con un percorso di circa 1800 metri. E' elettrica, a binario. L'altra è periferica; gira, cioè, attorno alla parte esterna di tutto il quadrilatero di costruzioni, parallelamente allo steccato, con un percorso di circa 3 chilometri. E' elettrica, a trolley, con vetture-omnibus, senza binario. Biglietto a 10 centesimi, con diritto a tre delle quattro tratte in cui è diviso il percorso.

Un occhiata alle Mostre LE MOSTRE SVIZZERE La Repubblica Elvetica ha voluto partecipare con vero entusiasmo alla grande Festa del Lavoro, indetta in Milano a celebrare la grande impresa compiuta al Sempione: festa, perciò, doppiamente « fraterna » nei riguardi dei due paesi che le Alpi non più dividono, ma uniscono in sempre più stretti vincoli di commercio e di solidarietà civile. Il piccolo e bel Padiglione Federale che si ammira al Parco - in pittoresca posizione, vicino al Salone delle Belle Arti - se è architettonicamente un gioiello progetto dell'ing. comm. Guidini - è ufficialmente il simbolo dell'adesione della Svizzera, non è sostanzialmente che una parte minima del concorso attivo e molteplice di quella nazione alle Mostre. La Svizzera occupa 900 metri lineari nelle Gallerie Ferroviarie e 220 all'aperto; 300 mq. nell'Autom. e Cicl. 625 nella Metrologia, 550 nelle Arti Decorative, 60 nella Pesca ed Acquicoltura, 1700 nella Galleria del Lavoro, 800 nell'Igiene, 300 nella Sez. Trasp. per acqua, 470 nelle Poste e Telegrafi, 100 nella Previdenza, 10 nelle Retrospettive, 200 nelle Temporanee. In complesso, come si vede, oltre 500 mq. di area - mirabilmente sfruttata, con intenso contenuto di mostre e una linea di 1100 m. pei binari. Commiss. governativo è il signor Siemens, consigliere di Stato.


IL PADIGLIONE DELLA CITTÀ DI MILANO Nel gruppo di edifici che fanno corona all'atrio dell'ingresso principale al Parco - e precisamenle nelle vicinanze della Mostra delle Belle Arti - sorge il padiglione della Città di Milano, quale fu ideato dall'ufficio tecnico municipale. L'edificio, con l'intercluso spazio pel giardino, occupa un'area di 1000 mq. L'archittetura di stile semplice e severo, corrisponde al carattere strettamente tecnico-amministrativo della Mostra cui l'edificio è destinato: essa s'ispira un poco a quella di Galeazzo Alessi, riproducendo anzi in alcuni particolari le decorazioni del Palazzo Marino. Il corpo centrale della facciata è costituito da un imponente porticato, al quale si accede per un'ampia gradinata; nello sfondo si intravede il giardino che fa da cortile centrale, e nella gaiezza del verde lo zampillo di una fontana. Dal porticato si accede ai due saloni laterali - di circa 184 mq. ciascuno - illuminati da ampli fnestroni e da lucernari e collegati fra loro da un porticato posteriore chiuso da balaustrata. Il contenuto della Mostra si riferisce specialmente ai servizi pubblici di competenza del Comune, al modo come ad essi viene provveduto, agli studi e perfezionamenti analoghi, alle organizzazioni relative, ecc. E' una mostra che interesserà non solo i Milanesi, ma tutti i rappresentanti municipali dell'Italia e dell'estero, ed in genere tutti gli studiosi di cose municipali. Il progetto del Padiglione fu elaborato dall'ingegnere Giannino Ferrini dell'Ufficio tecnico; i lavori sono affidati alla Carpenteria Banfi e C., le decorazioni in cemento e stucco alla Ditta A. Rampinelli di Milano.

NELLA MOSTRA RETROSPETTIVA Entrando dall'ingresso d'onore, al Propileo, ove subito si affaccia di prospetto la Galleria del Sempione col grande gruppo simbolico dei Minatori del Butti, il visitatore vede a sinistra un edificio dalle linee eleganti pur nella voluta semplicità austera; è quello dedicato alle mostre retrospettive dei Trasporti; opera dell'architetto Sebastiano Locati. E' bene che a questo padiglione sia data la prima visita; preparazione logica al confronto che seguirà, nelle altre mostre, con le grandi opere e coi mezzi colossali delle comunicazioni e dei trasporti moderni per le vie di terra e per quelle dei fiumi e del mare. Per il breve portico, pavimentato a modello dalla Società dell'Arenolite, si accede alle sale; improntate anch'esse ad austera eleganza quale si addice ad un ambiente fallo pel raccoglimento. Ed invero, appena entrato, il visitatore si sente compreso quasi da un senso di religioso rispetto innanzi al tesoro di evocate memorie, a tutto un mondo di redivive figure che, lo circonda, nella tenue luce diffusa che piove dal vasto lucernario velato. Ecco in tre vetrine, in accurata riproduzione plastica su scala di 1/25, tre antiche navi : sono le tre caravelle di Cristoforo Colombo - la Pinta, la Santa Maria, la Nina - con le quali il grande osava sfidare l'immensità dell'ignoto oceano, per dare alla pletorica Europa un nuovo mondo : i tre gusci di noce precursori dei colossi sbuffanti che oggi percorrono veloci e sicuri la via da Lui perigliosamente e temerariamente segnata. Come si commuove innanzi a quei muti documenti di apostolato e di gloria, di angoscie e di trionfi incomparabili. Ivi presso, altre vetrine, altri « facsimile » di superbi fasti della marineria antica; ecco uno snello brugantino volante sull'onda con le 9 doppie ale di remi e un altro a 14 remi: ecco una « galera » a 48, e un superbo impressionante galeone di San Marco : « Arranca! », par di sentire il grido dell'aguzzino che s'avventa con la sferza terribile, par di vedere lo sforzo immane dei 150 galeotti, gli schiavi del remo, e la grossa nave - colosso, a suoi tempi - slanciarsi all'attacco. Ed ecco d'ogni sorta e forma di galleggianti in uso nella marineria veneta, presentati dall'arsenale di Venezia nel 1873; maestoso, fra essi, il legale « Bucintoro » in modello di m. 4.40 per 1,90; e i primi cannoncini di bordo, le colubrine, le spingarde: tutta l'infanzia artigliera. Attorno, carte murali, con antiche stampe, rappresentano feste nautiche, inaugurazioni e vari, modelli di navi, del lombardo Veneto, della Toscana, degli Stati Pontifici. Passiamo nelle altre sale: una coorte di berline di ogni epoca, d'ogni paese, d'ogni stile: dalle postiglione alle signorili berline ricche d'ori e d'artistici fregi. La real casa di Firenze espone una raccolta di berline di corte : l'« Egiziana », detta di Carlo Felice - che servì al funerale di Carlo Alberto e di Vittorio Emanuele II - delle corti di Toscana, di Modena, dei Borboni di Napoli, di Sardegna, tutte « di gran gala », pregievoli per arti e per storici ricordi; due, ricchissime, stimate più di 100 mila lire ciascuna, in completo finimento di guarnizioni e velluti, usate nei cerimoniali solenni dalle antiche corti sabaude; le bardature da cavallo appartenute a Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II; la portantina di Leopoldo di Toscana; tre berline papali, ecc. Alcune, precedute da cavalli in legno in grandezza naturale, danno la visione completa della sfarzosa funzione cui erano destinate. Altre vetture storiche : quella del vescovo cardinale di Vercelli, Carlo Giuseppe Martiniana, che servì a Napoleone, primo e dopo la battaglia di Marengo; quella che re Vittorio donò a Garibaldi; quella di Cavour, che gli servì quando si recò all'apertura del primo Parlamento italiano nel 1861; la berlina tradizionale del "Senatore di Roma". Due cimeli, ridotti purtroppo in gravi condizioni, richiamano l'attenzione per la vetustà: i ricordi loro attribuiti dalla tradizione li rendono augusti. Erano due cocchi, ma non ne rimane che la cassa, una dorata. Il primo - attesta una pergamena - apparteneva a Ginevra Alighieri, la quale "disposata nel 1549 al conte Marcantonio Serego trapiantava nei discendenti di lui la prosapia di Dante"; è uno dei più antichi d'Italia, dei primi che sostituirono la medievale lettiga. Il secondo pare appartenuto a Elisabetta Serego, moglie al conte Nicolò valmarana vicentino. C'è una sala tutta occupata dal Museo postale germanico: una mostra piera di ricordi e modelli di ogni tempo, relativi alle comunicazioni di terra e di mare fino ai primi apparecchi per le segnalazioni. Molte altre notevoli ed interessanti cose presenta questa gelosamente custodita e preziosissima mostra, delle quali parleremo altra volta.

