Wikisource:Collaborazioni/SBM/testi/Guida ricordo dell Esposizione di Milano

Da Wikisource.

ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE 1906

GUERIN MESCHINO GUIDA RICORDO

EDITORI MAX FRANK & C. MILANO PIAZZA RISORGIMENTO, 8 VIA TOMMASO GROSSI, 1

PREZZO 50 CENTESIMI Supplemento al GUERIN MESCHINO GUIDA-RICORDO DELL'ESPOSIZIONE DI MILANO 1906

Editori MAX FRANK & C. MILANO Via Tommaso Grossi, 1 (Angolo via Silvio Pellico) Telefono : 32 - 49.

Piazza Risorgimento, 8 (Porto Montorte) Telefono : 16 - 07. INTRODUZIONE

Noi non prenderemo per mano il nostro lettore dal giorno in cui ha veduto la luce e non si è ancora scelto la carriera per farsi una bella posizione; perchè la cosa sarebbe troppo lunga e l'Esposizione è piuttosto lontana dal centro. Nè prenderemo per mano il lettore forestiero dal giorno che ha abbandonato patria, parenti, amici con una valigietta in mano, seguito dagli sguardi della famiglia affacciatasi alle finestre e dall'invidia dei suoi concittadini; perchè ci sarebbe giocoforza ricordargli tutte quelle promesse fatte di lunghi racconti al suo ritorno alle persone più meritevoli della sua fiducia e delle sue espansioni, nonchè di regali, di memorie ai suoi cari colle facciate principali dell'Esposizione sposate al Duomo e ad altri monumenti milanesi. Nè infine prenderemo per mano il milanese dal momento in cui, uscendo di casa, delibera di recarsi all'Esposizione; perchè strada facendo si fermerà troppe volte ed avrà sempre qualche distrazione, sulla quale crediamo di imporci un doveroso riserbo. No, o signori : noi prenderemo il nostro lettore per mano dal momento che esso ci prende in mano. Da quel momento se noi siamo nelle sue mani, egli è nelle nostre; perchè siamo noi che lo conduciamo dove ci pare e piace non appena egli sia disceso dal tram. Perchè i trams che conducono all'Esposizione non mancano. Anzi qualunque tram che passa conduce all'Esposizione, anche se prima conduce in piazza del Duomo: è questione di pazienza e di io centesimi in più. Ma il forestiero, che non si è fatto un'educazione speciale a Milano, sa bene che cosa siano i trams? Eccone la genesi: IL TRAM

In principio era il tramviere, e il tramviere era Milano e Milano era per il tramviere. E il tramviere disse : Sia fatto il tram a mio servizio esclusivo. E il tram fu. Nel secondo giorno il tramviere creò il pubblico a servizio del tram; e il pubblico servì il tram che era al servizio del tramviere ; Nel terzo dì creò il Municipio che era al servizio della Edison, la quale aveva in quel servizio il pubblico; Il quarto giorno divise il pubblico in cittadini che vanno sul tram e in cittadini che vanno sotto al tram ; Nel quinto giorno creò ventiquattro posti nello spazio di Posti N. 12. Nel sesto giorno creò la saliva; Il settimo scioperò ; E il pubblico trovò che questo era buono.

E così cominciarono a circolare i trams per comodo dei tramvieri, i quali li fermavano o non li fermavano secondo che era il loro umore. Ora avvenne che sui tram si inchiodarono delle scritte che dicevano: Si prega di non sputare n, Non parlate col manovratore A, & Lasciate libero il passaggio n ; Ed ecco che il tramviere incominciò subito a ciarlare col manovratore, ad ostruire il passaggio ed a sputare sui piedi del pubblico. Il pubblico vide che ciò era buono e andò in tram; e questo fu il peccato originale; Perchè il tramviere pensò : Vado io forse in tram per comodo mio, come fanno costoro? E disse : Tu, uomo, andrai in tram col sudor della fronte, e tu, o donna, ascolterai il mio turpiloquio col rossore della guancia. Il pubblico trovò che anche questo era buono e gli diede la mancia; E il tramviere si levò il berretto.

E il pubblico continuò a andare in tram; E il tram fu pieno di pubblico anche perchè il tempo pioveva; Allora il tramviere fece salire sul tram un sorvegliante urbano che era grande e grosso e vestiva un impermeabile che cra molto bagnato; E il pubblico fece posto a colui asciugandogli colla propria persona l'impermeabile sgocciolante. E il tram era proprio pieno; Allora il tramviere fece salire tre fattorini del telegrafo, i quali erano anche loro bagnati; E il pubblico asciugò anche costoro coi propri vestiti ; E il tram era pieno oltre misura; Allora il tramviere fece salire il controllore che era anche lui grande e grosso e inzuppato di pioggia ; E il pubblico fece posto e asciugò anche costui. E il tram era ancora più pieno; Allora il tramviere fece salire due suoi compagni che rincasavano; E costoro bagnarono il pubblico e bestemmiarono insieme al manovratore; E il Municipio trovò che questo era buono.

Or avvenne che si avvicinava la festa dell'apertura dell'Esposizione e il pubblico continuava a andare in tram ; E allora il tramviere disse: Questo è il momento propizio per minacciare lo sciopero. E il pubblico che già si sentiva attratto verso di lui lo abbracciò e disse : Tu sei veramente il figliuolo di Dio. Poscia gli voltò il tergo e gli disse: Degnati di colpire col tuo piede la parte peccatrice di chi siede nel tram. Ed il tramviere prese il pubblico a calci esclamando: Sia fatta la tua volontà. *** Appena uscito da quella bolgia il perfetto visitatore d'Esposizione paga la cifra (vedere la tariffa o domandare informazioni a quel signore là vicino) ed entra in un ambiente a linee curve. Lo preghiamo di non dire che lo abbiamo preso in giro ; percnè quelle curve non formano un circolo, ma un'elisse, una specie di spaccato di ovo : linea simbolica, poichè da quell'ovo si sviluppa l'Esposizione; da quell'ovo derivano tutte quelle meraviglie, le quali sono altro che sette ! — e che noi andiamo illustrando come se niente fosse e meno ancora. Il visitatore appena entrato e fatto alcuni passi, rivolgendosi verso la stella polare e a un certo grado di latitudine sia di Celso che di Réaumur, si trova subito fra parentesi. Diamo la pianta della situazione: Edificio ( Visitatore ) Edificio Ed ora ci segua da questa parte e badi di non perdersi tra la folla e tanto meno in vane chiacchiere. E se avrà le sue carte in regola, la coscienza tranquilla e molta affezione per sua zia, si troverà di fronte alla

Piscicoltura. La prima visita vi da subito una specie di intonazione dell'Esposizione; difatti si principia colla pesca... di cinquanta centesimi nel vostro borsellino e voi vi sentite già preso nella rete. Il pesce è conservato nell'acqua, fino al momento in cui viene mangiato, perchè allora lo si mette nel vino. Tasti pure: si persuaderà che è vera acqua, di quella bagnata. Metta dentro il dito, poi se lo metta in bocca e potrà appurare che è proprio acqua di mare. Ecco: quello è un luccio, quella è una tinca, quella è un'anguilla. Simpatica, n'è vero? Che sguardo birichino! Pare impossibile come i pesci si divertano a stare nell'acqua! Se avessero una voce, come l'ha lei, quando sono cavati dall'acqua si udrebbero esclamare: Qui si va a farsi friggere ! Nossignore; non si può pescare. Si è sempre detto che il frutto proibito era la pesca colla dinamite; ma qui qualunque pesca è un frutto proibito. Li guardi pur bene e veda di tenerli a mente: se lei è fisonomista domani può trovarsi quella sfoglia a colazione e rivederla e riconoscere quella trota anche sotto uno strato di sauce hollandaise. Nel qual caso, da persona di mondo, non mancherà di dirle: - Tanto piacere eli rivederla. Ma non speri che si commuova, perchè i pesci sono animali a sangue freddo, e non si commuovono neppure quando sono pescati. E si pigliano in più modi: tutti ci riescono coll'amo – tu peschi coll'amo - egli pesca coll'ama - noi peschiamo coll'amiamo ecc. Ma si pescano anche colle reti. Guardi un po' il governo che gamberi ha pescato colla rete meridionale!

Se va giù per di là troverà un restaurant, dove non servono che pesci; pesci di acqua di mare e di acqua dolce, ma tutti... salati! E come! Lei, per esempio, ordina: - Mi dia un calice di... - Sardelle, dentici, lupo di mare, rombo - No, volevo un bicchiere di... - Orade, gamberi, cefali, agoni?... Se non fugge ne fa un'indigestione! Lasciamo adunque i pesci terrestri! - Terrestri? - Già perchè ci sono anche i celesti: la costellazione dello zodiaco. E avanti. - Passi lei! - No, passi prima lei!- Perchè noi trattiamo il visitatore come si deve, da signore, pensando che se non lo è, ogni visitatore può diventare un milionario acquistando un biglietto della lotteria. La Comedia della Lotteria del Prof. Cav. Uff. Comm. Dante Alighieri

Lungo l' Esposizion facendo Via Di fiorito sentier fra la fragranza Venni al girone della Lotteria;

Qui scuote una dolce aura di speranza Le stille di rugiada e finge a loro Di rubini e brillanti la sembianza.

Quivi ruscelli svolgono un tesoro D'orientali zaffiri e ogni sasso Della speranza al raggio appare d'oro.

Perch' io allo Duca: — « In questo mondo basso I' mai non Vidi più serena plaga! Se tu il concedi riposiam lo passo. »

— « Non ti seduca la parvenza Vaga, Rispose il Duca, « illusion qui impera ; Ma giunge 'l dì che il Vago errore smalta. » Ed ecco a noi Venir d'alme una schiera Lieti che quasi non posavan piante Sullo Verde di quella primavera.

I' vo' dir ch' ogni spirto Venia avante Non gravando sul suolo nè sospeso, Ma per l'erba su e giù ballonzolante. Ferchè chi un palloncin di gasse teso, Chi due, chi tre, chi dieci avea a' capelli Legati e ciò diminuia lor peso.

E che leggeri più fossero quelli Che avean di più palloni la trazione Lettor, comprendi senza ch' i' favelli.

Sovr' ogni palloncin scritto è « Un Milione » E il fil che avvinti alli capei li tiene Fa, tra la terra e il ciel, congiunzione.

Intorno a quegli spiriti Va e Viene Un' urlante masnada di folletti Con gobbi sterni e con più gobbe schiene.

Per due lire Un Milioni Ch'il Vuol s'affretti ! » Gridano li dimoni, « Siamo in fine! Gli ultimi palloncini son gli eletti! »

E gli spirti porgeVan loro il crine; Un palloncin legavanvi i dimóni Lasciandosi palpar le curve spine.

E il Duca: - « Se al desio di saper poni Un po' di tregua, ti sarà palese Ciò che a quest'alme esto castigo suoni. « Quaggiù tempo non ha giorno nè mese Epperò l'aspettar ti sarà corto, Siedi sull' erba e tien tue luci tese. »

Qual sulle fiere il Venditore accorto Per ismerciar sua roba l'asta chiama: Un! due! due e mezzo!... e il "tre" tardi Vien porto;

Tal di quell'alme ad eccitar la brama Pria grida ogni dimon « Ultimo giorno! » Ma questo dì a un altr' anno poi proclama.

