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L'OPERA PIA CUCINE ECONOMICHE DI MILANO MILANO - Viale Monte Grappa, 8 - Tel. 65.495 EDITO A CURA DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE L'OPERA PIA CUCINE ECONOMICHE DI MILANO MILANO-Viale Monte Grappa, 8 Tel. 65.495

EDITO A CURA DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Facciata del caseggiato in Viale Monte Grappa, 8

(vedi immagine in originale) PREMESSA

A meno di tre anni dal giorno in cui le Cucine Economiche di Milano vennero affidate ad una nuova Amministrazione che ha tenuto fede ai comandamenti del Duce nell'intendere e nello svolgere l'attività dell'Opera Pia non in funzione di carità, bensì di assistenza sociale, - chè, infine, i frequentatori, pur spendendo poco, pagano quel che ricevono, - il Consiglio Direttivo ha voluto raccogliere in queste pagine quanto basta a dimostrare, se pure è necessario, l'utilità della Istituzione e i più cospicui risultati conseguiti in questo periodo di rinnovamento. Dedica la relazione al Presidente comm. Silla Badini, esempio di fascistico slancio e di ambrosiano fervore, interpretando anche il pensiero di coloro che alle Cucine quotidianamente affluiscono e ne traggono sollievo in una atmosfera confortante e cordiale grazie all'impronta di famigliare bontà che al posto di ristoro il comm. Badini ha dato, epperò non dimenticando che la trasformazione radicale dell'organismo, per essere efficace e accolta con lieto animo, ancorchè basata sul miglioramento degli impianti e dei servizi, non doveva andare disgiunta dalla creazione di un simpatico clima morale. Ed il Presidente, che ogni giorno dirige di persona l'attività delle Cucine, vi è pienamente riuscito imperocchè dell'istituzione ha saputo, nello svilupparne l'efficacia, aristocratizzarne lo spirito. I MEMBRI DEL CONSIGLIO DIRETTIVO Abbiano, Maggio 1933 - XI. GRATITUDINE DI POPOLO

IL XXVIII OTTOBRE 1931- IX E.F. COMPIENDOSI IL l° ANNIVERSARIO DELLA RINASCITA DELL'OPERA PIA CUCINE ECONOMICHE VOLUTA CON INSTANCABILE E PROVVIDA OPERA DAL PRESIDENTE Comm. SILLA BADINI CAV. DELL'ORDINE DEI S. S. MAURIZIO E LAZZARO I FREQUENTATORI ED OSPITI DELLA BENEMERITA ISTITUZIONE CON SINCERO ANIMO OFFRONO UNA MEDAGLIA D'ORO IN SEGNO DI GRATITUDINE AUGURANDO CHE EGLI DEDICHI ANCORA E SEMPRE LA SUA NOBILE E DISINTERESSATA OPERA A FAVORE DEGLI UMILI CHE NON DIMENTICANO PLAUDONO E BENEDICONO Quadro di Attilio Pusterla acquistato dal Comune di Milano nel 1912 (dal 1885 al 1929)

(vedi foto in originale) LA RINASCITA (1930)