LA MOSTRA DELLE ARTI DECORATIVE E' con circa 18 mila metri quadrati di area, la più vasta del Parco e delle più importanti certamente - perchè di quelle che più hann assunto carattere mondiale -di tutta l'Esposizione. La pianta di questo corpo di fabbricati è piuttosto complicata; un intricato sistema di gallerie e di saloni-ambiente che s'incrociano in ogni senso, alcune convergenti, altre trasversali al cortile d'onore, essendosi dovuto trar profitto di tutto lo spazio possibile, e tener conto delle necessita, planimetriche imposte dagli esistenti viali. La maggiore galleria è l'italiana, larga. 13 metri, lunga 14: un vero vaso di luce, poichè il lucernario di volta ne occupa quasi tutta la lunghezza ed un buon terzo in larghezza, ed ai lati si aprono ben 16 grandi finestre. Notevole il cortile d'onore della Sezione - quasi nel centro - con quel suo peristilio a colonne in istile barocco, cui sminuisce una cert'aria conventuale e un po' malinconica della linea di gaiezza dei toni e l'agilità degli ornati. Ricca, varia, bellissima la Mostra dei lavori femminili, fra cui quelli della Cooperativa Femminile Italiana. Impressionante per l'originalità della disposizione, il reparto Ungherese: tutto un disegno strano, eppure armonico, di sale e gallerie si svolge attorno al salone circolare: genialmente bizzarri i pavimenti, le colonne, gli ornati, i tre lucernari, la fontana, le decorazioni a piastrelle iridescenti, il giuoco di piante rampicanti e spioventi. Tutta una fantasia di poeta orientale! Attiguo alla Decorativa è il Padiglione per la Mostra della Previdenza, costruzione di stile semplicissimo - con belle linee del Rinascimento - con vasti e severi ambienti che accoglieranno gli studi e gli studiosi dei problemi economici e sociali moderni: con un salone immenso a centine e capriate poderose e spaziosi finestroni.

L'ACQUARIO Bisogna distinguere questo Padiglione - costruzione di carattere duraturo che appartiene alla categoria delle attrazioni - con ingresso a pagamento e che sarà poi donato al Municipio; dalle Mostre di Piscicoltura propriamente, dette, di libero accesso, distinte in due gruppi. La facciata dell'Acquario è rivestita di cemento martellato imitante il ceppo gentile, con incrostature di grès ceramico a tinte opache vivaci di bellissimo effetto, che simboleggiano la flora e la fauna acquatica in fantastico disegno. Sul colossale finestrone al centro impera il Nettuno di Oreste Labò. Sotto, un acquario campione, visibile attraverso il vetro riparato da inferriata; di fianco, getti d'acqua da mascheroni simbolici. Le entrate all'Acquario sono tre. Nell'interno - passato il vestibolo ele gallerie delle Mostre di Piscicoltura - troviamo prima la galleria circolare che riproduce con ottima illusione una grotta scavata nella roccia, e gira attorno alle 60 e più vasche in tufo o in cemento imitante il granito, a seconda del genere, inquadrate in bellissimo marmo, più altre vaschette di vetro; in quelle verso il cortile di servizio, si ammirano le più curiose specie degli inquilini del mare, ed alghe e piante marine di ogni specie; tra quelle verso l'esterno i pesci d'acqua dolce; in special comparto, in due grandi bacini adatti, alcune belle specie di anfibi. Non ci è qui possibile descrivere il sapiente sistema di vasche, di tubi, di pompe e filtri, per la manutenzione e la purificazione assidua dell'acqua marina, le minuziose cure e previdenze secondo le norme dettate dagli specialisti. Due scaloni signorili di marino di Carrara danno adito alle sale superiori, ove si trovano altre Mostre di Piscicoltura. Notevoli il salone centrale ampio metri 11 per 14, nel quale si apre il fìnestrone del Nettuno - la sala circolare, con impalcature formate di travi in cemento armato a nuovo sistema (Sigward) - la terrazza circolare, sopra al porticato, da cui si domina tutta la Mostra di Piscicoltura.

LA SEZIONE DI PESCA ED AGRICOLTURA Sorta l'idea di una Esposizione dei Trasporti per terra e per acqua, il Comitato Esecutivo non poteva trascurare una Mostra di pesca, industria che specialmente dallo sviluppo e dal perfezionamento dei mezzi di trasporto attende il proprio incremento. In Italia, data la privilegiata configurazione idrografica del paese, la pesca dovrebbe realmente rappresentare uno dei maggiori fattori di ricchezza nazionale; ma per la imperfezione dei mezzi di trasporto e la mancanza di una razionale ed effettiva protezione dell'idrofauna, essa non è ancora assurta al grado di una industria fiorente e diffusa. Mostrare dunque i tipi principali della fauna e della flora delle acque con esemplari vivi o preparati, e, accanto a questi, i mezzi usati in tempi e paesi diversi per intensificarne e migliorarne la propagazione, la raccolta e la conservazione: divulgare gli studi fatti sugli argomenti acquicoli e sui rapporti intercedenti fra questi e l'igiene e la ricchezza sociale, non è soltanto procacciare alla maggior parte dei visitatori della Esposizione una cagione di godimento visivo e di coltura intellettuale, bensì anche uno stipendio alla utilizzazione delle energie produttive del suolo sommerso. Ma se per l'addietro fu troppo trascurata, la immensa ricchezza dei mari, dei laghi, dei numerosi fiumi che bagnano il nostro Paese, da qualche anno, mercè il lodevole impulso dato dal Governo, da privati e da Società per la pesca, vanno anche da noi sorgendo stazioni di piscicoltura, scuole di pesca ed asili pei piccoli orfani e pei vecchi orfani e pei vecchi della genie di mare. L'attenzione e linteressamento pubblico vanno finalmente volgendosi anche verso la classe dei lavoratori delle acque, la quale ci dà poi quei marinai che ai traffici e alla difesa della patria recano i contributi della esperienza e del coraggio formati sin dall'infanzia solcando le onde negli umili battelli pescherecci, e dimostrano così come effettivamente la storia della navigazione sia ne' suoi primi capitoli null'altro che la storia della pesca. Perciò l'importanza industriale della pesca e, dell'aquicoltura, e scientifica dell'ittologia, dell'oceanografia, dell'idrobiologia, che delle prime formano la base e la guida, non poteva sfuggire agli ordinatori dell'Esposizione di Milano del 1906, indetta a celebrare, col traforo del Sempione, il nuovo e vigoroso impulso dato ai commerci dall'apertura di una via più breve fra le nostre coste, i nostri grandi laghi ed il centro del Continente europeo. La Pesca, i sistemi ed i risultati della coltivazione delle acque trovano così il loro posto naturale accanto alle mostre dei trasporti per terra e per acqua ed a quella dell'agricoltura.

