Wikisource:Collaborazioni/SBM/testi/Relazione del Comitato Esecutivo per l'Esposizione Nazionale

Da Wikisource.

R. ACCADEMIA DI BELLE ARTI IN MILANO RELAZIONE DEL COMITATO ESECUTIVO PER L'ESPOSIZIONE NAZIONALE DI BELLE ARTI E PEL SECONDO CONGRESSO ARTISTICO nel 1872 RELAZIONE DEL COMITATO ESECUTIVO PER L'ESPOSIZIONE NAZIONALE DI BELLE ARTI E PEL SECONDO CONGRESSO ARTISTICO IN MILANO nel 1872

Letta al Consiglio della R. Accademia di belle arti nella Seduta del 30 dicembre 1872 Signori Accademici, Un'epoca certamente memoranda negli annali della Accademia e in quelli della città nostra, resterà il periodo che testè noi abbiamo attraversato. Dacchè siamo costituiti a nazione è la seconda volta questa che da essa una grande festività artistica abbia tolto il suo titolo. Se a noi toccò l'onore di recarvi indirizzo ed ordine, se, anzi, vi procedemmo risoluti, egli fu mercè vostra e in nome vostro, poichè vi piacque investirci di un'autorità, qui, unicamente a Voi consentita. Ora, l'opera del Comitato appartiene alla sfera dei fatti compiuti. Ciò che non è ancora compiuto è il debito di esso verso di Voi. Interpreti della vostra mente è il manco che per noi si debba rendervi aperto come l'abbiamo interpretata. Ma, poichè ormai ogni discussione sarebbe superflua, nè spirito di controversia ci move, noi non vi esporremo, qui, che dei fatti, e nell'ordine in cui si sono succeduti, senz'altro inten- dimento che quello di porre l'opera nostra sotto la tutela d'un Istituto illustre, affinchè con maggior fiducia siaci chi vi si affidi e chi se ne giovi pel suo meglio e per l'onore dell'Arte e del Paese. La buona ventura d'accogliere nel seno della città nostra la trascorsa festività dell'Arte, noi dobbiamo, voi ben lo sapete, al primo dei Congressi artistici italiani, quello di Parma. Ma la memoria deve pur dirvi che, mentre il voto della finale sua convocazione de] 18 settembre 1870 , proclamava Milano sede del secondo Congresso pel successivo anno, in una precedente adunanza veniva letto ed altamente applaudito un voto per l'istituzione di Esposizioni artistiche nazionali, decorrenti con vicenda biennale e per turno nelle maggiori città del Regno. Dobbiamo noi attribuire a cotesto voto, onde si sarebbe trovata in certa qual guisa compromessa la costante simultaneità delle due istituzioni, che, nel caso di cui trattasi, è la più desiderabile delle combinazioni, se ebbe luogo quel lungo avvicendarsi d'idee divergenti corse tra il Ministro e l'Accademia sulla loro più opportuna effettuazione successiva? - A Voi, che avete chiamato una speciale Commissione (*) a risolvere il quesito, deve restarne ricordanza. L'amore (*) Prof. comm. Giuseppe Bertini - Conte comm. Giberto Borromeo - Prof. cav. Camillo Boito - Prof. cav. Antonio Caimi - Professore comm. Francesco Hayez - Dott. cav. Tullo Massarani Cav. Salvatore Mazza - Prof. cav. Giovanni Strazza. del luogo natio sollecitava il ministro Correnti a volere in Milano nel 1871, non soltanto il Congresso, ma anche un'Esposizione nazionale al fine di raccogliervi intorno quantó potesse il Ministero disporre di denaro in pro delle arti belle per gli acquisti dell'anno; dall'opposto lato, insisteva l'Accademia, e ad essa aggiungevasi la Società degli Artisti, rimostrando in nome dell'interesse dell'arte, in vista delle difficoltà che presentava il programma escogitato, in considerazione dei preparativi necessari alla città ed alla sospensione degli animi pei casi ond'era, in quel momento, turbata la pace europea, affinchè Congresso ed Esposizione venissero differiti al 1872. L'intento dell'Accademia, e, oseremmo asserire, il desiderio pubblico prevalse. Il Ministro , con officio del 7 maggio 1871, cedeva alle ragioni instanti che da più lati gli giungevano, assentendo alla prorogazione invocata, prorogazione resa ancor più legittima da un voto favorevole del Comitato parmense ond'era pur partita la proposta del primo ordine di successione. Signori, se noi ricordiamo cotesti prodromi non è senza motivo. Lontani dal voler crescere vanto alla benemerita opera dell'Accademia, deve ben essere concesso di mettere in sodo un fatto di non lieve interesse per queste solennità dell'arte, ed è l'essersi venuto per tal modo a costituire l'alleanza dei Congressi artistici e delle Esposizioni nazionali, ed insieme, anche, il loro succedersi a periodi biennali, di cui dobbiamo, se i destini ci sorrideranno, augurarsi lungo il connubio, il quale, come che già sia nella natura delle cose, ora è fatto più certo per la consacrazione ottenuta dal Congresso nostro nella proclamazione della doppia festività a Napoli pel 1874. Così chiudevansi gli atti preparatorii dell'Accademia alla vigilia dello iniziarsi di quelli del Comitato. E questo usciva dal voto vostro ai 17 maggio, dieci giorni dopo il mentovato decreto ministeriale. Le fasi della completa e inalterata sua costituzione non danno argomento di ricordo, se non sia che, ai primi passi, ebbe effetto l'aggregazione autonoma, in virtù delle facoltà onde fu investita, di alcuni membri, per cui fu reso più saldo e più compiuto il suo assetto, sicché tale rimase composto, quale oggi a voi si presenta. Base, poi, al suo procedere fu il programma compilato dalla Commissione accademica ricordata, e fatto vostro per effetto della sanzione concessagli nella medesima seduta accademica. Il Comitato non tardò ad accingersi al lavoro. Mettersi dinanzi l'anzidetto programma dell'Accademia, ponderarne le diverse proposte, distinguere quanto di possibile e di più urgente eravi, avvisare alle vie per raggiungere i fini designati, occuparono i suoi primi pensieri. L'Esposizione d'opere d'arte contemporanea, il Congresso artistico ne furono il cardine: loro si aggrupparono intorno una seconda Esposizione di opere d'arte antica, una terza comparativa di saggi scolastici, la pubblicazione di un lavoro che illustrasse la mente e le opere del Vinci, la ricomposizione del monumento scolpito dal Busti per Gaston di Foix, una guida esplicativa e figurata dei principali monumenti della città. L'opera, come vedete, varia e multiforme, voleva gruppi d'azione diversi intorno ad un centro solo. Egli è appunto ciò cui si pose l'animo nell'ordinamento nostro; talchè centro rimase il Comitato, e raggi che da esso partivano per restituirvi il frutto dei loro lavori, Commissioni o Sottocommissioni coll'incarico di particolari cómpiti. In siffatto organismo, poi, ci giovammo, non