Alfin dell' Estrazion Vidi lo scorno: Il palloncin dal capo strappa il pelo E fugge Via il Milion senza ritorno.

E quegli spirti che fra terra e cielo Venian sfiorando il verde sentiero Cadean grevi su un suol senza uno stelo. E il Duca a me: — « Non creder che del Vero Faccian, per pena tal, giusto giudizio; NuoVo lotto Vagheggian nel pensiero,

Chè perderan Io pèl ma non lo Vizio. »

Per andare avanti nella visita dell'Esposizione bisogna tornare indietro; perchè continuando nella direzione seguita finora, si correrebbe rischio di uscire dal recinto e di trovarsi in lande sconfinate, col pericolo di andare sotto un tram, cosa poco igienica anche per i temperamenti meglio equilibrati. Usciti adunque dal pelago, con pesci, alla riva si fa un bel front-indietro e si ritorna.... fra parentesi. E volgendo lo sguardo dalla parte ove ciascuno possiede un occhio destro si scorge una specie di occhiali fumés. Guardando quegli occhiali ad occhio nudo, ognuno dice : Quello è il frontespizio del

Sempione. Non mancherà qualche originale, il quale dirà: Quelli sono i Sempioni ! E perchè sono due, come i buchi del naso ? Non è dunque vero che forum unum esi neces.rarium?! Perchè due?... E tutta una storia ! C'era una volta un re e una regina... Ma la storia è un po' lunga e sarebbero capaci, se si avesse a raccontarla tutta, di far pagare un altro bi- glietto d'ingresso, come negli stabilimenti di bagni, dove non si può occupare una vasca più di un'ora. È preferibile venire alla morale della favola ; e la morale è questa, che ci sono due buchi qui, perchè sono due anche i buchi del Sempione vero, di quello di carne ed ossa. Non mancheranno delle coscienze intemerate, delle anime candide, dei nobili cuori, delle menti superiori, le quali penseranno: Se ci sono due buchi uno servirà per l'andata, l'altro per il ritorno. No, no : cento volte no. Non è così ; nè così esser potrebbe. Difatti: supponiamo che qui dove siamo ci sia la stazione di Iselle. Abbiate presente che bisogna tener sempre la sinistra. Dunque il buco a sinistra serve per andare in su, cioè è la nostra andata ; e quello a destra serve per venire in giù, cioè il nostro ritorno. Ma mettetevi un po' nei panni di un povero diavolo, il quale si trovi a Briga e debba venire a trovarci dove siamo... Per la sua andata a lui serve il buco che a noi è servito per il ritorno. Adunque ciascun buco è andata e ritorno. Ed allora perchè farne due ? Tanto è vero che anche i costruttori del valico se ne sono accorti e per ora non fanno funzionare che un solo buco. L'altro servirà quando il primo sarà sciupato ; oppure uno sarà adoperato nei giorni feriali e l' altro nei giorni festivi. Del resto, guardato bene, questo ingresso non potrebbe essere più Sempione di così ; c'è da confondere la costruzione autentica con questa riproduzione. C'è la differenza che nell'autentica hanno preso il Sempione e vi hanno fatti i buchi, ed in questa hanno preso i buchi e vi hanno messo in giro una specie di Sempione. Entrate senza paura, perchè, pare impossibile, ma non si paga niente : entrate e vedrete come sono progrediti i lavori : ogni passo che si fa è un progresso del lavoro. Si vede l'inizio del buco di un millimetro di diametro e procedendo, procedendo si giunge fino al punto in cui i viaggiatori che frequentano la linea presentano i loro reclami. In mezzo al tunnel trovate degli operai che lavorano e che sono messi là a posta per provare che sono tutte storie inventate dai concorrenti le fandonie dell' acqua calda, dell'acqua fredda, della temperatura, delle esalazioni asfissianti, ecc., ecc. Ma se vi si sta d'incanto! Que- gli operai ci si trovano tanto bene, che non si muovono neanche se si prendono a calci nei tunnel. Il tunnel sarà il ritrovo preferito delle coppie amorose, per quanto vi manchi l'azzurro del cielo... E' un tunnel modello: il Comitato dell'Esposizione, oltre che garantire la perfetta rassomiglianza con quello autentico, assume anche l'assicurazione contro i danni derivanti dallo scontro dei treni che lo percorrono. Sarà però igienico guardarsi dai borsaiuoli.

E visitati i buchi sino al fondo, si passa a visitare le, con rispetto parlando, Mostre retrospettive dei Trasporti.

Appena si entra, ci si sente trasportati ! Quanti mezzi di trasporto!... specialmente sulla carta ! Ma, dunque, i mezzi di trasporto sono sempre esistiti? Dunque ai nostri antenati piaceva di farsi tirare ! Il mondo si è adunque sempre mosso ? Già, anche Galileo, che pure avrebbe avuto motivi sufficenti per trovare il mondo ribelle ad ogni movimento, doveva conchiudere : "Eppur si muove". Quello che a noi pare una bestialità è quanto si ode ripetere da tutti : "Il mondo cammina!" Non è vero niente ! Il mondo va in carrozza; va a cavallo ; va in barca ; va in pallone ; va in automobile ; va come volete, ma non cammina ! Non sorprendiamoci adunque se si trova che il mondo ha camminato poco. E come non avrebbe dovuto approfittare sempre di carri, carretti e carrozze; di navi, di macchine, di palloni e di cento altre cose, se le facevano a posta ? Doveva forse lasciare che i fabbricanti di mezzi di trasporto fallissero per riservarsi a far la fortuna dei loro discendenti ?

L'origine dei mezzi di trasporto si perde nella notte dei tempi ; secondo noi però il primo mezzo di trasporto è stato il calcio col quale il Padre Eterno ha cacciato il Diavolo all'Inferno. E questo, diciamo la verità, in queste mostre non si vede. Girando per le sale si vedono dei mezzi di trasporto di una certa notorietà. Citeremo : Il carro di Fetonte. Il carro di Boote. L'arca di Noè. La nave degli Argonauti. La nave dello Stato. Il barchetto di Buffalora, ecc. ecc.

Va esaminata con cura la mostra postale. Là si scorgono subito le origini dello smarrimento delle lettere e si prova come due e due fanno quattro che le lettere le quali non sono mai state scritte sono andate tutte smarrite. È un bel fatto ! Ci sono delle lettere che hanno fatto il giro del mondo e che non sono state ancora recapitate. Ce ne sono delle altre che attendono una risposta a volta di corriere ; delle altre che vengono ancora con questa mia...

Bella la raccolta di carrozze ! Peccato che tutte non abbiano i loro bravi cavalli attaccati ed i loro cocchieri a cassetto. Ma la difficoltà era nell'ammaestrare così bene i cavalli da renderli immobili e da educare così bene i cocchieri da non attaccare questioni fra di loro. La sorveglianza municipale ha però chiuso un occhio su questa mostra! Ci sono, cari voi, delle vetture, non soltanto senza numero, ma senza lampade, senza unto alle ruote. Per fortuna che non devono esser messe in movimento, altrimenti non si eviterebbero dei guai ! Abbondano le carrozze dei vescovi ! Si capisce che hanno l'abitudine di andare in paradiso in carrozza.

Uscendo a piedi da tanti mezzi di trasporto bisogna andare adagio nelle voltate, perchè si corre rischio di inciampare in uno dei tanti chioschi, piccoli edifici, chalets, ecc., che popolano questa parte della superficie terrestre. E fra questi il

Palazzo del Comune di Milano. Uno dei palazzi più importanti dell'Esposizione è proprio questo. Il visitatore vi potrà vedere dei cimeli preziosi. In una sezione assolutamente vuota brilleranno per la loro assenza tutti gli oggetti antichi rubati secondo la Si vedranno sopra di essi le impronte grifagne della mano del ladro, mano che esaminata al microscopio si riconoscerà a occhio nudo come appartenente ai moderati milanesi. Accanto ad essi figureranno le principali scoperte dell'ex-Assessore Sinigaglia : il bacino di Carlo Porta bambino, il cranio di Carlo Porta morto, con il bacino del medesimo nell'età dello sviluppo, prima d'aver fumato e dopo aver fumato. Una grande fila di cappelli mostrerà l'evoluzione del pensiero dell'on. Mira : evoluzione che cominciando dal- l'elmetto del sorvegliante, si dilata in mille raggi, si tra-sforma, s'ingrandisce, restando il predetto Mira circa della stessa misura. Accanto ai cappelli la eroica spada che il Mira cinse al fianco durante il suo breve sottosegretariato alle Poste. Tra gli altri ricordi si vedrà la bandiera esposta e ritirata nello stesso tempo, all'epoca dello sciopero generale e della nascita del principe ereditario. La sezione statue di cera è interessantissima. Quell' uomo curvo che con una mano dona delle cartelle da mille di sussidio annuo alla signora Camera del Lavoro, e con l' altra mano offre il dietro perchè la predetta Signora lo pigli a calci, è il Comune di Milano. La somiglianza è perfetta, e il calcio è riprodotto al naturale, in cera dipinta da egregio artista. In questa sezione tutti i giorni, dalle 9 alle 17, l'on. Romussi si produrrà agli abbonati del Secolo a riprodurre il gesto di Cavallotti, e l'on. Marcora darà delle lezioni teorico-pratiche sul modo di mobilizzare l'esercito nel caso di una guerra tra l'Italia e il Madagascar. Presso la porta d'uscita, in una scatola di cerini vuota, saranno mostrate le diecimila camere promesse dall'Amministrazione comunale agli operai di Milano.

      • Il visitatore, non essendo l'asino del signor Buridano, può andare tanto a destra quanto a sinistra. Di qui troverà un gruppo di divertimenti che lo faranno morire dal gusto ; di là il salone degli

stessi. A sinistra c'è il Polo Nord, dove si può andare a farsi gelare le dita; c'è il Toboga, dove si può bagnarsi la spina dorsale ; c'è l'Aereoplano dove si può guardare dall'alto tante miserie umane e fino all'ora di andare in macchina non ci sono le Ombre del Campi, nè la cameriera col cioccolattino. E volgendosi a destra si vede la grosse pièce del Parco ; in mezzo un enorme stracchino gelato con patisseries, dai cui fianchi si stacca in due branche semicircolari, centrifughe o centripete, secondo la posizione ovvero lo stato di servizio in cui si mette il visitatore, la Esposizione delle Belle Arti di Dodina e Dodetta ed altri.

Dodina e Dodetta sono a colloquio col pittore Cromoletti. Il pittore Cromoletti, più per i suoi quadri, che vengono rifiutati alle Esposizioni, è noto per la sua lunga capigliatura, accuratamente divisa, e per il brule-gueule o pipino che ha sempre fra le labbra. Esso ha insegnato la figura a Dodina e i fiori a Dodetta, notando fin dalle prime lezioni nelle ragazze una spiccata inclinazione a dipinger male.

