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Milano in Omnibus per Brigola Editore MILANO PERCORSA IN OMNIBUS. Guida per chi vuol visitare con poco dispendio di tempo e denaro, tutto quanto di più rimarchevole offre questa città.

COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA

MILANO - PRESSO GAETANO BRIGOLA Editore Librajo- 1871 Sotto tutela della Legge 25 giugno 1865, Num. 2337. Tip. Bernardoni. AL LETTORE. Le ferrovie, recando facilità ed economia di tempo nel viaggiare, fecero sentire il bisogno di Guide delle varie città, che in poche pagine offrissero non solo la descrizione storica ed artistica di esse, ma le presentassero benanco sotto l'aspetto del loro soggiorno e della loro indole; in modo che il viaggiatore potesse in pochi giorni farsi un concetto giusto del paese visitato. — Le Guide, che sino ad oggi esistettero, non si prestavano a quest'ufficio, e, limitandosi alla descrizione artistica, lasciavano al viaggiatore il cómpito di formare un apprezzamento, che il più delle volte non era ragionato, vuoi per la troppa rapida corsa fatta in luogo, vuoi per inscienza degli usi e dei costumi di esso. — Questo bisogno fece nascere nel sottoscritto l'idea di compilare all'uopo all'uopo una nuova Guida di Milano, resa tanto più necessaria in quanto che, dopo la emancipazione dallo straniero, l' attività e l'indole de' suoi abitanti la portarono a floridezza e comodità tali da poter rivaleggiare colle più grandi metropoli d'Europa. — Il limite tracciatoci però e la novità di molte cose descritte potranno forse aver fatto cadere il compilatore in alcune inesattezze alle quali potrà in seguito rimediare se il favore del pubblico lo incoraggerà a fare una seconda edizione.

Milano, maggio 1871. G. B. CENNO STORICO. Circa seicento anni prima dell'êra volgare una moltitudine di gente, composta di guerrieri , di donne e di fanciulli, spinta dalla scarsezza dei viveri a mutare paese, colla guida di Belloveso, uscì dalla Gallia, in oggi Francia, e, valicate le Alpi , giunse nell' Insubria. Combattuti e vinti i popoli che l'abitavano, Belloveso si stabilì nella terra chiusa tra i due fiumi Ticino ed Adda , e gettò le fondamenta d' un villaggio chiamandolo Milano. — L'origine di questa parola si cercò di spiegare in molte maniere ; e noi, senza partecipare in tutto alla smania, che in oggi è rinata in alcuni, di cercare cioè ogni derivazione nel celtico, non peritiamo ad ammettere che il nome Milano sorse dall' idioma dei Celti, e cioè da Med e Lan, o la terra ubertosa. — Le vecchie leggende dei duci Medo ed Olano, del in medio amnium, del in medio lanae e simili non sono più ammissibili dalla buona critica filologica. — A poco a poco Milano si aumentò in numero degli abitanti e degli edifici; e il meschino villaggio divenne col progresso del tempo città. vasta e popolosa. - Scorsi erano quattrocento anni dalla fondazione di essa città, quando i Romani, varcati gli Appennini, e passato il Po in prima sotto il comando del console Flaminio, poi di Marcello suo successore, dal 223 al 225 prima dell'éra volgare, con segnalate vittorie si resero padroni di tutta l'Insubria fino alle Alpi ; e fu vera conquista opima per la ubertà della terra acquistata. — I Romani chiamarono il paese vinto Gallia Cisalpina , ossia al di qua delle Alpi, e lo dissero altresì Gallia Togata , perchè gli abitanti, deposto il rozzo saio gallico, avevano adottata la toga romana. — Milano sotto il regime dei nuovi dominatori migliorò d' assai. L' asciugamento di molte paludi rese l' aria più salubre e più fertili i terreni che la circondavano. Il popolo imparò quelle arti e quei mestieri che dirozzano e che sono necessari alla vita. — La città crebbe, e, già aggregato di meschini casolari di legno, si andò abbellendo di edifici di pietra. — Gli imperatori romani vi ebbero lunga stanza, per la sua collocazione opportuna ad operazioni militari contro i popoli del Settentrione, i quali erano una minaccia perenne per la Gallia Cisalpina. Massimiano Erculeo abbattè la siepe che serviva di prima cerchia alla città celtica, che ci viene ricordata dal nome della Via Andegari, AndeGar, che corrisponde al nostro idioma a siepe di biancospini, ed eresse solide mura che giravano per due miglia con nove porte. La porta Romana aprivasi a S. Vittorello , presso la Via Unione ; l' Erculea alla Maddalena, presso Sant' Eufemia ; la Giovia a San Vicenzino , presso il Foro Bonaparte; la Ticinese , o Marzia, al Carrobbio ; la Comasina a San Marcellino ; la Nuova alla Croce Rossa ; la Tosa a San Zeno ; l' Argentea od Orientale, presso San Babila , e la Vercellina presso la chiesa di Santa Maria alla Porta. Sotto Costantino, Milano toccò l'apice del suo splendore; avvegnachè avendo quell' imperatore divisa l' Italia in due regioni, Milano fu dichiarata metropoli della settentrionale , che comprendeva sette provincie dalle Alpi fino alla Istria, e destinata a residenza di un governatore col titolo di Vicario dell' Italia. Le mura romane durarono fino al nono secolo, allorchè l' arcivescovo Ansperto ne operò il ristauro e l'ampliamento, fra le porte Ticinese e Vercellina, costruendo un nuovo muro che dal Carrobbio seguiva le Vie del Circo e del Cappuccio, e girava poi a destra per ricongiunger-si all' antica cerchia in vicinanza della Porta Vercellina. — Per tre secoli rimasero ognora come le aveva ampliate Ansperto; quando il Comune di Milano entrò in lotta con Federico Barbarossa. A premunire la città contro quell'imperatore, i Milanesi pensarono, fin dal 1156, di cingerla di un valido fossato, e precisamente quello per cui ora scorre il Naviglio. Della terra cavata nel fare la fossa , se ne formarono nel 1167 i bastioni nel luogo che fino ai nostri giorni conservò il nome di Terraggio. — Nella prima metà del secolo XIV (1330-38), Azzone Visconti rafforzò i Terraggi con un muro , mantenendo però inalterato il circuito della città, che continuò dove si trova il Naviglio interno, ed aveva gli ingressi ai ponti, che descrissero fino all'anno 1866, colla denominazione di Borghi, la parte di città al di là del fossato. Allorchè nel secolo XV fu costruito il Naviglio della Martesana, il fossato fu ristretto , e la metà interna di esso fu convertita poi ad uso di magazzeni di pietre o di legnami, chiamati col nome di sciostra o claustra, perchè rinchiusi fra il muro di Azzone e la fossa. — L'antica larghezza di questa fossa può facilmente anch'oggi comprendersi nel sito degli Archi di Porta Nuova , misurando Io spazio che è fra le torri e la riva esterna del canale rimasta inalterata. — Il terzo ed ultimo ingrandimento fu decretato da Ferrante Gonzaga; governatore del bucato di Milano per l' imperatore Carlo V. Le mura spagnuole , oggi accessibili alle carrozze , e convertite ad uso di pubblico passeggio, furono incominciate nell'anno 1546, presso la distrutta chiesa di S. Dionigi. Milano, dopo i Romani, venne mano mano governata dai Goti, dai Longobardi, dai Franchi, dai Re d' Italia e dagli Imperatori di Germania. Dopo la guerra dei Valvassori, si costituì in Repubblica (1044). Soccombuta questa forma di governo, ebbe a signori i Torriani, i Visconti ; indi si formò di nuovo in Repubblica, detta di Sant' Ambrogio. Si diede poscia agli Sforza ; indi cadde in potere dei Francesi, degli Spagnuoli, degli Austriaci, dei Gallo-Sardi e di nuovo degli Austriaci. — Nello scorcio del secolo passato, 1797, fu centro della Repubblica Cisalpina, che nel 1802 si tramutò in Repubblica Italiana. — Nel 1805 , creato il Regno d'Italia, ne divenne la metropoli. — Nel 1815 Milano, ritornata sotto l'austriaca dominazione, fu sede del regno Lombardo-Veneto. — Nel marzo 1848, cacciati gli Austriaci, si formò dai cittadini un governo provvisorio; ma nell' agosto di quello stesso anno ricadde in possesso degli Austriaci, che la governarono fino al 4 giugno 1859. Fu allora unita aI regno sabaudo , e nel 1861 divenne parte del nuovo Regno d'Italia. Nel volgere di secoli e di mutamenti di dominazioni, di guerre e di morie, ebbe Milano a subire molte vicende , e giorni di ristrettezze e di sciagure ; ma la ricchezza del suolo e la industria de' suoi abitatori sempre la fecero risorgere, e ne tennero alta la rinomanza. Ora essa è riputata la seconda metropoli della gran madre , l' Italia. Marzo 1371. FELICE VENOSTA. AVVERTENZA.

La Stazione principale della Società Anonima degli Omnibus è in Piazza del Duomo con apposita sala d'aspetto, ove si può lasciare in deposito i propri effetti. L' Impresa degli Omnibus Antonio Vismara ha la propria Stazione alla Porta Ticinese. L' Impresa Michele Lissoni ha la stazione in Piazza Fontana , ove ha pur sede l'Impresa Gaetano Lissoni.

TARIFFE DEGLI OMNIBUS .

Per una corsa tra la Piazza del Duomo ed una delle Porte della città indicate o viceversa L. — 10 Per una corsa degli Oumibue in servizio delle ferrovie tra la Piazza del Duomo e la Stazione Centrale, o quella di Vigevano L — 25 Per un bagaglio della dimensione non maggiore di centimetri 60 L — 25 Per ogni bagaglio di maggior dimensione L — 50 LINEE PERCORSE DALLE VETTURE OMMIBUS DELLA SOCIETA' ANONIMA (Veggasi la pianta della Città in fine della Guida).

DALLA PIAZZA DEL DUOMO ALLA PORTA VENEZIA Linea A – Colore Rosso: Piazza del Duomo, Corso Vittorio Emanuele, Corso Venezia alla Porta.

DALLA PIAZZA DEL DUOMO ALLA PORTA NUOVA. Linea B – Colore Azzurro: 1. Piazza del Duomo, via Carlo Alberto , via S. Margherita , Piazza del Teatro alla Scala, via del Giardino, via Fate-bene-fratelli, Corso di Porta Nuova, alla Porta. 2. Piazza del Duomo, via S. Radegonda, Piazza S. Fedele , via delle Case Rotte, Piazza del Teatro alla Scala, via di S. Giuseppe , via di Brera, via Solferino , via Castelfidardo alla Porta Nuova.

DALLA PIAZZA DEL DUOMO ALLA BARRIERA PRINC.e UMBERTO. Linea C – Colore Terraceo: Piazza del Duomo, Corso Vittorio Emanuele, via Monte Napoleone, via del Giardino , Piazza Cavour , via Principe Umberto alla Barriera. DALLA PIAZZA DEL DUOMO ALLA PORTA TENAGLIA. Linea D – Colore Violaceo: Piazza del Duomo, via S. Radegonda, Piazza S. Fedele, via delle Case rotte, Piazza del Teatro alla Scala, via di S. Giuseppe, via dell' Orso, Ponte Vetero, Corso Garibaldi, via dell'Anfiteatro, via Legnano alla Porta Tenaglia.

DALLA PIAZZA DEL DUOMO ALLA PORTA MAGENTA. Linea E – Colore Giallo: Piazza del Duomo, via Carlo Alberto , Piazza Mercanti , via Fustagnari, Cordusio, via di S. Maria Segreta, via dei Meravigli , via di S. Maria alla Porta, Corso Magenta alla Porta.

DALLA PIAZZA DEL DUOMO ALLA PIAZZA DI SAN VITTORE. Linea F – Colore Verde: Piazza del Duomo, via Torino, via Spadari, via Armorari, via Boschetto, Cinque Vie, via di S. Maria Podone, via S. Orsola, via del Cappuccio, via S. Valeria, Piazza di S. Ambrogio , via S. Vittore alla Piazza. DALLA PIAZZA DEL DUOMO ALLA PORTA ROMANA. Linea G – Colore Arancio: Piazza del Duomo, via dei Cappellari, via dei Rastrelli, via Larga , via Velasca , Corso di Porta Romana alla Porta.

DALLA PIAZZA DEL DUOMO ALLA PORTA VITTORIA. Linea H – Colore Ceruleo: Piazza del Duomo, Corso Vittorio Emanuele, via del Palazzo di Giustizia (quanto prima si chiamerà Beccaria), via di S. Zeno, Verziere, via di S. Pietro in Gessate , Corso di Porta Vittoria alla Porta.

DALLA PORTA TICINESE ALLA PORTA GARIBALDI. Linea I – Colore Rosa: Corso di Porta Ticinese, Carrobbio , via Torino, Piazza del Duomo, via Carlo Alberto, Piazza dei Mercanti, via dei Fustagnari, Cordusio, via Broletto, Ponte Vetero, Corso Garibaldi alla Porta.

NB. Le Imprese degli Omnibus Antonio Vismara, Michele e Gaetano Lissoni, accennate di sopra, percorrono linee già intrecciate dalla Società principale, che è l'Anonima. Linea A. (Colore rosso — Porta Venezia).

MONUMENTI EDIFICI RIMARCHEVOLI, ECC.

Palazzo di Corte (Si può visitare nelle ore del giorno ). Arcivescovado. Piazza Fontana. Palazzo del Duomo. Galleria Vittorio Emanuele. Uomo di Pietra. Galleria De Cristoforis. Colonna di San Babila. Palazzo di Prefettura. Regio Conservatorio. Reale Collegio delle fanciulle. Seminario. Palazzo delle Assisie.

	Serbelloni.
	Ciani. Saporiti.

Barriera. Lazzaretto. Giardini Pubblici. Museo Civico. Villa Reale (Si può visitare nelle ore del giorno).

CHIESE.

Metropolitana e sue ricchezze. Di Campo Santo. Di San Carlo. Di San Babila. Della Passione. TEATRI.

Santa Radegonda. Teatro milanese.

ALBERGHI ANCHE CON SERVIZIO DI TAVOLA (*) Agnello. Ancora. Roma. Europa. Francia. Ville (De la) (Solo pranzo alla sera). Leone. Biscione (Piazza Fontana). (*) Cucina pronta a tutte le ore. — Pranzo alla carta ed a prezzo fisso, od a piacere.

PIAZZA DEL DUOMO.

La nuova Piazza del Duomo è in corso di esecuzione su disegno dell'architetto comm. Giuseppe Mengoni da Bologna. — I lavori vennero cominciati nel marzo 1870. Metropolitana. Fra i più celebri e rinomati edifici, non solo d' Italia , ma benanco d' Europa , è la nostra Cattedrale. Questa insigne chiesa ebbe principio l'anno 1386 al 15 marzo; venne innalzata sulle rovine della antica chiesa di Santa Maria Maggiore , o Duomo jemale , nel luogo ove era già il tempio pagano a Minerva. — Le fondamenta di essa furono fatte gettare da Gian Galezzo Visconti , signore di Milano, allo scopo di costruire un monumento che, nella sua magnificenza e gigantesca mole, attestasse la grandezza del suo potere. — Per la costruzione assegnò vistose rendite , e donò la copiosissima cava di marmi bianchi di Gandoglia, che trovasi presso il Lago Maggiore. — Ignorasi tuttodì quale ne sia stato l'architetto; ovvi però chi ne attribuisce il disegno al tedesco Enrico Gamodia, e chi allo svizzero Marco da Campione. — Il nostro Omodeo nel 1490 innalzava la massima aguglia. — Il Pellegrini, e quindi il Richini o Cerano disarmonizzarono collo stile greco-romano il carattere gotico del tempio nella facciata, che fu compiuta soltanto nel 1810 per ordine di Napoleone I dal Pollak e dall'Amati. — L' interno è a croce latina , diviso in cinque navate da 52 piloni sorreggenti la volta. La lunghezza dalla porta d' ingresso allo sfondo del coro è di metri 148; la larghezza nella croce di 87, e l'altezza alla statua della Madonna di 108. Dal piano al sommo della massima cupola si ascende per 328 gradini (*). — E bello dall'alto mirare la sottoposta marmorea mole, stupenda per le 116 guglie piramideggianti, per le 4000 e più statue , poi trafori, balaustrate e terrazzi, lavori di più secoli; ed intorno l'animato spettacolo della lombarda metropoli; e più lungi l' ubertoso agro (*) Si può salire sul Duomo mediante pagamento di una tassa di centesimi 25 per ogni persona da mezz' ora dopo 1'Ave Maria del mattino ad un' ora prima di quella della sera. Una disposizione dell'Autorità non permette che si abbia a salire da soli. milanese , dove la celebre Abbazia di Chiaravalle, e più remota la maestosa Certosa di Pavia, e il memorabile campo di battaglia di Magenta, e gli ameni colli della Brianza colla Rotonda del Cagnola, e infine la catena dei monti che trasportano il pensiero fra le delizie dei laghi di Como e di Lecco. — Nell' interno del Duomo, dove la luce penetra attraverso le vetriate dipinte, quali da artisti del 500, quali dai contemporanei Bertini, spiccano i monumenti eretti all'arcivescovo Ariberto, l' inventore del Carroccio; a Gian Giacomo de' Medici, che vuolsi disegno del Michelangelo con statue di bronzo di Leone Leoni; al Vimercate e al Caracciolo, del Bambaja , autore dell' altare della presentazione; a Ottone Giovanni Visconti; all'arcivescovo Arcimboldi; inoltre ammiransi l' urna di porfido del Battistero , le statue di Martino V e di Pio IV de' Medici , quella di San Bartolomeo dell'Agrati, i bassorilievi del capocroce allo svolto, e le statue del Bussola, la Madonna dell'albero del Buzzi, denominata dal ricco candelabro che sta dinanzi all' altare ; i pulpiti rivestiti di rame stonati da Andrea Pelizzone e sostenuti ciascuno da quattro cariatidi di bronzo; gli intagli degli stalli del coro, della cantoria; il tabernacolo all' altare maggiore , opera dei Solari lombardi e dono di Pio IV ; infine nella segrestia meridionale il Tesoro, e nella cripta o cappella sotterranea, la preziosa urna ove riposa la salma dell'arcivescovo S. Carlo. Nel principio del Duomo avvi una meridiana eseguita nella seconda metà del secolo passato sotto la direzione dell'illustre astronomo Boscovich, la cui perfezione subì qualche pregiudizio in occasione in cui si rifece il pavimento. Palazzo Reale. L'area ove ora sorge questo edificio era anticamente Il Broletto, o sede dell'autorità cittadina. Trasferito il Municipio nel 1228 in Piazza Mercanti , Matteo I Visconti converse quel luogo in palazzo ducale ; Azzone nel 1336 lo ornò; Galeazzo II lo rifabbricò, e Francesco Sforza lo abbellì. Il palazzo era al di fuori cinto da portici, rinforzati da quattro torrioni, e per una via sopra i tetti comunicava col privato palazzo del Visconti a S. Giovanni in Conca. Logorato dagli anni, fu nel 1662 modificato, per ordine del governatore Don Luigi de Gusman Ponza di Leon, dall'architetto Ambrogio Pessina con due grandi portici laterali, sui quali erano dipinti in medaglie i ritratti dei governatori di Milano. — L'arciduca Ferdinando lo fece rifabbricare tra gli anni 1772 al 1778, come è al presente dall' architetto Giuseppe Piermarini da Foligno , scolaro di Luigi Vanvitelli napoletano (*). Il palazzo è grandioso , e le stanze sono addobbate con lusso, adorne di bei damaschi, di stucchi e di pitture di Giocondo Albertolli , Knoller , Traballesi, Hayez, Palagi ; ma sopratutto di Andrea Appiani. Magnifica è la gran sala delle Cariatidi. — Nel 1796 vi furono posti gli uffici della Repubblica Cisalpina. — Nella maggior sala il giorno 9 luglio 1797 vi si diede il gran pranzo (*) Fu la prima opera del Piermarini in Milano. patriottico ai deputati di tutti i comuni di Lombardia, destinati a dare il loro voto a nome del popolo per la creazione della Repubblica Cisalpina. Soggiacque dopo il 1799 a varie desti-nazioni; finchè vi fu insediata il 24 giugno 1802 la sede del governo della Repubblica Italiana. — Creato il Regno d' Italia servì di abitazione al Vice-Re, principe Eugenio di Beauharnais; come poi lo fu dal 1818 al 1848 pel Vice-Re austriaco, l'arciduca Rainieri. — Oggi è di proprietà del Re. Al. palazzo reale è unita una chiesa dedicata a San Gottardo, pur fatta erigere da Azzone, la quale conserva tuttodì della sua antica costruzione in terra cotta e dello stile del XIV secolo, il poscoro e il campanile, il più bello della città, e dove fu posto nel 1336 dal Visconti il primo orologio a batteria che suonasse in Italia. Fu in diverse epoche rimodernata: vi sono pitture di Knoller e Traballesi. — Sulla soglia di questo tempio, la mattina del 16 maggio 1412, veniva pugnalato il duca Giovanni Maria Visconti , il quale, a soli 20 anni , si era già mostrato uno dei più atroci tiranni. Arcivescovado. — Il primitivo edificio fu di-strutto da Attila, e rialzato quindi nel 573 dal metropolita Lorenzo II; atterrato ancora dal Barbarossa, venne ricostruito nel 1178, dopo il trionfo di Legnano, dall'arcivescovo Galdino, e reso più agiato da Giovanni Visconti, e più ancora nell' anno 1494 da Guido Antonio Arcimboldi. —. Nel 1565 San Carlo Borromeo lo compì per opera del Pellegrini , il quale architetto ideò il magnifico cortile con portici dorici sotto, e jonî sopra e la porta bugnata verso la via delle Ore , e l' altra verso il Duomo. — Del Pellegrini è anche la bella scuderia di forma decagona a tre piani. Il cortile verso la Piazza Fontana è opera di Fabio Mangone, fatta eseguire dal cardinale Federico Borromeo. — Nel 1797 vennero sloggiati i preti, e vi fu insediato mi Consiglio militare francese , unitamente alle carceri pei detenuti francesi e cisalpini, e verso la fine del 1798 vi risiedette il Comitato di Polizia. — Dal 1799 in avanti ritornò esclusiva sede degli arcivescovi. — Nel cortile del Pellegrini veggonsi ora due magnifiche statue colossali, il Mosè di A. Tandardini e l'Aronne di G. Stilizza. Nelle stanze Arcivescovili vi è una Galleria di quadri fondata dai cardinali Monti e Pozzobonelli. Piazza Fontana. — A questa Piazza si diede il nome di Fontana, allorchè nel 1780 venne abbellita e lastricata , ponendovisi nel mezzo la fontana di granito rosso , ridotto a lucido , disegno di Piermarini , con due bellissime Sirene di marmo bianco di Carrara, opera di Giuseppe Franchi carrarese, celebre professore di scultura nell'Accademia di Belle Arti. — L' acqua per l' alimento della fontana si trae dal canale Seveso, che scorre di sotto la città, per mezzo di una ruota mossa continuamente dalle acque medesime del Seveso. — Questo luogo era il Viridarium degli antichi , e , se si deve credere al Fiamma , vi era un vasto giardino, nel mezzo del quale i Gentili veneravano la statua della dea Februa , quale oracolo a cui ricorrevano per le predizioni sopra l' esito della guerra. Nell' anno 1864, idi primavera, fa abbellita da verdi zolle ed alberi e sedili a cura del Municipio. Palazzo della fabbrica del Duomo. — A tergo della Metropolitana ovvi il palazzo sede dell' Amministrazione della fabbrica del Duomo. Venne eretto su disegno dell'architetto Pietro Pestagalli dopo l' anno 1845. — La facciata a colonne ne è grandiosa. — Nell' interno del palazzo trovasi la piccola chiesa dell'Annunziata, detta di Campo Santo, perchè nel medio evo in questo luogo eravi un cimitero. — Sull'altare si vede un basso rilievo di marmo di fabbrica che doveva essere posto ad ornamento della porta settentrionale della Metropolitana. In questa Piazza si esponeva nel medio evo, in tempo di pace, il famoso Carroccio. Teatro Santa Radegonda. — Qui presso, nella via omonima, è il teatro di Santa Radegonda costruito nel 1850, sull' area di una sala che serviva a pubblici trattenimenti , con disegno dell'architetto Giacomo Moraglia. Ivi era l'antica chiesa di Santa Radegonda, demolita nel 1783, nel cui spazio veniva eretto verso il 1803 un teatro per marionette dalla signora Anastasia Franzini , vedova Barbini in società con Carlo Re, e quindi convertito dalla sola Barbini in teatro per opera o commedia circa l'anno 1810; e il vecchio teatro durò a tale uso per alcuni anni soltanto. Galleria Vittorio Emanuele. — I lavori di questa Galleria, unica al mondo , vennero solennemente iniziati il 7 marzo 1865 , avendovi posta la prima pietra re Vittorio Emanuele. — L'architetto ne fu il comm. Giuseppe Mengoni. — La costruzione durò due anni e mezzo circa. Fu aperta al pubblico il 15 settembre 1867. — Misura metri 195 di lunghezza; metri 14, 50 di larghezza; all' ottagono la larghezza è di metri 39. La superficie totale dei fabbricati è di metri quadrati 8600. — L'altezza dei fabbricati è di metri 26; quella dal piano alla sommità dei vetri nelle braccia intorno all'ottagono è di metri 32, e di metri 50 l'altezza della cupola dell'ottagono. — Gli archi maggiori verso le Piazze del Duomo e della Scala hanno una luce di metri 24 per metri 12, 21; quelli d'ingresso verso le vie Silvio Pellico e Berchet metri 23 per metri 12. — Venticinque statue d'illustri italiani, eseguite da artisti milanesi , adornano gli ingressi e l'ottagono. Quattro affreschi veggonsi negli scompartimenti della volta dell'ottagono , larghi metri 15, alti 7, 50; e furono eseguiti: L'Europa, dal Petrasanta; L'Asia, dal Giuliano; L'Africa, dal Tagliano; L'America, dal Casnedi. Gli stessi egregi artisti eseguirono nei pennacchi dei due grandi archi laterali quattro figure ; sono all' arco verso la via Silvio Pellico : La Scienza, del Pagliano , e L'Industria, del Pietrasanta. All'arco verso la via Berchet: L'Arte, del Canedi , e L'Agricoltura, del Pagliano. In questa Galleria vi sono magnifici negozi, e i due più eleganti caffè di Milano (*).

DALLA PIAZZA DEL DUOMO

A PORTA VENEZIA.

Teatro milanese. — Questo teatro venne fondato dal dottor Carlo Righetti nell' anno 1869 per rappresentazioni in dialetto milanese ed operette buffe; è sotto gli auspici di un'Accademia, il cui presidente è il Sindaco di Milano, e conta fra i soci onorari illustrazioni dell' arte cittadina. — Il locale fu ridotto in forma di teatro a spese del fondatore su disegno dell'architetto Carlo Vismara; è molto elegante; possiede pitture pregevoli, fra le quali due quadri del Domenico Induno. — Pur bello è il telone, rappresentante Meneghino che cede il primato alla giovane Commedia milanese. L'Uomo di Pietra. — Sul Corso Vittorio Emanuele , all' altezza del primo piano della casa N. 29, evvi incastrata al muro un'antica statua molto digradata dal tempo, che il popolo designa col nome di Uomo di Pietra, e che rappresenta (*) Sulla prima pietra della Galleria sta incisa la seguente epigrafe:

VITTORIO EMANUELE RE D'ITALIA POSE 7 MARZO 1865 AUSPICE IL RE. MAGNANIMO DITE RIVENDICAVA L'ITALIA A LIBERTA' MILANO INIZIA LE GRANDI IMPRESE DEI. LAVORO E DELL'ARTE CHE NELLA LIBERTA' HANNO VITA RIGOGLIOSA E FECONDA. una persona togata. — Varie sono le opinioni intorno a questa statua; alcuni la vogliono attribuire a Cicerone, per essere scritta ai piedi una sentenza di questo oratore; altri a Mario, od a Cesare, ed altri ad Adelmano Menclozio, creato arcivescovo di Milano l'anno 948, per la vicinanza della di lui casa di abitazione, e per avere esso fatta in quel luogo fabbricare una chiesa, demolita nel 1787. Più probabile è l'asserto del Grazioli che la vuole di qualche console romano, che, benemerito di Milano, ha conseguito l'onore della statua. Chiesa di S. Carlo. — Sull' area dell' antica chiesa di Santa Maria dei Servi o del Sacco, che da ultimo era stata ridotta dalla gotica forma dal Pellegrini, si gettavano le fondamenta nell'anno 1838 della chiesa attuale di S. Carlo, che fu terminata nel 1851. Costò circa 3,000,000 di lire. Il disegno, non troppo felice, è dell'Amati. Dicontro alla chiesa evvi il grande Albergo della Ville, fabbricato non sono molti anni. Galleria De-Cristoforis. — Vicino alla chiesa di San Carlo vi è la Galleria De-Cristoforis. — Venne incominciata nell' anno 1830 , ed inaugurata nel 1832 con una sfarzosa festa da ballo in costume, data dall'arciduca vicere Rainieri. — L'elegante disegno è dell'architetto Andrea Pizzala; fu costruita sull'area di antico palazzo appartente al duca Serbelloni. Leone di Porta Venezia. — Il leone su di una colonna, che vedesi a destra nel principio del Corso di Porta Venezia risale al 1502, e fu eseguito a spese della città per volere del prefetto Catiliano Cotta. — La colonna venne eretta soltanto nel 1626 da Carlo Francesco Serbelloni. — Varie sono le asserzioni degli storici su questo monumento; alcuni opinano sia testimonio della vittoria riportata da Francesco I Sforza sui Veneti a Caravaggio ; altri lo stemma della Porta Orientale, che era uno stendardo bianco con lione nero. Chiesa di San Babila. — Sulle rovine dell'antico tempio del Sole venne innalzata la chiesa di San Babila. Subì una totale riforma nel 1588, e fu anco a' nostri giorni rimodernata. — La chiesa era anticamente fuori delle mura della città, le quali seguivano la linea delle due vicine vie del Monte Napoleone e Durini. Palazzo di Prefettura. — Nella vicina via di Monforte , che si trova a destra della chiesa di San Babila, evvi il palazzo della Regia Prefettura, residenza pure del Prefetto. — Il disegno di questo palazzo è di Giovanni Battista Diotti, che ne era proprietario. In una delle sue sale possiede pitture dell'Appiani. — L'attuale facciata venne costruita dipoi con disegno dell' architetto Pietro Gilardoni, e terminata nel 1818. Innanzi a questo edificio, già sede dei governatori austriaci, cominciò la gloriosa lotta delle cinque giornate del marzo 1848 , che finì colla cacciata degli Austriaci dalla città. Chiesa di Santa Maria della Passione. — La chiesa di Santa Maria della Passione , che trovasi nella vicina via del Conservatorio, fu fatta innalzare, in forma di croce greca, da Daniele Birago , arcivescovo di Mitilene (in partibus) nel 1485, e donata ai padri lateranensi. Il celebre scultore Cristoforo Solari, detto il Gobbo, eresse nel 1530 la grandiosa sua cupola. — Nel 1692 venne ridotto il tempio a croce latina. - La stravagante facciata fu disegnata dall'architetto Rusnati. — Questa chiesa ha peregrine pitture di Bernardino Luini , di Daniele Crespi, di Giulio Campi, di Cesare Procaccini, di Enea Salmeggia, di Gaudenzio Ferrari, ecc. Degno di ammirazione è il bellissimo monumento a Daniele Birago, opera del celebre Andrea Fusina, che lo eseguì nel 1495. Regio Conservatorio. — Presso la chiesa della Passione vi è il Regio Conservatorio di Musica, il cui edificio, già convento dei padri lateranensi, non offre nulla di rimarchevole. — Il Conservatorio fu istituito nel 1808 a spese del governo. Dell'antico refettorio si formò una elegante sala con palco ad uso di teatro , testè rimodernata, che serve per accademie vocali ed istrumentali. — Nel 1868 venne in esso creata una biblioteca musicale. Reale Collegio delle Fanciulle. — Nella via della Passione, vicinissima al Conservatorio, è il Reale Collegio delle Fanciulle. Fu esso fondato da Napoleone I, con decreto 18 settembre 1808 , e riformato nel 1861; quivi venne da altra sede trasportato soltanto nell' anno 1864. Vi sono stabiliti 24 posti gratuiti a vantaggio di fanciulle di famiglie civili, i cui genitori abbiano reso notevoli servigi allo Stato. — Il disegno del grandioso edificio è dell'architetto Besia; esso era prima proprietà del conte Archinti. Ritornando sul Corso Venezia per la via della Passione, e quindi lungo il Naviglio, troviamo il Seminario. — Il Seminario Maggiore fu fatto erigere sull' area di una casa di Umiliati nel 1570 da San Carlo Borromeo, su disegno di Giuseppe Meda, uomo di genio intraprendente e perseverante. — La Porta che dal Corso mette all' edificio fu aggiunta , circa un secolo dopo, dall' arcivescovo Alfonso Litta su disegno di Richini, fiancheggiato da maestose cariatidi, rappresentanti la Pietà e la Sapienza. — Il grandioso ed imponente cortile è degno di ammirazione per la sua vastità e bellezza; ha due ordini architravati l'uno sopra l'altro con colonne maestose binate , dorico il primo, jonico il secondo. Nel 1798 furono i seminaristi traslocati altrove , per porre in quell' edificio i prigionieri tedeschi; quindi nel 1799 i giovani requisiti per le milizie della Cisalpina. — Nel ritorno degli Imperiali fu rimesso in pristino. — Nel 1859 servì per qualche tempo di ospedale militare pei soldati feriti , austriaci e francesi. Casa Castiglioni. — Di contro al Seminario evvi la casa bramantesca ora del sig. Silvestri, e già di proprietà Stampa-Castiglioni, ed in origine dei marchesi Pirovano, indi degli Scaccabarozzi. — Questa casa, in oggi molto rovinata ed informe, si annovera solo per essere stata una delle prime fabbriche del Bramante, e di sua mano dipinta. Ove è il ponte sorgevano gli Archi o Portoni di Porta Orientale , costruiti di viva pietra pietra sulla forma delle antiche porte romane dopo la desolazione di Federico Barbarossa nel 1171. Su di essi vedevasi scolpita una scrofa in atto di allattare i suoi piccoli parti. — Vennero demoliti nel 1819 (*). Palazzo delle Assisie. — Poco discosto dal ponte, volgendo a sinistra, lungo la via del Senato, è il palazzo sede ora della Corte d'Assisie. — In questo luogo sorgeva anticamente un monastero di Umiliate. — San Carlo Borromeo nell' anno 1579 lo fece demolire, ed affidò l'incarico all'architetto Fabio Mangone di costruirgli un nuovo fabbricato, ove istituì un Collegio detto elvetico, venendovi educati i chierici svizeri. Concorse all' opera anche il cardinale Federico Borromeo. L'edificio è de' pii vasti e ben architettati che si conoscano in Italia. I suoi ampi cortili sono adorni di doppio porticato dorico e jonico, con colonne di granito. — La facciata, alquanto barocca, è del Richini. Nel 1786 l' edificio fu convertito in sede del governo. — Nel 1797 fu destinato per le riunioni del Gran Consiglio dei Juniori della Repubblica Cisalpina ; indi per sede del Ministero della guerra della Repubblica Italiana. Sotto il Regno italico vi aveva residenza il Corpo Legislativo, il Senato ed il Ministero della guerra. Nel 1817 il governo austriaco vi poneva gli Uffici della Contabilità dello Stato, la quale venne abolita, con poco senno, nel 1864. (*) Tre erano le porte costruite sulla forma delle romane, e cioè la Orientale , la Romana, demolita nel 1782, e gli Archi di Porta Nuova. Ritornando al ponte di Porta Venezia devonsi rimarcare : Palazzo Busca. — Appena passato il ponte, a man dritta, è l'imponente palazzo del defunto Antonio Busca. — Apparteneva già alla famiglia Serbelloni. — Lo fece innalzare Giovanni Galeazzo Serbelloni, di poi consultore della Repubblica Italiana, su disegno del valente architetto Simone Cantoni; venne terminato soltanto nell'anno 1795. Magnifica ne è specialmente la facciata; nel mezzo di questa si vede un bellissimo pezzo architettonico con colonne isolate che forma una loggia maestosa, decorata di un grande bassorilievo di stucco dello scultore Donato Carabelli, rappresentante alcuni fatti della storia di Milano del tempo di Federico Barbarossa. — In una sala del primo piano vi è un dipinto del Traballasi, Giunone che cerca sedurre Eolo perchè sommerga il naviglio trojano. Sulla facciata di questo palazzo, verso il ponte, vi è una lapide che ricorda avere ivi preso stanza Napoleone Bonaparte, entrato la prima volta in Milano , il 15 maggio 1796. Il giorno 8 giugno 1859 vi abitò il re Vittorio Emanuele. Di contro al palazzo Busca è la chiesa di San Pietro Celestino ; possiede buone pitture dello Storer e del Procaccini, ecc. Casa Ciani. — Poco lungi, a sinistra, vi è la casa del barone Ciani, sorprendente per decorazioni in terra cotta; ha bassorilievi ed iscrizioni riferentisi ai gloriosi fatti delle guerre combattutesi per la indipendenza italiana negli anni 1859 e 1860. Palazzo Saporiti. — Nell'area del soppresso convento dei cappuccini a Porta Orientale (1810), citato nei Promessi Sposi del Manzoni, un signor Belloni, arricchitosi coi giuochi che si tenevano nel teatro alla Scala, su disegno dell'ingegnere architetto Giusti , verso il 1811, faceva innalzare questo palazzo, comperato quindi dalla famiglia dei marchesi Saporiti. — Maestosa ne è l'architettura, con grandioso colonnato d'ordine jonico, ricca di un bassorilievo di Pompeo Marchesi e di varie statue di divinità, in parte lavorate dallo stesso Marchesi ed in parte da Grazioso Rusca. In questo tratto di Corso è pur degno di essere osservato il palazzo Ponti, già appartenente alla famiglia Bovara , e quindi a quella dei Camozzi di Bergamo, e testè al Busca. — L'elegante disegno di esso è dell' architetto Felice Soave. — Fu abitazione degli ambasciatori della prima Repubblica Francese. Porta Venezia. — Questa porta si chiamò sino al 1862 Orientale, anche Lenza, per corruzione di lingua. I Romani l'appellavano Argentea, vuolsi perchè da quivi entravano le ricchezze del paese. Alcuni storici affermano fosse dedicata al Sole, perché da questa parte nasce ad illuminare la città. L'antica porta fu demolita nel 1784, e in quell'anno venne incominciata la nuova su disegno del Piermarini; i lavori non terminarono che nel 1795. — Nel 1827 l' Amministrazione della città, volendo nuovamente rifabbricarla, ne affidò il lavoro all' architetto Rodolfo Vantini di Brescia, che lo compì nel 1831. — L' esecuzione di questa porta o barriera, con colonne, statue e bassorilievi, è molto commendevole. La Concordia e la Giustizia sono di Pompeo Marchesi; l' Eternità e la Fedeltà, del Monti di Ravenna; Cerere e Vulcano, di Gandolfi ; Minerva e Mercurio, di Cacciatori; i bassorilievi di Busca , Somaini, Sangiorgio, ecc. Il Lazzaretto. — Appena fuori di Porta Venezia, a sinistra, è situato il Lazzaretto, stato eretto su disegno di Lazzaro Palazzi nel 1489 da Lodovico Sforza, detto il Moro, ad insinuazione di Antonio Bembo, dopo la pestilenza dell'anno 1461 , per la più comoda cura e separazione delle persone sane dalle infette. Il cardinale Ascanio Sforza, fratello del duca, contribuì alla generosa impresa. Il terreno aveva appartenuto al conte Galeotto Bevilacqua, che ne aveva fatto dono all'Ospedale Maggiore. - La fabbrica nel 1507 fu ridotta come al presente da Luigi XII re di Francia, in quell'epoca signore di Milano. — San Carlo, su disegno del Pellegrini fece erigere nel centro una bella cappella di figura ottagona con otto arcate aperte, affinchè gli ammalati potesser dalle loro celle vedere la celebrazione degli uffici divini. Dal 1785 in poi servì l' edificio a differenti usi. Il giorno 9 luglio 1797 si celebrò nel Lazzaretto la generale Federazione di tutti i capi dei diversi dipartimenti della Repubblica Cisalpina; venne allora denominato Campo di Marte, innalzandovisi la statua della Libertà, che venne dal popolo spezzata il 28 aprile 1799, all' entrare dell' esercito austro-russo. Manzoni, ne'suoi Promessi Sposi, descrive sovranamente questo luogo. Dicontro al Lazzaretto vi è la R. Scuola superiore di medicina veterinaria, con annesso ospedale per cura degli animali domestici infermi. Poco discosto vi è pure uno stabilimento per lezioni di nuoto, detto Bagno di Diana, che fu architettato da Andrea Pizzala. Il bello stradone, che si presenta dicontro alla porta, venne decretato da Napoleone I. Chiamasi di Loreto; esso continua sempre così maestoso sino alla Reale Villa di Monza. Giardini Pubblici. — Rientrando in città per la Porta Venezia, a destra, si presenta il magnifico bastione omonimo. Questo tratto di bastione, tutto alberato a doppio ordine di ippocastani, con comodi marciapiedi, che si estende sino a Porta Nuova, è il passeggio preferito dalla popolazione. Qui hanno luogo i corsi pei quali la nostra città ha rinomanza. A destra di esso godesi la veduta degli ameni colli briantei, e dei monti comaschi e bergamaschi fino alle grandi Alpi. A sinistra presentansi i Giardini Pubblici. — Al vecchio Giardino, che trovasi tra il bastione e il Corso Venezia , si scende per una magnifica gradinata. Esso venne ideato dal Piermarini, e fu incominciato l'anno 1785 per ordine di Giuseppe II nell'area ove già sorgevano i monasteri di San Dionigio, che ricordava l'arcivescovo Ariberto, demolito nel 1770, e delle Carcanine , demolito nel 1775. E disegnato, secondo l' antico gusto francese, a viali regolari con un folto boschetto, fiancheggiante il giardino della Villa Reale. — Nel mezzo sorge un fabbricato quadrato ed isolato, già disegno dello stesso Piermarini. Da molti anni era in rovina per avvenutovi incendio. Ora, a cura di una società , fu ristaurato ed abbellito sotto la direzione dell' ingegnere architetto Giuseppe Balzaretti. — Nell'interno questo edificio ha un'elegante sala, sorprendente per la sua ampiezza; essa serve per concerti musicali, feste da ballo , esposizioni , accade-mie , ecc. Fu inaugurato il 22 febbrajo 1871. Il nuovo giardino, incominciato nel 1856 su disegno dell' ingegnere Balzaretti nell'area principalmente della estesissima ortaglia già di proprietà Dugnani , venne aperto al pubblico nel 1861; esso desta l'ammirazione di tutti per la bellezza del suo disegno ; è a viali tortuosi, ad ondulazioni di terreno che innalzasi bruscamente al di là del rivolo che lo attraversa in senso diagonale. Una parte di questo passeggio è ridotta a giardino zoologico. — Dal bastione vi si accede da un ponte di ferro ; ha pure parecchi ingressi dalla via Palestro , Piazza Cavour e via Manin. Nell'altipiano evvi un elegante caffè assai frequentato nella estiva stagione. — Questo giardino possiede parecchie statue, due delle quali del Pattinati, l'una rappresentante L'Italia e l'altra Carlo Porta, il gran poeta milanese. Dal nuovo giardino pubblico si può accedere al Museo Civico (*). — Il Museo pervenne al Municipio

(*) E' visibile pubblicamente nei giorni di domenica e di giovedì, dalle ore 10 della mattina alle 4 pomeridiane nell'estate, e dalle 11 antimeridiane e 3 pomeridiane nell' inverno; negli altri giorni devesi ritirare permesso o dei Municipio o del direttore del Museo. Municipio nel 1838 per l'acquisto da esso fatto delle ricche raccolte d'oggetti naturali, di proprietà del nobile Giuseppe De Cristoforis e del professore Giorgio Jan; ampliato in seguito sempre più con nuovi acquisti e privati doni. — Venne nell' attuale edificio trasferito nel 1864 dalla via del Circo , ed ordinato dai professori Jan e Cornalia. Racchiude collezioni di ogni ramo di zoologia, di botanica, di mineralogia, di geologia, di etnografia ed altre istruttive curiosità. Il palazzo apparteneva alla famiglia Dugnani sopra nominata, e conserva ancora vari affreschi del Porta di Milano, e del 'I'iepolo di Venezia. In esso fu per qualche tempo il Reale collegio delle Fanciulle. Sotto al porticato vi è un gruppo in gesso del Marchesi rappesentante Ercole che libera Alceste. Nella via Palestro, che lambe il nuovo giardino pubblico verso la città , evvi la Villa Reale. — Questo palazzo venne eretto su elegante e sontuoso disegno dell' architetto Leopoldo Pollack per ordine del generale Lodovico Belgiojoso ; fu terminato nel 1793. L'interno e l'esterno dell'edifizio annunziano il buon gusto dell'architetto. Sotto il regno Italico venne in possesso del governo. Vi abitarono principi e sovrani; nel 1859 Napoleone III, vittorioso sui campi di Magenta. Ora è proprietà del principe ereditario Umberto di Piemonte. — La più bella facciata di esso è quella verso il giardino giardino. — Grazioso Rusca , Francesco Carabelli e Bartolomeo Ribossi scolpirono le statue che adornano in alto il palazzo. — Le medaglie all' interno con figure a basso rilievo di stucco, rappresentanti vari fatti storici e favolosi, di cui forni i soggetti il Panini , sono di Donato Carabelli, di Angelo Pizzi , di Carlo Pozzi e di Andrea Casareggio. Nell' interno ammirasi una grande medaglia di Andrea Appiani , che rappresenta il Parnasso , ultima opera di quel pittore , e affreschi di Bernardino Luini , trasportativi su tavola dal casale della Pelucca presso Monza.

Linea B (N. 1. Colore azzurro — Porta Nuova). Per la via Carlo Alberto. MONUMENTI, EDIFICI RIMARCHEVOLI, ECC. Il palazzo della Ragione. Loggia degli Osii. Palazzo delle Scuole Palatine, ora degli Uffici delle Ipoteche. Collegio dei Giureconsulti. Questura. Archi di Porta Nuova. Liceo Panini. Convitto nazionale Longone. Ospedale Fate-bene-fratelli. Fabbrica dei Tabacchi. Ospedale Fate-bene-sorelle. Porta Nuova.

CHIESE. San Francesco da Paola. Sant'Angelo.

TEATRI. Teatro Re (vecchio). La Scala. Filo-drammatico.

ALBERGHI, ECC. Milano. Annunciata con bagni. Aquila. Angioli. Gallo. Piazza Mercanti. — La Piazza Mercanti, così detta dalla riunione che vi facevano i mercanti in consiglio in occasione di qualche loro affare, è un vasto quadrato nel centro della città. Nel suo mezzo , sopra archi tutti aperti , s' innalza l'archivio notarile, insediatovi il 1 ottobre 1775. — Questo edificio , isolato e grandioso , venne eretto nel 1233 da Oldrado da Tresseno di Lodi, podestà di Milano, e fu chiamato della Ragione, come quello che era destinato a sede del Consiglio generale dei cittadini. Riconoscente Milano al podestà fecegli scolpire una statua equestre a mezzo rilievo , posta nella fronte meridionale del palazzo stesso. Dalla parte settentrionale vedesi inserita in un pilastro una scrofa pelosa, che si credette fino ai giorni nostri avesse dato il nome a Milano. La bellissima architettura del secolo XIII venne deturpata nel 1775, e le ampie finestre furono chiuse. Ora si pensa di ripristinarla, e venne all' uopo dalla Regia Accade-mia di Belle Arti aperto un concorso. — Una delle finestre verso mezzodì venne nel 1870 scoperta quale modello. — Di contro alla statua di Oldrado, è la Loggia degli Osii, così chiamata da una famiglia antica ivi esistente, fu costruita in epoche diverse. La parte più antica è del 1316 , e la si deve a Matteo Visconti : vuolsi terminato 1' edificio da Galeazzo Il. E di marmo bianco e nero, arricchita da stemmi della città e delle sei porte , ed altri dei Visconti e degli Sforza. Dal suo pulpito , detto dal volgo parlera, si leggevano le sentenze di morte e gli atti pubblici; qui i consoli ed i podestà parla-vano al popolo. Ora è sede della Camera di Commercio. Nel palazzo attiguo stavano le Scuole Palatine, nelle quali insegnarono, secondo la tradizione, Virgilio, Plinio Secondo, Sant'Agostino, Emanuele Crisolara, Demetrio Calcondila, venuto da Costantinopoli per la lingua greca , Francesco Filelfo, Giorgio Merula, Pietro Candido Decembrio, ecc. — Le scuole vennero poi riunite al Ginnasio di Brera. Il palazzo stesso servì , in sullo scorcio del passato secolo e in sul principio del presente, ad uffici dei Tribunali di Prima Istanza ed Appello; ora è sede dello Ufficio delle Ipoteche. — Questa parte di Piazza, precisamente quella fra gli edifici descritti, era pur destinata alla esecuzione delle sentenze di morte , particolarmente dei nobili (*). Fu qui che vennero giustiziati Francesco , Margherita ed altri della famiglia Pusterla. — Il lato settentrionale della Piazza è fiancheggiato dalla maestosa e ricca fabbrica dell' antico Collegio de' Giureconsulti , conti e cavalieri , chiuso nel 1796. Fu fatta costruire da Pio IV de' Medici con disegno di Vincenzo Seregni. E formata da portici arcuati, sostenuti da binate colonne doriche, poste sopra a piedestalli. Il secondo ordine ha i pilastri ad uso di termini con capitello fonico. — La statua in marmo di Sant'Ambrogio è mediocre lavoro di L. Scorzini. Nel mezzo sta la torre, dicesi innalzata da Napo della Torre l'anno 1272; era presso il Broletto Nuovo, o Municipio , stato trasferito, come abbiamo veduto, in questa Piazza nel 1228 , ove era un edificio della famiglia Faroldi. — Al tempo di Fabrizio Bossi, vicario di provvigione , fu collocato sulla torre 1' orologio e la campana del pubblico. --Ove è la torre da duecento anni, in una nicchia, inalzavasi la statua d' ottima scultura rappresentante Filippo II , re di Spagna. La statua alla venuta dei francesi nel 1796 era stata rovesciata, e mozza del capo. Lo scultore Carabelli si esibì a sostituirvi quello di Bruto. — Venne

(*) Il duplice supplizio della decapitazione o della forca non avevano in Milano un luogo esclusivo, specialmente pei plebei. — La decapitazione d' ordinario si eseguiva a mezzo il Corso di Porta Tosa (ora Verziere); il patibolo si erigeva al prato delle forche fuori di Porta Vigentina, alla Vetra; o in altri siti secondo il delitto che era stato perpetrato. la statua riformata il 9 luglio 1797, giorno primo della libertà Cisalpina , ponendovi ai piedi questa iscrizione :

ALL' IPOCRISIA DI FILIPPO II SUCCEDA LA VIRTU' DI MARCO GIUNIO BRUTO. CITTADINI SPECCHIATEVI NEL VOSTRO PRIMO PROCONSOLE. ANNO V REPUBBLICANO XXI MESSIDORO.

Questa statua fu levata all'entrare dei coalizzati (28 aprile 1799), e dal popolo deturpata. Il collegio dei Giureconsulti servì in seguito per gli Uffici della Congregazione Centrale, dell' I-spettorato delle Scuole ecc.; ora è occupato dal Comando Superiore della Guardia Nazionale, ed in parte dalla Borsa. Su questa Piazza vedesi un pozzo; nel 1767 venne ricostrutto con eleganza dal conte Nicola Visconti prefetto della città. — Al N. 19 sono gli Uffici del Telegrafo. Nella vicina via Carlo Alberto vanno sorgendo grandiosi edifici , fra cui citiamo quelli dei fratelli Conconi, disegno dell'architetto Jodani, dei signori Galli e Rosa, disegno dell'architetto Maurizio Garavaglia, e dei fratelli Cesati e fratelli Bianchi , entrambi disegno dell' architetto Bigatti. Presso la Piazza Mercanti , in fondo alla via Ugo Foscolo, evvi il Teatro Re (vecchio). In quell' area sorgeva ancora nel 1811 1' antica chiesa di San Salvatore in Xenodochio, fondata nel 787 dall'arciprete Dateo col primo brefotrofio sulle rovine di una grandiosa fabbrica romana, detta il Campidoglio e dedicata a Giove. — L'Ospizio dei fanciulli esposti di Dateo era ancora in prospere condizioni nell' undecimo secolo. — Nel 1811 la chiesa di S. Salvatore venne comparata all' asta bandita dalla Prefettura del Monte Napoleone da un ex-calzolajo Carlo Re, il quale vi fece erigere l'attuale teatro sul disegno del Canonica, che venne inaugurato sulla fine del 1513. Questo teatro sta per essere demolito. Nella via Santa Margherita trovansi gli uffici della Regia Questura. — Ove è la R. Questura esisteva l'antico e vasto monastero di Santa Maria di Giasone, detto quindi di Santa Margherita. --Il disegno dell' attuale fabbricato è dell'ingegnere architetto Giusti. — Durante la dominazione austriaca quivi erano le carceri , ora demolite , pei reati politici. E noto quanto Silvio Panico , che vi fu rinchiuso , scrisse sulle medesime. Teatro alla Scala. — Incendiatosi, la mattina del 25 febbrajo 1776, entrante la quaresima secondo il rito ambrosiano, il teatro nel palazzo ducale , che era stato eretto nel 1717 sull' area di altro pure consumato dalle fiamme il 5 gennaio 1708, si pensò con autorizzazione di Maria Teresa di innalzarne uno immediatamente fuori dal suddetto palazzo, in località più comoda al pubblico. — Il teatro incendiato era proprietà dei palchettisti, perchè nel 1717 costruito a loro spese, avendo l'erario fornito soltanto l'area ed i muri di cinta; spettava quindi ai medesimi la spesa del nuovo se non volevano perdere i di-ritti dei palchi, rappresentanti un capitale di oltre tre milioni. Perciò scelsero tra loro dodici cavalieri , delegati a rappresentarli , e trattare col governo e cogli appaltatori circa i lavori. L'imperatrice, annuente al desiderio del figlio che si erigessero due teatri, fu scelto pel primo 1' area dove sorgeva la chiesa di Santa Maria della Scala , pel secondo 1' area delle Scuole Canobbiane. Si stipulò un contratto solenne tra la R. Camera e la società dei palchettisti , Ia quale obbligossi a far edificare i due nuovi teatri sui disegni di Piermarini , che nel luglio dello stesso 1776 li compì. — In corrisponsione la R. Camera assunse l'obbligo di tenere aperto il teatro nel carnevale e nell'autunno con spettacoli d'opere in musica e balli , assegnando ai proprietari oltre il canone dei palchi , l' affitto di vari locali, ed il ricavo dell'appalto dei pubblici giuochi, contemplato però il caso di generale soppressione dei medesimi. In meno di due anni la fabbrica della Scala venne ultimata dai fratelli Fè, Marliani e Nosetti appaltatori, e il 3 agosto 1778 se ne fece la solenne apertura col dramma in musica Europa riconosciuta del maestro Salieri. — Il Panini ebbe a porgere 1' argomento per la esecuzione del sipario. — Venne poi a subire dei ristauri e delle rimodernature nel 1807, 1814, 1830, 1865 e 1870. --La platea ha metri 24, 84 in lungo, e 22, 01 in largo , e la recingono sovrimponendosi cinque ordini di palchi, sommanti a 194, coronati da una galleria aperta. Contiene circa 4000 spetta-tori. —È provveduto di ampie sale per ridotto, di un caffè. Ha annessa una scuola da ballo. La Piazza , che ha nome da questo teatro , nel prossimo anno verrà arricchita di un grandioso monumento a Leonardo da Vinci , opera dello scultore cav. Pietro Magni; sarà collocato nel mezzo del giardino fatto costruire nel 1SG0 dal Municipio. Teatro Filodrammatico. — Ove esistevano la chiesa ed il monastero dei santi Cosma e Damiano , sorge un elegantissimo teatro di declamazione eretto nel 1798 da una società di cittadini costituita in Accademia. Il disegno originario è del Piermarini ; ma fu costruito con modificazioni dagli architetti Pollai: e Canonica; manca tuttora al compimento la facciata. Ha quattro ordini di logge non interrotte da alcuna separazione , e può contenere 800 persone sedute. Possiede un lodatissimo sipario rappresentante la Scuola d'Atene , opera di Andrea Appiani, del quale è pure la bella medaglia nella vôlta. — V' hanno anche ornati pregevoli di Gaetano Vaccani. — Si accede al teatro mediante biglietto gratuito rilasciato dai soci. — Sulle scene di questi dilettanti comparvero Vincenzo Monti, Carlo Porta, la Pasta, ecc. Nella via Filodrammatici devesi osservare una bella porta scolpita in marmo con bassorilievo e tre ritratti , fra i quali quello di Francesco Sforza. Lungo la vicina via del Giardino, che è d'uopo riprendere per recarsi alla Porta Nuova, vi sono parecchi edifici degni di osservazione; la Banca Nazionale , già casa Greppi, disegno del Canonica; qui abitò re Carlo Alberto il 5 agosto 1848, ove poco mancò rimanesse ucciso da una mano di alcuni cittadini, frementi per la perdita della guerra intrapresa da lui contro gli Austriaci; il palazzo Loria, compiutosi nello scorso anno 1870 su disegno dell'architetto Luigi Clerichetti : ha un magnifico cortile ; il palazzo Traversi , già Anguissola disegno del Canonica ; il palazzo Poldi-Pezzoli, disegno dell' architetto Cantoni. In quest'ultimo palazzo sono raccolti molti oggetti d' arte ; ammirasi all' esterno 1' ultimo lavoro dello scultore Bartolini, gruppo in marmo rappresentante Astianatte, gettato dall'alto del-le mura di Troia da Perseo per comando di Ulisse. V' hanno pure il palazzo Melzi, disegno dell'architetto Giocondo Albertolli, e il palazzo d'Adda , disegno dell' architetto Arganini. La chiesa di San Francesco da Paola che vedesi nella stessa via del Giardino non presenta nulla di rimarchevole. Allo sbocco della Croce Rossa vi è l'Albergo Milano. Archi di Porta Nuova. — In fine della via del Giardino evvi un avanzo di monumento antico, vogliamo dire gli Archi, o Portoni chiamati di Porta Nuova. Essi rammentano una delle porte costrutte dalla Lega Lombarda nel 1171 sulla forma delle antiche porte romane a due archi, e coi marmi estratti dalle mure della città erette da Massimiano; e perché tutta la costruzione fosse romana, si levarono dall'antica cerchia persino le decorazioni e le iscrizioni, e si trasferirono sulle nuove porte. La storia di questo monumento si lega fino ai nostri giorni colla storia della libertà di Milano. Nel marzo 1848 ha degnamente fatto la sua parte nella rivoluzione delle cinque giornate. Tra il 1861 e il 1862 furono ristaurati a spese del Comune ; e il 18 marzo 1862 vi vennero col-locate le seguenti epigrafi dettate dal dottor Tullo Massarani :

DA QUESTI AVANZI DELLA CERCHIA ANTICA MILANO DOPO SETTE SECOLI RINNOVÒ LE BATTAGLIE DELLA LEGA LOMBARDA MDCCCXLVIII.


LIBERA RESTAURANDO GLI ARCHI VETUSTI MILANO RIBENEDICE LE MEMORIE CITTADINE NEL NOME D'ITALIA MDCCCLXII.

Liceo Panini e Convitto nazionale Longone. — Passati gli Archi, volgendo a sinistra, trovasi la via Fate-bene-fratelli. Evvi in essa da visitare il P. Liceo Panini , il quale possiede due copiosi ed ordinati gabinetti di fisica e di storia naturale , una biblioteca ed una raccolta di carte geografiche. Nell'edificio stesso è insediato il Convitto nazionale Longone, riformato con decreto reale 24 settembre del 1861. Era prima Collegio sotto la direzione dei Padri Barnabiti. Venne fondato nel 1573 da S. Carlo in una casa degli Umiliati, sotto il titolo di Collegio di Santa Maria, per l'ammaestramento della nobile gioventù, ma povera; fu in seguito detto Collegio Longone, perchè uno di questa famiglia , Pier Antonio Longone, ne accrebbe le entrate con lascito 15 luglio 1613. Chiuso , fu nel 1820 riaperto sotto la direzione, come si è detto , dei Barnabiti. — In esso vi sono dieci posti interamente gratuiti, e venti a metà. — A pochi passi abbiamo 1' Ospedale Fate-bene-fratelli. — Nel 1588 venuti in Milano i frati ospitalieri di S. Giovanni di Dio, detti Fate-bene-fratelli, fondarono questo nosocomio in parte di locali di proprietà degli Umiliati. La prima pietra fu posta dall'arcivescovo Gaspare Visconti. Era detto in origine Ospedale de' Convalescenti di S. Giovanni Evangelista; poi di Santa Maria d'AraCoeli dalla unitavi chiesa; in fine nel 1634 assunse l'attua-le denominazione (*). — A quest'Ospedale molti benefattori lasciarono ricche dotazioni per accrescerlo e mantenerlo. Con tali mezzi nel 1825 venne innalzato 1' attuale edificio su disegno dell'architetto Pietro Gilardoni. — Ha un grandioso atrio ; al piede della grande scala scorgesi la colossale statua marmorea di San Giovanni di Dio , uscita dallo scarpello del professore Pompeo Marchesi. — In questo stabilimento non

(*) Dal costume seguito dal fondatore dell'ordine, ne primordi del suo spedale , di portarsi in giro per la città , anche di notte, a questuare pe' suoi poveri col grido Fate-bene, o fratelli, a voi stessi, ne venne il nomignolo dato a que' padri. si ricevono che uomini, esclusi gli affetti da malattie croniche e veneree. — Con decreto 9 marzo 1870 esso veniva sottoposto ad una Commissione amministratrice laica. Istituto dei Ciechi. — Non lungi da quest'ospedale evvi 1' Istituto dei Ciechi, fondato il 7 maggio 1839 da Michele Barozzi, e quivi stabilmente insediato il 1° dicembre 1855 , trasportatovi dal locale della Pia Casa d' Industria di S. Marco. E assai rinomato pel sistema di educazione impartiti a quegli infelici. Chiesa di Sant'Angelo. — Seguendo pel Corso di Porta Nuova devesi visitare la chiesa di Sant' Angelo , già officiata dai Minori Osservanti. E una costruzione imponente cominciata nel 1552; ne pose la prima pietra 1' arcivescovo Arcimboldi. La facciata ha due ordini; uno dorico, 1' altro jonico , ed è ornata di varie statue. L' interno è grandioso, in una sola navata, che si allarga nel presbiterio. L'architetto ne fu Vincenzo Seregni. Benchè questa chiesa sia stata soggetta a diverse vicende, pure vi si sono conservati molti preziosi freschi , e varie pitture degne di essere ammirate, fra le quali quelle del Procaccini, del Barabino , del Semini , del Lomazzi , del Fiammenghino, del Legnani, del Caravaggino, del Suardi, del Morazzone, ecc. Casa di Salute. — Questa Casa , per la cura di individui d' ogni età , sesso e condizione, affetti da qualsiasi malattia medica , chirurgica ed ostetrica, mediante pensione da determinarsi a norma dei casi e delle esigenze, ora esercita da una Società anonima, ricostituita con istrumento istrumento 15 aprile 1866 , a rogito del notaio Migliavacca , devesi ad un legato di Lire 50 mila di Leopoldo Bevagna , primo agosto 1826 , il quale lasciava appunto due terzi del di lui patrimonio all' erezione di un ospedale in Milano pel ricovero di ammalati in pensione. — Fu aperto nel 1835. Fabbrica dei Tabacchi. — Presso Sant' Angelo , in principio del secondo tronco della via Moscova, evvi pure la Fabbrica dei Tabacchi. Essa fu eseguita su disegno dell' architetto Canonica, e per la medesima si occupò tutto il vasto convento dei Carmelitani Scalzi , che era stato eretto nel 1622 sotto il governatore Mendozza. Secondo il Torri, ove era quel monastero sorgeva la casa della famosa Guglielmina Boema. — Nel 1801 parte del convento servì di Ospedale Militare per le guardie del generale Brune. Quasi dicontro a questa fabbrica evvi la caserma dei Carabinieri. Ospedale Fate-bene-sorelle. — Questo Pio Stabilimento ebbe il suo principio nel 1814 circa nel Borgo degli Ortolani, nel locale del già soppresso convento e chiesa di Sant'Ambrogio ad Nemus. L'ex-religiosa, madre Giovanna Lomeni ne fu la promotrice ; mercè le cure della con-tessa Laura Visconti Ciceri, ebbe poi tale sviluppo da meritare a questa dama 1' onore di fondatrice. Il Pio Istituto andò poi sempre prosperando per continue beneficenze; onde si pensò a dargli nuova sede, e nel 1841 si principiò l'attuale elegante e maestoso locale su disegno dell' architetto Giulio Aluisetti, Questo spedale è destinato a ricovero delle malattie acute. — Con Decreto 30 agosto 1863 l'Amministrazione di esso fu concentrata nel Consiglio degli Istituti Spedalieri. Di contro all' ospedale è da visitare la rinomata fabbrica di carrozze del signor cav. Cesare Sala. Porta Nuova. — L'antichissima Porta era de-dicata a Saturno. L'attuale edificio venne eretto nel 1810, tutto di pietra arenaria, d'ordine corintio, con casini laterali d'ordine dorico ; il di-segno ne è gentile ed elegante, e devesi al poeta prof. cav. Giuseppe Zanoia.