che dei membri del Comitato, di quanti per capacità e per specialità di studii potevano tornarci a valido aiuto. L'azione del Comitato, così diversa, anzi divergente, non saprebbe meglio essere compresa e riassunta che delineando partitamente il procedere delle imprese singole in cui ebbe ad elaborarsi l'attività di quanti ci porsero mano. Permettete adunque che, per rendervi piena e giusta contezza di quanto fu fatto, sia per noi seguìto cotesto ordine. Esposizione Nazionale dell'Arte contemporanea. Scopo questo il principale della costituzione del Comitato, ne fu anche la principale preoccupazione. Colla sua circolare del 3 agosto 1871, era annunciata cotesta festività artistica alle Accademie Reali e alle Istituzioni d'arte d'Italia, mentre una Commissione (1) si accingeva a porre le basi del regolamento. L'effettuazione si delineava facile e spontanea per un'Istituzione, come la nostra, cui la via era tracciata dall'esperienza delle Mostre annuali. Opponevasi soltanto la questione del numero maggiore, ben prevedibile, e col numero, la questione del luogo opportuno. Non occorre dirlo, perchè tutti non sentissero l'insufficienza dello spazio di Brera per un'Esposizione che doveva abbracciare l'intera Italia, laddove già questo mostravasi scarso alle ordinarie solennità. Premeva, poi, ancor più il proposito di non inframmettere e, quello che sarebbe stato peggio, di non mascherare le opere dell'arte antica onde si onora la Pinacoteca nostra con quelle della pittura odierna. Le menti vagavano, adunque, anche prima dell'istituzione del Comitato, alla ricerca del luogo acconcio. Già la Commissione accademica al Ministro, in uno scritto del 12 dicembre 1870, a ciò preconizzava il Salone del pubblico Giardino, che allora stavasi restaurando , benchè, poscia, nel programma suo pel Comitato , fermasse (1) Prof. cav. Camillo Boito Prof. cav. Antonio Caimi - Professore cav. Eleuterio Pagliano: - più tardi, venne aggiunto il segretario del Comitato. il pensiero sul palazzo di Brera, indicando come si potesse approfittare del grandioso suo cortile. Questa proposta però davanti al Comitato parve di grave momento. L'idea di coprire il cortile di una tettoia di cristallo si presentava splendida di primo tratto; ma traeva dietro di sè la prospettiva d'un lavoro arrischiato, d'una spesa ingente, d'un mutamento radicale del suo aspetto e della sua destinazione, di una compromissione degli ordinari suoi servigi, e per soprappiù, senza indurre la persuasione di porgere all'arte, e principalmente all'arte della pittura, quelle condizioni di luce e di postura che hanno tanta parte nel suo prestigio. Il pensiero tornava al Salone che stava in quel momento per essere occupato dall'Esposizione industriale: si consentiva d'attenderne gli effetti e d'attendere altresì quelli degli edifici temporanei che vi si richiedevano annessi , nel presentimento di un'eguale necessità per un'Esposizione d'arti belle. Non è che, infrattanto, non si movesse intorno l'attenzione per scoprire dove, nella città, del pari o meglio, potesse essere allogata cotesta Mostra, imperocchè - e nessuno meglio di Voi lo sa, - l'arte, nelle sue manifestazioni per raggiungere il suo fine visuale, vuole nel luogo speciali condizioni di luce, di distanza, di colorazione delle pareti; vuole comodità di osservazione, isolamento del luogo all'evento d'incendi, e inoltre, nel caso concreto, di un vasto convito nazionale, dove- vasi avere presente la necessità d'ampiezza di aule e di pluralità di porte verso l'aperto, di molteplicità e varietà di siti di servizio, di agevolezza di accessi, non che per le persone, per le carrozze. Riconosciamolo: se è sempre ardua la scelta di luogo adatto per una grande Esposizione, lo è al sommo grado nel caso in cui si tratti d'opere di belle arti: e valga l'evidenza dei fatti che queste solennità in Europa hanno richiesto sempre appositi edifici, e li hanno spessissimo suscitati unicamente per la circostanza. Nonostante cotesto convincimento in noi tutti, non ci rifiutammo alle indagini che privatamente venivano dello stesso Ministro consigliate. Fra gli edifici onde avrebbesi potuto trarre buon partito, ci era fatto presente il grande Seminario arcivescovile. Non si ommise di prenderlo ad esame. Il Comitato vi si recò personalmente riunito; ma bastò una sola visita per far tutti persuasi dell'insufficienza dello spazio, e più ancora, dell'incompatibilità di esso colla destinazione. Monumentalmente magnifica la vasta corte, ricinta, com'è, di portico architravato; ma questo scarso di latitudine, meno di cinque metri, corsie disadatte alle opere davanti all'irrompere della moltitudine dei visitatori: incomodo e disordinato poi il giro per questi: i luoghi interni di una povertà e grettezza monastica, sopratutto privi di luce: difetto di ampi luoghi di servizio: mancanza d'un doppio ed ampio sfogo pel movimento della folla all'ingresso e all'uscita: accessi, in generale, angusti e mal disimpegnati. D'altra parte, ogni sforzo di buona volontà non avrebbe condotto che a chiudere le ali dei portici, ad erigere delle costruzioni temporanee nell'impluvio del cortile, a gravi spese infine, nonostante la gratuita concessione dell'edificio, e ancor questo col risultamento deplorabile di offendere i lineamenti del monumento, che si sarebbe voluto mettere in vista e far valere , di deturparlo appunto con incondi te superfetazioni di assiti e di baracche, quegli appostamenti istessi che la stessa Accademia da cui tenevamo il mandato, aveva di recente solennemente riprovati per altri edifici di questo al pari degni e per fine al presente identico. La mente doveva rivolgersi di nuovo o al palazzo di Brera o al Salone del pubblico Giardino. Si riconobbe inevitabile l'uscire da cotesto doppio partito. Pel primo stava la maestà del nome, la magnificenza architettonica dell'edificio, l'opportunità della situazione; ma non se ne affacciavano meno gli ostacolí: mancanza di un corso regolare e continuo per la folla; complicazioni inerenti agli impegni colle abitazioni esistenti; ristrettezza di spazio, necessità quindi di costruzioni accessorie nei cortili o nelle circostanze ; ravvicinamento inevitabile e inopportuno della Mostra dell'arte moderna con quella antica ; con che anche, una sola Esposizione invece di due. Per l'altro edificio, il Salone del Giardino, concorrevano condizioni che si equilibravano del pari: se non perfettamente