(vedi immagine in originale) (vedi immagine in originale) UN PO' DI STORIA

IL 28 Ottobre 1931. - decimo dell'era fascista, - le Cucine Economiche di Milano hanno riconsacrato la propria finalità altamente sociale celebrando il primo anniversario d'una potente rinascita, mercè la benintesa audacia e il consapevole ardore coi quali chi oggi presiede l'Istituzione ha inteso richiamarla più genialmente agli scopi per cui venne alla luce e fare in modo che si estendessero a sempre maggior numero di milanesi i vantaggi da essa largiti. Per chi lo ignorasse, l'Opera Pia è sorta nel lontano 1882, ad iniziativa di un Comitato di cittadini che si proponevano di fornire, per un modesto corrispettivo, cibi sani e nutrienti a chiunque li richiedesse, ma preferibilmente ai disagiati. Il favore col quale fu accolta la nobile intrapresa ne suggerì il consolidamento e quattro anni dopo, ossia nel 1886, i promotori chiesero ed ottennero di costituirsi in ente morale, cosicchè l'Opera poté, da allora, rendere continuativa la benefica azione che una transitoria crisi economica, segno dei travagli che caratterizzarono il primo ventennio dell'indipendenza nazionale, aveva consigliato per alleviare molte miserie. Epperò nel 1887, coll'aiuto di generosi oblatori, venne acquistato dal R. Demanio lo stabile che tutt'ora l'Ente possiede in Viale Monte Grappa, 8. Nel 1892 - rivedute le modalità per la nomina dei consiglieri, acciò renderne possibile una logica e necessaria rinnovazione secondo opportunità e per evitare il formarsi di tradizioni e canonicati nella dirigenza che, nel tempo, avrebbero potuto pesare sulla vitalità dell'Opera Pia bisognosa di evolversi per resistere all'urto degli eventi - fu costituito un Consiglio di 15 membri, ma non più come in passato, esclusivamente designati dai costitutori dell'Ente, bensì per un terzo da questi, per altro terzo dall'Amministrazione Provinciale e per il restante dal Comune. Condotte secondo criteri più organici, le Cucine poterono, sotto certi aspetti, migliorarsi. Il servizio, fatto col sistema della gestione in proprio, fu, nel 1903, dato in appalto: naturalmente secondo norme prudenziali e colla sorveglianza diretta della Presidenza. L'andamento rimase quello delle vecchie Cucine popolari, arredate in modo sommario e frequentate per lo più da operai che convenivano a Milano giornalmente per il lavoro. Ma questo speciale pubblico finì, nel periodo posbellico, col diminuire di numero per l'allontanarsi dei grandi opifici che un tempo caratterizzavano il quartiere di Porta Nuova e che il progresso indusse a trasportare le tende in aree più spaziose e in località meglio confacenti. L'attenuarsi del movimento delle Cucine rese, per altro, disponibili dei locali che vennero ceduti in fitto, ad uso negozio e abitazione. L'Opera Pia si tramutò in ente patrimoniale, più che assistenziale. Ma, questo, significava sopprimere gradatamente la ragion d'essere dell'Istituzione, e nel 1928, - dopo aver ridiscussa e segnalata alle Autorità tutorie la convenienza, già emersa dapprima, di ridurre iI numero dei Consiglieri da 15 a 5 per rendere più intima e pratica la collaborazione fra di essi, - si pensò persino al trasloco delle Cucine in qualche zona industriale ove fosse prevedibile un ritorno ad intensa attività. Ottenuta, nel 1929, l'approvazione della progettata riforma del Consiglio su nuove basi, vennero eletti gli attuali amministratori nelle persone dei signori: Badini comm. Silla, Rocco dott. Rinaldo, Penati geom. Cesare, Granata cav. Armando e Cremaschi cav. Vittorio. Insediandosi, tale consesso direttivo nominò presidente il comm. Silla Badini che, per l'alacre e provvida opera prestata in altri enti analoghi, appariva il più adatto alla carica. Esaminato il programma concepito dal precedente Consiglio, egli rivelò subito chiarezza di idee ed energia di propositi. Si oppose - agli effetti d'un eventuale trasferimento altrove dell'istituzione - alla ventilata idea di vendere lo stabile di Viale Monte Grappa, in quanto l'alienamento in parola avrebbe potuto rappresentare forse un miraggio speculativo per qualsiasi compratore, ma certamente un danno per il patrimonio dell'Opera Pia; delineò, per contro, una serie di rimedi e di provvidenze acciò richiamare le Cucine in florida attività, Provvedimenti di natura tecnica e morale. Innovazione di impianti, depurazione riadattate le sale con sobrii e tuttavia eleganti