Dodina. Senta, Cromoletti, oggi cominciamo a visitare i saloni delle Belle Arti ; lei ci deve insegnare qualcuna di quelle espressioni speciali di loro artisti, per non far cattiva figura con chi ci sentirà... Dodetta. Già qualche frase, qualche parola che faccia capire come anche noi c'intendiamo della materia. Cromoletti. Ma, non saprei... Noi artisti parliamo alla buona, così come vien viene. Dodina. Mais non, mais non; au contraire loro hanno delle espressioni giuste. Via, sia buonino, ce ne 'insegni qualcuna... Belle Arti. LA SEMINA DELL'ESPOSIZIONE (Segantini). Belle Arti. LA RACCOLTA DELLE ONORIFICENZE (Previati). Cromoletti. Cosa vuole che dica? Guardino un po' loro... Avanti ad un paesaggio potranno dire: " Che magni-fico effetto di luce! - Che limpidezza di colore! - Che dolcezza di toni! - Come vi circola bene l'aria! „ Davanti ai ritratti potranno esclamare: " Che espressione giusta ! - Che vivezza di colorito ! - Che sicurezza di disegno ! - Che colorazione nervosa, efficace! „ e che so io. Dodina (iano alla sorella). Prendi nota, se no ce ne scordiamo. In una sala delle pitture Doduccio cogli amici formano crocchio avanti al ritratto di Nallo, uno dei loro, che si è fatto ritrarre nell'atto di montare in sella. Il quadro è chiuso in una cornice di legno bianco in forma di ferro di cavallo. Giannino. Ebbene, dite tutto quello che volete, mais ca a été une idée, bizarre tant que vous voudrez, mais une idée. Doduccio. Un'idea sbagliata, non c'è naturalezza. Appoggiando il piede nell'étrier, la sella dovrebbe piegarsi un poco a sinistra... C'est clair comme bonjour... Lello. Non è assolutamente necessario, quello dipende dal modo di saltare in sella... Giannino. Max, il mio trainer, quando balza in sella è una piuma; la sella non si sposta di un pollice, ve l'assicuro. Doduccio. Pas possible, pas possible! Proporrei di far una scommessa: scommettiamo un cappello. La scommessa, che ha per posta un cappello molto in uso nel mondo ippico inglese, solleva un mormorio di ammirazione fra gli amici di Doduccio. Lello. Tiens; Max è ora nella tua scuderia? Giannino. Sicuro; è lui che mi ha fatto acquistare Royal; e permettetemi di dire che Royal è quello che ha le maggiori chances per il " Commercio ". Doduccio. Già, già, Royal è fratello di Rednose e cugino per parte di madre di Messire, che adesso ho in allenamento a Gallarate. Lello. Nelle gambe Royal è tutto sua madre... Doduccio. E la testa? Parlez-moi de ca... Quella si che è una testina degna del pinceau d'un grand artiste! Giannino. Fatemi il piacere, la prima volta che vi capita, guardatelo nei due o tre tempi di trotto avant de se lancerà la course... E' una magnificenza, una grazia, una leggerezza... Quasi sans s'en apercevoir Giannino s'è messo a cavalcioni sulla seggiola, colle mani basse, avanti come se tenesse le redini, in un leggero movimento di trotto all'inglese; Doduccio, Lello e gli altri poco alla volta lo hanno imitato, così che la conversazione continua sui cavalli improvvisati. Le sorelle di Doduccio e la marchesina ridono, ma trovano che la cosa è originale e very smart. Esse, poi sempre coi cataloghi in. mano, vanno osservando i visitatori e le visitatrici. Dodina. Hai veduto la corbeille de roses esposta da nostra cugina? Marchesina. Sì, l'ho veduta, c'e n'est pas mal du tout... Dodetta. Allons donc, è uno sgorbio, non si sa perchè l'abbiano accettato. Cioè, veramente si sa. Mi capisci: chi le dà lezione è nella Commissione, ha dell'influenza, on dit méme que l'on fait toujours ce qu'il propose. Dodina. Ma guardate quella là, seduta... ah, mon Dieu! ha des bas brodés superbi, ma che maniera di metterli in mostra ! Marchesina. Sono veramente magnifiche quelle calze, e anche les souliers. Oh, vengono da Parigi, ci scommetterei... Dodetta. Ho una gran curiosità di sapere chi è. Ah, voilà Lelio! Mi dica, chi è quella signora là, quella che fa vedere così bene son pied et un peu du reste...? Lello. Quella là...? eh bien, signorina, lo domandi un po' a suo fratello. Doduccio. Quella là è la Maud, una cocotte inglese... L'istitutrice (abbassando la lorgnette con cui osservava una tela). Monsieur, cette expression devant des jeunes filles... Doduccio (ridendo). Ma sanno bene che io non sono uomo da ménagement. Dico pane al pane. L'istitutrice. Del resto è sensé che non sappiamo che cosa vuol dire quella parola. Il Littré non la registra. Marchesina. Oh mio Dio! guardate la Rita... Ma sapete che da qualche tempo si veste d'une manière affreuse? Dodina. E' il quarto giorno che ha la stessa camicietta e la stessa jupe. Doduccio. Je vous en dirai davantage. Ieri l'altro aveva il tacco d'una scarpa à demi rongé... Giannino. Sicuro; tanto che camminando pareva leggermente boiteuse. Marchesina (avec un peu d'ironie). Questo non nuocerebbe; anche mademoiselle de la Vallière zoppicava leggermente. Doduccio (piano alle sorelle). Questa l'avreste potuta dire voi; mancate sempre di prontezza, di élan... Papà ha speso bene il suo danaro a farvi dare lezioni di storia!... Giannino. La Rita non si cura più della toilette dacchè è diventata una intellectuelle... Dodina. Ah, sì! è vero, è vero. Doduccio. Già, dicono che va alle conferenze dell'Università Popolare, legge la Revue des Deux Mondes... Lello. C'è anche di più: è in corrispondenza con Paul Bourget. Dodina, Dodetta e Marchesina (in vari toni acuti). Voilà la mamma, ecco maman. Arriva sempre al momento della fermeture. Segue uno scoppiettio di Adieu, ma chère , di saluti, d'inchini, un frastuono di vocine delle ragazze e di voci più basse dei giovinotti. La Mamma (piano a Dodetta). Entrando sono stata un po'bousculée ; guarda se non ho fuori di posto il cappello... Marchesina (alla figlia). N'aurais-tu, par hasard, une épingle-nourrice? Un Pittore (passando vicino al crocchio dove si chiacchiera allegramente). E pensà che hin tutti soci della Societaa d'Incoraggiament per le Belle Arti! Intanto l'Istitutrice, seccata di quel babillage a cui non trova convenable associarsi, in attesa dell'uscita è andata nella sala della scultura dove è in ammirazione avanti a un gruppo che rappresenta due fauni che sono arrivati ad afferrare una ninfa. L'istitutrice (fra sé, con regret). Ca n'arrive plus, maintenant.

E gira, gira si ripiomba nel cuore dello stracchino, che è celstiale, almeno nel colore e sul quale abbiamo ricevuto una corrispondenza privata, che pubblichiamo con tutte le precauzioni e che si occupa di

Il Salone dei Festeggiamenti.

Caro biondino del cuor, Mi par di udirti ancor a ripetere, come il tuo solito: Oh va un po' ! Ebbene, mondo citriolo ! hai torto; perchè io devo versare nel tuo bel seno tutta la gioia cui m'ab- bandono nel poterti cantare un tono sopra, che il salone gli è una di quelle cose che ti par dal ciel discesa. Colla destra sull'elsa del mio acciaro ti giuro, che quando sono passato dai giardini dell'Alcazar in quel vasto areopago mi usciva dal labbro tremolante un detto, che suonava: Eccomi giunto alfine in Babilonia! Se Vasco di Gama cantasse nella mia chiave ti avrei intonato un: O meraviglia dal sen dell'onda uscita, che ti avrei fatto fermare i visitatori, che vanno a fare quattro passi sulla ferrovia aerea posata sul viadotto fino in piazza d'armi. Ecco, vedi, questo gli è il mio ambiente! Per riempire quell'ampia volta dell'Escuriale ci vuole una tuba come la mia. Quando ho provato la gola con uno dei miei Pipa! il presidente dell'Esposizione è venuto a stringermi la mano; tanto che io gli ho detto: E questo è ancora nulla! Il portiere voleva mettermi alla porta; ma quando ha veduto che gli alti personaggi mi rendevano omaggio, anche quell'anima antiestetica non si lasciò sfuggire un motto nè tradire un detto. Hai visto come è rotondo!? E non è mica facile fare una cosa così rotonda ; perchè ti posso giurare sul capo di Puffignani, che io ne ho visti degli anfiteatri, ma così rotondi gli sono dei begli anni che non ne ho mai visto uno. Al momento in cui vergo questa mia, non sassi se chiameranno me per l'inaugurazione. C'è poco da ridere, dio brigadiere! Là ci vogliono tube della mia forza per essere Daniele nella fossa dei leoni... Ovver Gigione... ovverosia I Gigioni. udite sotto quel ciel marmoreo, io giuro. A meno che - e tutto può darsi in questo mondo filibustiere, - non si rivolgano alle masse. Però ti butto là un'idea e se non la ti va a versi, sia per non detta: Non si potrebbe fare nel salone una grande gara internazionale di voci in chiave di fa ed in chiave di la? Io presenterei tosto i documenti e mi presterei gentilmente. Certo che il Comitato ci inviterebbe poi a uno spuntino: quattro ravioli al sugo e quattro fagiuolini alla romana!

Non mi dispiace proprio niente affatto quella galleria; però ci manca qualche cosa. Andiamo, via, non lo indovini? Ci manca il loggione. Credimi, biondino, te lo dice un uomo che è presso la gloria, il loggione ci vuole. O che cosa vanno vociferando di umanitaria e di democrazia se non ti fanno un posto al proletariato, che è una vera anima d'artista? No, scusami, biondo; se tu sei, puta caso, di invidia agli uomini e puoi mangiare sempre i pasticci coi tartufi ed un altro no, è un'ingiustizia; ma questo è una forza superiore ed incombente. Viceversa l'arte è un retaggio dell'universo immemore e tutti hanno diritto a godere del bel canto, che è quello che mantiene in onore l'Italia all'estero e che ti scende sotto la giubba in fondo al cuore. Dunque ci vuole il loggione! Io cadrò da forte gridando: Ci vuole il loggione!

La messa in scena gli è bellina, daddovero! I mobili sono dell'epoca, su disegni analoghi ed appositamente dipinti. Gli addobbi sono intonati col diapason normale. Il palco scenico non c'è ; ma mi hanno assicurato che ci sarà al bisogno. Ed io già, se devo prestare l'opera mia, ne avrò bisogno; la sala senza palcoscenico gli è un trabicolaio, nel quale non mi ci raccappezzo, non mi ci. Per i ricevimenti solenni con gran finalone, vi ci può manovrare un bel numero di comparse. Per oggi ti levo il disturbo; ma se vedi qualche magnate dell'Esposizione, digli una parolina in mio favore. Sai; i mesi d'estate sono i peggiori per la povera arte e piuttosto che essere disoccupato accetterei anche un posto d'ispettore generale, sempre però da poter portare il cimiero. Ciao, biondo, tuo GIGIONE.