IL PADIGLIONE RUSSO Anche il Governo russo ha deciso di prender parte con un padiglione speciale alle Mostre internazionali di Milano. Questo padiglione, di caratteristico stile russo, occuperà una area di circa 900 mq. al Parco, in una delle aiuole centrali, a sinistra di chi entra dall'ingresso principale di via XX Settembre, fra il padiglione della Stazione Radiotelegrafica e quello della Pace.

IL PADIGLIONE DELL'OREFICERIA E' attiguo e connesso alla mostra delle Arti Decorative. Il padiglione degli Orefici sorge in un tranquillo e poetico angolo del Parco, dietro i due edifici delle esposizioni d'Arte Decorativa ed è opera del giovane architetto Achille De Lazzari. Occupa un'area di 860 mq. e con i porticati esterni, più di 100 mq.: è eseguito dalla ditta Francesco Manca di Villahermosa a con tutte le regole dell'arte, perchè è quasi certo che non verrà abbattuto, potendo servire a esposizione chiusa, per feste e concerti. Il salone principale, che ha un grande lucernario con velario in ferro battuto, contiene le ricche vetrine a salotto centrale per gli espositori, e gli occhi si abbagliano alla vista di tante perle e di tanti oggetti preziosi mirabilmente lavorati. Vetrine sono appoggiate pure ai muri. La tessitura di Brembate ha eseguita la finissima tappezzaria in seta delle pareti. All'estremità del padiglione sono due vestiboli su pianta esagonale. I porticati laterali congiungono direttamente il padiglione con le gallerie delle Arti Decorative. La fronte maggiore dell'edificio, prospiciente il Viale delle Nazioni, ha nel centro una fontana monumentale che simboleggia l'arte della lavorazione dell'oro e dell'argento. In alto sulla facciata è una grande statua dell'arte, lateralmente due motivi di bella decorazione. Gli appoggi principali del padiglione sono pilastri in cemento armato: qua e là venne usato il cemento retinato, specialità della ditta Francesco Manca. Tale decorazione, tranne quella esterna in stucco, è pure in cemento. Il pavimento è in marmo di Verona della ditta Poggiavi e Comp. I serramenti, come il velario già ricordato, in ferro battuto, sono eseguiti con vera eleganza artistica dalla ditta milanese Mazzucotelli. I vetri a colori sono di Corvaia e Bazzi pure di Milano, la decorazione interna a stucco della ditta Bernasconi. La Mostra è promossa dalla Società Orefici, argentieni ed affini di Milano. A formare il progetto tecnico vennero chiamati per la gioielleria Augusto Calderoni, Rodolfo Malerba, Alfredo Ravasco, Attilio Conti; per l'oreficeria Carlo Greco, Giuseppe Vismara, Antonio Belluschi; per i catenisti Giovanni Bernacchi, Angelo Rampezzotti: per gli smaltatori Augusto Gerosa; per gli incisori Antonio Donzelli; per gli argentieri e nichellatori il cav. Carlo Broggi, Paolo Giacche, Vittorio Lonardi. Concorrono 38 espositori di Milano, 5 di Napoli, 3 di Firenze, 7 di Roma, 1 di Genova, 1 di Torre del Greco, 3 di Vicenza, 1 di Alessandria, 1 di Osolella Sesia, 1 di Quarona, 1 di Torino, 1 di Parma e 2 di Venezia.

IL SALONE DEI FESTEGGIAMENTI E' una delle maggiori moli --la regina di quelle sorte al Parco - quella in cui l'architetto Locati ha trasfuso, diremo così il diapason della sua sinfonia architettonica. Esso è destinato ai grandi concerti, alle cerimonie solenni. Entrando, si resta impressionati. Che mole, che vastità! Un salone circolare, a cupola, che ha 33 metri d'altezza, 30 di diametro, - 100 mq. di area - senza contare la tribuna, larga metri 4,50 - che accoglierà una folla di 3000 spettatori. Costruzione ardita, nella quale si ammira non soltanto la genialità del progetto, ma anche quella dell'esecuzione, avendo l'Ufficio tecnico - per speciale opera dell'ing. Augusto Broggi - dovuto superare non lievi difficoltà per risolvere il problema della massima solidità nella massima sveltezza, con un sistema di otto sole centine a traliccio, appoggiate all'anello superiore in legno del lucernario trattenute al piede da un anello in ferro. Questo concetto tecnico è artisticamente dissimulato in uno sviluppo simbolico: gli otto piloni sono otto grandi tronchi che poi protendono i rami in alto a costituire la cupola, ed altri rami minori in belle curve ad inghirlandare le finestre, a fregiare le arcate. Un complesso, dunque, di linee armonico ed eloquente, cui dà tono signorile e giocondo il bianco e oro delle tinte, e luce a torrenti il lucernario magnifico di metri 11.50 di diametro, che rappresenta un buon terzo dello spazio del plafond. Sopra al palcoscenico un grande gruppo statuario, che rappresenta le Arti. Ivi grandeggia un organo magnifico - perfezionatissimo secondo la tecnica moderna - della ditta Mascioni. D'ambo le parti del salone si dirama in curva simmetrica, a linea spezzata, una galleria tripla - cioè composta di grandi sale centrali (metri 10 x 17 circa) e di salette laterali a graziosissimi scorci, inondate di luce - destinate alle Mostre di pittura e scultura. Attraverso i Padiglioni L'AMERICA LATINA In una delle più belle posizioni centrali della Piazza d'Armi, vicino al padiglione delle Poste e Telegrafi, sorge, maestoso di linea, se non di mole, con la snella cupola scintillante, il padiglione dell'America Latina: caratteristico edificio che è un vero gioiello d'architettura, una delle geniali concezioni dell'arch. Orsino Bongi. Esso è sorto per impulso spontaneo e bello di fraternità. I consoli delle Repubbliche dell'America del Sud, quando videro che nessuno dei rispettivi Governi intendeva partecipare ufficialmente all'Esposizione, si riunirono, discussero, simpatizzarono in una gentile idea, e si costituirono in Comitato, del quale elessero presidente il console dell'Argentina, avv. Gianfranco Gianni, commissario il signor Generoso Galimberti, console del Perù. Programma: unire le forze per la costruzione di un padiglione speciale, destinato ad accogliere fraternamente e decorosamente tutti gli espositori dell'America meridionale e centrale. La simpatica e pratica idea ebbe l'appoggio dei Governi: del Cile, del Guatemala, del Perù, di San Domingo e della benemerita "Union Industrial Uruguaya"; i quali tutti concorsero, rispettivamente, con 6000 lire. Il vestibolo del Padiglione con l'elegante cupola accoglie in grandiose vetrine i prodotti del suolo del Guatemala e di San Domingo; nel centro di esso si aderge un artistico monumento a Cristoforo Colombo, dell'illustre scultore Larofet. Dal vestibolo lo sguardo si spinge nella Galleria delle Piramidi, così chiamata perchè vi campeggiano 8 piramidi sormontate da artistiche statue rappresentanti le figure allegoriche delle Repubbliche del Cile, Perù, Uruguay, Salvador, Argentina, e delle città di Buenos Aires, Rosario e della Grauja Blanca. Le basi delle piramidi e delle vetrine che circondano la galleria, raccolgono i principali prodotti del suolo e dell'industria di quegli Stati. Nello sfondo semicircolare della Galleria delle Piramidi s'erge il gran Salone dei Presidenti, stile Impero: lavoro d'arte della Fabbrica Italiana di mobili di Milano. Esso accoglie ritratti in grandezza naturale dei presidenti delle Repubbliche sud-americane. Al padiglione è annessa un'esedra adorna di quattro grandi Vittorie.

