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L'OPERA DELLA SOCIETÀ UMANITARIA DALLA SUA FONDAZIONE AD OGGI 1" MAGGIO 1911
COOPERATIVA TIP. OPERAI MILANO . Via Spartaco, 6 EX-LIBRIS DR. CAMILLO BISERNI DONO 1957 IL FONDATORE Prospero Moisè Loria Prospero Moisè Loria.
L'ideatore della Società Umanitaria non fu uomo la cui vita si presti ad una biografia copiosa dì avvenimenti, interessante per aneddoti che stuzzichino e appaghino l'istinto della curiosità mondana. Non è un romanzo: è una vita che comincia e si protrae con una operosità fervida, tenace, che non sprigiona mai chiassi, nè strepiti, e finisce raccogliendosi e accentrandosi in un'idea, che nella mente di P. M. Loria venne foggiandosi e scolpendosi come un'immagine mistica, fascinatrice, che non gli dava riposo, nè tregua: la Società Umanitaria. Nacque a Mantova nel 1814 da genitori israeliti, e si dedicò fin dalla sua prima gioventù, insieme con un fratello, al commercio, unica via d'operosità che i gretti e tristi tempi d'allora concedevano agli israeliti. Mantova si segnalava in quel tempo per la sua notevole popolazione israelita, la quale, quantunque tenesse vivo nella città il traffico delle merci, era mal vista e dileggiata dalla maggioranza cittadina, dominata da un'arcigna intolleranza antisemitica, sgorgante dalla propaganda della Chiesa cattolica, alla quale il soffio della modernità non aveva ancora imposto un freno moderatore. Gli israeliti mantovani erano confinati e chiusi in un ghetto dalle straducole soffocate, dagli abituri afosi, segnati a dito come reietti, befTati nelle loro credenze e motteggiati perfino nel passo e nel linguaggio. Prospero Moisè Loria, giovane d'anni, dotato d'un'indole suscettibile, intraprendente e imperiosa, che la giovane età accentuava e rendeva indocile, mal sopportava quella gente ostile e velenosa, che ad ogni tratto scatenava sarcasmi ai costumi e offese alle credenze degli israeliti. Un giorno perdette - più dell'usato - la pazienza e le ingiurie rintuzzò colle ragioni delle mani. Da quel dì, la dimora a Mantova gli venne così a fastidio che risolse, insieme col fratello, di allontanarsi dalla città natale e di recarsi a Trieste, ove i due fratelli proseguirono nei loro affari commerciali con prospera fortuna, dedicandosi segnatamente al traffico del legname. Egli aveva allora 30 anni circa d'età. Quando il vicerè d'Egitto, Mehemet-All, spronato dalla brama di rinsanguare d'attività e rendere più proficuo il paese, si mise audacemente faccia a faccia contro vecchi pregiudizi che la vita pubblica impigrivano e i confini spalancò agli stranieri, i fratelli Loria, fidenti nel proprio istinto operoso, e presidiati da qualche bene di fortuna, lasciarono Mantova, presero la via del mare e approdarono sul suolo egiziano, ove la penuria di moderni provvedimenti e la febbre d'imprese dei forastieri, intrecciandosi, crearono in un baleno come una primavera di vita: spuntavano ovunque nei ritrovi, sulle piazze, sui mercati, propositi, disegni, progetti d'ogni genere e specie: era una cupida gara, alla conquista della ricchezza, fra la praticità e la fantasia; l'una calcolatrice, sognatrice l'altra: chi misurava il passo al ritmo delle cifre, chi correva all'impazzata, rapito da una visione: qui dispute accalorate e irritanti, là i solitari che rimuginavano freddamente i loro piani: era un caos, da cui doveva uscire una vita nuova. Qual meraviglia se - in mezzo a siffatta tempesta di seduzioni dalle mille forme e dai mille colori, che furiosamente sferzava uomini diversi e per carattere e per temperamento, per razza e per intendimenti - i fratelli Loria non si siano trovati all'unisono nei propositi? Si divisero. Prospero Moisè, facendo tesoro della perizia che aveva già acquistata nel traffico del legname e sussidiandola con ponderati accorgimenti e con sagace abilità, seppe vincere tutti i suoi concorrenti, guadagnare la fiducia del Vicerè, e diventare l'esclusivo fornitore vicereale di quanto occorreva alla costruzione delle ferrovie. Gradualmente ma ininterrottamente guadagnò e accumula ricchezze. a Fatto il primo milione - diceva più tardi - non è difficile fare gli altri! ». In Egitto stette fino a 50 anni circa e dopo un periodo di 20 anni d'affari, iniziato a Trieste e chiuso al Cairo, lasciò l'Egitto, portando con sè la ricchezza di quasi dieci milioni. Si stabili a Milano ove, dopo tanta operosità, volle, colle acquistate ricchezze, concedersi una vita riposata. Ma, avvezzo, come fu da tanti anni, all'attività, non poteva adattarsi all'increscioso pensiero che il suo ambìto riposo si convertisse in una neghittosità infeconda e tediosa. D'affari era ristucco: essi gli avevano fruttato larghi beni di fortuna e pensava ora al come avrebbe potuto usarli all'infuori dei negozii e delle imprese, di cui più non provava le attrattive, nè sentiva il. bisogno. Alieno dal lusso, modesto teneva l'abbigliamento, modesto il vitto, modesta l'abitazione, che, però, egli volle sua, facendola costrurre in via Manzoni, 9, nella quale invano i suoi, visitatori avrebbero cercato una particolare bellezza. la casa era fornita di tutti i conforti suggeriti dall'igiene, ma vergine rimaneva di mobili moderni e artisticamente foggiati : non quadri di valore artistico l'adornavano, non lavori geniali di scalpello o di cesello: lo strettamente necessario, ben ordinato, pulito, e non altro. Per un gentile riguardo alla moglie, Anna Tedeschi, che tanto amava e tanto meritava d'essere amata per la sua bontà, volle farle omaggio di carrozza e cavalli, ma, perduta la diletta consorte, non volle più sapere dell'equipaggio e se ne sbarazzò. Preferiva le passeggiate a piedi. Parco per sè, lo era pure con gli amici e conoscenti che lo visitavano o che esso invitava : alle visite rispondeva col trattamento di caffè e sigari, e ai convitati offriva sempre quella sobrietà di alimenti, che di solito offriva a sè medesimo. Diventato, colla esperienza della vita, di carattere piuttosto asciutto, freddo e guardingo, aveva sobria sempre la parola, scansava pensatamente di comunicare agli altri cose degli affari suoi, e con amici e conoscenti mai perdeva una certa aria di serenità; non alteravasi menomamente neppure quando qualche cruccio internamente lo doveva certamente turbare, tutt'al più scattava con qualche parola o qualche gesto,ma erano lampi a ciel sereno. Egli si guardava bene di lasciarsi andare ad eccessi, sia di gioia, sia di malumore; racchiudeva tutto o quasi tutto in sè e regolava silenziosamente la sua condotta sul metro delle sue impressioni e degli intimi suoi pensamenti. Quanto era riservato cogli adulti, altrettanto però era grazioso coi fanciulli. Non militava sotto il vessillo di alcun partito politico, quantunque sembrasse di tendenze repubblicane. Sostanzialmente, i suoi costumi erano quelli d'un solitario : florido d'aspetto, sereno di carattere, rigido nei modi. Amava però i viaggi, e ogni anno ne intraprendeva uno, ma sempre solo, mai in compagnia con altri; non conduceva con sè che il suo cameriere. Al teatro Manzoni, di cui era azionista, soleva passare la serata, sebbene non avesse un gran trasporto, nè curiosità critica, per le produzioni teatrali. Non ha potuto affezionarsi mai all'idea di possedere beni immobili. Tutti sappiamo come per lungo ordine di anni agli israeliti era tolta la possibilità di avere beni immobili, sicchè il divieto, per forza di diuturna abitudine, diventò nella progenie una qualità acquisita, che si trasmetteva colla eredità del sangue, di modo che, anche quando il divieto venne a cessare, l'abitudine trasmessa agiva inconsciamente per forza d'inerzia. Nessuna sorpresa quindi che pure Prospero Moisè Loria non riuscisse a trovarsi a suo agio con ricchezze immobiliari, le quali, d'altro lato, non gli avrebbero certamente lasciato la spigliatezza di correre, senza preoccupazioni amministrative, da Mantova a Trieste, da Trieste in Egitto, dall'Egitto a Milano. Come l'antico filosofo greco poteva dire : Omnia mea mecum porto. Stabilitosi però a Milano, volle acquistare un fondo di campagna ed eresse anche il palazzo che sta a destra della casa di via Manzoni ch'egli abitava: ma s'accorse subito che non era tagliato per tutte le noie e i fastidi che derivano dalla proprietà immobiliare e vendette l'uno e l'altro. Nel palazzo venduto ora sta Hotel Continenial. Ed era così indomabile la sua nativa riluttanza alle pratiche amministrative, che della sua abitazione a tre piani non volle mai dare a pigione un appartamento. Preferì rimaner solo nella sua casa, adagiato nel quieto vivere. E, stucco e ristucco d'affari, a chiunque gli proponeva un'impresa qualunque, aveva pronta la sua risposta che, secca e tagliente come un colpo di rasoio, troncava di botto ogni questione: a Non è affar mio! » Uomo ch'era stato d'un'attività prodigiosa, non sapeva mai acconciarsi all'ozio infecondo, e, non volendo più darsi ai negozi, si buttò a ruminare pensieri, ch'egli traeva non da studi dottrinali e scientifici, che non ha avuto il tempo mai di compiere, ma dalla vita pratica, da quanto si affacciava ai suoi occhi. Vide nella società - ovunque egli si era recato - brulicare uno sciame sgraziato e confuso di accattoni, di vagabondi, di caduti nella lotta per la vita. " Perchè, disse - e soleva spesso ripeterlo - perchè per tutti costoro non ci deve essere una specie di Croce Rossa ? Non sono dei caduti forse ? E perchè non si tenta di mettere tutti questi diseredati in condizioni di rilevarsi da sè medesimi? Non è vero che chi ha, deve pure, in qualche modo, direttamente o indirettamente, contribuire a mantenere gli accattoni e i vagabondi o colle elemosine, o colle opere di bene- licenza, o coi ricoveri, o colle carceri? E non sarebbe meglio fare affluire tutta o gran parte di questa moneta (era la sua parola consueta) in una sola e grande opera di assistenza ? » Con siffatto semplicissimo ragionamento depositava nella sua mente il primo seme della Società Umanitaria. Animato da cotesta idea filantropica, concepì innanzi tutto l'espediente di aiutare quei diseredati somministrando loro del lavoro, in attesa di sorte migliore. Egli rifuggiva assolutamente dalla elemosina. Ma, mentre pensava a coloro che erano validi al lavoro e che lavoro non avevano, s'impensieriva pur di coloro che al lavoro non erano più validi, e vagheggiava un sistema di beneficenza più razionale e più efficace di quello che vigeva e che vige tuttora. E così vennero delineandosi a larghi tratti nella sua mente due istituzioni, diventate poi in esso due idee fisse, irremovibili, dominatrici: la Casa di lavoro per dare lavoro ai disoccupati mentre sono in cerca di un'occupazione regolare e stabile, e l'Ufficio di indicazioni pei poveri, bisognosi della beneficenza. Colla lente di siffatte istituzioni, da estendersi dovunque, egli vedeva tolte dal consorzio civile la disoccupazione, il vagabondaggio e l'accattonaggio. Questa la sua mirifica visione; e ne parlava con tale sicurezza, con tale tranquillità, con tale fede, che i dissidenti, i non persuasi, si sentivano, in faccia a lui, come disarmati, vinti dal rispetto che imponeva quella serena e consolatrice convinzione. Altre idee andava esponendo talora ad amici e conoscenti, ma sempre in forma dogmatica, più che dimostrativa, su una riforma nei tributi : per esempio, egli avrebbe voluto che si decretasse un'imposta sulle abitazioni non appigionate: vagheggiava pure un riordinamento e una diffusione maggiore delle Stanze di compensazione; una istituzione a pro' dei marinai israeliti; una grande Società italiana per il giuoco degli scacchi. con elargizione di premi: giuoco pel quale nutriva una certa predilezione: la istituzione e diffusione di pubbliche cassette, come quelle delle lettere: i lettori di giornali, letti che avessero i fogli comperati, li avrebbero dovuti gettare in tali cassette, le quali dovevano venir poi giornalmente spogliate per distribuire tutti quei giornali in modo da poter esser letti gratuitamente da coloro che per la lettura di giornali non possono spendere: e si accampava anche propugnatore della autopsia dei cadaveri, e infatti per la istituzione di una sala di autopsia al Cimitero fece una elargizione, in vita, al Municipio di Milano. La sua coltura non era opera organica, frutto di studi fatti sui libri, sulle opere dei pensatori e dei riformatori contemporanei; ne fa testimonianza la biblioteca che egli ha lasciato, una biblioteca non ricca di molti libri, e sprovvista affatto di libri moderni. Egli si trovava davanti il gran libro della vita - a tutti aperto - e da esso ritrasse il modo di considerare la vita e il mondo, i criteri per trattare gli uomini, le norme insomma di vivere, senza per questo sentire il bisogno di fare e predicare della filosofia. Tutte cose che teneva inviolabilmente e tenacemente per sè; e sotto cotesto punto di vista era, come si suol dire, un carattere. Attraverso a tutti gli ambienti, a Mantova, a Trieste, in Egitto, a Milano, nei suoi viaggi, da per tutto, egli era sempre lui, trovava sempre sè stesso, non si smentiva mai. Vivente in Milano, in momenti in cui fermentavano e davano vapori e lampi le nuove questioni sociali, egli passava in mezzo a cotesta atmosfera tanto agitata e calda colla impassibilità dell'uomo che ha le sue idee fatte, ferree, immutabili. Si sarebbe detto che era l'ambiente che doveva subìre le sue vedute, non che le sue vedute dovessero subire l'influsso dell'ambiente. Una cosa sola, vista dovunque, in patria e fuori, ha trovato - come già accennammo - la via della sua anima: lo spettacolo increscioso degli accattoni e dei vagabondi, donde le sue idee cardinali della Casa di lavoro e dell'Ufficio di indicazioni, nelle quali si soffermò dogmaticamente, visitando nei suoi viaggi, a Genova la Cassa benefica, a Firenze la Casa di lavoro, e toccando con mano, a Milano, le ingiustizie nella pubblica e privata beneficenza, che scaturivano naturalmente dalla mancanza di una norma generale, direttiva, che armonizzasse le varie Istituzioni e togliesse la irrazionalità e la confusione nella distribuzione dei soccorsi. Una Società di volonterosi, col contributo anche di una sola lira, ma allargante la sua base su tutti i paesi, avrebbe potuto, a suo parere, dar vita e salutare efficacia a quelle due Istituzioni : era la sua Società Umanitaria. Nel 1884 concepì il proposito di dare contorni e figura al suo carezzato sogno con una esposizione scritta e stampata; prescelse la forma dell'opuscolo e chiamò a sè un estensore e collaboratore. A traverso questa collaborazione si pervenne a non incardinare più soltanto la sua vagheggiata Umanitaria sulla Casa di Lavoro e sull'Ufficio di indicazioni, che, ciononostante, rimanevano sempre - specialmente la prima, che doveva essere anche la prima emanazione della Società - le sue due Istituzioni predilette, ma a completare le suddette opere allacciandole con un apposito Ufficio di collocamento, Scuole d'arti e mestieri, Cooperative di produzione e lavoro e altri analoghi provvedimenti, atti ad agevolare il lavoro e a prevenire la disoccupazione. Nel 1891 offerse L. 500 di rendita annua al Municipio di Milano, perchè promovesse, della Società Umanitaria, quella particolare Istituzione, che ad esso si affacciava costantemente come la figlia prediletta dell'animo suo: la Casa di Lavoro. Avendo trovato sordo l'orecchio di privati, si volse al Consiglio Comunale, speranzoso di averlo cooperatore nel suo divisamento; ma il Consiglio Comunale, nella sua seduta del 20 novembre dell'anzidetto anno, non credette opportuno di accogliere la proposta, come veniva presentata, avventurandosi nell'impresa speciale di una Casa di Lavoro. Persuaso che il Consiglio non doveva aver capito bene tutta la importanza della Casa di lavoro, ritentò la domanda, pregando di volerla riprendere in esame. Ma - ahimè! - anco cotesta seconda volta il Consiglio dichiarò di non poterla accogliere. Indispettito della ripulsa, ma convinto, nel tempo stesso, che, meglio di qualunque altro Ente, fosse pure la Congregazione di Carità, poteva solo il Municipio dare all'impresa un carattere di autorità e di fiducia, allargava il piano dei suoi intendimenti, e decideva di presentare tutta la figura complessa della Società Umanitaria, presidiandola colla intera e ingente sua sostanza, convinto che, e per i vari scopi che l' Umanitaria si prefiggeva e per i cospicui mezzi finanziari, di cui la dotava, il Comune non si sarebbe mostrato restio stavolta a far buon viso alla proposta. E con codesti intendimenti il 26 luglio 1892 scriveva di suo pugno il seguente testamento:
" Revoco ed annullo ogni disposizione testamentaria da me fatta prima d'ora, volendo che questa sola abbia piena esecuzione. Nomino mio erede universale, sotto l'osservanza di quanto prescrivo colla seguente mia disposizione, la costituenda Società Umanitaria da me proposta al Municipio di qui, come si scorge dagli uniti opuscoli intitolati a Società Umanitaria, proposta ed offerta al Municipio di Milano di L. 100.000 n semprechè tale Società si costituisca e venga riconosciuta in Ente morale in conformità alle vigenti leggi, entro il dicembre 1893; non verificandosi entro questo termine la regolare costituzione di detta Società, la mia eredità sarà devoluta alla Casa Benefica pei giovani derelitti d'ambo i sessi in Torino, eretta in Ente morale con R. Decreto 9 febbraio 1890. Qualora per qualsiasi motivo questa mia disposizione potesse non aver effetto nei modi suindicati, in tal caso la mia ere- dità sarà devoluta all'Istituto Lombardo di scienze e lettere, ond'esso ne disponga nel modo che sarà indicato dalla formola che otterrà il premio di L. 5000 nel concorso da me promosso con mia lettera 23 giugno p. p. diretta allo stesso Istituto, siccome la più atta al mio scopo. Proibisco ai miei eredi di reclamare dai miei parenti ogni mio credito verso di loro. Tale disposizione si terrà come non avvenuta riguardo a chi accampasse qualche diritto o pretesa verso di me, nel qual caso si faranno valere i miei diritti. Nomino miei esecutori testamentari il signor Giuseppe Venturelli ed il sig. conte cav. capitano Pietro Dolfin-Guerra, conferendo loro tutte le facoltà che la legge attribuisce a tale qualità, costituendoli, ove lo. si voglia, arbitri anche come amichevoli compositori in tutte le controversie che sorgessero nella liquidazione della mia eredità fra gli eredi e legatari. Tutti i seguenti miei legati intendo e voglio che sieno netti di tasse di successione, di ricchezza mobile e di qual- siasi altra spesa pei legatari. Lego a mio nipote Leone del fu Angelo Loria mio fratello di Mantova, L. 6000, dico seimila, all'anno, pagabili in due rate semestrali posticipate, al suo domicilio, vita sua natural durante. Lego a mio cugino Assuero Ariani fu Guglielmo di Mantova L. 60 al mese, vita sua natural durante, pagabili posticipatamente al suo domicilio. Lego all'amico conte cav. capitano Pietro Dolfin-Guerra gli oggetti indicati nella mia lettera a lui diretta in data 4 maggio corrente anno. Lego a Giuseppe Venturelli L. 2000 all'anno, vita sua natural durante, pagabili posticipatamente in rate mensili, semprechè attenda insieme al conte Guerra, come esecutore testamentario, sino alla liquidazione della mia eredità. La mia salma sarà trasportata senza alcuna pompa al Cimitero Monumentale di qui, onde se ne faccia l'autopsia e la cremazione e le ceneri sieno riposte nella tomba portante il numero 30 da me predisposta nello stesso Cimitero
Tre mesi dopo, cioè il 28 ottobre 189?, moriva repentinamente di enfisema polmonare. Alla morte dell'amata consorte aveva fatto disporre, nel cimitero israelitico di Milano, per la moglie e per lui una modesta tomba in comune, costituita da due semplici lapidi inclinate e congiunte - che l' « Umanitaria - ha poi riattate, conservandole però nella loro forma - e sulla lapide a lui destinata volle incisa la seguente tipica inscrizione: Ceneri di P. M. Loria - volle autopsia e cremazione - utile usanza - 1814-1892. Dopo la sua morte, il Consiglio Comunale, visto che l'eredità era di 10 milioni circa, che erede designata era la costituenda Società Umanitaria, coli scopi vari e complessi che scaturivano dagli opuscoli che il Testatore allegava al testamento, diede opera sollecita perché la Società fosse costituita e nominava a tal uopo un Comitato promotore, il quale, raccolti circa 10 mila soci, li convocava in assemblea il 15 gennaio 1893, e da cotesta assemblea usciva eletto il primo Consiglio Direttivo, il quale, redatto lo Statuto sociale e il relativo Regolamento, faceva giuridicamente riconoscere la Società il 29 giugno 1893, cioè entro il termine di tempo predeterminato dal Testatore. La volontà di Prospero Moisè Loria era compiuta, ma però non universalmente accettata. La contrastarono, per ben tre anni e mezzo all'incirca, quasi tutti i parenti del Defunto e la Casa Benefica di Torino, i quali impugnarono il testamento per sostituirsi all'a Umanitaria ». Fu troncata la lunga lite con una transazione, e l' a Umanitaria » potè finalmente iniziare i suoi lavori. Ma il Commissario straordinario nominato con la proclainazione dello stato d'assedio nel maggio 1898, sinistramente ed erroneamente interpretando gli intenti della Società, la fa sciogliere, ed ordina la modificazione dello Statuto. Ristabilita, però, la Legge comune, la volontà di Prospero Moisè Loria viene trionfalmente riconfermata e la Società ne riprende la genuina interpretazione, coll'inalterato, originario Statuto (1).
Queste note biografiche sono dovute al Dott. OSVALDO GNOCCHI.VIANI, segretario, fino al 31 dicembre 1908. della nostra Istituzione, prima cooperatore agli studi ed ai progetti di P. M. Loria.
(1) Lo Statuto dell' Umanitaria è stato modificato con R. Decreto 13 aprile 1911, dietro iniziativa del Consiglio, per meglio disciplinare il diritto elettorale dei soci e la rinnovazione delle cariche. LA SOCIETÀ UMANITARIA La natura democratica dell'Istituzione.
P. M. Loria volle che tutti potessero concorrere alla costituzione dei mezzi e al funzionamento della Società con la più modesta oblazione, vagheggiando di raccogliere, coi piccolissimi contributi delle persone di buona volontà e di animo buono, proventi estesissimi. Ma volle altresì che i soci concorressero non solo coi mezzi, ma anche con la volontà, l'intelligenza e l'attività all'Istituto, e prescrisse che una parte del Consiglio fosse costituito dai rappresentanti dei Soci. Stabilisce lo Statuto:
Art. 8. - Sono Soci permanenti coloro che risultano inscritti nell'elenco degli oblatori, alla data del Decreto Reale di riconoscimento della Società in Ente giuridico. Sono Soci temporanei coloro che pagano almeno una lira all'anno. Sono Soci perpetui coloro che elargiscono alla Società una somma non inferiore a lire cinquanta. Art. 9. - Tutti i Soci d'ambo i sessi, inscritti nelle liste elettorali secondo il disposto degli art. 11-15, hanno in essa il diritto di voto e sono eleggibili alle cariche sociali, salvo le eccezioni e le incompatibilità stabilite dalla legge. Ogni Socio, qualunque sia la sua oblazione, ha diritto ad un voto solo, che deve dare personalmente. Non sono ammessi voti per rappresentanza, nè per delegazione. Art. 10. - I Soci temporanei perdono ogni diritto dipendente dalla loro iscrizione in caso di mancato pagamento anche di una sola annualità della quota dovuta. Incorrono in tale decadenza anche i Soci permanenti che non intervengono a due Assemblee ordinarie consecutive. Ma i soci non solo concorrono alla costituzione del Consiglio Direttivo, nominando 10 dei 15 consiglieri; essi formano, altresì, un Collegio dei Delegati che più direttamente li rap- presenta e che esercita la funzione nelle altre Società riserbata ai soci medesimi. Dispone lo Statuto : Art. 21. - L'Assemblea generale nomina un Collegio di cinquanta delegati . Art. 22. - Il Collegio dei Delegati ha l'incarico di deliberare sui Bilanci e sul Rendiconto morale che gli saranno presentati annualmente dal Consiglio direttivo, nonchè di esercitare sull'amministrazione della Società un controllo permanente secondo le norme da stabilirsi nel Regolamento.
Gli scopi. Come sono indicati dallo Statuto e i criteri seguiti per attuarli.
Art. 2. - Scopo della Società Umanitaria è di mettere i diseredati, senza distinzione, in condizione di rilevarsi da sè medesimi, procurando loro appoggio, lavoro ed istruzione. Art. 3. - Per conseguire il suo scopo, la Società si propone : a) d'istituire a Milano una Casa di Lavoro, che ne offra ai lavoratori disoccupati; b) di provvedere locali sani e opportunamente arredati ove si possano raccogliere a lavorare gli operai applicati a lavori a domicilio e che maggiormente ne difettano (laboratori speciali); c) d'istituire Uffici di collocamento, per procurare lavoro ai disoccupati, ed Uffici d'indicazione, per aiutare i bisognosi nelle loro pratiche dirette ad ottenere dagli Istituti di beneficenza i necessari soccorsi secondo i rispettivi statuti; nonchè per propugnare provvedimenti e riforme tendenti al migliore ordinamento della pubblica beneficenza ed a sostituire, ogni qualvolta sia possibile, all'assistenza elemosiniera l'assistenza mediante il lavoro; d) di promuovere od aiutare Scuole d'arti e mestieri. industrie casalinghe e campestri, cooperative di produzione e lavoro e quelle altre istituzioni congeneri che si riconoscano atte a prevenire la disoccupazione; e) di procurare, mediante istituzioni cooperative, ed altri analoghi provvedimenti o riforme, il miglioramento delle condizioni materiali e morali dei lavoratori dei campi, nell'intento anche di scemare l'immigrazione di disoccupati nella città. Art. 4.- La Società Umanitaria, stabilita a Milano, farà opera affìnchè si istituiscano in altri centri Società Umanitarie congeneri, che abbiano vita autonoma ma sieno coordinate fra loro a base federativa e facciano capo alla originaria di Milano.
I mezzi. Il patrimonio della Società Umanitaria ammontava il 31 dicembre 1909 a L. 13.256.652,24 superiore di tre milioni a quello lasciato dal Testatore e rimasto inoperoso per circa 10 anni. La rendita inerogata aumentò il patrimonio. Esso è costituito:
1. Da beni stabili per L. 4.142.614,72
2. " Consolidato Italiano 4 % " 7.918.600,- 3. " Consolidato Italiano 3,75 % " 160.000,- 4. " Obblig. Ferrovie Merid. . " 738.24892 5. " Valori pubblici e privati diversi 120.735,40 6. " Mobili, ecc 71 176.453,20 Per un totale di L. 13.256.652,24
Il reddito annuo ammonta a L. 690.000. Esso è gravato da oneri patrimoniali per L. 130.000. È vincolato a spese di amministrazione per L. 60.000. La somma destinata al raggiungimento degli scopi della Società è di L. 500.000. La distribuzione del reddito fra i diversi rami di attività dell'Istituzione avviene nelle seguenti misure:
Per il lenimento della disoccupazione (Ufficio del lavoro, ufficio di emigrazione, uffici di collocamento, Cassa di sussidio alla disoccupa- zione, Casa di lavoro, L.114.000 Per l'istruzione professionale e l'edu- cazione popolare 233.000 Per la Cooperazione 8.300 Per i provvedimenti a favore dei lavo- ratori dei campi 45.000 Per l'indicazione ai bisognosi delle Isti- tuzioni di beneficenza, per l'ufficio di informazioni, per l'ufficio di tu- tela medico-legale dei lavoratori . L. 21.700 Pel Bollettino, per le Sezioni della So- cietà Umanitaria e per il fondo di riserva " 26.000 Per erogazioni straordinarie a favore di istituti diversi " 52.000
I criteri di attuazione. Le vicende alle quali fu sottoposta l'Umanitaria nei primi anni di sua costituzione si possono riassumere nel lungo periodo delle contestazioni con i presunti eredi e nell'arresto dell'iniziale funzionamento provocato dallo scioglimento del Consiglio nel 1898. Solo nel 1902 l'Umanitaria potè, nel pensiero, negli studi e nelle deliberazioni del suo Consiglio ricostituito, trovare i primi inizi della sua vita. Dalle disposizioni statutarie riportate apparisce come larga e complessa sia l'opera assegnata all'Istituzione e come essa sia diretta al lenimento di miserie antiche nella loro sostanza, ma nuove e ogni giorno rinnovantesi nelle loro forme, con mezzi suggeriti da aspirazioni ed esigenze moderne. Quali furono i criteri informatori dell'opera intesa all'attuazione della volontà del Fondatore? La Società Umanitaria deve aiutare i diseredati a rilevarsi da sè stessi col lavoro, coll'appoggio, coll'istruzione. La forma più efficace e feconda dello sforzo diretto dal diseredato al proprio elevamento è quello compiuto per mezzo dell'associazione. Gli è perciò che la Società Umanitaria intese, dal suo inizio, a considerare le associazioni di previdenza e di miglioramento e le organizzazioni di mestiere come strumenti validi di attuazione de' suoi scopi, come cooperatrici vigili dell'opera sua. Ad esse chiese quindi il consiglio dell'esperienza e della conoscenza dei bisogni; ad esse, come a rappresentanti dei lavoratori più solleciti nello sforzo del rialzarsi da sè medesimi, chiese contributo di opere. Volle che esse fossero chiamate, talora insieme con le Associazioni padronali, a vigilare gli istituti fondati - nelle Scuole -; che ad esse fossero demandate funzioni di controllo sul rispetto delle condizioni da esse conseguite per i lavoratori - negli uffici di collocamento -; che esse infine fossero direttamente chiamate, a mezzo di loro rappresentanti, a discutere, col concorso di quella competenza che è propria degli interessati, quelle questioni d'ordine generale - e ciò per non limitare la facoltà e la responsabilità del Consiglio direttivo - che riguardano insieme la classe lavoratrice e l'azione specifica dell'Umanitaria. In tal modo si intese di ottenere, nell'opera da compiersi, la collaborazione degli interessati; di dare ad essi la consuetudine dell'operare per iscopi comuni e di rispondere dell'opera compiuta; s'intese di fare con ciò anche opera di educazione sociale. Un altro caposaldo della direttiva seguita nella determinazione dell'opera da svolgersi per il raggiungimento degli scopi statutari fu questo: che poichè due - può dirsi - erano i còmpiti specifici assegnati alla Società - la prevenzione e il lenimento della disoccupazione - cure precipue dovevano essere dirette al raggiungimento del primo fine, come a quello che più intimamente armonizzava col pensiero inspiratore della Società: aiutare i diseredati a rialzarsi da sè medesimi; aiutare gli sforzi dei preveggenti e dei volonterosi. Si fu per questo che le prime cure furono dirette alla creazione di Scuole professionali operaie - saggiatrici e stimolatrici della forza attiva e vigile degli operai, istrumenti di difesa contro certe forme della disoccupazione. - e agli istituti cooperativi - scuole di sacrificio, di iniziativa, di volontà - e che, creandosi un istituto per il lenimento della disoccupazione, la Cassa di sussidio, si volle erigerla sul terreno fecondo dell'associazione e della previdenza. Volle infine la Società Umanitaria che l'opera sua fosse sempre basata sulla conoscenza delle condizioni di fatto determinanti la ragione e l'ordinamento degli istituti da creare e che l'azione sua - per quanto fosse possibile - si coordinasse con quella di enti e di iniziative preesistenti, sicchè, con economia di sforzi e di mezzi, si estendesse la cerchia dell'azione benefica e si vivificasse quella di istituti talora nella loro opera inadeguati ai bisogni, per mezzi limitati e per tradizioni sorpassate da esigenze nuove. Con tali criteri ed intendimenti la Società Umanitaria iniziò e governò l'opera sua. L'OPERA Lo studio delle condizioni delle classi operaie. L' Ufficio del Lavoro.