P. S. — Se hai qualche contromarca, fammela passar sotto che io so sempre come collocarla. *** E dall'arte pura si passa alla decorativa, come se niente fosse; come da un atto all'altro in teatro; come si passa dall'amor platonico all'amor sensuale e da questo all'amor...ganatico.

Arte decorativa. Appena avrete messo dentro il vostro naso, e tutto il resto del corpo attaccato al naso, non potrete resistere all'acre voluttà di fare questa profonda osservazione : "E che cosa ci vengono a raccontare che a Milano c'è il problema degli alloggi, con tutte queste camere ammobiliate?!". Perchè, quando si dice camere ammobiliate, si intende da affittare. A che cosa servirebbero le camere ammobiliate a tante signore di una certa età se non potessero affittarle ! E qui ce ne sono per tutti i gusti, persino per il cattivo gusto. E ci vuole anche quello ; perchè come di- Arte Decorativa. IL SORVEGLIANTE URBANO NEL GIORNO DELL'INAUGURAZIONE DELL'ESPOSIZIONE. Arte Decorativa. IL SORVEGLIANTE URBANO NEL GIORNO DELLA CHIUSURA DELL'ESPOSIZIONE. cono i francesi, " s'il n'y avait le mauvais gout on n'aurait pas l'étoffe jaune! ". E di tutti i disegni ! Persino dei disegni più pravi, maturati nell'oscurità. Ed a qualunque prezzo : perfino a prezzo del sangue mio. Ci sono i prezzi fissi, i prezzi miti, i prezzi vili, più che vili, arcivescovili ! E ci sono mobili di tutte le forme, perfino di forme giunoniche; di tutti gli stili: un vero stillicidio! Ecco : potrà darsi che a Milano non si trovino più camere ammobiliate; ma con tutti questi mobili, tanto meno si troveranno camere a muri vuoti ; non diciamo nudi, per pudore.

- Dica; lei vede un po' quella poltrona?... No ; quell'altra un po' più a nord est? Ebbene: quella è il nostro ideale: schiacciarvi un pisolino dopo colazione, possedendo una bella rendita, dovrebbe essere delizioso. - E quel sofà più a destra? quello è un paradiso... vicino a lei... Mica Lei con cui parliamo... ohibò ! lei, quella tale. - Quei mobilini da boudoir? Un amore. - Quella garronnière? Un bOu!... - Carina quella dormeuse!... E quel letto? un poema!... Questi, o presso a poco questi, saranno i discorsi che si udiranno fra quei... bei mobili. Se ci fosse uno che osasse ancora pensare a una capanna e il suo cuore, lo metterebbero alla porta.

Però il chiamarli ambienti completi non ci par giusto ! Prima di tutto a questo mondo non c'è nulla:di completo; nemmeno un tram, quando non ci sta più un foglio di carta. E poi come si fa a chiamare completo, per esempio, quel salotto da pranzo? Completo? Ci manca soltanto una piccola cosa ! Il pranzo ! Oh ! bazzecole !

Gli artisti si sono sbizzarriti nel creare mobili di forme nuove; però la loro fantasia non ha saputo ribellarsi a certi convenzionalismi. Le sedie hanno tutte quattro gambe, come tanti quadrupedi; i letti sono tutti orizzontali come quelle signore; gli armadi hanno tutti cassette e casse, come i morti.... E dire che c'era qualcuno il quale, in un'esposizione di arte nuova, voleva trovare delle stanze colle sedie attaccate alle pareti o appese al soffitto; dei letti verticali o almeno obliqui; degli armadi, con delle aiuole di fiori o dei nidi di rondini !... L'Esposizione è stata messa in piedi e qui si può metterla a sedere.... senza pagare 10 centesimi.

E dopo di aver fatto tanti sogni di lusso, di eleganza, di comfort, usciamone e andiamo a fare economia là vicino, alla

Previdenza. Entriamo in un ambiente tutto poesia, tutto vaporosità, tutto ideale. Non si potrebbe meglio descrivere e dimostrare l'interesse che desta, che dandone qualche fac-simile, qualche dettaglio. L'ambiente è tutto a grandi colonne di cifre come le seguenti : 37 589, 15 42 112, 67 12 622, 09 29 232, 10 28 148, 21 10 250, 33 14 789, 10 15 345, 67 68 603, 23 22 222, 20 Previdenza. PER GLI ALLOGGI. Comperando la Guida-Ricordo del Guerin Meschino si ha anche una camera da letto (sistema Redefossi Hotel). Le colonne sono sormontate da eleganti capitelli di stili diversi. Eccone qualcuno : Attivo Passivo Dare Avere ENTRATA USCITA

Sono fiancheggiati da piccoli adornamenti di disegno leggero e snello come : Lire Centesimi ed i basamenti di questo tipo : A riportarsi oppure : TOTALE.

Ecco inoltre alcuni motivi decorativi di ottimo gusto : Fondo di riserva L.... oppure: Utile netto L... oppure : Dividendo - Percentuale - A conto nuovo, ecc.

La rassegna dei milioni, delle centinaia di migliaia di lire è gustosissima e se ne esce col cuore gonfio e il portafogli no. Il grande successo dell'Esposizione UN MILIONE DI VISITATORI E CENTOMILA CONGRESSISTI

ANACREONTICA. A NICE. - "Degli alloggi la mancanza E' un disdoro cittadin" Dissi a Nice. E lei: " - Cretin! Il disdoro è se la stanza Resta senza l'inquilin." Ritornate all'aria aperta e siete arrivato alla stazione di partenza, ove c'è un treno pronto... cioè che sarà pronto, per portar tutti... cioè un po' per volta e con calma in Piazza d'armi. Perchè la nostra Esposizione, si compone di due Esposizioni, ciascuna delle quali comprende diverse Esposizioni. Se la preparazione invece che cinque o sei anni durava qualche anno di più, chi sa dove si andava a finire ! Si sarebbero forse suddivisi anche i visitatori. Queste due Esposizioni sono come due facciate di una pagina ; due fronti di una medaglia; due file di banchi di un'aula universitaria; al parco i signori studenti di medicina ; in piazza d'Armi gli studenti di farmace — diremo così — utica. Per voltar carta, cioè per veder l'altra facciata dell'Esposizione, bisogna montare in treno e percorrere mille duecento metri, sospesi in aria, se il treno non fosse appoggiato su qualche cosa, sorpassare altri treni, vedere sotto voi alla stazione di smista-mento vagoni e vagoni, se non ci fosse mancanza degli stessi, e arrivare. LA FERROVIA INTERESPOSIZIONALE. Sarebbe stata più moderna e pratica Una tubulatura pneumatica. Armiamoci di una carta geografica, di un ora-rio ferroviario, di una bottiglietta di Fernet, di un romanzo da leggere ; diamo un bacio ai nostri cari, promettiamo di mandar loro delle cartoline postali il-lustrate, facciamo testamento e partiamo ! Primi a fumare, avanti ! E via... e via... e vola... e vola... Eccoci in piazza d'Armi. Ed allora possiamo giurare su quanto abbiamo di più sacro che questa è la stazione di arrivo.

La ferrovia elevata. Non è vero che fra due punti la più breve sia la linea retta, perchè fra il Parco e Piazza d' Armi la più breve è la ferrovia elevata ; la quale sarebbe una linea retta se non avesse un pezzo di curva, se cioè, non dovesse fare una specie di voltata. La ferrovia suddetta, come si può constatare, non è nè aerea, nè terrestre ; corre sul suolo, ma il suolo è al disopra della superficie terrestre ; la si potrebbe dire una ferrovia così e così. *** Se le carrozze facessero il loro dovere, dovrebbero partire ogni cinque minuti; ma andate a domandare un po' di coscienza a una carrozza? E' capace di partire quando le pare e piace. Per cui sarà bene armarsi di un orologio perfetto, che non sbagli di un secondo, per essere pronti a partire quando alla carrozza pare e piace. Però se le paresse e piacesse di partire ogni cinque minuti sarebbe una gran bella cosa! In un'ora si potrebbe andare e ritornare da PIazza D'Armi una mezza dozzina di volte!

La più grande emozione del tragitto è questa, che pare di essere in un tramvai e non si constata la presenza di un solo tramviere! Ed unìaltra è quella di far la corsa senza fermate, a meno che non vi monti qualcuno che sia dal ciel disceso.

I forestieri che si preparano al tragitto sono pregati di far prima la colazione o il pranzo, secondo l'ora, perchè non c'è il vagon-restaurant, nè ci sono stazioni intermedie con buffet e neppure il più semplice servizio di sandwiches o tartine.

Faranno bene a presentaris con i danari contati: si pagano soltanto dieci centesimi, è vero; ma in fatto di denari è sempre bene andare acuti, ed è meglio contarli in due. E' assolutamente proibito fumare; anzi, perchè non ci siano accuse di imparzialità, non c'è neanche la macchina che fuma.

La mattina che si deve fare il tragitto sarà bene alzarsi presto, un po' prima del solito, e nell'andare alla stazione controllare se si ha tutto con sé. Perchè, credano, è un grosso passo; ma una volta che ci si è dentro ci si trova migliori; si sente di essere in un aferrovia elevata al disopra delle bassezze della stazione di smistamento. *** Strada facendo, l'avevate già visto torreggiare nella vastità dello spazio; scesi a terra ve lo sentite sullo stomaco. Che cosa? — Il Faro! La Lauda de'l Faro Terrestre Laudate siano le cose diritte li acumini su la terra e su 'l mare l'impeto saliente del cipresso nidiforo, de la torre quadra de la lancia sanguinifila de l'albero maestro su la nave talassica! Laudata l'anima veemente accesa della cupidine de le latezze uniche, come il pensiero de'l despota sta sulla schiera prolissa de li schiavi da'l fegato molle. La cosa che si estolle cara mi fu, perocché io volsi la prova de'l disio a le nobili altezze a li impervii chiarori, a i portentosi ori de'l sole ignisustanziato; e mi compiacqui de le vette coronate di pini de'l naso de'l mio bibliopola Tom o Tomaso Antongini; de le donne di molti cubiti che per baciarle a la bocca, che sa di orti mattutini, salire leggero mi tocca sopra un monte di molli cuscini. Però mi conviene laudare te, faro terrestre, perchè vivere necessario non è, necessario è navigare!

Verso il tuo foco vermiglio o faro terrestre verremo navigando l'ondoso naviglio e a mane canteremo gittando le reti nell'acqua : « O rivolo impetuoso che odori l'estate e l'inverno ti batton le braccia violente dei "rari nantes" dà a la nostra pesca i frutti de le tue viscere la piscea famiglia che squama tra le mani e ole siccome i piatti non bene detersi. » E le reti trarremo e la preda raccoglieremo non sogliole fine ma vuote scatole di sardine; non le murene che il dolce Catullo coleva, ma qualche tenero gatto gonfio d'onda, qual'otre costrutto da un agil Panisco, in un mattin prisco, quando le acque eran deserte e taciti i boschi e le ninfe fuggivan la Caccia del fauno barbato disiando le sapide braccia di me, Gabriel, non pur nato! Vivere non è necessario o faro da'l foco vermiglio, necessario è solamente navigare il Navigklio!