acconcio il luogo, non del tutto disadatto, come l'esperienza aveva insegnato; maggiori le spese e gli impegni, ma terreno ampio e libero per svilupparvi le costruzioni da congiungervisi rispondenti allo scopo; amenità di luogo, consuetudini d'accorrenza comprovate. Non vi sarà motivo di meraviglia, se le opinioni rimanessero divise, e le risoluzioni sospese per non breve tratto di tempo. Fino dal primo costituirsi del Comitato, una Commissione, tolta dal suo seno, era stata nominata n per esaminare gli annessi al Salone dell'Esposizione industriale a fine di stabilire se ne convenisse la conservazione per quell'artistica. Le informazioni negative di essa fermarono il concetto della necessità d'una costruzione apposita. Il nuovo voto decise ad uno studio delle forme e dell'ampiezza opportune affidate ad una particolare Commissione (1). Non vi dispiaccia se il vostro Comitato insiste su questo incidente del suo operato: due ragioni lo consigliano; i sentimenti della tutela propria di non avventata determinazione, l'esempio altrui perocchè sia per essere questa la prima se non la maggiore delle difficoltà che s'avranno dinanzi nel paese nostro le città sorelle chiamate ad incarnare solennità siffatta. Gl'imbarazzi per la scelta del luogo erano per noi (1) Prof. cav. Luigi Bisi - Cav. Pietro Gonzales - Cav. Giacomo Poldi-Pezzoli. (*) Insieme ai suddetti, i professori cav. Camillo Boito - Cav. Eleuterio Pagliano Cav. Giovanni Strazza. fatti maggiori dalla deficienza di mezzi finanziari. Il signor ministro Correnti, nell'incoraggiarci all'impresa, ci aveva, in da principio, per essi consigliato di rivolgerci alle forze economiche della Città e della Provincia, permettendoci anche qualche speranza di sussidi diretti se non lauti, dal canto del Ministero, mentre pure ce ne assicurava altri indiretti, quali furono quelli, infatti, di ordinamenti già dati e di acquisti riserbati al momento dell'Esposizione. Costituito appena il Comitato, esso non intralasciò, secondo il consiglio, di mettersi davanti la questione finanziaria: fu anzi argomento di varie discussioni. Prima del Comitato, l'Accademia anche erasene preoccupata: ma come per questa era prematuro, per quello il momento che correva si affacciava oltremodo inopportuno, impegnate com'erano Città e Provincia in soccorsi per l'Esposizione industriale; sicchè fu forza rimandar le cose al novembre, allorchè Città e Provincia, presentendo la necessità d'un contributo alla festività artistica del 1872, e precorrendo ogni nostra domanda, avevano già votato somme di danaro ad altri intendimenti che non erano quelli per cui urgevano gl'impegni del Comitato. Nel medesimo tempo, per circostanze che non lice indagare, cadevano anche le lievi speranze che ci eravamo fatte dal canto del Regio Ministero della pubblica istruzione: nè miglior esito ottenevano le istanze che reputammo opportune di presentare al- l'altro Ministero d'industria, agricoltura e commercio, istanze cui fummo condotti da autorevoli consigli; e tutto ciò avveniva mentre nella Presidenza del Comitato rimaneva inalterata la convinzione che il ricorrere , come le veniva suggerito , al sussidio di private soscrizioni , avrebbe spostato il centro d'azione e scemata dignità all'intrapresa. In coteste strette ebbero a trovarsi il Comitato e la sua Presidenza, cui specialmente era commessa la parte esecutiva. Quindi, la costituzione d'una Commissione economica (1); quindi per essa i lunghi e varii abboccamenti, le consultazioni, i convegni, non per rimuovere il fatto della Città e della Provincia, ma per ottenere di approfittare degli assegnamenti costituiti. Per vero, le speranze sorridevano, ma le speranze non bastavano per iniziare l'opera al pubblico Giardino, ormai ivi stabilita, per lo che si affacciava l'occorrenza preliminare almeno di trentacinque mila lire. L'impegno sembrava, anzi, tanto grave, e le incertezze di sussidi perduravano siffattamente che rinacque il pensiero di riguardare più accuratamente il partito che poteva trarsi dal palazzo di Brera. Due membri del Comitato (**) s'incaricarono di questo stu- (1) Conte comm. Carlo Belgioioso - Conte comm. Giberto Borromeo - Prof. cav. Antonio Calmi - Cav. Pietro Gonzales - Avvocato cav. Giovanni Battista Imperatori - Conte comm. Francesco Sebregondi - Cav. Giuseppe Mongeri. (**) I professori cav, Luigi Bisi e Camillo Boito. dio e lo deposero negli atti per l'adempimento del loro mandato senza confortarlo del loro voto, associandosi invece a quello connesso al Giardino, meglio corrispondente al comodo dell'arte, all'ordine della festività, al decoro della città, ed all'aspettazione per tutta Italia che dell'Esposizione nostra erasi concepita. Amiamo altamente proclamarlo; la Città e la Provincia, intanto, mercò la benevola intromissione dei membri del Comitato che alle due amministrazioni appartenevano, confermarono quel primo atto di considerazione della circostanza con un secondo di benevolenza verso il Comitato, l'una mettendo a disposizione di esso la somma di lire dieci mila, metà di quella stanziata per le feste del Congresso e della inaugurazione del monumento del Vinci, l'altra staccando dalla somma di lire trenta mila quella di dodici mila, con risoluzione del 30 gennaio 1872, per essere data a titolo di prestanza gratuita con che porre mano ai lavori (*). Ecco, o Signori, con quale scorta di mezzi economici il vostro Comitato si accinse all'opera, e vi si accinse (*) Riferiamo la nota della Deputazione provinciale, siccome quella che può far apprezzare lo stato delle cose: « Aderendo alla istanza 7 corrente maggio N. 414-162, questa « Deputazione, nella seduta 10 detto, ha deliberato di versare a co- « desto onorevole Comitato L. 12,000 (lire dodicimila) per le spese « occorrenti per la Esposizione Nazionale di belle arti nell'andante « anno 1872; la qual somma è da prelevarsi sulle L. 30,000 che il risolutamente mentre eravamo sotto le pressure del Regio Ministero, dal quale insistevasi per una risposta assolutamente affermativa o negativa, in vista delle successive determinazioni da prendere. Lanciato il dado, il resto doveva procedere, come procedette, con regolarità e speditezza siffatte di cui non ebbimo che a compiacerci. Le intelligenze colla Società proprietaria del Salone furono facili e nel limite migliore che conseguire si poteva, mentre per sua parte una Commissione tecnica (*) aveva studiato in « Consiglio provinciale stanziò