Cronologicamente e sistematicamente l'azione della Società s'iniziò con la creazione di un istituto chiamato a condurre alla conoscenza continua delle condizioni dei diseredati a favore dei quali la Società Umanitaria opera, che fosse fonte di insegnamento quotidiano per i lavoratori, bussola di orientamento per le Associazioni professionali e per il Consiglio stesso dell' « Umanitaria n, al quale poteva giungere, per opera sua, l'eco permanente dei bisogni e delle aspirazioni delle classi lavoratrici. Venne pensato e tradotto in atto dal prof. Montemartini quando ancora non esisteva l'Ufficio nazionale del lavoro che egli attualmente dirige, e doveva, con ampie indagini statistiche sulla disoccupazione, formare la base a varie delle progettate istituzioni della Società Umanitaria. Esso quindi cominciò a funzionare nel 1902, iniziando una serie d'inchieste, deliberate dal Consiglio del lavoro, nel quale erano rappresentate le varie associazioni di mestiere aderenti alla Camera del Lavoro, sopra una zona assai estesa, compren dente la Lombardia, il Veneto e l'Emilia, e con questionari accurati ed ampi preparati dal prof. Giovanni Lorenzoni. Susseguentemente, essendo sorto l'Ufficio nazionale del lavoro, l'attività dell'Ufficio venne limitata entro una zona più ristretta: ed essendosi creato l'Ufficio agrario, venne dall'Uffi- cio del lavoro staccata la parte delle inchieste agrarie per attribuirla alla Sezione agraria della stessa Società Umanitaria. L'Ufficio del lavoro rimase fino al 1910 aggregato alla Sezione V della Società Umanitaria ed ebbe per principale ufficio la rilevazione di dati statistici sulle condizioni dei lavoratori particolarmente di Milano, rilevazioni o fatte per lo studio di eventuali provvedimenti d'iniziativa o di competenza dell'Umanitaria, o per desiderio e proposta delle organizzazioni operaie nell'interesse generale della classe lavoratrice o di determinati gruppi. All'Ufficio presiedeva un Consiglio del lavoro, costituito, oltre che dei consiglieri dell'Umanitaria preposti alla Sezione V, dei rappresentanti le organizzazioni operaie inscritte alla locale Camera del lavoro e in ragione di un rappresentante per ogni gruppo di organizzazione aderente a una stessa Federazione. Mantenendosi gli scopi suddetti all'Ufficio del lavoro, con la riforma del 1910 vennero allargate le funzioni del Consiglio. del lavoro ed i criteri di sua composizione. Esso non è più chiamato soltanto a portare la propria collaborazione alla rilevazione, alle inchieste che dall'Ufficio. del Lavoro dovessero venire fatte, ma ad esaminare tutti i problemi di natura generale che si riferiscono all'azione della Società Umanitaria. In tal modo - poichè nel Consiglio del lavoro sono raccolti i rappresentanti delle organizzazioni operaie e dei contadini, i consiglieri dirigenti le diverse sezioni e i capi dei servizi dell'Umanitaria - l'opera della vasta Istituzione viene ad essere illuminata da competenti diversi, alimentata da suggerimenti degli interessati - i rappresentanti dei lavoratori - e da questi meglio apprezzata. L'attività dell'Ufficio è in gran parte riassunta nella serie delle sue pubblicazioni, che qui indichiamo: La questione delle case operaie in Milano - Le inchieste statistiche dell'Ufficio del Lavoro - L'industria delle calzature in Milano - La disoccupazione nel Basso Emiliano I lavoratori delle risaie - Le condizioni di sanità e di spedalità della provincia di Milano - Scioperi, serrate e vertenze fra capitale e lavoro in Milano nel 1903 - Per le 8 ore in risaia - L'industria dei mobili in Brianza - Contro la disoccupazione -Una pagina storica dell'organizzazione dei contadini I rapporti fra lavoranti e imprenditori, nei regolamenti di fabbrica - L'industria del bucato in Milano - Il lavoro notturno dei panettieri in Milano - Le condizioni generali della classe operaia in Milano -L'industria dei guanti in Milano - La mortalità infantile in Milano - Origini, vicende e conquiste dell'organizzazione operaia in Milano - La disoccupazione (relazioni e discussioni del primo Congresso internazionale per la lotta contro la disoccupazione) - Massimario della giurisprudenza dei probiviri, di Tribunali, di Corti, in questioni di lavoro - L'alcoolismo è un pericolo per l'Italia? - Come difenderci dal Saturnismo (avvelenamento da piombo) - Notizie utili agli operai immigrati in Lombardia. Naturalmente, le inchieste, i rilievi di minore importanza che vengono fatti per bisogni di associazioni operaie, per scopi di studi, a servizio dell'Umanitaria non formarono e non formano oggetto di pubblicazioni. L'Ufficio del Lavoro dell'Umanitaria è corrispondente dell'Ufficio nazionale. Il Consiglio del Lavoro, dal luglio 1910, dopo cioè la modificazione portata al suo ordinamento, ha discusso i seguenti argomenti: Modi più efficaci per estendere l'insegnamento di educazione domestica fra le donne contadine ed operaie, e per perfezionare l'abilità tecnica degli operai dei piccoli centri rurali - Mezzi per attenuare l'immigrazione degli operai in Milano - Importanza dei circoli operai in campagna come base di un'azione educatrice dei lavoratori - Ordinamento della Scuola popolare e utilità per la classe operaia delle scuole di tirocinio - Lo stato attuale delle Cooperative di consumo in Milano e l'iniziativa per il loro coordinamento - Emigrazione e tutela.
L'Ufficio di traduzioni e informazioni.
L'Ufficio di informazioni e traduzioni ha cominciato a funzionare nel gennaio del 1905, come altro dei mezzi di cui l'Umanitaria si serve per il raggiungimento dei suoi scopi di elevamento delle classi lavoratrici, ed è sorto per il desiderio stesso di coloro a profitto dei quali l'Umanitaria svolge la sua azione. L'Ufficio di informazioni e traduzioni, che completa l'opera dell'Ufficio del Lavoro, cura la traduzione da e nelle lingue tedesca, francese, inglese, delle lettere, circolari, cartoline, ecc. che gli vengono inviate dalle organizzazioni operaie, facilitando in tal modo le relazioni internazionali delle classi operaie; fornisce inoltre alle nostre associazioni professionali notizie riguardanti specialmente il mercato di lavoro all'estero - movimento delle industrie, perfezionàmenti tecnici, movimento delle organizzazioni, tariffe, agitazioni, legislazione sociale, mutualità, cooperazione, provvedimenti contro la disoccupazione, ecc. ecc. - desumendole dai giornali professionali esteri, da relazioni, pubblicazioni, riviste, ecc. Il mercato del lavoro è diventato internazionale e l'operaio non può ignorare ciò che avviene nel mondo industriale e operaio degli altri paesi. Ciò è tanto vivamente sentito che in tutti gli Stati si sono andati creando degli Uffici del La- voro per lo studio delle questioni che interessano il lavoro in paese e fuori. Ma le notizie fornite da questi uffici hanno un carattere generale: riguardano per lo più le industrie e tutti i mestieri, e non si riferiscono né possono riferirsi alle questioni speciali che interessano questa o quella particolare industria. L'Ufficio nostro si propone di fornire ad ogni singola organizzazione quelle informazioni di carattere economico che più direttamente la riguardano e l'interessano, e che non possono trovarsi che nei giornali professionali della stessa arte degli altri paesi. L'ufficio spoglia i principali giornali di mestiere esteri che sono la più ricca fonte di dati sulle questioni professionali, fa lo spoglio delle riviste e dei bollettini dell'Ufficio del Lavoro, fa sunti di inchieste estere sui vari mestieri e comunica poi alle singole organizzazioni le notizie e i dati più importanti in tal modo raccolti. L'Ufficio serve a dare all'organizzazione operaia, che è certo fra i più efficaci mezzi di self-helf contro i pericoli della disoccupazione, una chiara nozione di quanto l'organizzazione estera fa per elevare le condizioni economiche, intellettuali, morali dei suoi soci, e serve, coll'esempio dei paesi più evo- luti, a mostrarle le nuove vie che essa deve battere, i perfezionamenti che deve introdurre per essere atta a realizzare sempre meglio i suoi scopi. In tal modo l'Ufficio completa l'azione svolta dall'Umanitaria - che mira a mettere i diseredati in condizioni di sollevarsi da sè medesimi — colle sue scuole, colla cooperazione, ecc., contribuendo indirettamente, insieme all'Ufficio del Lavoro, allo sviluppo della organizzazione operaia, che è indubbiamente uno dei mezzi più efficaci di educazione e di elevamento delle classi operaie. Per il collocamento dei disoccupati.
Gli Uffici di collocamento. La istituzione di Uffici di collocamento costituisce uno dei precipui còmpiti assegnati alla Società Umanitaria: tale istituzione venne però ritardata fino a tanto che non si potè pervenire a collegare gli Uffici costituendi dell'Umanitaria con quello già funzionante presso la Camera del Lavoro, in modo da assicurare rapporti stretti fra la funzione del collocamento e la organizzazione di mestiere e di garantire, in conseguenza, il rispetto di quelle condizioni di salario, di lavoro, ecc. che le Associazioni operaie avessero conseguito, richiamando, oltre che la fiducia dei richiedenti la mano d'opera, la simpatia della classe lavoratrice. L'istituzione dell'Ufficio di collocamento divenne, oltre che possibile,immediatamente necessaria allorché si fondò la Cassa di sussidio alla disoccupazione. Dopo che questa fu istituita, parve necessario integrarla con un Ufficio di collocamento, il quale, provvedendo sollecitamente lavoro ai disoccupati sussidiati dalla Cassa, avrebbe alleggerito il gravame finanziario di essa. L'Ufficio avrebbe dovuto prestare l'opera propria anche ai disoccupati non associati e quindi avrebbe servito ad impedire un rinvillo dei salari, come pure a rarefare la massa dei diseredati costretti per mancanza di lavoro, a rivolgersi alla beneficenza cittadina ed a gravare su di essa. E siccome, per le ragioni suddette e poichè l'esperienza di Uffici consimili all'estero ha dimostrato che l'interesse della classe lavoratrice, per la quale essi sono fatti, esige che non siano creati da essa distaccati nè in antagonismo con essa, e colle sue associazioni, ma che possibilmente siano con queste collegati, così l'Umanitaria non volle creare un Ufficio di collocamento per sè stante che avrebbe potuto sembrare fatto in contrapposto a quello esistente da più anni presso la Camera del Lavoro, e che serve appunto a quelle associazioni di mestiere già aderenti alla Cassa di sussidio alla disoccupazione. L' Ufficio di collocamento per operai in genere. Il Consiglio dell'Umanitaria venne quindi nella determinazione di creare un Ufficio di collocamento in consorzio con quello della Camera del Lavoro, dando a questo un nuovo ordinamento e un nuovo impulso, introducendovi quei sistemi di organizzazione esperimentati come ottimi nei grandi Uffici di collocamento della Germania, e provvedendolo dei mezzi per farlo largamente conoscere così agli operai come agli imprenditori di Milano e di fuori. Le norme che regolano il funzionamento dell'Ufficio sono le seguenti: 1. Funzionamento interno. - Nei locali dell'Ufficio di collocamento, ad un apposito sportello si riceveranno le domande di lavoro da tutti gli operai e operaie indistintamente, ed a qualunque nazionalità appartengano; a un altro sportello si accoglieranno le offerte di lavoro. 2. L'Ufficio sarà aperto dalle ore 8,30 alle 17 nei giorni feriali, in via M. Fanti, 17. 3. Le domande di lavoro vengono inscritte in apposite schede individuali, sulle quali saranno i seguenti dati : a) data; b) nome e cognome; c) luogo di nascita; d) da quanto tempo è a Milano; e) domicilio; f) età; g) sa leggere e scrivere; h) professione (indicare la specialità del lavoro); i) nome dell'ultima ditta ove fu occupato; 1) da quanto tempo è disoccupato; m) se appartiene alla organizzazione di resistenza o se è inscritto a qualche mutua (quale?) o a qualche cooperativa, (quale?); n) se è elettore probivirale, politico, amministrativo, (dove?). 4. Le domande di mano d'opera sono inscritte in schede coi seguenti dati : a) data; b) ditta richiedente; e) domicilio o recapito; d) numero degli operai richiesti; e) specialità del mestiere; f) minimo salario offerto; g) orario di lavoro; h) condizioni speciali richieste. 5. Ai disoccupati iscritti viene rilasciata una tessera che essi dovranno presentare ogni giorno nelle ore antimeridiane, per far constatare la loro continuata disoccupazione e per aver notizia dei posti offerti. Quando vi sia per essi un posto disponibile saranno inviati alla ditta richiedente con una cartolina di prèsentazione. 6. Nell'invio del personale, l'Ufficio deve attenersi ai concordati o patti di lavoro stipulati fra gli operai e gli industriali, ed in mancanza di questi, agli usi della piazza. La precedenza nell'occupazione verrà sempre data agli organizzati, anche se il loro numero d'ordine è posteriore ai non organizzati. 7. L'Ufficio si terrà in continuo rapporto con le Sezioni- della Camera del Lavoro — e queste sono tenute a coadiuvario — per richiedere notizie e schiarimenti d'indole tecnica e morale sui disoccupati, per ricevere la iscrizione dei loro soci disoccupati e per ricercare tra i soci stessi quegli operai richiesti che non si trovassero iscritti nell'Ufficio. 8. L'Ufficio deve esigere da ogni sezione una copia delle tariffe e dei concordati in vigore, per poter stabilire i patti e lé condizioni, nell'invio del personale richiesto. 9. L'Ufficio non deve ingerirsi nelle controversie che potranno scoppiare tra le Ditte e gli operai inviati dall'Ufficio, dovendo gli interessati, per la soluzione delle loro vertenze, rivolgersi agli organi idonei. 10. Appena in Ufficio si abbia notizia dello scoppio di uno sciopero o di una serrata, verrà affisso un avviso il quale indicherà che è sospeso il collocamento per le ditte nelle qualiil conflitto permane. 11. Gli operai collocati dall'Ufficio in via provvisoria o stabile, che non ottemperassero alle prescrizioni dell'Ufficio, saranno deferiti alla Sezione alla quale appartengono perchè provveda. Trattandosi di azioni disoneste compiute dall'operaio collocato, l'Ufficio prenderà i provvedimenti .del caso, dandone quindi comunicazione alla Sezione interessata; ai non organizzati che per tre volte consecutive non ottemperassero alle prescrizioni del regolamento dell'ufficio, questo rifiuterà i propri servigi. 12. Reclami. - I reclami che riguardano il servizio di collocamento devono essere fatti direttamente all'Ufficio, mentre quelli che riflettono infrazioni al presente regolamento sono di competenza del Comitato esecutivo e debbono venire ad esso diretti. 13. Pubblicità. - La propaganda e la pubblicità per far conoscere l'Ufficio cosi agli operai come agli industriali, affidata al Consiglio di vigilanza e per esso al Comitato esecutivo, saranno fatte a mezzo della stampa, con foglietti, manifesti, inserzioni sul giornale e per mezzo di conferenze. 14. Il Comitato di direzione e di amministrazione deve: nominare e revocare il personale e decidere sui provvedimenti disciplinari a carico di esso; compilare i bilanci e le relazioni annuali, e attendere a tutto quanto concerne il buon andamento amministrativo e morale dell'Istituto. 15. Il segretario del Comitato deve: a) invigilare il funzionamento dell'Ufficio e riferirne al Comitato; b) compilare annualmente la relazione statistica, morale e finanziaria dell'attività dell'Ufficio, da trasmettersi, dopo l'approvazione del Comitato, al Consiglio del lavoro, alla Camera del Lavoro e alla Società Umanitaria; c) curare il coordinamento dell'opera dell'Ufficio di collocamento con quella delle istituzioni dell'Umanitaria a favore dei disoccupati (Cassa di sussidio alla disoccupazione, Casa del lavoro, Colonia agricola, ecc.) e dare ai due enti tutte quelle informazioni che venissero richieste. 16. Il Comitato si aduna almeno una volta ogni quindici giorni e sarà convocato di urgenza tutte le volte che il proprio segretario o due membri del Comitato lo credessero necessario. L'Ufficio consorziale di collocamento venne sottoposto all'amministrazione e direzione di un Comitato composto dei tre consiglieri della Sezione V della Società Umanitaria e di tre rappresentanti la Camera del Lavoro, eletti dal Consiglio generale della stessa, e presieduto per turno mensile dai propri componenti per ordine di età cominciando dal più anziano. L'Umanitaria fissò il suo contributo annuo al Consorzio in L. 10.000, portato a L. 13.000 nel 1911. Nei cinque anni da che l'Ufficio funge sotto la direzione del Consorzio ha avuto questo movimento: [tabella non disponibile: vedi immagine corrispondente] Sarà opportuno ricordare che nel 1907 e nel 1908 si fecero collocamenti di intere squadre di operai per l'estero; ma il tentativo dovette essere abbandonato per i molti inconvenienti a cui l'Ufficio era andato incontro. Per queste ragioni, per la crisi industriale, per il passaggio degli impiegati dffil'Ufficio di collocamento operaio a quello impiegati, per il trasloco degli Uffici, l'attività dei servizi del Collocamento fu minore nel 1909 e nel 1910 che negli anni precedenti. In seguito ai buoni risultati ottenuti dall'Ufficio consorziale, alcune classi, che si trovano in condizioni particolari, domandarono al Consorzio di aprire sezioni speciali di collocamento per singoli mestieri.
L'Ufficio di collocamento per panettieri.
Così il 1° Marzo 1908, su proposta della Lega lavoranti panettieri, si apriva l'Ufficio collocamento panettieri, amministrato dal Consorzio, ma posto sotto la vigilanza di una commissione mista di quattro proprietari di forno e di quattro operai, presieduta dal presidente del Collegio dei probiviri per l'industria della panificazione. L'ufficio - antica aspirazione della classe dei panettieri, che lo comprese nei propri desiderata ai proprietari fin dal 1864 - era il secondo tentativo pratico che se ne fàceva a Milano. Il primo fu fatto nel 1901 dalla Camera del lavoro sulla promessa della classe dei proprietari di riconoscerlo, di servirsene e di contribuirvi con un sussidio annuo. Ma, nonostante la promessa, pochissimi furono i proprietari che ad esso si rivolsero, cosicchè alla scadenza del concordato, nel 1904, l'Ufficio dovette chiudersi per mancanza di clientela e gli operai furono costretti a ritornare, con loro grave danno, ai mediatori privati. Il nuovo tentativo della Società Umanitaria - per quanto abbia all'inizio dovuto superare i forti ostacoli della diffidenza dei padroni, dell'ostilità dei mediatori, della indisciplina di una piccola minoranza di operai - è stato però coronato dal successo, anche per i buoni uffici della commissione mista di vigilanza, la quale ha cooperato ad attrarre padroni ed operai all'Ufficio e a migliorare la qualità dei concorrenti, escludendo temporaneamente o per sempre dai servizi dell'Ufficio i pochi ribelli ad ogni norma regolamentare e ad ogni disciplina nel collocamento e nel lavoro, ai quali era dovuto anche in parte il fallimento del primo Ufficio presso la Camera del Lavoro. Per quanto l'Ufficio non sia ancora riuscito a conquistare il completo monopolio del collocamento e ad abolire del tutto i mediatori privati, esso ha ora una vasta e sicura clientela,e provvede al servizio dei turni, in applicazione dell'art. 4° della legge 7 luglio 1907 sul riposo festivo, procurando, per quanto è possibile, di stabilire un turno stabile, coll'inviare in ognuno dei sette giorni della settimana in gruppi di sette forni sempre lo stesso operaio. Nel 1910 l'Ufficio ebbe 1729 domande di lavoro e 444 furono le ditte richiedenti operai. Pel servizio stabile si ebbero: 1361 domande di mano d'opera, 1183 collocamenti in prova e 805 collocamenti definitivi; pel servizio a prestito: 2653 domande di mano d'opera e 2629 collocamenti; pel servizio dei turni giornalieri furono emesse 12.378 bollette e le giornate di lavoro prestate furono 10.972; pei turni stabili gli operai occupati furono 66 per 19.800 giornate di lavoro; sicchè il totale delle giornate di lavoro di turno fu di 30.772.
L'Ufficio di collocamento per pasticcieri.
Col 1° marzo 1908 cominciava anche a funzionare, per cura del Consorzio, un Ufficio di collocamento pasticcieri, in applicazione del concordato tra padroni e operai pasticcieri del l° marzo 1908. Anche questo Ufficio venne sottoposto alla vigilanza tecnica di una commissione mista di quattro lavoranti e di quattro proprietari eletti dalle rispettive Associazioni e presieduta dal Presidente del Collegio dei Probiviri per l'industria della panificazione. Oltre ai vantaggi materiali, per la tenuità della tassa pagata dagli operai per l'opera dell'Ufficio in confronto di quella che percepiscono i mediatori, l'Ufficio offre agli operai il vantaggio della retta applicazione del concordato, che l'Ufficio deve vigilare e regolare per mezzo della Commissione mista. Nel 1910 l'Ufficio ebbe 631 domande di lavoro: le ditte richiedenti furono 735; gli operai richiesti 745, i collocati in prova 745, i collocati definitivi 471. Inoltre vi furono 125 operai domandati e collocati pel servizio a prestito.
L'Ufficio di collocamento per gli impiegati.
Ai precedenti Uffici consorziali si aggiunse, il 1° ottobre 1909, l'Ufficio di collocamento degli impiegati, sorto per iniziativa dell'Umanitaria, della Camera federale degli impiegati e dell'Unione impiegati e che ebbe il concorso finanziario per le spese di impianto, oltre che dall'Umanitaria, dal Comune e dalla Camera di Commercio. Anche quest'ufficio è sotto la vigilanza tecnica di una commissione in cui entrano i rappresentanti dell'Umanitaria e di due associazioni professionali di impiegati. Nel 1910, l'Ufficio ebbe 755 inscritti e 365 richieste e fece 243 collocamenti. Così, l'Umanitaria, con una coordinata rete di Uffici di collocamento, mira a facilitare il collocamento dei lavoratori disoccupati, sottraendoli ai mediatori privati.
L'Ufficio di collocamento pel personale femminile di servizio.
Per istituire e far funzionare un Ufficio di collocamento per bambinaie, bonnes, domestiche, cuoche, cameriere, governanti, istitutrici, dame di compagnia, guardarobiere, e personale femminile d'albergo, l'Umanitaria ha costituito un Consorzio con l'Unione Femminile Nazionale. Il funzionamento dell'Ufficio è regolato dalle seguenti norme: L'Ufficio è gratuito per il personale di servizio che cerca posto, e domanda un modico compenso ai richiedenti personale: lire 1 di tassa di iscrizione, e una percentuale progressiva sul salario mensile pattuito, a collocamento avvenuto. Siccome l'Ufficio non ha scopi dì speculazione, così i proventi che ricava dalle tasse pagate dai richiedenti personale sono destinati a coprire le eventuali deficienze di bilancio, o, se questo fosse attivo, serviranno a costituire un fondo per le istituzioni integratrici dell'Ufficio stesso, dirette a perfezionare tecnicamente il personale di servizio e ad elevarlo intellettualmente e moralmente. « L'Ufficio - è detto infatti nell'art. 23 del suo Regolamento - solleciterà fin d'ora la frequenza di corsi istruttivi e professionali per le domestiche da parte delle richiedenti posto, e ne presenterà gli attestati come titoli presso le famiglie. Provocherà l'istituzione di scuole di tirocinio pratico e di perfezionamento e l'apertura di un dormitorio e di un luogo di ritrovo e di ricreazione nei giorni festivi per le domestiche senza parenti in Milano. « L'Ufficio, insomma, cercherà di mantenersi in contatto con le istituzioni esistenti presso l'Umanitaria, presso l'Unione Femminile, e fuori di esse, e di eccitare la fondazione di quegli istituti che valgano non solo a facilitare il collocamento del personale di servizio, ma ad assisterlo, ad elevarlo, a migliorarlo e a rendergli meno difficile il còmpito e meno arida l'esistenza ». Infatti, completa l'opera dell'Ufficio, il dormitorio per le donne durante il loro periodo di disoccupazione, con annessa pensione e la Scuola professionale per le cuoche. L'Ufficio è organizzato secondo l'esperienza che si è fatta specialmente in Germania per le registrazioni, le informazioni, ecc. Dopo che in apposita scheda si sono raccolte le opportune notizie sulla richiedente posto, si cerca di assumere informazioni sulla veridicità delle notizie stesse presso l'ultimo o gli ultimi padroni o presso il Sindaco del paese nativo o di ultima residenza se essa ne viene direttamente, o presso altre persone. Ci si informa sopratutto sulle cause dell'ultimo licenziamento, sulla onestà della richiedente, sulla sua condotta, sulla sua salute (se è soggetta ad attacchi epilettici, se ha abito tubercoloso, ecc.). Queste notizie però sono riservatissime, sono iscritte sul retro della scheda personale, e non vengono comunicate nè alla richiedente, nè al padrone presso il quale possa essere eventualmente collocata. Di esse però deve tenere il debito conto l'impiegata per regolarsi nel collocamento, o anche per rifiutarlo. D'altro canto, l'Ufficio commisura le qualità del personale di servizio alle esigenze espresse dai padroni, e cerca di salvaguardare anche nel collocamento l'onore delle minorenni ignare che vanno per la prima volta al servizio, assumendo a ciò, sulle famiglie dei richiedenti personale, tutte le informazioni ritenute necessarie ed utili, l'Ufficio tenendo più alla qualità e bontà dei collocamenti che al numero di essi. Il personale viene inviato ai richiedenti con apposita cartolina di presentazione in busta chiusa e con invito al richiedente stesso di dar notizia all'Ufficio dell'accettazione o del rifiuto del personale inviato. Se il personale richiesto non si trova, dopo un certo numero di giorni, si avvisa il richiedente delle infruttuosità delle ricerche fatte. L'Ufficio è in comunicazione con propri corrispondenti nei principali centri d'Italia, e con gli Uffici più accreditati dell'estero, e si vale anche della pubblicità sui giornali, per modo che può soddisfare le domande da Milano e fuori. . L'Ufficio è aperto dalle ore 8.30 alle 10 e dalle 14 alle 16 nei giorni feriali, per le domande di posto: e dalle 14 alle 16 per le domande di personale. I richiedenti personale, quando essi lo desiderino e l'impiegata preposta al servizio lo creda conveniente, possono incontrarsi col personale nei locali d'Ufficio ad ora convenuta e opportuna. Al disbrigo delle funzioni attendono 2 impiegate d'ufficio e un fattorino. Attività dell'Ufficio (vedi tabella nell'originale) Conviene notare che i col ocamenti si fanno forzatamente sopra un numero di donne di molto inferiore a quello delle inscritte perchè, per la poca abitudine che hanno a rivolgersi a un Ufficio di collocamento, che procede con serietà e con cautela, ed ha bisogno di una giornata di tempo per assumere informazioni, spessissimo non si ripresentano e non rispondono agli inviti dell'Ufficio, che non può quindi contare su di esse per l'invio ai richiedenti personale.
Degli Uffici di collocamento per i lavoratori dei campi, diciamo parlando dell'opera svolta dall'Umanitaria in favore delle classi rurali; degli Uffici di collocamento aggregati alle Sezioni dell'Umanitaria, riferiremo parlando delle Sezioni medesime. L'assistenza ai disoccupati.
La Cassa di sussidio alla disoccupazione.
Fra tutte le forme di sussidio diretto o indiretto ai disoccupati da parte di associazioni, di enti morali, ecc., sperimentate, parve alla Società Umanitaria migliore la forma di sussidio adottata dal Municipio di Gand, che integra quello distribuito dalle associazioni di mestiere ai propri soci disoccupati, e che ha trovato ormai consenso e applicazione in parecchi paesi. Questa forma presuppone uno sforzo di previdenza da parte della persona da sussidiare, rende possibile il controllo nella distribuzione dei sussidi, permette una equa distribuzione dei contributi e del rischio dei sussidi, ecc. Il Consiglio dell'Umanitaria scelse, quindi, questa forma di sussidio, e il 1° luglio 1905 cominciò a funzionare la Cassa di sussidio alla disoccupazione, costituita allo scopo di coordinare i singoli fondi di sussidi per la disoccupazione esistenti nelle Associazioni apolitiche e aconfessidnali di Milano, composte di soli operai che esercitino la stessa professione o la stessa industria e da soli operai amministrate, e che, oltre provvedere al sussidio di disoccupazione, abbiano scopi di miglioramento, di previdenza o cooperazione. Le singole Associazioni professionali fissano le norme regolanti il pagamento dei contributi dei soci e l'erogazione dei sussidi in rapporto alle condizioni di salario, all'eventualità ed alla intensità della disoccupazione, alle diverse categorie di operai appartenenti allo stesso mestiere. Tali norme, però, devono essere approvate dal Consiglio della Cassa e le Associazioni devono presentare, perciò, una copia del foro Statuto firmata dal Presidente o dal Consigliere di turno, secondo i casi. sussidiata soltanto la disoccupazione involontaria determinata da: a) morta stagione; b) oscillazioni nella domanda e offerta di mano d'opera; c) crisi industriale; d) altre sospensioni del lavoro indipendenti dalla volontà dell'operaio, come: traslochi di fabbrica, guasti di macchina, incendi, ecc. Il concorso della Cassa ai sussidi di disoccupazione, stabiliti dalle Associazioni e pagati coi loro fondi, è fissato nella misura del 50 % sulle quote di sussidi, non può mai superare i 50 centesimi al giorno ed è erogato per un periodo di disoccupazione per operaio non superiore a sessanta giornate lavorative nell'anno. Il contributo continua, entro il termine dei 60 giorni e nella stessa misura percentuale, anche quando il sussidio da parte dell'Associazione sia esaurito. Il Consiglio d'Amministrazione della Cassa ha facoltà di diminuire nel corso dell'anno la quota di concorso secondo la gravità ed intensità della disoccupazione e secondo le disponibilità della Cassa stessa. La Cassa non dà il proprio contributo ogni qualvolta il sussidio, a carico della Associazione e a favore del socio disoccupato, superi la cifra di L. 2,50. Il contributo della Cassa ai sussidi a carico delle Associazioni è versato posticipatamente, secondo le norme stabilite dal Regolamento, alle singole Associazioni aderenti dietro presentazione dei registri, coll'indicazione delle somme pagate, e previo controllo. Tutti gli inscritti ad Associazioni aventi il sussidio di disoccupazione ed aderenti alla Cassa devono essere inscritti pure all'Ufficio di collocamento. Le Associazioni, per la contabilità delle quote dei soci e dei sussidi di disoccupazione, devono servirsi di registri a modulo unico, fissato dalla Direzione della Cassa. Perdono il titolo ad ottenere il sussidio, gli inscritti che il Consiglio abbia riconosciuto non appartenenti più alla condizione di operai, quelli che ingannino o cerchino' di ingannare la Cassa sulla veridicità della disoccupazione e quelli che rifiutino un impiego indicato loro dall'Ufficio di collocamento. Presiede e sovraintende al funzionamento della Cassa un Consiglio composto: a) del Presidente della Società Umanitaria, Presidente; b) di un altro rappregentante della Società Umanitaria; e) di due rappresentanti delle Associazioni professionali aderenti; d) eventualmente di un rappresentante gli Enti che contribuiscono con una somma annua non inferiore a L. 5000. I rappresentanti 'delle Associazioni sono nominati in adunanza annuale dai delegati delle singole Associazioni aderenti. Ogni Associazione ha diritto ad un voto. Le Associazioni aventi più di 100 soci hanno un voto ogni 100 soci partecipanti al' sussidio di disoccupazione. I nominati durano in carica un anno e sono rieleggibili. La Società Umanitaria provvede al personale di direzione e di amministrazione, alla sede degli Uffici, alle spese di cancelleria e stampati. Il seguente prospetto riassume l'attività della Cassa di disoccupazione dalla sua costituzione alla fine del 1910. [vedi tabella in originale] La Casa di lavoro.