rifacimenti, le Cucine Economiche sono oggi diventate ritrovo non solo di operai, ma di professionisti, impiegati, commissionari in transito e così via. Cosicchè, lo scopo tenacemente perseguito di dotare Milano d'una Istituzione confacente coi bisogni odierni, - e capace di dare alle categorie di cittadini meno abbienti cibi sani ad esiguo prezzo ed in locali decorosi, - può dirsi raggiunto nonchè assicurata la possibilità di una gestione viva e vitale con mezzi ordinari. L'Ente, infatti. è oggi autonomo e, grazie alla saggezza amministrativa del suo preclaro animatore comm. Badini, - ha già conseguito utili di bilancio che vengono e verranno accortamente impiegati a vantaggio dell'attrezzatura interna e, comunque, dei frequentatori senza chiedere oblazioni e quindi coll'orgoglio di largire migliorie e benefici coi propri risparmi. Il movimento di cassa va avvicinandosi al mezzo milione annuo. L'opinione pubblica si è spesso pronunciata. Giornali italiani e stranieri, missioni di studiosi dei problemi di assistenza sociale, - fra cui una Delegazione russa e il Consolato d'America a Milano, - hanno già detto con univoco slancio il loro plauso alle rinnovate Cucine, consacrando con questo elogio l'utilità di esse e facendo seriamente pensare all'opportunità di crearne delle altre in diversi rioni popolari ove uguali bisogni dovrebbero venir conciliati con esigenze di tempo, assai limitato per i pasti di chi lavora. dell'ambiente ridotto, nel dopoguerra, a vivacchiare su un pubblico in prevalenza composto di mendicanti, Potè sembrare audace e insperabile, tuttociò. Ma il comm. Badini vi si è dedicato con tale ardore, con si giovanile entusiasmo, con tanta fede e sacrificio di sé che il miracolo, germinato nel solco di una ragionevolezza tipicamente ambrosiana e di una competenza insueta, ha potuto compiersi. E, chi rammenta le Cucine di un tempo, può asserire di non più riconoscerle tanta è la pulizia, la modernità delle installazioni, la bontà dei cibi e l'atmosfera di ordine e di cordialità che vi regnano. Rinnovati gli interni dello stabile con sapienti tocchi e con mite spesa, - che aggirandosi sulle 70 mila lire ha incrementato il valore dell'edificio di circa trecentomila, - il comm. Badini sciolse, alla scadenza, il contratto d'appalto e tornò al metodo della conduzione in economia, sobbarcandosi personalmente l'onere, tutt'altro che lieve, di assistere e di presiedere costantemente alla distribuzione dei due pasti quotidiani, di provvedere agli acquisti dei generi ed a quant'altro é necessario pur di risparmiare al bilancio la spesa d'un funzionario dirigente. « Le Cucine devono essere gestite da noi e tutti i locali della sede restituiti alla primitiva destinazione ». Tale fu il suo intendimento, e dodici mesi gli bastarono per dimostrare la fondatezza di questo proposito concretato nei fatti. Allontanati gli inquilini che occupavono parte dell'edificio, riadattate le sale con sobrii e tuttavia eleganti rifacimenti, le Cucine Economiche sono oggi diventate ritrovo non solo di operai, ma di professionisti, impiegati, commissionari in transito e così via. Cosicchè, lo scopo tenacemente perseguito di dotare Milano d'una Istituzione confacente coi bisogni odierni, - e capace di dare alle categorie di cittadini meno abbienti cibi sani ad esiguo prezzo ed in locali decorosi, - può dirsi raggiunto nonchè assicurata la possibilità di una gestione viva e vitale con mezzi ordinari. L'Ente, infatti è oggi autonomo e, grazie alla saggezza amministrativa del suo preclaro animatore comm. Badini, - ha già conseguito utili di bilancio che vengono e verranno accortamente impiegati a vantaggio dell'attrezzatura interna e, comunque, dei frequentatori senza chiedere oblazioni e quindi coll'orgoglio di largire migliorie e benefici coi propri risparmi. Il movimento di cassa va avvicinandosi al mezzo milione annuo. L'opinione pubblica si è spesso pronunciata. Giornali italiani e stranieri, missioni di studiosi dei problemi di assistenza sociale, - fra cui una Delegazione russa e il Consolato d'America a Milano, - hanno già detto con univoco slancio il loro plauso alle rinnovate Cucine, consacrando con questo elogio l'utilità di esse e facendo seriamente pensare all'opportunità di crearne delle altre in diversi rioni popolari ove uguali bisogni dovrebbero venir conciliati con esigenze di tempo, assai limitato per i pasti di chi lavora. OPINIONI DI FREQUENTATORI