LE MOSTRE FERROVIARIE Si tratta di edifici di enorme estensione : 41000 mq. di area! La prima costruzione fatta per conto del Comitato occupa 25 mila mq., ed è divisa in due corpi, separati dalla parte centrale: in mezzo corre un binario pel carrello trasbordatore, fiancheggiato da un viale. L'architettura, disegno del Bongi, ritrae assai bene stilizzato il motivo tipico del vagone, con impronta così caratteristica che anche il profano ne comprende subito la destinazione. Nell'interno, sette gallerie aperte, destinate ai binari e vagoni, collocate lunghe le piantane, in modo che il pubblico può liberamente circolare nel mezzo; cinque di esse, a 8 binari, sono larghe m. 13,30, due con un binario solo, larghe m. 9,60. La parte davanti invece ha tre gallerie chiuse, per le Mostre accessorie dei trasporti : quella di mezzo larga 15 metri, le altre due da 8 a 9, destinate agli apparecchi telefonici ed elettrici, scambi, segnalazioni, ecc. Il corpo retro ha una sola galleria di 15 metri, ceduta adesso, al Genio militare per la mostra dei suoi cariaggi speciali per le sussistenze. Nel primo corpo di costruzione le gallerie sono lunghe 65 metri; nel secondo 90. In questo edificio prendono posto le Mostre ferroviarie: italiana, francese, ungherese e germanica. L'angolo sud è occupato dalla Mostra ferroviaria governativa italiana, con oltre 1000 metri quadrati di area. Questa mostra, vigilata e curata con amore, per incarico del Ministero, dal comm. ing. Cesare Rota, consigliere d'Amministrazione, e dall'ingegnere Arturo Forges Davanzati, R. Ispettore delle ferrovie, farà conoscere belle ed importanti novità ferroviarie; il padiglione d'ingresso, in forma di elegantissima sala d'aspetto, raccoglierà - ottima idea - una ricchissima collezione fotografica, di vedute del Bel Paese. La seconda costruzione è tutta riservata all'Austria: occupa da sola 16 mila mq. e si divide in tre parti : la prima riproduce la disposizione di una stazione ferroviaria; la centrale, ricca di binari; una vera ferrovia; la terza, in fondo, è riservata alla gallera della città di Vienna. Ha gallerie larghe circa 14 metri, lunghe 100. La linea architettonica, disegno dell'architetto Baumann - come già dicemmo è semplice, e ritrae del tipo svizzero.

IL PADIGLIONE POSTALE Alle Mostre dell'America Latina, oltre l'attuale padiglione dalla caratteristica cupola, era destinato anche quello attiguo e collegato - esso pure dall'arch. Orsino Bongi - che forma con esso un cortiletto a esedra con sedili, e con quattro notevolissime colonne commemorative, delle quali parleremo poi. Quest'ultimo padiglione però fu dovuto assegnare invece all'Ufficio-Mostra delle Poste e Telegrafi; nè, fortunatamente, disdice alla nuova destinazione lo stile dell'edificio : carattere industriale, forma di chalet svizzero; e l'ufficio postale, com'è noto, ha tradizioni originarie elvetiche. Al pian terreno - per un'arca di circa 600 mq. - si trova il vero e proprio Ufficio Postale, coi relativi servizi, sale di scrittura, PostoTelefonico pubblico; annessa una mostra di statistiche postali, e, molto probabilmente, una interessante Mostra Filatelica (temporanea). Al piano superiore - 300 mq. - al quale si accede per comodo scalone, è l'Ufficio Telefonico pubblico, funzionante però anche come Mostra dei furgoni postali di città e pei diversi servizi, nonchè il materiale ferroviario postale italiano. I saloni sono illuminati a dovizia da finestroni laterali e da vasto lucernario.

I POMPIERI Vedete quell'ufficio che forma semicircolo sulla fronte della Mostra Agricola? E' una vera e propria caserma-modello per Pompieri, ed ospiterà infatti un posto di guardia permanente, con gli uffici annessi, corte di servizio per le manovre, rimessa per le macchine, ecc. Semplice ed elegante edificio, pure progetto del Bongi. LE MOSTRE AGRARIE Occupano tutta la linea nord della Piazza d'Arnri. L'ingresso principale è - attraverso al gran viale alberato -- in diretta visuale -con quello della lontana Galleria del lavoro. Osserviamo anzitutto la sterminata e omogenea linea di tutto questo complesso di edifici, progetto Bongi - un complesso di 23 a 24.000 mq. di area - destinati alla mostra delle industrie rurali: linea semplice, rude, dalle grandi travate al nudo, perfettamente in carattere. La prima a destra - unita per un portico ad un altro padiglione, quello delle Camere d'Albergo, verso l'ingresso di via Doniodossola - è la Mostra Agraria propriamente detta: cioè dei prodotti; ed è l'unica dotata di ampli ballatoi, ai quali si accede dallo spazioso vestibolo per due scaloni, destinati alle mostre più delicate: dei frutti, ecc. Dal vestibolo pure si accede ai due padiglioni, di 17 a 18 mq. ciascuno. Poi, volgendo a sinistra, percorriamo la sequela delle altre gallerie, dedicate specialmente alle importanti Mostre Agricole: cioè, degli strumenti del lavoro rurale: lunghe da 100 a 130 metri, larghe 30, a navate laterali larghe 5, alte, sfogate, piene di luce. Uscendo, a sinistra, dall'ultima di queste gallerie, troviamo la Fattoria-Latteria Vittadini, un ampio chiosco che sarà un modello dell'industria rurale.