Costituisce, secondo la volontà del Testatore, il primo scopo della Società. Questo però presentava e presenta tali difficoltà di raggiungimento che rimase ultimo a ottenere principio di attuazione. Si affermava: il lenimento della disoccupazione, creando richiesta di mano d'opera quando non v'è richiesta' di prodotti, ove non si consideri come una forma di beneficenza, e se non si contenga nella misura che alla beneficenza è consentita. trova ostacolo alla sua attuazione nelle ragioni economiche che determinano la disoccupazione stessa. Non si può creare, infatti, fittiziamente occupazione quando essa non è imposta dalle esigenze della produzione, a meno che i corpi pubblici non intendano sostituirsi alle private intraprese nella produzione di ricchezze non richieste dal mercato? o si intendano sospinti da tale forza di iniziativa da prevenire i privati nella creazione di nuove industrie. D'altra parte si presentavano difficoltà d'ordine tecnico gravissime. Quali potevano essere le industrie semplici a tutti adatte e tali da non deprimere - come avviene in quasi tutte le Case di lavoro - le energie e la dignità del lavoratore ? Tali difficoltà giustificano le titubanze del Consiglio nel fondare la Casa del lavoro. Essa, però, dopo lunghi studi e discussioni, iniziò il suo funzionamento il 15 agosto 1907. Fondata sul principio dell'assistenza col lavoro sostituito a quello dell'assistenza elemosiniera, ha lo scopo di combattere i dannosi effetti della disoccupazione, coll'offrire ai lavoratori momentaneamente disoccupati un aiuto che li sottragga agli scoraggiamenti 'e alle depressioni morali causate dalla disoccupazione, togliendo così, anche, dal mercato del lavoro, la deleteria concorrenza di operai disoccupati, pronti ad offrirsi a qualunque prezzo, in danno loro e degli altri lavoratori occupati. Fu aperta con i seguenti riparti: 1) Cartotecnica, per la confezione di sacchetti e di scatole; 2) Giocattoli; 3) Confezione e riparazione di biancheria: 4) Scritturazione di indirizzi; copisteria, ecc. Il reparto giocattoli assunse, sin dall'inizio delle Case dei bambini, la fabbricazione del Materiale Montessori per le Case oei bambini medesimi. Furono stabilite per il funzionamento della Casa di lavoro le seguenti principali norme: I disoccupati non possono essere ammessi a lavorare nella Casa di lavoro che in via transitoria e per mezzo dell'Ufficio di collocamento. Per l'ammissione nella Casa di lavoro occorre: 1) Avere non meno di 12 anni compiuti; 2) Essere dichiarati, in base ad una visita da parte di un medico dell'Istituto, validi al lavoro ed immuni da malattie infettive o contagiose. Il disoccupato non può restare nella Casa del lavoro oltre il ventunesimo giorno da quello di ammissione: può essere riammesso dopo un intervallo non minore di un mese, purchè nel periodo di un anno egli non resti nella Casa di lavoro più di due mesi. Al disoccupato è data la refezione del mezzogiorno che è computata sul salario della giornata. Questo, fisso nei primi giorni durante l'apprendimento, ove occorra, del lavoro, è, dopo il terzo giorno, pagato a cottimo, in modo che l'operaio arrivi a guadagnare da lire una a due al giorno. Dopo la refezione e prima della ripresa del lavoro, i disoccupati possono passare alla Biblioteca o assistere a conferenze educative. La Casa di lavoro assiste (coordinando l'opera sua con quella dell'Ufficio di indicazioni e assistenza) coloro che vi sono ammessi o per richiesta ad istituti di beneficenza, nell'interesse loro e delle loro famiglie o per la loro iscrizione a Società ed Istituti di previdenza, di istruzione, di miglioramento. Con tali criteri e tali norme la Casa di lavoro, affidata alla direzione di Alessandrina Ravizza, iniziò il suo funzionamento il 15 agosto 1907. Ma se immediati si appalesarono i benefici morali dell'opera, la spesa, specie per la perdita inerente ad alcune lavorazioni, fu, all'inizio, tale da rendere dubbia l'utilità dell'assistenza al disoccupato mediante il lavoro, assistenza che mentre doveva basarsi sullo sforzo individuale dell'assistito, diveniva più onerosa che la pura e semplice beneficenza. Ma i provvedimenti furono tali che ridussero sensibilmente la spesa per ogni disoccupato ed affermarono la superiorità, non soltanto morale ma anche economica, dell'assistenza col lavoro rispetto alla semplice elemosina. Ritenuto che la Casa di lavoro - come istituto dell'Umanitaria -deve particolarmente e temporaneamente assistere quanti si trovano disoccupati per mancanza di lavoro, pur avendo tutti i requisiti per procurarselo, furono stabilite norme per assicurare una maggiore selezione fra gli aspiranti, ed accogliere, così, solo quelli che, per condizioni fisiche, morali e tecniche, potevano poscia essere collocati, e fu stabilito che nessun disoccupato potesse essere nuovamente accolto nella Casa di lavoro se non dopo un anno. Ecco le norme principali che modificarono il funzionamento primitivo della Casa di lavoro: « Sono ammessi alla Casa di Lavoro esclusivamente i lavoratori validi, abili, vogliosi di lavorare, di buona riputazione, trovantisi momentaneamente disoccupati per ragioni di crisi o di squilibrio eccnomico o di altre cause a loro non imputabili, i quali abbiano recentemente prestato il loro lavoro a Milano almeno da tre a sei mesi, a seconda della professione. Il disoccupato può restare alla Casa di lavoro per un periodo massimo di ventun giorni consecutivi e non può esservi nuovamente ammesso se non è passato un anno dalla data della sua uscita dalla Casa. Agli Uffici di collocamento degli operai e degli impiegati spetta di scegliere fra i loro iscritti i disoccupati che possono essere ammessi alla Casa. Gli uffici stessi, quando loro perviene una richiesta di personale che può essere soddisfatta con un lavoratore ospite della Casa, indirizzano subito l'operaio scelto alla ditta richiedente ». In tal guisa la Casa di lavoro divenne asilo accetto anche per i lavoratori abili e volonterosi. Essa costituisce l'opera di assistenza individuale, di conforto morale che sorregge la classe più misera dei diseredati che si rivolgono all'Umanitaria. È l'osservatorio delle miserie più tristi, fonte di studio e stimolo di azione; è l'asilo sereno per quanti, privi di lavoro e di ogni mezzo, nell'angoscia più dura dovrebbero attendere nuova occupazione; è casa di convalescenza e di cura morale per quanti - o per defìcenza della volontà, per riluttanza al lavoro disciplinato e continuo o per il disorientamento morale loro derivato da lunga disoccupazione sono sul procinto di cadere nella disperazione o nel delitto e trovano alla Casa di lavoro - sovratutto nel- l'opera amorosa di assistenza, di consiglio individuale - dalla Direttrice benemerita un richiamo alla fiducia, un invito, uno, stimolo, una guida per la vita operosa ed onesta. La Casa di lavoro, dice la Direttrice, signora Ravizza, con l'aiuto offerto al giusto momento, provoca delle risurrezioni impensate. Queste derivano dal provvedmento che si riesce a prendere a tempo, ma derivano anche talora dall'influenza benefica dell'asilo, dove fra l'altro a i paria della miseria si affratellano e spesso mettono in comune le loro angoscie e in pratica inconsapevolmente i più elevati principi dell'aiuto morale ». Dall'inizio, cioè dal 15 agosto 1907 al 30 aprile 1911, furono accolte alla Casa di Lavoro 3598 persone; collocate dalla Direzione, cioè senza l'opera dell'Ufficio di collocamento, per la natura particolare dei collocati 453; beneficate con sussidi procurati dalla Direzione, con indumenti, con biglietti ferroviari per il rimpatrio, 523. Per professione esercitata, i disoccupati accolti si presentarono cosi distribuiti: [vedi tabella in originale] I servizi d'emigrazione.
Il Consorzio d'emigrazione.
Sino dal 1904 la Società Umanitaria tentò di venire in aiuto al proletariato emigrante promuovendo la costituzione di un Consorzio per la tutela dell'Emigrazione temporanea in Europa tra la Federazione edilizia italiana, il Segretariato per l'emigrazione di Udine, pur allora costituito, varie Camere del lavoro, Provincie e Comuni interessati, detandolo di 15.000 lire all'anno. Dapprima svolse la sua opera inviando nei maggiori centri d'emigrazione e d'immigrazione appositi ispettori incaricati di raccogliere notizie, studiare le questioni, conferire cogli emigranti, istruendoli sui loro interessi specifici e sui doveri di fronte ai compagni di lavoro; pubblicando e distribuendo gratuitamente le Guide degli emigranti italiani per la Svizzera, l'Austria, la Germania, la Francia, il Lussemburgo e gli Stati balcanici e aprendo degli Uffici a Chiasso e a Basilea per facilitare il conseguimento delle riduzioni ferroviarie, per fare il cambio delle monete agli emigranti, sottraendoli così ai brogli e ai tassi elevati dei cambiavalute girovaghi ché infestavano le sale d'aspetto e i piazzali delle due stazioni ferroviarie.
Segretariati locali.
Già fin dal principio i dirigenti il Consorzio intuirono, che per esercitare una tutela veramente efficace e svolgere il programma di coltura della nuova istituzione, sarebbe stata necessaria la creazione di segretariati locali - retti da persone a giorno dei bisogni, delle buone qualità e dei difetti degli emigranti, capaci di conquistarsi la loro confidenza - sul modello di quello sorto per volontà d'emigranti in una delle maggiori provincie d'emigrazione, quella di Udine, e si posero alacremente al lavoro. Preoccupati poi dal fatto che molti, troppi emigranti, dimentichi dei più elementari doveri ai solidarietà nei conflitti di lavoro erano sempre pronti ad offrire la loro opera ai padroni seminando, intorno a sè medesimi gran copia di diffidenze, di rancore e di odio, che poi, a torto o a ragione, si convertiva in tanto discredito per la patria, si diedero oltre a ciò a diffondere con numerosi giri di propaganda il sentimento dell'organizzazione e della dignità dell'emigrante, incorraggiati ed aiutati in ciò dalle organizzazioni estere, della Germania specialmente, interessate nella propaganda fra gli emigranti italiani. Tre anni dopo, i due uffici di confine furono soppressi per. varie ragioni, tra le quali la prima, che le ferrovie ,federali s'impegnarono di assumere direttamente il servizio più inmportante da essi esercitato;. quello delle richieste.
Fine del Consorzio.
Il Consorzio, la cui opera in quei primi anni, nei vari tentativi di risolvere almeno alcune delle questioni inerenti al proteiforme problema della emigrazione temporanea, era stata necessariamente un poco incerta e saltuaria, si sciolse nel 1907, lasciando in eredità all'attuale Ufficio per l'emigraione della Società Umanitaria,' alcune istituzioni discretamente organizzate e un capitale d'esperienze e di studi veramente prezioso.
Case degli Emigranti.
Il servizio d'informazioni che prima era compito principale degli Uffici di confine, vien fatto invece a Milano, ove, in prossimità della stazione, la Società Umanitaria, col concorso del Municipio, ha costruito, e con quello dello Stato, fa funzionare una Casa degli emigranti, con ristorante, dormitorio, doccie, bagni, ecc. Una Casa simile è sorta pure a Piacenza per iniziativa della sezione locale della Società Umanitaria e per opera del Municipio, ed è quasi certo che quanto prima lo Stato, raccogliendo un'iniziativa della benemerita Società Dante Alighieri, ne costruirà un'altra alla stazione di Bologna, che verrà esercitata col concorso dell'Umanitaria e di qualche altro Ente. La frequenza dell'ultimo anno di esercizio nella Casa Emigranti di Milano è indicata dal seguente specchietto statistico: PASSAGGI ALLA CASA DEGLI EMIGRANTI IN MILANO NELL'ANNO 1910. Ricoverati di giorno Ricoverati di notte Totale ricoverati
[vedi tabella originale] L' Ufficio d'emigrazione.
L'attuale Ufficio, pel quale il Consiglio dell'Umanitaria ha finora stanziato annualmente una somma da 25.000 a 35.000 lire: svolge la sua azione all'interno, organizzando in tutti quei paesi d'emigrazione nei quali le condizioni appariscano favorevoli, delle Sezióni della S. U. e dei Segretariati d'emigrazione, sviluppando gli esistenti e rendendo più intime e continue le relazioni fra i vari segretariati e l'Ufficio medesimo e dei segretariati fra di loro, mediante convegni e congressi nei quali vengono studiati i più importanti problemi che si presentano volta a volta nell'esplicazione del nostro programma di previdenza, distruzione e di difesa degli emigranti, ed organiziate azioni in comune, prese iniziative, ecc. ecc.
Segretariati.
Oltre alle sette Sezioni dell'Umanitaria di Brescia,Biella,Legnago (Verona), Padova, Piacenza, Udine e Verona, che pur si occupano di assistenza agli emigranti, fanno capo all'Ufficio 16 segretariati, e cioè: Aquila, Belluno. Bergamo, Cesena, Feltre. Guastalla, Intra, Jesi, Parma, Piacenza, Rovigo, Vicenza.Varese, Verona e Tirano, ed altri ne stanno sorgendo.
Azione all'estero.
All'estero la Società Umanitaria sino ad ora non ha avuti Uffici propri. Convinta che la tutela più efficace i nostri emigranti la trovino in seno delle organizzazioni del mestiere che esercitano, vi provvede - in Germania e in Svizzera specialmente, che da sole assorbono il 60 per cento della nostra emigrazione temporanea - mediante accordi colle istituzioni proletarie locali (Sindacati Camere del lavoro), sussidiando quelle che s'impegnano ad assumere per la tutela degli operai italiani, un personale qualificato e incoraggiando materialmente e moralmente tutte quelle istituzioni che il proletariato emigrante va creando all'estero nell'interesse della propria coltura. In Svizzera sussidia le Unioni operaie di S. Gallo, Zurigo, Winterthur e Lugano; la Società Pro-Emigranti di Basilea che tiene una scuola assai frequentata, l'Università Popolare di Zurigo e la FederaZione delle Cooperative italiane di consumo. In Germania, le organizzazioni operaie locali di Monarco B., Strassburgo i. A., Metz, la sezione di Diedenhofen della Federazione tedesca dei minatori, le quali tutte hanno assunto, o totalmente, o parzialmente, un impiegato di lingua italiana. In Austria ad Innsbruck. In Francia, per varie ragioni che qui non è il caso di esaminare, non è ancora stata possibile quest'intima collaborazione colle organizzazioni professionali locali. Quindi la Società Umanitaria appoggiata da un buon numero di Società di Mutuo Soccorso italiane, dalla sezione locale della Dante Alighieri e dai sindacati professionali maggiormente interessati nella mano d'opera italiana, ha fatto a Marsiglia il primo tentativo d'istituire un Ufficio per conto proprio, affidandone la direzione a un giovane che, per coltura, iniziativa ed attività dà i migliori affidamenti per la riuscita della non facile impresa. Funziona dal 1° di giugno soltanto: quindi per ora non rappresenta che una speranza, per quanto una delle più vive. A Tolone, le Società di Mutuo Soccorso del Varo si sono unite ed hanno costituita una Casa italiana alla quale pure è annesso un Segretariato per gli emigranti che nelle ultime settimane ha inviata la sua adesione al nostro Ufficio centrale. A Breig nel distretto minerario della Meurthe e Moselle abbiamo cercato e trovato un punto di appoggio che, col tempo, nelle intenzioni nostre almeno, dovrebbe svilupparsi in lino de' nostri più attivi Segretariati.
Scuole. L'Ufficio d'Emigrazione, persuaso della necessità di elevare la cultura generale e professionale degli emigranti, ha sempre fatto il possibile per promuovere ne' maggiori centri d'emigrazione delle scuole invernali in cui i giovani potessero allargare le loro cognizioni e perfezionarsi nell'industria, come più minutamente è esposto nel capitolo riguardante le scuole. (Vedi pag. 55). Su questo terreno hanno fatto dei passi notevolissimi le sezioni e i Segretariati di Padova, di Belluno e di Udine. Ad integrare quest'opera di propaganda e d'incoraggiamento, l'Ufficio centrale sta pubblicando alcuni manuali compilati appositamente per le scuole professionali, cioè uno di aritmetica e di geometria e uno di costruzioni edili; più un libro di letture sui doveri e i diritti degli emigranti. Biblioteche.
L'Ufficio, per provvedere al bisogno di letture che comincia a farsi vivamente sentire fra i nostri emigranti, sta organizzando la " Biblioteca Edmondo De Amicis" composta da tante bibliotechine minori - da 120 a 150 volumi - da distribuirsi nelle località che ne fanno richiesta e che danno affidamento che i libri non verranno dispersi. Il, catalogo della Biblioteca è stato compilato con criteri larghissimi, seguendo la, massima generale di mettere alla portata degli operai quei libri che pel loro costo non possono essere acquistati da loro. Le bibliotechine sono racchiuse in una specie di armadio-cassa, grazioso dono del Ministero d'Agricoltura Industria e Commercio. Per ora ve ne sono in giro 9, cioè a: Basilea, Metz, Strassburgo, Marsiglia, S. Gallo, Zurigo, Winterthur, Berna e Coira.
Pubblicazioni. Nei primi anni della sua esistenza, l'Ufficio d'emigrazione, seguendo in ciò l'esempio lasciato dal cessato Consorzio, ristampò le sue guide per gli Emigranti, migliorandole da edizione ad edizione e provvedendo poi alla loro distribuzione gratuita. L'anno scorso, grazie specialmente alle buone ed in parte veramente eccellenti guide per gli emigranti, compilate per cura del R. Commissariato d'emigrazione, ha cessato questo ramo d'attività, facendosi larga distributrice, mediante i suoi organi, di queste. In cambio, ha iniziata la pubblicazione di un Calendario che, oltre ad un ampio riassunto della legislazione sociale e del lavoro dei paesi d'immigrazione, contiene delle notizie geografiche, politiche e statistiche su questi paesi; tabelle di conti fatti, di salari, notizie sulle monete, poste, telegrafi, ferrovie; indirizzi utili, soccorsi d'urgenza, notizie professionali, sulle organizzazioni, e Consigli d'ordine generale. Questa, a grandi tratti, l'attività spiegata sino ad ora a favore del proletariato emigrante dalla Società Umanitaria, la quale, nel limite delle proprie forze, vuol sostenere tutte le buone iniziative atte a sviluppare nei nostri emigranti quelle doti che li elevino nella considerazione del paese e che li rendano uguali ai cittadini delle nazioni fra le quali si recano per procacciarsi un pane. L' insegnamento professionale per gli operai. Criteri generali.
L'Umanitaria. secondo il suo Statuto, deve aiutare e promuovere scuole d'arti e mestieri: Per raggiungere tale scopo, venne anzitutto stabilito di fornire le principali categorie di operai, che nella scuola possono ritrovare un istrumento di elevazione economica e morale e una difesa contro la disoccupazione, di scuole-laboratorio di perfezionamento atte, cioè, a perfezionare i lavoratori delle industrie che nel lavoro quotidiano hanno già appreso le esigenze e le asprezze del lavoro: furono, cosi, fondate la Scuola-laboratorio di Elettrotecnica, la Scuola-laboratorio di arte applicata all'industria. la Scuola del Libro, la Scuola per sarti; fu dato concorso di opera e di mezzi per la fondazione di una Scuola per orologiai. di una Scuola per le industrie chimiche, dei saponi. delle vernici, degli olii, ecc., di una Scuola per l'industria della carta, ecc. Per sottrarre le fanciulle del popolo al duro e infecondo tirocinio del laboratorio industriale, per impedire loro la triste e pesante vita della piscinina, fu fondata la Scuola professionale femminile; per perfezionare le operaie nell'arte loro, per dare modesta abilità di lavoro domestico a tutte, furono istituiti corsi, festivi e serali presso la Scuola professionale femminile stessa di sartoria, biancheria, modisteria, ricamo, stiratura. Divenuto sempre più grave il problema del tirocinio operaio, rivelatore dell'insufficienza della preparazione tecnica del lavoratore nella fabbrica, l'Umanitaria iniziò l'esperimento della Scuola d'avviamento professionale per la lavorazione del legno, del ferro, dei metalli preziosi e poichè, prolungatasi la durata della Scuola elementare colla creazione del Corso popolare, apparve necessaria e possibile, per mezzo del Corso popolare stesso, la preparazione psicologica del ragazzo alla vita operaia e il sondaggio delle sue attitudini, furono, prima che sorgesse l'iniziativa comunale, istituiti corsi di disegno e di lavoro manuale nelle Scuole elementari e istituiti nelle Scuole professionali, Corsi magistrali per gli insegnanti di lavoro nelle Scuole elementari. Tale, l'opera diretta, esercitata dall'Umanitaria per l'istruzione professionale: ma altra ne svolse indirettamente, integrando gli sforzi di Istituti, Enti, Associazioni che già - con lo stesso scopo e con buoni risultati - funzionano da anni. E perciò fu costituito un Consorzio per lo sviluppo delle Scuole preparatorie operaie, furono sussidiate le scuole di disegno della Società Scuole popolari per adulti, della Associazione generale degli operai, della Società Orefici e Argentieri, la Scuola Muraria, la Scuola delle piccole operaie fondata dall'Unione femminile, la Scuola e Famiglia. Perchè la Scuola professionale sia continuata ed integrata da quei corsi di coltura generale che, mentre approfondiscono l'istruzione tecnica, migliorano coll'operaio l'uomo e con la mente elevano lo spirito, fu sussidiata l'Università popolare, come, per lo stesso fine, fu promosso e costituito il Consorzio delle Biblioteche popolari. Dal Consorzio delle Biblioteche popolari sorse l'iniziativa della Federazione delle Biblioteche popolari e - dopo il Congresso dell'educazione popolare promosso dall'Umanitaria nel 1906 - ebbe vita, presso l'Umanitaria medesima e da essa largamente sussidiata. l'Unione dell'Educazione popolare chiamata a fare opera di propaganda, di propulsione, di studio, di indirizzo, di coordinamento degli istituti di coltura popolare. Per perfezionare, infine, le modeste Scuole di disegno professionali della Provincia, migliorando con esse le condizioni di lavoro e di vita degli operai addetti specialmente all'industria del mobilio e per attenuare in tal guisa la concorrenza dei lavoratori del contado agli operai della città, fu promosso e costituito con la Deputazione provinciale e la Camera, di Commercio, il Consorzio per le Scuole di disegno e professionali nella Provincia. Ed ora l'" Umanitaria ", considerati i crescenti bisogni di sviluppo delle opere d'insegnamento professionale, sospinta da continue nuove richieste di costituzione di scuole e di corsi per nuove arti, per nuovi gruppi di operai, sperimentata la razionalità e l'efficacia dell'indirizzo informatore dei propri istituti, riconosciuta l'urgenza, per la maggiore estensione dell'insegnamento, per il più economico funzionamento delle scuole, del coordinamento di tutti i mezzi e di tutti gli sforzi spesi e compiuti per l'insegnamento professionale, ha promos- so la costituzione di un Ente: l'Istituto per l'insegnamento professionale nelle provincie di Milano e di Como, che, raccogliendo tutte le somme che attualmente sono spese per l'insegnamento tecnico operaio nelle due provincie dallo Stato, dalle Provincie, dalla Camera di Commercio, dall'Umanitaria e dal Comune di Milano, si proponga di raggiungere un'armonica e razionale distribuzione di sussidi, il coordinamento ed eventualmente la fusione di istituti simili, la specificazione di funzioni fra le diverse scuole, e sopratutto miri all'incremento, alla propulsione di tutte le opere d'insegnamento professionale. Il progetto dell'Istituto, accolto già favorevolmente dal Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, sta per essere presentato, con apposita legge, alle Camere per la loro approvazione. Vediamo ora, rapidamente, i criteri informatori dei diversi Istituti d'insegnamento professionale direttamente gestiti e diretti dall'Umanitaria, o che, pur funzionanti con Consigli autonomi, furono da essa fondati e sono da essa prevalentemente mantenuti. Tali sono: la Suola Laboratorio di Elettrotecnica, la Scuola del Libro, la Scuola Laboratorio d'arte applicata all'industria, la Scuola Sarti, le Scuole Professionali maschili e femminili, i Corsi festivi e serali della Scuola professionale femminile; Scuole e Corsi che danno istruzione a una scolaresca complessiva iscritta di circa 2000 allievi e allieve, frequentante di 1500, dei quali i più assidui sono gli allievi delle Scuole Laboratorio di Elettrotecnica che presentano una media di frequenza del 95% e i meno assidui gli allievi delle Scuole serali d'arti che hanno una media di frequenza del 55 % per cento.
La Scuola-laboratorio d'Elettrotecnica per operai. Fra le Scuole professionali che la Società Umanitaria ritenne di dover istituire prima fu la Scuola per gli operai addetti all'industria elettrotecnica, inquantochè Milano non possedeva per gli operai che una Scuola fondata dalla benemerita Società d'Incoraggiamento d'Arti e Mestieri, con scarsità di mezzi ma con serietà d'intenti, la quale accoglieva solo pochissimi allievi e ne rimandava inesorabilmente moltissimi per difficoltà di mezzi e di spazio. Il Consiglio della Società Umanitaria, nella adunanza del giorno 20 marzo 1902, accoglieva il concetto della fondazione di una Scuola-laboratorio di Elettrotecnica per gli operai, intesa a dare, oltrechè la coltura generale, anche una coltura speciale a tutte le diverse categorie di operai elettrotecnici, e deliberava di accordarsi con la Società d'Incoraggiamento e con il R. Istituto Tecnico Superiore per creare, con la loro cooperazione autorevole, la nuova scuola. E la nuova scuola ebbe appunto vita appoggiata per il primo anno d'insegnamento alla Società d'Incoraggiamento d'Arti e Mestieri, per il secondo e, quando fu istituito, per il terzo, al R. Istituto Tecnico Superiore. La Scuola-laboratorio cioè - secondo e terzo anno - sorse, come istituto speciale, accanto ad altri annessi al Politecnico, in un edificio appositamente costruito dall'Umanitaria su terreno concesso dalla Casa Reale: si unì nello stesso locale, alla Fondazione Erba - Scuola di Elettrotecnica speciale per ingegneri - e funzionò cogli stessi impianti, cogli stessi corredi di macchine, ecc., di giorno per gli allievi ingegneri, di sera per gli operai. Per la costruzione dell'edificio e il macchinario l'Umanitaria spese circa L. 200.000: per:il suo funzionamento L. 40.000, compreso in questa somma un concorso di industriali per L. 4000 annue. La Scuola è diretta da un Consiglio costituito : dal Direttore del R. Istituto Tecnico Superiore, presidente; da tre delegati della Società Umanitaria, da un delegato della Camera del Lavoro, da due delegati della Società d'Incoraggiamento, da uno dell'Istituzione Elettrotecnica Carlo Erba, da uno del Corpo degli insegnanti del Politecnico. Il corso degli studi ha la durata di tre anni. Per essere ammessi alla Scuola, gli aspiranti devono. dimostrare di avere almeno 17 anni compiuti, di avere conseguito la licenza, elementare, di contare almeno 3 anni di esercizio come operai, devono stibire un esame di disegno, consistente nella copia dal vero di un organo meccanico. La durata dell'anno scolastico è dal mese di ottobre a tutto il mese di giugno. L'insegnamento del primo anno comprende: lezioni orali: disegno, esercitazioni pratiche con istrumenti di misura. Le lezioni settimanali (tre per settimana durante otto mesi), hanno per oggetto il seguente programma: Unità fondamentali - Principi di magnetismo e di elettrostatica - Corrente elettrica; suoi diversi tipi - Leggi fondamentali delle correnti - Misurazione ,della intensità, resi- stenza, forza elettromotrice e potenza - Cenni su la misura della capacità, della induzione, della permeabilità. L'insegnamento del disegno ha per oggetto il seguente programma: Diagrammi relativi alle correnti elettriche ed ai fatti del magnetismo - Schizzi dal vero degli organi costituenti il materiale degli impianti elettrici - Schizzi è disegno di istrumenti di misura industriali e delle loro installazioni. Le esercitazioni pratiche consistono in: Misurazioni, con metodi industriali, di resistenze, di intensità, di differenze di potenziale, di resistenza e di permeabilità. - Taratura di istrumenti industriali. Nel secondo anno l'insegnamento comprende: 1) Un corso di Macchine dinamo-elettriche con esercitazioni pratiche di Laboratorio. - 2) Un corso di Apparecchi elettrici. - 3) Un corso di Meccanica dei motori a vapore ed idraulici ed esercitazioni di disegno. Nel terzo anno continua il Corso di disegno e sono impartiti gli insegnamenti di Tecnologia delle costruzioni e di Tecnologia delle applicazioni. Gli iscritti al primo corso sono 80, al secondo 50, al terzo 40. Le domande superano sempre di un terzo almeno i posti disponibili.
Scuole-laboratorio d'arte applicata all' industria. Le Scuole-Laboratorio d'arte applicata all'industria comprendono: la Scuola Professionale Maschile per l'avviamento alle arti e ai mestieri e le Scuole Serali di perfezionamento.
Scuola Professionale Maschile per l'avviamento alle arti e mestieri.