Navigare per terra dolce è per chi sa reggere la scotta; la terra et il mare già furon confuso elemento pria ch'io consigliassi l'Eterno Padre a separarli; et il Padre sorrise, e da quel riso balenante su l'etra incolore nacque l'ondorso liquore che fu mare, lago, fiume; nacquero così la terra e le "vergini de le roccie", a cinque franchi al volume; divampò il fuoco roggio e lo celai sotto il "Moggio", nacque l'aere tempestoso e nacque la "Figlia di Jorio". Poi Jehova s'assise a riposo languidfo; in piedi io ristetti e con il pollice ardito che sa a menadito le cose riportse le cose ombrose le cose profonde le cose non profonde le cose lucenti le cose non lucenti - ritto ai piedi del soglio - mi foggia ne l'auro il Franchetti e lo posi ne'l portafoglio. Con questo Faro ogni pilota vede Dove la nave può posare il piede. Sta dunque, o bel faro su terra e corrusca; navigheremo noi, non con vele o con remo; in gli scogli con agile scherma virerò qual'esperto navarca di terra ferma. Chè vivere non è necessario necessario è, mi pare, far finta di navigare.

DANIELE GABRINUNZIO. Ma se discesi, volgete a sinistra, all'angolo sud-est voi vedete grassa, grossa, tozza, gonfia, ansante, sbuffante, esalante vapore e, fischi, rumori e odori, la Galleria del Lavoro. La galleria è vasta, molto vasta; dentro c'è della gente, molta gente ; vi si fa del lavoro, molto lavoro; ma giratela, rigiratela, percorrendo cento chilometri all'ora, non vi troverete un cavaliere del lavoro a pagarlo un occhio della testa. Il cavalierato è la giubilazione.

In questo ambiente irrigato dal nobile sudore della fronte, si incontrano subito i più grandi gruppi di lavoratori di Milano ; per cui vi vedete passare dinanzi i lavoratori dell'Anglo-American Bar, i lavoratori della buvette Cova, i lavoratori dell'Hagy, i lavoratori del Campari. Hanno tutti un'aria stanca, spossata ; il corpo è affaticato, ma nello sguardo si vede la coscienza di aver fatto il proprio dovere. Un riparto speciale è dedicato ai lavori del Comitato. C'è poco da scherzare! Bisogna sapere che ci sono di quelli che hanno lavorato tanto da far temere per la loro salute. Per fortuna ora hanno smesso e così hanno riacquistato bella ciera e possono sperare di essere presenti al momento della distribuzione delle onorificenze. Ma ce n'è voluto a farli smettere ! Se li si lasciavano fare sarebbero ancora dietro ! Voi chiederete che cosa facevano ! Ebbene ! siete indiscreti! Che cosa facevano? Questo è un segreto che scenderà con loro nella tomba.

Nella Galleria si ammirano le più svariate qualità di lavoro: dal poeta che sta scrivendo un dramma col nobile scopo di rialzare le sorti del povero teatro italiano, alla zia che fa la calzetta : ci sono tutti i generi di lavoro, per- GALLERIA DEL LAVORO. fino quello di chi fa la spia : più o meno nobile, ma è sempre un lavoro. E poi c'è chi fa falla. C'è chi la fa l'aspetta. C'è chi fa da sè fa per tre. Insomma in questa galleria tutti lavorano, tutti fanno qualche cosa : chi fa ridere ; chi fa debiti ; chi fa fastidio ; chi fa il solletico; chi fa rumore ; chi fa compassione ; chi fa cista... Qui almeno la Giurìa non avrà da rompersi la te-sta ; darà un premio a ciascuno, perchè ogni lavoro merita premio. Nota particolare : in questa Galleria ciascuno deve avere una camicia, e fuori di là, due ; perchè chi lavora ha una camicia e chi non lavora ne ha due. Che se poi, per una di quelle bizzarrie che non si riescono a spiegare, volgete invece a destra, incontrate il regno dell'

HP.

Perché questa decantata forza soprannaturale non può misurarsi che a cavalli ? L'argomento ha oggi talmente invaso l'umanità che siamo lieti di poter pubblicare in proposito il seguente trattatello :


L'AUTOMOBILE NELLA STORIA E NELLA FILOSOFIA. Nozioni generali. Tutte le strade conducono a Roma e tutti gli automobili possono condurre contro un tronco d'albero o contro un tram non segnato nell'itinerario. Non pare che i cinesi antichi, i quali hanno conosciuto tante cose venti o trenta secoli prima di noi, avessero inventato l' automobile. Questo si desume dal fatto che la muraglia cinese è ancora in piedi. Se i cinesi aves- sero posseduto degli automobili, non ne rimarrebbe pietra sopra pietra. Il mondo è fatto a scale, chi le scende e chi le sale ; l'automobile non è fatto a scale, e chi le sale spesso ne discende balzato fuori quanto meno se lo aspetta.

Il primo automobilista. La prima volta che un automobilista in pieno assetto di guerra contro i pedoni e contro le oche tardigrade comparve in mezzo alla pacifica popolazione di un paese, i bambini di varie età che giuocavano sulla piazza si diedero a gridare spaventati, le madri accorsero spaventate più della prole e trascinarono via i figliuoletti in gran fretta raccomandandosi ai santi protettori. Gli uomini, chiamati dalle grida delle mogli e dei figli corsero ad armarsi di bastoni, di randelli, di falci, di fucili, mentre i più prudenti barricavano le case e si preparavano a difenderle energicamente. Il sagrestano corse a chiamare il parroco esponendo, con gli occhi fuori della testa, che un essere soprannaturale, forse diabolico, era piovuto nel paese. Il parroco, infilata la stola ed impugnato l'aspersorio, si affrettò a scendere in piazza per fare gli esorcismi del caso; intanto il campanaro suonava a distesa invocando aiuto dai paesi vicini. Fu solo dopo qualche tempo che, ristabilita una calma relativa, l'automobilista, toltisi gli occhiali e slacciatasi la pelliccia, potè formulare queste parole rassicuranti ai più vicini: " Dov'è che si può mangiare una frittata al pomodoro e bere mezzo litro di barbera vecchio? "

Le panne. Non si conosce con esattezza l'origine di questa parola, ma si sa benissimo che, come per i navigli, vuol dire fermata, arresto e simili (*). La panna si verifica quasi sempre nei seguenti casi : 1° Quando gli automobilisti hanno premura di arrivare a un'ora fissa in una data località ; 2° Quando si è in un punto del percorso in cui non sia possibile di ricorrere al tram, alla ferrovia, a una carrozzella o ad un altro veicolo qualunque. (*) Un antico socio della Brasera Meneghina sostiene che si è adottata la parola panne perchè ogni volta che si verifica, l'automobilista dà un solenne caffè al suo chauffeur. così che si ha un caffè con panna. Però dobbiamo avvertire che questa versione non è registrata nel grande vocabolario del Larousse. La velocità ed altre cose. La velocità varia molto da un automobile all'altro, ma anche la velocità massima può venir superata quando, avendo schiacciato un cane o atterrato un passante, l'automobilista si vede fatto segno a un getto abbondante di sassi, di torsoli di cavoli e di altri prodotti di vario genere. Non è facile dire quale sia oggi la miglior marca automobilistica, ma senza dubbio è preferibile l'automobile di un amico che vi trasporta senza alcuna spesa. Il consumo della benzina varia da macchina a macchina, e a seconda della velocità, ma sale in un modo notevole se la moglie dello chauffeur fa la smacchiatrice di vestiti o lava i guanti usati. Vi sono degli utopisti che vorrebbero sopprimere le gomme, ma il re Leopoldo del Belgio, che colle gomme del Congo ha messo da parte quattro soldi e continua, non è di questo parere. I visitatori dell'Esposizione i quali desiderassero vedere l'automobile storico sul quale prese il largo l'ex-ministro Nasi, lo troveranno al numero 33.

Se c'è qualcheduno che vuol spendere bene i suoi denari e vedere proprio tutto, continui da quella parte e incontrerà la galleria della

Igiene. A rigor di termini il Regolamento Generale non prescrive che tutti i visitatori siano degli eruditi ; ma non si può concepire che uno si cimenti ad entrare nel recinto dell'Esposizione senza certi principi, come sarebbe questo, che quando c'è la salute c'è tutto. E se sa questo, come può ignorare l'altro principio: Mala digestio, apharem saerium? E che cosa è il documento che prova l'avvenuta digestione? E quando accade che una persona vi dica: "Con permesso." E sapete dove va? Là? No. Va Qui. Ma all'Esposizione si fa presto a dire Qui; il difficile è trovarlo. C'è la sezione Igiene; ma Qui non si trova. Ma che cosa danno ad intendere d'igiene, se non si preoccupano dell'esercizio delle funzioni che mantengono l'uomo su questa valle di lagrime? Però non è detto che i siti non ci siano. Alzandosi presto alla mattina, avendo delle buone relazioni personali coi meglio informati dell'Esposizione, e sopratutto godendo largamente dalla natura forza di volontà, virtù di sacrificio, spirito di intraprendenza, tenacia, abnegazione e un certo coraggio, si riesce a trovare. Il fatto si verifica ed è così raro che molte volte si compie in ritardo, con danno evidente della salute, della pulizia, ecc. Ma quando si compie senza disastri è tale la felicità, che si dovrebbe provvedere perchè si trovassero sul posto delle cartoline illustrate onde darne parte alle persone più care. Però, nulla c'è di perfetto a questo mondo, neppure all'Esposizione. Dopo il supplizio di quel quarto d'ora di ricerche, viene il quarto d'ora di Rabelais: 20 centesimi. Si spende meno a scrivere una lettera a un amico! Noi proponiamo che nel primo quarto d'ora di tempo che avrà uno qualunque dei numerosi Congressi che si terranno a Milano, sciolga questo quesito: « A quale disperato partito si debba appigliare una persona, che, trovandosi agli estremi, non abbia in saccoccia che 15 centesimi. ,, Sunt lacrintae rerum!

Nè basta ancor perchè gli resta a vedere la Mostra Ferroviaria. Qui si vedono tutti i vagoni mancanti ; si vedono tutti i ritardi degli arrivi e delle partenze; si vede tutto il materiale costruito per gli scontri e per i derragliamenti ; si vede la polvere che copre i sedili ; i gabinetti senza l'acqua : e tutti i complicati e perfezionati meccanismi che non funzionano. C'è la sezione dei treni coi quali arrivano le suocere o i creditori ; la sezione per i viaggi di nozze ; la sezione delle gite di piacere, col nome e cognome delle vittime ; la sezione dei viaggi di servizio, tutta a vagon-salons con buffet, che funziona sempre.