nel bilancio 1872, per essere erogato « esclusivamente nell'acquisto d'opere d'arte, ecc. » Segue nella nota il testo della deliberazione del 30 gennaio: « La Deputazione provinciale delibera, in sostituzione del Con- « siglio, per ragione d'urgenza, di concorrere per un quinto nelle « spese occorrenti alla Esposizione Nazionale di belle arti che avrà « luogo in questa città nel corrente anno sino alla concorrenza di « L. 60,000 ; -- e cioè non oltre L. 12,000, da prelevarsi sulle L. 30,000 « deliberate dal Consiglio provinciale; e ritenuta la partecipazione « della Provincia in un quinto dalle prime L. 60,000 di introito. La « spesa che eccedesse le L. 60,000 sarà sostenuta per intero dal Mu- « nicipio e non potrà prelevarla sugli introiti che al di là del limite « delle L. 60,000. Quando poi il Municipio si sarà rimborsato finte- « ramente anche della somma spesa oltre le L. 48,000 (quarantotto- « mila) di sua quota passiva nelle L. 60,000, il resto dell'introito « attivo verrà ripartito nella proporzione già annunciata, cioè di « un quinto alla Provincia, di quattro quinti al Comune. Tutto « l'introito che avrà la Provincia in questa combinazione dovrà « essere erogato in acquisti d'oggetti d'arte. » L'anzidetta combinazione, avuta in sospeso dalla Giunta del Comune, condusse ai risultamenti che sono messi in chiaro dalla presente relazione. (*) Prof, cav. Luigi Bisi - Cav. prof. Camillo Boito -- Cav. Pietró Gonzales. ogni suo punto un progetto di due edifici annessi a quello centrale, l'uno per la scultura, l'altro per la pittura; e diligentemente li studiava con disegni e modelli per modo di recarne subito la effettuazione sul terreno, mentre un'altra Commissione, quella nominata fino dal primo istituirsi del Comitato, porgeva il regolamento dell'Esposizione, che discusso ed approvato dal Comitato riunito, veniva distribuito in seno alla circolare del 2 marzo. Questa era inviata non soltanto a tutte le Accademie e Istituzioni artistiche d'Italia nel numero d'oltre mille e duecento copie, ma spedita a tutti i giornali del Regno e a molti artisti e giornali esteri. Ciò stimiamo debito nostro di affermare nel modo più deciso per scagionarci dell'accusa allora dataci di mancata o insufficiente pubblicità, avvegnachè ci sarebbe troppo facile dimostrare come più d'una delle provincie d'Italia che risposero con ben pochi nomi all'Esposizione, ebbero, per mezzo della maggiore Istituzione loro, ben oltre di un centinaio di queste circolari con preghiera della maggior diffusione e pubblicità, e con dichiarazione che il Comitato ne avrebbe trasmesso un maggior numero ad ogni semplice richiesta. Cotesta della pubblicità fu, anzi, uno degli argomenti su cui s'arrestò non lievemente il Comitato: il quale la volle estesa in ogni forma, in modi diversi, in diverse lingue, le principali d'Europa, dall'annun- cio permanente nelle città nei luoghi di pubblico convegno, nei principali alberghi, nelle stazioni ferroviarie, negli stabilimenti balnearii, ecc., tanto d'Italia che dell'estero, fino alle comunicazioni dirette o indirette, qua e là, ai giornali più estimati affinchè l'ignoranza della festività a cura nostra non potesse venir allegata da chicchessia, e nemmanco ne passasse inavvertita l'importanza. Una Commissione (*) che così disponesse fu tratta dal seno del Comitato, alla quale fu abbandonato per intero il modo di procedere stante l'indole sua delicata , fermo però il limite della spesa, che, infatti, non venne sorpassato. Se in quest'ordine di preparazioni al Comitato arrise la fortuna tanto da raggiungere ampiamente l'intento, non gli fu dessa altrettanto propizia nelle premure usate per conseguire a cose e a persone le più elementari agevolezze che pur si sogliono prodigare alle Mostre di minor conto o in circostanze di concorsi e di feste rurali. Voi ben comprendete che per noi si allude alla limitazione dei prezzi ordinari pei trasporti sulle ferrovie italiane, che richiedemmo del pari per le opere da inviare all'Esposizione e per gli iscritti accorrenti al Congresso. Pur troppo, le sollecitudini nostre non sortirono l'esito invocato. Nondimeno, fuvvi qualche cosa che ce ne attenuò il ram- (*) Conte comm. Carlo Belgioioso, presidente - Prof. cav. Camillo Boito - Conte comm. Francesco Sebregondi Cav. Giuseppe Mongeri, segretario. manico, ed è il convincimento d'avere nulla intermesso, d'avere battuto a tutte le porte officiali ed officiose, dai diversi Ministeri passando fino alle persone più influenti nelle Amministrazioni ferroviarie, affine di appianarci il cammino alla desiderata concessione. Gli artisti non per ciò se ne scoraggiarono: e l'arte sentì forse meglio di bastare a sè stessa. Veniamo ai fatti. Le opere volevano essere notificate pel 15 giugno, e pel 1.° agosto doveva aversene compita la consegna. Ambedue i termini ebbero proroga, a forma pubblica, di alquanti giorni; dieci giorni pel primo, otto pel secondo. Mercè ben combinate disposizioni , questa non facile bisogna delle notificazioni e delle spedizioni corrispondenti procedette colla maggior possibile regolarità. Una Commissione (*)fu delegata alla revisione delle schede di notificazione, una seconda, molto più numerosa (**), pel riconoscimento delle opere a fronte delle notifica-

(*) Prof. cav. Antonio Caimi - Cav. Domenico Induno - Cav. Pasquale Miglioretti - Prof. Luigi Riccardi - Cav. Luigi Steffani Prof. cav. Giovanni Strazza. (**) Conte comm. Giberto Borromeo, presidente generale - Prof. comm. Francesco Hayez, presidente per la sezione della pittura. - Per la pittura: Cav. Luigi Bianchi - Cav. Achille Formis - Prof. cav. Bartolomeo Giuliano - Cav. Gerolamo Induno - Cav. Eleuterio Pagliano - Cav. Eliseo Sala - Cav. Luigi Steffani. - Per la scultura: Cav. Giosuè Argenti - Cav. Pasquale Miglioretti - Cav. Abbondio Sangiorgio - Prof. cav. Giovanni Strazza - Cav. Ugo Zanoni. zioni, quindi per la loro ammissione, giusta l'art. 16 del regolamento, e poscia, per la loro collocazione. E insieme: a queste operazioni, l'entrata libera nella città superando le prescrizioni daziarie, il trasporto, lo scarico sul luogo, lo scassamento, la collocazione non diedero luogo nè a difficoltà, nè ad ingombri, nè ad inconvenienti di sorta, nè a danni, circostanze così facili a riscontrarsi in mezzo ad oltre un migliaio di opere d'ogni forma artistica, pittura, scultura, disegni, intagli, ecc. E quello che diciamo a proposito del ricevimento