Linea B. (N. 2. Colore azzurro — Porta Nuova). Per la via santa Radegonda. MONUMENTI, EDIFICI RIMARCHEVOLI, ECC. Palazzo del Censo. Marino. Belgiojoso. Casa Manzoni Leone-Leoni. Monte di Pietà. Cassa di Risparmio. Comando Militare. Accademia di Belle Arti, ecc. Casa d' Industria. Bagno Pubblico di Castelfidardo. CHIESE. San Raffaele. San Fedele. San Giovanni alle Case Rotte. San Marco.

TEATRI. Della Commedia (In costruzione).

ALBERGHI E TRATTORIE. Popolo. Corona d' Italia. Bella Venezia. Borsa. Chiesa di San Raffaele. — La chiesa di San Raffaele riconosce la sua erezione dal re Berengario ; in seguito fu ricostrutta con disegno del Pellegrini: la grandiosa facciata non è ancora finita. Contiene qualche buona pittura del Figini , del Nuvolone , del Fiammenghino, ecc. Chiesa di San Fedele. — Nella Piazza omonima vi è il bellissimo tempio di San Fedele, eretto sull'area dell'antichissima chiesa di Santa Maria in Solariolo. Il Pellegrini, che ne fu l'autore , ha in esso spiegato il suo genio. --Quell'architetto, essendo stato chiamato in Ispagna, lasciò a Martino Bassi di condurre a termine il grandioso edificio. — San Carlo, che lo fondò nel 1566 , volle consacrarlo il 24 giugno 1569 con molta solennità. I Gesuiti, venuti a Milano nel 1563, entrarono in possesso di San Fedele nel 1569. Aboliti i Gesuiti nel 1773 , vi subentrarono i Canonici della Cappella Regia di Santa Maria della Scala, chiesa stata chiusa il 5 agosto 1776 per fabbricare , come abbiamo veduto , il teatro grande. Soppressi parimenti questi canonici , continuò sino ai nostri giorni ad essere altra delle parrocchiali della città , conservando il titolo di Regia Cappella. Era in essa che si facevano i funerali aulici. — L'altare maggiore di questa insigne chiesa, composto di fini marmi , di sculture e di ricca doratura, è disegno dell' architetto Pietro Pestagalli. — Si contengono in essa chiesa pitture di Bernardino Campi , del Cerano, del Preterazzano, l'allievo del Tiziano, dei fratelli Santagostino. — E pure da ammirarsi un bel dipinto a fresco rappresentante la Vergine, quivi trasportato dalla chiesa di Santa Maria della Scala. Palazzo del Censo ed Archivio. — Il palazzo della Direzione del Censo era già la casa o il Collegio dei Gesuiti. Venne rifabbricato sul di-segno dell'architetto Pietro Pestagalli, dal quale pur furono disegnate e dirette tutte le interne costruzioni. La facciata con porta di pietra è d'ordine dorico. — In una parte del Collegio suddetto trovansi gli Archivi governativi, nei quali furono pure compenetrate tutte le carte pubbliche che erano nell' antico Archivio del Castello. Fra i più curiosi documenti sono le gride e le ordinanze della città di Milano dal 1446 al 1450 dei signori capitanei et defensores libertatis. Teatro della Commedia. — Di contro al tempio tempio di San Fedele sta ora sorgendo un teatro per la commedia su disegno dell'architetto Scala di Udine. Le proporzioni di questo teatro sa-ranno approssimativamente eguali a quelle della Fenice di Venezia. La platea misurerà , ai due assi principali , metri 13, 50 per ciascuno ; il palco scenico avrà una profondità di metri A. La fronte verso la Piazza avrà un' estensione lineare di 48 metri. L' ingresso ed il passaggio dei cocchi sarà verso la via Berchet. — Qui sorgeva la casa eretta nel IV secolo dai marchesi Imbonati, la quale nel 1829 passò in terza proprietà a Massimo d' Azeglio. Fu ivi che questo illustre italiano eseguì dal 1830 al 1844 le migliori opere del suo pennello, e scrisse i romanzi storici Ettore Fieramosca, pubblicato nel 1833, e Nicolò de' Lapi, pubblicato nel 1841. Nella Piazza di San Fedele evvi 1' albergo della Bella Venezia. — Nel mezzo di essa sorgeva la casa Sannazzari, edificata in sullo scorcio del passato secolo dall'architetto Piermarini, la quale conteneva ricchi musei d'opere d'arte, e una rara raccolta di uccelli, preparati dal Volpini. Verso il 1813 divenne proprietà del ministro Prina, e fu quivi che esso fu barbaramente ucciso il 20 aprile 1814. — In quell' occasione , saccheggiata e guasta, la casa fu poscia del tutto demolita per dare agio maggiore alla chiesa. Palazzo del Marino. — Tomaso Marini, genovese, venne a Milano verso il 1525, e avendo presi , unitamente ad un suo concittadino Grimaldi, tutti gli appalti e dazi della città , ammassò in pochi anni una ricchezza sorprendente. sorprendente. Divenuto signore, ed in seguito duca di Terranuova, pensò a formarsi una magnifica abitazione, dove si tenevano le Finanze, dandone l'incarico all' architetto Galeazzo Alessi , perugino, che nel 1555 disegnò questo palazzo isolato con profusione grandissima di ornamenti. — L' edificio non venne terminato , vuolsi dalla tradizione popolare , perchè il Fisco andò al possesso di tutto il patrimonio del Marini, accusato di aver ucciso per gelosia la propria moglie nella sua villa di Gaggiano. Pare piuttosto che la confisca provenisse dai debiti verso lo Stato, cagionati dalla matta amministrazione di quell' uomo. Nel 1682 fu venduto per ottanta-mila lire agli Omodei; quella famiglia lo rivendette a Maria Teresa. Dopo aver servito a parecchi usi, specialmente per Uffici dipendenti dalla R. Finanza , vi si insediava nel 1861 il Municipio , che ne diveniva proprietario. La facciata verso la Piazza di San Fedele è la sola compiuta; essa è di tre ordini di architettura, dorico, jonico e composito : è veramente imponente. Magnifico è anche il cortile. Vi si conserva una gran sala con pitture di Giovanni da Monte e di Ottavio Semini, del quale ultimo è la medaglia della volta , Psiche condotta al cospetto di Giove. — L'affresco del da Monte, il Ratto delle Sabine , andò perduto. Chiesa di San Giovanni. -- Presso il palazzo del Marino evvi la chiesa di San Giovanni alle Case Rotte , disegno di Francesco Richini , costruita sull'area dell'antica chiesa di Sant'Anastasia , consumata dal fuoco nel 1728. Non presenta presenta nulla di rimarchevole, eccetto due dipinti, 1' uno del Giudici, e del Del Cairo l' altro. Palazzo Comunale. -- Limitrofo alla chiesa evvi un palazzo, ora pur proprietà del Municipio e sede di Uffici civici. In questa linea erano le case di Guido della Torre, capitano perpetuo del popolo, guaste nell' anno 1311 dalla fazione Ghibellina ; e perciò tanto la chiesa di San Giovanni come questo palazzo diconsi alle Case Rotte da quelle rovine. Palazzo Leoni. — Nella via degli Omenoni evvi la casa Besana, già di Leone-Leoni, aretino, famoso scultore ed architetto del secolo XVI, il quale la ornò di varie sculture di sua mano. Le cariatidi, scolpite dal Vairone, tengono molto della scuola di Michelangelo. Palazzo Belgiojoso. — Qui presso è la Piazza Belgiojoso nella quale è degno di osservazione il palazzo principesco di quella famiglia, eretto nel 1777 su disegno dell' architetto Piermarini. Contiene nell'interno pitture di Martino Knoller e Albertolli, e stucchi di Gerli. In questo palazzo abitò il maresciallo Brune. In angolo alla piazza Belgiojoso e la via del Morone è la casa di Alessandro Manzoni. Monte di Pietà. — Il Monte di Pietà , destinato a provvedere con pronte sovvenzioni in denaro ai pressanti bisogni dell' indigenza , ed a sottrarre la medesima dalle rovinoso estorsioni dell' usura , venne fondato dalla liberalità dei cittadini, eccitata dalle prediche del francescano Domenico Ponzone nell'anno 1490, con approvazione e con sussidi di Lodovico Maria Sforza, detto il Moro, settimo duca di Milano. La primitiva sede era in via Santa Maria Segreta. — Venne sempre più arricchito con altre pie disposizioni, non che colle generose elargizioni di Maria Teresa e di Giuseppe II. Nel 1783 fu trasferito ove trovasi al presente , in edificio eretto dall' architetto Piermarini nell' area sulla quale surgevano i soppressi conventi di monache dell'ordine di Sant'Agostino e di Santa Chiara. — Nel 1796, per varie vicende, essendosi quasi annientato, fu chiuso; e quindi nel 1804 riaperto. Il 20 giugno 1810 ebbe un nuovo regolamento, e venne infine riordinato, secondo il bisogno dei tempi progrediti, in questi ultimi anni. Palazzo della Cassa di Risparmio. — Nell'area, ove esisteva in via Monte di Pietà il palazzo disegno del Piermarini , da ultimo sede dell'Intendenza Militare, eretto ove già erano il convento e la chiesa delle monache cappuccine di Santa Barbara soppresse nel 1782, a spese dell'Amministrazione della Cassa di Risparmio si è innalzato un grandioso palazzo isolato, di-segno dell' architetto Balzaretti , imitazione del palazzo Strozzi di Firenze. Sarà la sede della Cassa di Risparmio. Comando Militare. — In via di Brera è il Comando Militare; era già palazzo appartenente alla famiglia Cusani. E’ di stile barocco, architettato dal Ruggeri, che vi aveva finto alla base una montagna su cui posasse lo Stiliobate; ora i rocchi ne furono scarpellati. Il Piermarini disegnò la facciata verso il giardino. Degne Degne di essere osservate sono le stanze, ricche di stucchi e di pitture. Palazzo di belle arti, o di Brera. — Già casa degli Umiliati, indi dei Gesuiti ; attualmente vi hanno sede i principali rami delle scienze e delle arti. — Questo palazzo è uno dei più grandiosi ed imponenti edifici della città nostra. - Il disegno originale devesi all'architetto Francesco Richini; il Piermarini vi aggiunse la maestosa porta con colonne doriche, dando termine alla facciata. Nella magnifica corte quadrangolare, circondata da doppio ordine di portici sostenuti da doppie colonne, vedonsi le statue di uomini distinti per dottrina, e quella in bronzo di Napoleone I al centro , dovuta al Canova. Grandioso è lo scalone a doppie andate colle statue di Beccaria e di Parini. Il palazzo contiene: L'Istituto lombardo di scienze, lettere ed arti, sorto l'anno 1802, la cui missione è di raccogliere le utili scoperte e di eccitare al perfezionamento di tutti gli studi; componesi di due classi di scienze matematiche e naturali, cioè, di lettere, scienze morali e politiche. L'Accademia di Belle Arti, fondata da Maria Teresa nel 1776, progressivamente ordinata ed ampliata, e pur da ultimo con decreto reale 3 settembre 1859. Conta attualmente un Corpo accademico composto di venti accademici oltre il Presidente ed i professori delle varie scuole con voto deliberativo, che formano il Consiglio; e di un numero indeterminato di soci onorari senza voto. La Biblioteca, istituita nel 1770 da Maria Teresa, possiede tal numero di manoscritti e tale quantità di opere di vario genere e rare edizioni e manoscritti e corali da potersi ritenere fra le distinte d' Italia. Venne formata colla libreria dei Gesuiti e della famiglia Pertusati, coi libri di Haller, colla ricca collezione donata dal cardinale Durini e dal conte di Firmiam, ecc., ecc. Il Gabinetto numismatico contiene tutte le classificazioni appartenenti alla numismatica antica e moderna, e possiede una biblioteca propria di opere relative alla scienza. Venne fondata nel 1803. L'Osservatorio astronomico innalzato dai Gesuiti nell'anno 1766, sotto la direzione del padre Boscovich. Il Gabinetto tecnologico , ricco di una collezione di macchine, modelli e disegni, destinato specialmente all'istruzione degli artieri. Il Museo patrio d' archeologia, istituito nel 1862 per la raccolta e conservazione dei monumenti patri dello Stato, del Municipio e di quelli offerti dai privati. La Cimelioteca , in cui sono raccolti cimelii scientifici, manoscritti, ecc. di Alessandro Volta. L' Ateneo, composto di 60 membri effettivi domiciliati in Milano e di un numero illimitato di soci corrispondenti nazionali e stranieri. La Pinacoteca (*) , nei cui corridoi a mano

(*) Vi si può accedere tutti i giorni dal 5 novembre al 20 aprile dalle ore 9 antimeridiane alle 3 pomeridiane : dal 21 aprile al 4 novembre dalle ore 9 alle 4. manca sono raccolti gli affreschi di Bernardino Luini e della sua scuola, e nelle sale quadri di G. C. Procaccini, del Tiziano, del Salmeggia, di Wan-Dik, di Paride Bordone, del Guercino, di Rubens, del Domenichino, dell'Albano, di Gaudenzio Ferrari, dei Caraccio, di Daniele Crespi, dei Campi, di Benvenuto da Garofolo, del Tintoretto, di Paolo Veronese, del Moretto, di Giacomo Palma, di Stefano di Ferrara, di Carlo Crivelli, del Mantegna, di Bellino Gentile, di Nicola Pisano, di Bernardino Marchesi, del Cima da Conegliano, di Giovanni Sanzio padre di Rafaello, di Van-Thielen, del Morillo, di Guido, di G. B. Moroni, di Lorenzo Costa, del Francia , di Vittore Carpaccio, di Cesare da Sesto, di Rafaello , e moltissimi altri di tutte le scuole , e dei primi tempi della pittura, di cui puossi trovare particolareggiato cenno nelle apposite guide. A destra le sale che servono all'esposizione degli annuali concorsi di pittura, di scultura ed architettura, e contengono oltre due copie del Cenacolo, i quadri che riportarono il primo premio ai concorsi generali. In questo palazzo abitarono 1' abate Giuseppe Panini e l'astronomo Barnaba Oriani. Il primo morì il 15 agosto 1799, ed il secondo il 12 novembre 1832, come lo indicano le due iscrizioni poste sulla facciata del palazzo verso la Piazzetta. Chiesa di San Marco. -- Nella Piazza omonima sorge il tempio di San Marco. Venne nell' area di antichissima chiesa ricostruito nel 1254 in istile gotico con fregi in cotto, finestre a sesto acuto; soltanto la facciata presenta ancora ancora l'idea di sua origine vetusta. Vuolsi rifabbricato per voto dei milanesi, e dedicato a San Marco in riconoscenza di servigi ricevuti dai Veneziani. — L' interno è. decoroso, di forma moderna con tre navi, ed è.a croce latina; fu rimodernato nel secolo XVI. Possiede pitture del G. P. Lomazzo , del Conca, di A. Campi, di G. C. Procaccini, del Cerano, del Genovesino, ecc.; e diversi monumenti sepolcrali, segnatamente quello di Lanfranco Settala, primo generale degli Agostiniani, morto nel 1264, e vuolsi lavoro di Balduccio da Pisa. Casa d'Industria. — L' annesso vasto monastero degli Agostiniani, padri soppressi nel 1797, servì di caserma militare prima e dopo la Re-pubblica Cisalpina, ora ai soldati francesi, ora ai Polacchi, ora ai Cisalpini e Italiani. -1127 luglio 1815 vi venne aperto dal governo la Pia Casa d'Industria e Ricovero pei poveri, e nel 1868, per cura del Municipio, anche il Ricovero di Mendicità. Bagni pubblici. — Stabilimento in costruzione in via Castelfidardo. Racchiude vasche comuni pei nuoto non troppo felicemente ideate.

Linea C. (Colore terraceo. — Barriera Principe Umberto). MONUMENTI. EDIFICI RIMARCHEVOLI, ECC. Monumento Cavour. Istituto tecnico superiore. Palazzo Taverna. Palazzo Melzi d'Eril. della R. Zecca. Regia Casa di Pena. Barriera. Stazione Centrale.

CHIESE. San Bartolomeo.

ALBERGHI. Cavour. Manin. Firenze.

Percorrendo la linea dalla Piazza del Duomo alla barriera Principe Umberto devesi fare attenzione al palazzo in angolo tra la via Monte Napoleone e la via Sant' Andrea. Era quivi l'antica casa Marliani, di architettura bramantesca, ridotta alla moderna costruzione dall'architetto Piermarini. — Fu sede questo palazzo del Monte Camerale di Santa Teresa, specie di Debito Pubblico, istituito da Maria Teresa con un primo decreto 18 dicembre 1755 ; quindi del Monte Napoleone, fondato nel 1804 da Bonaparte allo scopo di consolidare e redimere il debito. Dopo il 1814, gli Austriaci vi insediarono il Monte Lombardo-Veneto, che , nel 1864 , il governo italiano tramutò in Debito Pubblico. Di contro a questo palazzo è la casa portante il num. 23, di proprietà della famiglia Verri, ed ove abitarono Pietro Verri, lo storico ed economista, ed i suoi fratelli Alessandro, autore delle Notti Romane, e Carlo, scrittore in agronomia. E' rimarchevole anche la casa Vidiserti n. 37; ivi il 18 marzo 1848 si raccolsero i capi della insurrezione di Milano contro gli Austriaci. Apposite iscrizioni indicano poi ove abitarono e morirono gli scrittori e poeti Carlo Porta e Tomaso Grossi. Nella vicina via dei Bigli è l' antico palazzo dei conti Taverna, ora del sig. Andrea Ponti , che si vuole architettura dalla scuola del Bramante ; la facciata venne restaurata non sono molti anni. Ammirabili le pitture nel cortile ; esse appartengono alla scuola del Luini. Nella vicina casa , pure Taverna , mentre il popolo milanese combatteva nelle cinque giornate del marzo 1848, il Comitato centrale dell' insurrezione respingeva l' armistizio offerto dal generale Radetzki, e si costituiva in Governo Provvisorio. — La famiglia Taverna ha un bel palazzo anche nella via Monte Napoleone. Piazza Cavour. — Così chiamata pel monumento innalzato dal Municipio di Milano al grande ministro Camillo Benso conte di Cavour, che vedesi nel mezzo di essa Piazza. — La inaugurazione del monumento avvenne la prima domenica di giugno dell' anno 1865. — La statua di Cavour fu modellata da Edoardo Tabacchi , quella di Clio , che le sta ai piedi in atto di scrivere , da Antonio Tantardini. — La fusione in bronzo delle medesime fu eseguita dal Papi di Firenze. In Piazza Cavour abbiamo di rimarchevole l' Istituto Tecnico Superiore. Creato colla legge 13 novembre 1859, ebbe principio di attuazione attuazione pel reale decreto 13 novembre 1862. — L' edificio attuale , ricostruito con moderna architettura sotto il Regno Italico con disegno dell'architetto Pietro Pestagalli, servì a parecchi usi, che non è ufficio nostro qui rammentare. Dalla Piazza Cavour si può anche avere accesso al Civico Museo, un cui ingresso trovasi nella via Manin. — In questa Piazza vi è da visitare Io studio dello scultore cav. Pietro Magni, il quale sta eseguendo il gran monumento a Leonardo da Vinci, che dovrà sorgere nel mezzo di Piazza della Scala. Intorno al piedestallo del medesimo, saranno le statue degli scolari del fondatore della scuola lombarda : Salaino, Boltrafiio, Marco d' Oggionno e Cesare da Sesto. Abbiamo pur quivi l'Albergo Cavour. Percorrendo la via Manin è degno di osservazione il palazzo ducale Melzi di Eril, che fu abitazione di Francesco Melzi d'Eril, vice-presidente della Repubblica Italiana, e vi morì il 16 gennaio 1816 nella età di 63 anni. In questa via è l' albergo Manin con eccellente servizio di trattoria alla carta e a pasto. Volgendo nella via Moscova devesi visitare la Regia Zecca. Questo stabilimento monetario è stato eretto nel 1778, ed è in moltissima considerazione, tanto per la quantità, delle macchine che servono alla fabbricazione delle monete , quanto per l'ottimo sistema che si è introdotto, e per la scelta degli artefici ed operatori d'ogni genere. — Fu in questo stesso stabilimento che si illustrarono il cav. Morosi e il bolognese Luigi Manfredini. — Prima dell' anno 1778 la Zecca era situata nella via omonima presso San Sepolcro , e vi ò riconosciuta in quel luogo fin dal 872, Poco lontano dalla Zecca vi è la nuova chiesa di San Bartolomeo, cominciata nel 1867. — Il disegno è dell' architetto Maurizio Garavaglia , il quale nell' interno si attenne alla demolita chiesa di Santa Marta , che era nella Piazza omonima, ed architettata da Francesco Richini. Nella via Principe Umberto sono degne di osservazione le case Maciacchini , architettura toscana dello stesso Maciacchini , e Calegari , architettura del Jodani. In angolo a questa via e quella Parini vi è l'albergo Firenze. Trovandosi in questa località devesi visitare la Regia Casa di Pena, che sorge in via Giuseppe Parini. Essa è il primo edificio in Italia, eretto fin dal 1762 per uso carceri a forma penitenziaria; architetto ne fu Francesco Croce; ma non fu terminato. — Ebbe gli elogi del benefico Howard, e destò l' ammirazione di nostrali e forestieri. Barriera Principe Umberto. — Questa barriera venne inaugurata nell' autunno 1865. — Fu eseguita su disegno dell' architetto Balzaretti, del quale sono pure i casini laterali , non che gli spazi a giardino tanto ai lati, quanto lungo la via Panini, e fuori città , per accedere alla stazione ferroviaria. Il re di Portogallo , Luigi Filippo Maria, fu il primo a passarvi. Stazione Centrale. — La stazione centrale venne inaugurata il 5 maggio 1864. Elevasi quasi a livello del bastione a 245 metri fuori della città; ha una forma planimetrica rettangolare, col maggior lato di metri 233 ½ di lunghezza, e poco meno di 78 di larghezza : due fronti , l'una verso la città, l'altra verso la campagna, insieme collegate da una gran galleria coperta di 40 metri e mezzo di larghezza. Nella fronte verso la città, trovasi l’ ingresso e l'ordinamento del servizio pubblico, nella fronte verso la campagna gli uffici della locale Direzione. Il servizio per le partenze è posto a sinistra di chi accede alla stazione , ed il caffè , squisitamente provveduto d' ogni genere di trattoria e bottiglieria, è all'estremo di questo lato. Alla parte opposta sta invece il servizio degli arrivi , e la loggia reale con molta ricchezza costruita. Nelle sale vi sono affreschi grandiosi dei pittori Gerolamo Induno ed Eleuterio Paliano. Linea D. (Colore violaceo — Porta Tenaglia). MONUMENTI, EDIFICI RIMARCHEVOLI, ECC. Foro Bonaparte. Castello. Piazza d'Armi. Arena. Arco del Sempione. Il Tivoli. L' Eco della Simonetta. CHIESE. Santa Maria della Consolazione.

TEATRI. Circhi pel popolo.

ALBERGHI (*). Foro Bonaparte. — Sull' area delle demolite fortificazioni del Castello, dal lato di mezzodì, dall'architetto Canonica disponevasi a pubblico passeggio la Piazza denominata quindi Foro Bonaparte, con svariati campi e zolle, e ben disposti viali ornati d'alberi che gli Austriaci , me-mori delle cinque giornate del marzo 1848, al loro ritorno nell' agosto di quello stesso anno, fecero abbattere. L' attuale ordinamento del Foro Bonaparte devesi alla Giunta Municipale, che dal 1864 vi continua a fare abbellimenti, su disegno dell'ingegnere architetto cav. Agostino Nazari. Castello. — Il Castello, detto anticamente la Fortezza di Porta Giovia, venne innalzato nel 1358 da Galeazzo II Visconti, con architettura militare di quei tempi. — La fabbrica fu terminata nel 1368. — Essa doveva tenere in freno gli amatissimi sudditi. — Morto Galeazzo , ad istanza dei cittadini, venne demolito. Se non che succeduto il figlio di lui Giovanni Galeazzo conte di Virtù, dopo l' usurpazione dello Stato

(*) In questa linea non vi sono che alberghi ed osterie secondarie. Milanese, non tardò a farne rifabbricare un altro di maggiore robustezza, e vi fissò poi la sua stanza, e qui nasceva il di lui figlio secondogenito Filippo Maria, in cui dovevasi spegnere la linea dominatrice dei Visconti.— Così stette fino al 1447, quando, morto quest' ultimo duca , i Milanesi , proclamata 1' Aurea libertà ambrosiana, credettero necessario spianare quel forte per togliersene di dosso la soggezione. Ma anche questa volta si trovò subito chi lo rifacesse, e fu Francesco Sforza, quando con nessun diritto, ma colla più efficace delle ragioni , la spada , acquistò Milano , e ne corroborò tutti i punti. La nuova fortezza sorse in forma di un gran quadrato con alte mura cinte da fossato, e con vigorosi torrioni agli angoli rivolti verso la città, e di tale altezza elle le palle ad un bisogno potessero da essi volare in mezzo della città, stessa. Le diede vie coperte, oscure prigioni, cameroni pei militi, stanze col trabocchetto, ingressi muniti di alte torri con grande cortile interno quadrilungo, con rocchetto centrale per tenere, quando bisognasse , in freno lo stesso Castello, e per racchiudervi il tesoro. — In questo quadrato era compreso il palazzo ducale, di cui si ponno mirare gli avanzi. Un fulmine, scoppiato ai 28 giugno 1521 nella polveriera, mandava in conquasso grande parte dell' edificio, che fu ristaurato sotto i regni di Carlo V e Filippo II, e ridotto nelle più recenti regole militari, coronato di sei baluardi, cortine, fossi, strade coperte, mura fortissime, ecc. — Salvo alcuni miglioramenti fatti nel 1734 durò la fortezza in quello stato sino al 1500. — Sostenne otto assedi. Con legge 30 nevoso, anno nono repubblicano, fu decretata dal Governo Cisalpino la demolizione della fortezza e 1' erezione del Foro Bonaparte, nel quale dovevano essere raccolti stabilimenti per le assemblee del popolo , per le arti, per le scienze, pel commercio e pel soldato emerito, ed innalzato , nel luogo il più insigne, un grandioso monumento, che tramandasse alla posterità le gloriose gesta degli eserciti francesi in Italia. Il progetto relativo al Foro Bonaparte era dall'architetto Giovanni Antolini presentato al Governo il 25 frimale del suddetto anno. La prima pietra fu posta con gran solennità il 30 aprile 1801, presso lo sbocco della via Cusani. Ma caduta la Repubblica Cisalpina non si pensò più alla costruzione del Foro Bonaparte. Il Castello , rimasto dall' antica fortezza, venne ad avere parecchie migliorie, la più importante, verso la Piazza d'anni, devesi all'ingegnere militare colonnello Rossi sotto il Regno italico. — I due torrioni di solide bugne agli angoli verso la città, furono mozzati dal popolo nel 1548. — Nel 1862 l'attuale Governo demolì alcune opere forti fiancheggianti quei torrioni, e vi costrusse da un lato l' elegante edificio gotico che serve a scuola di equitazione. Chiesa di Santa Maria. — La chiesa di Santa Maria della Consolazione, detta del Castello, già convento degli Agostiniani , soppressi nel 1769 , fu fondata , secondo alcuni , dal duca Galeazzo Maria Visconti, e giusta l'opinione di altri, da Giovanni Galeazzo. Fu dappoi , con disegno dell' architetto Gio. Battista Chiappa, rimodernata. Contiene pitture di Camillo Procaccini, di Daniele Crespi , di Gaudenzio Ferrari e di altri. Piazza d' Armi. — Lo spazio dal lato di tra-montana del Castello nell'anno 1806 venne ridotto a piazza per militari esercizi, d' onde la denominazione di Piazza d' armi. Ha la lunghezza di metri 549.93, la larghezza di metri 654. 43. Qui presso evvi il bersaglio militare , della Guardia nazionale e della Società dei Carabinieri milanesi. — In questa Piazza, specialmente durante il primo Regno d' Italia , si sono fatte di molte feste popolari. L' Arena. — Questo grandioso edificio ò uno dei più insigni che si eressero sotto il Governo italico per accrescere il decoro e lo splendore della città di Milano, che mancava di un monumento di questo genere. Esso ha la forma di un elissi col maggior asse di 240 metri sopra 120; venne disegnato dall' architetto Canonica ad imitazione del Circo di Caracalla , e può conte-nere 30,000 spettatori. — Fu incominciato nel 1805 , e alla sua costruzione si impiegarono le pietre del demolito castello, ed alla fronte delle carceri gli avanzi del castello di Trezzo. Imponente è il Pulvinare , posto verso il mezzogiorno, non che la porta principale. — Serve ai pubblici spettacoli di corse di cavalli e di bighe , ed ai giuochi ginnastici e pirotecnici, ed è atto altresì a divertimenti di naumachia , avendovi il comodo di riempire tutta l'Arena col rigagnolo scorrente tra il podio e l'Arena stessa. — Nell'inverno serve al divertimento del pattinaggio. Venne il giorno 17 dicembre 1807 inaugurato con un grande spettacolo di naumachia, presente 1' imperatore Napoleone. Arco del Sempione. — L'architetto Luigi Caguola, avendo per le nozze del vicerè Eugenio, nel 1806, alzato a Porta Orientale un arco di legno e tela con stile classico e pretto, il Consiglio Municipale decretò fosse eseguito di marmo bianco a capo della strada del Sempione, adoperandovi i 200 mila franchi che Napoleone aveva assegnati alla città per spese di orna-mento pubblico. L'autunno del 1807 se ne gettarono le fondamenta, e al 1814 erasi all' imposta delle due arcate minori. — Il 19 aprile di quell' anno se ne sospendevano i lavori per la caduta del Regno d'Italia. Francesco I, per istanza della Congregazione centrale, che implorò di impiegare nella costruzione i crediti che le provincie avevano per somministrazioni fatte agli eserciti Austriaci, supplendo nel resto lo Stato, autorizzò il proseguimento di quei lavori, che , ripigliati nel 1816 , terminarono nel 1838. — Dovevano fregiarlo la statua della Vittoria, in ricordo della battaglia di Jena, e i fasti napoleonici. — Il Governo austriaco volle che portasse la statua della Pace, e i fatti che precedettero quella pace sciagurata. Il monumento componesi di un arco grandissimo fiancheggiato da due minori, il tutto sormontato da un attico. E adorno di colonne monoliti di marmo di Crevola, e lo fregiano molti bassorilievi di G. Monti, di Cacciatori, di C. Pacetti, di C. Monti, di Rusca , di Acquisti, di Perabò, di Marchesi Marchesi , di Somaini , ed ornamenti e statue di squisito lavoro. La sestiga colossale, modellata da A. Sangiorgio, venne fusa in bronzo dal Manfredini , come pure le quattro Fame modellate dal Putti bolognese. I due casini laterali di granito rosso sono di maestosa semplicità dorica. L' arco è praticabile nell' interno ; comoda scala conduce alla sommità, dalla quale si gode la vista di stupendi panorami , e si porno ammirare da presso la sestiga e le statue. La spesa .per salire è tenuissirna. Sotto questo monumento , il giorno 8 giugno 1859, entravano l'imperatore Napoleone III e re Vittorio Emanuele, vincitori nei campi di Palestro e di Magenta. A perpetuare sì felice avvenimento vennero, il 18 marzo 1860 , cancellate al sommo dell'Arco le impronte servili, e poste le seguenti epigrafi:

(verso la campagna ) ENTRANDO CON L'ARMI GLORIOSE NAPOLEONE III E VITTORIO EMANUELE II LIBERATORI MILANO ESULTANTE CANCELLÒ DA QUESTI MARMI

LE IMPRONTE SERVILI

E VI SCRISSE L'INDIPENDENZA D'ITALIA MDCCCLIX

(verso la città) ALLE SPERANZE DEL REGNO ITALICO AUSPICE NAPOLEONE I I MILANESI DEDICARONO L'ANNO MDCCCVII E FRANCATI DA SERVITÙ FELICEMENTE RESTITUIRONO MDCCCLIX

Questo Arco doveva formare il principio della magnifica strada, che congiungeva Milano colla sommità del Sempione , opera delle più dispendiose e difficili che siensi intraprese sotto il Governo italico. — La lunghezza della strada da Gabio, confine in allora del Regno , sino a Soma è di metri 106, 586. Da Soma a Milano, continuata dal Governo austriaco, metri 51,000. Il Tivoli. — Di fianco all' Arena avvi uno spazio di terreno che la Giunta Municipale sta ordinando per luogo di sollazzi popolari , denominandolo il Tivoli. La Porta Tenaglia, che è qui presso , è una delle più vecchie, e reclama dal Municipio urgente ricostruzione. Non molto lungi fuori di questa Porta , evvi un palazzo denominato la Simonetta, da un già suo proprietario , celebre per la singolarità di un Eco che, allo scoppio di un' arme da fuoco, al getto di un grido, si fa udire in un angolo del cortile, aperto da un lato , e viene ripetuto distintamente più di trenta volte , finchè , scemando, di mano in mano si perde. — Crediamo abbia il primato sull' Eco del Battisterio di Pisa. Ciò che di questo fabbricato rimane , dimostra bastantemente quello che doveva essere di magnifico a' suoi tempi. — Sulla costruzione di esso, la malignità , che non ha sempre torto , disse che fu eretto dagli appaltatori dei bastioni, e regalato poi a don Ferrante Gonzaga per gratitudine di avere questo governatore chiuso gli occhi sul prezzo e sul modo onde quell' opera fu eseguita. Per avere accesso nel palazzo si deve pagare una tassa di centesimi 50. Linea E.