E dietro i treni trovate un'altra raccolta di divertimenti, che vi fanno morire dalla gioia, se siete sopravvissuti alle prime. E fra le gioie proverete quella di vedere i vostri fratelli dell'Eritrea. Andate a visitare il

Villaggio Eritreo. Per trovare il villaggio Eritreo non si ha che da prendere una piccola precauzione: domandare ogni tanto a qualche guardiano: - Scusi, c'è l'onorevole Martini? Appena il guardiano vi risponderà : " No, signore, „ potete essere sicuri che quello è il villaggio Eritreo. In esso bisogna procedere con qualche cautela. Bisogna guardare dove si mettono i piedi, perchè se si pesta la sabbia che c'è per terra si va a rischio di romperla, e di danneggiare l'oro che questa sabbia contiene. Dei grossi volumi conterranno il resoconto dettagliato dell'opera compiuta dall' onorevole Martini all'Eritrea. Questi volumi consteranno di tante ricevute di centomila franchi annui. La firma è fatta di pugno del Martini che si è sobbarcato questo lavoro ciclopico, da solo, senza aiuto di segretari. Sarà distribuito ai visitatori un progetto per istituire a Monsumanno la capitale dell'Eritrea e la residenza del Governatore. Nell'interno del villaggio si fabbricheranno tanti piccoli giocattoli in gesso detti Kassala; i visitatori italiani li pagheranno; ma ogni visitatore che potrà provare d'essere inglese avrà i Kassala gratis.

Ed eccoli là i vostri fratelli. Sono dei bei biondini, coi baffettini tirati su, eleganti, profumati, colle guancie rosee, gli occhi a mandorla. Ed ecco gli animali domestici, che vi conducono a passeggio, dopo aver pagata la tassa: dei leoni, degli elefanti, delle giraffe, delle zebre, ecc., ecc. E prima di uscire dalla Piazza d' Armi date un'occhiata alla Mostra delle Nazioni straniere guidati da Técoupe, il quale vi darà le NORMES ET CONSEILS aux Visiteurs des sections étrangères de l'Exposition.


Quand on fait une première girade pour l'Exposition il est mieux de laisser à maison la femme, la belle-mère et les fils d'ambe le sexe. Le femmes depuis quatre pas s'estanquent et font une paume du muson; les enfants commencent à se lamenter: Papa, j'ai faim; papa j'ai soif. Notez que ce sont toutes bougies; la vérité est qu'ils ont veuille de manger quelque pale et de boire une gazeuse ou une nutre bibite quelconque.

Le meilleur demi de transport c'est toujours un bon pair d'escarpes, mais faites comme je m'entends moi. Certe. quand vous aurez fini de girer l'Exposition — vingt-quatre kilomètres — les escarpes seront allées à la maleure, ou pour le moins il faudra faire une remonte ou remettre les demies seules. Ainsi non soulement on voit les robes de l'Exposition, mais encore le forestiers anglais, turcs, américains, ceux de Buste Arsice, Gorle Cadette et de Rochecaramanique, qui souvent sont plus amusants de l'Exposition istesse.

Propre dans le centre de la Piace d'Armes vous visiterez l'Art Décoratif de la France. Si vous avez bésoin de comperer quelque chose pour votre femme ou pour vous, vous trouverez tout le bien de Dieu: chapeaux, stivalets, soques, pare-eau, etc. A' la Monstre Retrospective ne dimentiquez pas d'observer la carrosse de Napoléon I. Toutes les fois que je me ferme devant à elle, ne puis faire à moins de penser: Si au temp de Napoléon il y fussent étés les rues ferrées, ce sacrebleu d'un homme me devenait le patron de la terre. Cela prouve qu'il ne faut avoir prémure de venir dàns cette bodine de ce monde. Je puisse aussi vous indiquer le pavillon de la Belgique, qui est celui-là, et qui est beau, specialement de fore. On parie fran9ais comme à Paris et aussi mieux. Pour autre, avant on voit la Monstre de l'Autriche. Ich bitte von regarden allen chosen schònenen in diese Auftellung. Unseren alleaten haben macht ihren dower. Y hablamo de cosas de Espana, que exposava muchos objectos carisni y talentosi. Et permetter-moi de retourner à parler francais. Je vois que tous les visiteurs sont le mèmes: italiens, francais, tudesques et espanoles! Je veux adonc donner de conseils, de ceux que sait donner seulement je, à tous les visiteurs. Voici-les: Dans les galerie des Beaux Arts, quand vous vous arrètez devant une carreau, ne vous faites pas sentir à critiquer, parce qu'il y a presque toujours l'auteur qui reste la à entendre ce que vous dites. Et quand vous vous allontanez, je vous dis moi que c'est une couronne de titres à votre indirice: " Que bète ! - Que stupide! - Se peut donner un ignorant compagnon? ".

Je serais prompte à scomettre que devant l'Aquarium il y aura toujours un bordeler de gens parce qu'il n'arrive pas d'épaisse à Milan de voir tant de poissons vivants et en bonne santé. Il est vrai que nous avons un grand cours d'eau qui circonde la ville, c'est-à-dire le navire, où, selon les saisons, nous pesquons des jambres, des poissons pour le chat, des chapeaux enfoncés et des escarpes àgeés, mais c'est tout altre de l'Aquarium. Celui-ci contien proprement de 1'eau marine de maniere que si vous pouchez dedans deux doigts et les portez à la pointe de la langue il vous semble d'étre à Génes ou à Venise et presque de vous promener en barquctte. Tous les visiteurs qui dans l'espace de quinte jours ou plus parcoureront 1'Exposition en longue et en large, voyant tout ce qu'il y a à voir, se fermant à parler avec les amis et à donner des explications aut parents venus de dehors, seront créés chevaliers du travail avec diplome en papierbrèbis.

Oltre all'Esposizione di dentro c'è l'Esposizione di fuori. La differenza tra le due Esposizioni sta in questo: che per visitare l'Esposizione di dentro si paga; e per visitare l'Esposizione di fuori si paga lo stesso. L'Esposizione di fuori è collocata proprio lì, a mano destra cli Piazza d'Armi, a cinquanta passi dal punto dove si trova il visitatore, e a cento da quello dove non si trova. Siccome le aree del Parco e della Piazza d'Armi erano già occupate, per questa Esposizione si è ri- corso al territorio dell'aria. Qui si trovano i palloni dirigibili e le montagne russe che sono a molti metri sul livello del mare. I palloni dirigibili sono stati esclusi dalla Esposizione di dentro per un nobile senso di dignità del Comitato, che non ha voluto nell'interno del recinto dei palloni gonfiati. La bellezza dei palloni dirigibili sta in questo, che quando uno vuole andare a sinistra il pallone va a destra, e viceversa. La norma del perfetto aereonauta dirigibile è quella dunque di dirigersi dalla parte opposta a quella prescelta. In tal modo è sicuro di arrivare a desti-nazione, a meno che non gli capiti di non arrivarci. Ma quando l'aereonauta cade fuori della navicella, se essa è costruita secondo gli ultimi sistemi, è sicuro di trovare la direzione esatta verso la terra. Ma su

I Palloni dirigibili abbiamo voluto sentire il parere di quella egregia gentildonna che è la nostra amica Nice, competentissima in aereonautica, scienza alla quale ha dedicato lunghi studi e pazienti meditazioni : - Cosa pensate, signora, della questione dei palloni dirigibili? - Ecco, vedete; io sono in questa quistione assolutamente radicale. Io considero il pallone in sè, il pallone inerte che non si può governare, che sale o scende a capriccio, non solo inutile, la dirò anzi esiziale al genere umano. Il pallone vero, il pallone interessante, il pallone modello, è quello dirigibile. - Non mi rendo conto di questa assoluta utilità. - Eppure è chiaro. Salire è una delle più antiche aspirazioni del genere umano. Ma non si sale senza un mezzo propizio, un organo, diremo così, ben confezionato e resistente, che non teme le variazioni atmosferiche e gli scombussolamenti delle regioni più alte. Ma, caro amico mio, non basta salire : bisogna avere una meta, uno scopo, una finalità. Se lei vuole andare da una parte, quella che le sembra più logica e naturale, e trova che invece il pallone si dirige da un'altra, lei ne risente una specie di delusione; bisogna sapere dove si va; quando l'uomo è nella navicella deve essere padrone del pallone. Guai a chi dal pallone si lascia dominare. Il progresso della società sta in una scoperta che dia all'uomo il potere di far quello che vuole del pallone, di lanciarlo quando vuole, di ripiegarlo nella darsena quando è tempo, e di poter essere sempre padrone del vento che tira. Capirete, mio caro, che la terra diventa ogni giorno più angusta; tutti abbiamo il bisogno di qualche cosa di più in su, di più largo : è l'anelito del secolo. Il problema dei palloni dirigibili è un problema che non riguarda solo gli uomini, ma anche le donne: ambi i sessi sono gonfi del desiderio dell'ideale. - Volete dunque mandare anche le donne in pallone? - E perchè no? Il giorno in cui le donne avranno un pallone a portata di mano, abbandoneranno i gusti frivoli, le civetterie, gli appuntamenti peccaminosi. Avranno degli svaghi più concreti, più solidi; la donna che resta in terra mostra la piccolezza del suo spirito pettegolo; la donna che sale in aria mostra agli uomini il culto dell'ideale. - E tra il sistema di Santos Dumont e quello di Lebaudy, quale preferite? - Non conosco nè l'uno nè l'altro di questi bei giovani, e non posso dare un giudizio esatto. Ma io non vorrei che si fosse esclusivisti. Affermo che ci sono sistemi infiniti. A chi piace un modo, a chi l'altro. Nella scelta e nella varietà sta il piacere, e nell'emulazione sta la vittoria. Bisognerebbe, francamente, che nella questione dei palloni ci fosse un più vivo senso di emulazione tra gli uomini. - Voi trovate che l'emulazione è scarsa? - Scarsissima. Guardate mio marito. Quando gli parlo dei palloni dirigibili finge di non sentire. Egli non ha la vertigine delle altezze. Per una moglie è uno sconforto. E sapete che cosa mi risponde quando gli dico: Meno chiacchiere e un po' più di aereonautica nei rapporti coniugali? n - Cosa vi risponde? - Mi dice che sono conati inutili, utopistici. Mi tira fuori la legge di gravità, e mi parla della caduta dei corpi, pretendendo che questa sia la regola universale di tutti i corpi. - E voi? - Io? Io potrei dirgli che si sbaglia, che ci sono dei corpi che non cadono, anzi tutt'altro. Ma taccio per prudenza. Però vi confesso che nei miei studi d'aerconautica sarei felice d'aver l'aiuto di mio marito. Un pallone si dirige meglio in due che in uno solo.

Il visitatore che ha ammirato i palloni può dirigersi verso le montagne russe. Ma noi lo consigliamo, per non abusare dell'aria rarefatta delle grandi altezze, di indugiarsi un momento a osservare il pubblico che frequenta l'Esposizione, nel quale distinguerà facilmente i più illustri rappresentanti del gran mondo, e potrà assistere al seguente discorso di: Donna Paola e la Società Milanese.

Le son davver gratissima, don Carlo. D'avermi presentaa qui l'Andegari, Un giovin, si capisce al primm guardarlo, De quei che furon sempre così rari A Milano, e dei quali se comincia A perdere lo stamp anche in provincia.

- Caro Andegari, il padre suo di Lei L' è una mia buona antica conoscenza. Ma già, sicuro! del sessantasei L'era a Milan cogli usser de Piacenza E aveva modi tali e un tal bel tratt Che el mio pover mari el ne andava matt.