IL PADIGLIONE FRANCESE E' uno dei più notevoli ed attraenti edifici di Piazza d'Armi: progetto dell'arch. Orsino Bongi. - Ha una superficie di 10 mila metri quadrati. Il geniale profilo architettonico è ben coronato dalla vasta cupola e terminato elegantemente negli ottagoni. I due ingressi della fronte mettono direttamente al Salone centrale (Dome central), dalla svelta ed imponente cupolaa, lucernario, che ha 21 mq. di area, e dal quale si accede ai due saloni laterali, di mq. 14,50 ciascuno. Ed eccoci nella vasta galleria lunga. 200 metri! a tre navate, nella quale piove dalle copiose vetrate, attraverso ad un velario, una luce opalina: tutto un ambiente di toni tenui, di luce diffusa, - si direbbe quasi un fondo glacè sul quale ha vivace risalto la tavolazza folle e gentile di colori che vi ha riversato il genio esuberante dell'Arte decorativa francese. Ad ognuno poi dei due lati estremi, ottagonali, della galleria, sono altri due ingressi, con snelle colonne di tino jonico e grandi vetrate. Ammirabili, sulla fronte, le due grandiose vetrate - di 120 mq. ciascuna - di vetri artisticamente connessi, non già dipinti ma a colori cotti : una bellezza. Ricchissime, smaglianti. seducenti le svariatissime Mostre dei diversi stands. Ma in questo suo bel padiglione la Francia - che spende per il suo concorso all'Esposizione di Milano circa mezzo milione - non ha che la Sezione arti Decorative. Essa occupa inoltre una linea di 450 metri lineari nella Galleria ferroviaria e 450 di binario all'aperto: poi 1500 mq. nella Mostra dell'Automobilismo e dei Ciclismo, mq. 1130 nell'Aereonautica, 850 nella Carrozzeria, 750 nella Metrologia, 500 nella Sezione Agraria (prodotti), ancora : 300 mq. nella Sezione Pesca ed Agricoltura, 1500 nella Galleria del Lavoro, 500 in quella d'Igiene, 500 in quella della Previdenza, 200 nella Mostra Retrospettiva dei Trasporti e 2500 nelle Mostre Temporanee. un complesso di circa 20 mila metri quadrati e 1000 metri lineari. Commissario governativo per la Francia è il signor Jozon, ispettore ministeriale dei ponti e degli argini.