La Scuola professionale maschile si propone l'insegnamento degli elementi fondamentali teorici e pratici necessari ai giovanetti che, compiuto il corso elementare, intendono avviarsi alle arti e ai mestieri, dirigendoli nell'apprendimento di quel lavoro che risponda alle loro attitudini e mettendoli razionalmente in grado di aver poi abbreviato il tirocinio nell'opificio, fornendo ad essi i mezzi - con le cognizioni acquistate - di conseguire, quindi, con la pratica dell'opificio, un più facile e rapido perfezionamento. — 60 — La Scuola professionale maschile comprende le seguenti sezioni: I. Per la lavorazione del legno. 2. Per la lavorazione del ferro. 3. Per la lavorazione deí metalli preziosi (cesello, incisione, oreficeria). Sono ammessi i figli di operai, commessi e modesti impiegati che abbiano non meno di dodici anni e non più di quindici e che abbiano soddisfatto all'obbligo dell'istruzione elementare. La Scuola è gratuita. La durata dei corsi è di due anni. L'anno scolastico, di 11 mesi. L'insegnamento comprende materie di coltura generale e materie d'insegnamento professionale. Sono materie di coltura generale: Lingua italiana (considerata, anche, come occasione e mezzo d'insegnamento di nozioni di Storia e di Geografia) - Aritmetica e Geometria - Elementi di Storia Naturale -Elementi di Fisica e di Meccanica - Elementi di Tecnologia Igiene elementare — Nozioni di morale civile. Sono materie d'insegnamento professionale: Disegno - Lavorazione del Legno - Lavorazione del ferro - Cesello, Incisione e Oreficeria. L'insegnamento del lavoro ha carattere di avviamento al lavoro professionale. Esso non deve esser diretto a formare degli operai che si considerino provetti e specializzati in un singolo ramo, perchè si ritiene che tali non possano essere formati che dall'officina, ma a dare i fondamenti razionali del lavoro professionale attinenti alle arti della lavorazione del legno, del ferro, dei metalli preziosi, in maniera che l'allievo della scuola del legno possa, poi, secondo le sue attitudini, avviarsi all'arte dell'ebanista o a quella del carpentiere o a quella dell'intagliatore; l'allievo della scuola del ferro all'arte del fabbro ornatista, o a quella del meccanico e così via. Entrati nell'officina, gli allievi potranno trovare ulteriore perfezionamento frequentando le scuole laboratorio d'arte serali. Gli allievi possono passare - dopo la conoscenza delle loro attitudini - da una sezione all'altra di lavoro. L'insegnamento del disegno comprende lo studio del disegno geometrico a mano libera, lo studio del disegno geometrico con l'uso degli istrumenti di precisione, il disegno tecnico applicato alle diverse arti, la copia dal vero, sia di elementi naturali come di prodotti di lavoro. Gli insegnamenti di coltura generale comprendono, come si è detto, l'uso della lingua, nozioni di geografia, di aritmetica, di scienze fisiche e naturali, d'igiene, norme di vita civile e di legislazione operaia non considerate come discipline a se, ma come un corredo coordinato di cognizioni atto ad educare e a dare quella elementare coltura che è rispondente alle esigenze dell'operaio. Gl'insegnamenti di coltura generale e di disegno hanno luogo per entrambi gli anni in corso. Per gli allievi più bisognosi sono istituite Borse di studio da L. 100 cadauna. Agli allievi che si trovano nelle condizioni per le quali è concessa la refezione gratuita nelle Scuole elementari comunali è concessa pure la refezione nella Scuola professionale maschile. Gli allievi della Scuola che abbiano compiuto i loro studi ricevono dalla Direzione della Scuola le indicazioni necessarie per il loro collocamento a mezzo degli Uffici dell'Umanitaria, per la loro iscrizione in associazioni di mutualità, previdenza, istruzione, cooperazione, ecc.
Le Scuole serali di perfezionamento. L'influenza diretta che le Scuole laboratorio d'arte applicata esercitano sulle industrie artistiche e sulle condizioni degli operai, il fatto della mancanza di scuole che all'insegnamento del disegno unissero quello della lavorazione della materia e fossero dirette non a formare degli operai, ma a perfezionare quelli che già sanno le esigenze del lavoro, determinarono il Consiglio dell'Umanitaria a creare in Milano Scuole laboratorio serali di perfezionamento per le arti applicate all'industria. Esse comprendono le seguenti Sezioni: 1. Per ebanisti, intagliatori, intarsiatori, tappezzieri. 2. Per fabbri ornatisti. 3. Per orefici, incisori, cesellatori, argentieri e addetti, in genere, alla lavorazione dei metalli preziosi. 4. Per decoratori murali. 5. Per verniciatori, doratori, pittori da insegne. Il corso degli studi è normalmente di cinque anni, ma gli allievi, in relazione al loro merito, possono accelerare, su giudizio degli insegnanti, i loro studi. Gli iscritti alle Sezioni fabbri, ebanisti, orali seguono due corsi di disegno, passando, al terzo, al rispettivo laboratorio o sezione speciale; ma gli allievi forniti di migliori attitudini sono indirizzati, dopo il secondo corso, ad un corso di plastica, preparatorio ai laboratori. Gli iscritti alle Sezioni imbiancatori e decoratori iniziano i loro studi nella Sezione speciale per imbiancatori. Gli allievi forniti di attitudini per la decorazione, dopo il secondo corso, passano al corso superiore di decorazione. Gli allievi della Sezione verniciatori iniziano dal primo anno lo studio del disegno e del lavoro. La Scuola di plastica, oltre che di preparazione agli esercizi di laboratorio, serve anche per l'insegnamento complementare agli allievi, già iscritti nei laboratori, che, in determinati periodi, debbono studiare speciali elementi di flora e di fauna per le rispettive applicazioni professionali. L'insegnamento elementare del disegno, tanto nelle Scuole di avviamento come in quelle di perfezionamento, è informato ai seguenti criteri, che, in quanto furono oggetto di speciali critiche, riteniamo opportuno di accennare. Lo studio del disegno costituisce la coltura fondamentale sulla quale si basa poi, quella speciale, inerente alle singole arti. La scuola di disegno, in quanto diretta allo studio dal vero, si propone di essere pure scuola di educazione, perchè indirizza all'ordine materiale, che bene spesso accompagna e prepara ed aiuta l'ordine morale; induce all'osservazione che distrugge preconcetti e pregiudizi, ed abitua al ragionamento positivo basato sulle cose e non sulle astrazioni; spinge alla ricerca e al giudizio individuale, e quindi allontana dalla imitazione e suscita il bisogno della sincerità; procura infine una fonte inesauribile di spirituali soddisfazioni a tutti aperta, procurando l'abito ad ammirare ed amare le infinite, cose belle della natura.
Ma perchè la scuola di disegno tali scopi raggiunga è necessario che essa esclusivamente si basi sull'osservazione della natura, allontanando gli allievi da copie o riduzioni che li abituino a vedere a traverso il pensiero ed il disegno degli altri; in nessun modo deve essere turbata la genuinità delle loro impressioni. All'allievo non dev'essere mai imposta la riproduzione di opere, che risultino da una elaborazione individuale della natura atteggiata a fine decorativo; si viola con ciò non solo la purezza e la verginità delle impressioni giovanili, ma si abitua l'allievo a fare senza comprendere,a mettere in moto la mano e a lasciare inerte la mente, e a pensar con il cervello altrui; si distrugge il bisogno e l'abitudine della sincerità.
E allora la scuola, che deve apprendere a vedere le cose e a conoscere il perchè delle cose e dei fatti, fallisce al suo scopo. Cosi l'insegnamento di disegno elementare altro non si propone che di abituare gli allievi a vedere con precisione umili cose di uso comune, utensili, prodotti semplicissimi della flora e della fauna. A fondamento ed inizio dell'insegnamento è appreso il disegno geometrico a mano libera e con l'uso degli istrumenti; insegnamento con paziente tenacia impartito, nonostante la naturale prima riluttanza degli allievi, perchè considerato come l'istrumento indispensabile di qualsiasi studio ulteriore. Le cose traggono la loro configurazione dai rapporti di misura che esistono fra gli elementi dei quali esse sono costituite, e fra esse e l'ambiente che le circonda. L'insegnamento del disegno elementare non è quindi insegnamento di arte, ma piuttosto di osservazione scientifica. Allo studio degli elementi del disegno geometrico tien dietro quello di elementi semplici floreali: foglie disseccate ed inscritte in figure geometriche risultanti dalle rette congiungenti i punti principali delle foglie medesime, foglie sciolte, fiori, ecc. Il secondo anno è dedicato allo studio della forma reale dei principali corpi geometrici, secondo il sistema delle proiezioni, e della loro forma apparente per mezzo della prospettiva pratica. Ancora il primo e il secondo sono dedicati allo studio di utensili di uso domestico e di strumenti di lavoro, i quali possono essere, oltre che copiati dal vero onde ne siano conosciute le forme apparenti, misurati perchè ne vengano rappresentate in disegno le forme reali. Il programma d'insegnamento di disegno elementare fu dettato dal prof. G. Mentessi. L'insegnamento nei laboratori e nelle Sezioni speciali è artistico-tecnico; diretto a perfezionare, cioè, le abilità tecniche degli operai e a fornire agli allievi, dotati di virtù creative, collo studio della natura, elementi d'inspirazione e, collo studio delle forme artistiche delle diverse epoche storiche, educazione artistica. Lo studio del disegno tecnico e della lavorazione della materia è comune a tutte le Sezioni e prevalente, mirando la Scuola sopratutto a formare degli operai esecutori, capaci di comprendere ed eseguire con precisione i progetti altrui. Le cure dell'insegnamento sono dedicate pure all'apprendimento della diligente esecuzione di oggetti di uso comune allo scopo anche di contribuire a dare ai prodotti d'uso comune, decoro d'arte. L'educazione alla creazione o alla composizione parte dalla considerazione delle esigenze imprescindibili degli oggetti da eseguire e si alimenta dell'osservazione della natura. Le forme geometriche e gli elementi naturali forniscono elemento d'inspirazione e di decorazione all'allievo, essendo bandita dalla Scuola ogni copia di stampe, fotografie, gessi, Ma anche lo studio degli elementi naturali è fatto e limitato in guisa da condurre l'allievo a cogliere le qualità caratteristiche dell'elemento studiato, a ritrovare in esso l'armonia che lo informa, a farne fonte immediata d'ispirazione. Lo studio degli stili - quando non è compiuto in altra Scuola superiore, alla quale siano indirizzati gli allievi è prevalentemente fatto per mezzo di lezioni orali illustrative dei caratteri delle varie forme storiche d'arte presentate con proiezioni, con fotografie, per mezzo di rilievi dal vero e di schizzi da fotografie raccolte e classificate nella Biblioteca della Scuola. Sono ammessi al primo corso i giovani che già sono addetti - come operai - a una delle arti insegnate nella Scuola. Ai laboratori e ai corsi superiori, gli allievi che abbiano compiuto i corsi della Scuola professionale o esercitino l'arte da almeno due anni. L'ammissione è fatta in relazione ai posti disponibili e, in caso di eccedenza di domande. si fa in base ad una prova di esame. Gli allievi che abbiano compiuti i due corsi della Scuola professionale sono ammessi al corso speciale di plastica o al primo corso di laboratorio. La direzione dei singoli laboratori è affidata a provetti artefici.
La Scuola del Libro. La Scuola del Libro mira ad impartire istruzione professionale a tutti gli addetti alle cosidette industrie poligrafiche, cioè alle arti che concorrono alla produzione e all'abbellimento del libro. Fondata il 4 novembre 1884, esisteva a Milano la Scuola Professionale Tipografica, sorta per iniziativa delle quattro Società operaie tipografiche cittadine: il Pio Istituto, la Società di mutuo soccorso fra gli Impressori, la sede locale dei Combinatori e quella degli Impressori dell'Associazione fra i Tipografi italiani, allo scopo di far progredire l'arte della stampa e di aiutarne lo sviluppo e il perfezionamento, mediante la istruzione pratica e la coltura in genere dell'operaio tipografo. Essa però non poteva dare che modesti risultati non potendo disporre che di scarsissimi mezzi. L'Umanitaria nel 1902 la trasformava nella Scuola del Libro da lungo tempo vagheggiata, dotandola di un edificio appositamente acquistato, di ricco materiale (l'arredamento, di lavoro, di studio per il quale spese circa 100.000 lire, di una somma fissa di L. 20.000 annua per il suo funzionamento. Fu stabilito che anche la « Scuola del Libro » fosse foggiata sul tipo della « Scuola-Laboratorio », restando di massima, tranne per certi corsi speciali, scuola serale e festiva e si aspirò a metterla in condizioni di pervenire, affinchè gli allievi possano trovare nella pratica quotidiana l'applicazione corrente ed immediata delle cognizioni apprese ai diversi corsi, ad integrare ed a perfezionare la ordinaria istruzione pratica che l'operaio già riceve nell'officina, insegnandogli quei processi razionali, quelle formule, quella finitezza di lavoro che nella affrettata produzione industriale egli non avrebbe agio di imparare mai o imparerebbe molto tardi: tenerlo al corrente dei metodi più moderni e di ogni perfezionamento industriale, sia dei procedimenti, sia del macchinario, e al tempo stesso fargli sempre presenti le belle tradizioni italiane nelle arti grafiche. Con i fondi che la Società Umanitaria metteva a disposizione della Scuola, si arricchivano di macchine e di caratteri le officine tipografiche, si completava con nuovi apparecchi il laboratorio di fotografia e di processi fotomeccanici, si aprivano nuovi corsi: la scuola di composizione meccanica, la scuola di galvanoplastica e di stereotipia, la Scuola di perfezionamento artistico per i disegnatori litografi e in generale per tutti gli artisti che si dedicano alla illustrazione del libro, la Scuola stampatori litografi per trasportatori, torcolieri e macchinisti, e quella del disegno tipografico. Si andò poscia formando una cospiéua biblioteca tec- nica, ricca di trattati, di opere d'arte e sopratutto delle migliori riviste tecniche italiane e straniere. La Scuola è completamente gratuita e per essere ammessi ai singoli Corsi basta dimostrare, mediante presentazione del libro paga, di avere almeno, a seconda delle Sezioni d'insegnamento, 14 anni compiuti e il tirocinio di un anno. Le Sezioni d'insegnamento della Scuola a tutt'oggi sono nove: Composizione a mano, Composizione meccanica, Disegno litografico, Stereotipia e Galvanotipia, Impressione tipografica, Disegno tipografico, Torcolieri e macchinisti litografi, Chimica generale e Fotochimica, Fotomeccanica. Le lezioni per ogni Corso sono 40 di due ore l'una, all'infuori dell'insegnamento del disegno litografico che dura sette mesi consecutivi e della composizione meccanica che ha la durata di 100 lezioni. Esse hanno luogo dalle 20 alle 22 d'ogni giorno feriale, eccetto il sabato, ed alla domenica dalle 8 alle 12. L'anno scolastico dura undici mesi, da ottobre ad agosto, ed il numero complessivo delle iscrizioni è di circa 600 alunni, in media, così ripartiti: Composizione a mano 125, Composizione meccanica 25, Disegno tipografico 50, Stereotipia e Galvanoplastica 25, Impressione tipografica 125, Disegno litografico 50, Torcolieri e macchinisti litografi 50, Chimica generale e Fotochimica 100, Fotomeccanica 50, molti dei quali vengono iscritti con riserva, data, per taluni corsi, la insufficienza dei locali. Alla fine di ogni corso gli allievi sono sottoposti ad esami e, a coloro che li hanno superati felicemente e che hanno pure riportate medie soddisfacenti ber frequenza e per profitto durante l'anno scolastico, viene rilasciato un Attestato. E un Certificato d'idoneità, distinto per ogni arte diversa, viene concesso a coloro che hanno seguito con profitto tutti i Corsi principali dell'arte loro, nonchè quei Corsi complementari o sussidiari che il Consiglio della Scuola, sentito l'avviso delle competenti Commissioni tecniche, avrà stabilito in ciascuna arte. Inoltre la Scuola in ogni anno scolastico, apre concorsi per tutti i litografi disegnatori dei quattro rami: cromisti, incisori, generici, bozzettisti, per il conseguimento della patente di abilitazione professionale richiesta dal contratto di lavoro stabilito fra industriali e Società disegnatori litografi; come pure, per disposizione del citato Contratto di lavoro, ogni anno vengono aperti i concorsi pel conseguimento del Certificato d'idoneità pei giovani di età non inferiore ai 14 anni, che vogliono iniziarsi alla professione del disegnatore litografo. In alcune industrie, le recenti tariffe esigono che chi le esercita debba avere il diploma rilasciato dalla Scuola, e così oggi nella tipografia a Milano non si può più da allievo divenire aiutante impressore o da apprendista compositore lavorante, se non si subisce un esame di idoneità alla Scuola, dinanzi ad una Commissione mista composta di rappresentanti dell'Associazione tipografico-libraria e della Federazione del libro, presieduta dal Presidente della Scuola. Anche nel patto di lavoro concordato di recente dalla Società zincografi ed industriali si fa capo alla Scuola del libro per derimere alcune vertenze tecniche che, prima d'ora, venivano deferite al Collegio dei probiviri.
La Scuola per Sarti.
Ha l'ufficio di perfezionare nella confezione e di istruire nei taglio i sarti così per l'abbigliamento maschile come per il femminile, tipo tailleur. Al corso di taglio per signore sono ammesse anche le sarte. L'insegnamento ha luogo durante la morta stagione ed è diviso in due periodi: gennaio, febbraio e marzo: luglio agosto e settembre. L'insegnamento comprende: Nozioni elementari di anatomia umana - Elementi di disegno geometrico - Confezione - Taglio per signora - Taglio per uomo. Gli allievi inscritti ammontano ogni anno a 40; i frequentanti a 30. La Scuola ha per insegnante tecnico un provetto sarto della città.
La Scuola Muraria e la Scuola per Orologiai.
Hanno sede entrambe presso l'Umanitaria, ma sono istituti autonomi: la prima preesisteva all'Umanitaria; la seconda fu dall'Umanitaria promossa. La Scuola Muraria è stata fondata nel 1888 per iniziativa della Società' Mutua (lei Lavoranti Muratori ed ha lo scopo di completare e migliorare l'istruzione elementare e professionale dei giovani muratori e di curarne l'educazione civile. L'insegnamento è limitato alle nozioni fondamentali indispensabili all'operaio muratore per riuscire abile nell'arte propria. La Scuola è divisa in due corsi: Elementare e Professionale. Nel corso elementare si insegna: la lingua, l'aritmetica, la scrittura, la geografia, la geometria e il disegno; nel corso professionale: il disegno, la topografia, la costruzione, l'aritmetica, la meccanica applicata e le esercitazioni pratiche. A questi insegnamenti vanno aggiunti quelli di morale, delle norme d'igiene sul lavoro, di legislazione e dei regolamenti relativi ai fabbricati. Vi è inoltre un corso serale facoltativo di nomenclatura francese, per la conversazione necessaria all'operaio che emigra. Quale sussidio all'insegnamento professionale: la Scuola dispone di un Museo, in cui sono raccolti esemplari dei materiali più usati nella costruzione, attrezzi inerenti all'arte muraria e particolari costruttivi, ridotti in scala. La durata dei corsi è di otto mesi all'anno (dal marzo al novembre) e le lezioni ordinarie hanno luogo nei giorni festivi. Alla Scuola vengono inscritti solo i garzoni muratori, qualunque sia la loro coltura. Pei giovinetti che sono deficienti nei primi elementi dell'istruzione è istituito un corso preparatorio della durata di un anno. Gli anni di durata del corso completo, escluso l'anno preparatòrio, sono sei, di cui tre per il corso elementare, e tre per quello complementare. La Scuola di Orologeria ha l'ufficio di sostituire al tirocinio dell'opificio quello della Scuola e di perfezionare con corsi serali le abilità tecniche degli operai orologiai. La Scuola di avviamento comprende tre anni di corso e l'insegnamento è teorico-pratico. Gli insegnamenti teorici comprendono: Disegno geometrico e meccanico - Aritmetica e Geometria piana e solida - Elementi di fisica, di meccanica, di tecnologia, di elettricità. L'insegnamento pratico ha per oggetto: esercizi di lima, costruzione di trapani, esercizi di tornio, costruzione di sfere, ruote, pignoni, dei singoli pezzi di un movimento d'orologeria, di vari tipi di scappamento; applicazione dell'Elettricità all'orologeria. Nella Scuola serale di perfezionamento si impartiscono lezioni di fisica e di meccanica, di disegno geometrico e di macchine; si fanno esercitazioni di tornio, costruzione dei pezzi costituenti un movimento di orologeria semplice, di scappamenti. Pure presso l'Umanitaria funziona la Scuola serale per infermieri. La Scuola Professionale Femminile.
L'umanitaria, che spende una notevole parte dei suoi mezzi e delle sue attività per la istruzione professionale degli operai, doveva ben preoccuparsi dell'elemento femminile che dà un contributo ognor crescente alle officine e ai laboratori. E sia che si tratti del grande stabilimento o del piccolo laboratorio nel quale le esigenze stesse della lavorazione non consentono la signoria della macchina, è certo che specialmente il periodo del tirocinio si svolge - per le giovani lavoratrici - in condizioni di estrema penosità. La Scuola professionale femminile vuole appunto prestare asistenza alle giovani di famiglie operaie, nel momento in cui esse chiedono di iniziarsi ad un mestiere e particolarmente a quelli di sarta, lavorante in biancheria, ricamatrice in bianco e a colori, modista e stiratrice. La Scuola non ha la pretesa di preparare delle operaie già fatte; si sa che l'officina o il laboratorio richiederanno poi alle giovani allieve il sacrificio di certe loro conoscenze o lo sviluppo di certe nozioni che la Scuola non avrà avuto tempo, nè mezzo di approfondire. Ma intanto la Scuola avrà dato una buona preparazione, avrà - per così lire - dirozzata la futura operaia. E questo sarà già un vantaggio e per l'operaia. che potrà più facilmente e celeremente entrare nella routine della produzione industriale, eliminando il periodo del tirocinio, e per la industria che ha tutto da guadagnare dall'assunzione di operaie già preparate, le quali - se pur devono essere pagate meglio - non inceppano il regolare e rigoglioso funzionamento della produzione. Si aggiunga che le operaie licenziate dalla Scuola porteranno nel campo della divisione del lavoro, che caratterizza l'industria moderna, quella abilità e quella sicurezza derivanti dalla preparazione precedente su tutti i complessi procedimenti di un determinato ramo di produzione, preparazione che consentirà loro di eseguire non un lavoro meccanico, ma un'opera, se pur divisa dai procedimenti tecnici, unitaria per la intelligenza e la interpretazione delle giovani lavoratrici. La Scuola, infatti, è animata da questa preoccupazione: dare alle allieve una preparazione estesa in tutti i procedimenti dei vari rami industriali e di più mostrare alle allieve medesime, con l'insegnamento cumulativo del laboratorio, i punti di contatto che questi rami hanno o dovrebbero avere fra di loro. Non soltanto però delle fanciulle che si iniziano alla professione doveva preoccuparsi l'Umanitaria, ma anche delle operaie che già frequentano il laboratorio e che aspirano a perfezionarsi. Per esse sono istituiti la Sezione festiva ed i Corsi serali. La Scuola professionale femminile si ispira agli stessi criteri di tutte le altre Scuole professionali create dalla nostra Istituzione. L'insegnamento è diviso nelle seguenti Sezioni festive e quotidiane: Sartoria - Ricamo - Biancheria - Stireria Cucina. Fondamento di tutti gli insegnamenti professionali è lo studio del disegno. Col disegno le alunne acquistano l'agilità della mano e l'equilibrio dell'osservazione. Dai primi esercizi - condotti col metodo che si segue in tutte le Scuole dell'Umanitaria. completato da una spinta, più sollecitamente data, diremo così, all'educazione personale delle allieve, le quali trovano nella fresca genialità della loro mente, i frequenti motivi decorativi facilmente applicabili a lavori femminili, - esse pervengono man mano alle applicazioni professionali, ispirandosi sempre all'osservazione del vero e col corredo degli elementi geometrici traendone i motivi per le composizioni e le interpretazioni che serviranno poi ad ogni allieva, a seconda della rispettiva professione. La Scuola, che si è aperta nel mese di novembre 1905, è governata dai seguenti criteri: Alla Scuola sono ammesse le figlie di operai, commessi e modesti impiegati che abbiano non meno di dodici anni, che presentino il certificato di proscioglimento o dimostrino di avere frequentato le classi elementari superiori o le scuole preparatorie operaie o altre scuole popolari o professionali. L'ammissione è in relazione ai posti disponibili e l'accettazione, in caso di eccedenza di domande, è fatta in base allo stato di famiglia. La scuola è gratuita. Alle allieve viene data una refezione e soniministrato il materiale didattico di lavoro. Alle allieve più povere sono assegnate borse di studio. L'insegnamento del lavoro ha carattere prettamente professionale: ogni allieva non può essere iscritta che a una sezione di lavoro; può, entro i primi sei mesi dall'ammissione, passare da una sezione di lavoro all'altra, in relazione alle proprie attitudini manuali ed intellettuali. L'insegnamento della stireria è, oltre che professionale complementare, di tutti i corsi di lavoro. Gli insegnamenti di coltura generale comprendono: Elementi di lingua, di storia, di geografia, di scienze fisiche e naturali, di igiene, norme di vita civile e di legislazione operaia, non considerate come discipline a sè, ma come un corredo coordinato di cognizioni atte ad educare e a dare quella elementare coltura che sia rispondente alle esigenze dell'operaia e della donna moderna: storia del costume. L'insegnamento della cucina e della economia domestica è diretto ad apprendere alle allieve il razionale, economico ed igienico governo della casa e della famiglia operaia. Gli insegnamenti di coltura generale e di disegno hanno luogo per tutti gli anni di corso; quello della stiratura e della cucina per un solo anno. L'anno scolastico incomincia il 1 settembre e si chiude il 31 luglio. L'orario di scuola è dalle 9 alle 18.
Sezione festiva professionale.
Per le lavoratrici già occupate nelle rispettive professioni è istituito il corso festivo diretto a fornire loro un metodico apprendimento professionale che le compensi delle manchevolezze dovute alla divisione del lavoro introdotta in quasi tutti gli opifici, alla fretta cui costringe la necessità della maggior produzione, e alla mancanza di graduazione e di preparazione per tutte quelle che non frequentarono corsi professionali. All'insegnamento pratico si è ritenuto necessario di aggiungere quello del disegno e alcuni insegnamenti di coltura generale.
Sezione festiva domestica. A molte giovani operaie occupate nei lavori non femminili, è mancato fin dalla più tenera età l'insegnamento di quei lavori d'ago dei quali ogni buona massaia deve avere pratica sufficiente. Per esse appunto è istituito un corso domestico festivo nel quale in limiti modesti e in forma unicamente pratica esse imparano ad eseguire i capi più comuni di vestiario e di biancheria senza pretesa professionale ma semplicemente per uso domestico. Corsi serali di taglio per sarte e cucitrici di biancheria.
Questo corso è istituito per sarte e cucitrici che esercitino la professione almeno da cinque anni e siano quindi già e sicure in tutti i particolari della lavorazione. Il perfezionamento nel taglio e le nozioni pratiche su la parte direttiva del lavoro, con qualche notizia su le fonti alle quali la moda attinge il suo continuo mutamento, hanno lo scopo di dare alle lavoratrici una più larga conoscenza dell'arte loro, elevandone il valore professionale. Le allieve inscritte nell'anno scolastico 1910-11, ammontarono a 962 cosi distribuite: Alla Sezione quotidiana N. 235, alla festiva domestica N. 453, alla festiva professionale N. 202, al Corso serale N. 72. Per la coltura popolare.
Biblioteche Popolari. La Società Umanitaria fu indotta ad occuparsi di Biblioteche popolari ed a prendere l'iniziativa della costituzione del Consorzio da un doppio ordine di considerazioni. Quand'essa assolveva un cómpito del suo programma, fondando le Scuole professionali, sapeva troppo bene che esse. agiscono efficacemente soltanto su individui dirozzati da una certa coltura generale, e che una buona educazione tecnica della mano d'opera, in qualunque maestranza, presuppone nell'apprendista un certo corredo di nozioni, che abbiano allargato i confini del suo orizzonte mentale e svegliata la sua intelligenza, rendendola atta all'intuizione rapida e all'attenzione costante, indispensabili non solo ad apprendere, ma a ritenere e ad eseguire. L'altra considerazione per cui l'Umanitaria s'indusse a promuovere le Biblioteche popolari, fu che esse funzionassero non solo come centri diffusori di coltura generale, e creassero così un elemento operaio giovane, più accessibile all'azione della Scuola professionale: ma anche perchè gli alunni di questa Scuola vi potessero trovare in larga copia libri di scienze applicate da servire come ausilio ai loro studi pratici.
Il Consorzio Milanese. Gli è perciò che, nell'anno 1904, l'Umanitaria promosse il Consorzio delle Biblioteche Popolari. Aderirono ad esso, con un contributo annuo, oltre all'Umanitaria, il Comune, la Camera di Commercio, l'Università Popolare, la Camera del Lavoro, la Società pròmotrice della Coltura popolare e l'Unione Cooperativa. Lo scopo del Consorzio è quello di instituire biblioteche per il popolo in tutti i quartieri della città. Le Sezioni, che nel 1904 erano quattro, sono ora dieci e precisamente: Sez. A. - Sede Centrale (via Ugo Foscolo, 5). »B. - (Via Manfredo Fanti, Casa del Popolo). »C. - (Viale Toscana, N. 2, Case dell'Ente Autonomo). » D. - (Edificio a sinistra ex dazio di Porta Venezia). »E. - (Via Solari, 54, Case dell'Umanitaria). »F. - (Via Porta Tenaglia, 6). »G. - (Piazza Sicilia, 2). "H. - (Via Grigna, 22, Case dell'Ente Autonomo). " I. - (Rottole, Case dell'Umanitaria). » L. - (Bovisa, Via dell'Asilo). Sono distribuite, come si vede, nei diversi quartieri della città, dove specialmente si addensa la popolazione operaia. La Biblioteca Centrale ha orario diurno e serale; le altre sono aperte tutte le sere dei giorni feriali dalle 20 alle 22 1/2 e alla domenica dalle 12 alle 16. Tutte prestano libri a domicilio, ed hanno sala di lettura in sede pubblica e gratuita. Il prestito a domicilio è concesso ai soci degli Enti Consorziati e a tutti indistintamente coloro che possono procurarsi una firma di garanzia, all'atto dell'iscrizione. Ogni lettore può farsi rilasciare due tessere; una bianca e una rosa; hanno la durata di un anno e costano soltanto centesimi 20 all'anno: la bianca dà diritto al prestito di dieci in dieci giorni di un libro di lettura amena, la rosa al prestito di venti in venti giorni di un'opera scientifica. Il termine di prestito può essere prorogato. Si tiene un'accurata statistica dei libri letti in sede e distribuiti a domicilio, diVisi per materia; e si tien conto anche dei lettori, della loro età, sesso e professione. Ogni sera vengono compilate le due statistiche, e ogni mese una statistica mensile del movimento di tutte le Sezioni. In ogni Biblioteca è a disposizione del pubblico un catalogo diviso per autore e per materia; e i bibliotecari debbono fornire ai lettori le notizie bibliografiche richieste e guidarli nella scelta dei libri. Il Consorzio milanese ha da qualche anno istituite anche delle Bibliotechine di classe nelle scuole del Comune di Milano e della campagna. In quest'anno scolastico 1910-911 ne funzionano 80. Il Consorzio milanese ha anche dato vita a un riparto per biblioteche rurali nella provincia di Milano.