Basta!... Lei dunque si trattiene alquant Fra noi? Bravo! E l'intend di frequentar La nostra societaa? Mi duol soltant Di non poterla io stessa presentar Dovunque, come bramerei, per via Che, da gran temp, sto molto a casa mia. Giacché, sebben da un pezzo abituada Al noster cosidett « trattà alla bonna » La qual fras, giustament interpretada, Vuol dir che ad esser fini, qui se stonna, Non potei rassegnarmi ultimament A subire il contatt de certa gent.

Me domando, alle volt, se var la pena D'aver pres part, un giorno, alle Crociate, Per poi, come se dis, piegar la schiena Davanti alle fortune improvvisate De mercant che a scialarla hanno bel pari, Ma si ved che l'è poch che han fa i denari!

Dedizion che finisce a costar cara Perchè, in fatto di modi, l'è assai più Quello che el noster ceto el disimpara

Che non quello che imparen i parvnù. 

Così si marcia verso l'eguaglianza E l' emancipazion de la creanza.

Le buone tradizion si pérdon, come Vedrà lei stess e el resterà convint. Un para de guant fresch ed un bel nome, Nient in saccoccia e dei manier distint Erano, un tempo, più che sufficient Per ess accolt dovunque cordialment.

Mentre un giovine, adess, ch' el sia pur nobil, Elegante e distint, per prima cosa Ci tirano el discors sugli automobil Con l'intenzion, diremo, maliziosa Di darci sotto per trovà la strada Di saper subit cosa el ci ha d'entrada.

Dopo di che el vedrà che non c'è molta Varietà d' argoment in repertori: Ch' el si rassegni dunque e che l'ascolta La lista dei malann del parentori: Raffreddor de la nonna, rosolia Dei nipotini e reuma della ozia.

Messi al posto i parent, l' è un caso raro Se non si passa alla letteratura La qual, già, la consist nel Fogazzaro, Nel Bourget e nei novell della Lettura. Potrà però trovar qualche popola Che conosce Mirbeau, Prévost e Zola.

Questi, a un dipress, saraven i discors Che ci terran le Dame: ma sarà Più vasto il campo coi Signori : i cors, Montecarlo, i cocott, el baccarà, El rialzo probabil, o el ribass, Delle azioni del zuccher e del gass.

Del resto, brava gent: e già che adess Lei si trattiene per l' Esposizion, Io ci dico in coscienza: se l' avess Delle intenzioni serie e, in un salon, El se incontrass con una bella tosa Che ci dasse nel genio, che el le sposa!

Prima di sposarla il visitatore non perda tempo e vada sulle

Montagne russe. Andare sulle montagne russe non è la cosa più facile di questo mondo. Bisogna osservare le norme seguenti : Avere il passaporto in regola ; guardarsi bene dall' essere di religione ebraica, ovverosia circoncisa, se non si vuole andare incontro a dei massacri; trattare con rispetto gli inservienti incaricati di riscuotere il prezzo dei biglietti chiamandoli : "piccolo padre", ecc. pregar Dio che non venga in mente a Oddino Morgari di andare incontro alle montagne per fischiarle, come nemiche della libertà....; pagare regolarmente il biglietto ; se per caso le montagne russe si fermassero, dire : "ecco qui i giapponesi", allora si vedrà come si metteranno a correre. Chi, osservate queste norme non si divertirà, sarà mandato in Siberia. Perchè i lettori non si affliggano troppo, possiamo assicurarli che lo Czar, in un momento di clemenza ha ordinato che non vengano mandati nella Siberia di Alfano, ma in una Siberia più divertente. Come si vede i principi di umanità si fanno strada anche in Russia.

A questo punto il viaggiatore avrà visitato tutta l'Esposizione, ma se le montagne russe gli avessero acceso il desiderio delle ascensioni alpinistiche potrà tentare la salita al Monte Napoleone e a quello della vetta più frequentata dai touristes, del Monte di Pietà.

Il Monte di Pietà gli metterà sotto gli occhi la questione economica. La questione economica è cittadina e internazionale. Cittadina per i milanesi, internazionale per gli stranieri: tedeschi, francesi, spagnuoli, austro-ungarici, lapponi, abissini, circassi e lodigiani. Per i Milanesi la questione economica è trattata nella seguente lettera su

Le spese all'Esposizione. Caro Gaetano, Finalmente l'Esposizione è aperta! Non puoi immaginarti che consolazione stia racchiusa in queste parole per ogni vero milanese. L'Esposizione è aperta! Da due anni non si parlava che di questa apertura, in casa mia era il discorso cotidiano, la preoccupazione maggiore. Adesso si può respirare più liberamente perchè ci furono dei momenti di dubbio angoscioso. Qualche volta, quando si vedeva che la carne, il cu?prezzo era molto cresciuto, accennava a costare un poco . meno, quando tornavo a casa trovavo mia moglie, le mie figlie, i miei figli, mia suocera, la serva, tutti desolati che mi dicevano: " L'Esposizione sta per andare a monte! la carne cala! ". Mia moglie era più di tutti preoccupata per questo pericolo. Ma il giorno dopo la carne cresceva di nuovo, e il viso della consorte raggiava di interna soddisfazione. Adesso i dubbi sono dileguati, e a casa mia è una festa continua. Perchè si ha un bell'essere scettici, ma quando ti senti cittadino di una città, per ragioni di nascita legittimi, e questa città ti mette in piedi un affare di questo genere, con la lotteria di un milione, il faro, la previdenza, i trasporti retrospettivi, bisogna essere di macigno per non provare quel senso di orgoglio che ti fa dire ai forestieri che incontri: "Io e l'Esposizione siamo concittadini ". L'unico dolore che io provo è questo : cne tu, amico mio, sei nato a Vercelli, e l'Esposizione se vuoi vederla, ti costa salata : spese di viaggio, albergo, ecc., ecc., mentre io, avendola così a portata di piede, non ho che da fare una passeggiata e ci vado gratis. Convengo che in questo c'entra la mia fortuna; sono nato milanese, che è come nascere con la camicia. Non lo nego, ;,e me ne frego le mani, con tutti i miei cari, dalla mattina alla sera. Ma tu sei uno spirito critico e mi par di sentirti dire : a Poche righe prima mi hai annunziato che la carne costa di più ». Ebbene? Cosa vuoi dire? Vorresti forse trarne le conseguenze che anche a me l'Esposizione costa dei danari? Ma va là, sofista! Prima di tutto, la carne è carne, e non so vedere che rapporti ci siano tra la coscia di manzo e i trasporti retrospettivi : se io spendo di più per mangiare un pezzo d'arrosto, il biglietto d'ingresso alla mostra non mi costa un soldo. di più. Bisogna separare i generi; da una parte si fa il bilancio dei generi alimentari, dall'altra quello dei generi diversi e di sollazzo; e nei generi diversi metto i mariti che durante l'Esposizione spero di trovare per le mie quattro figlie; le quali, se trovano marito, sarà una bella consolazione per un padre che le ha portate con dolore per nove mesi nelle viscere della moglie, e le ha tirate su a forza di sacrifici. Se poi i mariti non si trovano, capirai cne e sempre una bella consolazione per un genitore vedersi d'intorno le proprie figlie, senza che un estraneo se le porti via, magari per maltrattarle e fare una aberrazione. Il caso Olivo dovrebbe mettere in guardia quei padri che hanno troppa smania di collocare la loro prole. E poi, lascia che la carne cresca. E una fortuna. Meno carne mangi meglio è per la tua salute. Io ringrazio il Signore che tacendo sorgere questa Esposizione mi ha imposto per ragioni economiche di mangiare meno animale che è possibile. La salute sta, mio caro, nel vegetarianismo. E poi bisogna avere il culto dell'equilibrio. Se si fosse alzato solo il prezzo della carne, ti direi : « Hai ragione! » Ci sarebbe una sproporzione tra il costo degli altri alimenti e quello del manzo, vitello, ecc. Tu avresti la coscienza d'una violenza che ti impongono, d'una specie di tassa che devi pagare. Ma ai nostri tempi tutto va bene, e bisognerebbe passare le ore benedicendo la Divina Provvidenza che ti ha partorito per il 906 invece che, per esempio, ai tempi di Caligola e di Federico Barbarossa. L'Esposizione ha fatto crescere tutto; costerà di più la carne ; ma costeranno di più anche le uova quindi hai la ripercussione consolante che devono costare di più anche le galline; costa di più il pane, quindi non hai il dolore di consumare un pezzo di carne che ha un grande valore assieme ad un pezzo di pane che non vale niente. Sia lode a Dio, tanto la carne che il pane ti costano un occhio della testa e tu hai il senso d'una armonia economica-nutritiva che ti riempie di dignità. E poi diciamolo francamente: era ora di finirla con i privilegi! Questi dannati signori erano capaci di spenderti cento lire in un pranzo, mentre noi, povera gente, ci dovevamo limitare a consumare poche lire di cibo! Ti assicuro che io ero così indignato da sentirmi alla vigilia di far la rivoluzione sociale, o per lo meno, per certi riguardi di famiglia, la rivoluzione francese. Invece questa benedetta Esposizione mette le cose a posto. Ah i signori mangiano cibi di gran valore? Bene: cresce la carne, crescono le uova, cresce il vino, cresce il pane, crescono le frutta, anch'io, se devo mangiare, devo pagare il vitto a peso d'oro. L'eguaglianza si ristabilisce; i privilegi sono aboliti. E quando trovi che per merito dell'Esposizione spendi in un giorno quello che avresti speso prima in una settimana, uno scatto di commozione ti piglia alla gola, senti che, finalmente, a Milano, non ci sono più Bastiglie da demolire, e siamo tutti fratelli! Era ora, per Dio! Ma tu che in fondo sei Mefistofelico stai per dirmi: — E il rincaro degli affitti, dove me lo metti? Guardami in faccia e allibisci! Vedi? Io sorrido. Sì, è vero : gli affitti rincarano, ma non dimenticare il guadagno che tu puoi fare durante l'Esposizione affittando delle camere. Io ho già deciso di affittare la mia camera da letto, quella da pranzo e la camera di mia suocera. Metti pure che non mi diano che due franchi al giorno per 'stanza. Sono 180 franchi al mese. Ti par poco? Ecco che l'aumento del fitto è coperto, anzi ci sono sopra. Ah questa Esposizione è una gran gioia. Io per l'inverno prossimo ho bisogno di un paletot. Chi melo fa? L'Esposizione. Mia suocera ha bisogno di farsi accomodare la dentiera. In un'altra città sarebbe impossibile. Ma la mia fortuna m i fa nascere a.Milano; a Milano si fa l'Esposizione, io affitto le stanze, e la dentiera c'è. Non ti noto poi gli acquisti che farò in calze, scarpe, veli per le mie figlie; il grembiale che regalerò con grande munificenza alla mia serva! Vedi? Tutto per l'Esposizione! E poi dovrei lagnarmi perchè mi crescono un poco il fitto ! Ma anzi trovo che è bello, che è nobile, che è giusto, che è, ;diremo, reciproco tra me e il padrone di casa. Ecco le considerazioni per le quali benedico l'Esposizione. Ho torto o ragione ? Ti abbraccio. Tuo BARTOLOMEO. NB. — Apprendo ora che il padrone di casa, pur mantenendo l'aumento del fitto, per non sembrare incoerente, mi proibisce di affittare stanze. Sono fuori di me dalla gioia! Pensa! Avrei dovuto ridurmi a dormire in cucina per lasciar libera la mia stanza da letto! E invece durante tutta l'Esposizione dormirò placido sul mio talamo ! Ti pare che ciò non compensi dell'aumento del fitto? E il piacere di non vederti per casa dei forestieri, degli sconosciuti? Ah, Gaetano, come è bella la vita! Com'è bella l'Esposizione! Ti riabbraccio. Tuo BARTOLOMEO. Come si vede non c'è male, grazie. Il visitatore che ha visto tutta l'Esposizione, ha aumentato la sua cultura; ha raccolto una quantità di materiale sufficiente per scrivere le sue memorie. Eppure egli è afflitto ! Noi lo vediamo! La disperazione gli si è annidata nel cuore, egli medita il suicidio. Ecco, va per le vie gridando: - L'ho vista! L'ho vista! Che cosa mi resta? - Che cosa ti resta sciagurato? Rivederla ancora, perchè la sapienza delle genti sta nel ritornare all'Esposizione dove ti sei divertito, come insegna anche l'inclita Nice; La corsa che è finita mi lascia affranto e stanco : mi volto sopra un fianco in preda al sonno e al duol. Na la mia Nice ardita mi dice: — « Su t'affretta, a un uom che si rispetta poco è un ingresso sol. » ARRIVO. Viene a veder la festa del lavoro Pien d'entusiasmo e di marenghi d'oro P A R T E N Z A. E torna via senza aver visto tutto Col muso lungo e il portafoglio asciutto. APPENDICE Consigli a chi prende camere in affitto durante l'Esposizione.