Dal voluminoso libro del pubblico - istituito il 28 Ottobre 1930 per conoscerne i desiderii e gli eventuali reclami -togliamo questi pensieri che riassumono le opinioni di tutti:

«La vostra istituzione è degna del più grande plauso. Trovo ottimi i pasti ed il locale: affabile il personale di servizio e degna di vera ammirazione l'ottima organizzazione. Sempre augurandomi che questa Istituzione non venga a mancare». Angela Diodato.

«La Cucina Economica è una di quelle opere buone e sane, che, come le persone buone, nella vita, sono di conforto e si ricordano sempre e volentieri ». Giovanni Candiani.

«Il trattamento sotto ogni rapporto é semplicemente lodevole : ci si trova veramente come in famiglia». Mirabelli Lino,

«Se la carità è una restituzione - come ben disse Schopenhauer - l'aiuto non peloso allo squattrinato, sotto questa forma del mite prezzo, è altamente encomiabile» G. Somigliana. « Auguro a questa On. Istituzione la possibilità di estendere in ogni rione di Milano un esercizio come quello a cui ha dato vita il Comm. Silla Badini. » Antonio Oris, operaio.

«. . . Basta mettere piede nel locale delle Cucine Economiche per accorgersi che un'anima eletta vi presiede non solo ma presta ad essa con gentilissimo disinteresse la propria alacre opera cui non sfugge alcun particolare. Non parlo solo dei piatti confezionati con ogni cura possibile ad evidente prezzo di costo, ma alludo a quel complesso di cure, mediante le quali un gentiluomo artista ha saputo trasformare in qualche mese un tristo locale pietoso in un altro attraente sotto ogni aspetto, vasto'e luminoso. Siccome si è fortemente voluta dal regime ogni elevazione degli umili nessuna opera può dirsi più fascista di questa » . Cap. E. Fuartina.

«Dal vitto e dalla pulizia che sono quì dentro si comprende la bontà e lo stile dell'Istituzione.» Cav. Giuseppe Luoni, macchinista F.F.S.S.

« Orgoglioso della mia onesta povertà sento il dovere di dire il mio commovente grazie a chi con tanta bontà e avvedutezza generosa sta alla disinteressata istituzione quale presidente nobilissimo » Bruno Bianchi.

«Le Cucine Economiche di Viale Monte Grappa non rappresentano soltanto una pregevole e ben diretta Istituzione, bensì la pietra miliare d'una strada maestra che le Autorità di Milano dovrebbero opportunamente seguire, ancorchè questa forma assistenziale è importantissimo ausilio per chi ha scarsi mezzi e tuttavia sdegnerebbe di chiedere l'elemosina.» A. S. Giustiniani.

« Perseverate e vi farete onore ». Angelo Masiero.

«In considerazione della quota, in verità assai mite ed alla portata della più modesta borsa, la qualità è ottima e la quantità abbondante».. Aviere Mario Cannonero.

«Le vicende della vita mi hanno portato attraverso tutta l'Europa, dalla Russia alla Rumania, dall'Inghilterra alla Germania, ma una così bella ed utile istituzione come le Cucine Economiche di cui il Comm. Silla Badini regge le sorti, non mi è stato dato trovare.

« Non è la carità che quì si riceve, ma bensì la generosa ospitalità del Popolo Italiano. Avanti, sempre avanti, è così che si deve fare il bene ». Rag. Angelo Corradini, suddito spagnolo.

« Ammiriamo: non c'è che un voto, che si moltiplichino queste Cucine Economiche per il bene degli umili », Vittorio Carabelli - Mario Casarbelli.

« ...Laudando et plaudendo ! » - Rag. Cesare Barozzi. I PRESIDENTI DELL'ISTITUZIONE

MELZI duca LODOVICO 1885

VILLA PERNICE dott. comm. ANGELO 1886 - 1890

CERNEZZI nob. cav. avv. PAOLO . 1891

GALLUZZI nob. CESARE 1892 - 1899

PONZINIBIO avv. ACHILLE . 1900

STANGA marchese comm. FERDINANDO 1901

BAZZERO conte avv. CARLO, 1902

VENEGONI rag. DANIELE. . 1903

BAZZERO conte avv. CARLO 1904 - 1911

NEGRONI PRATI MOROSINI conte comm. ANTONIO 1912 - 1914

ARRIGONI nob. cav avv. CARLO 1915 - 1917

MIGLIORI comm. GIUSEPPE 1918 - 1919

CARONES nob. cav. AGOSTINO 1920 - 1926

CHIERICHETTI rag. ETTORE f.f. 1926 - 1929

BADINI comm. SILLA . . 1930 (in carica) (vedi immagine originale) (vedi immagine originale)