La Federazione Italiana delle Biblioteche Popolari. Promossa dal Consorzio e con sede presso l'Umanitaria, fu nel dicembre 1898 creata la Federazione Italiana delle Biblioteche popolari. Essa si propone di: a) promuovere la diffusione delle Biblioteche Popolari, rurali, ambulanti, scolastiche, carcerarie, militari, operaie, ecc. e la loro trasformazione, perchè rispondano effettivamente alle esigenze della coltura moderna; b) dare norme razionali e precise per la loro organizzazione, incremento e funzionamento ed imprimere a tutte un indirizzo tecnico conforme, che meglio ne assicuri la vita e lo sviluppo; c) organizzare un servizio per provvedere, con la maggiore economia possibile, ai bisogni comuni a tutte le Biblioteche federate. A tale scopo la Federazione si propone in modo speciale: a) di far opera per svegliarel'interessamento pubblico, dello Stato, degli Enti locali e delle istituzioni benefiche in favore delle Biblioteche Popolari, e promuovere con tutti i mezzi possibili la produzione di buoni libri adatti a divulgare la coltura generale, tecnica, artistica, professionale in mezzo al popolo italiano; b) di pubblicare Manuali pratici e Cataloghi tipo; compilare gratuitamente progetti e preventivi di spesa per le Biblioteche da istituirsi; fornire moduli, registri ed opera di consulenza e d'ispezione a mezzo di un Bollettino periodico, di sopraluoghi e per corrispondenza a tutte le Biblioteche federate; far conoscere ad esse gli insegnamenti nuovi desunti dall'esperienza nostra e degli altri paesi; raccogliere le notizie e i dati statistici riflettenti l'attività spiegata dalle singole Biblioteche; dar loro notizia delle pubblicazioni nuove, pronunziandosi, per mezzo di scrittori competenti, sul loro valore e utilità dal punto di vista della coltura popolare; compilare relazioni annuali sul movimento complessivo delle Biblioteche stesse: e) di provvedere all'acquisto di libri e agli abbonamenti a periodici con sconti massimi e costanti; d'istituire un deposito centrale per il materiale librario proveniente da ac- quisti d'occasione, fatti a condizioni eccezionali: di organizzare lo scambio di duplicati fra le Biblioteche federate e fare permute di interi nuclei di libri non più letti in una Biblioteca e desiderati da un'altra; di provvedere alla vendita del materiale superfluo dovuto a doni o superato dal progresso della coltura, di acquistare e far circolare fra le Biblioteche federate tutte quelle opere che, per il loro costo elevato, non possono essere acquistate dalle Biblioteche singolarmente; d) di stipulare contratti per legature solide ed economiche, del miglior tipo risultante da appositi concorsi, e d'istituire - possibilmente - un laboratorio federale di legatoria; e) di assumersi la stampa dei cataloghi delle singole Biblioteche federate a prezzi convenienti; f) di organizzare un sistema di Biblioteche viaggianti, per dove non è possibile istituirne di stabili; g) di provvedere - se i mezzi lo permetteranno - alla coltura professionale degli addetti alle Biblioteche Popolari, e in generale di prestar l'Opera propria in tutto ciò di cui venga richiesta a vantaggio di esse.
L' Unione Italiana dell'educazione popolare.
Nel 1906, a complemento della Sezione « Opere complementari della Scuola popolare della Mostra didattica », venne convocato in Milano, sotto gli auspici della Società Umanitaria, il Primo Congresso Internazionale di Educazione Popolare. Il Comitato ordinatore di quel Congresso, presieduto da Cesare Saldini, tra gli altri, ebbe il mandato di promuovere la costituzione di un Ente nazionale che riunisse e coordinasse tutte le attività - individuali e collettive, professionali e volontarie - che si svolgono nel vasto e molteplice campo dell'istruzione e dell'educazione del popolo, interessasse in maniera più continua ed efficace l'opinione pubblica ed i pubblici poteri, mediante Congressi, Esposizioni, pubblicazioni, ecc., affinchè Scuole ed altre istituzioni educative fossero sorrette da più largo e vivo consenso e da più intensa cooperazione da parte del paese, si facesse interprete delle istituzioni consociate patrocinandone i bisogni e mediante apposito ufficio tecnico raccogliesse su vasta scala i frutti dell'esperienza nel campo educativo in Italia e all'Estero, li elaborasse e li diffondesse allo scopo di aiutare le nuove iniziative e perfezionare le istituzioni già esistenti. All'appello del Comitato Promotore risposero numerose adesioni e 1'8 dicembre 1908 i soci della nuova istituzione ed i rappresentanti degli Enti consociati si riunirono a convegno in Roma, sotto la presidenza di Luigi Credaro, e dichiararono costituita l'Unione Italiana dell'Educazione Popolare, approandone lo Statuto e fissando la sede in Milano. Gli scopi che, a senso dello Statuto, l'Unione si propone, sono: a) di riunire ed affiatare le Istituzioni, le Società e le persone che si occupano comunque della coltura popolare - sì generale che professionale - nelle sue svariate forme: b) di promuovere e favorire il coordinamento delle attività e delle iniziative dirette all'incremento dell'educazione del popolo; c) di istituire un servizio gratuito di informazioni sulle opere nazionali ed estere in modo da portare il contributo dell'esperienza altrui alle opere esistenti e alle nuove iniziative: d) di esplicare azione di propaganda per una sempre maggiore diffusione degli istituti di cultura popolare; e) di vigilare aftìnchè sia osservato l'obbligo dell'istruzione. Ma il Consiglio Nazionale, considerata la vastità dell'opera, fissava a se stesso un primo programma di lavoro assai più determinato e concreto: Far applicare di fatto in tutto il Regno le leggi sull'obbligo dell'istruzione. - Rendere pratico e attuabile e attuare di fatto, estendendolo pure al maggior numero di Comuni, il corso popolare istituito con la legge Orlando. Nel breve periodo di sua esistenza, l'Unione faceva un'inchiesta sullo stato della Scuola e l'osservanza dell'obbligo dell'istruzione in rapporto alle condizioni locali; un convegno di competenti, deputati e senatori, per resame della legge Daneo Credaro prima della sua discussione in Senato; un convegno per la trattazione della nuova questione del patronato scolastico: un Congresso per l'esame dei diversi metodi per l'educazione dell'infanzia. Il 15 marzo iniziò la pubblicazione della Rivista: La Coltura popolare, organo dell'Unione per le opere integrative della Scuola, le Biblioteche, le Università popolari, l'insegnamento professionale. Per la Cooperazione.
L'Umanitaria deve, per disposizione del suo Statuto, aiutare e promuovere Cooperative di lavoro e produzione, considerate come mezzo efficace di elevamento morale. ed economico dei lavoratori, come istrumento di educazione morale, amministrativa, sociale. Se essa, però, anche per le Cooperative, volle bandita la forma semi-elemosiniera dell'assistenza, cioè, il sussidio, se volle anche, in qualche guisa limitata l'opera di propaganda perchè gli organismi cooperativi sorgessero per volere, per valore, per isforzo, pel sacrificio degli interessati,si propose, d'altra parte, di integrare le iniziative dell'associazione, cercando sopratutto di mettere le aziende Cooperative, col credito, col consiglio tecnico e amministrativo, in condizione di forza simili a quelle della privata intrapresa. Così costituì, col contributo azionario di mezzo milione, l'Istituto di Credito delle Cooperative milanesi, così aiutò la Federazione delle Cooperative di lavoro e produzione, organo di assistenza, consulenza, tutela delle Cooperative, strumento, poscia, di uno sviluppo dell'azione delle Cooperative singole, estesa, per i lavori edilizi in un'impresa unica. Così istituì - e lo vedremo parlando dell'Opera per i lavoratori dei campi e del Museo sociale - la Scuola di amministrazione e contabilità per i cooperatori e promosse ed aiutò Federazioni e Consorzi di cooperatori nei centri vari della campagna milanese. Opera larga per la propaganda cooperativa, per l'assistenza in tutte le forme, alle Cooperative di consumo, di lavoro, di produzione svolge, pure, come vedremo, l'Ufficio agrario.
L' Istituto di Credito per le Cooperative.
Lo sviluppo delle diverse Cooperative proletarie, avendo assunto proporzioni inaspettaniente importanti, non poteva adeguatamente essere seguìto ed assistito dal credito delle Banche ordinarie nè da quelle Popolari, le quali non avevano la necessaria preparazione per acquistarsi questa nuova clientela. Infatti, per esercitare il credito alle Cooperative proletarie, le quali necessariamente sono assai scarse di capitale e benchè ricche di oneste energie, scarse anche di attitudini amministrative, è indispensabile avere molta fede in questa speciale cooperazione, fede che non può venire evidentemente che da una conoscenza molto profonda delle virtù e dei sacrifici di cui è intessuta la vita difficile delle Cooperative. Questa speciale forma di credito poi, indissolubilmente deve accompagnarsi alla paziente educatrice tutela della propria clientela, per modo che si dia non solamente quando concorrono i soliti requisiti tranquillanti, ma dopo accertato che il creditO chiesto serva a scopo veramente utile alla richiedente; che anche nei particolari dell'impresa, siano evidenti le convenienze sotto ogni riguardo; ed infine a condizione che l'azienda, se piccola e di recente costituzione, sia assistita anche amministrativamente. Ciò premesso, ecco emergere chiaro come nessuna. Banca ordinaria fosse in grado di esercitare direttamente il credito alle nostre Cooperative, se si eccettuano quelle già molto forti ed esperimentate e che esercitano commercio od industrie di facile e piano sviluppo. Da qui l'impellente necessità di creare un Istituto di Credito che servisse d'intermediario tra le diverse Cooperative e gli Istituti di Credito ordinari e popolari anzidetti. A questa necessità pensò la Società Umanitaria facendosene iniziatrice fra le Banche, le Cooperative e le persone che della cooperazione operaia intendono tutta l'utilità e il principio educativo e promovendo la costituzione di una Società anonima, perchè fosse possibile la formazione di un capitale sociale con quote superiori a quelle consentite per le Cooperative, denominata Istituto di Credito per le Cooperative. Ad essa l'Umanitaria partecipò con un capitale di L. 500.000. L'Istituto ha per iscopo di concorrere allo sviluppo delle Cooperative di produzione, di lavoro, di consumo e di eredito a vantaggio degli operai, degli impiegati, dei contadini e mezzadri, e dei piccoli proprietari lavoratori, facilitando alle medesime il funzionamento per mezzo del credito. Per raggiungere gli scopi sociali, la Società si propone le seguenti operazioni : a) scontare alle Cooperative cambiali a due firme, assegni bancari, note di pegno, note di lavoro accertate, fatture accettate, mandati di pubbliche e private amministrazioni notoriamente solvibili e riscontarle; b) accordare alle Cooperative prestiti o far loro sovvenzioni contro pegno di titoli, di crediti e, compatibilmente coi mezzi di custodia, anche di merci; e) acquistare, per conto delle suddette Cooperative, merci, macchine ed attrezzi e cederli o noleggiarli alle medesime; d) esigere e fare pagamenti per conto delle Cooperative delle Società di M. S. e Miglioramento ed altre Istituzioni a favore dei salariati e, in generale, far loro il servizio di cassa; e) prestare cauzione a garanzia di contratti e di appalti alle suddette Cooperative; f) in via eccezionale, aprire alle Cooperative conti correnti allo scoperto, con quelle garanzie e cautele che il Consiglio d'Amministrazione crederà di stabilire. L'Istituto ha succursali a Torino, Genova, Reggio Emilia, Firenze. Ecco alcuni Dati statistici sulle operazioni dell' Istituto.[vedi tabella nell'originale] Capitale azionario Depositi fiduciari Operazioni di credito Fatte con Cooperative di: [vedi tabella originale] La Federazione delle Cooperative di Produzione e Lavoro.
E sorta nel 1903 allo scopo di disciplinare e sorreggere il movimento cooperativo che andava formandosi fra gli operai delle industrie, ed ebbe subito l'interessamento e l'appoggio dell'Umanitaria. Le Cooperative che ad essa aderirono furono quelle composte esclusivamente di operai che si mantenevano in contatto continuo con le organizzazioni di mestiere. La nuova Istituzione sviluppò il suo programma : 1. - provvedendo con un apposito Ufficio e con personale competente alla amministrazione delle più giovani e più piccole Cooperative. L'Ufficio, al quale le Società contribuirono con modeste quote mensili, oltre l'amministrazione, provvede a dare ad esse tutta la sua assistenza, con personale tecnico, nella formazione dei preventivi, nella assunzione di esatte informazioni commerciali su clienti e fornitori, nella redazione di tutte quelle pratiche commerciali alle quali dei semplici operai non sarebbero stati sufficienti. Le Cooperative che si servirono e si servono di questo servizio sono 14; 2. - istituì, onde sopperire agli immediati bisogni finanziari delle Società aderenti, con il concorso della Società Umanitaria di L. 5.000 aumentato, indi, a L. 10.000, un fondo prestiti sull'onore che nel primo esercizio compì 112 operazioni di credito per un importo di L. 36.350. Ed è bene ricordare che tutte le operazioni fatte su questo fondo, come quelle compiute dall'Istituto di credito per le Cooperative per mezzo delta Federazione, ebbero buon fine ed i cooperatori operai mantennero i loro impegni in modo che il fondo non ebbe a subire perdite; 3).- istituì una Scuola pratica di contabilità nella quale gli operai amministrativi apprendono, in corsi di circa 20 lezioni, i principali rudimenti dell'amministrazione cooperativa; 4. - facilitò alle Cooperative la assunzione di lavori del Comune, della Provincia e delle Opere Pie. Per l'assunzione di importanti lavori collettivi e per riuscire di tramite per il credito alle Cooperative aderenti, la Federazione fu nel 1905 legalmente costituita come Società Anonima Cooperativa con azioni da L. 100 ciascuna, amministrata da un Consiglio composto di un rappresentante per ogni società aderente. Vediamo - a traverso i dati - l'azione della Federazione, organo di assistenza e impresa industriale. COOPERATIVE Per le Cooperative segnate con asterisco Aderivano in seguito alla Federazione le seguenti Cooperative:' Cooperativa Proletaria di COOPERATIVE Costituzione Soci [vedi originale] FEDERATE la Federazione tiene la contabilità. Distributori Giornali - La Damigiana - Tintoria Operaia .Produzione e Consumo. Fallitale Sociale Movimento importo affari
[vedi originale] Credito a favore delle Cooperative Federate nell' anno 1909-1910. II fondo, con il capitale iniziale di L. 30.000, ha compiuto N. 262 operazioni per complessive L. 261.044,50 e furono cosi distribuite: [vedi tabella originale] Sezione Edilizia. Movimento nel triennio 1907-1910. ooperative di Lavoro ed Edilizie (annesse alla Federazione) Quelle segnate con asterisco si servono degli uffici federali per i servizi tecnici e contabili. Nella esecuzione dei lavori, la Sezione forni per circa L. 100.000 di credito alle Cooperative, delle quali tiene la contabilità. [vedi tabelle originale] Federazione delle Cooperative Edificatrici (annessa alla Federazione delle Cooperative Milanesi)
Per quelle segnate con asterisco la Federazione tiene la. contabilità. Dormitori. Nell'esercizio 1909-1910 si ebbero 3000 frequentatori ed un ricavo di L. 2600. Assistenza.
L'Ufficio di Consulenza Medico-legale.
La noncuranza dei mezzi preventivi contro gli infortuni sul lavoro e contro le malattie dipendenti dal lavoro, la ignoranza delle disposizioni legislative e dei mezzi per ottenerne l'applicazione, la debolezza dipendente da ragioni economiche e da ragioni morali di fronte agli industriali, e alle Società di assicurazione; la stessa incertezza della giurisprudenza nelle più gravi questioni che si riferiscono ai rapporti fra datori e assuntori della mano d'opera, ai contratti collettivi, ecc., costituiscono pei lavoratori ostacoli spesso insormontabili al conseguimento di quanto per legge e per buon diritto loro spetterebbe. La Società Umanitaria, svolgendo il programma di assistenza sociale, ha creduto suo dovere di portare un contributo al grave problema della retta applicazione delle leggi istituite a difesa e tutela della classe lavoratrice e per raggiungere tale intento si è unita in Consorzio con la Camera del Lavoro, presso la quale già funzionava un ufficio medico-legale, allo scopo di ampliare e sviluppare tale servizio. Così dal 15 gennaio 1908 ha cominciato a funzionare l'attuale Ufficio di consulenza e di assistenza medico-legale per gli operai colpiti da infortunio e da malattia derivanti dal lavoro e per le controversie indipendenti da rottura del contratto di lavoro, che si propone in modo particolare: Di provvedere la consulenza medica agli operai colpiti da infortunio o da malattia derivanti dal lavoro, ed ai lavoratori dei campi colpiti da malattia contratta in occasione del lavoro; di curare la diffusione di notizie sulle malattie professionali e sui modi di prevenirle; di prestarsi ai contradditorl coi sanitari degli Enti assicuratori per la pronta liquidazione delle indennità da pagarsi agli infortunati, rimettendo la pratica alla consulenza legale in caso di non riuscita conciliazione; di assistere gli operai ed i lavoratori dei campi nelle controversie sia civili che penali che sorgano per causa di lavoro in confronto di proprietari, industriali od imprenditori, o per titolo di affitto in confronto dei proprietari o fittabili di fondi; più particolarmente di assistere legalmente gli operai colpiti da infortunio sul lavoro, tanto in confronto degli istituti di assicurazione, quanto in confronto degli industriali; di consigliare ed assistere le Leghe e le Federazioni di campi nella stipulazione dei contratti di lavoro, sia individuali, sia collettivi, nella loro interpretazione ed esecuzione; di consigliare ed assistere le Leghe e le Federazioni di mestiere nella stesa di memoriali, nella discussione, stipulazione ed applicazione di concordati e contratti collettivi di lavoro; di stendere citazioni e memorie d'appello dei giudizi probivirali; di stendere ricorsi alle Commissioni del patrocinio gratuito; di assistere i ricorrenti nei vari gradi di giurisdizione sia civile che penale, e prestarsi in tutti quei modi e in tutte quelle funzioni che sono proprie dell'esercizio professionale di avvocato e procuratore; infine, di dare istruzioni, schiarimenti ed informazioni agli operai e lavoratori dei campi per tutto quanto sia richiesto e per tutto quanto possa interessare la loro tutela giuridica, economica e morale, e cioè per agevolare l'iscrizione alle Casse di soccorso o di assicurazione, alle Leghe di mestiere, alle Società cooperative e di mutuo soccorso, all'Università popolare, alle Biblioteche popolari, alla Società Umanitaria, nonchè per le iscrizioni, reiscrizioni e ricorsi contro la cancellazione dalle liste elettorali probivirali, amministrative e politiche. L'Ufficio, affidato per la parte medica ad un Medico e ad un Commesso, per la parte legale a due Avvocati, ha svolto la sua attività, incoraggiato dal favore degli interessati, dall'appoggio del Governo, che elargisce anche un contributo finanziario, e sopratutto dai risultati, veramente notevoli, in ispecie nel ramo infortuni sul lavoro. La tutela è esercitata tanto a favore di operai appartenenti ai, organizzazioni di mestieri, quanto di disorganizzati, ed è degno di rilievo che il numero di questi ultimi raggiunge e sorpassa quello dei primi. Per quanto i mezzi limitati lo hanno permesso, l'Ufficio ha esteso la propria azione anche fuori della Città e della Provincia di Milano. Dalle relazioni degli anni 1908-1909-1910 si rileva che i ricorrenti furono: per l'Ufficio medico 3312 e per l'Ufficio legale 1892; che l'opera dell'Ufficio in casi di infortuni procurò ai ricorrenti una maggiore indennità su quella proposta e quindi un vantaggio effettivo di L. 307.207,98 per l'Ufficio medico e L. 122.975,60 per l'Ufficio legale. In totale quindi circa mezzo milione di maggiore indennità ai ricorrenti pei soli casi di infortunio. Notevolissimi risultati ha conseguito anche in questioni di contratto di lavoro l'Ufficio legale, che esperisce, insieme alla consulenza e all'assistenza ad operai singoli e ad associazioni o gruppi di operai nella stipulazione e nell'applicazione dei contratti di lavoro, ogni pratica che si riferisca ad assistenza legale come: patrocinio in cause civili e penali attinenti a questioni di lavoro, ricorsi al Pretore nell'interesse dei minori, al Tribunale per omologazione di transazioni in materia di liquidazione di infortuni, alla Commissione del gratuito patrocinio, ecc.
Gli uffici d'indicazione per i bisognosi.
L'articolo 3 lettera a dello Statuto della Società Umanitaria stabilisce: « La Società Umanitaria si propone di istituire Uffici di indicazione per aiutare i bisognosi nelle loro pratiche dirette ad ottenere dagli Istituti di beneficenza i necessari soccorsi, secondo i rispettivi Statuti, nonchè per propugnare provvedimenti e riforme tendenti al migliore andamento della pubblica beneficenza ed a sostituire, ogni qualvolta sia possibile, all'assistenza elemosiniera l'assistenza mediante il lavoro ». Ad attuazione di tale scopo la Società Umanitaria nel 1902 studiava un progetto del quale non vogliamo tacere e perchè esso appalesa gli intendimenti che anche in questo campo la Società si proponeva e perchè, per quanto inattuato a Milano, trovò esecuzione in altre città. Si pensava che vana o poco feconda sarebbe stata l'opera dell'Umanitaria diretta alla in- dicazione ai bisognosi delle istituzioni di beneficenza, senza l'accordo con le istituzioni medesime, senza, anzi, la delegazione di queste ad agire da intermediari fra i poveri ed esse; che priva di qualsiasi pratica efficacia sarebbe rimasta l'opera sua iniziatrice di nuovi ordinamenti della beneficenza se non avesse richiesto l'appoggio del massimo Ente cittadino - il Comune - il quale ha, nell'azione protettrice dei deboli, l'alta vigilanza e deve avere la suprema direzione. Gli è perciò che fu pensata la creazione di un ufficio che risultasse come il prodotto della coordinata volontà di tutte le Istituzioni di beneficenza e sorgesse come un istituto al servizio della beneficenza e dei bisognosi, ma costituito in maniera da non entrare nell'ambito individuale delle diverse opere benefiche per non toccarne la rispettiva autonomia. Esso doveva essere chiamato a mettere in contatto le Istituzioni di beneficenza con i bisognosi, ad accompagnare questi nelle loro richieste di soccorso, a sussidiare quelle,liberandole dai bisognosi di professione. Nella esplicazione di questa sua azione, esso doveva essere l'intermediario fra i poveri e le opere di beneficenza e però, mentre di quelli sarebbe venuto a conoscere i bisogni, di queste avrebbe seguito l'attività e il funzionamento e avrebbe rilevato, così, per l'ufficio suo, da una parte, la miseria milanese nella sua entità generale e nelle sue particolari forme, dall'altra, l'opera complessiva delle Istituzioni di beneficenza. E mentre queste vivono naturalmente e necessariamente isolate l'una dell'altra, occupate e preoccupate delle loro individuali amministrazioni ed erogazioni, esso le avrebbe potute seguire tutte nelle loro attività. E poichè di tutte sarebbe stato sussidio ed a tutte si sarebbe rivolto nell'interesse dei bisognosi, esso sarebbe stato anche, naturalmente, l'iniziatore ed il provocatore di reciproci rapporti fra l'una e l'altra istituzione, le quali, per mezzo suo così accomunate, avrebbero potuto procedere, poi, a quei profondi ed intimi contatti, magari a quei coordinamenti che le esigenze avessero suggerito. L'Ufficio a cui si sperava di dar vita, avrebbe dovuto essere il ritrovo comune così dei bisognosi come delle Istituzioni di beneficenza e però l'osservatorio statistico di quelli e di queste e quindi capace di illuminare così i bisognosi sulle Istituzioni, come le Istituzioni sui bisogni dei poveri. L'Ufficio vagheggiato si proponeva: a) di accogliere i bisognosi in uffici posti nei vari quar- tieri della città, agenti come sportello comune per i ricorrenti a tutte le Istituzioni di beneficenza; b) di verificare le loro condizioni di miserabilità per mezzo di un comune organo di verifica costituito dall'unione dei corpi dei delegati delle varie istituzioni. c) di trasmettere le istanze, avvalorate dei documenti richiesti, alle Istituzioni stesse. L'Ufficio non si limitava a fare il solo servizio d'indicazioni ai poveri delle Istituzioni che possono sorreggerli, ma intendeva di presentare alle Istituzioni stesse, più che il bisognoso, la sua istanza documentata; ma mirava ad attenuare o togliere il danno del bisognoso di professione e però, necessariamente per questo, chiedeva di divenire l'unico organo di accettazione delle istanze per gli istituti che si fossero rivolti ad esso, la sede del comune organo di verifica dei casi dei bisognosi. L'Ufficio doveva raccogliere intorno a sè i delegati delle varie Istituzioni in modo da ottenere un solo grado di verifica delle condizioni dei bisognosi. Le funzioni del vagheggiato Istituto dovevano essere le seguenti: 1. mettere i bisognosi in condizione di conoscere le istituzioni benefiche che possano aiutarli; 2. accompagnarli nelle pratiche necessarie per ottenere l'aiuto; 3. liberare gli Istituti di beneficenza dai bisognosi di professione; 4. assistere eventualmente i bisognosi con un Ufficio permanente di consulenza legale; 5. conoscere le condizioni di miserabilità della città in generale e dei suoi quartieri in particolare; 6. conoscere l'attività benefica dei singoli istituti; 7. studiare la beneficenza nazionale ed estera; 8. proporre coordinamenti, sostituzioni, trasformazioni, ecc. Per raggiungere tali scopi si reputava necessario che l'Ufficio centrale delle Istituzioni di beneficenza, emanazione di un Consorzio da formarsi fra le Istituzioni stesse, si erigesse sui seguenti fondamenti: 1. Uffici di indicazioni rionali. 2. Protocollo generale. 3. Corpo unico di delegati. Gli uffici d'indicazione rionali posti nei vari quartieri della città, dovevano essere ad immediato contatto dei bisognosi, in modo da aiutarli nella ricerca e nella richiesta di quei provvedimenti che possono lenire le loro miserie. Per il limitato campo di azione loro assegnato, essi dovevano essere capaci di raccogliere in sè la conoscenza particolareggiata d'ella miseria del quartiere, di studiarla nelle sue manifestazioni e nelle sue cause, di proporre quei provvedimenti particolari che, anche indipendentemente dalle istituzioni di beneficenza esistenti, possano lenire il male, attenuarne le manifestazioni, distruggerne le cause; di eccitare quelle forme di beneficenza localizzata al quartiere che possano essere richieste da locali esigenze, di farsi centri coordinatori, non solo dell'attività degli istituti benefici, ma altresì dell'attività sociale in genere in relazione alla vita fisica, economica, intellettuale e morale dei cittadini (igiene, istruzione, risparmio, previdenza, cooperazione, ecc.), di farsi, infine, organi permanenti di propaganda di norme d'igiene, di risparmio, di previdenza, ecc., in modo da contribuire, non solo a lenire la miseria, ma, per quanto è possibile, a prevenirla. Gli uffici di indicazione rionali dovevano essere i soli uffici di accettazione di istanze per le istituzioni che avessero fatto capo all'Ufficio centrale delle istituzioni di beneficenza. Per evitare il caso che, con false indicazioni delle proprie condizioni, il bisognoso si valesse della molteplicità degli uffici di indicazione per ottenere aiuti diversi e molteplici, e perchè ancora ogni istanza presentata potesse essere illuminata dalle notizie che, per precedente richiesta di sussidi si potessero avere sul bisognoso, si appalesava necessario quel che è una necessità e che consiste nella tenuta del protocollo generale. Col Corpo unico dei delegati si intendeva arrivare: a) a ottenere un grande risparmio di tempo; 6) ad eliminare i bisognosi di professione; c) a conoscere la miseria, in tutte le sue forme, della città e dei suoi vari quartieri. I delegati avrebbero dovuto avere una competenza territoriale per tutti i casi che si presentassero nel quartiere al quale fossero assegnati, con la facoltà d'indagine e di relazione sui medesimi, indipendentemente dall'Istituto al quale la istanza è rivolta. Nei vari quartieri il caso del bisognoso non dovrebbe venire verificato in relazione all'attitudine che a provvedere ad esso possa o non avere una determinata Istituzione, ma, invece, in sè stesso, nella sua natura, nella sua gravezza, nella sua urgenza; e solo in seguito alla verifica, dovrebbe venire determinato l'Istituto che può sovvenire il bisogno, istituto al quale dovrebbe venire trasmessa l'istanza. Così si pensava di risparmiare eventuali, molteplici verifiche da parte dei Delegati di varie istituzioni, di mettere il bisognoso in condizone di essere immediatamente sorretto - se degno di esserlo - dall'Istituzione meglio adattata a farlo, di fare operare le diverse istituzioni benefiche, in relazione ai loro scopi e ai loro mezzi, al fondo di erogazione disponibile nel momento, ecc. Inoltre, se esistendo varie categorie di delegati funzionanti per diverse istituzioni non si perviene alla conoscenza complessiva della miseria di ogni quartiere e della città in genere, ogni delegato o ogni gruppo di delegati acquistando notizia solo di determinata specie di miseria, ove esista un corpo unico di delegati per tutta la città e per tutte le istituzioni, poiché ogni delegato - essendo chiamato a rilevare le condizioni di miserabilità dei bisognosi, anzichè la capacità di determinate forme di miseria a essere sorrette da determinate istituzioni - perviene a conoscere la miseria del quartiere di sua competenza, si arriva ad avere, per mezzo degli organi di verifica rionali e sezionali, una conoscenza relativamente esatta e completa della miseria generale della città. Il corpo unico dei delegati, e gli uffici d'indicazioni dovevano far capo ad un ufficio centrale con le seguenti attribuzioni: I. Direzione di tutti gli uffici di indicazione; 2. Consulenza legale; 3. Statistica della miseria e raccolta di notizie sul funzionamento della beneficenza; 4. Giudizio sui casi dubbi; 5. Accettazione di reclami; 6. Rapporti colle Istituzioni di beneficenza; 7. Adunanze dei gruppi di delegati rionali e del Corpo unico dei delegati; 8. Studio della beneficenza cittadina, nazionale ed estera; 9. Proposte di coordinamenti, trasformazioni, istituzioni nuove, ecc. Ma la vagheggiata istituzione di un Consorzio di assistenza pubblica per la creazione di un Ufficio centrale delle istitu- zioni di beneficenza non fu possibile per la riluttanza delle Opere pie milanesi, timorose di una diminuzione della loro autonomia. La Società Umanitaria per raggiungere lo scopo che si era assegnato dalla lettera e dell'art. 5 dello Statuto, portò perciò il proprio contributo all'ufficio indicazioni e assistenza dell'Unione femminile che con tanta serietà d'intendimenti da vari anni mirava, con mezzi modesti ma con sicuri risultati, a quel fine che si era proposta la Società Umanitaria col suo progettato Ufficio centrale delle Istituzioni di beneficenza. Per l'Ufficio indicazioni e assistenza coll'Unione femminile, l'Umanitaria costituì un consorzio, vagheggiando la speranza di arrivare, a traverso un'opera paziente, graduale, ma continua e diffusa, a quella stessa mèta che prima si era proposta. L'Unione femminile, con iniziativa lodevole, con modernità di concetti e con sacrifici non lievi, ha fondato sino dal 1900 un Ufficio di indicazioni ed assistenza che è stato preso come modello da Comuni e da associazioni. Gli scopi che il detto Ufficio si prefigge sono i seguenti: « dare, alle persone che ne fanno richiesta informazioni sugli Istituti elemosinieri di ricovero, d'istruzione, di previdenza, procurando, se del caso, anche assistenza medica e legale; raccogliere i documenti necessari, stender le istanze da presentarsi ai detti Istituti dopo visita ai richiedenti, fatta da speciali delegate; « basare sopra un concetto preciso del funzionamento della beneficenza, dei metodi e dei mezzi coi quali provvede ai bisogni dei richiedenti, le proposte da farsi intorno alle eventuali riforme e alla coordinazione dell'opera dei vari Istituti I dati numerici sull'attività dell'Ufficio sono qui riassunti : Attività dell'Ufficio [vedi tabella originale] Queste cifre dimostrano che l'Ufficio, il quale funziona per mezzo di due impiegate che registrano le domande dei ricorrenti, e le avanzano ai competenti Istituti, di 27 delegati incaricati di verificare le asserzioni dei bisognosi, risponde a un bisogno sentito in mezzo alla parte più povera della popolazione e ottiene risultati sempre più apprezzabili per i ricorrenti presso gli Istituti ai quali ha avanzate le domande. Queste domande sono dirette ad ottenere i mezzi di soccorso forniti dalla Congregazione di Carità, dalla Amministrazione degli Orfanotrofi e Luogo Pio Triulzio, dalla beneficenza municipale, dalle Opere Pie elemosiniere, da Istituzioni varie di assistenza sanitaria, dagli Istituti Ospitalieri, ecc. Inoltre l'Ufficio viene incaricato della erogazione di soccorsi privati, tra gli altri di quelli raccolti dalla Cassetta di beneficenza del Corriere della Sera. Esso fa anche pratiche per ottenere ai bisognosi alloggio, rimpatrio, lavoro, libri scolastici, ecc., tutto quanto insomma. la beneficenza milanese offre, e dà, inoltre, aiuti morali diversissimi come: consigli ai coniugi intorno alla separazione legale, a tutori sulle vie da seguire per raccogliere le eredità devolute ai pupilli, ecc., ecc.