di esse possiamo ripeterlo riguardo alla loro restituzione; non una perdita, non un guasto, ed oggi, ben due mesi dopo che le opere furono rincassate e rimandate a cura degli incaricati del Comitato, non un lamento diretto, neppure la notizia d'un caso avverso. È un attestato cotesto di benemerenza e di encomio che noi dobbiamo principalmente al personale dell'Accademia che ne ebbe la direzione, e agli operatori assunti che vi spiegarono diligenza, solerzia ed intelligenza certamente non comuni. Non erano da cotesta parte che al Comitato sorgevano, anzi rampollavano le difficoltà. Non procedevano nemmanco dai lavori intorno agli edifici di temporanea costruzione in connessione col Salone. Quivi, la progressione dei lavori, vigilata assiduamente primamente dalla Commissione tecnica o da chi, in assenza d'alcuni dei membri, ne faceva le veci, poi da altra Commissione (*) per regolarne la luce, le tinteggiature, ecc., non incontrava alcun ostacolo; e se alcune lentezze vi si avvertirono dapprima, furono vinte infine da una maggior sollecitudine, tanto che, malgrado la bufera del 1.° agosto, che recò guasti non insignificanti agli edifici accessori, non si ebbe a lamentare alcuno di quei ritardi per difetti di compimenti edilizi così frequenti in simili circostanze. Quella che si riproduceva invece era la questione economica. Gl'impegni del Comitato erano gravi, e si facevano sentire ancor più all'avvicinarsi del momento in cui doveva presentarsi al pubblico col risultamento del suo operare. L'apertura dell'Esposizione indetta pel 26 agosto, avrebbe corso pericolo d'andarne compromessa senza deliberazioni pronte e risolutive. Gli impegni (**) già dalla Provincia assunti a favore degli espositori, non permettevano un passo più innoltrato (*) Prof. comm. Francesco Hayez, presidente - Prof. comm. Giuseppe Bertini - Prof. cav. Claudio Bernacchi -Mosè Bianchi di Monza - Prof. Carlo Ferrario - Cav. Gerolamo Induno - Cav. Pasquale Miglioretti - Cav. Eleuterio Pagliano - Cav. Luigi Steffani - Prof. cav. Giovanni Strazza. (**) Per deliberazione presa ad unanimità di voti dal Consiglio provinciale di Milano, nella seduta del 7 ottobre 1871, fu stanziata nel bilancio del 1872, la somma di L. 30,000, come accenna la nota della Deputazione a pagina 15, le quali furono poste a disposizione della Deputazione medesima pel concorso alla Esposizione, colla condizione che la somma fosse esclusivamente erogata in acquisti di opere fra le più meritevoli ed apprezzate. di quello fatto: presso il Comune pendeva, all'incontro, una promessa, promessa sospensiva e vincolata a condizioni non definite. Ma questa, colla migliore delle decisioni non bastava ancora: al Comitato stava a cuore un credito più largo, meglio affermato, che troncasse ogni esitazione, ogni inquietudine. L'argomento venne ripetutamente dibattuto non meno nel seno del Comitato che nei consigli della Giunta del Comune. Fra uomini che si sentono cittadini della medesima città, gelosi del pari dell'onore suo, senz'altra gara tra loro che nel volere raggiunto il fine posto innanzi, unanimi e pronti ad ogni mutuo e benevolo soccorso, - e fra questi uomini mettiamo primo l'egregio Sindaco della città - l'avvicinarsi, l'intendersi, il risolvere e, senza indugi, il mettersi all'opera doveva essere, come fu, un atto solo. Per tal modo prese costituzione quella Commissione d'esercizio per l'Esposizione (*), la quale, piuttosto che un compromesso od una concessione, potrebbe essere detta un atto d'alleanza tra il Comune e il Comitato vostro , poichè entrambi vi erano in pari misura rappresentati per raggiungere uno scopo ormai fatto comune. Noi ci compiacciamo di non riguardare altrimenti questo fatto. (*) Conte comm. Giberto Borromeo, presidente della Commissione e vice-presidente del Comitato - Conte Emilio Borromeo, assessore municipale - Avvocato cav. Giovanni Battista Imperatori, del Comitato - Avvocato cav. Stefano Labus, assessore municipale - Conte comm. Francesco Sebregondi, del Comitato ed assessore municipale. Base di questo accordo fu un ripartimento logico di funzioni, e così delle corrispondenti disposizioni, che sempreppiù incalzavano. Al Comitato tutto quanto toccava l'arte in sè, nell'ordinamento delle sue opere, nelle sue ragioni col pubblico: alla Commissione d'esercizio tutto quanto importavano le contingenze di gestione finanziaria, d'ordine interno ed esterno, di custodia, di salvaguardia nel caso di fuoco, d'ammobiliamento, tutte le spese locali infine, fuori dei contratti stipulati. Nel corso di ben tre mesi, nessuna ombra venne ad alterare cotesta ben augurata combinazione. Da questo momento, quanto si veniva operando per l'Esposizione svolgevasi su due linee parallele. Al Comitato la cura dell'ordinamento artistico, che aveva confidato alla numerosa Commissione di cui si disse, presieduta dal vice-presidente del Comitato; e con ciò tutto si fece a nome suo: quindi, le pubbliche disposizioni per l'apertura dell'Esposizione, gli annunci, gl'inviti, l'inaugurazione istessa, nel giorno fissato da' suoi avvisi, onorata dell'intervento di S. M. il Re, e prelusa dalle parole del presidente del Comitato e dell'Accademia (*); al Comitato la determinazione dei prezzi d'abbonamento e di quelli giornalieri, colla facoltà alla Commissione d'esercizio di attuarli per lo meglio, a suo giudizio, secondo le (*) Veggasi infine il discorso inaugurale del Conte comm. Carlo Belgioioso. circostanze: al Comitato il pensiero e l'installazione d'un ufficio per le vendite, secondo il progetto d'una apposita Commissione (*), progetto che venne limitato a poche massime generali per la ristrettezza del tempo, ma che ebbe anche così la fortuna d'un interprete eccellente e intelligentissimo (**): al Comitato , infine, la risoluzione della esclusione di fotografi privilegiati , consentendo soltanto , in alcune massime fondamentali , che fossero di norma alla Commissione d'esercizio nel concederne a chiunque la facoltà ogniqualvolta venisse regolarmente domandata. La linea seguìta dalla Commissione d'esercizio non ha bisogno d'alcun cenno nostro. Il perspicuo rendiconto ch'esso ci ha diretto il 10 ottobre e che voi ben conoscete, ce ne dispensa, tanto più che noi ci permettiamo di riguardarlo come un documento essenziale ed integrante della relazione nostra (***). Noi dobbiamo, peraltro qui, togliervi alcuni elementi di fatto, ben lungi dal contestarli, ma per recar loro compimento