(Colore giallo. — Porta Magenta).

MONUMENTI, EDIFICI RIMARCHEVOLI, ECC. Palazzo del Bollo. Litta. Orfanotrofio femminile.

CHIESE. Santa Maria Segreta. San Nazaro Pietra Santa. Santa Maria alla Porta. Monastero Maggiore. Le Grazie.

ALBERGHI. Beccaccia.

Nella linea dalla Piazza del Duomo alla Porta Magenta havvi il palazzo, sede degli uffici del Bollo e di altri delle regie Finanze , eretto al Bocchetto, ove esisteva il monastero colla chiesa di Sant' Ulderico, vescovo di Augusta, soppresso nel 1787: offre poco di rimarchevole. Si disse questa località del Bocchetto da uno sbocco di condotto d'acqua o piscina, costruito ivi presso. Chiesa di Santa Maria Segreta. — Di questo tempio si fa menzione fin dal secolo XI come fondato da donna di famiglia cospicua. Nel seco-lo XVIII fu ridotto alla odierna forma su disegno dell'architetto Giulio Galliori. — In materia d'arte, nella chiesa , altro non si ravvisa di interessante che un quadro del Panfilo rappresentante rappresentante la Vergine col Bambino, e l'altare maggiore, costrutto di fini marmi e di bronzi dorati su disegno del prof. Giuseppe Levati. Chiesa di San Nazaro Pietrasanta. — E questa chiesuola molto elegante: l' altare maggiore è dell' architetto Zanoja; possiede pitture di Cesare Procaccini, Aurelio Luini , Ridolfo Cunio , scolare del Cerano. — Questo tempio fu detto di Pietra santa, secondo una tradizione , da un cippo di marmo africano , sul quale inginocchiossi il vescovo Ambrogio, implorando la sconfitta degli Ariani. Santa Maria alla Porta. — Questa chiesa fu così detta perché già presso la porta Giovia e le mura fabbricate dall'imperatore Massimiano Erculeo ; lo che dimostra la sua antichità. La vecchia chiesa fu rifabbricata nel 1652 su disegno di Francesco Richini per ordine di Benedetto Aresi. Sulla bella facciata, restaurata alcuni anni or sono, vedesi un basso rilievo in marmo rappresentante l'incoronazione della Madonna, eseguito da Carlo Simonetta. — Nell' interno vi è una statua del Simonetta stesso, e parecchie pitture di Marco d' Oggionno , di Camillo Procaccini , del Lomazzo. Monastero Maggiore. — Molti pretendono che in origine qui fosse il tempio di Giove, e che le quattro belle colonne di porfido che sostengono la tribuna dell'altare maggiore in Sant'Ambrogio si trovassero in quell' edificio. Diverse sono le opinioni sopra l' epoca della fondazione del monastero : alcuni l'attribuiscono a San Martino nel IV secolo; tutti però si accordano nell' ammetterlo ammetterlo ampliato da Ottone imperatore nel X secolo. La chiesa , già dedicata alla Madonna, venne nel secolo XII intitolata a San Maurizio. Fu già quell'edificio, sino al 1799, chiostro di Benedettine, e venne chiamato Maggiore, sia per copia di privilegi che per numero di monache. — Si pretende che Barbarossa, prescrivendo il diroccamento di Milano, ordinasse di rispettare il Monastero Maggiore , la basilica di Sant'Ambrogio e la cattedrale. — La chiesa attuale col monastero ( ora sede di scuole comunali) fu costrutta col disegno dell' architetto Giovan Giacomo Dolcebono, pavese, scolaro di Bramante. La facciata è tutta di marmo , condotta con isquisito gusto dal milanese Francesco Pirovano. — L'interno della chiesa è una vera galleria di Scuola Lombarda ; vi primeggiano affreschi di Bernardino Luini, di Calisto Piazza da Lodi, di Pietro Gnocchi, di Lomazzo , Ferrari, e di-pinti di Antonio Campi. In questa chiesa leggonsi due iscrizioni sepolcrali , le quali ricordano d' essere stati ivi sepolti, nell'anno 1532, Alessandro Bentivoglio, signore di Bologna, scacciato da papa Giulio II, e nel 1545 Ginevra Bentivoglio, moglie di Giovanni Carretto marchese di Finale. Il fianco di levante della chiesa venne deturpato nei secoli decorsi coll'addossamento di case; rimasto di nuovo scoperto per I' apertura della via Bernardino Luini, si va a ristaurare in pietra e- laterizi su disegno del pittore Angelo Colla. Nello stesso fianco di levante , presso la via Ansporto, scorgesi una torre quadrata a diversi piani , innalzata ai tempi di Massimiano : una porta a lato della medesima, con colonne di marmo antico isolate, deve aver servito di comunicazione al Circo romano, che esisteva nella vicinanza. — Presso questa torre avvene altra rotonda, divisa in tre piani , e che vedesi da tergo al tempio. E opera , coll' unito avanzo di antiche mura , dell' arcivescovo Ansperto , il quale l' avrebbe fatta costruire a difesa del monastero. — La parte terrena si crede aver servito di carcere ad alcuni martiri milanesi, fra cui Gervaso, Protaso, Vittore, Naborre e Felice. Palazzo Litta. — Questo palazzo fu fatto incominciare dal conte Bartolomeo Arese , presidente del Senato al tempo di Filippo IV di Spagna, sul disegno di Francesco Richini, e terminato in seguito dai successori di lui. Presenta una facciata maestosa e ricca di marmi; l' in-terno è decorato di grandiosi vestiboli e portici in giro sostenuti da colonne; lo scalone magnifico di marmo , che vi fu aggiunto posteriormente, è opera di Carlo Giuseppe Merli. — E ricco pure di sontuose stanze, di un bel giardino e annessa cavallerizza. — Morto l'Arese, passò il palazzo al conte Giulio Visconti, nipote suo, ed ultimo vicerè di Napoli per Carlo VI ; da questi pervenne per eredità alla famiglia Litta-Visconti-Arese. Orfanotrofio femminile. — Nel Corso Magenta evvi anche l'Orfanotrofio femminile. Fino dal decimosesto secolo si pensò a sopprimere in Milano la mendicità, ed in questo luogo, denominato di Santa Maria della Stella, già convento di Benedettine, stabilì San Carlo Borromeo uno specale pei mendicanti. — Creato arcivescovo di Milano, il cardinale Federico Borromeo fece costruire da Fabio Mangone solida e semplice fabbrica per applicarla al ricovero degli orfani d' ambo i sessi , la quale venne poi destinata a beneficio delle sole femmine. — Le orfane si ammettono dai 7 ai 12 anni , senz' obbligo di speciale corredo; devono appartenere a famiglie povere di Milano , aventi costì il decennale domicilio ; sono preferite quelle che hanno perduti entrambi i genitori. Alcune piazze sono di patronato privato. Il fabbricato venne ristaurato or non sono molti anni. Chiesa di Santa Maria delle Grazie. — Questa chiesa fu fabbricata nel luogo ove esisteva-no i quartieri delle milizie del duca Francesco I Sforza, sotto il comando del generale conte Gaspare Vimercati, il quale, nel 1463, donò ai Domenicani il fondo ed unitovi santuario con effigie della Madonna molto in venerazione , a patto che fabbricassero un tempio grandioso ed un convento. — Lodovico il Moro e Beatrice sua moglie, nel 1492, presero ad ingrandire la chiesa medesima in forma di croce latina ; ma per le vicende di lui rimase l' opera imperfetta. I fini lavori di cotto , gli stemmi , le medaglie e gli emblemi che veggonsi esteriormente nella parte del coro , dimostrano quanto Lodovico si studiasse di renderla elegante. — La facciata è semplice, di gotica architettura, e non presenta di osservabile che il piccolo pronao alla porta maggiore, ornato di medaglie e sostenuto da due colonne del miglior gusto del rimanente. L' interno della chiesa è a tre navi di gotica architettura sino al presbiterio ; la grandiosa cupola, l'ampio coro e le cappelle semicircolari nei lati sono disegno del Bramante , al quale Lodovico ordinò la costruzione tanto di quelle opere , quanto della grandiosa sacrestia e del chiostro contiguo. Questo tempio contiene pregevoli pitture di P. d'Adda, Gaudenzio Ferrari, Francesco Vicentini, Gio. Batt. Secchi, Semini, G. Nuvolone, B. Zenale, ecc. ecc. — Nel refettorio del monastero esiste ancora la famosa pittura di Leonardo da Vinci, Il Cenacolo. E’ soverchio descrivere questa meraviglia dell' arte, da tutta Europa conosciuta , e la quale Francesco I di Francia, nel 1520, avrebbe voluto trasportare a Parigi. Deperita quella pittura , venne mirabilmente restaurata da F. Barezzi nel 1856 (*). In questo stesso refettorio trovasi altro dipinto a fresco, La Crocifissione, con moltissime figure e colla veduta di Gerusalemme , lavoro eseguito da Giovanni Donato Montorfano milanese nell'anno 1495. — Mentre Leonardo da Vinci dipingeva quel Cenacolo abitavasene nella vicina casa al numero 67, contraddistinta in oggi al di fuori da medaglie scolpite da Pompeo Marchesi, ed ivi in una sala terrena eseguiva i quattordici ritratti sforzeschi. Nel convento di questa chiesa era stabilito il Tribunale di Sant' Ufficio, trasportatovi nel 1559

(*) Nel palazzo di Brera evvi una copia di quest' opera rara, fatta dal pittore Giuseppe Bossi per allogazione del Governo Italico. da Sant'Eustorgio, e vi esistette fino alla totale sua.abolizione avvenuta nel 1769. — I monaci furono soppressi il 7 marzo 1797 , e l' edificio mutato in caserma. Poco distante dalla Piazza delle Grazie eravi la Casa di Correzione , stata innalzata verso il 1764 , quando si cessò di vendere ai Veneziani i condannati alle, galere , che venivano poi spediti in Levante. — Furono in seguito i condannati concentrati nell' edificio in via Appiani. Porta Magenta. — Questa porta era dedicata a Venere, forse per l'amenità e piacevolezza del luogo. Era già chiamata Vercellina, perchè da essa si va direttamente a Vercelli ; indi Magenta in memoria della battaglia combattuta in quel borgo il 4 giugno 1859, che portò la libertà a Milano. — Dalla porta stessa entrò nel 1805 Napoleone I, che veniva a Milano a cingere la celebre corona ferrea. Nella casa al numero 9 , nel Corso Magenta, nacque nel 1598 il matematico Bonaventura Cavalieri; in quella al numero 66 visse , e morì nel 1851 , Francesco Cherubini, e al numero 67 Giovanni Gherardini. Lapidi apposite sulle facciate di queste case ricordano tali fatti.

Linea F. (Colore verde — Dalla piazza del Duomo alla Piazza di San Vittore).

MONUMENTI, EDIFICI RIMARCHEVOLI, ECC. Biblioteca Ambrosiana. Monumento a Federico Borromeo. Palazzo Borromeo. Caserma San Francesco. Ospedale militare. Pusterla di Sant'Ambrogio (avanzi). Macello pubblico. Ospedale Fate-bene-fratelli.

CHIESE. San Sepolcro. Santa Maria Podone. Sant'Ambrogio. San Vittore.

ALBERGHI. (In questa linea non vi sono che alberghi e trattorie di secondo ordine).

Biblioteca Ambrosiana. — La Biblioteca Ambrosiana fu fondata e dotata nell'anno 1602 dal cardinale Federico Borromeo. All' uopo fece dall' architetto Fabio Mangone , presso San Sepolcro, costruire apposito edificio, la cui facciata, di ordine dorico , è piccola, ma graziosa; nel fregio, a caratteri di bronzo, leggesi : biblioteca Ambrosiana. — Venne aperta ad uso pubblico nell'anno 1609, e detta Ambrosiana, in memoria del vescovo Ambrogio, protettore di Milano. Il cardinale Federico, a renderla una delle prime d' Italia , spedì a sue spese in varie parti di Oriente e di Occidente uomini dotti per raccogliere libri, manoscritti , stampe, quadri, sculture ed oggetti di scienza e di rarità; e ne fecero buona mèsse, che andò sempre più accrescendosi col progresso degli anni per donazioni e per lasciti. Circa 120 mila sono i volumi , e 15 mila le opere manoscritte di questa Biblioteca Biblioteca, come pure molti le pitture , le sculture , i disegni, i cartoni e le svariate rarità della storia naturale, delle scienze e delle arti. — In essa sono pure riposti una parte del museo Settala ed il medagliere Castiglioni; una bella raccolta di oggetti antichi nazionali e stranieri , come bronzi, avori, minerali, armi, frecce, ecc. ecc. — Vi si vedono parecchie iscrizioni romane del medio evo, alcuni monumenti, fra cui gli avanzi di quello di Gastone da Foix, eseguito dal valente Bambaia , modelli di plastica , ecc. — Fra le cose rarissime vi sono : Le Antichità giudaiche di Giuseppe Ebreo, tradotte in latino da Ruffino, su papiro del V secolo; un Virgilio, con note del Petrarca relative alla sua Laura; la Cronaca dei Papi, di Martino Polacco; un Dante in pergamena ; un volume di Leonardo da Vinci; il Codice Atlantico dei dodici che esistevano , rimasti a Parigi ; alcune lettere del cardinale Bembo a Lucrezia Borgia , con una ciocca dei capelli della medesima. — Primeggiano pure l'originale della Scuola d'Atene di Raffaello, il cui affresco eseguì a Roma nel Vaticano ; un affresco di B. Luini, rappresentante Gesù coronato di spine , con varie persone in ginocchio , che si credono ritratti dei deputati del Pio Luogo di Santa Corona, cui apparteneva questo locale ed ove ebbe la sua prima origine (*). — Vi sono

(*) Il Luogo Pio di Santa Corona, fu fondato dal domenicano del convento della Rosa, Stefano Seregni , nel 1497 , o si disse di Santa Corona, in memoria delle spine del Redentore. — Unito nel 1786 all' Ospedale Maggiore , somministra tuttavia a circa trentamila poveri della città soccorso di medici , chirurghi , levatrici e medicinali. peregrini lavori del Luini, del Durero, dei Caracci, del Vinci, del Procaccini, del Correggio, del Tiziano, del Giorgione, di Palma il Vecchio, di Andrea del Sarto, di Michelangelo, di Reni, del Guercino, di Giulio Romano, di Bruguel, di Rubens, ecc., ecc. Ad un membro della famiglia Borromeo , e già al proposto degli Oblati, spetta la prerogativa di Conservatore perpetuo della Biblioteca, mentre gli altri Conservatori sono quinquennali. I bibliotecari formano un Collegio di dottori , più o meno di numero secondo 1' opportunità. In Piazza di San Sepolcro, avanti la facciata del Mangone , venne nel 1865 eretta , a spese di alcuni cittadini , la statua in marmo di Federico Borromeo, eseguita dallo scultore Corti; nel piedestallo sono incise iscrizioni allusive al fondatore della Ambrosiana , tolte dal libro i Promessi Sposi di Manzoni. Qui presso , nella via omonima, era l' antichissima Zecca di Milano. Chiesa di San Sepolcro. — Questa chiesa è antichissima. Venne innalzata nell' anno 1030 ad onore della Trinità da un ricco zecchiero , tale Benedetto Rozzone di Cortesella. — Se non che un pronipote di Rozzone, reduce dopo il 1099 da Terra Santa , pur per desiderio mostratogli ,dall' arcivescovo in Costantinopoli , pose mano a riedificare la chiesa a somiglianza di quella del Santo Sepolcro di Gerusalemme, assumendo il titolo di San Sepolcro. Nel 1578 fu donata da San Carlo agli Oblati da esso istituiti, e nel 1618 Federico Borromeo riabbellì la chiesa, non rimanendovi rimanendovi della sua prima origine che le due ineguali torri. — Sulla porta evvi un bell’ affresco del Bramantino, rappresentante Cristo morto in seno alla Madre, con San Giovanni e la Maddalena , opera molto lodata dal Vasari e dal Lomazzo. — Nell' interno della chiesa vi sono quadri di Carlo Magatti e di Francesco Nuvolone ; nella sagrestia trovasi una raccolta di varie pitture , fra cui alcune del Luini. — Curiose, ma malfatte, sono le statue in plastica che rappresentano due fatti di Gesù Cristo ; al contrario si stimano assai quelle dello Scurolo, rappresentanti un fatto della Vergine , opera del celebre Caradosso Foppa. In questo Scurolo, che pur possiede due affreschi del Luiui , veniva a meditare San Carlo. Chiesa di Santa Maria Podone. — Si pretende da alcuni che il fondatore di questa chiesa sia stato un tal Werulfo , detto Podone , soldato di Carlo Magno nel 872; altri però ne attribuiscono la fondazione nel 834 all' arcivescovo Angilberto Pusterla, lo stesso che fece fabbricare il famoso paliotto che vedremo nella basilica di Sant'Ambrogio. — Nel semicircolo sopra la porta d'ingresso, scorgesi in un basso rilievo di marmo , intagliata insieme colla Vergine ed il Bambino, l'effigie del conte Vitaliano Borromeo, il quale, nel 1440, a proprie spese, fece riparare la chiesa, dotandola di molte ricche suppellettili e di un capitolo di canonici, stato soppresso ; nel 1625 il cardinale Federico la fece ridurre a più moderna architettura da Fabio Mangone tomi facciata d' ordine composito, decorata con pronao. pronao. — I Borromei vi collocarono i sepolcri di famiglia, come chiesa di loro juspatronato. — Il conte Giberto fece ricostruire l' antica cappella a destra con pitture ed ornati del Sanquirico onde riporvi il corpo di San Renato, dato in dono alla nobile famiglia da Leone XII. In questa chiesa vi è una buona pittura di Cristoforo Franchi. — La statua di rame , colla testa e mani di getto in bronzo , rappresentante San Carlo, che sta nella Piazza, fu fatta eseguire da Federico Borromeo nel 1624 su modello di Dionigi Bussola; essa trovavisi prima al Cordusio. Venne donata a Giberto Borromeo da Giuseppe II nel 1786. Palazzo Borromeo. — Di contro a Santa Maria Podone è il palazzo della cospicua famiglia Borromeo, il quale conserva ancora la sua antichissima forma gotica. In una sala a pian terterreno evvi un magnifico affresco dell' antica scuola lombarda, sconosciuto in Milano, ma ricordato e fattone il disegno nella storia della Pittura Italiana del Rosini. Il palazzo contiene altre pitture , e si conserva la camera abitata da San Carlo, ivi nato. Caserma di San Francesco. — Ove è la caserma , detta di San Francesco , esisteva una bella chiesa dei Minori Conventuali , la più grande dopo il Duomo, fabbricata sull'area dell' antichissima Basilica Naboriana (*) verso

(*) La Basilica Naboriana, innalzata fin dal primo secolo da un tal Filippo Oldano nei suoi orti per seppellirvi i martiri, vuolsi la prima chiesa di Milano. l' anno 1256 , epoca in cui andò la basilica in possesso di que' padri. — In San Francesco avevano i Corio i loro sepolcri, e vi erano raccolte le spoglie di Bernardino Corio , di Raimondo Torriani, di Frate Buonvicino da Riva, poeta anteriore a Dante, e quella di Francesco Carmagnola, e molte opere d'arte. — Disacrata la chiesa , e soppressi i frati, nel 1798 , venne l'edificio convertito in Ospedale militare; quindi vi si posero provvisoriamente gli Orfanelli. — Il Governo Italico pensò di erigere in quel luogo una grandiosa caserma , dando incarico del di-segno all' ingegnere militare, colonnello Rossi. Ricollocati gli Orfanelli in San Pietro in Gessate, se ne cominciarono nel 1813 i lavori, che durarono parecchi anni per le vicende politiche , e non si terminarono che nel 1851. Può la caserma contenere più di 2000 soldati di fanteria. Ospedale militare. — Nel vasto monastero dei Cistercensi è stabilito , sin dal 20 agosto 1798, l' Ospedale militare. La fabbrica è disegno del Bramante, e fu incominciata nel 1499 per ordine del cardinale Ascanio Sforza. Essa consiste in due grandiosi cortili con portici , che li circondano, divisi da un lungo corridoio. Non avvi niente di più magnifico di questi cortili, dorico l'uno, jonico l'altro, con colonne appoggiate sopra un continuato basamento a guisa di parapetto. — L'interno dell'antico refettorio pure presenta grandiosità e magnificenza. Di prospetto all' ingresso vedesi la bell'opera dipinta a fresco nel 1545 da Calisto Piazza, lo scolare del Tiziano, divisa in tre parti, che rappresenta le nozze di Cana in Galilea. Dello stesso pittore sono pure gli Apostoli dipinti nelle lunette della vòlta. All'ingresso dello scalone vedesi il ritratto del duca Lodovico il Moro. Sotto il Governo Italico era questo ospedale molto in grido. Basilica di Sant' Ambrogio. — La basilica Ambrosiana fu fondata nel 387 dal vescovo Ambrogio , ove già era il palazzo imperiale coll' annesso giardino. L'atrio esteriore, eretto nel 872 dall' arcivescovo Ansperto Confalonieri, e tipo dell'architettura più antica che si conservi dopo i Romani , è cinto da portici ; esso è un vero museo d' iscrizioni e di tombe antiche : il visitatore legge su quelle pareti le memorie di tante passate generazioni. -- Le imposte di cipresso della porta di mezzo hanno intagli del IX secolo. -- L' interno è diviso in tre navate colla tribuna, la cripta, le cancellate, l' ambone. Sorretta da quattro colonne di porfido, quelle delle quali abbiamo accennato parlando di San Maurizio, è la tribuna dell'altare maggiore , sotto il quale si rinvenne nel 1834 un magnifico avello di porfido, che forse racchiuse le ceneri di Sant'Ambrogio. Veri capolavori sono i mosaici del coro , il sarcofago sotto il pulpito e il famoso paliotto dell' altare maggiore, di massiccio argento e pietre preziose, donato nel 835 da Angilberto Pusterla, ed eseguito da Wolvino, orefice, colla spesa, che immensa doveva essere a quei tempi, di ottantamila fiorini d' oro. Contiene inoltre questo tempio di belle pitture di Ambrogio Borgognone , del Lanzani, del Tiepolo, del Porta, del Lanino, del Ferrari, del Procaccini, ecc. Nel 1002 1' arcivescovo Arnolfo vi fece collocare, su di una colonna, il serpente di bronzo, che tuttodì si vede, che egli aveva portato da Costantinopoli; vuolsi lo stesso che innalzò Mosè nel deserto a terrore degli Israeliti. La basilica Ambrosiana , dove incoronavansi i re d'Italia, è celebre nella storia; e l'archivio capitolare conserva preziose pergamene' e codici, fra cui un messale con belle miniature del 1395, dono di Gian Galeazzo, e diversi diplomi dei secoli VIII e IX. Anticamente erano due chiese, separate da muro con tre porte, dalle quali si passava nella parte della primitiva basilica di Fausta. Esse vennero riunite nel 1507, e si formò una sola chiesa. Fu la basilica piú volte ristaurata ; la prima, nel 1197, dall' arcivescovo Uberto. Da qualche anno importantissimi lavori vi si stanno facendo dal Governo sotto la direzione di una Commissione. Molti illustri vennero in Sant' Ambrogio sepolti, fra cui Domenico Pagani, il cronista Pietro Candido Decembrio, il latinista Marcantonio ;Miraggio, il guerriero Pietrasanta , ecc. Molte favole corsero intorno all' isolata colonna, che è sulla Piazza omonima ; alcuni vollero fosse reliquia d'antico palazzo, detto Ambrosiano. Questo è certo che fino al 1500 il podestà di Milano , nel dì in cui entrava in carica , prestava su quella colonna il giuramento di mantenere integri gli statuti della città. Vicino alla basilica di Sant'Ambrogio, verso la via Lanzone , sorge l' oratorio di Sant'Agostino. Il Torre vuole che in esso questo santo abbia ricevuto le acque battesimali dal vescovo Ambrogio ; ma è più facile il credere che fosse uno dei due battisteri che erano in que' tempi in Milano per dare l'acqua lustrale ai primi cristiani. Di contro all'atrio di Ansperto vedesi la chiesuola di San Sigismondo, presso la quale abitò, dall'anno 1353 al 1355, Francesco Petrarca. Prendendo la via per andare a San Vittore, giunti al ponte, dove il Naviglio disvolta alla Porta Ticinese, scorgesi una torre che conserva ancora tutti i caratteri di opera fortilizia. Essa è avanzo della pusterla di Sant' Ambrogio , eretta l'anno 1171. Fu a questa porta che Gian Galeazzo Visconti fece, il 0 maggio 1385, a tradimento, prigioniero lo zio Barnabò coi figli di lui Rodolfo e Lodovico. Macello pubblico. — In vicinanza di questa torre presentasi la nuova via Olona , in fondo alla quale è il Pubblico macello. — Ha questo edificio forma rettangolare, e la superficie complessiva di oltre 37,000 metri. La fronte principale prospetta la via di San Calocero. All'ingiro si trovano, oltre i locali per 1' amministrazione, per la Questura e per la Finanza , le stalle di deposito per le bestie, i magazzeni, il macello di ovini e le tripperie. Al centro il parco col padiglione per 1' esazione delle tasse; a ponente il macello dei suini , i porcili , il locale delle macchine per l'innalzamento delle acque al serbatojo serbatojo e per lo sviluppo del vapore. Le celle macellatorie per le bestie mastre e soriane costituiscono quattro corpi di fabbricati isolati fra loro e suddivisi da strade coperte. Le celle macellatorie sono di varia dimensione ed assegnate a seconda dell'importanza de 'macellai. L'acqua viene distribuita ad ogni singolo locale mediante tubi sotterranei. Fu costrutto nell'anno 1862 su disegno dell'ingegnere civico cav. Agostino Nazari per cura del Municipio , a spese di una Società privata. Basilica di San Vittore. — Questa chiesa , che dicesi eretta sull'area di un tempio di Marte, è di antica fondazione ; ebbe la sua origine nel 114 da Porzio, figlio di quel Filippo Oldano, noto per la basilica Naboriana, innalzata da lui, come abbiamo accennato parlando della caserma di San Francesco , ne' propri orti. Da esso Porzio la nuova basilica fu detta Porziana. — Essendovi poi stato nel 303 posto il corpo di San Vittore, venne da quel tempo detta di San Vittore al corpo. — Divenuta l' antica chiesa cadente dal tempo, fu nel 990 riparata dall'arcivescovo Arnolfo; ed in essa furono insediati i Benedettini neri, che vi stettero alcuni secoli; indi passò in Abbadia , e finalmente nel 1507 agli Olivetani, i quali nel 1560 posero la prima pietra dell' attuale bellissima chiesa, costruita su disegno di Galeazzo Alessi. E tutta ornata di stucchi , di fregi , di cornici allumate ad oro finissimo con nicchie , e conserva pitture dei Proeaccini, del Crespi, del Salmeggia, del Nuvolone, del Moncalvo, ecc. — Finissimi sono gli intagli degli stalli del coro Fu sulle soglie di questa basilica che il vescovo Ambrogio cacciò l' imperatore Teodosio , perchè macchiato del sangue dei Tessalonicesi. Il monastero di San Vittore, progetto di Giuseppe Antonio Castelli di Monza, riuscì uno dei più belli di Milano. — Nel 1797 servì di ospedale militare ; quindi , senza interruzione , di caserma di cavalleria. Ospedale Fate-bene-fratelli. — Di rimarchevole non abbiamo altro in questo giro che l' ospedale succursale dei Fate-bene-fratelli, eretto su disegno di Nicola Dordoni, ed aperto nel 26 agosto 1860. Quivi era il vecchio convento di monache Cappuccine , sotto la protezione di Santa Maria di Loreto , fondato nel 1620 dalla famiglia Secchi. L' ordine sovrano militare Gerosolimitano mantiene in quest'ospitale 19 letti. Si ammira nella chiesa una cappella che riproduce esattamente la Santa Casa di Loreto. Nella via di San Vittore ovvi il Pio Istituto del Buon Pastore per le povere figlie traviate , iniziato privatamente pochi anni or sono da alcune pie giovani.

Linea G. (Colore arancio. — Dalla Piazza del Duomo alla Porta Romana).

MONUMENTI, EDIFICI RIMARCHEVOLI, ECC. Regia Posta delle lettere. Palazzo Annoni. Scuole Comunali, Palazzo Della Somaglia. Scuola Superiore d'Agricoltura (*). Ospedale Maggiore ed annessi Pii Istituti. Riformatorio della Gioventù. Collegio Convitto Calchi-Taeggi. Civica Palestra. Porta Romana. Fabbrica del gas (*).

CHIESE, Sant' Eufemia (*). San Paolo (*). San Celso (*). San Nazaro. San Calimero. Santa Maria del Paradiso.

TEATRI. Canobbiana Carcano.

ALBERGHI, ECC. Reale. San Marco. Tre Svizzeri. Pensione Svizzera. Reichmann. Due Spade.