IL PADIGLIONE DELLA MARINA Spicca maestoso, dominatore col suo gran faro - alto 57 metri - visibile a grandi distanze da ogni parte, nel centro delle Mostre in Piazza d'Armi, di faccia alla Stazione d'arrivo della Ferrovia Elevata. Notevoli sul davanti, lateralmente al portone d'ingresso principale, le due grandi fontane dello scultore Grossoni, dalle quali emergono i gruppi di divinità marine. Una gradinata conduce nell'atrio, donde il visitatore è libero di salire con le sue gambe al salone-terrazza, del primo piano, oppure farsi portare dall'ascensore alla terrazza superiore, quasi alla sommità del Faro. La vasta galleria è ammirata per l'ardita costruzione delle immense arcate, tutta a centine scoperte, e lo slancio maestoso ed elegante della cupola centrale, gettata su sole quattro centine. La Galleria occupa circa 10 mila mq. di area: progettisti gli ing. Bianchi, Magnani e Rondoni. Le mostre elle vi si ammirano rappresentano una gara epica fra le industrie marittime delle diverse nazioni. Vi si notano, fra l'altro, dei cannoni colossali. LA MARINA ITALIANA Le Mostre del Ministero comprendono una generale riproduzione dei servizi, della costituzione organica e dei prodotti della Marina stessa. Un primo reparto è destinato alla cartografia, coi prodotti dell'Istituto cartografico di Genova, con gli apparecchi scientifici di rilievo, di tracciamento e di preparazione delle carte e dei documenti di navigazione. Un altro riunisce le costruzioni di terraferma: porti, darsene, bacini, ecc. In un terzo figura tutto ciò che si riferisce alla costruzione delle navi con modelli di ogni tipo di navi, gli apparecchi di studio, quali il chiavipendolo russo, la vasca Frude per gli esperimenti di architettura navale, ecc. Poi : oggetti di allestimento imbarcazioni, mobilio, camerini completi e cucine di bordo, ecc.); armi e mezzi di offesa e di difesa di ogni genere, fra cui i tipi di cannone in servizio fino al calibro di 1522 millimetri, dei siluri, ecc. Tutto con illustrazione di numerose fotografie. Nelle segnalazioni figurano gli apparecchi radiotelegrafici Marconi, disposti in modo da poter contemporaneamente assistere alla trasmissione ed al ricevimento dei telegrammi, e, si vedono i vari progressi degli apparecchi Marconi a cominciare da quelli primitivi. L'Accademia navale, la Scuola macchinisti, le scuole specialiste, mostrano i loro materiali d'insegnamento, igiene e servizi sanitari di bordo. Vi è un'intera infermeria di bordo di una nave da battaglia di prima classe; un cleptoscopio mostra come si provvede alla dirigibilità dei sommergibili quando navigano sott'acqua: e nella Mostra retrospettiva sono esposti i modelli delle antiche navi veneziane o di altre parti d'Italia, e numerose armi fornite dai musei della Marina. GLI ITALIANI ALL'ESTERO Una ciliegia tira l'altra, dice il vecchio proverbio. Infatti per la nostra Esposizione furono molti e vari i progetti che si susseguirono ad accompagnare ed ingrandire la prima e ristretta idea d'una Esposizione dei mezzi di trasporto : nuove a iniziative, sempre bene accolte dal Comitato... finchè ci fu spazio disponibile. Fra, le pìù geniali proposte accolte devesi menzionare quella che dia campo ai milioni di italiani stabilitisi all'estero, o di là rimpatriati, di far conoscere ed apprezzare alla patria tutta l'opera loro fuori dei confini. Nel 1892 a Genova, Esposizione Colombiana, e nel 1898 a Torino, si ebbe già campo di Esposizione ammirare quanto i nostri fratelli espatriati seppero fare, con onore dell'ltalia e ad incremento delle proprie fortune : ma nella Esposizione odierna vedremo una molto più ampia e completa Mostra di tali feconde attività. In parecchie circolari il Comitato ordinatore espose a tutte le rappresentanze dei centri coloniali italiani le principali manifestazioni cui è tesa questa Mostra della multiforme attività degli italiani nella pampa argentina, nelle fazendas e nelle libere colonie del Brasile e dell'Uruguay, nelle città, del febbrile lavoro e nelle pianure sterminate del Nord America. Piuttosto che un bazar disordinato dei singoli prodotti, si vollero notizie sulle industrie esercitate, sulla potenzialità loro e sui metodi di produzione, illustrate da campionari, cataloghi, vedute degli opifici, dei negozi, degli slabilimenti agricoli, completate da ragguagli sul funzionamento delle aziende. I prodotti che possono più utilmente figurare in altre sezioni della grande Esposizione Trasporti di terra e di mare, Belle arti, Arte decorativa, Gallerie del lavoro per le arti industriali, Agraria, Piscicultura, Previdenza, Igiene, Metrologia, Aereonautica, furono di regola rimandati a queste. Furono a preferenza gradite le mostre collettive campionarie che diano un'idea sintetica dell'importanza, e della produttività, delle colonie italiane - spesso rinnovanti nel nome dell'Italia o di singole regioni, o città il ricordo della patria d'origine ; e si raccomandò e si promosse la compilazione di quadri, di diagrammi, di monografie che esprimano graficamente in forma sensibile la potenzialità delle colonie stesse. Una sezione speciale fu destinata all'Emigrazione agricola e operaia, sia permanente, sia temporanea : Governo, benemerite associazioni e privati espongono quanto si fa o sì è tentato per studiare l'emigrazione in tutte le sue forme, per regolarla, per ben dirigerla, per proteggerla all'imbarco, durante il viaggio, ai luoghi di sbarco e di destinazione; per tutelarne i diritti di fronte ai Governi e ai privati, durante lo svolgersi della sua attività. L'opera della Dante Alighieri - di propaganda e di organizzazione dei Comitati - per la difesa e per la diffusione della lingua e della coltura italiana: le scuole ed i giornali che dellaDante Alighieri sono i più potenti cooperatori; le innumerevoli Società politiche, di divertimento, di mutuo soccorso, ginnastiche, musicali., ecc., all'estero: le Società, ed altri istituti di previdenza italiana: archivi e biblioteche, musei e raccolte pubbliche e privane, che porgeranno svariati ricordi delle gloriose colonie genovesi, pisane, veneziane, d'oltre mare, di tanti illustri italiani, esploratori, diplomatici, uomini di Stato o di mare, artisti, letterati, scienziati. ecc., che in ogni tempo, in ogni parte del mondo, contribuirono a far onorato il nome d`Italia: i cimeli raccolti che saranno preziosi documenti per chi un giorno vorrà scrivere la storia degli italiani all'estero vagheggiata da Ruggero Bonghi; le riproduzioni e i modelli di tutti i monumenti onorari coni quali, nelle enti' straniere, si ricordano i nomi e i fatti di illustri benemeriti italiani : questo per somme linee il programma della Mostra. Alla quale fu prezioso l'appoggio efficace e volonteroso degli agenti diplomatici e consolari, delle Camere italiane e di commercio all'estero, dei Comitati della Dante Alighieri, dei Consolali del Touring Club Italiano. Furono chiamati a contributo le Missioni religiose, i viaggiatori, gli editori di giornali in lingua italiana pubblicati all'estero, le Camere di commercio italiane all'estero, le varie Società, Imprese, Compagnie di lavori pubblici e privati, i Sodalizi scolastici, quelli per Ospedali e cure climatiche, le Società sportive e( sono molte e intraprendenti), i Sodalizi dei pompieri che nelle Ameeriche seppero acquistarsi buon nome e grandi simpatie, le Società di Mutuo soccorso, previdenza, quelle Musicali o Filodrammatiche, ecc. ecc. Furono pure invitate le varie imprese teatrali - poiché l'arte italiana è ben conosciuta ed apprezzata nei principali teatri esteri, traendone gloria e lucro - e chiunque potesse dare utili indicazioni sull'opera collettiva o individuale dei nostri connazionali. Il Comitatoo promotore fu costituito come segue: Prof. Giovanni Celoria, presidente - Ing. Giuseppe Vigoni, senatore, e professore Giuseppe Fumagalli, vice presidenti - Cesare Binda - Prof. Ottone Brentari - Ernesto De Angeli, senatore - Massimo De Vecchi - Prof. Luigi Einaudi - Dottor Alberto Geisser - Prof. Virgilio Inama - Avv. Giuseppe Maldifassi - Avv. Girolamo Morpurgo - Ing. Edoardo Pini - Ing. G. B. Pirelli - Avv. Giuseppe Prato - Ing. Alberto Riva - Ing. Emilio Rossetti - Dott. Leopoldo Sabbatini - Ing. Giovanni Silvestri. Esso è lieto degli splendidi risultati ottenuti, sì che dovette superare la più grande difficoltà, quella dello spazio. In tutti i principali centri ove si agglomera la nostra emigrazione si costituirono speciali Comitati locali, che con vero slancio si posero al lavoro, raccogliendo anche denaro per meglio far figurare il proprio gruppo. Per esempio: si raccolsero titoli e notizie di ben 400 giornali in lingua italiana, pubblicati all'estero - molti di essi naturalmente sono morti, ma ben presto sostituiti da altri - e se ne farà una mostra speciale, ove, fra quelli numerosi e ben redatti dell'America del Sud, ne troveremo anche del Transvaal, della Cina, dell'Egitto, della Tunisia, della Turchia, ecc. Altro esempio. Un vecchio notaio italiano di Nuova York sta allestendo una enorme mappa di quell'Empire City, segnandovi tutte le proprietà stabili di italiani, qualche cosa che vale circa 100 milioni: un simile lavoro (sebbene meno preciso, data la sua vastità), riguarderà le proprietà italiane di case, terreni, negozi, officine, ecc., nell'Argentina. Il Comitato non fu poco sorpreso nell'apprendere che negli Stati Uniti, da qualche anno, intraprendenti italiani del meridio- nale) introdussero l'uso e l'esercizio di funerali vistosi, fondando apposite imprese di trasporti funebri, ricche di capitali e di pomposi attrezzi che verranno esposti, assieme a vari saggi d'imbalsamazione di cadaveri (altra specialità... poco allegra invero) di italiani agli Stati uniti, ove i ricchi amano assai tale genere di inumazione, forse per essere ammirati anche post mortem. Nell'Argentina gli Italiani introdussero la collivazione ed il commercio in grande delle palme e delle orchidee : ne vedremo splendidi saggi, specie per le palme d'uso chiesastico, artisticamente ornate. Nella Spagna l'industria degli alberghi arricchì ed arricchisce ancora molti italiani (di Val Sesia e del Lago Maggiore); ivi i nomi dei Durio e dei Guglielmina sono popolari quanto da noi, e sarà curioso l'esaminare da vicino lo svolgersi di questa proficua industria, che rese la Spagna uno dei paesi meglio dotali d'alberghi.