e, se è possibile, significanza. Lo spazio dal Comitato nel pubblico Giardino offerto all'arte contemporanea comprendeva quello del Salone, al suo piano inferiore, quello superiore d'intorno (*) Per la parte artistica: Cav. Giosuè Argenti - Cav. Luigi Bianchi - Prof. cav. Bartolomeo Giuliano - Cav. Pasquale Miglioretci. Per la parte amministrativa: Comm. Guglielmo Fortis - Cav. Luigi Fuzier - Dott. cav. Carlo Reale, ecc. (**) il dott. Giulio Menhart. (***) Lo si vegga in fine, dopo il discorso del Conte Belgioioso. ad esso, e quello dei due temporanei edifici aggiunti. Poteva questo spazio valutarsi a metri q. 7600 circa. La scultura vi aveva per sè metri q. 684,75: la pittura si distendeva in sale e gallerie che presentavano una superficie utile di parete d'un 3000 metri q., senza contare i modi isolati di collocazione. Questo notiamo soltanto a dimostrare con quale animo ci siamo preparati ad accogliere il concorso artistico italiano; locchè diede modo, infatti, ad un collocamento conveniente e a pieno agio. Le opere di vario genere portatevi sommarono a 1042: di pittura..............................N. 765 " scultura................................ 184 " architettura, disegno, incisione, ecc.....93

Gli artisti espositori furono 458 (*): essi possono venire ripartiti, a ragione di aggruppamenti principali di provincie, come segue: Provincie Subalpine N. 34 con opere N. 66 " Lombarde " 235 » » 582 " Venete " 21 » » 50 " Emiliane e Marchigiane » 36  » 71


(*) Questo numero degli espositori, come pure quello delle opere, non confronta colle cifre date nella relazione della Commissione d'esercizio, essendo questa partita dalle notificazioni preliminari in luogo dei risultamenti effettivi donde vennero desunte le presenti indicazioni. Provincie Toscane N. 31 con opere N. 63

 »	  Romane	 	»	19	»	»	36

» Napolitane » 58 r » 130 » Siciliane » 16 r » 21 » Sarde » - » » - Dall'estero » 8 » » 23


I visitatori furono 50,020: di questi oltre nove decimi, 46,406, appartengono ai paganti, e nel numero, manco d'un decimo, 407, rappresentano gli abbonati: il restante dei visitatori - 3614 - venne ammesso ad ingresso gratuito: per diritto, come furono gli espositori; per concessione speciale, come i membri del Congresso, gli allievi dell'Accademia particolarmente designati, ed altre persone che consuetudini e circostanze raccomandavano. Una parola circa i profitti, nonostante le diffuse informazioni presentate dalla benemerita Commissione d'esercizio. Si ebbero dai 407 abbonati . . . . L. 4,860. - dai 45,999 visitatori giornalieri . » 68,170. 50 Complessivamente L. 73,030. 50 Vogliamo notato che cinque diverse misure di tasse d'ingresso furono applicate, e che quella da lire due diede il maggior numero di visitatori, N. 22,438. -Dai profitti alle spese non v'è che un passo, e ben naturale. Noì potremmo rimandarvi alla dimostrazione del conto consuntivo dato dalla Commissione d'esercizio; ma il bilancio del 10 ottobre, non è più quello del 30 dicembre. Le cifre essenziali non sono mutate, ma l'amministrazione dalle mani della Commissione è ripassata in quelle della Presidenza del Comitato, e qui ne sono continuate e se ne sono compiute le funzioni. Eccovene gli elementi essenziali a sommi capi :


Introiti.


Tasse d'abbonamento e d'ingresso giornaliero L. 73,030.50 Sussidio elargito dalla città di Milano  » 20,000. - Dalla vendita della Guida ufficiale .  » 2,974.20 Proventi diversi » 942.60 Somma complessiva degl'introiti L. 96,947.30 Spese. Affitto del salone ; dal maggio al dicembre L. 14,257. 62 Costruzione delle gallerie annesse, loro demolizione e ripristinamento del luogo 57,180. 97 Da riportare L. 71,438. 59 Riporto L. 71,438. 59 Addobbo interno ed esterno dell'edificio » 4,398. 28 Scassamento, collocazione e rincassa- 5,093. 70 mento delle opere Sicurezza pubblica, assicurazione contro 1,755. 50 gl'incendi Persone di custodia, di servizio, di pu- 8,177. 70 litura, ecc. Pubblicità, avvisi, stampe, ecc. . 6,713. 36 Amministrazione, remunerazioni, spese 4,984. 49 generali Sommano le spese L. 102,561. 62 A fronte degl'introiti , v'ha una defi cienza di L 5,614. 32 Nell'esporvi, come facciamo, colla maggiore semplicità, il movimento del denaro inerente all'Esposizione, vi dobbiamo alcune avvertenze per connetterlo a quello della Commissione d'esercizio. Prima di tutto, qui nessuna delle rimanenze attive e passive lasciate dall'antecedente Rendiconto. Poi, l'eliminazione completa della somma di L. 12,000 largitaci a titolo di prestito dalla Provincia. La restituzione di tale somma poteva, forse, essere argomento di dubbi e di contestazioni tra la Città e la Provincia nella Commissione d'esercizio, perché la Presidenza del. Comitato, non solo conscia del senso con cui la concessione era fatta, ma ferma nel principio che nell'impresa del Comitato nessun'idea uti- litaria dovesse intromettersi, non si affrettasse di togliervi ogni fondamento con atto suo spontaneo. E il Comitato gliene dava facoltà e modo, nella penultima sua adunanza del 17 ottobre, mettendo a sua disposizione , per le spese in genere connesse all'azione multiforme del Comitato , i sopravanzi dei profitti della Mostra delle opere d'arte antica, come vi parrà chiaro ragionando di questa. Con tale atto per noi si chiuse l'Esposizione Na. zionale accolta dalla città nostra. Sull'importanza artistica di questa solennità, sugli effetti che ne potranno venire a prò dell'arte e degli artisti italiani, non è officio nostro di parlarvi. Un fatto vi è occorso però, intorno al quale la pubblica attenzione rimase colpita: è il numero delle opere vendute e gli alti prezzi onde vennero remunerate. La relazione della Commissione d'esercizio ve le ha poste sotto lo sguardo raggruppate secondo l'ordine degli acquisitori: noi vi ci riferiamo per intero. Furono 218, adunque , le opere vendute, e per L. 422,933: ma quello che più monta di notarvi, è il numero di quelle vendute ai privati, è la parte di prezzo da loro ritrattone, più della metà dell'intera somma: è, oltre di ciò, la prevalenza spiccatissima degli acquisitori esteri; sono, infine, le traccie lasciate dietro di sè da cotesta festività, perocchè non potrebbe ormai es- sere smentito, chi oggi affermasse l'Esposizione milanese del 1872 avere condotta la moderna Arte italiana a contendersi, da paro a paro, un posto nella gara di quel nobile mercato ond'è circondata l'Arte delle altre nazioni europee.