L'Ufficio di assistenza legale pei poveri.
Nella nostra città, come altrove, era da tempo sentita la viva necessità di un'istituzione la quale coadiuvasse razionalmente il gratuito patrocinio dei poveri e ne integrasse quasi l'opera. A tale necessità corrispose un tempo l'Avvocatura dei poveri, emanazione dell'Autorità dello Stato, ma -fortunatamente - allorchè, per la legge 6 dicembre 1865 sull'ordinamento giudiziario, rimasero soppressi gli uffici degli avvocati e procuratori dei poveri, retribuiti dall'erario, non fu sostituita da altre iniziative. L'istituto vigente del gratuito patrocinio così come è regolato non basta: questa è l'opinione di quanti si posero a studiare la questione dell'assistenza dei poveri, da che cadde l'antica avvocatura. Invero, col sistema attuale si dà modo al povero di affrontare il giudizio sulla base di un ricorso che, per necessità di lavoro, le onorevoli Commissioni presso le Corti d'Appello e i Tribunali vagliano superficialmente. Ed è sulla parvenza di un semplice fumus boni juris adombrato dai procuratori che firmano il ricorso talora con troppa facilità, tal'altra per motivi anche più ignobili di lucro, che molti poveri affrontano, con danno proprio e spesso dell'era- rio, liti temerarie. Ancora, il povero non ha sempre bisogno di far causa, ma molte volte necessità piuttosto di semplici pareri per questioni domestiche, amministrative, ecc., ecc., e a tali esigenze non provvide fin qui nessun istituto. Nè, per accennare all'assistenza nei giudizi penali, la nomina d'ufficio del difensore si appalesa in concreto sufficiente. La pratica forense insegna che il difensore d'ufficio, quando... non è presente, in un gran numero di casi assume il suo mandato senza aver studiato preventivamente il processo. Metter in guardia il povero dall'affrontare liti temerarie, e ciò con pareri disinteressati e ponderati; proporne al caso in modo esauriente e chiaro le ragioni alla Commissione per il gratuito patrocinio; assisterlo con zelo nei giudizi così civili che amministrativi e penali, e porre in essere tale programma merce un'istituzione di carattere perfettamente aprofessionale, apolitico, libera a quanti risultassero bisognosi, ecco in breve gli scopi che già i numerosi progetti ministeriali si erano prefissi senza concretarsi ancora nella tanto auspicata risurrezione dell'Avvocatura dei poveri. Tali scopi credette possibile tradurre in atto un gruppo d'avvocati della nostra Città, ove l'idea di una consulenza legale pei poveri trovasse appoggio in un concorso morale di beneficenza. Fu così che i promotori si rivolsero al Consiglio della Società Umanitaria e questo, con deliberazione 7 giugno 1907, udita la relazione del Prof. Avv. E. A. Porro, accoglieva l'istanza dei firmatari, stanziando un fondo per le spese d'impianto, arredamento, telefoni, casellario, ecc. Accordava l'uso di due locali, e destinava un impiegato all'ufficio, che cominciò così a funzionare col primo luglio 1907. Il funzionamento dell'Ufficio è semplice e riposa tutto sulla distribuzione del lavoro: Uno dei membri del Collegio dei Consulenti, per turno, trovasi nelle ore serali di quattro giorni per settimana, e nelle ore antimeridiane del di festivo, nel locale apposito, a disposizione di coloro che di un parere, di un'assistenza hanno bisogno. L'impiegato addetto riceve i clienti, ne accerta lo stato di povertà (esigendo la presentazione del relativo certificato o della tessera di appartenenza ad una società operaia, o del libretto di operaio o di quello dell'assistenza sanitaria comunale) e assume le prime verbali informazioni sullo scopo della sua richiesta; dopo ciò introduce il ricorrente dal consulente, il quale dà il parere, e, occorrendo, assume gratuitamente la necessaria difesa anticipando, ove occorrano, per atti urgenti a cui il cliente è impossibilitato per indigenza assoluta, le spese relative, che gli vengono poi rimborsate su specifica liquidata dal Presidente dell'Ufficio. L'impiegato sta nei locali anche nelle ore diurne, occupandosi della richiesta dei certificati, dando le opportune informazioni, servendo da intermediario fra il cliente e l'avvocato che ne ha assunto la difesa; risparmiando, in una parola, all'uno e all'altro un lavoro materiale ed incomodo. I processandi per « citazione direttissima ed i detenuti, od i loro congiunti, possono anche nelle ore diurne richiedere all'impiegato un difensore; al che si provvede subito delegando telefonicamente uno dei consulenti. La scelta dei consulenti avvenne finora così: il Collegio dei consulenti discute e delibera in via di massima sui nomi degli avvocati da aggregarsi all'Ufficio, proponendone la nomina al Consiglio della Società Umanitaria. Nella sua scelta si inspira a criteri di moralità ineccepibile e di competenza sicura e speciale nei vari rami del diritto. I consulenti attualmente componenti il Collegio sono 32; è Presidente dell'Ufficio l'avv. Gian Paolo Garavaglia e Segretario l'avv. Mario Porini. L'esperimento, incoraggiato e lodato da eminenti magistrati come il Mortara e da uomini di governo come l'Orlando, favorito dalla Magistratura e dalle Autorità locali, ebbe subito un esito insperato. Sebbene nuovo affatto e poco conosciuto, al 31 dicembre 1907 l'Ufficio, aveva trattato (in 6 mesi) oltre quattrocento pratiche. Nel 1908 l'affluenza dei ricorrenti superò le previsioni, per cui si rese necessario aumentare il numero delle udienze settimanali fissate. Mentre nel 1907 i ricorrenti davano una media di 62 mensili, nel 1908 salirono a 96, a 100 nel 1909 e a 110 nel 1910. Nel 1909 l'Ufficio ritenne necessario istituire sedi corrispondenti in diverse località fuori della Provincia di Milano e nella Provincia stessa; in città e borghi lontani dalla metropoli. Gli Uffici corrispondenti funzionarono specialmente a Bergamo, Busto Arsizio, Gallarate, Codogno, Como, Corteolona, Lodi, Pavia, Varese, coll'ausilio di egregi Professionisti che si prestarono nelle singole località a disimpegnare il servizio di consulenza legale pei poveri. L'attività generale dell'Ufficio a Milano negli anni 1908-1910 risulta dal seguente quadro statistico: MESI
(vedi tabella nell'originale) Per i Lavoratori della Terra.
Le ragioni, i criteri, i mezzi dell'azione nelle campagne.
Uno dei fenomeni più caratteristici dell'epoca nostra è l'urbanesimo: cioè l'accentrarsi rapido e tumultuario dei lavoratori nei centri industriali e cittadini, ciò che è, per le città, conseguenza del prodursi e dell'accentuarsi degli inconvenienti morali, igienici ed economici della sovrapopolazione; per le campagne, è causa di spopolamento, di impoverimento delle migliori e più valide energie produttive: da ciò, il rapido ritorno della terra a sistemi culturali poveri ed estensivi. Per fronteggiare - o quanto meno - per temperare questo fenomeno e le sue conseguenze, l'" Umanitaria " svolge nelle campagne, per mezzo di apposito Ufficio - l'Ufficio Rurale - tutta una complessa e varia opera, ispirata a trasformare l'ambiente veramente disagiato delle campagne, per toglierne le asprezze, per modernizzarlo, per dotare le classi lavoratrici di mezzi efficaci e per presidiarle di tutte quelle istituzioni che valgono alla tutela e alla conquista dei loro diritti, a temprarne e a sollevarne le miserie. Così i lavoratori sentiranno meno il desiderio della vita cittadina; meno facilmente si lasceranno sedurre dai suoi bagliori e dai suoi fascini. Per avere elementi sicuri; per formare le basi razionali alla propria azione, l'Ufficio Rurale - intorno ai fatti, ai fenomeni più salienti della vita rurale - procede a studi e a inchieste, pubblicandone spesso i risultati (gli Uffici di Collocamento per i contadini; le Società Mutue contro gli infortuni della mortalità del bestiame nella provincia di Milano; il Contratto agrario e le condizioni dei contadini nell'alto Milanese; la Statistica delle Organizzazioni economiche nella campagna Milanese; le Cooperative agricole, ecc.). Pubblica e distribuisce gratuitamente opuscoli di propaganda, moduli, istruzioni, manuali; promuove convegni, con- gressi; dà consulti e consigli gratuiti, orali e scritti sulle più svariate questioni, valendosi della competenza propria e di quella specifica degli altri Uffici dell' a Umanitaria » o di specialisti. Per la trattazione in forma semplice, degli argomenti di maggiore interesse, per la divulgazione di studi propri o di altri, dei benefici conseguibili con l'organizzazione e la coltura; per incitare al lavoro, questo Ufficio pubblica un giornale quindicinale, l'Umanitaria per i Lavoratori dei campi, che viene distribuito in numero di oltre 4000 copie a quei soci dell' " Umanitaria " che vivono in campagna, e alle istituzioni operaie. L'opera di questo Ufficio si svolge nelle seguenti principali forme: 1) per la cooperazione; 2) per le Case del popolo e pel miglioramento dell'abitazione; 3) per il miglioramento dei patti colonici; 4) per il collocamento dei contadini; 5) per la mutualità e la previdenza; 6) per la coltura popolare; 7) per l'educazione domestica della donna.
Per la Cooperazione.
L'Ufficio Rurale fa opera di propaganda per promuovere le diverse forme di associazioni cooperative; le assiste nella loro costituzione, nel funzionamento tecnico, amministrativo, contabile. Promuove ed assiste: Cooperative agricole, di consumo, di lavoro e produzione, Forni cooperativi, Cooperative edificatrici, Cooperative di Credito, ecc.
Circoli Operai - Loro Federazione.
I circoli operai hanno per iscopo - come dice lo Statuto-modello a cui è uniformata la maggior parte di essi -: " di procurare ai soci e loro famiglie un luogo di convegno, di ricreazione e di divertimento onesti e morali e di promuovere istituti che giovino agli interessi morali ed economici delle_classi lavoratrici" Rappresentano, quasi sempre, il primo nucleo associativo, da cui si muove la classe lavoratrice rurale per arrivare alle forme più complete, più aristocratiche e benefiche della Cooperazione e della Previdenza. Di queste istituzioni si è fatta una Federazione, che ha per iscopo di procedere agli acquisti collettivi, di dare as- sistenza amministrativa e contabile ai Circoli federati. Comprende ottanta Circoli, distribuiti nella provincia di Milano e vicine, con circa dieci mila soci. La Federazione, che vive ormai di vita propria, con un Segretario stipendiato, costituisce un centro inibitore poderoso, per impedire le facili degenerazioni, alle quali si lasciavano andare i Circoli quando erano abbandonati a sè stessi. I Circoli costituiti, assistiti e federati hanno la loro sede a: Affori, Albairate, Bresso, Bollate (due), Bovisa, Bruzzano, Cardano al Campo (due), Cascina Olona, Castellazzo dei Brazi, Cernusco sul Naviglio, Cesate, Crescenzago, Cinisello, Coarezza, Cologno Monzese, Cornate d'Adda, Corsico, Cormanno, Cusano sul Seveso, Dergano, Greco Milanese (tre), Golasecca,Gorla I, Lambrate, Lodi (due), Lodivecchio, Milano (diciotto), Musocco (tre), Niguarda, Novate Milanese, Paderno Dugnano, Precotto, Pinzano, Pioltello, Robecco sul Naviglio, Sedriano, Seguro, Sesto S. Giovanni, Somma Lombardo (cinque), Villa S. Fiorano, Vimercate (due), Vimodrone, Terrazzano, Trenno, Arluno, Figino di Trenno, Corbetta, Cislago, Uboldo, Senago, Osnago, Nova, Carugate, Quarto Cagnino. Fuori Provincia: Tavernerio (Corno), Soncino (Cremona), Offanengo (Cremona), Incino Erba (Como), Passirana (Como),. Rovate (Corno), Vidigulfo (Pavia). Totale N. 90.
Cooperative Agricole - Loro Federazione.
Queste Associazioni assumono affittanze collettive di terreni, che vengono subaffittati ai soci contadini; acquistano collettivamente le materie prime necessarie all'industria agricola; alcune lavorano e vendono i prodotti collettivamente. Alcune preesistevano all'Ufficio Rurale, che le ha raccolte, in generale, in un profondo disordine tecnico, amministrativo e contabile; altre sono state costituite con l'intervento e l'assistenza dell'Ufficio medesimo. Queste Cooperative sono riunite in una Federazione, cui sono aderenti sei Cooperative: Cooperativa fra contadini di Bellinzago Lombardo con 45 soci e 76 Ea. di terreno; Cooperativa Agricola di Pozzuolo Martesana con 35 soci e Ea. 97 di terreno; Cooperativa Agricola di Vimodrone con 57 soci e Ea. 114 di terreno; Cooperativa Agricola di Calvenzano con 145 soci e Ea. 191 di terreno, con fabbrica di conserve ali- mentari; Cooperativa Agricola di Caravaggio con soci 300 e Ea. 73 di terreno; Cooperativa Agricola « La Madre Terra » di Vailate. La Federazione ha un Direttore tecnico, che oltre ad assistere le Cooperative per l'amministrazione e la contabilità, per gli acquisti e per le vendite collettive, dà anche l'assistenza tecnica agraria ai contadini soci.
Cooperative di consumo. Consorzio delle Cooperative di consumo.
In questo campo d'azione l'Ufficio Rurale ha avuto larghissimo successo, spiegabile con la gravezza dei prezzi dei generi di prima necessità praticati nelle campagne, eguali se non superiori a quelli di Milano, e con la qualità spesso deficiente dei generi stessi. Le Cooperative di consumo costituite nei sei anni di funzionamento dell'Ufficio Rurale sono 92, le quali hanno avuto tutte successo, eccetto quattro, che si sono sciolte. Esse hanno la loro sede a: Abbiategrasso, Corbetta, Gaggiano, Lacchierella, Motta Visconti, Cuggiono, Caselle Landi, Busto Garolfo, Turbigo, Sedriano, Vittuone, Fagnano Olona, Legnano, Gallarate, Cardano al Campo, Cassano Magnago, Golasecca, Sesto Calende, Coarezza, Cimbro, Rho, 'Lampugnano, Saronno, Gerenzano, Casalpusterlengo, Caselle Landi, Maleo, S. Rocco al Porto, S. Stefano al Corno, Cassano d'Adda, Sesto Ulteriano, Bruzzano, Bollate, Milano (sette), Bresso, Chiaravalle Milanese, Rogoredo, Pratocentenaro, Corsico, Gorla I, Locate Triulzi, Cascina Olona, Trenno, Vigentino (tre), Quarto Cagnino, Carate Brianza, Capriano Brianza, Giussano, Desio, Cusano sul Seveso, Nova, Paderno Dugnano, Cinisello, Lissone, Muggiti, Vimodrone, Vimercate, Figino di Trenno, Passirana, in Provincia di Milano. In Provincia di Pavia: Robbio Lomellina, Landriano. In Provincia di Como: Turate, Mariano Comense, Rovellasca (due), Incino Erba, Valmadrera, Ternate, Germignaga, Venegono Inferiore, Roseno. In Provincia di Bergamo: Alzano Maggiore, Romano Lombardo, Mozzanica, Treviglio, Caravaggio. In Provincia di Cremona: Rivolta d'Adda, Vailate. In altre Provincie: Acquanegra sul Chiese (Mantova), Desenzano sul Lago (Brescia), Casale Monferrato (Alessandria), Pontecurone (Alessandria). Un certo numero di Cooperative di questa forma, preesistenti, convergono all'Ufficio Rurale per avere assistenza e sono quelle di : Binasco, Rosate, Rescaldina, S. Colombano al Lambro, Codogno, Affori, Dergano, Cormanno, Crescenzago, Musocco, Niguarda, Novate Milanese, Saggio, Villanova di Bareggio, Nosate, Albiate Brianza, Quinto Romano. Fuori Provincia: Casorate I (Pavia), Bregnano (Como), Cittiglio (Como), Laveno (Como), Crema (Cremona), Calvenzano (Bergamo). Subito dopo iniziato il lavoro di propaganda e di assistenza a favore delle Cooperative di consumo, si constatò la necessità di stringerle in una organizzazione, che provvedesse a fornir loro i generi di maggior consumo. L' " Umanitaria " promosse e sussidiò fin dal 1905 il Consorzio Lombardo delle Cooperative di Consumo, trasformatosi in questo anno in Consorzio Italiano delle Cooperative di Consumo, già affermatosi come un notevole istituto commerciale. Esso ha un capitale sociale di 60 mila lire; fa le forniture a oltre 300 Cooperative per l'importo annuo di oltre tre milioni.
Forni rurali.
È questa una specialissima istituzione largamente diffusa nelle zone - e sono molte - ove esiste ancora la pellagra. Per la propaganda e l'assistenza del nostro Ufficio si sono istituiti forni rurali e cooperativi in seno a Cooperative di Consumo o sorti come enti cooperativi a sè nei seguenti paesi: Corbetta, Binasco, Busto Garolfo, Turbigo, Vittuone, Legnano, Maleo, S. Stefano al Corno, Vaprio d'Adda, Dergano, Baggio, Musocco, Niguarda, Novate Milanese, Melegnano, Gorgonzola. Fuori Provincia: Romano Lombardo (Bergamo), Treviglio (Bergamo). Alcuni sono dotati di forni a riscaldamento continuo; quasi tutti con impastatrici meccaniche, con produzioni medie giornaliere varianti da minimi di 2 quintali a massimi di 8-9 quin- tali. A queste forme associative si ottengono forti sussidi, in base alla legge per combattere la pellagra.
Cooperative di produzione e lavoro. Loro Federazione.
Queste Cooperative hanno per oggetto l'esercizio di speciali industrie rurali : lavorazione dei vimini, degli zoccoli, dei chiodi, ecc.; - di vere e proprie industrie - cotoni, maglierie, ceramiche, mattoni - o l'esecuzione di lavori edili, stradali, di terra. L'Ufficio Rurale ha costituito, assiste e guida circa quaranta di queste istituzioni, alcune delle quali hanno raggiunto sviluppo e potenza, tale da metterle a pari delle prime imprese private esistenti nelle plaghe ove esse funzionano. Hanno la loro sede a: Bareggio, Abbiategrasso, Motta Visconti, Turbigo, Vittuone, Cassano Magnago, Sesto Calende, Borghetto Lodigiano, S. Colombano al Lambro, Casalpusterlengo, Codogno (due), Caselle Landi, Castelnuovo Bocca d'Adda, S. Rocco al Porto, S. Stefano al Corno, Lodi (tre), Cassano d'Adda, Besnate. Fuori Provincia: Monticelli Pavese (Pavia), Pieve Porto Morone (Pavia), Miradolo (Pavia), Cantello (Como), Camnago (Como), Canelli (Alessandria), Partinico (Sicilia), S. Imento (Piacenza), Covo (Bergamo). Cooperative di lavoro assistite: Dergano, Musocco. La maggior parte di esse fa capo a due gruppi federali; l'uno: La Federazione delle Cooperative Milanesi di produzione e lavoro, Sezione Rurale; l'altro: Federazione delle Cooperative del Basso Lodigiano con sede in Codogno, promosse e sussidiate dall'Umanitaria. Questi due istituti federali sovvengono o procurano il credito, dànno il servizio o l'assistenza contabile, i tecnici per la consulenza e per la direzione dei lavori.
Cooperative edificatrici - Loro Federazione.
Il problema della casa non è solo dei grandi centri. In questi è quasi solo problema di quantità, nei centri rurali è di quantità e più di qualità. Per la propaganda dell'Ufficio Rurale e con la sua assistenza si sono costituite le seguenti Cooperative o Sezioni di Mutuo Soccorso per la costruzione e l'affitto - in qualche caso anche per la vendita - delle case e degli appartamenti ai soci: A Bareggio, Sedriano, Vittuone, Arluno, Cislago, Brembio, Cernusco sul Naviglio, Bruzzano, Dergano, Milano (sette), Baggio, Bresso, Cormanno-Brusuglio, Crescenzago, Gorla I, Locate Triulzi, Musocco, Terazzano, Desio, Cusano sul Seveso, Biassono, Sesto S. Giovanni, Vimodrone, Precotto, Bollate, Cinisello, Quinto Romano. Fuori Provincia: Vedano Olona (Como), Civello (Como), Pieve Porto Morone (Pavia), Landriano (Pavia), Rivolta d'Adda (Cremona). Oltre a queste Cooperative l'Ufficio Rurale dà la sua assistenza alle seguenti : Somma Lombarda, Codogno, Affori, Niguarda, Novate Milanese. Attualmente hanno un patrimonio di case costruite o in costruzione per circa 8 milioni di lire. Queste Cooperative per Case popolari si accentrano nella Federazione delle Cooperative Edificatrici con sede in Milano, che dà alle federate i progetti e i preventivi delle costruzioni, la consulenza, la ispezione contabile, o un vero e completo servizio di tenuta dei libri contabili e amministrativi.
Case del Popolo.
Nelle Case del Popolo hanno sede le Associazioni dei lavoratori e gli Istituti vari di istruzione e di educazione, per la difesa e pel miglioramento in genere delle classi lavoratrici. Alcune Case del Popolo sono unite ad abitazioni popolari. Le Case del Popolo alle quali l'Ufficio Rurale ha dato la propria opera sono quelle di : Bareggio, Binasco, Lacchiarella, Turbigo, Sedriano, Vergiate, Cislago, Rescaldina, Caselle Landi, Rosate, Cassano d'Adda, Baggio, Bresso, Gorla I, Musocco, Novate Milanese, Desio, Cusano sul Seveso, Nova, Osnago, Vittuone, Milano (tre), Paderno Dugnano, Cinisello, Vimodrone, Dergano, Affori, Bruzzano, Abbiategrasso, Arluno, Coarezza, Cernusco sul Naviglio, Bovisa, Cimbro. Fuori Provincia: Caravaggio (Bergamo), Calvenzano (Bergamo), Turate (Como), Monticelli Pavese (Pavia), Incino Erba (Como). Totale N. 40. Scuole di Contabilità per i Cooperatori rurali. Ispezioni Contabili.
Le Scuole di contabilità hanno per iscopo di abilitare i soci lavoratori alla tenuta dei registri contabili delle loro Cooperative. Sono gratuite e agli allievi si rimborsano le spese di viaggio. Si tengono a Milano (presso il Museo Sociale), a Gallarate, a Codogno, che sono i maggiori centri della Cooperazione della provincia, e sono frequentate da 250 allievi. Le Ispezioni contabili sono fatte alle sedi delle Società che le richiedono. Esse generalmente vengono eseguite presso le Cooperative delle quali è affidata la contabilità agli allievi delle Scuole di contabilità.
Per la mutualità. Mutue soccorso malattie.
La provincia di Milano e le provincie vicine sono relativamente dense di queste istituzioni. Il còmpito dell'Ufficio Rurale in questo campo è vò1to oltre che a creare nuove associazioni, a modificare nelle esistenti i principi informatori e il meccanismo funzionale. Di questa specie di Mutue ne sono state promosse e costituite 11 con sede a: Binasco, Turbigo, Vittuone, Bovisa, Dergano, Lodi, Melegnano, Graffignana, Concorrezzo, Rescaldina, Pontecurone.
Mutue contro i danni della mortalità del bestiame. Loro Federazione.
Le Mutue di questa specie costituite e assistite hanno la loro sede a: Turbigo, Abbiategrasso, Gerenzano, Nerviano, Cassano d'Adda, Bareggio, Calvenzano, Capriano Brianza, Oriano Ticino, Abbazia (Sesto Calende), Mulino di Mezzo (Sesto Calende). Fra queste Mutue si è costituita una Federazione in base alla legge sulla Mutualità Agraria 7 luglio 1907 sussidiata dall' a Umanitaria » con lo scopo di venire in aiuto alle Mutue che fossero colpite da forte mortalità e di assumere una parte dei rischi - la metà - delle Mutue Federate. Le Mutue Federate contano complessivamente 1480 capi di bestiame per un valore di L. 555.100. Per la Cassa Nazionale di Previdenza.
L'Ufficio cura la propaganda per l'iscrizione alla Cassa Nazionale con conferenze e con scritti e assiste le Associazioni per le iscrizioni collettive. Nel 1910 ottenne che gli Uffici di Collocamento pei contadini di Abbiate- grasso, Codogno, Binasco, Melegnano, Melzo, Lodi, fossero creati Sedi secondarie della Cassa Nazionale di Previdenza e presso di esse si fecero circa 700 inscrizioni, quasi tutte di contadini, oltre alle inscrizioni collettive delle Cooperative Canestrai di Codogno e Casalpusterlengo, della Cooperativa Agricola di Caluenzano e della Mutua Fattorini di Milano comprendenti circa 550 soci.
Patti Colonici. L'Ufficio dà l'assistenza tecnica alle organizzazioni dei contadini nelle trattative con le organizzazioni padronali per la stipulazione dei contratti di lavoro e dei patti colonici. In un quinquennio si sono ottenuti o migliorati i patti colonici ottenuti per le seguenti zone: Circondario di Lodi; Mandamento di Abbiategrasso; Mandarnento di Binasco; Mandamento di Melzo, interessanti complessivamente trentottomila famiglie coloniche. Le caratteristiche di questi patti colonici sono queste: limitazioni delle ore di lavoro; qualificazione dei lavori a seconda delle categorie dei contadini; miglioramento di salari; sostituzione parziale del frumento al granoturco nell'alimentazione; garanzia di minimi di prodotto nelle culture in partecipazione; obbligo dell'assicurazione dei contadini sugli infortuni agricoli e alla Cassa Nazionale di previdenza; norme igieniche e sanitarie sul lavoro e sulle case.
Uffici di Collocamento per i Lavoratori della Terra.
Hanno per iscopo di trovare collocamento alle famiglie coloniche; di registrare i contratti fra padroni e contadini; di garantire l'esecuzione dei contratti stessi. Presiedono questi Uffici, Commissioni miste di padroni e di contadini. Sono istituiti ad Abbiategrasso, Binasco, Codogno, Lodi, Melegnano, Melzo. Nel 1910 furono registrati complessivamente 2028 contratti colonici, comprendenti 4998 contadini e furono fatti 3230 collocamenti di mondarisi. Commissioni arbitrali.
Sono istituite a fianco degli Uffici di Collocamento. Decidono sulle controversie, che sorgono nell'applicazione dei contratti colonici e dei contratti di lavoro. Nel 1910 risolsero 70 vertenze.
Per la cultura.
Biblioteche Popolari.
L'azione per la diffusione di queste istituzioni fu iniziata nel 1907. Sono annualmente sussidiate con somme variabili a seconda della loro importanza. Sono state direttamente fondate le seguenti Biblioteche. In provincia di Milano: Affori, Binasco, Borghetto Lodigiano, Bovisa, Bresso, Busto Arsizio, Cairate, Castellanza, Castelnuovo Bocca d'Adda, Cassano Magnago, Cerro Maggiore, Cislago, Cologno Monzese, Concorrezzo, Crenna, Crescenzago, Cuggiono, Cusano sul Seveso, Dergano, Desio, Fagnano Olona, Gerenzano, Gorla I, Graffignana, Greco Milanese, Pratocentenaro, Lacchiarella, La Santa (Monza), Legnano, Lissone, Magenta, Meda, Melzo, Motta Visconti, Musocco, Niguarda, Noviglio, Parabiago, Precotto, Rho, Rosate, Rescaldina, Rogoredo, Saronno, Sedriano, Sesto Calende, Sesto S. Giovanni, Somma Lombarda, Turbigo, Vedano al Lambro, Vergiate, Vimercate, Vittuone. Fuori Provincia: Legnago (Verona), Cerea (Verona), Noceto Parmense (Parma), Travedona (Como), Ternate (Como), Sogliano Micca (Novara). Sono sussidiate e assistite inoltre le seguenti Biblioteche preesistenti: Abbiategrasso, Casalpusterlengo, Codogno, Gallarate, Melegnano, Monza. Totale N. 66. Di queste ,66 Biblioteche fondate o sussidiate, 55 hanno una dotazione di 52.090 libri e sono frequentate da' 5300 lettori.
Scuole serali per analfabeti adulti.
Sono istituite nei paesi rurali coi contributi degli Enti locali e nostri. Nel 1910 furono istituite le seguenti scuole: Peveranza, Bolladello, Cairate, Bovisa, Sedriano, Maleo (maschile e femminile), Bovisio, Cornate, Porto di Cornate, Corticella Pieve, Incino Erba, Albairate, Villavesco, Cascinazza di Robecco sul Naviglio, Vimercate, Cerro Maggiore, Caiello, Cinisello, Fagnano Olona, Gorla I, Novate Milanese, Graffignana, Capriano del Colle. Totale N. 24. Gli allievi inscritti furono 1219, dei quali 821 ottennero l'attestato di proscioglimento.
Scuole di educazione e di economia domestica.
Hanno lo scopo di preparare le donne a condurre razionalmente e decorosamente l'azienda domestica. Nel 1910 fu istituita presso l'Umanitaria la Scuola Magistrale per la preparazione delle insegnanti nelle scuole e nei corsi popolari e nelle scuole elementari. Frequentarono la scuola 12 allieve di cui 5 maestre elementari. In questo scorcio di 1911 furono istituiti due Corsi popolari a Milano e sei sono in preparazione.
Corsi popolari di lavori femminili.
Si propongono di abilitare le donne dei centri di campagna ai lavori di taglio, cucito, rammendo, smacchiatura e stiratura della biancheria e del vestiario. . Questo insegnamento si è iniziato nel 1911. In questi primi mesi si sono instituite le seguenti scuole: Mombello, Turbigo, Rozzano, Cassano Magnago con 202 allieve regolarmente frequentanti
Questi, a rapidi cenni, i campi di azione nei quali l'Ufficio Rurale lavora. Ma negli interstizi di queste linee fondamentali della sua opera, un'altra - varia, paziente, minuta - compie quotidianamente, riassumendo, quasi in iscorcio e in proporzioni modeste, tutto il programma di difesa e di elevazione dell' " Umanitaria " a favore dei lavoratori. È un lavoro di collocamento e di assistenza, di consiglio, di indicazioni, di incoraggiamento, di spinta, rivolto a migliaia di miseri che esso scova fino nelle ultime borgate della campagna, a cui - forse per la prima volta - sorride un raggio di idealità e di speranza. Le Case Operaie.