Regia Posta delle lettere. — In fondo al primo tratto della via Rastrelli evvi la Regia

(*) Per visitare gli edifici segnati con asterisco , si può, per maggiore comodità., abbandonare la linea di Porta Romana e prendere 1' omnibus dell' impresa Lissoni con stazione in Piazza Fontana, linea al suburbio di Porta. Ticinese. Posta delle lettere. La facciata dell' edificio è di buona architettura , disegnata e diretta da Leopoldo Pollach. — Vi si ammira una regolarità ben intesa delle parti , e termina con un elegante frontone. — Bella è la sala della impostazione e distribuzione delle lettere, lavoro della locale Direzione del Genio Civile, eseguita nell'anno 1862. — E sin dal 1788 che in questo luogo si trovano gli uffici della Posta: prima erano nella demolita via dei Profumieri, presso Piazza Mercanti. La posta delle lettere era stata introdotta dai Torriani ; se ne pagava tenuissima tassa ; ma nè pronta la spedizione , nè esatto il riscontro. Teatro della Canobbiana. — Parlando del Teatro alla Scala, tenemmo pur parola del Teatro della Canobbiana. Sappiamo dunque che il disegno anche di questo è del Piermarini. Esso fu inaugurato nell'estate del 1779. Pei lavori si impiegò maggior tempo di quello voluto per la Scala , stante le gravi difficoltà incontrate per l'acqua che vi scorre al disotto. - Hla cinque ordini di logge, compreso il loggione , e può contenere 2200 spettatori. L'interno è stato rinnovato nell' autunno del 1870. La sua facciata è bella e regolare. Per mezzo di due archi, gettati sulla via dei Rastrelli , il teatro comunica col palazzo di Corte. Trovandosi in questo punto devesi ammirare la parte del palazzo Reale prospicente la via Larga : la bella facciata è dell' architetto Tazzini. Nella casa al numero 1, nella vicina via Pantano, vedesi l' iscrizione che ricorda la nascita di Gaetana Agnesi, illustre nelle matematiche, ivi avvenuta il 16 maggio 1718. Palazzo Annoni. — Il palazzo Annoni venne eretto nel 1631 su disegno di Francesco Richini con magnifica facciata. L' interno è sontuosa-mente decorato, ed è fornito d'una collezione di pitture originali di Rubens, di Cesare Magno da Sesto, di Wandick e di altri insigni autori. L' albergo Reichmann, che è di contro al palazzo Annoni , era già abitazione del generale conte Domenico Pino, illustre nelle guerre del primo impero. Poco lungi da questo luogo , verso la via Unione, vedesi una casa di moderna costruzione , la cui facciata innesta assai bene le teste dei Visconti colle teste di cani a fregio delle soprapporte e dei balconi. In quest' area era il palazzo fatto erigere da Luchino Visconti ; veniva soprannominato la Casa dei Cani, essendo ivi che i Visconti tenevano rinchiusi quei cinque mila cani, i quali furono cagione di molti dolori. Era questo poi l' edificio che comunicava col palazzo ducale, come abbiamo veduto parlando del reale palazzo. Vicino a questa casa esiste tuttora la soppressa chiesa di San Giovanni in Conca con facciata che mostra la sua antichità anteriore al secolo XII. In essa era la statua equestre di Barnabò Visconti , che vedesi nel museo archeologico. Fu in questa chiesa che il feroce Barnabò aveva fatto collocare il cadavere di sua moglie Regina degli Scaligeri. — Dell'alta torre di San Giovanni, l' eruditissimo dottor fisico Pietro Moscati trasse profitto per formarvi un Osservatorio astronomico dei più accreditati. Lasciato in dono al Vicerè Raineri, questi lo aggregava ad uso del Liceo Beccaria. La casa vicina , che nell' ornato della porta ha i ritratti in marmo di Traiano e di Tito, era l'antico palazzo degli Sforza-Visconti, edificato sull' area di quello di Barnabò. Scuole Comunali. — Grandioso edificio eretto a spese del Comune di Milano su disegno dell'ingegnere architetto Agostino Nazari. In esso sono collocate parecchie scuole comunali. — Venne terminato nell' anno 1867. Palazzo della Somaglia. — Il palazzo della Somaglia, già Mellerio, è dell'architetto Simone Cantoni. — Nell' interno vi sono buone pitture, e tra queste una Madonna di Sassoferrato. Adorna questo edificio anche una bella scultura del Fabris, rappresentante Astianatte cd Andromaca. Il generale Massena, entrando in Milano il 14 maggio 1796 coll' antiguardia dell' esercito repubblicano francese, prendeva stanza in questo palazzo. Per visitare i monumenti che sono lungo il corso San Celso è d'uopo percorrere la via Rugabella. In questa via era la casa dei Borromei, venduta non sono moltissimi anni ai signori Valerio e Carpani , che la rifabbricarono. In essa nacque il cardinale Federico Borromeo, e visse e morì , durante la lunga vedovanza , la contessa Clelia Borromeo, valente nelle matematiche non meno della contemporanea Agnesi Abitò pure in questa via Gian Giacomo Trivulzio , maresciallo di Francia. — Altra casa storica è quella ove ebbe culla Nicolò Sfondrato, che fu poi papa col nome di Gregorio XIV. In fondo alla via Rugabella sorge una colonna; essa fa innalzata nel 1613, e detta di San Senatore. Rappresenta Sant'Elena coronata che tiene fra le braccia la croce. Chiesa di Sant'Eufemia. — La chiesa di Sant'Eufemia è antichissima; fu fondata verso il 478 da San Senatore, vescovo di Milano, presso la casa di sua abitazione. Venne rifabbricata nel XIV secolo sulle basi dell'antica, e ridotta dalla gotica forma all' ordine corintio sul principio del XVII. La facciata ha un bel pronao d' ordine fonico; grande ne è il pregio per la sua elegante semplicità ; il restante al di sopra è di ordine composito. Possiede la chiesa pitture del Tiziano , di Marco da Oggiono , la più stimabile di questo pittore su tavola, rappresentante Sant'Eufemia , e di altri. — Nell'anno 1870 si intrapresero lavori su disegno dell'architetto Enrico Terzaghi per la rivendicazione dell' antica gotica forma. Chiesa di San Paolo. — Del vasto monastero di Agostiniane, dette Angeliche, sotto il titolo di San Paolo, non rimane che la sola chiesa. La contessa di Guastalla Lodovica Torelli fu la fondatrice di questo stabilimento, eretto nel 1531. La elegante facciata della chiesa fu eseguita su di-segno di Giovan Battista Crespi, detto il Cerano, celebre pittore non meno elle valente architetto. Essa è ricca d'ornamenti giudiziosamente distribuiti. I bassorilievi furono dal Cerano medesimo inventati, e scolpiti da Gaspare Vismara, dal Lasagna , da Andrea Biffi , ecc. L' interno del tempio, ad una sola nave di ordine corintio, fu saviamente architettato da Galeazzo Alessi , il quale disegnò anche il fianco del medesimo dalla parte di Sant' Eufemia. — Contiene la chiesa pitture dei fratelli Vincenzo , Giulio ed Antonio Campi e del Salmeggia. L' importanza dei capi d'arte che vi sono raccolti fece sì che la chiesa di San Paolo, come il Monastero Maggiore, venisse conservata nella soppressione generale. Chiesa di Santa, Maria presso San Colse. — Il tempio della Madonna presso San Celso è il più illustre dei nostri santuari per la sua architettura e ricchezza dei capolavori che vi si veggono. — E antica tradizione che Sant'Ambrogio, avendo trovato i corpi dei Santi Nazaro e Celso, facesse erigere in quel luogo , a perpetuarne la memoria, un pilastro , e vi volesse dipinta l'immagine della Vergine col figlio, che tuttodì si venera dai fedeli. Il pilastro rimase esposto fino all' anno 992 , tempo in cui Landolfo fece fabbricare la chiesa e monastero di San Celso. — Filippo Maria Visconti , nel 1429 , fece circondare con una piccola chiesa quell' immagine ; poi , crescendo la venerazione del santuario, Giovanni Galeazzo Maria Sforza, nipote di Lodovico il Moro, pensò di edificare la chiesa attuale che ebbe principio nel 1491. -Il disegno di questo sontuoso edificio, del vestibolo , che gli sta davanti , è del Bramante. La facciata , costrutta posteriormente, è disegno di Galeazzo Alessi , con bassorilievi e sculture , quali dello Stoldo fiorentino , quali del milanese Annibale Fontana. L' interno mostra una dovizia di dipinti di Cesare Procaccini, Gaudenzio Ferrari, Paris Bordone , A. Campi , Carlo da Urbino , Calisto da Lodi, Moretto da Brescia e Andrea Appiani, di cui sono anche i bellissimi affreschi della cupola. L'Assunta nella sontuosa cappella della Madonna è del Fontana. L'altare di questa cappella e quello dell'altare maggiore sono preziosi. Galeazzo Alessi disegnò pure gli stalli del coro , che furono eseguiti da Paolo Banza milanese. Nell' attigua chiesa di San Celso vedonsi parecchi avanzi antichi. Scuola Superiore di Agricoltura. (Locale di San Luca). — Questa scuola, istituita per iniziativa della Provincia di Milano con Reale Decreto 10 aprile 1870, venne aperta il 2 gennaio 1871 col concorso del Governo, della Provincia e del Municipio; ed è unica finora in Italia. Il locale ove essa si trova ci richiama molte memorie patrie. — Quivi era un ospedale per gli esposti in sostituzione dello Xenodochio , fondato , come abbiamo veduto, da Dateo in San Salvatore : era chiamato Ospedale di San Celso. L' arcivescovo Galdino nel 1168 lo ringrandì col patrimonio del consorzio dei poveri. E qui dall' ospedale del Brolio si trasferivano gli esposti , allorchè pervenivano ai due anni; disposizione conservatasi per alcuni secoli. Questo ospedale fu anche molto favorito da Barnabò Visconti. — Riunito il Brefotrofio nell'Ospedale Maggiore, l'edificio venne nel 1750 comperato dai monaci di Sant'Ambrogio , e nel 1765 convertito in un bellissimo monastero di Cistercensi con vago e comodo locale, e con chiesa dedicata a San Luca. Soppressi questi frati nel 1798, servì di ospedale ai soldati francesi, tedeschi e cisalpini , e quindi di quartiere alle milizie veterane cisalpine. Un cartello fu posto al sommo della porta così espresso :

AI VETERANI ED INVALIDI NAZIONALI ONORE E RIPOSO ANNO IX.

Nel 1801, il generale Pietro Theulié, morto il 19 giugno 1807 sotto Colberg, in allora ministro della guerra, concepì il disegno di raccogliere in San Luca i figli dei soldati orfani e bisognosi. L' Istituto di beneficenza fu aperto nell' anno 1802, e durò fino al 1839, contenendo oltre 250 alunni gratuiti , e 50 a pensione. — Trasportato altrove l'Istituto, fu qui posta una casa di cadetti, che cessò il 22 marzo 1848. — Servito 1' edificio a diversi usi militari, nel 1859 di ospedale pei soldati feriti francesi ed au-striaci, venivavi nel 1861 insediato un Collegio militare, che nel 1869 fu concentrato in quello di Napoli. Fuori della vicina Porta, chiamata Lodovica da Lodovico il Moro , che è una delle informi di Milano, trovansi, a destra, le officine della Impresa del gas per la illuminazione pubblica e privata della città. Ritornando sul Corso di Porta Romana per le vie di Sant' Eufemia e delle Capre si trova, di contro a quell’ ultima via, la Chiesa di San Nazaro. — Questa basilica fu edificata nell' anno 382 da Sant' Ambrogio ad onore degli Apostoli ; quindi detta Nazariana pel corpo di S. Nazaro in essa trasportato. — Vuolsi che quivi fosse un antico teatro, e che la chiesa sortavi venisse pavimentata con marmi africani da Sirena, moglie di Stilicone. Guasta dal fuoco nel 1075, fu ristaurata con archi assai tesi, ma robusti. — Forma vestibolo alla chiesa il grandioso edificio sepolcrale, con cappella dedicata alla Vergine. Assunta, costrutto nel 1518 dal maresciallo Gian Giacomo Trivulzio, soprannomato il Magno, che, vivo, volle prepararsi il soggiorno della morte — La facciata di questo vestibolo è di figura quadrata; è ornata di pilastri dorici con base attica e capitelli un poco liberi ; il secondo ordine superiore è fonico moderno, con finestre quadrate, tramezzate da colonnette doriche. Il vestibolo ha tre porte, le quali danno accesso all'interno, di figura ottagona, semplice e conveniente al carattere dell' edificio. San Carlo, in esecuzione alle deliberazioni del Concilio Tridentino, fece trasportare le ossa del Trivulzio nel deposito sotterraneo. — Dal vestibolo si passa al tempio, stato più volte ristaurato e rimodernato. E in una sola nave in forma di croce latina. — In esso vi sono di pregevoli pitture di Vitale Sala, di Carlo Cane, di Bernardino Bernardino Lanino , di Gaudenzio Ferrari. — Il 14 dicembre 1870 furono scoperti nel presbitero alcuni grandiosi affreschi, altamente lodati, del pittore Giuseppe Ugolini, il quale, in costume del 400 dell' éra volgare , vi effigiò due santi arcivescovi , fra i molti seppelliti sotto quell' altare maggiore ; essi fiancheggiano un gran dipinto di una ventina circa di figure al naturale rappresentanti San Paolo apostolo che nell' atrio dell' areopago d'Atene predica e fa conoscere agli Ateniesi non l'Ignoto, ma il vero Dio risorto. Vi si vede Dionigi l'areopagista, e la celebre Damaride , convertita da quell' apostolo. Nella cappella di San Martoriano , architettata, come quella al lato del Vangelo, da Carlo Ruzzi nel 1653, è sepolto il celebre Manfredo Settala, uomo istrutto e raccoglitore di un prezioso museo di cose naturali, che vedemmo in parte nella Biblioteca Ambrosiana. — Altri illustri uomini sono in San Nazaro sepolti , fra cui Venanzio Oldrado, Clicerio Landriano, Lazzaro Beccardo, il canonico Torri, Carlo Maggi, Domenico Balestrieri, ecc. — A destra dell'altare maggiore è la chiesuola di Santa Caterina alla Ruota, di stile bramantesco, e della stessa scuola vuolsi il vestibolo sopra descritto. — Essa è di forma rettangola e semplicissima. — Vi sono pregevoli dipinti del Lanino , e pitture su vetri, sullo stile di Alberto Durero , che si credono eseguite da Luca d'Olanda. — A manca di San Nazaro sta la canonica , che tra i suoi fasti vanta il soggiorno fattovi da San Domenico. Ospedale Maggiore ed annessi. — Prima di proseguire pel corso di Porta Romana è d'uopo visitare l' Ospedale Maggiore. Questo stabilimento di pubblica beneficenza si deve alla generosità di Francesco Sforza, duca di Milano, e della moglie di lui Bianca Maria Visconti. Per la costruzione dell' ospedale lo Sforza dava un proprio palazzo con orto e una rôcca ai deputati della città , e ne poneva egli stesso con grande solennità la prima pietra il 4 aprile 1456;. e con Bianca e col popolo chiese ed ottenne da Pio II , con bolla 9 dicembre 145S , di concentrare nel nuovo ospedale i patrimoni di sette piccoli ancora esistenti ; epperò fu detto Maggiore. Il quale avvenimento venne festeggiato come una grande ventura : un' epigrafe e due quadri, tuttora esistenti presso il Luogo Pio, ne perpetuano la memoria. — Si vuole che nel 1460 fosse già l'ospedale aperto. — Antonio Filarete; detto l'Averulino, ne fu l'architetto. Lo stile è gotico. — La fabbrica primitiva forma un quadrato perfetto con quattro cortili, con portici inferiori e superiori. — Nel centro delle crociere l' architetto collocò una cupola, formata non solo ad ornamento , ma anche per una più copiosa illuminazione e maggiore aria ; ed in questo centro pose un altare isolato a comodo degli ammalati. — A fianco di essa fabbrica scorre un emissario del Naviglio, che serve agli opportuni usi dell' ospedale. — Del Bramante è il portico che si presenta a destra entrando nel gran cortile di mezzo, stato aggiunto posteriormente alla fabbrica di Filerete, che non fu terminata terminata in un sol tempo. La parte di mezzo, che prospetta la via Paletta, fu edificata in conseguenza al testamento 18 maggio 1621 di Giovanni Pietro Carcano, il quale lasciava al grande Ospedale l' usufrutto della metà del suo ingentissimo patrimonio per sedici anni, che salì alla somma di 330,000 scudi d' oro, equivalenti all'incirca a quattro milioni di lire italiane. Quel denaro servì appunto all' ampliamento del fabbricato dello Sforza. Il nuovo edificio venne terminato verso l'anno 1642. Il concetto è di Fabio Mangone e Francesco Richini, i quali si servirono del portico esteriore disegnato dal Bramante fino all'altezza del parapetto, cambiando sotto le colonne; e da quella disposizione concepirono l'idea delle altre tre parti, e formarono per tal modo l'elegante disegno di questo maestoso cortile , sorprendente per la sua vastità, per la ricchezza delle sculture e pei doppi portici che lo circondano , con colonne d' ordine jonico moderno al piano terreno e composito al superiore. — Di fronte al magnifico ingresso della porta maggiore è la chiesa di buona forma, ed in essa si ammirano un quadro dell' Assunta del Guercino , e due altri del secolo XV della Scuola lombarda, che rappresentano le cerimonie dell' innalzamento dell’ ospedale. — Nel sotterraneo di questa chiesa sono sepolti parecchi dei caduti nella rivoluzione milanese del marzo 1848. L'ala sinistra dell'ospedale, cioè quella verso la Porta Vittoria , fu eretta in sullo spirare dello scorso secolo col denaro del notaio causi causidico Giuseppe Macchi , il quale , dopo una vita più gretta e misera che mai per spilorcia avarizia, lasciava nel 1797 all' ospedale un assai pingue patrimonio. L'architetto fu l' ingegnere Castelli. Si conservano in quest'ospedale i ritratti dei benefattori, fra i quali del Tiziano , del Procacciai, Traballesi, Hayez, ecc., ecc., che nel loro assieme rappresentano la storia della pittura lombarda dalla fondazione del nosocomio a noi. Essi, ogni biennio , vengono esposti alla pubblica vista sotto i portici del grande cortile, e precisamente nel giorno 25 marzo; e in questo anno (1871) appunto se ne fa l' esposizione. All'Ospedale Maggiore sono riuniti il Luogo Pio di Santa Corona , di cui tenemmo parola , descrivendo la Biblioteca Ambrosiana; non che l'ospizio degli Esposti e delle Partorienti ; il locale di Sant'Antonino, per le deliranti e le pazze ; di San Michele ai nuovi sepolcri per le croniche , ecc. Palazzo Venini. — Nella vicina via di Chiaravalle evvi il palazzo Venini, il quale è di elegante architettura : fu ristaurato non sono molti anni. Palazzo Greppi. -- In via Sant'Antonio, dicontro alla chiesa omonima , vi è il palazzo Greppi, il cui architetto fu il Piermarini. Vi hanno nell' interno di esso grandiose sale ; una di queste , d' ordine corintio , fu ornata dall'Albertolli, dal Franchi , da M. Knoller , ed altre vennero affrescate da Calani , Traballesi , Appiani. Chiesa di Sant'Antonio. — La chiesa di Sant'Antonio rimonta al secolo XIV , venne ricostruita nel XVII su disegno di Francesco Richini: è in una sola nave d' ordine corintio. Conserva tuttavia dell' antico il campanile , il più bel lavoro gotico di Milano dopo quello di San Gottardo e di Sant' Eustorgio. Per ammirare questo campanile è d'uopo recarsi nella via Bergamini. — L' interno ha buoni dipinti dei fratelli Carloni, del Moncalvo, di A. Figini, di C. Procaccini, di Del Cairo , del Bernardino Campi, di F. Gallizia, di E. Salmoggia, di Carlo Cani , di A. Caracci, di Palma il giovane, ecc. Ritornando sul Corso di Porta Romana devonsi ammirare sulla facciata della casa , a destra, portante il numero 54 , alcuni avanzi antichi , che già appartenevano alla porta clic venne eretta colà nell' anno 1171 dai Consoli milanesi a memorare il fatto avventuroso del ristabilimento dei cittadini nella patria, succeduto il 27 aprile 1167 per opera dei confederati lombardi, guidati da un frate Jacopo. La porta fu distrutta per ordine dell' imperatore Leopoldo II nell' anno 1791. In pari tempo si demolì la torretta colle carceri ch'era lì presso, innalzata da Luchino Visconti , la quale tenne pur rinchiusa Margherita Pusterla. Chiesa di San Calimero. — La chiesa di San Calimero, che trovasi a destra non lungi dal ponte di Porta Romana , vuolsi fabbricata nel secolo XII nell' area ove esisteva mi tempio di Apollo, la statua del quale fu distrutta dallo stesso San Calimero. — L' interno del tempio fu rifatto dal Richini. — Nello scurolo vedesi il pozzo ove , secondo la tradizione , fu gettato il corpo di Calimero. — Di rimarchevole in questo tempio non vi è che una pittura di Carlo Cane, e una memoria del Tempesta, celebre pittore di paesi e di marmi, ivi sepolto. Vicino a San Calimero è il collegio di Santa Sofia delle Salesiane. Riformatorio della Gioventù. — In fondo alla via San Calimero evvi il Riformatorio della Gioventù , già Pia Casa di Patronato pei carcerati e liberati dal carcere. — Scopo della istituzione, approvata dal Governo con decreto 4 aprile 1854, per iniziativa del sacerdote Giovanni Spagliardi , è di visitare i carcerati per confortarli alla rassegnazione , migliorarli con assidue istruzioni, e indurli a ravvedimento ; — di prestare assistenza e sussidio ai liberati dal carcere che danno speranza di emenda , accogliendo in apposito ospizio quelli fra essi che per le loro particolari circostanze richiedono questo speciale patrocinio; — di provvedere di stabile alloggio i detti individui quando offrano sufficiente guarentigia di buona condotta e si possano credere stabilmente emendati. — Nello scorso anno 1870 venne il Riformatorio sottoposto ad un nuovo Statuto. — Il progetto di questo edificio è dell' architetto Enrico Terzaghi. Allungandosi per la via Quadronno, a destra uscendo dal Riformatorio , allo sbocco presentasi il Civico collegio Calchi-Taeggi. — Il collegio Calchi-Taeggi dipende dal Municipio per Reale decreto 19 settembre 1861. Trovasi quivi fino dall' anno 1795. — Esso è l'unione del Collegio Calchi, fondato verso il 1500 da Bartolomeo Calchi in via Borgonovo, e del collegio Taeggi, fondato nel 1559 dal conte palatino Ambrogio Taeggi nel convento di San Simone. L' unione avvenne per decreto di Leopoldo del 20 giugno 1792. — Questo Istituto serve per gli studi ginnasiali , tecnici e liceali, di lingua , ecc. — E regolato da civici amministratori, e diretto da un rettore, da un censore di disciplina, ecc. — Ha otto piazze gratuite e venti a metà pensione. L'edificio fu rimodernato con disegno dell'architetto Giacomo Moraglia. Chiesa di Santa Maria del Paradiso. — La chiesa di Santa Maria del Paradiso possiede quadri di Francesco Fabbrica, di Camillo Procaccini, di Domenico Pellegrini; nella vò1ta Ferdinando Porta dipinse l'Assunta. Nelle vicinanze evvi l'altra chiesa di San Pietro dei Pellegrini; Barnabò Visconti aveva unito ad essa uno spedale pel ricovero dei poveri pellegrini, i quali venivano per due giorni alloggiati ed alimentati. Teatro Carcano. — Il teatro Carcano , così chiamato dal nome del proprietario , fu eretto su disegno del Canonica nel 1805 , ove antica-mente esisteva la chiesa coll' ospedale di San Lazzaro, convertito nel 1498 in convento di monache domenicane, soppresse nel 1799. Il teatro è armonico , però non troppo elegante. Agli amatori di fiori consigliamo una visita al giardino di casa Pertusati , che è rimpetto al teatro. Ha una pregevole raccolta botanica Civica Palestra. — Poco lungi dal teatro Carcano , a destra , è la Civica Palestra, eretta su disegno dell'ingegnere architetto Agostino Nazari, ed inaugurata or sono pochi anni. — Serve agli esercizi ginnici degli allievi, specialmente delle scuole comunali. Porta Romana. — L'antichissima Porta Romana era dedicata ad Apollo. L' attuale fu fatta costruire dai Milanesi nell'anno 1598 su disegno di Martino Bassi pel ricevimento di Margherita d'Austria, destinata sposa a Filippo III di Spagna. — E di ordine dorico bugnato, ed era già fortificata. Venne ristaurata nel 1794. — Entrarono per essa parecchi principi e sovrani, e il generale Bonaparte , vincitore degli Austriaci, nel giorno 14 maggio 1796. In quell' occasione vi venne posta la seguente iscrizione :

ALLA VALOROSA ARMATA FRANCESE DAL SUPREMO GENERALE BONAPARTE GUIDATA AL TRIONFO CHE NEL GIORNO 14 MAGGIO 1796 PER QUESTA VIA PORTO' LA LIBERTA' ALL'INSUBRIA IL POLOLO MILANESE MEMORE E RICONOSCENTE.

Questa epigrafe fu tolta al ritorno degli Austriaci. Linea H. (Dalla Piazza del Duomo alla Porta Vittoria). MONUMENTI, EDIFICI RIMARCHEVOLI, ECC: Monumento a Beccaria. Palazzo di Giustizia. Colonna di Porta Vittoria. Luogo Pio Trivulzio. Palazzo Sormani. Collegio della Guastalla. Riformatorio della Pace. Edificio di San Michele ai nuovi sepolcri, Orfanotrofio maschile. Porta Vittoria.

CHIESE. Santo Stefano. San Bernardino. San Barnaba. Santa Prassede. San Pietro in Gessate.

TEATRI, Gerolamo.

ALBERGHI ECC, Passarella.

Monumento a Cesare Beccaria. — Nel mezzo della nuova Piazza dedicata a Cesare Beccaria sorge un monumento a quel grande filantropo nostro concittadino. — La solenne inaugurazione inaugurazione di esso ebbe luogo il giorno 19 marzo 1871. E lavoro peregrino dello scultore Giuseppe Grandi. — La statua del Beccaria posa su ampio piedestallo rettangolare di granito ; i quattro lati di questo presentano due bassorilievi in bronzo, la Civiltà ed il Tempo, che stende un velo sugli emblemi del barbarismo , e due iscrizioni. La prima di queste suona così

.... Italiani e Stranieri eressero, augurando che il voto 13 marzo 1865 della Camera dei Deputati per l'ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE sia tradotto in legge.

E l'altra il seguente brano dello stesso Beccaria:

.... Se dimostrerò non essere la pena di morte nè utile, nè necessaria, avrò vinto la causa dell'umanità.

Attorno alla base della statua vi è scolpito : Cesare Beccaria nato in Milano il 15 marzo 1738 — Morto il 28 novembre 1794 — Inaugurato il 19 marzo 1871. Palazzo di Giustizia. — Il palazzo di Giustizia, ora del Tribunale Civile e Correzionale, è di un' imponente e ben intesa architettura, in-dicante il carattere del luogo; il cortile, a doppio porticato, è pur grazioso. — Venne questo edificio fatto innalzare nell' anno 1605 su disegno di Vincenzo Seregni , per ordine di Pietro Enrico Azevedo, conte di Fuentes, governatore di Milano per Filippo III di Spagna, come lo indicavano due epigrafi latine tolte nel 1796. — Allorchè si demolirono le prigioni del Podestà alla Piazza dei Mercanti, queste carceri furono dilatate e fortificate con una cinta soda e massiccia di muro. Nel 1796 si levarono le tredici armi rappresentanti gli stemmi di diversi fiscali, capitani e vicari di giustizia, ed al luogo delle accennate epigrafi , venne sostituito l' assioma del celebre Gaetano Filangeri , che è il seguente :

“ LO SPAVENTO DEL MALVAGIO DEVE ESSERE COMBINATO COLLA SICUREZZA DELL' INNOCENTE “

Nell'anno 1815 dagli Austriaci era fatto scomparire sotto uno strato di calcina; e non fu che nel marzo 1871 che , mercè l' iniziativa di un capo della magistratura milanese, rivisse. Superiormente alla porta vedesi un terrazzo donde pubblicavansi i bandi e le sentenze. Teatro Gerolamo. — In sostituzione di demolito teatro , disegno del Canonica, veniva, nell' anno 1868, costruito l' attuale su disegno dell' architetto Ambrogio Spinella. Fu inaugurato nel 1869. — Il teatro è elegante: conserva un bel telone dipinto dal Vacca, rappresentante la caduta di Ippolito. — Serve a spettacoli di burattini colla maschera di Gerolamo , protagonista monferrino. Può anche servire per attori. Chiesa di Santo Stefano. — La chiesa di Santo Stefano è antichissima, ed era prima detta di San Zaccaria. La fondazione viene attribuita all' arcivescovo San Martiniano , il quale vi fu seppellito nel 433. — Il primitivo tempio venne distrutto nel 1075 da un forte incendio; rifatto , ma non colla vaghezza e maestà del precedente, l'arcivescovo Visconti volle che fosse ricostruito su disegno di Aurelio Trezzi. — Federico Borromeo lo fece perfezionare nel 1596. — Contiene l'interno di buone pitture di G. Cesare Procacciai, di Federico Bianchi, di Camillo Procaccini, di Del Cairo, del Fiammenghini , di Francesco Casella , ecc. — Girolamo Quadrio, nel 1642 , alzò l' attuale campanile di bella forma archi-tettonica. Il 26 dicembre 1476 , all' ingresso di questa chiesa , fu assassinato il duca Galeazzo Maria Sforza per opera dell'Olgiati, del Visconti e del Lampugnani. La Piazza di Santo Stefano serve al mercato del pesce , selvaggiume , pollame, ecc. Chiesa di San Bernardino. — Presso Santo Stefano trovasi la chiesa di San Bernardino, eretta nel 1696. — Superiormente all' atrio di essa evvi un particolare oratorio , ove esistono giovanili lavori di Andrea Appiani. — Giovanni V, re di Portogallo, fece levare il disegno di questa chiesa per erigerne altra a Lisbona. — Attiguo vi è un Ossario, in cui vedesi una bizzarra decorazione di ossa e di teschi umani , che il volgo crede dei cristiani morti dagli Ariani al tempo di Sane Ambrogio ; ma noi non dubitiamo a supporre vengano dall'ospedale del Brolio, detto (li San Giobbe. E un ornamento che dovrebbe ormai scomparire. Colonna di Porta Vittoria. — Dalla via di San Bernardino, recandosi al Verziere, o mercato delle erbe, trovasi una colonna di granito. Essa venne fatta erigere nel 1576 da San Carlo, su disegno del Pellegrini, in onore di San Martiniano. La statua del Redentore è del Vismara. Questa colonna è ora sacra alla libertà di Milano. Attorno al piedestallo di essa , su lapidi di bronzo , collocate il 18 marzo 1861 a cura del Municipio, trovansi incisi i nomi dei morti nella gloriosa rivoluzione del marzo 1818. Evvi pure la seguente epigrafe :

CITTADINI ONORATE LA MEMORIA DEI VOSTRI CHE A 18 MARZO 1848 SI LEVARONO NEL NOME D'ITALIA E TRIONFATA L' AUSTRIACA TENACIA COLLA VIRTU' DEL VOLERE QUESTE VIE RIBATTEZZARONO PRIME COL SANGUE E COLLA VITTORIA MDCCCLX.