LA GALLERIA DEL LAVORO Ed ora, entriamo nella galleria, e anzitutto nel salone dominato dalla gran cupola. Ci colpisce subito la grandiosità: l'occhio stupito spazia per un'imponente galleria tutta inondata di luce dall'alta volta vetrata e dagli ampli finestroni, che sembra senza fine: una magnifica visuale che si estende per 250 metri. A destra e a sinistra altre luminose gallerie si diramano, e nel centro ci si affaccia quella, in ferro, lunga 127 metri. Chi può descrivere la grandiosità epica di quell'immenso ambiente, popolato da mille diverse macchine pulsanti, tutto sonante di strani rumori, cui va frammisto il sussurro infinito della folla ammiratrice? Si pensi: 40 mila mq. di superficie, di cui più di 20 mila di area coperta - 25 mila col reparto delle Industrie seriche - 550 pilastri-colonne... Il salone d'onore è adorno di composizioni di Mario Grandi, raffiguranti il Genio, la Scienza, l'Arte, l'Architettura, la Pittura, il Lavoro ed infine l'Agricoltura. Dal salone si dipartono due bracci laterali correnti sulla fronte dell'edificio e terminanti entrambi con un porlicato: duello di destra curvilineo; l'altro in linea retta, mettenti a propria volta in comunicazione con due ampie gallerie che cingono tutto il padiglione. Dalla centrale si giunge ad un'altra galleria che ha, d'ambo le parti, due ottagoni di 15 metri di diametro e 20 d'altezza. A questa sommaria descrizione conviene però aggiungere che gli spazi scoperti sono occupati dal padiglione della Manifattura Tabacchi, da quelli della Venezia-Murano, da un altro del prof Raoul Pietet per inalazioni d'ossigeno, da due buvettes, ed infine; dal sontuoso edificio delle Industrie seriche. Quanto al contenuto delle Mostre, nella prima categoria - arti grafiche, carte artistiche e per parati - concorrono 25 ditte italiane, di cui 21 milanesi. Gli espositori esteri sono così suddivisi: 12 appartengono alla Germania, 3 all'Inghilterra ed altrettanti alla Francia, ed i] visitatore avrà campo di osservarvi tutto quanto si riferisce all'industria del libro, dalle rotative vertiginose alle macchine per comporre, dalle applicazioni fotografiche sul vetro alla stereotipia a secco. Per la lavorazione artistica dei metalli e del legno troviamo 21 ditte italiane — fra le quali 18 cittadine — 7 della Germania, 5 francesi ed 1 inglese. Anche qui la varietà dei prodoti sarà di grande interesse, comprendendo la lavorazione del legno con la pirografia, la legatura delle pietre preziose con macchinario nuovo mosso da forza elettrica, bastoni, ninnoli, medaglie ed oggetti per fumatori, ed è bene notare che gli italiani si presentano in gara con gli stranieri in modo degno. Il terzo gruppo è riservato alla lavorazione delle ceramiche, del vetro, delle porcellane, delle maioliche, terraglie e terrecotte, tutto ciò insomma che può creare un imbarazzo per la scelta e... per la borsa a chi voglia rifornire il proprio buffet. Nè mancheranno gli articoli d'ottica per gli studi scientificii e quelli per teatro, ed i finissimi lavori in cristallo che alla leggiadria ed alla vaporosità, delle forme aggiungono la più attraente vivezza di colori. Ben 18 fabbriche italiane, 5 francesi, 3 tedesche, 2 inglesi e svizzere concorrono nella vera e propria Galleria del Lavoro. Splendida in questa categoria sarà la Mostra di macchine per la produzione di ricami artistici, biancheria, busti, maglie e confezioni per signora. Le stoffe, i tappeti ed i tessuti-fantasia occupano pure un grande spazio ed a lato vi funzionerà una scuola per taglio. Anche la lavorazione del cuoio ha raccolto 7 concorrenti italiani, 3 di Francia, 2 di Germania e Svizzera, e vi si noteranno i portafogli di tutte le foggie, gli articoli svariati per viaggiatori, una conceria modello ed un laboratorio completo di calzature, con 30 operai. Questa costruzione fu progettata e diretta dagli ingegneri Bianchi, Magnani e Rondoni. All'ingresso principale della Galleria l'attenzione è vivamente richiamata da un grandioso bassorilievo che corre attorno ai due piloni laterali : vivaci figure, piene di movimento e di espressione, narrano - preludio al poema delle mostre che il visitatore troverà all'interno - le battaglie e le vittorie, i dolori e le glorie del Lavoro. Opera geniale del Carminati. I gruppi e le figure balzano palpitanti di vita e di espressione come strofe alate di una ballata che narra le leggende di mitici eroi. E' veramente, nella efficacia plastica non meno che nella concezione simbolica, il Canto del Lavoro, nel quale domina la nota di un alto concetto sociale. Ecco l'Ignavo, notus consumere fruges, dalla corpulenza florida e floscia, che si schermisce all'invito della schiera operosa, e perfino un fanciulletto lo guarda con aria di stupore e di scherno. Marciano intanto le figure balde e gagliarde, gioiosamente, con gli strumenti del lavoro, precedute dalla Fortuna, che versa sul loro cammino i doni della Cornucopia. Ecco una coppia bella che s'indugia un istante al bacio: è l'addio - l'ora trepida del dolore e della speranza - dell'Emigrante. Segue la schiera gioconda delle seminatrici e dei seminatori. Nel secondo cielo si svolge la vita dell'Arte moderna : il lavoro del ferro, rappresentato da un colosso e da un fanciullo che presenta un ferreo fiore; il lavoro del legno, la ceramica, l'arte dei tessili. Poi una figura d'uomo, magra e cupa, a braccia incrociate - la Disoccupazione? lo Sciopero? - narra l'episodio amaro della lotta e della sventura; ma il pensiero si consola in altre figure di serenità, e di gentilezza, che narrano il trionfo del Lavoro umano : all'ombra del grande albero del Sapere, l'Operaio riposa, e la Civiltà lo bacia in fronte. ln quest'opera del Carminati c'e tutto il motivo per un grande quadro, pieno di pensiero e di sentimento moderno.

LA MOSTRA DEL BELGIO Il Palazzo Fiammingo - oramai lo si chiama così - uno degli edifici più guardati e più ammirati: quel suo profilo così fedelmente tipico, quell'architettura così finita, così minuziosamente accurata, innamorano davvero. In questo superbo Padiglione, che copre un'area dii circa 13 mila mq., coi giardini annessi, il Belgio raccoglie pressocchè tutte le sue mostre. Attigua è la sua Mostra Ferroviaria, nella quale - circa 600 metri di binario - si ammirano le locomotive colossali, le vetture perfettissime pei treni express. L'interno del Padiglione è una meraviglia per la ricchezza e la finezza artistica dell'arredo e degli ornati. Vi sono tappezzerie di immenso valore: alcune valutate a 130 mila lire ciascuna: collezioni artistiche meravigliose. Commissario governativo è il conte Adriano van der Burch

IL CAIRO La Via del Cairo non è solo una delle più brillanti attrazioni dell'Esposizione: ne sarà una delle meraviglie, tanto fedele, elegante e signorile ne è la riproduzione del caratteristico ambiente orientale, di quel paese dei sogni e degli incanti, della storia antichissima e delle leggende, nel quale convivono supestiti ed integre ancora così diverse epoche, razze e civiltà. Entrati, non si vorrebbe uscirne, usciti, vi si ritorna con desiderio, perchè vi è ancora e sempre qualche cosa di simpatico o di curioso da osservare o da rivedere. Indescrivibile il brulichio multiforme di vita strana che si svolge in quel recinto - dalle mura a torri di stile arabo-moresco - di ben 4800 mq. Ecco un tempio egiziano, antico stile; il caffè francese; la moschea con l'agile minareto: casette arabe, botteghe d'ogni mestiere; il chioschetto degli indovini egiziani, che diranno « la ventura » a chi vuole: il caffè moresco; il teatro; il caffè arabo; la scuola interessantissima, pei piccoli arabi: il villaggio negro, coi rispettivi indigeni; le scuderie pei camelli e pei bianchi asinelli: l'harem... Una svariata popolazione - oltre 140 individui di diverse razze e lingue - e diecine di quadrupedi - animano lo strano paese, vero lembo d'Egitto, della sua vita naturale. Gli edifici sono cintati dalla caratteristica mouche arabie, specie di cancellata in uso nel paese. Progettista e direttore dei lavori è l'ingegnere Galetti, un intraprendente Milanese, che ebbe bei successi a Londra riproducendo carirtteristiche Esposizioni, fracui quella di Venezia. Vicina ed annessa al Cairo è un'altra fantasia deliziosa: la « Grotta Azzurra » o « delle Sirene ». LA MOSTRA DELL' AUSTRIA E' uno degli Stati che hanno aderito per primi al concorso ufficiale all'Esposizione, pel quale ha votato 300 mila corone: e le sue Mostre sono riuscire grandiose. Speciale sforzo però la nazione austriaca ha dedicato alla Sezione Trasporti: la sua Mostra ferroviaria è certo delle più imponenti. Interessantissima la mostra della città di Vienna. L'Austria ha due grandi padiglioni proprii in piazza d'Armi - architetto Baumann - con un'area complessiva di 16300 mq.; più una sezione, mq. 3130, al Parco, nella Mostra della Pesca e Acquicoltura. - Commissario governativo è il dott. Alessandro Poppovic.