Il Congresso Artistico.

Il Congresso nostro ebbe vicende assai semplici. Restituito, per voto concorde dell'Accademia e degli artisti, al connubio delle Esposizioni biennali, stretto in amplesso amichevole con quello degli ingegneri ed architetti, indetto in Milano dal costoro Collegio per l'epoca medesima, proclamato dal Comitato vostro ai primi dell'agosto 1871, all'atto medesimo con che veniva annunciata l'Esposizione, il primo passo fu un richiamo a tutti gli Istituti e a tutti gli studiosi che potevano avere a cuore queste anfizioni dell'arte, di voler offrire nota dei temi che meglio sembravano meritevoli di esame e discussione. In queste pratiche, specialmente perché i soggetti d'indole architettonica fossero concordati e raccolti presso la Sezione del Congresso scientifico, si consumarono gli ultimi mesi dell'anno istesso. Gli argomenti su cui versare giunsero da diverse parti del paese, se non numerosi, per certo bastevoli allo intento nostro di portarvi una terna onde si avesse aperta la lizza alle più gravi e più agitate questioni del momento. Questo lavoro di sottile equilibrio venne affidato ad una Commissione (*), che la Presidenza del Comitato raccolse intorno a sè. Da essa la scelta e il gruppo dei quesiti, separati a ragione di materie in cinque Sezioni, delle quali la prima era comune ai due Congressi. Non vi recheremo la noia di ripeterveli. La circolare del 25 febbraio dell'anno che cade, per noi indirizzata a tutte le Accademie del Regno ed agli Istituti d'arte d'Italia, deve avervene già informati. Le cure successive non ebbero per mira che di preparare degnamente la solenne inaugurazione del Congresso, e l'ordine e i comodi migliori per le sue convocazioni. Anche a ciò venne provveduto col mezzo di speciale Commissione (**). All'ordine delle discussioni fu posto studio, d'accordo con chi ci aveva sussidiati nella scelta dei quesiti, affinchè ogni quesito avesse un oratore che ne iniziasse la discussione. Vennero fatti offici alle persone più insigni nelle singole materie delle quali ci era promessa la presenza al Congresso, per ottenere tale cooperazione. Le ade- (*) Conte comm. Carlo Belgioloso, presidente - Prof. cav. Camillo Boito - Comm. dott. Giulio Carcano - Prof. cav. Antonio Caimi - Prof. Felice De Maurizio - Prof. cav. Pietro Martini Dott. cav. Tullo Massarani - Cav. Giuseppe Mongeri. (**) Prof. cav. Luigi Bisi - Prof. cav. Camillo Boito Prof.cav. Giuseppe Pestagalli. sioni non ci mancarono, e furono, anzi, in buon numero , tanto d'avere assicurato alle discussioni un indirizzo serio e elevato. Così, si dispose che da alcuni membri del Comitato si aprissero le Sezioni, onde venire senza indugi alla costituzione degli uffici definitivi. Il fraterno procedere col Comitato dell'altro Congresso, cui ancora una volta vogliamo testificata la riconoscenza nostra, ci porse modo di provvedere convenevolmente anche rispetto alla parte materiale del Congresso. A sede delle convocazioni fu scelto l'antico edificio della Canonica, ora principalmente tenuto dall'Istituto tecnico superiore. In molte spese noi abbiamo fatta cosa comune con esso. Questo avvenne particolarmente per l'addobbo e l'arredamento delle sale, che valsero così per la festività, qui, nel palazzo di Brera, come, là, per le sessioni nel palazzo della Canonica. La spesa messa insieme fu, infine, divisa per capi. E quella feconda concordia d'animi che presiedette fino da principio, ci condusse e ci portò fino sulla soglia dell'opera del Congresso, all'atto, vogliamo dire, della sua inaugurazione. Nel qual giorno furono vedute la Scienza e l'Arte darsi la mano senza altra gara che nel meglio; spettacolo non nuovo, ma certamente tale da farne motivo di voto costante pel perfezionamento reciproco di questi due grandi fattori del sociale progresso. Da questo momento cessò l'opera di preparazione del Comitato per cominciare quella propria del Con- gresso. Noi cediamo la parola alla Presidenza di esso, la quale sta coordinando gli atti che lo riguardano e che, pubblicati a suo tempo, vi verranno comunicati. Non possiamo però dispensarci dal darvi atto, come argomento di giusta compiacenza, della elezione a presidente del Congresso d'uno dei membri del Comitato, il cav. Pietro Martini di Parma, l'iniziatore di queste rappresentanze dell'Arte italiana. Così, ci sia lecito precorrere quell'ampio resoconto che sarà l'aspettata pubblicazione, qui soltanto ricordando, a prova dell'interessamento e dell'operosità del Congresso, che vi si ebbero 245 iscritti, che si tennero, oltre l'adunanza d'inaugurazione comune ai due Congressi, due altre generali, quelle d'apertura e di chiusura, e 25 particolari di Sezione, e che in queste si risolsero undici quesiti importantissimi. Ma anche in ciò gli atti del Congresso vi diranno il tutto e meglio. Non avremmo compito il debito nostro su questa parte essenziale del nostro mandato, se una parola per noi non venisse rivolta alle contingenze economiche. Di seguito alle dichiarazioni del Regio Ministero su quest'argomento, circa l'Esposizione, sarebbe stata eccessiva dal nostro canto ogni domanda di sussidio, per quanto lieve questo potesse sembrare. Tuttavia, un soccorso solo fu da noi domandato, ed ebbimo ad ottenerlo: fu quello della Provincia, di L. 2000, che abbiamo invocato in analogia all'altro da essa largito pel Congresso degl'ingegneri ed architetti; e ne andammo lieti grandemente, vedendoci così ripetutamente fatti segno della sua liberalità. Circa le spese, poi, possiamo accennare, per ora, che esse ammontarono a L. 1844. 