Ai 22 marzo il popolo trae quivi a deporre corone e fiori. Luogo Pio Trivulzi. — Il Pio Albergo Trivulzi trovasi nella vicina via della Signora. Questo istituto di beneficenza lo si deve al principe Tolomeo Trivulzi , il quale , con testamento 23 agosto 1766 , ordinò si convertisse il suo palazzo in casa di rifugio poi vecchi d' ambo i sessi nativi di Milano o domiciliativi da dieci anni almeno, resi inetti, per età settuagenaria, a procurarsi col lavoro la sussistenza. L'ospizio fa aperto il 1° gennaio 1771 , e venne poscia ampliato con altre elargizioni. Ora vi sono ricoverati oltre 400 vecchi fra maschi e femmine. In quest' ospizio morì , il 9 gennaio 1799 , 1' illustre Gaetana Agnesi, e vi fu il 21 marzo 1812 trasportata la salma del principe Trivulzi, che era nella chiesa de'Cappuccini a Porta Orientale. Palazzo Sormani. —Passato il ponte di Porta Vittoria , a destra voltando , vedesi il palazzo Sormani. — Esso fu eretto su disegno licenzioso, ed apparteneva alla famiglia patrizia Monti. Quivi nacque Cesare Monti, che fu arcivescovo di Milano , non che il fratello di lui , Marco Antonio , presidente del Magistrato di Sanità , e benemerito per savio provvidenze e per civile coraggio durante la peste 1630. Estinta la fa-miglia Monti passò il palazzo all'Andreani , e quindi , estinta pur questa , alla Sormani. Collegio della Guastalla. — Nel parlare della chiesa di San Paolo , abbiamo accennato alla contessa della Guastalla Lodovica Torelli. E alla stessa che devesi questo collegio , fondato nell'anno 1557, per l'educazione civile e religiosa di donzelle milanesi nobili e povere. Esso è il più antico di questa specie. Chiesa di San Barnaba. — La chiesa di San Barnaba , eretta prima del secolo XII , venne ricostruita nel 1545 su disegno di Giacomo Antonio Morigia. E di ordine corintio con tre altari da ciascun lato , comodo presbiterio e coro. Vi sono buone pitture di Aurelio Luini, Carlo Urbino , del Lomazzo , di C. Procaccini , ecc. Poco discosto da San Barnaba, verso la Porta Romana, eravi un chiostro di Templari ; ivi prese alloggio Barbarossa sì nel primo che nel secondo assedio di Milano. Riformatorio alla Pace. — Questo Riformatorio, regolato come quello di cui abbiamo parlato, era già Istituto di Santa Maria della Pace pei giovanetti traviati, fondato dal religioso comasco Paolo Marchiondi, ed aperto nel 1841. — La chiesa è di gotica architettura ; fu fondata nel 1466 da un tal Amadeo , cavaliere portoghese, frate francescano, che andava per la città gridando pace, pace, onde far cessare i dissidi tra' Milanesi; e perciò detta della Pace. — Il duca Galeazzo Maria Sforza ed altri somministrarono di poi i soccorsi per terminarla. — Vi sono in essa pitture, pur troppo in deperimento, del Luini , del Semini , di Marco d' Oggionno ; una copia della Cena di Leonardo , fatta dal Lomazzo. Presso questo luogo evvi una caserma di soldati di fanteria : era quel fabbricato già convento di monache agostiniane, dette di San Filippo. — Fu in esso che Napoleone I fondò , nel 1810, il reale Collegio delle Fanciulle. Edificio di San Michele. — In fondo alla via, presso il bastione a destra, presentasi un edificio di forma quasi circolare : è desso San Michele ai nuovi sepolcri, succursale dell'Ospedale Maggiore. — Questo fabbricato risale al 1698, eretto su disegno dell'ingegnere Attilio Arigone. Consiste in una chiesa a croce greca , con cupola nel centro , la quale oggidì forma soltanto il corpo di mezzo dell' edificio. — Fu innalzato per la tumulazione dei cadaveri dell'ospedale. — In seguito si formò il magnifico portico all' in-torno della chiesa , nel quale si pose un continuato numero di sepolcri più alti da terra , a fine di preservarli dall'acqua sorgente. Il disegno di questo porticato è dell' architetto Francesco Croce , perfezionato nell' anno 1731. — Cessò quivi la tumulazione in conseguenza della legge di Giuseppe II, che prescriveva la sepoltura dei cadaveri fuori città. — Sotto il Regno Italico si pensava di convertire quest'edificio in Panteon per gli uomini illustri. Chiesa di Santa Prassede. — Questa chiesa fu fondata da San Carlo nell' anno 1579 con ritiro per le Cappuccine ; nel 1782 vi subentrarono le Benedettine di Santa Radegonda, secolarizzate dalla Repubblica Cisalpina. — La chiesa conserva tuttodì due bellissimi quadri , uno di Simone Preterazzano, l'altro di G. Cesare Procaccini. Il convento, che eravi annesso, fu convertito sotto il Regno Italico in caserma di soldati , e tuttodì serve a tale uso. Chiesa di San Pietro in Gessate. — Da una nobile famiglia di Gessate, o Glassiate, si vuole fondata questa chiesa nel 1344 con monastero di Umiliati , nel quale chiostro , nel 1436 , succedettero i Maurini, in ultimo i Somaschi. — La chiesa è in tre navi, di gotica architettura , alquanto sformata nei tempi posteriori. Il coro fu innalzato nell' anno 1450, di poi ingrandito nel 1640. — V' hanno in questo tempio pitture del Luini, del Crespi, del Caravaggino, del Lanzani, del Moncalvo, dello Zenale, del Civerchio, del Vajani e del Buttinoni. — La Madonna col Bambino si crede del Bramante. Nell' ultima cappella è pur degno di osservazione il monumento della famiglia Griffi. Orfanotrofio Maschile. — Il convento di San Pietro in Gessate coi grandi chiostri , attribuiti al Bramante, per decreto 22 giugno 1772, venne da Maria Teresa donato all' Orfanotrofio Maschile, fondato in via Crocifisso nel 1533 da Girolamo Miani. — Il patrimonio di quest'Istituto, che può calcolarsi a tre milioni, è frutto di doni e di lasciti di molti benefattori. I ricoverati sono in numero di 250 circa. Vi si accettano dagli anni sette ai dieci, e vi rimangono sino ai diciotto ; vengono istruiti nelle materie proprie delle classi elementari, nel disegno; ed avviati nelle arti meccaniche ; alcuni , i più idonei, vi apprendono anche la musica istrumeutale , la ginnastica e i militari esercizi. Ai tempi della Repubblica Cisalpina questi orfani vennero soldatescamente disciplinati : formarono un battaglione , che fu denominato Battaglione della Speranza. Nelle cinque giornate del marzo 1848 gli orfanelli prestarono pure un grande servizio alla patria; parte di essi stettero alle barricate, parte servirono alla trasmissione degli ordini dei capi della insurrezione da un punto all'altera del-la città.. Porta Vittoria. -- La Porta Vittoria , così denominata in memoria della vittoria riportata nel 1848 dai Milanesi sulle soldatesche austriache austriache, chiamavasi prima Tosa. L'origine di questo nome non è dagli storici ben definita. Il più probabile è che possa derivare da Tusca, perchè in antiche carte viene chiamata Tusa e non Tosa. Dalla cittadinanza si fanno voti perchè il Municipio abbia a ricostruire questa Porta e renderla degna del gran fatto al quale è stata dedicata. Fuori la città, non molto lungi , evvi l' ospedale dei pazzi , detto la Senavra. — Il locale era altre volte convento di Gesuiti.

Linea I. (Colore rosa. — Dalla Porta Ticinese alla Porta Garibaldi). (1. — Dalla Piazza del Duomo alla P.a Ticinese). MONUMENTI EDIFICI RIMARCHEVOLI, ECC. Ginnasio e Liceo Beccaria. Palazzo Trivulzi. Congregazione di Carità. Istituto Tecnico. Colonne di San Lorenzo. Arco di Porta Ticinese. Barriera. Bagni pubblici. Stazione Milano-Vigevano. La Conca in via Arena. Istituti dei Sordo-Muti. Casa d' Industria. CHIESE. San Satiro. Santa Maria Beltrade. San Sebastiano. Sant'Alessandro. San Michele alla Chiusa. San Giorgio in Palazzo. San Sisto. San Lorenzo.

Sant' Eustorgio.

Santa Maria della Vittoria. San Calocero.

TEATRI. Re (nuovo).

ALBERGHI. Cappello. Falcone. Pozzo. Gran Bretagna. Gran Parigi. D' Italia.

Chiesa di Santa Maria presso San Satiro. --La chiesa di Santa Maria presso San Satiro affermasi innalzata nell'anno 869 dall' arcivescovo Ansperto Confalonieri , ove era una sua casa eretta sull'area di un tempio romano, e che de-dicò a San Satiro. Un fatto singolare diede il nome di Santa Maria alla chiesa, ed origine all' edificazione dell'attuale, chè mal si attribuisce al Bramante, e molto meno al Suardi, suo scolaro. — Prima della venuta in Milano del Bramante la chiesa era già in costruzione. — Non tornerà discaro sapere il fatto accennato. Nel 1242, un tal Masazio , uscendo furioso da una casa da giuoco, ove aveva perduto tutto il suo avere, si fece a passare per la via del Falcone. Ivi vedendo l'immagine della Madonna , che era sul muro esterno della chiesa di San Satiro, cieco d' ira, le scagliò una coltellata, che colse nel collo il Bambino. Narra la tradizione che dal quadro stillasse sangue. La voce dell'avvenuto, propagatasi tosto , fuvvi gran ressa alla via del Falcone ; la Madonna venne posta nella chiesa , e da quel giorno la divozione andò crescendo. La chiesa è formata di tre navi, in figura di croce mozza , non essendovi , cagione l' attigua pubblica via, spazio pel coro ; onde l'architetto vi surrogò una prospettiva a' rilievo di mirabile effetto; opera assai lodata dal Vasari e da altri. Dell' antichissimo tempio evvi un avanzo nella cappella della crociera a sinistra, verso la via del Falcone, con quattro colonne di materia , dimensione e capitelli differenti , raccolti da edifici anteriori , come allora si soleva. In questa cappella vi è anche un bel lavoro in plastica del Caradosso Foppa. — La sagrestia è un tempietto ottagono del Bramante, somma, mente lodato dal Vasari e dal Milizia. Fu assai bene ristaurato nel 1857. Vi sono in questa chiesa pitture del Boltraffio, del Borgognone , del Bramantino , di Gaetano Vaccani, ecc. -- Quanto prima si darà mano alla costruzione della facciata del tempio, ancora in rustico , su disegno dell' ingegnere architetto Giuseppe Vandoni. Chiesa di Santa Maria Beltrade. — La chiesa di Santa Maria Beltrade fu fondata da una contessa Beltrado nell' anno 836 , e ristaurata nel 1717 , e da ultimo , da Giacomo Moraglia , nel 1855 con buoni affreschi. — Una rozza scultura, che prima vedevasi sulla porta maggiore, ora da un canto, rappresenta l' immagine che chiamavasi Idea; essa era il simbolo di una processione che sino all' anno 1586 soleva farsi nel giorno della Purificazione da questa chiesa alla Metropolitana. Chiesa di San Sebastiano. — La chiesa di San Sebastiano , di proprietà del Comune , è opera del Pellegrini, e devesi la sua erezione al voto fatto dai Milanesi durante la peste dell' anno 1576. La prima pietra fu posta da San Carlo. — E' di forma circolare, ed una delle più belle che vanti Milano. Magnifica è la parte esterna , ornata di lesene binate , d' ordine dorico, con cornice elegantemente lavorata; l' ordine jonico si vede superiormente all'attico praticabile. La cupola torreggia sopra questo secondo ordine. Tre porte , una maggiore ornata con colonne, e due laterali più semplici, danno ingresso all' interno , il quale corrisponde alla bellezza esterna per la sua semplicità ed eleganza; un ordine di lesene disposte in giro divide le cappelle arcuate ; il coro è di figura ottagona con cupola circolare. — Vi sono in questa chiesa pregevoli pitture : il San Sebastiano è del Bramante. — Sotto la Repubblica Cisalpina essa servì di Circolo costituzionale. E generalmente reclamato che quest' edificio venga isolato, colla demolizione delle catapecchie addossatevi negli ultimi tempi della dominazione spagnuola. Chiesa di Sant'Alessandro. — La chiesa di Sant'Alessandro, detta in Zebedia, vuolsi eretta sull'area di una prigione chiamata appunto Zebedia, nella quale l'alfiere della legione tebea, Alessandro, fu detenuto. La facciata dell'antico tempio era verso San Giovanni in Conca. — L'attuale edificio venne elevato nell' anno 1602 con tanta solennità che si coniarono persino medaglie commemorative. — L' architetto ne fu Lorenzo Binaghi, barnabita. Esso ha la forma di una croce greca con magnifica cupola, sostenuta da otto colonne di granito rosso lucido. — La facciata , con due campanili e bella scalinata , sarebbe stata più grandiosa se avesse avuto un second' ordine : così appare tozza. — Questo tempio, restaurato non sono molti anni , è ricco nell' interno di fregi e stucchi , e vi meritano particolare osservazione l' altare maggiore , il pulpito e due confessionali, incastonati in pietre dure , gli intagli dell' organo , vari dipinti del Crespi , del Procaccini , del Campi , del Fiamminghino, dello Scaramuccia, del Moncalvo, del Guadagnini , dello Scuri , ecc., non che il monumento al matematico Paolo Frisi , il cui ritratto è del celebre Franchi. Liceo e Ginnasio Beccarla. — Al lato destro della chiesa di Sant'Alessandro, uscendo, trovansi pubbliche scuole, altre volte Arcimbolde, da monsignor Giovanni Battista Arcimboldi , il quale nel 1609 fondava due cattedre di logica e morale appunto presso i Barnabiti di Sant'Alessandro. — Soppressa la Congregazione di questi padri, vi fu stabilito dal Governo un Liceo ed un Ginnasio pubblico, diretti da professori secolari — Il liceo Beccaria possiede un gabinetto di fisica, eretto fino dall'anno 1787, una raccolta di animali, ed una collezione mineralogica, che ebbe origine nel 1773, e resa quindi molto ricca dal celebre naturalista, ex-barnabita , Ermenegildo Pini, mercè le sue fatiche, i suoi viaggi e le sue corrispondenze coi più celebrati naturalisti. Palazzo Trivulzi. — Nella Piazza di Sant'Alessandro, dicontro la chiesa, vedesi il palazzo Trivulzi; esso è di una soda costruzione, e ragguardevole per le cose rare e preziose che vi si contengono, fra cui una ricca libreria ed un , museo di pregevolissime antichità, formato in gran parte dal filologo abate don Carlo Trivulzi, morto nel 1789, dal fratello di lui Giorgio, morto nel 1802, e continuato dai discendenti della famiglia , la quale cortesemente ne permette la visita al forestiero. Congregazione di Carità. — La Congregazione di Carità ha la propria sede in via Olmetto, nella già casa Archinti, la quale conserva pregevoli pitture del Lanzani , del Tiepolo , del Piazzetta e del Bigori. Chiesa di San Michele alla Chiusa. — La chiesa di San Michele alla Chiusa , che trovasi qui presso , ritiene il suo nome dalla chiusa , posta nel 1171 ad un acquidotto a trattenere le acque che da essa poi uscivano poco lungi dalla città. Sono due chiese riunite verso il 1750 ; contengono qualche buon dipinto. — Nel portico del piccolo cortile si osserva 1' antico metodo , detto Graffito, introdottosi in Italia nel principio del XVI secolo, col quale si ornavano e si abbellivano le case nel loro esterno. Chiesa di San Giorgio in palazzo.—La chiesa di San Giorgio credesi eretta nel 750 da San Natale, arcivescovo di Milano, sull' area ov'era un tempio di Mercurio. — L' aggiunto di Palazzo, che ancora essa ritiene, si vuole derivato da un palazzo imperiale edificato da Trajano o da Massimiano. — Nel 1600 fu l'edificio abbellito da Federico Borromeo. — L'attuale facciata di granito è disegno di Bernardino Ferrari. — Vi sono in questa chiesa da ammirarsi un San Gerolamo, opera celebre di Gaudenzio Ferrari, la Deposizione , di Bernardino Luini. Nella casa Stampa-Soncino, presso S. Giorgio, sorge, monumento particolare, una torre a sei piani, con terrazzi accessibili, alta metri 42 24, sulla cui sommità sono le colonne col plus ultra, stemma di Carlo V, al cui onore fu eretta. Chiesa di San Sisto--La chiesa di San Sisto si pretende essere fondata da Desiderio, ultimo re dei Longobardi nell' anno 770; fu rifabbricata da Federico Borromeo: vi sono pitture del Pietra. Istituto Tecnico. — Nell' area, ove sorgeva il convento di monache agostiniane, fondato da Simone da Casale nel 1345 , venne eretto, nella prima metà di questo secolo, un edificio ad uso scuole ginnasiali su disegno del conte Gian Luca della Somaglia. Soppresse queste scuole, sostituendole con quelle tecniche, dal Comune si rifabbricò ed ingrandì l' edificio , con progetto dell'ingegnere A. Nazari , comprendendovi anche la già chiesa di Santa Marta, che era una delle più belle opere del Richini. L'Istituto tecnico impartisce l'istruzione a circa 180 alunni. Presso il Carrobbio , nella via San Simone, evvi un teatro adatto a rappresentazioni drammatiche. Chiesa e colonne di San Lorenzo. — Le sedici colonne , che veggonsi lungo il Corso di Porta Ticinese, e che sono parallele alla pubblica strada , formano il monumento romano più grandioso che conservi ancora Milano. — Esse sono di marmo bianco scanalate, d'ordine corintio, e composte di quattro pezzi ciascuna , compreso il capitello e la base, che ha unita una piccola porzione di colonna. Una giusta ed uniforme distanza si osserva nel loro scomparto ; la base è atticurga ; posano esse a perfetto livello sopra un rozzo zoccolo di pietra. Da ciascuna parte hanno per termine un pilastro innalzato in tempi posteriori. Gli architravi sono alti due terzi del diametro delle colonne con tre fasce , come debbe avere il corintio. Nella soffitta, fra capitello e capitello, avvi un riquadro decente-mente intagliato. — Queste colonne da alcuni credonsi una parte delle Terme Erculee, costruite da Massimiano; altri opinano del tempio di Ercole, pure eretto da quell' imperatore. L' iscrizione romana , che vedesi sul pilastro verso la città. ad onore di Lucio Vero, non deve avere nessuna relazione colle colonne, nè coll'edificio: questa lapide fu ritrovata e dissotterrata 1' anno 1505 vicino al colonnato. Da questi avanzi antichi si ha accesso in un cortile, intorno al quale sono poste le abitazioni altre volte canonicali, fatte costruire da Federico Borromeo; è il sagrato di una delle più vaste e più belle chiese di Milano, quella cioè di San Lorenzo. — Questo tempio fu eretto fin dai tempi di Sant' Ambrogio sulle rovine di opera romana. Fu distrutto da un incendio nel 1071 , poi ricostrutto; rovinato di nuovo nell'anno 1573, venne infine riedificato per ordine di San Carlo su disegno di Martino Bassi, che imitò San Vitale di Ravenna. — Il corpo dell'edificio è composto di un ottagono formato da quattro archi grandi e da quattro minori. L'ordine principale è dorico con lesene. I lavori terminarono verso il 1593. — In questa chiesa vi sono buone pitture di Ercole Procaccini, Aurelio Luini, Giambattista della Cerva , Carlo Urbino , dello Storer, ecc. — Alla sinistra, verso la Vetra , evvi una chiesetta ottangolare , la quale ha servito di primitivo tempio dedicato a San Genesio, ed ora a Sant' Aquilino martire , con un vestibolo che ha comunicazione colla strada. Questa cappella dicesi eretta da Galla Placidia , figlia di Teodosio , e vi si vede l' urna sepolcrale della medesima e di Ataulfo, marito di lei. Posteriormente vi fu aggiunta la cupola con un lucernario lucernario. La porta di questa cappella è adorna di ricche sculture; negli absidi si vedono mosaici del nono secolo, guasti però dai ristauratori. — Nella chiesa è pur rimarchevole il mausoleo di Giovanni Conti, eretto nel secolo XVI da Gaspare Visconti, non che l' altro dell' antica famiglia Robiano. Uscendo in istrada dalla cappella di Sant'Aquilino a destra trovasi la Piazza della Vetra. Questo luogo, pochi anni or sono, offriva un misero spettacolo. Da una parte scoperta correva la gora, e all' intorno erano povere case , con terrazze di legno, occupate le più dai conciapelli. — Da antico deturpava inoltre questa Piazza la forca, trasferita nel 1814 altrove. — Le catapecchie dall'anno 1829 vennero scomparendo mano mano, e moderni edifici vi vanno sorgendo; le acque furono coperte; e il Comune, nel 1863, vi erigeva un Mercato per gli erbaggi e le frutta, e nell' anno 1866 altro pei latticini ; entrambi su disegno dell' architetto Enrico Terzaghi. Dicontro la Vetra , verso il Corso di Porta Ticinese, è la via Gian Giacomo Mora , nome dell' infelice barbiere, che ivi aveva la bottega e l'abitazione, i cui casi miserissimi sono sovranamente descritti da Alessandro Manzoni nel suo libro : Processo degli Untori nel 1630. — E qui appunto , ove ora è la casa al numero 1 , sorgeva la Colonna infame, stata posta sulle rovine della casa e bottega del Mora. — La colonna , testimonio di barbarie , venne fatta togliere da Pietro Verri, il 1° settembre 1778 per consiglio di Cesare Beccaria. Arco di Porta Ticinese. — Proseguendo pel Corso trovasi il ponte attraversante il Naviglio, costruito pochi anni sono, in istile lombardo, su disegno dell'ingegnere Emilio Bignami. Questo ponte conserva l'arco e parte della torre di cui erano munite le porte dei Visconti. Nel 1863 vennero questi avanzi dell' antichità , modello dei primordi dell' architettura gotico-lombarda, ristaurati da inesperto architetto ; sicché le torri furono guaste. Teatro Re. — Questo teatro venne fatto costruire da un Giovanni Re nel 1864, e fu inaugurato nel settembre di quell' anno. — Il disegno è dell' architetto Concorreggi ; riuscì difettoso. Può contenere circa 1200 persone. Chiesa di Sant' Enstorgio. — La chiesa di Sant' Eustorgio si annovera tra le più antiche di Milano , e si riguarda come uno dei primi edifici cristiani. — Essa è una delle meraviglie dell' arte lombarda. — Fu fondata nel 320 dallo stesso Eustorgio, che la dedicò ai Re Magi , le reliquie dei quali vennero appunto a lui regalate dall' imperatore di Costantinopoli , ed ivi sepolte (*) ; quindi prese il nome di Sant' Eustorgio in onore dello stesso vescovo, per essere ivi stato tumulato. — Nei primi tempi la chiesa trovavasi ben lontana dalla città ; la fronte era verso la via di Santa Croce con due archi che le servivano di portico. — Fu rimodernata nell'anno

(*) Il sarcofago è ora vuoto di quelle reliquie, le quali, poste in San Giorgio per salvarle dalle mani del Barbarossa, furono quindi nel 1162 trasportate in Germania. nell' anno 1278 da Ottone Visconti coll' opera di Tosano, detto il Lombardino, e quindi da Francesco Richini, il quale guastò la bella architettura lombarda. — Da qualche anno , sotto la direzione degli architetti Enrico Terzaghi e Giovanni Brocca, si sono intrapresi da quella Fabbriceria lavori di ripristino dell' architettura antica. Il fianco meridionale della chiesa e la facciata sono stati egregiamente compiuti , ed anche l'interno è a buon punto di avanzamento. — Il campanile , assai ragguardevole per l'altezza e per la bella costruzione, fu ultimato nel 1309 , e vi venne posto il primo quadrante che dinotasse le ore. — Il pulpito di pietra, che si vede posto nell' angolo della facciata servì a Pietro da Verona per iscagliare i suoi fulmini contro gli eretici. — Nell'interno sonovi magni-fiche opere di architettura, fra cui del Bramante e del Michelozzo Michelozzi , - lo scolaro del Donatello e il seguace del Brunelleschi , il primo che da noi incominciò a scostarsi dallo stile gotico, - consistenti specialmente nelle cappelle fatte erigere a destra dai Visconti , una delle quali ha bellissima arca dovuta a Gian Giacomo Balduccio da Pisa. — Molte pitture peregrine pur vi sono del Borgognone , del Bramantino , del Fiammenghini, del Fratazzi, dello Storer , dei fratelli Procaccini , del Civerchio , del Figini , ecc. — In Sant' Eustorgio sono sepolti alcuni uomini illustri, fra cui il grecista Emanuele Crisolara e gli storici Gaspare Bugati e Giorgio Merula. Del convento annesso, ora caserma di soldati, entrarono nel 1220 in possesso i Domenicani. Vi ebbe per qualche tempo sede il Tribunale dell' Inquisizione. Porta Ticinese. — Anticamente la Porta Ticinese era situata dove ora è il Carrobbio , e chiamavasi Marzia, perchè dedicata a Marte. — La terza Porta, quella costruita al tempo degli Spagnuoli, era ancora nel 1800 un informe fabbricato. Quando Napoleone Bonaparte, vinta la battaglia di Marengo, ritornò per questa Porta in Milano coll' esercito francese , dando nuova esistenza alla Repubblica Cisalpina, si pensò di rammemorare il fatto in uno alla gloriosa giornata campale con un monumento. Il 16 giugno dell'anno 1801 il Governo e le autorità francesi , con solenne pompa , recaronsi alla Porta Ticinese , e posero la prima pietra d' un nuovo edificio. Il progetto però non fu eseguito per allora. Rivisse soltanto verso il 1810; e con soscrizioni private , ma vuolsi superiormente eccitate , si diede mano nel 1812 alla costruzione del severo Portico isolato che tuttodì esiste. — Il disegno è del marchese Cagnola, il quale prese ad imitare quegli onorari che si facevano in Roma. E di grandioso effetto; raggiunto dall' architetto con pochissimi mezzi. Ai lati dell'Arco trovansi due vistosi e sodi fabbricati a bugnato , per uso degli agenti daziari. Per la Porta Ticinese facevano il solenne ingresso i principi , gli arcivescovi, i governatori nostri ed i monarchi che venivano a visitare Milano , usanza derivata dai tempi in cui Pavia era residenza dei re longobardi. Fuori di questa Porta veggonsi i meravigliosi lavori fatti per l' unione delle acque dell'Adda con quelle del Ticino, ed il canale detto il Naviglio di Pavia. — Più innanzi ne parleremo. Presso la Porta stessa, a sinistra, lungo la via di circonvallazione alla Porta Lodovica è lo Stabilimento nazionale pei bagni , costruito dall' ingegnere cav. Sfondrini. E grandioso , e con vasche da nuoto eleganti. — Prendendo la via a destra, e seguendo la strada di circonvallazione alla Porta Magenta, trovasi , alla sinistra, la nuova Stazione succursale per la linea Milano-Vigevano, inaugurata nel novembre 1869; stazione che fra non molto tempo sarà posta in diretta comunicazione coll' interno di Milano, andandosi a dar mano ai lavori per l' apertura di una nuova Porta, che si chiamerà dalla città di Genova. Ritornando in città per la Porta Ticinese devesi visitare la via della Conca, che è presso il bastione a sinistra. — Quivi trovasi la magnifica conca, eseguita nella prima metà del decimoquinto secolo per opera degli ingegneri ducali Filippo da Modena e Fioravanti da Bologna, durante la signoria di Filippo Maria Visconti, allo scopo non solo di procurare il vantaggio a Milano coll' introdurvi acqua navigabile , ma eziandio per congiungere le acque dell'Adda, o Martesana , con quelle del Ticino , o Naviglio Grande, come sopra si è accennato. — Si vede quindi che le conche sono ingegnose opere idrauliche, le quali, succedendosi in vari punti, portano due acque ad unirsi, malgrado la diversità dei loro livelli. Nel 1497, per ordine di Lodovico il Moro , Leonardo da Vinci non rese che regolare questa conca per alzarsi dal Naviglio grande fino alla fossa di fortificazione. In quell'anno, 1497, il duca Lodovico faceva eseguire il monumento che vedesi presso la conca, il quale rammenta e come egli avesse alla fabbrica del duomo ridonato il diritto del dazio sulle navi che passavano per di là, e la morte della diletta di lui sposa Beatrice d' Este. Santa Maria della Vittoria. — Allungandosi per la via Arena, verso la città, trovasi la chiesa di Santa Maria della Vittoria, così chiamata da una vittoria non lungi da quel luogo , allora fuori mura, riportata dai Milanesi contro gli Imperiali, comandati da Lodovico il Bavaro. — La chiesa fu eretta nel 1339, e di nuovo fabbricata nel 1669 dal cardinale Omodei, con disegno del Mangone. L' Omodei vi pose i sepolcri di sua famiglia in forma di piramidi con erme in bronzo. — L' interno del tempio è di buona e grandiosa architettura, di forma quadrata, con quattro archi, sui quali si innalza una maestosa cupola. — L'ordine è fonico composito. — Si ammirano in essa pitture di Camillo Procaccini, di Giacinto Brandi , di Giovanni Ghisolfi , di Antonio Raggi, del Fiammenghini, ecc. Chiesa di San Calocero. — Percorrendo la strada a sinistra , lungo il Naviglio , trovasi nella via omonima, la chiesa di San Calocero. Essa venne innalzata da San Carlo nel 1565, e ciò , vuole una volgare tradizione, per una immagine della Madonna dipinta su d' un muro , che fu veduta piangere alla vista dei mali che i Francesi facevano soffrire nel 1500 ai Milanesi. Altra tradizione narra poi che San Calocero istruisse ivi nella fede San Secondo, e lo facesse battezzare dai Santi Faustino e Giovita , sgorgando al sacro uso una fonte che tuttodì quivi si riguarda. — Annessa a San Calocero è la casa dei padri delle Missioni nelle parti degli infedeli. — Di contro evvi la soppressa chiesa di San Vincenzo al Prato , di gotica architettura , il cui primitivo edificio era stato nel 550 eretto sull' area di un tempio dedicato a Giove. Istituto dei Sordo-muti. — Nella vicina via di San Vincenzo, e precisamente nel convento già dei Padri Cistercensi, soppresso nel secolo scorso, venne nel 1830 posto l'Istituto pei sordo-muti , iniziato in Milano nel 1805 da Antonio Heyraud di Lione, sotto la protezione del Governo italico. Sessanta sono i ricoverati; v'hanno 24 piazze gratuite , 16 per maschi e 8 per femmine, a carico del Governo. Coi legati conseguiti dappoi e cogli avanzi dell' Istituto si sono costituite alcune pensioni semigratuite sì pei maschi che per le femmine , a norma dei casi. — Ottima è 1' istruzione che si impartisce a quegli infelici , i quali , uscendo ai ventidue anni dall' Istituto, ponno procurarsi una vita meno dolorosa. Annesso all' Istituto principale avvene altro pei sordo-muti poveri di campagna , sorto nell’ anno 1853. Ha un patrimonio proprio , formato da lasciti di benefattori , colla cui rendita e col frutto di assegni mantiene circa 120 sordo-muti d' ambo i sessi. Casa d' Industria. — Ove era l' ospedale di San Vincenzo de' Pazzi, nell'anno 1786 aprivasi una Casa di lavoro volontario pei poveri della città. Essa venne riformata colla denominazione di Casa d' Industria , nel 1808, nel qual tempo si proibiva la mendicità nel Dipartimento dell' Olona. Mentre in quella di San Marco si accettano i soli uomini, quivi le sole donne. Per chi, percorrendo la linea di San Vittore, non avesse visitato il Macello pubblico, potrà recarvisi da questo lato. In principio della via di San Vincenzo, per ritornare nel centro della città, al ponte sul Naviglio, vedesi l'Arco già della pusterla Fabbrica; esso, come quello di Porta Ticinese, ci dà un saggio dei primordi dell' architettura lombardo-gotica.

Linea I. (Colore rosa. — Dalla Porta Ticinese alla Porta Garibaldi). (2.--Dalla Piazza del Duomo alla P. Garibaldi). MONUMENTI RIMARCHEVOLI, ECC. Palazzo Broletto. Clerici. Mercato. Forni militari. Porta Garibaldi. Cimitero maggiore.

CHIESE. San Protaso. San Tomaso. Santa Maria del Carmine. San Simpliciano. Santa Maria Incoronata.

TEATRI. Fossati.

ALBERGHI. Madonna del Monte. Torre di Londra.