Concorsi aereonautici Fra i tanti concorsi che si sono organizzati attorno alla grande esposizione milanese vanno segnati in prima linea, per il loro alto interesse scientifico e sperimentale, i concorsi aereonautici. Il probelam dei trasporti aerei è ancora lontano da una soluzione pratica, e sono i progetti, i tentativi che cercano di raggiungerla. Il numero degli appassionati per l'importante problema dei trasporti a mezzo delle vie aeree cresce di continuo, accendendo le fantasie intorno a risoluzioni arditissime, ma finora incomplete. Per un'Esposizione che si indice per festeggiare l'apertura di una nuova via internazionale ferroviaria e che vuol mostrare agli accorrenti tutti i mezzi di trasposrto usati nel passato e nel presente, e possibilmente anche quelli che lo saranno nell'avvenire. La parte dedicata all'aereonautica non poteva mancare e fu organizzata con la maggior cura e con ingenti premi (L. 88.370). Se vi sono nuovi mezzi di trasporto probabili, che l'avvenire vedrà attuati, sono certamente quelli che l'aereonautica va adesso studianto ed esperimentando. Quando questi mezzi saranno perfezionati e i pericoli che li accompagnano saranno interamente o in buona parte scomparsi, quale rivoluzione nella vita economica dell'uumanità! Quanto spazio ora destinato alle vie di trasporto terrestre ritornerà all'industria manifatturiera e agricola, e e quale miracolosa rapidità nel recarsi da un continente ad un altro! Sogni? Niente affatto. La scienza sa compiere il prodigio di far diventare realtà anche i sogni! I concorsi aereonautici dell'Esposizione riusciranno brillantissimi. le adesioni sono molte sia dall'Italia che dall'estero. Ecco qui riassunto il programma. A date fisse: Dal 28 al 30 aprile festa Nazionale Aereonautica; partenza e distanza minima di palloni liberi montati. Premi L. 750. Dal 6 al 20 maggio: distanza minima di palloni liberi montati. Premi L. 1500. Dal 17 al 29 giugno: durata e distanza minima di palloni liberi montati. Premi L. 2750. dall'1 all'8 luglio: durata palloni liberi montati. Premi L. 2000. Dall'8 al 27 settembre: grande percorso di palloni liberi montati. Premi L. 4000. In data da destinarsi: Passaggio delle Alpi. Premio coppa reale Margherita di Savoia. Dal 4 al 28 ottobre: palloni Sonda: distanza minima palloni liberi montati. Premi lire 3000. A date libere: 1-15 maggio: cervi volanti montati. Premi lire 2000. 15-30 settembre: cervi volanti per esplorazione atmosferica. Premi lire 750. Macchine per volare montate. Premio reale L. 10.000. Modelli di macchine per violare con motore. Premi L. 3000. Aereoplani con motore montati. Premi L. 3000. Modelli di aereoplani. Premi L. 1200. 10 maggio - 30 settembre: passaggio delle Alpi (palloni liberi montati) - durata palloni liberi montati - grande percorso di palloni liberi montati - premi lire 5000. 10 maggio - 30 ottobre: fotografie e rilievi di terreni - fotografie di fenomeni metereologici - premi lire 625. 15 agosto - 15 ottobre: dirigibili (fino a 10 prevo ciascuno) - premio lire 50.000. COMITATO ESECUTIVO PRESIDENTI ONORARI S. M. VITTORIO EMANUELE III. Alto Patrono SENATORE COMM. ETTORE MARCHESE PONTI Avv. GIOV. BATTISTA BARINETTI COMM. ING. ANGELO SALMOIRAGHI

PRESIDENTE EFFETTIVO SENATORE CESARE MANGILI

VICE PRESIDENTI ING, LUIGI MAZZOCCHI CAV. LUIGI VITT. BERTARELLI COMM. PROD. GIOVANNI CELORIA CONTE DOTT. GIUSEPPE SERBELLONI

SEGRETARIO GENERALE ING. EVARISTO STEFINI NAZIONI CHE HANNO CONCORSO IN FORMA UFFICIALE Austria Belgio Bulgaria Canada Cina Giappone inghilterra Monaco Olanda Repubbliche del Sud America Russia Svizzera Turchia Ungheria

GLI ARCHITETTI DELL' ESPOSIZIONE Ing. Antonio Icheider Prof. Sebastiano Locati Ing. Mario Rondoni Ing. Francesco Magnani Ing. Arrigo Bianchi Arch. Bongi prof. Ossino Ing. Giuseppe Lanino Arch. Giuseppe Bergomi Ing. Lodovico Aceti Ing. Paolo Taroni

TRAM ELETTRICI CHE PORTANO ALL' ESPOSIZIONE 1. Dalla Stazione Centrale all'ingresso principale dell'Esposizione - Parco. 2. Dalla Stazione Ticinese all'ingresso dell'Esposizione - Parco. 3. Da Piazza del Duomo all'ingresso dell'Esposizione - Parco. 4. Da Piazza del Duomo all'ingresso dell'Esposizione - Via XX Settembre. 5. Da Piazza del Duomo all'ingresso dell'Esposiz. - Piazza d'Armi. 6. Da Piazza del Duomo all'ingresso dell'Esposizione - Via Giorgio Pallavicino.

VISITARE I MONUMENTI DI MILANO Duomo. Arco e Galleria Vittorio Emanuele. Monumento a Vittorio Emanuele. Piazza della Scala e Monumento a Leonardo da Vinci. Castello Sforzesco. Chiesa di Sant'Ambrogio. Colonne, di San Lorenzo. Chiesa di S. Maria delle Grazie. Palazzo Brera Monumento Cinque Giornate. Arco della Pace. Interno del Palazzo Reale. ` Palazzo Marino. Monumento a Giuseppe Garibaldi. Monumento a Cavour. Arco Porta Ticinese. Monumento a Felice Cavallotti. La Loggia degli Osii La Badia dei Mercanti. Biblioteca e Pinacoteca Ambrosiana. Piazza Mercanti. Monumento a Parini. Monumento a Cesare Beccaria. Monumento a Alessandro Manzoni. Monumento a. Carlo Cattaneo. Monumento a Agostino Bertani.

TEATRI Scala - Dal Verme Lirico - Carcano - Manzoni - Commenda - Fossati - Filodrammatici - Verdi - Gerolamo - Modena - Eden - Stabilini - Olimpia.