L'idea della costruzione di case operaie venne lanciata da qualche membro del Collegio dei Delegati e da qualche Consigliere, poi con particolare amore studiata dal consigliere ingegner U. Pizzorno, indi consacrata in una deliberazione di Consiglio. La determinazione era informata a questi criteri, esposti nella Relazione del Bilancio del 1905: " Il problema delle abitazioni popolari è di tale natura e gravità ed ha così intimi contatti con quelli che più determinatamente riguardano la nostra Istituzione, che non poteva sfuggire alla considerazione nostra: per contribuire a risolverlo nella nostra città e nel limite dei nostri mezzi, fin dall'inizio della nostra attività, dirigemmo quindi ad esso i nostri studi e pubblicando: " La questione delle case opeoie in Milano" e partecipando all'inchiesta comunale. Ma il contributo indiretto non ci sembrava sufficiente ed il nostro Consiglio, accogliendo anche i suggerimenti ed i desideri del Collegio del Delegati, deliberava l'investimento di 2.000.000 di lire nella costruzione di case operaie ". Intendeva il Consiglio con ciò di rivolgere parte del patrimonio dell'Istituzione a un impiego additato da urgente bisogno sociale, e di concorrere, se vuolsi indirettamente, al raggiungimento degli scopi sociali. Considerando il bisogno di case operaie in rapporto alla disoccupazione e in relazione al miglioramento economico, intellettuale e morale dei diseredati, che è scopo precipuo della Società Umanitaria, non si può non riconoscere che l'esistenza di un ambiente impigliare atto a soddisfare le più modeste esigenze della vita operaia, che consenta al lavoratore un riposo sereno e sano dopo la giornata di fatica, permetta ai figli suoi lo svolgersi normale della vita fisica e morale e costituisca per tutti un dolce invito alle gioie domestiche, è indubbiamente la più efficace cura preventiva igienico-morale contro il ribassarsi delle energie dei lavoratori ed il pericolo della loro caduta nella triste massa dei disoccupati per ragioni che non sieno esclusivamente economiche.
Il Quartiere di Via Solari.
La costruzione del primo quartiere di Case Operaie fu incominciata nell'aprile 1905: progettista e direttore dei lavori l'Arch. G. Broglio. Esso sorge su di un terreno posto fuori di Porta Macello e prospettante quattro vie: a sud-est, via Solari; a sud-ovest, via StendhaL a nord-est, via P. M. Loria e a nord-ovest, una via ancora senza nome. Una linea tramviaria attraversante piazza Sant'Ambrogio, via Olona, Via Solari, mette in comunicazione il quartiere con la linea di circonvallazione e la piazza del Duomo. Il quartiere, che ha la configurazione di un quadrato, è diviso in due lotti. Ogni lotto ha la forma di un quadrato su ogni lato del quale sorgono le case di abitazione: cinque in uno, sei nell'altro. Dà ad esse luce ed aria abbondante un vasto cortile centrale. In uno di essi sorge un padiglione costituito da un piano semisotterraneo e da un piano terreno elevato dal suolo circa 2,50; il piano inferiore è ora destinato alla lavanderia, ai bagni e alle docce, il piano superiore a Ricreatorio e Teatro. Gli alloggi, da 1, 2 e 3 camere, ammontano in totale a 240; il numero delle camere è di 480, non compresi i negozi, i locali del portiere e i servizi generali. Ogni camera ha una superficie media di mq. 22 per 70 metri cubi d'aria, esclusi i servizi. Tutti gli alloggi, anche di un solo locale, sono muniti di latrina, di condotto per le immondizie, di acqua potabile, di gas, di balcone e, in gran parte, anche di terrazzini e terrazze. Sono assolutamente soppressi i passaggi comuni e tutti gli alloggi hanno diretto accesso dalla scala. La illuminazione negli alloggi è fatta a gas e a luce elettrica. Provvisto alle esigenze della vita famigliare, soddisfatte le aspirazioni alla vita intima e raccolta, rispettato il bisogno della libertà individuale e famigliare, anzi in qualche modo ricostituito l'asilo domestico in gran parte perdutosi negli altri quartieri popolari, nelle scale che conducono ai ben noti alveari umani, nei ballatoi che servono a numerose donne e bambini, nei passaggi comuni che offendono i pudori, le dignità, le miserie individuali e famigliari, si doveva provvedere, d'altra parte, a suscitare, a cementare il bisogno della vita associata quando questa soddisfa aspirazioni ed esigenze che la vita individuale non può soddisfare, quando essa, coi vincoli di simpatia morale, collo scambio e coll'aumento delle cognizioni, col godimento in comune dei riposi fecondi, alimenta quella grande forza morale ed economica che è la solidarietà. Così nel quartiere operaio della Società Umanitaria fu istituita una benefica Associazione fra gli inquilini che promosse opere di svago e opere di beneficenza, fu istituita la Biblioteca Popolare e la Università Popolare, il Ricreatorio, la Casa dei bambini. Piante e tappeti erbosi nelle vie che attraversano il quartiere e negli spaziosi cortili illegiadriscono e rinfrescano questo piccolo mondo del grande mondo operaio di Milano, disgraziatamente così povero anche del verde salutare e ristoratore delle piante. E molti inquilini adornano i loro balconi gareggiando nel dotarli di piante e di fiori. La decorazione esterna ed interna della casa è stata inspirata a questo desiderio: che essa fosse, nella sua semplicità, indice della vita semplice e modesta che i lavoratori vivono. Nell'interno e nell'esterno le facciate sono uguali ed in tal modo pensate, con grande sobrietà di sporgenze e con l'uso di piastrelle di maiolica, (la assicurare la migliore conservazione e la massima pulizia. Il quartiere operaio di via Solari fu abitato dal 29 marzo 1906; l'amministrazione e il funzionamento furono sempre regolari; i rapporti fra gli inquilini cordialissimi, buona la manutenzione, educatrice e stimolatrice di bene l'azione della Commissione di vigilanza e del custode.
La Casa dei bambini.
Seguendo l'iniziativa della Società dei Beni Stabili di Roma e attuando la genialissima idea della dottoressa Maria Montessori, che della Casa dei Bambini fu la creatrice, I' « Umanitaria » pensò di dotare le sue case operaie di questo nuovissimo istituto di educazione infantile, chiamato ad integrare l'opera di rigenerazione della Casa operaia, facendo del piccolo inquilino oggetto di osservazione costante di libera e razionale educazione. La Casa dei bambini è un asilo d'infanzia sui generis, e per il sistema didattico che vi è adottato e per il luogo in cui esso sorge. I piccoli alunni hanno dei segmenti di legno di varia misura e colore, dei dischetti di metallo di varia grandezza con corrispondenti incavi in un rettangolo di legno, una cassettina a piccoli riparti contenenti lettere ritagliate nel cuoio, eppoi ancora disegni elementari, lapis a colori, casettine, stoffe multicolori e così via. A che serve tutto ciò ? A insegnar loro senza fatica, anzi con diletto, e in corrispondenza al loro sviluppo mentale, le nozioni elementari sulle forme delle cose: dimensioni, peso, colore, nome. Esercitandosi con questi soggetti sotto la guida amorevole della maestra le piccole menti si schiudono alla comprensione di concetti che espressi in forma astratta, riuscirebbero astrusi anche in età più avanzata, e così si famigliarizzano con le forme fondamentali delle cose e le ritengono per sempre. Vi sono dei bimbi che a tre anni e in pochi mesi riescono, colle lettere mobili, a leggere mentre altri stentano ad arrivarci a sei. Il motto « imparare giocando » è qui pienamente realizzato. Ma ciò che più giustifica il nome: « Casa dei bambini » è il luogo dove essa sorge. Si sa, e tutti lo sappiamo e ricordiamo, quanto sia doloroso per un piccolino il distacco dalla sua mamma per andare alla prima scuola.E' uno strappo, uno strazio, trovarsi lontano del grembo materno, nel quale ogni dolore svanisce, che turba non solo il piccolo meschino, ma ne chiude anche la mente e ne ottunde le facoltà percettive, e rende quindi scarso ed incompleto il profitto. La Casa dei bambini si trova nell'edificio centrale delle abitazioni operaie dell'Umanitaria in via Solari, e quindi le mamme tutte possono attendere ai loro lavori e aver pur sempre sott'occhio i loro piccini che la maestra educa e istruisce. Anzi, così, la maestra diventa la collaboratrice delle mamme nell'allevamento dei loro piccini perchè ad esse può dare consigli e insegnamenti giorno per giorno e continuare nell'abitazione l'opera iniziata nella scuola.
Il Quartiere di Viale Lombardia.
Il nuovo gruppo di case popolari della Società Umanitaria doveva sorgere, secondo il primitivo progetto, in prossimità del primo, sull'area già a tale scopo acquistata. Ma il Consiglio della Società, dopo il felicissimo esperimento delle Case in via Solari, ritenne opportuno estendere quanto più fosse possibile i benefici economici e morali dell'istituzione, distribuendo le abitazioni fra i diversi quartieri di Milano invece di accentrarle in una località sola. E, con tale intento, presi gli opportuni accordi col Comune, pur esso allora costruttore di case popolari, la Società Umanitaria acquistò circa diecimila metri quadrati di terreno fuori Porta Venezia, nella località detta delle Cascine Rosse in riparto Rottole, ad un prezzo modesto che rese il cambio di località finanziariamente assai vantaggioso. Su tale area è sorto il secondo quartiere popolare dell'Umanitaria, vicino al quale sorgono ora le costruzioni dell'Ente Autonomo.
Le nuove costruzioni.
Progettista geniale e solerte direttore dei lavori (coadiuvale nella direzione e nella sorveglianza dal Sig. Giovanni Vescia e dall'Ing. Maurizio Jung, come prima lo era stato dal Sig. Pasetti) fu anche questa volta l'architetto Giovanni Broglio. che al problema delle abitazioni economiche ha dedicato e dedica studi e cure speciali. L'architetto Broglio, pur mantenendo fermo nelle linee generali e fondamentali il tipo di costruzione adottato pel quartiere di via Solari, facendo tesoro della sua esperienza. seppe introdurre,nei particolari, felicissime modificazioni atte a rendere sempre più perfezionate queste case, che uno scrittore assai noto di cose economiche recentemente definiva: l'ideale delle case popolari. Il nuovo quartiere è costituito di dodici corpi di fabbrica, otto a tre e i rimanenti a quattro piani oltre il piano rialzato, congiunti fra loro da corpetti di allacciamento e da terrazze elevantisi fino al secondo piano. Tale sistema di costruzione permette all'aria di circolare liberamente negli alloggi, tanto verso strada come verso corte, e agli inquilini di tutti gli appartamenti di godere una vista molto estesa attraverso gli spazi liberi dei vari corpi di fabbrica. Il quartiere ha, come quello di via Solari, un unico ingresso, per cui si accede alle scale da un ampio cortile con tappeti verdi e piante. Gli appartamenti sono duecento quattordici: trentacinque da un locale, otto da uno e mezzo, cinquantacinque da due, settantotto da due e mezzo e trentotto da tre. Sono in totale quattrocento locali grandi, ottantasei mezzi locali, centottantasette cucinette, centonovantotto terrazzini e trentaquattro terrazze. Il mezzo locale è effettivamente una bella cameretta di in. 2,10 per 4,75, che evita gli agglomeramenti antigienici dei componenti le famiglie, senza gravare troppo sulle piccole borse perchè la spesa di fitto è pure essa ridotta della metà. I piccoli locali di servizio sono distribuiti in modo da riunire in un breve spazio le maggiori comodità. Tutti gli appartamenti, anche quelli da un solo locale, hanno la latrina inglese, l'impianto del gas per illuminazione e cucina e le condotture per l'aerazione degli ambienti e per lo sgombro degli oggetti di rifiuto. Anche nelle case delle Rottole furono aboliti in modo assoluto i passaggi e le terrazze comuni. Ogni appartamento, anche di una sola camera, è assolutamente separato dagli altri ed ha il proprio terrazzino con parapetto in cemento che non sporge dalla facciata e lascia quindi all'inquilino la maggiore libertà desiderabile. Le terrazze che congiungono i vari corpi di fabbrica sono divise in due parti, a ciascuna delle quali si accede dal quartierino cui è unita. La decorazione esterna degli edifici e quella interna dei singoli locali è quanto di più semplice e insieme, se non erriamo, di più variato e armonico si possa immaginare.
Il riscaldamento. La Società Umanitaria nel quartiere delle Rottole, ha affrontato anche il problema del riscaldamento delle case popolari e ha munito di apparecchi a termosifone il primo e il quinto corpo di fabbricati, col proposito di provvedere in seguito all'impianto anche negli altri corpi se l'esperimento darà i buoni risultati che è lecito sperare.
L'illuminazione elettrica. Per l'intervento della Società Umanitaria, desiderosa di rendere possibile ai propri inquilini anche l'impianto di illuminazione elettrica, le due imprese cittadine di elettricità (il Comune e la Società Edison) convennero recentemente una tariffa per le case popolari che a tutti consente di adottare tale sistema di illuminazione senza spesa di impianto e con un canone fisso mensile ridotto alle seguenti modeste misure:
Per una lampada da 10 candele L. 0,80 n n 20 n » 1,20 » 30 n » 1,70 Per una coppia commutabile: Per una lampada da 10 candele L. 1,- » » 20 » » 1,45 30 » 1,75
Così, quasi tutti gli appartamenti sono illuminati a luce elettrica e a luce elettrica sono pure illuminati l'ingresso e i cortili del quartiere.
Il costo e le pigioni.
Il merito delle case operaie dell'Umanitaria non è soltanto quello di offrire delle belle abitazioni igienicamente perfette e provviste di ogni comodità, ma è quello di unire a questi vari vantaggi la relativa tenuità del prezzo che le rende accessibili anche alle borse più modeste. L'Umanitaria non è un'impresa di speculazione, ma essa non deve e non può rinunziare ai propri redditi per non pregiudicare tutte le altre numerose e benefiche istituzioni cui presiede o che aiuta con contributi e sussidi. Quindi essa ha fissato il tasso del 3,50 netto per cento al capitale investito nella costruzione delle case, che, pel quartiere delle Rottole, non supera la cifra prevista di un milione. Su tali basi, e per merito del progetto che ha permesso di costruire delle case comode ed eleganti con una spesa non elevata, il canone di affitto di un locale di 22 mq. circa è limitata a 120 lire, quello di un mezzo locale a lire 60, quello di una cucinetta a 40 lire o 45 lire, a seconda della superficie, e pure secondo la superficie è stabilito l'affitto delle terrazze grandi. Vi sono così appartamenti da L. 120 annue, da L. 165, 240, 300. 350 fino a 435. Quest'ultimo canone riguarda gli appartamenti da tre locali interi con cucina separata e grande terrazza. Gli inquilini, ripartiti secondo la professione. del capo di famiglia, presentano le cifre seguenti :
Metallurgici, elettricisti 43 Tipografi, litografi 36 Commessi, fattorini, portalettere . . 32 Muratori, cementisti, verniciatori .17 Falegnami, sarti, calzolai . 19 Operai di stabilimenti industriali. 18 Spazzini, cocchieri, facchini . . .17 Maestri, levatrici, piccoli impiegati 12
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Gli altri appartamenti sono occupati dagli impiegati della Casa, dal personale di servizio e dagli addetti alla Cooperativa Proletaria, che ha le sue maggiori rivendite nel quartiere.
Le opere ausiliari.
I vantaggi delle case popolari non sono tutti racchiusi nel breve spazio dei locali occupati dai singoli inquilini. Il quartiere è l'abitazione di una grande famiglia che ha le sue camere separate, ma anche i suoi ritrovi, i suoi svaghi, i suoi studi comuni. L' « Umanitaria » non è un padrone di casa. ma vuole essere un Ente educatore, e quindi ha dotato le proprie costruzioni di locali in cui sono possibili divertimenti fisicamente e moralmente educativi, e cioè: un campo ginnastico, una palestra coperta, ricreatorio e teatro. La Cooperativa. - Un vasto locale aperto all'aria, alla luce, accoglie il Ristorante Cooperativo condotto dalla Cooperativa Proletaria di Consumo e Produzione, una istituzione assai bene avviata che, nei vasti locali del quartiere ha aperto il suo terzo grande emporio di vendita di carni suine, vendita di frutta e verdura, e persino un negozio di mercerie e di effetti d'uso personale. 11 latte cooperativo. - Al riparto generi alimentari della Cooperativa Proletaria è annessa anche la distribuzione del latte fornito dalla Cooperativa del latte. Gli inquilini del quartiere delle Rottole, e sopratutto le madri, merce gli sforzi dell'organizzazione cooperativa, hanno il vantaggio di poter acquistare, a prezzi inferiori a quelli dei lattivendoli, latte puro, filtrato e immunizzato. — 123 — Per l'istruzione. - Vicino al Ristorante, come invito a tutti quelli che possono dedicare qualche ora al nutrimento del proprio spirito e del proprio intelletto, hanno sede la Biblioteca e la Università popolare. Quest'ultima tiene conferenze, nel vasto salone e vi organizza spettacoli artistici.
La casa dei bambini.
La felicissima istituzione così bene accolta nelle Case di Via Solari da provocare una commovente gara dei genitori e degli stessi piccini per ottenere la preferenza nella ammissione, ha nelle nuove abitazioni una sede migliore. La Casa di Via Solari fu l'esperimento: ora l'esperimento è riuscito tanto oltre le aspettative dei fondatori che sarebbe stata grave mancanza non dedicare alla istituzione speciali cure nel nuovo quartiere. La Casa dei bambini alle Rottole è posta nel quinto corpo di fabbricato: vi si accede dal cortile per un'ampia e comoda scala circondata da aiuole fiorite. Un locale d'ingresso, la sala di direzione, due ampie aule arieggiate, illuminate e capaci di oltre 120 bambini, un locale per i bagni ed uno spogliatoio, tutti riscaldati a termosifone costituiscono l'ambiente sano ed allegro di questa nuova Casa. Le Case Popolari dell' " Umanitaria " non costituiscono dunque soltanto il modesto contributo della Società nostra alla soluzione del più aspro problema economico della città: il problema della abitazione. In esse vive un piccolo mondo operaio, il quale nell'ambiente più sano e più bello e nelle istituzioni che in esso sono racchiuse trova insieme al benessere fisico, il benessere morale, l'educazione dell'animo, l'istruzione dell'intelletto.
Le Case economiche per gli Impiegati della " Società Umanitaria." Per additare l'esempio di un'iniziativa che poteva essere assunta da altri Istituti e quindi concorrere alla soluzione del problema delle case popolari, e per contribuire a dare ai collaboratori dell'azione quotidiana dell'Umanitaria - impiegati e insegnanti - benessere economico e morale, l'Umanitaria costruì presso la sede degli uffici e delle Scuole, due corpi di fabbrica identici per costruzione ed aspetto esteriore a quelli delle Case popolari del viale Lombardia, coll'aggiunta del servizio di caloriferi a termosifone e dei bagni per ogni appartamento. Gli appartamenti sono trentadue, dei quali solo quattro superiori ai quattro locali e sono abitati dalle famiglie degli impiegati e dei fattorini della Società ed Istituti dipendenti. Le comodità di cui sono provvisti gli appartamenti, il canone di fitto relativamente modesto, che pur consente alla Istituzione il reddito stesso ricavato dagli altri elementi patrimoniali, e il luogo dove le case sorgono, circondate da giardini e prossime agli Uffici, rendono tali abitazioni comode e gradite alle famiglie che dal settembre 1910 vi si sono trasferite. La Casa del Popolo.
L'idea di una Casa del popolo che accogliesse tutte le istituzioni dirette all'elevamento della classe lavoratrice risale al 1900, e si deve alle Associazioni di arti e mestieri e alle diverse Istituzioni popolari di previdenza e di coltura di Milano. In quell'anno il movimento operaio cominciava a fiorire rigoglioso; la Camera del lavoro vedeva aumentare rapidamente il numero delle sue sezioni e ogni sezione quello dei propri soci; le opere di istruzione popolare e di arte richiamavano già l'attenzione e il concorso della classe lavoratrice. Quindi il bisogno di locali più ampi di quelli angusti allora occupati dalla Camera del lavoro; quindi il desiderio di raccogliere le opere tutte per cui si esplica la multiforme attività dell'organizzazione operaia in un'unica sede, allo scopo di cementarne e renderne feconda l'unione. Tale progetto subì in seguito varie e non liete vicende, dovute in parte alle oscillazioni e alle crisi della organizzazione stessa dopo il 1902, ma sopratutto, non ostante la promessa concessione dell'area da parte dell'Autorità comunale, non ostante l'ottima volontà e gli sforzi dei promotori, alle gravi difficoltà di indole finanziaria. Nel frattempo la Società Umanitaria, esplicando un'azione diversa, sebbene parallela a quella della organizzazione operaia, aveva istituito numerose scuole professionali pei figli dei lavoratori, costruiva per questi due grandiosi quartieri operai e provvedeva ad opere varie di assistenza e di coltura popolare : Uffici di collocamento, Cassa di sussidio per la disoccupazione, Biblioteche popolari, Uffici di emigrazione, ecc. Le sue molteplici iniziative avevano dato vita ad Istituzioni in località diverse, mentre gli uffici direttivi ed amministrativi della Società rimanevano in via Manzoni 9, nella casa ove ebbe già dimora il benemerito Fondatore. Anche l'Umanitaria senti il desiderio di coordinare e di raccogliere in un locale unico le principali opere ed acquistò a tale scopo, nella vecchia via S. Barnaba, un ampio tratto di terreno coperto di fabbriche (già chiostro, poi istituto di correzione pei minorenni) e si trasferì nella nuova sede insieme alle Scuole e alla Casa di lavoro. Ma il progetto, felicemente riuscito, fece sorgere l'idea di un altro e più grande progetto. Perchè l'Umanitaria, che all'assistenza e all'educazione popolare dedica tutta la sua attività, non avrebbe potuto dar corpo all'idea di istituire a Milano la Casa del Popolo ? L'organizzazione operaia, superate le sue inevitabili crisi di crescenza, aveva ripreso il cammino ascendente: le Cooperative di lavoro e di produzione sorgevano sempre più rigogliose e fiorenti, acquistando, per virtù propria e per lo stimolo, la guida, l'azione della Federazione delle Cooperative, diritto di cittadinanza e di fiducia nel mondo industriale e commerciale Milanese; la Lega nazionale delle Cooperative e la Federazione delle Società di Mutuo Soccorso estendevano dovunque la loro azione benefica di consultazione e di direzione; l'Università e la Biblioteca popolare, quest'ultima retta da un Consorzio, moltiplicavano le proprie Sezioni e vedevano aumentare sempre i rispettivi soci. Al bisogno dello spazio si accoppiava il desiderio sempre più vivo di un coordinamento che stringesse in un vincolo fecondo la Lega di mestiere e la Cooperativa di lavoro, che le opere di coltura rendesse consapevoli delle necessità dell'organizzazione operaia e su questa irradiasse la luce di quelle, che infine completasse e indirizzasse verso forme sempre più elette l'opera di miglioramento economico, intellettuale e morale della classe lavoratrice. E la Casa del Popolo venne istituita, per l'iniziativa dell'Umanitaria vigorosamente coadiuvata dalle varie organizzazioni operaie, non ostacolata, anzi favorita dall'Autorità tutoria e dall'Autorità municipale. Quest'ultima, trasformando in canone d'affitto la concessione dei locali propri insufficienti per la Camera del lavoro, contribuì certamente alla buona riuscita del progetto. Non un chiostro, questa volta, ma un Istituto industriale. il Tecnomasio Italiano, accolse la nuova Istituzione; l'edificio principale dello stabilimento, una vastissima costruzione in ferro e vetrate, mediante l'opera intelligente degli architetti che diressero i lavori, si trasformò in elegante sala di confe- renze e teatro capace di contenere 6-7000 persone in piedi;2000 persone sedute; gli edifici minori accolsero le Sezioni della Camera del lavoro superanti il centinaio, la Lega Nazionale delle Cooperative, la Federazione Italiana delle Società di mutuo soccorso, le Cooperative: legatori, lavoranti in cristallo, lattonieri, pittori e imbiancatori, verniciatori e doratori, ruolini, bastonai, cravattaie; gli Uffici di collocamento per operai della industria e per impiegati, l'Ufficio di consulenza medico-legale, la Biblioteca popolare, l'Università popolare. Quest'ultima dispone di una grande sala adatta anche per eseguire proiezioni e spettacoli cinematografici. Infine, in un ambiente elegante e igienico, ha sede iI Ristorante popolare, organizzato in modo da conseguire il doppio intendimento di dare ai lavòratori, a prezzi modesti, un vitto sano, e di abituarli a quelle norme di temperanza, di igiene e di educazione, che sono essenziali pel miglioramento della classe operaia. Di fianco a questi edifici, come si è detto, altri edifici, vicini ma indipendenti, accolgono le opere della Società Umanitaria, opere anch'esse di assistenza e di coltura popolare. Quindi, un altro fecondo coordinamento: il disoccupato, uscendo dall'Ufficio di collocamento, munito della tessera di iscrizione, trova dinanzi a sè la Casa di lavoro, ove può attendere con tranquillità che l'agognato posto si presenti, l'operaio può iscrivere i suoi figli alle Scuole professionali dell'Umanitaria può ricorrere ai vari Uffici di questa per consigli ed appoggi nei vari bisogni della sua vita; il Museo sociale esercita una azione integratrice dell'Università e della Biblioteca popolare; le varie Istituzioni, insomma, create con gli stessi intenti, sebbene operanti con mezzi diversi, possono scambievolmente aiutarsi e completarsi. La Casa del Popolo non è dunque semplicemente una sede comune a varie Istituzioni, è istituzione e grande istituzione essa stessa, che coordina e completa tutte le altre. Il Teatro del Popolo. L'istituzione del Teatro del Popolo da lungo tempo vagheggiata, poteva divenire un fatto compiuto dopo che l'Umanitaria aveva costrutto nella Casa del popolo un Salone-Teatro capace di contenere duemila persone sedute, tutte ugualmente nella condizione di poter assistere agli spettacoli con la necessaria comodità. E per creare il Teatro del Popolo si costituì un Comitato composto oltre che di rappresentanti dell'Umanitaria, di dirigenti organizzazioni operaie, di rappresentanti l'Università Popolare, di scrittori, artisti, pubblicisti. Il Teatro si propone, in linea generale, di elevare nel popolo il senso dell'arte, offrendogli la possibilità di assistere in un ambiente decoroso e per un prezzo tenue a spettacoli accuratamente scelti da una Commissione di tecnici, fra quelli • che meglio rispondano alle finalità educative che il teatro si propone e siano concepiti ed eseguiti con intenti d'arte; affidandone l'esecuzione ad artisti e a compagnie di prim'ordine. Gli spettacoli avranno luogo una, due volte alla settimana, il biglietto d'ingresso, con diritto a un posto numerato a sedere, costerà da trenta a cinquanta centesimi; Gli spettacoli d'arte saranno accompagnati da conferenze o pubblicazioni popolari illustrative dell'opera e dell'autore. L'esperimento fatto con un grande concerto sinfonico dato dall'Orchestra della Scala e con uno spettacolo drammatico — affidato alla Compagnia Ruggeri — ha dato un esito che ha superato le aspettative dei promotori, in quanto il popolo convenuto nel teatro, ha largamente dimostrato la sua capacità di sentire la grande, la vera arte. Il Teatro del Popolo, oltrechè dal contributo dei soci, dovrà trarre i mezzi pel proprio funzionamento dai contributi degli Enti pubblici che, altamente apprezzando il buon esito degli esperimenti fatti, si sono già dimostrati propensi a concederli. Esso sarà organizzato in modo da seguire e raggiungere, senza deviazioni, lo scopo per cui sorge, di essere cioè un istituto esclusivamente diretto alla ricreazione spirituale e all'educazione artistica del popolo. 9 Il Museo Sociale.
Riserviamo l'ultimo capitolo delle opere aventi sede a Milano al Museo Sociale, non solo perchè esso fu l'ultimo istituto dall' a Umanitaria » creato, ma anche perchè ci sembra che esso sia chiamato a riassumere spiritualmente, come lo fu la Casa del Popolo idealmente insieme e materialmente, l'opera dell' « Umanitaria » e i criteri che la informano. Perchè il Museo Sociale, suggerito all' « Umanitaria » dal compianto conte dott. Umberto Ottolenghi, che fece per la sua fondazione una cospicua offerta, si propone di costituire con la cooperazione degli interessati e degli studiosi, con gli studi, le inchieste, le discussioni, una specie di bussola per l'opera da compiersi dall' «.Umanitaria », per l'opera tutta che, indipendentemente dalla possibilità di azione dell' « Umanitaria », additano le condizioni e i bisogni della classe lavoratrice: e perchè, inoltre, il Museo si propone colle sue scuole-laboratorio, di preparare per l'azione sociale di cooperazione, previdenza, organizzazione, educazione popolare, collaboratori devoti consapevoli della loro responsabilità illuminata. Esso aspirerebbe inoltre ad essere -seguendo l'esempio del Laboratorio di Economia politica, fondato dal prof. Cognetti De Martiis a Torino - una specie di seminario limitato alle questioni di lavoro per gli allievi degli Istituti Superiori di Milano, un laboratorio per quanti, operai, studiosi, industriali, uomini pubblici si occupano dei problemi del lavoro, della Cooperazione, della Previdenza, dell'Istruzione professionale popolare; della Beneficenza, ecc, Lo scopo specifico del Museo sociale è di mettere a disposizione degli studiosi e degli interessati, con informazioni e consultazioni, documenti, modelli, statuti, bilanci, ecc., delle Istituzioni e Organizzazioni sociali che hanno per oggetto di migliorare le condizioni materiali e morali dei lavoratori e di agevolare lo studio sulla base dei documenti e col metodo scientifico, a quanti intendano dedicare la loro attività alle opere sociali. I mezzi coi quali il Museo Sociale raggiunge i suoi scopi, sono: 1° La raccolta dei documenti dell'attività delle Istituzioni sociali; 2° Una Biblioteca ed una Sala di lavoro; 3° La comunicazione agli interessati delle informazioni che potranno essere domandate nei riguardi delle opere sociali; 4° La raccolta permanente o fatta quando se ne presenti l'occasione od il bisogno, di dati su determinati fenomeni demografici, economici, ecc. 5° La guida data a mezzo degli insegnanti delle Scuole annesse al Museo o dei Collaboratori dell'Istituto agli allievi delle Scuole suddette per lo studio di determinati fatti e questioni economiche, sulla base e col corredo dei documenti del Museo; 6° Le Scuole pratiche di legislazione sociale e di cooperazione e la Scuola di applicazione per la Cooperazione, la Previdenza e la Legislazione operaia. Il Museo sociale ha soci e collaboratori. Sono Soci tutti coloro che intendono contribuire allo sviluppo del Museo e pagano una quota annuale di almeno L. 10. Essi ricevono gli Attí del Museo e della Società Umanitaria. Sono Collaboratori gli studiosi che aderiscono a cooperare all'azione dell'Istituto, aiutando l'Ufficio nell'opera di consulenza tecnica, assistendo e guidando i giovani studenti nei loro studi di laboratorio, cooperando alle inchieste e alle rilevazioni statistiche, predisponendo le comunicazioni da farsi agli studiosi ed ai soci. I Soci e i Collaboratori sono invitati annualmente a scegliere due rappresentanti nella Commissione tecnica del Museo. Durante il primo trimestre di sua attività il Museo ha svolto la seguente azione: Comunicazioni. - 1° « Il problema delle abitazioni e la produttività dei muratori n, relatore dott. A. Schiavi. 2° " I senza tetto " Relatore comm. Luigi Buffoli. 3° " Il lavoro a domicilio ". Relatori dott. A. Schiavi e Laura Casartelli. 4° a Il patronato scolastico secondo la legge Daneo-Credaro. Relatore Emidio Agostinoni. Inchiestee studi iniziati. - 1°Inchiesta sul rincaro dei viveri in Milano. 2° Studi sulle scuole di tirocinio operaio. 3° Studi sul Patronato scolastico. 4° Studi sulla Scuola popolare. 5° Studi sulle varie categorie di apprendisti e garzoni operai (muratori, fornai, spazzacamini, ecc.). Pubblicazioni.- 1° II primo fondo librario del Museo Sociale. 2° Il problema delle abitazioni e la produttività dei muratori. Relatore doti. A. Schiavi. 3° II lavoro a domicilio in Milano.
Scuole annesse al Museo Sociale. Scuola serale di Legislazione Sociale.