Palazzo Carmagnola o del Broletto. — Il palazzo, detto tuttodì del Broletto, fu ricostruito nel 1410 circa dal noto capitano Francesco Busone di Carmagnola , il quale lo abitò dal 1413 al 1424, come lo indica l' apposita lapide, e fu quivi che condusse la propria sposa Antonietta Visconti , parente del duca di Milano Filippo Maria. — Passato il Carmagnola , per disgusti col Ducato, al servizio della Repubblica Veneta e dichiarato ribelle , dispose , con testamento 8 settembre 1429 , che questo palazzo toccasse come quota ereditaria alle sue figlie Luchina, maritata al conte Luigi Dal Verme, ed Antonia, maritata al dottor in legge Garnerio di Castilione i ma il 9 marzo 1464, per contratto fra le due sorelle, passò in unica proprietà della contessa Luchina. — Per varie vicende subite dai Dal Verme l' edificio venne ad appartenere al Governo spagnuolo, e Filippo III, nel 1605, lo donava alla città di Milano , che vi collocò il mercato dei grani. — Nell' anno 1714 vi fu trasportato il Banco di Sant'Ambrogio , specie di Monte Mercantile ; nel 1770, sotto la direzione dello storico Giulini, vi si pose l'Archivio civico, e finalmente, nel 1786, vi presero stanza gli uffici del Comune , che sino dal 1228 trovavansi in Piazza Mercanti, dandogli appunto il nome di Broletto, e vi rimasero fino all' anno 1861. Consiste esso in un ampio caseggiato , diviso in due cortili con portici nell'intorno , e con porte di prospetto che mettono alle vie del Broletto e Giulini. — Di antico pur conserva qualche finestrone ed alcune sale con buoni dipinti. Ora è sede dell' Intendenza di Finanza. Trovandosi in questo punto si può visitare il Palazzo Clerici.— Questo palazzo, sede della Gran Carte d'Appello , non che del Tribunale di Commercio, che è posto nella via omonima , apparteneva alla nobile famiglia Clerici. — Il capostipite di questa famiglia, venuto in Milano da Domaso, divenne straricco, commerciando in società con quel Pietro Carcano, quasi secondo fondatore dell'Ospedale Maggiore. — Il palazzo, quantunque barocco, è tuttavia grandioso : vi si vede una magnifica sala con stucchi dorati , ed una bellissima pittura a fresco nella vólta, di Gio. Battista Tiepolo. Chiesa di San Protaso. — Poco lungi dal palazzo Clerici trovasi la chiesa di San Protaso , detta ad Monacos, aggiunto derivatole dall' esservi stati fin dal 800 i Benedettini. Eretta poi in parrocchia, il diritto di nomina spettava ai monaci di San Simpliciano. Fu l' antica chiesa ricostruita con disegno del Pellegrini, e restaurata nel 1852. Vi sono in questo tempio pitture del Fiammenghini , del Nuvolone , di Daniele Crespi, del Cunio, del Cerano, di Camillo Procaccini. Chiesa di San Tomaso. — La chiesa di San Tomaso in Terra Mala è d'incerta origine. Secondo una tradizione l' aggiunto di terra mala o amara le deriva da questo fatto. , Essendo morto un povero , e non volendo il parroco di San Tomaso dargli sepoltura, se prima la moglie non gli pagasse il dovuto; la donna, disperata di non avere , nè trovare il denaro , diede in alti lamenti. Passò in quel mentre il duca Giovan-Maria Visconti, il quale, udito il motivo di quelle strida, comandò che il parroco non solo desse sepoltura gratis al morto , ma fosse , che è peggio , seppellito insieme; e non vi fu prece peroratrice , nè pianto capace a far muovere il duca. Vuolsi che il parroco, calandosi nella fossa , andasse altamente sciamando : “ Quanto è amara questa terra “. La chiesa ha un bellissimo pronao, e pitture di Cesare Procaccini, di Aurelio Luini, di Rodolfo Cunio. — L' altare maggiore è disegno dell' architetto cav. Zanoja. Chiesa di Santa Maria del Carmine. — La chiesa di Santa Maria del Carmine fu eretta dai padri Carmelitani nel 1268. Se non che essa , dominata dal vicino castello, ne fu molto guasta. Rifatta in forma più grande a tre navi , le si diede l'architettura gotica. — L'ornato esterno della porta , che tuttodì si conserva , vuolsi di-segno di F. Richini. La chiesa fu rimodernata nel 1840. — Vi sono pitture di Cesare Procaccini, di Filippo Abbiati, di Stefano Maria Legnani, Legnani, di Bernardino Luini, del Montalto ; sculture del Volpi. — Vi si ammirano inoltre un Battistero gotico-moderno ed alcuni monumenti. Nella parte del Foro Bonaparte , che trovasi a sinistra di chi si reca al Corso Garibaldi , lambente la strada , si sta erigendo , a cura del Municipio, un Mercato per gli erbaggi, su disegno dell' ingegnere architetto Agostino Nazari. Teatro Fossati. — Il teatro Fossati venne eretto dalla famiglia omonima nell'anno 1859, su elegante disegno dell' architetto Fermo Zuccari. — L'interno è in legno ; può contenere circa 2500 spettatori. Esso ha due facciate , una prospicente il Foro Bonaparte , ì' altra il Corso Garibaldi. Vi si danno variati spettacoli. Chiesa di San Simpliciano. — La chiesa di San Simpliciano , di gotica costruzione , è una delle quattro basiliche che anticamente esiste-vano fuori della città , e si vuole fondata dal vescovo Ambrogio sotto il titolo di Santa Maria. Essendovi seppellito nell' anno 400 Simpliciano, prese il nome di questo santo. — L' interno della chiesa è costrutto in tre navi in forma di croce latina con cupola. — Contiene di belle pitture di Ambrogio Borgognone , - che eseguì mirabilmente nell' abside del coro l' affresco la Coronazione della Madonna, - di Francesco Terzi, di Camillo Procaccini, di Antonio Fratazzi, di Aurelio Luini, ecc. — La facciata venne compiuta soltanto nel novembre del 1870 su disegno dell' architetto Carlo Macciachini , il quale le conservò assai lodevolmente il carattere del XIII secolo. Il bellissimo chiostro , che era annesso alla chiesa di San Simpliciano, architettato dal Bramante e finito dal Seregni nel 1563 , fu convertito dall' arciduca Ferdinando a quartiere pei soldati. — Sotto il Governo Italico venne rimodernato con disegno del colonnello Rossi. Forni militari. — Proseguendo la via per alla Porta Garibaldi , trovansi a destra , nella via Moscova , i Forni militari, stati costruiti verso il 1828 dal Governo austriaco, il quale si serviva dell'area e di una parte dei fondamenti che erano stati preparati dal cessato Governo italiano per la principale caserma militare di cavalleria. Chiesa di Santa Maria Incoronata. — La chiesa di Santa Maria Incoronata fu eretta nel 1451 dal duca Francesco Sforza ; e nel 1460 Bianca Maria, moglie di lui, ne fabbricò altra unita alla prima , che dedicò a San Nicola da Tolentino , volendo colle due fabbriche formare simbolo della sua unione col duca. — La facciata è eguale e semplice, di forma pure eguale è l'interno con due presbiteri e due altari maggiori. — L' architettura gotica fu guasta nel 1654. — Vi sono bei monumenti della famiglia Bossi, di Giovanni Tolentino e di Gabriele di Cotignola, arcivescovo di Milano, fratello germano di Francesco Sforza. — V' hanno pregevoli pitture di Luigi Scaramuccia, di Ercole Procaccini e del Montalto. — Il convento, che era annesso a questa chiesa, fu convertito in caserma pei soldati. Porta Garibaldi. — La Porta Garibaldi, già Comasina, è una delle principali di Milano. Essa era nei primi tempi al Ponte Vetero e dedicata alla Luna. — La Porta che qui si trovava, costruita dal Governo spagnuolo, venne demolita, e su disegno dell'architetto Giacomo Moraglia, dai negozianti della città eretta l'attuale fra gli anni 1826 e 1828. E un arco ornato alla dorica, sormontato da quattro colossi del Perabò, rappresentanti i fiumi primari di Lombardia: il Po, il Ticino, l'Adda e l'Olona. — Nel 1860 la Rappresentanza cittadina la intitolava a Garibaldi a rammentare le vittorie comensi. Nell' attico superiore, cancellata l' impronta servile, venne posta la seguente epigrafe :

QUI SULL' ORME DEL NOME NEMICO IL FERRO DELL'ITALICA GIOVENTU' INCISE LE VITTORIE COMENSI MDCCCLIX ai lati : VARESE. SAN FERMO.

Prima di terminare il giro di Milano non si deve tralasciare di visitare il Cimitero monumentale. — Il Cimitero monumentale trovasi fuora la Porta Garibaldi, a sinistra, tra la strada comunale di Bovisio e la ferrovia. I lavori di questa grandiosa necropoli vennero iniziati nell' anno 1863 su disegno dell'architetto Carlo Macciachini. Eseguitasi la generale fondazione della parte anteriore, tratte a compimento e la metà degli spalti circostanti e il giardino rialzato dal lato di ponente, colle sottoposte gallerie, la Giunta Municipale pensò di farne l'inaugurazione solenne il 2 novembre 1866. — I lavori continuano annualmente ; e appunto in oggi si stanno ponendo le fondamenta della gran cripta od ossario , e quanto prima si getteranno quelle del Famedio , che raccoglierà la memoria degli illustri cittadini. — Il Cimitero è già ricco di pregevoli monumenti dovuti ad artisti milanesi, fra i quali Tantardini, Pandiani, Miglioretti, Strazza, Spertini, Crippa, Buzzi-Giberto, Corti, ecc. — Lo stile di esso è lombardo della seconda metà del .XIII secolo. La Piazza del Duomo , la Galleria Vittorio Emanuele, il Cimitero monumentale e il Macello pubblico sono le maggiori opere edili iniziate dal Comune in questo decennio di libertà. Notizie indispensabili od utili al viaggiatore (*). Chiunque visiti Milano dimentica presto i comodi e gli agi del suo domicilio, trovando negli alberghi e nelle locande alloggio e trattamento confacente alla sua condizione qualunque essa siasi. In nessun albergo si penuria di mezzi accessori. Buone vetture, legni di piazza e destri servitori sono al minimo cenno a vostra disposizione. Il banchiere, il negoziante, l'amico, cui siete raccomandato, vi servono di guida. Le Autorità di qualunque grado sono accessibili in ispecie al forestiere; anche mancando di protezioni e di raccomandazioni non avete nulla a temere nel disimpegno dei vostri affari. Il Sindaco riceve in udienza particolare ogni settimana; per essere ammessi a queste udienze bisogna farsi inscrivere in apposito registro. Per affari d' urgenza riceve tutti i giorni. Le risposte alle suppliche od ai reclami che si presentano al protocollo generale si ricevono per mezzo della divisione a cui l'affare appartiene. Al Prefetto si ricorre , sia direttamente , sia col mezzo delle Autorità locali, per tutto ciò che concerne l'amministrazione politica. L'esito delle suppliche e delle dimande o reclami contro le decisioni delle Autorità subalterne si conosce o col mezzo della Prefettura stessa o delle Autorità locali da cui il ricorso è partito. Il Prefetto

(*) Non permettendoci il limitato spazio di questa Guida di dare un elenco generale di ogni ramo di commercio e d'industria , ci limitiamo ad additare al viaggiatore alcuno di essi fra i pii. accreditati. Prefetto dà udienza in determinati giorni della settimana.

Se fa bisogno di rinvenire persone di cui si ignori il domicilio , se ne fa ricerca all' Ufficio del Ruolo di popolazione (Anagrafe), esistente al Municipio, via Case Rotte, al numero 4. Qualunque reclamo che il forestiero abbia per avventura a fare contro il servizio delle vetture da nolo, od ogni altro riflettente la sicurezza pubblica, notificazioni di smarrimenti, ecc., un ufficio di Sorveglianza urbana è posto nel Palazzo del Marino ad accoglierlo. — Il forestiero può rivolgersi anche agli Agenti urbani.

Ecco intanto alcuni dei principali indirizzi che crediamo segnalare al viaggiatore per gli emergenti suoi bisogni. Alberghi (*). — *Agnello - *Ancora - *Angioli - *Aquila - *Beccaccia - Bella Venezia - *Biscione - *Borsa - *Cappello - Cavour - Città (Ville) - *Corona d'Italia - *Due Spade - *Europa - *Falcone - *Firenze - *Francia - *Gallo - Gran Brettagna - *Leone - *Madonna del Monte - *Milano - *Passarella - Pensione Svizzera - *Ponzone - *Popolo - *Pozzo - Reale - Reichman - *Roma - San Marco - *San Michele - *Torre di Londra - Tre Svizzeri. Antiquari. -- Arrigoni, Corso Venezia n. 6. - Baslini, Corso Venezia n. 12. - Franchi Ulisse,

(*) Gli alberghi contrassegnati coll' asterisco hanno trattoria in casa, pronta ad ogni ora del giorno. Con tre, quattro o cinque lire al maximum si può avere in tutti questi alberghi un buon pranzo. via del Pesce n. 2. — Sanquirico Antonio, Galleria De Cristoforis n. 43, ecc. Articoli da Viaggio. — Bouffier Pietro di Giovanni, via Torino n. 14. - Ghezzi Enrico, Corso Vittorio Emanuele n. 18. - Münster Fratelli, Corso Vittorio Emanuele n. 28 , ecc. Bagni particolari. — Bagni con gabinetti separati e acque calde. Bagni dell'ex Ville, via Pasquirolo n. 11. del Giardinetto , Corso Vittorio Emanuele n. 17. Reali, via Pantano n. 2 e via Larga n. 33. di proprietà di Clotilde vedova Jodani, via Tre Alberghi n. 24. dell'Annunciata , via omonima n. 11. Russi ed Orientali, anche per cura idropatica , via Sala n. 7. Bagni pubblici: — con vasche grandi e maestri di nuoto. Bagno di Diana, fuori di Porta Venezia. Bagno in via Castelfidardo. Bagno Nazionale , anche con gabinetti separati e doccia, fuori di Porta Ticinese. Bagno del Ticino, fuori di Porta Ticinese. Banche e Banchieri. — Banca Franco-Italiana, via San Pietro all' Orto n. 8. - Banca Nazionale , via Giardino n. 6. - Banca popolare , Piazza Mercanti. - Banca del Popolo, via Brera n. 19. - Banca Lombarda, via Giardino n. 7. - Belinzaghi commendatore Giulio, via Andegari n. 14. — Brot cav. Carlo Francesco , via Giardino n. 14. - Campagnoni Francesco , Galleria Vittorio Emanuele n. 8 e 10. - Cavajani Oneto e Comp., via Giardino n. 5. - Mazzoni e Campi, via Bigli n. 15. - Mylius Enrico e Comp., via Clerici n. 6. - Pisa Zaccaria, via Meravigli n. 11. - Spagliardi Giuseppe ed Antonio e Comp., via Cusani n. 5. - Ulrich e Comp., via Bigli n. 21. - Warchex vedova , Garavaglia e Comp. , via Oriani n. 1. - Weill-Schott figli e Comp., via Pietro Verri n. 7, ecc. Biblioteche pubbliche. — Biblioteca Nazionale di Brera, via Brera n. 28, aperta dalle ore 9 antimeridiane alle 5 pomeridiane, meno i giorni festivi, le ferie del carnovale , della Pasqua, e le autunnali dal 15 settembre al 4 novembre. — Ambrosiana, San Sepolcro n. 1. Pei forestieri è aperta tutto l' anno dalle ore 10 antimeridiane alle 3 pomeridiane ; nei dì festivi da un' ora alle 3 pomeridiane. — Popolare , via Circo n. 4, aperta dalle ore 7 alle 9 pomeridiane; nei dì festivi dalle ore 2 pomerid. alle 4. Per ogni volume che si estrae dalla Biblioteca Popolare si pagano cent. 5 per la durata di venticinque giorni; scorsi i quali , se il libro non viene riconsegnato alla Biblioteca, si paga di nuovo una tassa e una sopratassa di cent. 5 per ogni mese o frazione di mese. Per ritirare il libro bisogna far constare di sè a chi sepraintende alla distribuzione. Biblioteche private. — Belgiojoso fu principe Emilio , piazza Belgiojoso n. 2. — Borromeo Arese conte Vitaliano, piazza Borromeo n. 7. — Bruschetti ing. Giuseppe, corso Porta Romana, n. 66. ( Archivio storico di architettura civile , idraulica e militare, già proprietà del fu ingegnere F. B. Ferrari , — Cavagna Sangiuliani conte cav. Antonio (Raccolta di storie municipali municipali italiane e illustrazioni patrie) , via Pietro Verri n. 18. — Cavaleri avv. Michele , Corso Magenta, n. 86. — D'Adda marchese Girolamo , via Gesù n. 12. — Rocca Saporiti conte Apollinare , marchese della Sforzesca , Corso Venezia n. 56. — Trivulzio marchese Gian Giacomo, Piazza di Sant'Alessandro n. 4. Bijoutieri, Orefici, Orologiai. — Bigatti fratelli, negozianti in gioje , fabbricatori di giojellerie, bijouterie e argenterie, via Giardino 7. - Carenzio e Confalonieri, giojellieri e bijoutieri, Piazza del Duomo n. 27. - Conti Annibale, orefice e giojelliere , via orefici n. 28. - Grisetti Eugenio, orefice e giojelliere, via Tomaso Grossi n. 9. - Sartirana G., orefice e orologiaio, Corso Vittorio Emanuele n. 26. - Terruggia Pietro , orefice e giojelliere , via Orefici n. 38 , ecc. Broughams. - Stazioni principali. - Piazze : Duomo - Fontana - Mercanti - Santa Marta - Scala - San Sepolcro - Cavour. — Vie: Giardino - Brera - Bottonuto - San Giuseppe - Corso Venezia - Corso di Porta Romana - Corso Magenta - Ponte Vetero , ecc.

Tariffe : Per una corsa che non oltrepassi la mezz' ora si paga di giorno Lir. 1. e di notte Lir. 1. 25. Fino ad un' ora intiera Lir. 1. 50 di giorno e Lir. 1. 75 di notte. Per ogni mezz' ora successiva Cent. 75 di giorno e Lir. 1 di notte. La mezz'ora incominciata si considera come completa. Per ogni bagaglio od oggetto che non stia nell' interno si paga Cent. 25 sia di giorno che di notte. Caffè e Pasticcerie principali. Caffè (*). Caffè Cova, via San Giuseppe - Caffè Biffi, Galleria Vittorio Emanuele - Caffè Gnocchi , Galleria Vittorio Emanuele - Caffè Gnocchi, al Foro Bonaparte - Caffè Martini, Piazza della Scala - Caffè Merlo , Corso Vittorio Emanuele - Caffè dell'Europa, Corso Vittorio Emanuele - Caffè dell'Accademia, Piazza della Scala - Caffè Maldifassi, via Principe Umberto - Caffè del Rinascimento , Corso Venezia - Caffè del Risorgimento, Corso Magenta - Caffè del Duomo, in Piazza del Duomo (**) - Caffè ai Giardini Pubblici - Caffè Moresco , via Solferino. Pasticcieri od Offellieri. Biffi , Piazza del Duomo n. 33 - Lazzaroni , Corso Venezia n. 1- Dell'Acqua, via Santa Margherita n. 4, e Galleria Vittorio Emanuele - Puricelli, via Monte Napoleone n. 45 - Cova, via Giardino n. 1 - Baj Fratelli, Corso Vittorio Emanuele n. 4 - Castiglioni Luigi, via Tre Alberghi n. 2 - Lorioli Carlo , via Brera n. 2, ecc. Calzolai da donna. — Beltrami, Corso Vittorio Emanuele n. 17 - Brivio , Corso Venezia n. 4 - Dupin, via della Passarella n. 26 - Bianchi , via Tre Alberghi n. 14, ecc.

(*) Tutti questi caffè dalle ore 10 antimeridiane alle 2 pomeridiane servono il déjeuné alla forchetta. (**) Questo caffè è provveduto di una grande quantità di giornali. Calzolai da uomo. — Borioli Alessandro, Galleria Vittorio Emanuele - Mejani Carlo, via Lupetta n. 1 - Mosconi Domenico, Corso Vittorio Emanuele n. 31 - Mûnster fratelli , Corso Vittorio Emanuele n. 28, e Galleria Vittorio Emanuele (calzature specialmente di Vienna) - Veronesi, Corso Venezia n. 11, ecc. Cambia valute. — Casati Ignazio , via Santa Margherita - Grisi Francesco e Comp., Piazza Mercanti - Mazzucchelli Luigi, Cordusio - Prada Celestino , Piazza del Duomo n. 20 - Strada Luigi, via Giardino n. 4, ecc. Cappellai. — Bergamo Giuseppe, Piazza del Duomo n. 35 - Chiesa Antonio, Piazza del Duomo n. 27 - De Marchi-Gherini Ambrogio , via delle Asole n. 2 - Insom Domenico, Corso Vittorio Emanuele n. 3 - Mariani Gaetano, Cordusio - Migliavacca Giovanni , Corso Vittorio Emanuele - Ponzone Antonio (Ditta), via Santa Margherita n. 4, ecc. Cartolai, oggetti di cancelleria. — Maglia Antonio, Galleria Vittorio Emanuele n. 20 - Crivelli , Corso Vittorio Emanuele n. 36 - Ripamonti-Carpano Antonio, Galleria De Cristoforis n. 18 - De Grandi , Corso Vittorio Emanuele n. 29 - Ferrario Luigi , via Armorari n. 3 - Bontà (Ditta), via Pantano n. 9 - Orgneri Michele , via San Giuseppe n. 12 , ecc. Chincaglieria, Bronzi, Bijouteria di lusso, Grande novità. — Baglia Carlo , Piazza del Duomo n. 43. - Brioschi Fratelli, Corso Vittorio Emanuele n. 4. - Pirotta e Caprotti, Galleria De Cristoforis. - Galli e Bonnefoy, al Gran Mercurio, Corso Vittorio Emanuele , n. 15. - Grande Emporio d' ogni genere d' addobbi in pendole, bronzi, lampade , porcellana e cristalleria, macchine per usi domestici, bijouterie ed articoli da viaggio. Si spedisce gratis il catalogo dei vari articoli a chi ne fa domanda per lettera. Consoli. — Austria-Ungheria. Cantoni Eugenio , console generale , via Meravigli n. 15. - Belgio. Belinzaghi Giulio , console generale , via Andegari n. 14. - Bolivia. Brambilla Pietro, vice-console, via Torino n. 51. - Brasile. Mazzone cav. Carlo, vice-console, via Solferino n. 20. - Chili. Brivio marchese Giacomo, console, via Olmetto n. 17. - Confederazione Argentina Juan F. Pelanda. - Confederazione Svizzera. Vonwiller Oscar, console , via Broletto n. 37. - Francia. Bouillat cav. Edoardo , console , via Sant' Andrea n. 8. - Germania del Nord e Granducato di Baden. Mack Davide , console, via Bassano Porrone n. 2. - Grecia. Ralli cav. Giacomo , console, via San Simone n. 8. - Inghilterra. Kelly Thomas William, vice-console, nell'Albergo Reale, via Tre Alberghi. - Messico. Brocca dott. Giovanni , console , corso Vittorio Emanuele n. 21. - Monaco (Principato di ). Cavriani nobile Ippolito, console, via Olmetto n. 7. - Paraguay. Visconti di Modrone conte Guido, vice-console, via Cerva n. 28. - Portogallo. De Souza Holstein cav. Federico Filippo, console, Piazza San Sepolcro n. 11. - San Marino. Antona-Traversi avv. Giovanni, console , via Giardino n. 10. - Spagna. Brocca commendatore Luigi , console, corso Vittorio Emanuele n. 21. - Stati Uniti d'America. Clark William, via Monforte. - Turchia. J. Dominian effendi , Corso Vittorio Emanuele n. 20. Dentisti e Pedicuri. — Ballerio Isidoro, dentista, via Rastrelli n. 16 - Banfi Girolamo, dentista, via Palazzo Reale n. 3 - Bauer Adolfo , dentista, via San Dalmazio n. 5. - Briziano Pompeo, pedicure, via Pattari n. 3. Buzenac Luigi , dentista , Corso Vittorio Emanuele n. 24 - Clément Arbib, dentista, via San Protaso n. 3 - Winderling L. Noé1 - e G. Noél, dentista, via Borgospesso n. 21 - De Ambrosis Giovanni, pedicure, via Falcone n. 1, ecc. Editori di musica. — Ricordi Tito, via Omenoni n. 1, ed ottagono Galleria Vittorio Emanuele - Lucca Francesco, via San Paolo n. 10, e via Santa Radegonda n. 5 - Canti Giovanni, via Giardino n. 1 , e via Meravigli n. 11 , ecc. Facchini e Fattorini. — La società dei Facchini, con brevetto municipale, e quella de' Fattorini di Piazza , prestano un lodevole servizio di scorta e trasporto di effetti per indicazione da uno ad altro punto della città, ricapito lettere, gruppi, circolari, ecc. — Le due Società si distinguono in fra esse dal berretto ; hanno stazioni nelle Piazze e grandi vie ; la stazione principale è in Piazza Mercanti. Tariffa della Società dei Facchini.

Per servizio di scorta e per indicazione da uno ad altro punto della città senza interruzioni o fermate L. — 25 Per ogni ora L — 50 Per ricapito di lettere, gruppi, fatture e di tutto quanto può contenersi nella borsa, per ciascun capo L — 20 Trasporto di bagagli, casse, bauli e simili, in qualunque direzione nell' interno della città del peso di kilogr. 1 a 30 L — 30 fino a kilogr. 50 L — 50 fino ad un quintale L — 70 Pel trasporto nei sobborghi, in aumento per ogni tassa L — 15

Tariffa della Società dei Fattorini di Piazza.

Per servizio di scorta e per indicazione da uno ad altro punto della città senza interruzioni o fermate L. — 30 Per ogni ora L — 60 Per ricapito di lettere, gruppi, fatture e di tutto quanto può contenersi nella borsa, per ciascun pezzo L— 20 Trasporto di bagagli, casse, bauli e simili, in qualunque direzione nell' interno della città del peso dikilogr. 1 a 30 L .— 30 fino a kilogr. 50 L — 50 fino ad un quintaleL — 70 Pel trasporto nei sobborghi, in aumento per ogni tassa L — 20 Farmacie. — Biraghi , Corso Vittorio Emanuele n. 5 - Brera (di), via Fiori Oscuri n. 15 - De Ponti Donnino, alle Cinque Vie n. 22 - Foglia Antonio , Corso di Porta Romana n. 22 - Franzini, via Santa Margherita n. 12 - Garofoletti Alberto, via Santa Maria alla Porta n. 1 - Migliavacca Gio. Battista, via Monte Napoleone n. 1 - Porati, Corso di Porta Ticinese - Pozzi Giuseppe, Corso Venezia n. 41 - Riva Palazzi, Piazza della Scala - Stagnoli, via Bigli n. 28 - Zambelletti Lodovico, piazza San Carlo n. 5. Farmacie omeopatiche. — Biraghi Carlo, Corso Vittorio Emanuele n. 3 - Franzini , via Santa Margherita n. 12 - Garofoletti Alberto , via Santa Maria alla Porta n. 1 - Pozzi Giuseppe , Corso Venezia n. 41. Fotografi. — Calzolari Figlio , successore a Duroni Alessandro , Corso Vittorio Emanuele n. 13 - Deroche ed Heyland , Corso Vittorio Emanuele n. 15 - Ganzini Giovanni Battista, via Unione n. 10 - Montabone, Corso Vittorio Emanuele n. 22 - Pagliano Leonida , via Monforte n. 3 - Rossi Giulio (sistema Crozat), via Bigli n. 7 - Triestina , Corso Venezia n. 77. Gabinetti di decenza. — Due sono i Gabinetti di decenza in Milano con assai proprie ritirate per uomini e signore , l' uno in via Pasquirolo, l' altro al nuovo Giardino Pubblico , sotto l'edificio del caffè. - Il prezzo d'accesso è di cent. 10. - Nel primo , a convenienti prezzi , si può anche avere profumerie. - In esso da appositi incaricati si ricevono in deposito effetti da viaggio, e si fa ripulitura d' abiti e di scarpe. Pel deposito di effetti pagansi cent. 10. - Pella pulitura di abiti e scarpe cent. 10. Giornali politici. — La Lombardia, giornale ufficiale della Provincia di Milano - La Perseveranza - La Gazzetta di Milano - Il Secolo - Il Pungolo - Il Corriere di Milano - Il Sole, anche commerciale - L' Unità Italiana - Il Gazzettino Rosa. -- Questi giornali si ponilo comperare presso le apposite edicole, poste nei principali centri di Milano. Istituti e Collegi principali d'Educazione. — Convitto Nazionale Longoni, Corso ginnasiale-Iiceale e tecnica superiore , via Fatebene-fratelli n. 11. Civico Collegio-Ginnasio-Liceo Calchi Taeggi, via Porta Vigentina n. 17. Istituto Dolci, premiato più volte dalla Società Pedagogica italiana. È provveduto d' un scelto Corpo di professori per l' insegnamento elementare, ginnasiale , liceale tecnico, militare, amministrativo e commerciale, ecc. Lo stabilimento è arricchito di copiosa suppellettile, in libreria, macchine , musei, ecc. per lo studio della geometria , fisica, storia naturale, geografia, chimica, meccanica, ecc. Ha unito un Convitto regolato sulle norme dei migliori della Svizzera e della Germania. L' Istituto, che raccomandiamo specialmente , e che può essere visitato in ogni tempo, è posto in vasto locale, con giardino, cortile e portici, Corso di Porta Ticinese n. 83. Collegio di preparazione agli Istituti militari con annesso Corso tecnico. E molto in credito, diretto essendo da professori addetti al già Collegio Collegio militare che esisteva in Milano. Trovasi in via Camminadella n. 22. Collegio reale delle fanciulle con 24 posti gratuiti, via Passione n. 12. Liceo privato De Angeli , via Zebedia n. 1. Istituto privato Boselli per l' istruzione elementare e ginnasiale, via San Giuseppe n. 4. Istituto privato Pietrasanta, per Corsi ginnasiali, elementari, tecnici e commercio. Possiede un museo di Storia Naturale e Mineralogia, via San Paolo n. 10. Istituto privato Stampa. Insegnamento diurno e serale del Corso elementare, di ragioneria, amministrazione e commercio, Galleria Vittorio Emanuele, scala n. 15. — Vi è annesso un ufficio approvato per interpretazioni e traduzioni in qualunque lingua.

Insegnamenti speciali.