I signori forestieri che vengono a visitare l'Esposizione abbiano l'accortezza di essere piccoli di statura. Data la capacità delle stanze che vengono affittate a 60, a 70, a 80, a 100 lire al mese, non è possibile abitarvi se si supera il metro e trenta d'altezza. Altrimenti saranno costretti a prendere due o tre stanze o a pagarle più di 100 lire l'una. Aspettino dunque a nascere a Esposizione chiusa. Se però dispongono di 100 000 lire di rendita, possono anche permettersi uno sviluppo da corazziere.

Quelli che andranno ad alloggiare negli hòtels di legno costruiti lungo il Redefossi, abbiano grande attenzione di non sbagliare stanza. In ciascuno di quegli hòtels ci sono delle centinaia di stanze una vicina all'altra. Per trovare la propria c'è un sistema semplicissimo : si entra in tutte le stanze ; quella dove c'è già il letto occupato da qualche persona, non è la stanza propria, e la si abbandona per visitare le successive. Verificare però attentamente il sesso della persona che è nel letto. Se questa persona fosse di sesso femminile potrebbe darsi che fosse la propria moglie, e allora si può fermarsi nella stanza.

Sarà bene che il viaggiatore che va ad abitare in una di queste stanze prenda con sè un servitore, con l'incarico di svegliarlo ogni dieci minuti. Quest'operazione ha lo scopo di impedire che il viaggiatore — data la temperatura che farà in giugno, luglio e agosto — si svegli alla mattina cotto. Invece, svegliandosi ogni pochi minuti e ventilandosi opportunamente, resterà sempre a mezza cottura.

Se il viaggiatore sentirà dei rumori sopra la sua testa o attraverso le pareti, rumori che non lo lasciano dormire, ha profondamente torto di arrabbiarsi. Non si tratta nè di ladri, nè di assassini, nè di dinamitardi ; ma solamente di viaggiatori che entrano nelle loro stanze, come c'è entrato lui. Le pareti di legno sono sonore. Ma tacciamo osservare che per cinque lire al giorno il viaggiatore non può mica pretendere delle pareti d'oro.

Il viaggiatore che avesse le gambe più lunghe della stanza abbia l'accortezza di mettere i piedi fuori della porta che dà sui corridoi interni : si guardi bene dal metterli fuori dalla finestra, perchè potrebbe passare qualche malintenzionato e fargli il solletico sotto le piante, producendogli magari la morte. Ciò che lo costringerebbe alla spesa dei funerali, che in epoca di Esposizione saranno carissimi.

Se proprio, per una ragione o per l'altra, il forestiero non potesse dormire, faccia un buco nel pavimento e vi cali attraverso un amo per pescare nel Redefossi. Nella pesca si attenga alle tinche, ai lucci, ai salmoni. Eviti con cura i pescicani che potrebbero fargli del male.

Se nelle stanze penetreranno in quantità le zanzare, non si spaventi il forestiero. Il prezzo della stanza resta lo stesso. Le zanzare sono fornite gratis. E se avrà pia-cere di ucciderle, potrà farlo senza pagare il permesso di caccia.

Un ultimo avvertimento. Se anche le facciate degli hòtels sul Redefossi sono decorate con pittura ed ornati, il forestiero non ha da credere che quella sia l'Esposizione di Belle Arti. I CONGRESSI Introduzione. Avremo dunque a Milano, durante l'Esposizione, un centinaio di Congressi: Ella, egregio forestiero, che ci legge e, com'è giusto, cerca nella nostra Guida lumi e consigli, ella è certamente un congressista. No? Possibile? Ma come? Ella è disposta a contentarsi del solito ribasso ferroviario del 40 %? Ella rinuncia, a cuor leggero, al vermouth d'onore che il nostro Comune le offrirebbe tanto volentieri con la sua consueta municipificenza? Ella trascura un'occasione, forse unica nella sua vita, di essere nominato Presidente onorario di qualche cosa? Ella, che forse non conosce i nostri laghi, oppure li ha visitati convogliando seco la moglie, i pargoli e la serva, pagando il biglietto e la colazione per tutti, ella non vuol dunque godere l'immancabile gita gratuita sul battello-salon, con l'annesso luncheon (sa cos'è) e sopratutto con quella cara libertà che si gusta viaggiando in compagnia di persone affatto sconosciute? Caro signore! Faccia a modo nostro, se è ancora in tempo: si metta d'accordo con una dozzina di individui come lei e organizzi un Congresso qualunque ; per esempio, quello degli Ingenui. Vedrà che non riuscirà certamente il più sciocco di tutti.


Dei Congressi in generale. Intendiamoci: non si è voluto dire che i Congressi saranno in gran parte stupidi o inutili. Tutt'altro! Non solamente i popoli, ma anche gli albergatori se ne ripromettono grandi vantaggi, e chi vivrà ancora nel 1907 si accorgerà di sicuro della poderosa spinta che il carro del progresso avrà ricevuto da quei geniali convegni. Ma del resto, a che perdersi in inutili disquisizioni, direm così, metafisiche, le quali non sarebbero forse alla portata di tutti i nostri lettori? Preferiamo di sostenere il nostro assunto col darvi un'idea di alcuni Congressi in particolare. a) DI MEDICI-CHIRURGHI. (INTERNAZIONALE).

Il Presidente, dopo aver ricordato con calde parole che la sola vera scienza è la Medicina, dichiarerà aperta la discussione. Le teorie scientifiche, che abbiano compiuto i vent'anni d'età, saranno demolite, ma con riguardo, numerandone i pezzi per poterle ricomporre fra un altro ventennio. Il celebre prof. Esculappi, dell'università di Caprino Bergamasco, comunicherà, fra un uragano di applausi, la sua scoperta di un nuovo infallibile siero antitubercolare, del quale sarà dolente di non poter, pel momento, far conoscere la ricetta, ma che si potrà acquistare da chiunque al mite prezzo di L. 2000 al tubetto. L'eminente operatore prof. von Hyppocraten dell'Università di Halle, esporrà un suo sistema speciale di cura radicale chirurgica dell'emicrania mediante resezione dell'osso del collo. Tale operazione, da lui più volte brillantemente eseguita, sembra d'effetto sicuro, poichè le sofferenze scompaiono come per incanto. Però l'inopportuno decesso dei pazienti obbliga l'oratore a confessare che l'invenzione abbisogna ancora di qualche ritocco. Vivo entusiasmo; i più vicini abbracceranno piangendo il clinico illustre. Infine il prof. Galen, di Chicago, riferirà l'ultima parola della moderna biologia, secondo la quale il vitto giornaliero dell'uomo normale deve consistere in un uovo à la come, un cavourrino e una nespola, il tutto ben masticato per due o tre ore. L'oratore sarà portato in trionfo, dopo di che un fraterno banchetto di otto portate riunirà i lumi-nari della Scienza e della Filantropia.

b) DI PRODUTTORI DI MELANZANE. (NAZIONALE). Una grave questione dividerà da principio gli animi di questi benemeriti Congressisti : se cioè la melanzana prosperi meglio col sussidio dei concimi chimici, oppure con quello del cessino liquido. Dopo tre giorni di lotta accanita, durante i quali gli oratori si scambieranno gli epiteti di "utopisti" e di "oscurantisti" si adotterà una energica deliberazione sospensiva. Infine la votazione unanime del seguente ordine del giorno ricondurrà la pace e la concordia nell'agitato Congresso: I produttori italiani di melanzane, senza perdere di vista la radiosa meta finale, che è la Melanzana Obbli- gatoria, deplorano l'inerzia del Governo, che non incoraggia le più sane iniziative del Paese e fanno voti perchè, da oggi in avanti, la Melanzana, costituisca la base dell'alimentazione dei soldati, dei marinai, dei carcerati e dei giornalisti ufficiosi.

c) DEI CAPITENDENZE SOCIALISTI. (NAZIONALE).

Nella mente degli organizzatori questo Congresso doveva essere internazionale. Ma si dovette rinunciare al grandioso progetto per ragioni di spazio: se tutti i capi delle varie tendenze fossero intervenuti, nessun locale, per quanto vasto, avrebbe potuto ospitarli. Sarà diviso in tre grandi sezioni : Tranquilli, Agitati e Furiosi. Ai congressisti, a cura del Municipio, sarà offerta una doccia d'onore. Il servizio di Croce Rossa sarà diretto dagli illustri professori Gonzales e Venanzio. Dopo una settimana di serena discussione, i superstiti ancora in grado di reggersi in piedi proclamano solennemente l'unità del Partito Socialista.

d) DI INTAGLIATORI DI CASTAGNE AMARE. Sarà costituito in gran parte da impiegati governativi in pensione, dotati di facoltà artistiche naturali. Si avviserà ai mezzi più opportuni per ottenere una sala speciale alla biennale di Venezia, nonchè per sottrarsi ai danni prodotti dalla camorra imperante nelle Giurie e nelle Accademie. Non mancherà qualche diverbio fra i rappresentanti più autorevoli della scuola di Cuneo e quelli della scuola Tirolese. Ma poi, in pieno accordo, i congressisti si impegneranno reciprocamente a diffondere il gusto per questo ramo dell'arte, il quale permette alle più modeste classi sociali di ornare le abitazioni con ninnoli simpatici, che imitano l'avorio in modo sorprendente. Si chiuderà con una esposizioncina senza pretese ed avrà il primo premio una squisita opera di temperino lombardo, rappresentante la testa di Marco Praga, fatta a memoria, ma somigliantissima.