Si propone di fornire a coloro che si dedichino all'azione sociale svolta in favore delle classi lavoratrici nelle sue diverse forme di Organizzazione, Previdenza e Cooperazione, quelle elementari cognizioni economiche, tecniche, giuridiche ed amministrative che possano rendere più illuminata e competente l'opera loro. Gli insegnamenti impartiti possono - qualora accompagnati dall'esperienza della vita operaia - essere di preparazione all'esercizio delle funzioni di aiutanti ispettori del lavoro, di impiegati in segretariati operai, uffici di collocamento associazioni operaie, ecc. La Scuola ha la durata di due anni e funziona pure per corrispondenza. Ad essa possono, cioè, essere iscritti allievi che, dimorando fuori di Milano, non sono in grado di frequentare le lezioni. Questi ricevono le dispense stampate di ciascuna materia e svolgono i temi che su ogni disciplina sono loro assegnati.
Programma d'insegnamento: Primo Corso: Elementi di tecnologia industriale ed agricola Elementi di economia politica - StatistiCa e metodo- logia per lo studio dei falli sociali - Elementi di diritto privato e pubblico - Igiene del lavoro - Nozioni ed applicazioni di contabilità. Secondo Corso: Economia politica - Statistica: applicazioni - Storia dell'Organizzazione, della legislazione, della cooperazione operaia - Contratto di lavoro - Legislazione operaia: Le leggi protettive del lavoro, Le assicurazioni sociali. Nel 1910-1911 la scuola ebbe: 33 allievi frequentatori e 45 allievi corrispondenti.
Corso serale di Amministrazione e Contabilità per gli addetti alle Cooperative di Produzione e Lavoro.
Esso si propone di fornire agli addetti alle Cooperative di lavoro e produzione, sia come impiegati, sia come consiglieri, sindaci, ecc., le nozioni e la pratica necessarie per la tenuta della contabilità e per la cura d'amministrazione di Aziende Cooperative. L'insegnamento è eminentemente pratico e consiste nella tenuta dei libri necessari per l'amministrazione di una Cooperativa. Al Corso pratico sono aggiunti - come corsi facoltativi gli insegnamenti della Contabilità Generale e di Economia politica compresi nella Scuola di legislazione sociale. Nel 1910-1911 frequentarono i corsi 20 allievi.
Corsi festivi per i Cooperatori Rurali.
Essi si propongono di fornire agli addetti alle Cooperative rurali di consumo, di lavoro, edificatrici, agricole, impiegati, consiglieri, sindaci, ecc., le nozioni e la pratica necessaria alla tenuta della contabilità e alla cura amministrativa di un'azienda cooperativa.
Programma d'insegnamento: Costituzione legale delle Cooperative. - Norme elementari di Diritto. commerciale. - Nozioni di Ragioneria generale. Contabilità applicata alle Cooperative. Allievi iscritti alla Sezione di Milano: 116.
Scuola di Applicazione per la Cooperazione, la Previdenza e la Legislazione Operaia.
Si propone di perfezionare con insegnamenti complementari a quelle delle Scuole di legislazione sociale e di Cooperazione e sovratutto con esercitazioni, indagini, rilievi, prestazioni presso uffici, ecc., coloro che si dedichino all'azione sociale ed abbiano compiuto i corsi delle Scuole suindicate, ovvero si trovino - per pratica e per studi fatti - nelle stesse condizioni, da rilevare per mezzo di esami, dei licenziati dalle Scuole medesime. Il nuovo Istituto vuol essere una scuola pratica, una scuola di osservazione, una scuola laboratorio. Essa ha la durata di due mesi. L'insegnamento e le esercitazioni occupano l'intera giornata. Sono istituite a favore di una parte degli allievi delle borse di studio di L. 200 e borse di L. 100 a integrazione di quei concorsi che i Comuni, le Cooperative, le Associazioni, le Organizzazioni, ecc. stabilissero.
Programma d'insegnamento: Economia - Elementi di Diritto privato e pubblico. - Statistica.- Legislazione operaia. - Igiene. - Contabilità. - Storia e tecnica dell'organizzazione. Coloro che intendono di perfezionarsi nell'amministrazione e nella contabilità delle Cooperative hanno i seguenti corsi complementari: Cooperazione di lavoro: Nozioni sull'assunzione dei lavori pubblici: Leggi e Regolamenti sui lavori pubblici - Leggi e Regolamenti sulle Cooperative.-reventivi. - Cauzioni. - Collaudi, ecc. Cooperazione di consumo: Nozioni di merceologia: Acquisti di merce. - Conservazione. - Prezzo di costo e prezzo di vendita. - Controllo di magazzino, di cassa, ecc.
Nel 1911 (anno d'inizio) frequentarono i corsi 13 allievi. Per dare della natura della Scuola e dei criteri che la informano un concetto più concreto, esponiamo particolareggiatamente l'attività da essa svolta nel primo anno (febbraio-marzo 1911) di suo funzionamento. Per essere ammessi alla Scuola i candidati (impiegati di aziende private, operai, impiegati di Organizzazioni operaie e di Cooperative) dovettero sostenere un esame scritto e orale. L'esame scritto consistette nello svolgimento del seguente tema: « Perchè intendete frequentare la Scuola di applicazione per la Cooperazione, la Previdenza e la Legislazione operaia ». L'esame orale mirò a conoscere la coltura generale dell'allievo e le nozioni elementari di Diritto e di Economia riferentisi alla Cooperazione, alla Organizzazione operaia, alla Previdenza, ecc. Le lezioni cominciarono il 6 febbraio e furono chiuse il 1° aprile. Insegnamenti generali e speciali. Gli insegnamenti generali furono: Economia politica. . lezioni 15 Elementi di Diritto privato e pubblico - Leggi protettive del lavoro . . 22 Statistica . 12 Igiene . . 8 Contabilità . 21 Storia e tecnica dell'Organizzazione . 16 Economia e tecnologia agraria . . 8 Gli insegnamenti teorici furono accompagnati da esercitazioni pratiche di Contabilità e di Statistica. Gli allievi più bisognosi di coltura generale ricevettero speciali lezioni di lingua e di aritmetica da una maestra, licenziata dalla nostra Scuola di Legislazione del lavoro. Gli insegnamenti speciali per la Sezione dei cooperatori, che si costituì dopo 15 giorni di lezioni comuni, furono affidati ad un ispettore dell'Unione Cooperativa, e al dirigente della Sezione Assistenza e credito della Federazione milanese delle Cooperative di produzione e lavoro. Il primo per la - Cooperazione di lavoro e produzione - intese a svolgere il seguente programma: Caratteristiche della Cooperativa operaia - Programma Varie forme di Società e costituzione del capitale - Ammissione dei soci - recesso - trapasso - esclusione - Delle azioni - Responsabilità dei soci, dei consiglieri, del Direttore - Dei contratti di lavoro - forniture - appalti - Gare d'appalto - Licitazione e trattativa privata - Metodo per la compilazione di un preventivo per adire ad un appalto Criteri determinanti l'assunzione di lavori - Assegnazione degli utili di lavoro - Legislazione sulle Cooperative - Esenzioni - Facilitazioni - Legge sulle Società di produzione e lavoro per gli appalti - Commenti e spiegazioni delle leggi N. 178 e 126 del 12 maggio 1904 e del 19 aprile 1906 e del Regolamento per le Cooperative ed i loro Consorzi ammessi ai pubblici appalti. Il secondo seguì il seguente piano d'insegnamento: Tecnologia. - Direzione tecnico commerciale delle Cooperative - Criteri direttivi - Notiziario commerciale - Statistica - Legislazione doganale - Tariffe daziarie - Trasporti - Assicurazioni - Acquisti - Produzione - Costi - Vendite - Controllo di magazzino - Controllo di cassa. Merceologia. - Definizione - Sua importanza per l'espansione dei traffici - Notizie statistiche sulla produzione Analisi economica dei prezzi - Trattazione delle diverse qualità commerciali delle merci e del modo di distinguerle una dall'altra - Vini - Liquori - Coloniali - Generi alimentari diversi - Bonificazione - Generi di pasticceria - Generi di salsamentaria - Formaggi - Salumi - Carni - Combustibili, ecc. - Delle alterazioni - Delle sofisticazioni - Dei saggi più solleciti per distinguere una dall'altra - Della conservazione dei prodotti di maggior commercio - Metodi d'imballaggio da seguirsi per trasportarli più razionalmente sui differenti mercati di consumo - Meccanismi di produzione. Lezioni speciali furono tenute dal Direttore delle Biblioteche popolari sull'ordinamento e il frazionamento delle Biblioteche popolari (7 lezioni), dal capo dell'Ufficio di Emigrazione sui servizi per l'assistenza agli emigranti (5 lezioni), dal capo dell'Ufficio Agrario sulla Mutualità (4 lezioni). La giornata di lavoro degli allievi di 8 ore e mezzo veniva distribuita fra le lezioni, gli esercizi pratici, le visite, le esercitazioni individuali: tema del diario, compilazione delle relazioni sulle visite, ecc.
Visite. Le visite fatte furono le seguenti: Opere di coltura e di assistenza - Associazioni di cooperazione -Organizzazioni operaie, ecc. - Casa del Popolo Lega lavoranti muratori - Federazione del libro; Sezioni: compositori ed impressori - Uffici di collocamento - Uffici di consulenza medico legale - Casa per gli emigranti - Casa di lavoro - Museo degli Industriali per prevenire gli infortuni sul lavoro - Università popolare - Biblioteche popolari - Scuole professionali maschili e femminili, di tirocinio e di perfezionamento - Case operaie - Unione Cooperativa: diversi riparti, laboratori, magazzino - Cooperativa proletaria di consumo - Federazione delle Cooperative di lavoro - Cooperative di lavoro: Cravattaie, Verniciatori, Legatori, Lattonieri, Lavoranti in cristallo, Bastonai, Imbiancatori, Suolini - Federazione nazionale delle Società di M. S. - Lega nazionale delle Cooperative. Stabilimenti industriali. - De Angelis, per l'industria dei tessuti stampati - Binda e C., cartiera - Boschi, per la fabbricazione del vetro bianco - Monti e C., mobili artistici Fonderia milanese d'acciaio - Cotonificio Cantoni a Castellanza.
Le esercitazioni.
Durante il corso furono assegnati agli allievi per un'esposizione orale i seguenti temi: 1° La necessità della coltura popolare: Conferenza di propaganda per l'istituzione di una biblioteca popolare e di corsi di coltura popolare in un quartiere popolare di una città industriale. 2. La Coopera:ione: Conferenza di propaganda per promuovere la costituzione di una cooperativa di consumo in un paese di campagna. 3° Consigli agli emigranti prima della loro partenza per un paese della Svizzera tedesca. 4° I soci di una cooperativa di lavoro domandano un aumento di salario, che i licenziamenti degli operai siano deliberati dal Consiglio della cooperativa e non decisi dal direttore, che siano ripartiti tutti gli utili conseguiti in un ahno. 5° Relazione finanziaria e morale di una Lega muratori con. cassa mutua. 6° Consigli ed incitamenti a operai ed operaie prima del censimento in un centro industriale. 7° Come possa giustificarsi l'interessamento di un cooperatore ed organizzatore per il Circolo vinicolo. Se esso possa essere punto di partenza per una azione d'organizzazione, cooperazione ed istruzione. 8° 11 caro dei viveri e l'educazione domestica della donna. 9° Il tirocinio degli operai e delle operaie. I danni ed i pericoli della piscinina. Consigli a madri ed a padri di famiglia. 1O° La difesa igienica del lavoratore e della lavoratrice nell'opificio e nella casa. 11° Come possa collegarsi la cooperativa di consumo con, quella di lavoro. 12° Come potete migliorare le vostre condizioni. Consigli alle sarte, alle cucitrici di una grande città. 13° L'alimentazione dei contadini del basso milanese e come si possa giovare al suo miglioramento colla cooperazione. Alla trattazione dell'allievo seguiva la discussione coi compagni e coll'insegnante. Della relazione e della discussione un allievo per turno teneva il verbale.
Gli esami.
Chiusi i corsi, dopo 55 giorni di lezioni, gli allievi vennero sottoposti a un esame consistente nello svolgimento di un tema scritto (Importanza del numero dei disoccupati sopra i salari della classe lavoratrice - Istituti diversi di prevenzione e di lenimento della disoccupazione) e nell'esposizione orale su tema dato due giorni prima. Agli allievi che hanno subìto l'esame non vengono rilasciati titoli. Essi ricevono solo il certificato di frequenza, di corso compiuto, di corso compiuto con profitto. Le Sezioni dell'Umanitaria.
Le Sezioni dell'Umanitaria si propongono di svolgere nelle singole località ove sono costituite, il programma di lavoro che costituisce il fine dela Società madre, traendo i mezzi, oltre che dal sussidio di questa, dai contributi degli Enti locali: Associazioni operaie, Amministrazioni Provinciali, Comuni, Casse di Risparmio, ecc. Sorsero, fino ad ora, a: Cremona, Piacenza, Brescia, Verona, Padova, Udine, Biella. Per quanto operino, come si è detto, secondo i criteri informativi della Centrale, pure ciascuna di esse ha uno speciale campo di azione determinato dalle necessità e dalle contingenze locali.
Sezione di Cremona.
Svolge la seguente opera: Assistenza. - Per l'assistenza dei lavoratori, la Sezione di Cremona è riuscita ad istituire, col concorso di diverse Associazioni locali, un Consorzio per gli Uffici di collocamento e un Ufficio di consulenza legale. Il primo svolge, col favore degli operai e degli industriali, la sua azione benefica; il secondo, specialmente destinato a derimere vertenze riguardanti il contratto di lavoro, ha già in vari difficili casi prestato l'opera sua, evitando il pericolo di dolorosi conflitti. La Sezione sta inoltre organizzando un Ufficio di assistenza pei minorenni. Istruzione. - Per l'istruzione, l'opera della Sezione si esplica in modo precipuo con la costituzione di Biblioteche circolanti fra i principali centri della Provincia. Attualmente tali Biblioteche esistono nei comuni di Sospiro, Isola Dorarese, Casteldidone, Cinghia de' Botti, Soncino, Grontardo e Sesto Cremonese; e varie altre se ne stanno impiantando in altri centri. Sezione di Piacenza.
Istruzione. - Dopo l'esperimento fatto con corsi serali di disegno, frequentati da moltissimi lavoratori della città, la Sezione ha contribuito alla costituzione di un Consorzio per l'istruzione professionale degli operai, e ha iniziato le pratiche per la istituzione di una Scuola di Economia domestica. Un primo corso di Legislazione sociale è stato pure promosso dalla Sezione, al quale seguirà presto l'istituzione di un secondo corso. In campagna la Sezione si è adoperata per l'apertura di alcune scuole serali e si è occupata di questioni riguardanti l'insegnamento in varie località della Provincia. Emigrazione. - Fino dal 27 novembre 1910 è stata aperta sul Piazzale della Stazione di Piacenza, per iniziativa della Sezione, la Casa Emigranti, che fornisce un ricovero agli emigranti di passaggio. Nell'inverno il locale, convenientemente riscaldato, costituisce un comodo e decoroso asilo pei numerosi emigranti che vi si rivolgono. La Sezione esercita, inoltre, larga opera di assistenza agli emigranti, fornendo loro informazioni sulle condizioni del mercato di lavoro, e di collocamento dei lavoratori. Per ciò che si riferisce all'emigrazione interna, la Sezione si occupa specialmente dell'assistenza e del collocamento dei mondarisi. E nel programma avvenire della Sezione la costituzione di un Segretariato dell'Emigrazione, che, possibilmente, esplichi la sua opera nelle Provincie di Piacenza e di Parma. Cooperazione. - Largo appoggio la Sezione ha dato alle Cooperative di consumo e di lavoro esistenti, aiutando le prime a superare condizioni assai difficili, cercando di facilitare alle seconde la concessione di opere pubbliche e private. Ha ottenuto la costituzione di un'Agenzia dell'Istituto di credito per le Cooperative con sede presso la Sezione medesima. Nel Bollettino che la Sezione pubblica non manca di illustrare l'opera e l'andamento delle migliori e più forti Cooperative della Provincia per propagarne l'esempio. Attualmente la Sezione dà il suo contributo alla istituzione di una grande Cooperativa di Consumo in città, promossa dall'Associazione operaia. Collocamento operaio. - Fu sino ad ora esercitato direttamente dalla Sezione con buoni risultati; ma ora si sta isti- tuendo un apposito ufficio; che ha già assicurato il pieno favore degli operai e degli industriali della città. Propaganda. - La Sezione pubblica, come si è detto, un Bollettino, allo scopo non solo di far conoscere agli interessati le istituzioni a cui dà vita, ma anche di propagare i principi di previdenza, di mutualità e di solidarietà fra i lavoratori. Pei minorenni e per le Case Popolari. - La Sezione ospita inoltre nella sua sede ',l Patronato « G. D.r Romagnosi» alla cui istituzione contribuì. Il patronato assiste i minorenni abbandonati o traviati ed è largamente sovvenuto dalla locale Cassa di risparmio. Anche l'Istituto Autonomo per le Case Popolari è finora :aiutato e amministrato dall'Ufficio della Sezione. Esso sta costruendo quattro case popolari, per l'importo di oltre mezzo milione, destinate a dar ricetto a numerose famiglie operaie.
Sezione di Brescia.
Assistenza medica e legale. - Mediante la fusione con un istituto precedentemente costituito dall'on. Zanardelli e denominato l'Amico del popolo », funziona fin dal luglio 1908 l'Ufficio di assistenza legale che presta l'opera propria per risolvere piccole controversie e pel patrocinio gratuito a poveri meritevoli d'assistenza; appoggia domande di sussidio presso le Istituzioni locali di beneficenza, interviene a favore di minori, stende ricorsi da presentarsi a pubblici uffici. Al Consorzio infortuni aderirono molte associazioni operaie (al 1 gennaio 1911 erano 39 con 4121 soci). Esso ha gli stessi scopi dell'Ufficio di consulenza medico-legale di Milano, limitati alle questioni sorgenti in caso di infortunio sul lavoro. Ha un proprio medico e un proprio legale. Dal luglio 1908 al dicembre 1910 aveva ricevuto 1707 domande e ottenute Lire 337.480,20 di indennità di fronte a L. 185.484,56 proposte dalle Compagnie. Emigrazione. - L'Ufficio per l'emigrazione ha iniziato l'opera sua verso la fine del 1908. Si propone di provvedere all'assistenza dei lavoratori emigranti fornendoli di notizie, di guide, di consigli. Per accordi con la Casa d'industria e coi dormitori provvede alimenti ed alloggio ai transitanti. Tiene conferenze nei centri di maggiore emigrazione, eseguisce inchieste sull'emigrazione in vari luoghi e distribuisce bibliotechine. Ha istituito due sottosezioni a Breno e a Gardone per la Val Camonica e la Val Trompia. Istruzione. - Non avendo dato buon esito la iniziativa per la costituzione di un Consorzio fra Enti di coltura e previdenza per la formazione di Biblioteche popolari, la Sezione ha iniziato per proprio conto tale opera. Dal settembre 1909 al 30 aprile 1911 sono stati distribuiti 3540 libri ad operai; ed ora si ha una biblioteca di 900 volumi che resta aperta alcuni giorni della settimana. Si fanno anche circolare apposite bibliotechine nei paesi della Provincia e sono state impiantate dieci bibliotechine scolastiche rurali. Previdenza. - Per opera specialmente del colonnello Zamara, Consigliere della Sezione, si fa un'attivissima propaganda per l'iscrizione degli operai alla Cassa Nazionale di previdenza. Dal luglio 1908 all'aprile 1911, l'Ufficio aveva iscritto oltre 2160 persone alla Cassa Nazionale. È stata istituita inoltre nel maggio 1909 una Cattedra ambulante di previdenza, il titolare della quale, oltre a tenere conferenze nei vari luoghi, ha predisposto statuti per cooperative di lavoro, di consumo, per un Consorzio cooperativo, un molino sociale, ecc., ed ha preparato i computi per l'iscrizione collettiva di alcuni sodalizi alla Cassa di previdenza.. Contro la disoccupazione. - Coll'aiuto finanziario del Comune e colla partecipazione delle organizzazioni dei cappellai, litografi e tipografi fu creata nel 1909 una Cassa per la disoccupazione che dal primo gennaio 1909 al 30 aprile 1911 ha sussidiato 64 operai per 2259 giornate a 50 centesimi al giorno. Al 31 dicembre 1910 la Cassa aveva un patrimonio di circa 9000 lire.
Sezione di Verona.
Università Popolare. - È nel terzo anno di vita ed ha 700 soci. Gli insegnamenti sono divisi in tre gruppi: Storia, geografia ed arte; Scienze naturali e sanitarie; Economia, Diritto al Etica. All'insegnamento fu dato quest'anno un indirizzo più pratico, eliminando molte conferenze. È allo studio un progetto di consorzio della Università Popolare con le associazioni operaie cittadine per la istituzione di una « Scuola pratica di legislazione sociale per gli operai », progetto che ha incontrato le simpatie della classe lavoratrice. Ufficio di collocamento. - Funziona regolarmente sebbene nell'ultimo inverno, in seguito ad una gravissima crisi del mercato del lavoro, fossero moltissime le richieste di lavoro e scarsissime le offerte, e quindi pochissimi i collocamenti avvenuti. Ufficio di consulenza legale. - Questo ufficio ha dato e continua a dare ottimi frutti. A prescindere da numerosi pareri forniti in controversie fra capitale e lavoro nascenti da contratto, e in altra materia, l'Ufficio si è occupato di molte controversie per liquidazioni d'infortunio con le case Assicuratrici, addivenendo a soluzioni di pieno gradimento per gli interessati. L'Ufficio ha reso noto questo servizio in tutti gli stabilimenti industriali e presso le imprese di lavoro della città e provincia; ad esso si rivolgono tanto gli operai, quanto i capi fabbrica in caso di controversia. Ricreatori Civili. - Furono riattivate e condotte a termine le pratiche per la istituzione dei Ricreatori civili che saranno quanto prima inaugurati. Fu pure presa l'iniziativa per la costituzione della Mutualità Scolastica che già incomincia a funzionare con buoni frutti. Per l'Emigrazione. - Esiste in Verona un Segretariato di emigrazione corrispondente con l'Umanitaria di Milano, il quale esplica tutta l'opera che in questo campo si può esplicare. La Sezione ha preso accordi con questo Segretariato per aiutarlo nella propaganda agli emigranti: ed il Direttore fece alcune conferenze di propaganda nei centri che dànno il maggior contingente di emigrazione. La stessa opera di aiuto darà nella ventura stagione con la creazione di scuole per gli emigranti. Furono distributi molti calendari per Emigranti. Cooperative. - Si diedero consigli sulla costituzione e sull'andamento tecnico-legale di alcune Cooperative Ora si è presa una iniziativa di grande importanza per il Veronese: la costituzione di una Federazione Provinciale delle Cooperative alla quale hanno aderito di già le più forti Cooperative della città; si sta ora facendo il lavoro necessario per raccogliere un certo numero di adesioni, mediante la propaganda sui giornali. Nella prossima stagione la Federazione sarà costituita con grande vantaggio del movimento cooperativo. Sezione di Padova.
Per l'Emigrazione. - Costituisce uno dei principali còmpiti della Sezione l'assistenza e la tutela degli emigranti. Per gli emigranti all'estero l'Ufficio provvede: alla diffusione di notizie sul mercato del lavoro nei vari luoghi; ad una larga propaganda educativa e di organizzazione, sia mediante la diffusione delle guide e delle pubblicazioni del Regio Commissariato della Società Umanitaria, ecc., sia mediante speciali conferenze; alla istituzione di scuole per emigranti nei principali centri di emigrazione; alla costituzione e circolazione di speciali bibliotechine; alla tutela degli emigranti colpiti da infortunio all'estero; alta ricerca di emigranti di cui le famiglie non abbiano più notizia; alle domande di ribassi ferroviari e di documenti e ad altre molte pratiche di minor conto. Per gli emigranti all'interno la Sezione provvede, negli angusti limiti delle richieste, al collocamento della mano d'opera agricola e alla diffusione di pubblicazioni e di notizie. Assistenza.- La Sezione tenendosi in rapporto con le istituzioni locali operaie e di beneficenza, provvede anche all'assistenza dei bisognosi, aiutandoli ad ottenere sovvenzioni o ricovero da istituti benefici, sussidi di viaggi, iscrizione nell'elenco dei poveri, ecc. Provvede anche all'assistenza in casi d'infortuni, sia direttamente mediante trattative amichevoli cogli Istituti assicuratori, sia, ove occorra, col mezzo del proprio consulente legale. Istruzione. - D'accordo con la locale Camera del lavoro la Sezione ha istituito una Scuola di amministrazione e contabilità per gli operai. Ha contribuito alla riapertura del primo corso della Scuola di legislazione sociale sul tipo di quella esistente presso la Centrale di Milano. Ha provveduto alla istituzione di una borsa di studio per la Scuola Agricola femminile di Niguarda. Ha iniziato le pratiche per costituire un Consorzio delle Biblioteche popolari del Comune di Padova. Cooperazione e previdenza. - Oltre ad un'opera attiva di propaganda pro-cooperazione e previdenza, la Sezione ha fornito dati, statuti e istruzioni per la costituzione di varie Cooperative di Consumo; ha costituito una Cooperativa di lavoro fra i cavatori di ghiaia di Fontaniva; ha dato collaborazione amministrativa, consigli ed istruzioni a Cooperative di lavoro ed agricole costituite in altri centri della Provincia; ha presa l'iniziativa per la costruzione di una Banca Provinciale delle Mutue e Cooperative. Disoccupazione. - Alla Cassa pro-disoccupazione istituita dalla Sezione è iscritta per ora soltanto la Sezione locale della Federazione lavoranti del libro e quindi è limitata l'opera che la Cassa spiega, anche perchè a Padova non si avvertono da parecchio tempo forti crisi di lavoro.
Sezione di Udine.
È la penultima in ordine di costituzione e funziona da poco tempo. Oltre ad esplicare, d'accordo col Segretariato dell'Emigrazione, una larga opera per la tutela e l'assistenza degli emigranti, essa ha indirizzato la sua azione nel campo cooperativo, promovendo l'istituzione di una grande Cooperativa di consumo nella città e di altre Cooperative nella Provincia, e nel campo dell'istruzione, mediante attive pratiche dirette a coordinare l'insegnamento professionale.
Sezione di Biella.
È stata costituita nel maggio 1911 per iniziativa del Segretariato di Emigrazione della provincia di Novara, col seguente programma di lavoro: Mutualità, previdenza, assistenza. - Costituzione di una Federazione provinciale delle Mutue, della Mutualità scolastica, di una Cassa per disoccupati, Pratiche per le iscrizioni individuali e collettive degli operai alla Cassa Nazionale di Previdenza - Istituzione di un Ufficio di consulenza legale. Istruzione. - Biblioteche popolari e circolanti. Scuole professionali, Scuole per emigranti. Credito. - Istituzione di una Banca per le Cooperative. INDICE
11 Fondatore: Prospero Moisè Loria Pag. 7 La Società Umanitaria: La natura democratica dell'Istituzione " 19 Gli scopi, come sono indicati dallo Statuto e i criteri per attuarli " 20 I mezzi " 21 I criteri di attuazione " 22 L'opera. Lo STUDIO DELLE CONDIZIONI DELLE CLASSI OPERAIE: L' ufficio del lavoro " 27 L'ufficio di traduzioni e informazioni " 29 PER IL COLLOCAMENTO DEI DISOCCUPATI: Gli uffici di collocamento " 31 L'ufficio di collocamento per operai in genere . . " 32 L'ufficio di collocamento per panettieri ” 35 L'ufficio di collocamento per pasticcieri " 36 L'ufficio di collocamento per gli impiegati " 36 L'ufficio di collocamento pel personale femm. di servizio " 37 L'ASSISTENZA AI DISOCCUPATI: La Cassa di sussidio alla disoccupazione " 41 La Casa di lavoro )1 44 I SERVIZI D'EMIGRAZIONE: Il Consorzio d'emigrazione " 49 Segretariati locali " 49 Fine del Consorzio ” 50 Casa degli emigranti " 50 L'ufficio di emigrazione 52 Segretariati " 52 Azione all'estero " 52 Scuole Pag. 53 Biblioteche 54 Pubblicazioni 71 54 L'INSEGNAMENTO PROFESSIONALE PER GLI OPERAI: Criteri generali La scuola-laboratorio di elettrotecnica per operai . . n 57 Scuole-laboratorio d'arte applicata all'industria . . " 59 Scuola professionale maschile per l'avviamento alle arti e ai mestieri " 59 Le scuole serali di perfezionamento 61 La scuola del libro 64 La scuola per sarti " 67 La scuola muraria e la scuola per orologiai 7, 67 La scuola professionale femminile Sezione festiva professionale " 71 Sezione festiva domestica " 71 Corso serale di taglio per sarte e cucitrici di biancheria " 72 PER LA COLTURA POPOLARE: Biblioteche popolari 73 Il Consorzio Milanese 73 La Federazione Italiana delle Biblioteche Popolari . " 75 L'Unione Italiana dell'Educazione Popolare 1, 76 PER LA COOPERAZIONE Il 79 L' Istituto di Credito per le Cooperative 79 La Federazione delle Cooperative di Produzione e Lavoro " 83 Cooperative federate "84-85 Credito a favore delle Cooperative federate nell'anno 1909-1910 " 86 Sezione Edilizia " 87 Federazione delle Cooperative Edificatrici ,r 88 Dormitori /1 88 ASSISTENZA : L'ufficio di consulenza medico legale " 89 Gli uffici d' indicazione per i bisognosi " 91 L'ufficio di assistenza legale per i poveri , 98 PER I LAVORATORI DELLA TERRA: Le ragioni, i criteri, i mezzi dell'azione nelle campagne " 103 Per la cooperazione " 104 Circoli operai - loro Federazione " 104 Cooperative agricole - loro Federazione " 105 Cooperative di consumo - Consorzio " 106 Forni rurali Pag. 107 Cooperative di produzione e lavoro - loro Federazione " 108 Cooperative edificatrici - loro Federazione 108 Case del popolo: Scuole di contabilità per i cooperatori rurali - Ispe- zioni contabili " 110 Per la mutualità: Mutue soccorso malatttie 110 Mutue contro i danni della mortalità del bestiame - loro Federazione " 110 Per la Cassa Nazionale di previdenza " 111 Patti colonici " 111 Uffici di collocamento pei lavoratori della terra . . " 111 Commissioni arbitrali " 112 Per la coltura: Biblioteche popolari " 112 Scuole serali per analfabeti adulti , 112 Scuole di educazione e di economia domestica. . . " 113 Corsi popolari pei lavori femminili . . • " 113 LE CASE OPERAIE: Il quartiere di Via Solari " 116 La casa dei bambini " 117 Il quartiere di Viale Lombardia " 118 Le nuove costruzioni " 119 Il riscaldamento " 120 L'illuminazione elettrica " 120 Il costo e le pigioni " 121 Le opere ausiliari " 122 La casa dei bambini " 123 LE CASE ECONOMICHE PER GLI IMPIEGATI DELLA SOCIETÀ UMANITARIA " 123 LA CASA DEL POPOLO 125 IL TEATRO DEL POPOLO " 129 IL MUSEO SOCIALE " 131 Scuole annesse al Museo Sociale: Scuola serale di legislazione sociale ” 133 Corso serale di amministrazione e contabilità per gli addetti alle Cooperative di produzione e lavoro , 134 Corsi festivi per i cooperatori rurali " 134 Scuola di applicazione per la cooperazione, la previ- denza e la legislazione operaia " 134 LE SEZIONI DELL' UMANITARIA Pag. 141 Sezione di Cremona " 141 " " Piacenza " 142 11 " Brescia " 143 " Verona " 144 " Padova " 146 " Udine " 147 " Biella " 147