Reale Conservatorio di Musica. Istruzione in ogni ramo di materia musicale , via Conservatorio n. 12. Accademia de' Filodrammatici. Scuola di declamazione , via Filodrammatici n. 1. Reale Istituto Sordo-muti per l'istruzione de-gli stessi , via San Vincenzo n. 7. Istituto dei Ciechi , corso Porta Nuova n. 5. Collegio Tipografico fondato dal tipografo-editore signor Francesco Pagnoni, inaugurato il 14 maggio 1871, via Ancona n. 3. Scopo di questo Collegio è la professione e la educazione perfezionata dell'Arte Tipografica , Fonderia , Stereotipia, Galvanoplastica, Legatoria ed Arti affini. Non si accettano giovinetti se non di madri vedove e bisognose. La durata di permanenza per l'istruzione ed educazione agli Allievi professionisti non deve oltrepassare gli anni sei; scorsi i quali ognuno dovrà provvedersi il proprio sostentamento procacciandosi onorato lavoro nelle altrui officine. Scuola civica di Musica, Piazza Mercanti, n. 4. Scuola di Cauto per adolescenti , piazza del Duomo n. 16. Scuola di Ballo e Canto, annessa al R. Teatro della Scala. Civica Palestra ginnastica, Corso di Porta Romana n. 108. Scuole di nuoto presso i Bagni Pubblici , di Diana, Castelfidardo, Nazionale, Ticino, ecc. Scuola Orfeonica femminile, Corso Magenta , locale del Monastero Maggiore pel canto corale da impartirsi alle fanciulle, fondato dal maestro Cr. Varisco. Librerie italiane e straniere. — Brigola Gaetano, Corso Vittorio Emanuele n. 26 - Bolchesi Domenico, Galleria De Cristoforis - Dumolard fratelli (libreria francese), Corso Vittorio Emanuele n. 21 - Hoepl, successore a Laengner Teodoro (libreria tedesca), Galleria De Cristoforis n. 59 - Agnelli Giacomo , via Santa Margherita n. 2, specialmente per libri scolastici ed educativi, - Carrara Paolo, via Santa Margherita n. 5 - Paravia Cr. Batt., Galleria De Cristoforis. Libri antichi. - Barbini Carlo, via Chiaravalle n. 9 , editore anche della Biblioteca Ebdomadaria - Galleria Teatrale - Repertorio del Teatro Milanese e Poliantea Drammatica - Branca Carlo, via Monte Napoleone n. 23 - Schieppati Gaetano, via San Pietro all'Orto n. 17 - Frisiani Carlo , via San Paolo n. 11. - Vergani Pietro , via Sant'Antonio n. 20. Mercanti in stoffe, seterie e snoda. — Landi Mafessoni e Pollenghi, Corso Vittorio Emanuele n. 22 - Vernazzi Fulvio e Comp., Corso Vittorio Emanuele n. 28 - Ronchi e Dell' Orto, ottagono della Galleria Vittorio Emanuele - Cozzi Aliprandi, successori a Panseri, piazza del Duomo - Osnago , Eredi, via Santa Radegonda n. 5 - Manfredi, Zanardi e Comp., via Rastrelli n. 24 - Rossignol G., via Torino , ecc. Modiste e Sarte. — Lebrun-Ferrandi Giuseppina, Corso Vittorio Emanuele n. 5 - Chaillon Enrichetta , via Pattari n. 2 - Corti , sorelle , via Passarella n. 2 - Nessi Elena. via San Paolo n. 5 - Vigorelli Induno , Corso Vittorio Emanuele - Jeannette Landi, via Borgogna n. 2. Musei. — Museo Cavaleri, dal suo fondatore, l'egregio avvocato Michele Cavaleri, inaugura-tosi nel marzo 1871. Trovasi al Corso Magenta n. 86. Museo Molinari, del suo fondatore , il popolano Francesco Molinari, inauguratosi il 29 settembre 1870. Trovasi in via Maddalena n. 17. Museo Civico, nel palazzo Comunale de' Giardini Pubblici. Museo Patrio di Archeologia, nel palazzo di Belle Arti via Brera. Museo Ambrosiano, presso la Biblioteca Ambrosiana , Piazza della Rosa n. 2 , ed altri in case private. Numismatica. — Avvi un gabinetto di numismatica nel palazzo di Belle Arti in via Brera - altro nella Biblioteca Ambrosiana - altro nel palazzo Municipale del Marino , proveniente al Comune da eredità del defunto conte Carlo Taverna. Parecchi altri Gabinetti di numismatica sono in case private. Oggetti chirurgici, Cinti, ecc. — Baldinelli Ferdinando, via Pattari n. 7 - Gennari P. Enrico, via Ospedale n. 14 - Repossi Flaminio, via Torino 24 - Sighinolfi , via Santa Maria Segreta n. 1. Orario ferroviario, vedi pag. III Ottici. — Duroni Antonio , Galleria Vittorio Emanuele - Brenta Fratelli, Corso Vittorio Emanuele n. 12 - Quercetti Fortunato, Piazza del Duomo n. 35 - Albini Luigi , via Santa Margherita, n. 7. Pinacoteche. — Nel palazzo di Belle Arti in via Brera. - Nella Biblioteca Ambrosiana, Piazza della Rosa n. 2. Una raccolta di quadri ed altri oggetti d'arte sono giornalmente visibili nella Esposizione permanente in via Palermo n. 1. — Si fanno esposizioni di Belle Arti nella Gran Sala ai vecchi Giardini Pubblici. — Vi sono molte altre Gallerie private di quadri , ecc. Posta delle lettere. — L' ufficio delle Regie Poste è in via Rastrelli num. 20. Esso è aperto dalle ore 8 della mattina alle 10 della sera per la distribuzione , raccomandazione ed assicurazione delle lettere , giornali e vendita francobolli; — pel rilascio e pagamento di vaglia dalle ore 8 della mattina alle 4 pomeridiane. — La levata delle lettere dalle buche sussidiarie ha luogo cinque volte al giorno , cioè: alle ore 7 e 30 e 10 mattina, ed alle 2 e 30, 4 e 15 e 8 pomeridiane. Quelle site nei quartieri di Porta Vittoria, Porta Venezia, Porta Nuova e Porta Garibaldi sono levate mezz' ora più tardi. E fatta eccezione per le buche-poste in via Broletto , via Armorari , Piazza Mercanti e Piazza della Scala, per le quali viene stabilita una levata straordinaria alle 12 meridiane. Le lettere della città fra la città e sobborghi dovranno essere impostate nell' apposita buca presso l' ufficio centrale. — Giornali , stampe e campioni non potranno impostarsi nelle buche succursali della città. — Le lettere che si vogliono raccomandare od assicurare , i giornali , le opere periodiche devono essere presentate agli uffici appositi un' ora prima del tempo stabilito per l'impostazione delle corrispondenze ordinarie. — Le lettere contenenti valori devono assoggettarsi almeno alla formalità della raccomandazione , non rispondendo 1' Amministrazione , in caso diverso, del non avvenutone ricapito. Regia Questura. — La Direzione centrale è in via Santa Margherita num. 18 , ed è sede della Questura. — V' hanno sei Sezioni distribuite per la città : la prima., via Pontaccio n. 19 - la seconda, via Santa Margherita n. 10 - la terza, via Cerva n. 14 - la quarta Corso di Porta Romana n. 98 - la quinta, via San Simone n. 12 - la sesta, via Terraggio n. 4. Restaurants. — Borsa, via San Giuseppe n. 2 Pranzo da franchi 4 in avanti a tutte le ore. Manin, via Manin n. 7 - Rebecchino, via Rebecchino n. 7 - Ristoro, via Aquila n. 6 - Annunciata, via Annunciata n. 11 - Firenze, via Principe Umberto n. 29 - Trattoria Galli nella Galleria Vittorio Emanuele , ecc. La maggior parte degli Alberghi e Caffè primari danno pranzi e déjeunés alla carta e a prezzo fisso. Fra questi citiamo come principali : L'albergo Milano - di Francia - Roma - del Leone - della Passarella - del Bissone - e del Falcone. — Quando vogliasi uscire dalle porte della città per godere della vista della campagna, nei suburbi vi sono parecchie trattorie molto frequentate dai Milanesi, specialmente nella stagione estiva, le quali offrono pranzi succosi: le più in grido sono: l'Isola Bella, il Giardino d'Italia, l'Isola Botta, la Magna, I Promessi Sposi, Loreto, la Noce, ecc. Sarti da uomo. — Marzio Carlo, Corso Vittorio Emanuele n. 26 - Prandoni , via Farine n. 10 - Tonelli, via Carlo Alberto n. 1. - Segramora Alessandro , via Pattari n. 3 - Segramora Giacomo, Corso Vittorio Emanuele n. 32 - Lampugnani Giuseppe, Piazza del Duomo n. 22, ecc. Sorveglianza Urbana. — La Sorveglianza Urbana ha pure sei Mandamenti, ai quali il forestiere potrà rivolgersi per quanto gli verrà ad occorrere per illustrazioni o per reclami dipendenti da servizi di spettanza civica. Il primo Mandamento è posto in via San Simpliciano n. 5 - il secondo via Case Rotte n. 4 - il terzo via Durini n. 19 - il quarto via Sant'Eufemia n. 14 - il quinto Piazza Vetra n. 9 - il sesto via Terraggio n. 2. Telegrafo. — L' Ufficio telegrafico è situato in Piazza Mercanti n. 19. Esso è aperto giorno e notte senza interruzione. — La tariffa dei prezzi dei dispacci è esposta nell'ufficio stesso. — Nella sala d'accesso vi sono le module per l'invio dei dispacci, non che l' occorrente per iscriverli. Uffici d' indizio. — Per ricerca di alloggi , persone di servizio, impiegati, ecc.: Amadori Marino , via Tre Alberghi n. 28 - Gavazzeni Carlo, via San Raffaele n. 1. - Bertolazzi Giuseppe, Piazza Duomo n. 41 - Bestetti Ambrogio Luigi , Verziere n. 5 - Bonfico Giuseppe, via San Vito n. 18 - Camisasca Francesco , via San Giuseppe n. 13 - De Vecchi Giuseppe, via San Raffaele n. 10. Vedute di Milano, Stampe, Fotografie, Guide, ecc. — Artaria Ferdinando e Figli, via Santa Margherita - Pozzi Pompeo, Galleria De Cristoforis - Ronchi Luigi, Corso Vittorio Emanuele n. 22 - Vallardi Antonio, via Santa Margherita, ecc. — Guide, Dizionari in tutte le lingue, Dialoghi, ecc., Brigola Gaetano, Corso Vittorio Emanuele n. 26. Divertimenti. Sotto questo titolo esponiamo al lettore quanto la città di Milano offre al viaggiatore in materia di Spettacoli teatrali diurni e serali, Concerti, Passeggi , Società di Riunione, Balli, Equitazione, Velocipedi, Scherma, Ginnastica, Pattinaggio, Bersaglio, Salita al Duomo, Gite piacevoli ai dintorni di Milano, ecc. Quando il forestiere , dopo visitati i monumenti della Città, voglia conoscerne i passa-tempi, dovrà innanzi tutto recarsi al Teatro alla Scala, il quale offre il primo spettacolo che si possa godere in Italia d' opera seria e di ballo, con attori di canto, ballerini e mimi di cartello, e con decorazioni sceniche che invano cercherebbonsi in altre città anche principali. Non dovrà in seguito dimenticare i Teatri secondari, come la Canobbiana, il Carcano, il Vecchio Re, Santa Radegonda, il Milanese (*), il Politeama Milanese , nel quale ultimo, nelle stagioni principalmente di estate ed autunno , si danno opere e balli con abili artisti. Per la commedia italiana o francese è raccomandabile il Vecchio Teatro Re, il quale sarà nel 1872 surrogato dal Teatro della Commedia, che si sta costruendo in Piazza San Fedele. Al Fossati ed al Nuovo Teatro Re si danno operette buffe, balletti e commedie. Questi ultimi

(*) Non ometta il viaggiatore la visita al Teatro Milanese, ove vi si recita la Commedia in dialetto, che dipinge al vivo i costumi della città. teatri sono frequentatissimi dal popolo dei quartieri operai, e vi è permesso anche il fumare. Seguono i teatri diurni : il Padiglione nazionale, i Circhi al Nuovo Tivoli, e la Commenda, ecc. Quando nella sosta che un forestiere fa in Milano, egli vegga annunciato uno spettacolo nell'Arena, non deve tralasciare di recarvisi, onde godere del magnifico colpo d' occhio che offre quell'edificio, particolarmente dal Pulvinare se, specialmente, siavi concorso di spettatori.


Eccovi intanto i prezzi ordinari d'entrata ai teatri di Milano. Teatro R. alla Scala L. 3 50 In prime sere di spettacolo o di Veglione (*) L 5 R. della Canobbiana L 1 25 Quando vi si fa musica L 2 Carcano L 1 50 Re (vecchio) L 1 50 Milanese L 1 50 Politeama Milanese (**) L 1 00 Fossati L — 80 Re (nuovo)L— 80 Santa Radegonda L 1 25 A seconda degli spettacoli. L 1 50

(*) Un Gabinetto di decenza per signore, custodito da apposita donna, trovasi tra la seconda e terza fila a sinistra del R. Teatro alla Scala. — La tariffa è di cent. 10. (**) Varia il prezzo poi a seconda dei posti. — Il teatro fu inaugurato il 4 maggio 1871. Architetto ne fu il signor Carlo Naymiller. Commenda (spettac.i diurni) L. — 80 Fiando, detto Gerolamo (marionette) L. — 50 Prandi (marionette) L— 50 Filodrammatici, vi si ha accesso con biglietto d'invito emesso dalla Presidenza , o dato da un socio. San Simone, occupato dalla Società di dilettanti Gustavo Modena. Vi si può entrare con biglietto come nel teatro dell'Accademia dei Filodrammatici.

In altra sera, anzichò rinchiudersi nei teatri, si può godere ottimi concerti nei caffè Gnocchi e Biffi nella Galleria Vittorio Emanuele. — Si danno concerti assai di frequente nel Salone ai vecchi Giardini Pubblici , nella gran sala del R. Conservatorio. — Nelle sere d' estate si fa musica nel giardino dei caffè Cova in via San Giuseppe , in quello del Rinascimento al Corso Venezia , e Gnocchi al Foro Bonaparte ; — al caffè Maldifassi, in via Principe Umberto, ogni giovedì e domenica, come anche al caffe Garibaldi in Piazza Fontana, ed in altre sale di caffè secondari. Pure in estate , ogni giorno di festa, vi è musica e gran passeggio ai Giardini Pubblici Vecchi dalle ore due alle quattro pomeridiane; dalle ore sei alle otto di sera ai Nuovi Giardini. In questi geniali ritrovi il gentil sesso milanese fa pompa di bellezza e d' eleganza. — Dalle ore 3 alle 4 pomeridiane , nei giorni di martedì e giovedì, il corpo di musica della Guardia Nazionale eseguisce concerti in Piazza della Scala. Ogni giorno, dalle ore 2 alle 5 pomeridiane, passeggio dalla Piazza del Duomo, lungo i Corsi Vittorio Emanuele e Venezia , e bastioni dalla Porta Venezia alla Nuova. Particolarmente nei dì festivi vi si ammirano numerosi ed eleganti cocchi. —Nei più caldi giorni dell'estate il corso delle carrozze sui bastioni si fa dalle ore 7 alle 9 pomeridiane. — Luogo di passatempo pel cittadino e il forestiero, offrono pure e la Galleria Vittorio Emanuele, il Foro Bonaparte, special-mente nell'estate, ove sonvi vari divertimenti, ed il Tivoli, dove si eseguisce musica ogni giovedì e domenica; vi hanno in esso caffè, liquoristi ed altri esercenti pel popolo; un circolo per cavalli o comiche compagnie per chi ama gli spettacoli a poco prezzo; giostre, saltimbanchi, suonatori ambulanti , ecc. Ogni forestiere che soggiorni a Milano per alcuni giorni può , presentato da un socio, frequentare i concerti della Società del Quartetto , e le riunioni serali delle Società Patriottica, dell'Unione, degli Artisti, del Durino e del Giardino. In quest' ultima vi sono assai splendide sale , nelle quali nel carnevale si danno bellissime feste da ballo ; possiede essa di molti giornali , ed una buona raccolta di libri. — Anche alla Società degli Artisti e del Durino si danno frequentemente concerti , feste da ballo , alle quali il forestiero è ammesso munito di viglietto procurato da un socio. — Sono celebratissimi i Risotti masqué, che una volta l'anno dà la Società degli Artisti, per le spiritose mascherate, parodie e la vivacità più bizzarra che mai. Amate il ballo, 1' equitazione, il velocipede , la scherma, la ginnastica o il bersaglio, ecc.?, vi hanno luoghi di riunione anche per ciò con ottimi maestri. Ne diamo un saggio. Maestri e maestre da ballo. — Angiolini Silvia, via Durini n. 34 - Casati, conjugi, Giovanni e Wouthier Margherita, via Santa Margherita n. 22 - Della Croce Achille , via Bagutta n. 8 - Della Croce Carlo, via Soncino Merati n. 8, ecc. Maestri di equitazione. — Beretta Angelo , vicolo Tignoni n. 14 - Bergomi Saule , Corso Venezia 78 - Mangiagalli Alessandro , Corso Venezia n. 78. Società del Veloce Club. — Ogni socio paga annualmente L. 50, ed è obbligato per un triennio. I ragazzi dai sette ai quattordici anni pagano la metà , e sono obbligati solamente per un anno. Scopo dell' Istituzione è quella di diffondere questo nobile e salutare esercizio ginnastico. La Società ha una scuola nel locale presso Porta Tenaglia, il cui terreno è adattato con salite, ostacoli, ecc., pel perfezionamento del dilettante. Stabilisce gare di velocità, gite di piacere. E in comunicazione colle altre Società principali di velocisti. Maestri di scherma. — Citterio Fortunato, via San Vito n. 22 - Carmine Luigi, vicolo Rasivi - Cerri Giuseppe, via Passarella n. 8 - Galli Giovanni, Corso Venezia n. 31, e Galli Enrico, via San Zeno n. 9, ecc. Maestri di ginnastica. — Bardelli Luigi , Corso Magenta n. 45 - Martinelli Paolo , via Gesù n. 23 - Lomazzi Ippolito, via Guastalla n. 13 - Ronchi Giovanni, via Armorari n. 12 - Zibecchi Luigi, via Stampa 11. Una Società di Ginnastica ha sede presso la Civica Palestra a Porta Romana , col precipuo scopo di generalizzare l' igienico esercizio. Anche la Giunta Municipale ha nominata una Commissione all' uopo. Pattinaggio. — Nella stagione invernale l'Arena è allagata e ridotta ad uso degli amatori del Pattinaggio. Qui convengono i più esperti sdrucciolatori sul ghiaccio, e la spaziosa piazza presenta un incantevole colpo d'occhio. Un' apposita Società si è formata per rendere più agevole e più divertente quest'esercizio ginnastico. La Società è retta da una Commissione di cinque membri. Ogni socio è vincolato al pag-mento della sua quota per anni tre consecutivi, e salvo il diffidamento in iscritto tre mesi prima della scadenza del suo triennio , e perciò prima del mese di settembre , s' intenderà vincolato per un altro triennio successivo. La quota di ogni socio è fissata in lire 15 annue ; pei soci che non raggiungono l' età di quindici anni la quota annuale è di lire 7. 50. Sono esclusi dal vincolo triennale gli ufficiali della guarnigione, gli impiegati ed i forastieri non aventi domicilio stabile in Milano. Nessuno può pattinare nel recinto della Società non essendo socio ; ai soli forastieri di passaggio in Milano è permesso di pattinare , mediante il contributo di lire 2 ogni volta approfitteranno del permesso, quando però siano presentati da tre soci ed ammessi dalla Commissione. Bersaglio al Lazzaretto fuori di Porta Venezia. Tiro di Carabina e di Pistola. Si fanno spesso partite di gara con premi analoghi. Tassa per ogni colpo di Carabina L. — 06 ogni 100 L 5 ogni colpo di Pistola L— 03 con figurina di gesso L— 08 con cartone L— 08 Alla Piazza Castello , vicino al bastione di Porta Magenta, evvi il Bersaglio Municipale. Esso è amministrato, ad esempio delle istituzioni simili , da una speciale Commissione civica di sette membri, sotto la presidenza del Sindaco, col precipuo incarico di promuovere lo sviluppo dell' esercizio del tiro a segno con premi , incoraggiamenti , ecc. Serve anche ad uso della Società dei carabinieri Milanesi , il cui circolo è Corso Magenta n. 34.

Tariffa pel Tiro a segno nel Bersaglio Municipale N.1 Ettogrammo polvere di fucileria. L.-30 N 10 Palle bersaglio L -15 N 100 Id. id L 1 25 N 1 Scatola di 250 capsule rigate L -50 N 1 id. id. lisce L - 40 N 10 Cartucce arma retrocarica L - 60 N 10 » per fucili lisci L - 55 N. 1 Gramma pezzuole L. - 20 N 1 Cartone L - 06 N 1 Marca per colpo di carabina con arma e munizione del Bersaglio L - 05 N 10 Marche per colpo di qualunque arma privata con munizione propria L - 15 N 1 Marca per colpo di fucile liscio o rigato con arma del Bersaglio e munizioni proprie L - 02 N 1 Marca per colpo di pistola con arma e munizione del Bersaglio L - 03 N 10 Marche per colpo di pistola con arma e munizione propria L – 10

Avvertenze. I Tiratori con arma e munizioni proprie possono acquistare una marca personale per trenta giorni continui al prezzo di lire 3. Il diritto che accorda tale marca viene sospeso nei giorni di partita. Le munizioni acquistate al Bersaglio debbono essere consumate nel luogo e non possono asportarsi dallo stesso. La polvere non viene accordata in quantità maggiore di un ettogramo.

Salita al Duomo. — Il forastiero, prima della sua partenza da Milano , non deve dispensarsi dalla salita al Duomo da noi citata a pag. 14, Gite di piacere noi dintorni di Milano.

Al forestiere, che abbia tempo di fermarsi in Milano, consigliamo di visitare i suoi dintorni. In alcuni di essi vi si può recare col mezzo della ferrovia; ma val meglio prendere apposita vettura, e per ciò proponiamo la Società Anonima degli omnibus per 1' ottimo servizio. Ne diamo l' apposita tariffa. Vetture per servizio di città.

Durata del Servizio - A 2 cavalli - Ad 1 cavallo Per ore due L.8 - L.5 Ogni ora successiva L. 2 - L. 1 Andata e ritorno dal teatro L. 4 - L. 3 Un servitore L. 2 - L. 2

Si fanno abbonamenti settimanali e mensili, sia per la passeggiata del Corso, sia per il Teatro, a prezzi da convenirsi. — Non competono mancie al personale.

Vetture per servizio di campagna.

Percorrenza - Con cocchiere - Con postigl.e Fino a chilometri 40 fra andata e ritorno L. 15 - L. 18 Ogni chilometro in più L. 30 - L. 50 All' uomo per vitto e mancia L. 2 - L. 4

Foraggio a carico dei committenti. — Sconto del 10 per 100 nei giorni feriali e di ordinario concorso pei soli servizi con cocchiere. I principali luoghi da visitarsi sono:

L'Abbazia di Chiaravalle, fuori di Porta Romana, innalzata nel 1135 da San Bernardo per desiderio dei Milanesi. La Cascina Linterna, fuori di Porta Magenta, ove è la villa abitata da Francesco Petrarca. La Certosa di Garignano, fuori di Porta Sempione, fondata dall'arcivescovo Giovanni Visconti. Vi sono le migliori opere di Daniele Crespi. La Chiesa di Saronno, una delle più belle e ricche chiese di Lombardia. La Certosa di Pavia, il più bel tempio del-l'Alta Italia dopo il Duomo di Milano ed il San Marco di Venezia. Fu innalzato nel 1396 da Galeazzo Visconti. Il Santuario di Rho, assai rinomato. Nelle vicinanze vi è la principesca villa di Lainate. Cinisello, per la villa Ghirlanda-Silva, ricca di pitture , di oggetti d' arte e di libri preziosi , sopratutto del XV secolo. Monza , per la sua Cattedrale, la chiesa di Santa Maria in Strada, il più ricco lavoro gotico in mattoni del Milanese, ristaurato egregiamente nel 1870 dall' architetto Carlo Macciachini, e la sontuosa Villa Reale co' suoi giardini e il Parco. Desio, ove evvi la bella villa Traversi-Antona. Como, per la Cattedrale cominciata nel 1396, le chiese di San Fedele, del Crocifisso, di Sant'Abbondio e San Carpoforo; la Biblioteca Comunale, il Palazzo del Comune, il Palazzo Giovio, ecc. Il lago di Como, ove natura ed arte hanno intrecciati tutti i loro tesori. Vaprio, per la villa Castelbarco, detta Monastirolo, e il palazzo Melzi. Evvi in Vaprio una grande manifattura di velluti di cotone e di cotonerie, ora del duca Visconti di Modrone, una grandiosa fabbrica di carta con macchine inglesi, della ditta Binda e Comp. Non sarà male impiegata anche una gita al Santuario di Caravaggio, ai dintorni di Varese, ricchi di ville amenissime, non che al suo Santuario la Madonna del Monte, a Magenta, che diede il nome alla battaglia combattuta il 4 giugno 1859, e vinta dai Francesi contro gli Austriaci; — alla Brianza amenissima per vedute e luoghi incantevoli, al Lago Maggiore , ecc., e per ciò il viaggiatore può ricorrere alle Guide analoghe. INDICE ALFABETICO DELLE COSE PIU' INTERESSANTI CONTENUTE IN QUESTO VOLUMETTO.

AL LETTORE Pag I ORARIO DELLE FERROVIE ALTA ITALIA » III Agronomia (Scuola Superiore d') » 93 Alberghi » 138 Alessandro (Sant') chiesa) » 117 Ambrogio (Sant') chiesa » 82 Angelo (Sant') chiesa » 44 Antiquari » 138 Antonio (Sant') chiesa » 100 Archivio Notarile » 34 Archi, o Portoni di Porta Nuova » 41 Arcivescovado » 17 Arco del Sempione » 123 » di Porta Ticinese » 123 Articoli di viaggio » 139 Babila (San) chiesa » 23 Bagni privati » 139 Bagni Pubblici Castelfidardo » 139 di Diana » ivi Nazionale » ivi Ticino » ivi Banca Nazionale » 41 Banche e Banchieri » 139 Barnaba (San) chiesa » 109 Bartolomeo (San) chiesa » 60 Bernardino (San) chiesa » 107 Bersagli » 162 Biblioteca Ambrosiana » 54 » Nazionale » 76 Bjoutieri, orefici e orologiai » 141 Bollo (Ufficio) » 69 Borsa » 37 Brera , o Palazzo di Belle Arti » 53 Broletto (palazzo) » 130 Broughams Pag. 141 Caffè e Pasticcerie » 142 Calimero (San) chiesa » 100 Calocero (San) chiesa » 127 Calzolai » 142 Cambio-valute » 143 Camera di Commercio » 35 Cappellai » 143 Carlo (San) chiesa » 22 Cartolai, oggetti di cancelleria» 143 Casa d' Industria a San Marco » 56 » a San Vincenzo » 129 di pena (Regia) » 60 Caserme — Castello » 62 Incoronata » 131 Sant'Eustorgio » 124 San Filippo » 110 San Francesco » 80 Santa Prassede » 111 San Simpliciano » 133 San Vittore » 86 Cassa di Risparmio » 52 Cenno storico » 3 Chincaglierie, bronzi , bijouterie di lusso , ecc» 143 Cimitero monumentale » 135 Collegio civico Calchi-Taeggi »101 de' Giureconsulti » 36 della Guastalla » 109 Reale delle fanciulle » 24 Colonna di Porta Vittoria » 108 Colonne di San Lorenzo » 120 Comando militare » 52 Conche » 126 Congregazione di Carità » 118 Conservatorio Reale di musica » 24 Consoli » 144 Convitto nazionale Longone » 42 Dentisti e pedicuri » 144 Divertimenti » 156 Duomo, o Metropolitana » 13 Editori di musica » 145 Eufemia (Sant') chiesa » 91 Eustorgio (Sans') chiesa Pag. 123 Facchini e Fattorini » 145 Farmacie » 147 Fedele (San) chiesa » 47 Forni militari » 134 Fotografi » 147 Gabinetti di decenza » ivi Galleria De Cristoforis » 22 Vittorio Emanuele » 29 Gas (impresa del) » 95 Giardini Pubblici » 30 Ginnasio Beccaria » 117 Ginnastica » 103 Giorgio in Palazzo (San) chiesa » 119 Giornali politici » 148 Giovanni (San) chiesa » 50 Gite di piacere » 163 Guardia Nazionale (Comando della) » 37 Insegnamenti speciali » 149 Ipoteche (Ufficio delle) » 35 Istituto dei Ciechi » 44 tecnico Superiore » 58 tecnico » 119 Istituti dei Sordo-muti » 123 vari » 148 Lazzaretto » 29 Leone di Porta Venezia » 22 Librerie italiane e straniere » 150 Liceo Parini » 42 e Ginnasio Beccarla » 117 Loggia degli ()sii » 35 Lorenzo (San) chiesa » 120 Luogo Pio Trivulzio » 108 Macello pubblico » 84 Maestri di equitazione » 160 » di scherma » ivi a di ballo » ivi di ginnastica » 161 Marco (San) chiesa » 55 Maria Beltrade (Santa) chiesa » 116 Maria del Carmine (Santa) chiesa » 132 Maria presso San Celso (Santa) chiesa » 92 Maria della Consolazione (Santa) chiesa Pag. 64 Maria delle Grazie (Santa) chiesa » 73 Maria Incoronata (Santa) chiesa » 134 Maria del Paradiso (Santa) chiesa » 102 Maria della Passione (Santa) chiesa » 23 Maria Pedone (Santa) chiesa » 79 Maria alla Porta (Santa) chiesa » 70 Maria presso San Satiro (Santa) chiesa » 114 Maria Segreta (Santa) chiesa » 69 Maria della Vittoria (Santa) chiesa » 127 Maurizio (San, o Monastero Maggiore) chiesa » 70 Mercanti di stoffe . seterie e moda » 151 Metropolitana, o Duomo » 13 Michele alla Chiusa (San) chiesa » 118 Michele (San) Ospedale » 110 Modiste e sarte » 151 Monumento Cavour » 58 Cesare Beccarla » 104 Federico Borromeo » 78 Monte di Pietà » 51 Museo Ambrosiano » 77 Civico » 31 patrio di Archeologia » 54 Musei vari » 151 Nazaro (San) chiesa » 95 Nazaro Pietrasanta (San) chiesa » 70 Numismatica » 152 Oggetti chirurgici » ivi Omnibus » 8 Orfanotrofio femminile » 72 maschile » 112 Ospedale Fate-bene-fratelli » 43

a San Vittore						» 86

Fate-bene-Sorelle » 45 Maggiore » 97 di San Michele » 110 de' Pazzi » 113 Militare » 81 Osservatorio Astronomico » 55 Ottici » 152 Palazzo Adda (D') » 41 Armoni » 89 Palazzo Assisie (delle) Pag. 26 Belle Arti (di) » 53 Borromeo » 80 Broletto » 130 Busca » 27 Cassa di Risparmio (della) » 52 Castiglioni » 25 Censo » 48 Ciani » 27 Clerici » 131 Comando militare (del) » 52 Comunale alle Case Rotte » 81 Debito Pubblico (del) » 57 Fabbriceria del Duomo » 19 Giustizia (di) » 105 Greppi » 99 Leoni » ivi Litta » 72 Loria » 41 Marino, o del Comune » 49 Melzi » 41 Melzi d'Eril » 59 Poldi-Pezzoli » 41 Prefettura » 23 Ragione (della) » 34 Reale » 16 Saporiti » 28 Scuole Comunali (delle) » 90 Somalia (della) » 90 Sormani » 109 Taverna » 58 Traversi » 41 Trivulzi » 118 Venini » 99 Verri » 57 Pattinaggio » 161 Piazza Armi (d') » 61 Castello » 62 Cavour » 58 Duomo (del) » 13 Fontana » 18 Mercanti » 34 Piazza Santo Stefano Pag. 107 Palestra civica » 103 Paolo (San) chiesa » 91 Pietro in Gessate (San) chiesa » 111 Pinacoteca » 54 Pinacoteche varie ..... » 162 Porta Garibaldi » 144 Genova » 126 Magenta » 75 Nuova » 46 Principe Umberto » 60 Romana » 103 Ticinese » 125 Venezia » 23 Vittoria » 112 Posta delle lettere » 87 Protaso (San) chiesa » 131 Prassede (Santa) chiesa » 111 Questura (Regia) » 38 Raffaele (San) chiesa » 47 Restaurants » 153 Riformatorio della gioventù » 101 della Pace » 110 Salute (Casa di) » 44 Sarti da uomo » 154 Satiro (San) chiesa » 114 Scuola Superiore d'Agronomia » 93 Scuole Palatine » 35 Comunali (palazzo) » 90 Sebastiano (San) chiesa » 116 Seminario » 25 Sepolcro (San) chiesa » 73 Simpliciano (San) chiesa » 133 Sisto (San) chiesa » 119 Società varie » 159-60 Sorveglianza urbana » 154 Stampe , vedute , ecc » 155 Stazione Centrale » 61 Milano-Vigevano » 126 Stefano (Santo) chiesa » 106 Tabacchi (Fabbrica di) » 45 Tariffa pel Tiro a segno nel Bersaglio Municipale  » 162 Tariffe Omnibus Pag. 8 Teatro Canobbiana (della) » 88 Carcano » 102 Filodrammatici » 40 Fossati » 133 Gerolamo » 106 Milanese » 21 Re (nuovo) » 123 Re (vecchio) » 37 San Simone » 120 Santa Radegonda » 9 Scala (alla) » 83 Sociale della Commedia » 48 Prezzi d'entrata » 157 Telegrafo » 155 Tivoli » 68 Tomaso (San) chiesa » 132 Uffici d' indizi » 155 Uomo di Pietra » 21 Verziere » 108 Vetture » 164 Villa Reale » 32 Vittore (San) Grande, chiesa » 85 Zecca (Regia) » 89


FINE.