33: di esse la principale è costituita dai biglietti d'andata e ritorno alla Certosa, indi a Pavia: laonde si ebbe, tutto compreso, la spesa di L. 532.80 poi, per Assistenti stenografici  » 360. - Addobbo e ammobiliamento dei locali 610. 60 Biglietti litografati, stampe in gen. 241. 05 Persone di servizio 98. Minute spese, ecc. L. 88 Ritorna la somma di L. 1844. 33 Non credasi, per altro, che l'eccedenza di fondo, ascendente a sole L. 155. 67, non abbia già la sua destinazione. Basti accennare che rimane ancora da provvedere alla pubblicazione degli atti del Congresso per credere che questa e ben maggior somma verrà necessaria, cui sarà provveduto dalla vostra Accademia. L'Esposizione delle opere d'Arte antica. L'idea di quest'Esposizione uscì dal programma accademico: il Comitato non fece che assumerne l'interpretazione e lo svolgimento. Una Commissione venne di subito chiamata a meditare un piano di regolamento. Essa dipendeva immediatamente dalla Presidenza del Comitato: e composta dapprima di quattro membri, crebbe a sette (*) all'atto della raccolta delle opere. A questa Commissione l'onore di quanto fu fatto; del che nessuno vorrà contendere nè l' importanza artistica nè il pubblico favore. Sebbene il procedimento di cotesta faccenda possa aversi come uno de'più ovvii, noi sentiamo tuttavia l'obbligo di rendervi ragione di quanto si operò per giungere al fine dalla Commissione propostosi. Giova premettere che, in vista specialmente della deficienza di mezzi pecuniari di cui già era lamento per l'Esposizione dell'Arte contemporanea, la Presidenza del Comitato, a non fare più gravi le esigenze, volse il pensiero al lieve fondo annualmente disponibile presso l'Accademia per le ordinarie sue Mostre au- (*) Conte comm. Giberto Borromeo, presidente — Conte cav. Lodovico Belgioioso - Prof. comm. Giuseppe Bertini — Nob. cav. Emilio Dragoni — Prof. Felice De Maurizio, conservatore della Pinacoteca — Dott. cav. Gustavo Frizzoni — Nob. cav. Giacomo Poldi-Pezzoli. tunnali. E il luogo dove erasi stabilito di tenere questa Mostra, e la sua limitazione, poichè fin dall'origine erasi convenuto che con essa non sarebbersi oltrepassate le gallerie antecedenti alla Pinacoteca, e il modo di condurla, quasi in via famigliare, tutto induceva a riguardarla siccome una sostituzione all'ordinaria Esposizione che, nell'anno, per l'indole sua trovavasi compenetrata in quella nazionale. Così l'Esposizione per l'Arte antica rimase un'impresa affatto separata dall'altra, del tutto a rischio e pericolo del fondo accademico. Primo studio della Commissione ebbe ad essere quello di costituire un regolamento. Era questo sommamente importante così per delineare il concetto onde doveva informarsi la collezione delle opere, come per guidare la Commissione ne'suoi atti, e farne salva la responsabilità e libera l'azione, nel presentarsi come faceva, non che promotrice, ma autrice della Mostra al cospetto del pubblico. Quindi, nel regolamento, il principio di illustrare la scuola lombarda all'epoca leonardesca, sotto qualsiasi forma l'arte si presentasse: aperto poi, anche ad altre opere analoghe l'ingresso alle gallerie, ma in via puramente secondaria: quindi, nessun invito pubblico; la raccolta delle opere, frutto delle ricerche e delle domande della Commissione ; libere le offerte, ma pure libero a questa di respingerle, per votazione segreta, poichè molti e delicati riguardi tuttociò comandavano. Venuto all'atto pratico dell'accogliere, le offerte soverchiando' da un certo lato, fu essa costretta a porvi argine colla massima non doversi dare ricetto ad oggetti, qualunque pur ne fosse il merito, presentati di coloro che ne fanno palese commercio. Se questa risoluzione ha privato l'Esposizione di qualche buona opera , ha sgravato Commissione e Comitato dalla terribile responsabilità d'avere in qualche guisa favorito quella privata speculazione che ha spogliato il paese nostro di tanto numero di capolavori. Ed era, d'altronde, debito imprescindibile dacchè la parola di quell'Accademia, i cui rappresentanti stavano nel seno del Comitato e della Commissione, aveva risuonato altamente, in ripetute occasioni, a deplorare i pericoli cui si lasciavano esposti cotesti capolavori. Non queste sole, ma altre e diverse furono le ragioni per cui si ebbe ad esercitare il diritto di ricusare opere offerte. Più d'una, anzi, di queste ragioni toccavano titoli che per nulla attentavano al credito di esse, come la sovrabbondanza di rappresentazione di certi artisti, o il difetto di coincidenza col programma del regolamento, ed in ultimo, per manco di spazio. Posta la Commissione in cosiffatti spinosi confini, il suo procedere non fu senza contrasti e senza lotte, com'era prevedibile, ogniqualvolta gl'interessi personali e l'amor proprio dei possessori potevano reputarsi compromessi od offesi. Ma se alte ragioni le comanda- vano di passar oltre, n'ebbe compenso invece confortante nella dimostrazione di fiducia veramente sconfinata che si poneva nei nomi de'suoi componenti. Essi erano, per vero, l'unica guarentigia che si presentava, trattandosi di confidare in deposito opere d'arte, cui nè forza di denaro, nè potenza umana qualsiasi avrebbe potuto ridar l'essere, o compensarne i possessori nel caso di perdite o di danni. Basta soltanto voler rammentare il contributo portatovi da parte di tre espositori, due membri della Commissione (il conte Borromeo ed il cav. Poldi), il terzo contrassegnato d'un nome non meno illustre (il marchese Gian Giacomo Trivulzio), per ragguagliare a milioni di lire il valore delle opere e degli oggetti ivi raccolti. A fronte di tanto confidare non sarebbe ragionevole passare sotto silenzio quanto siasi maneggiata la Commissione per giustificarlo. Una severa vigilanza fu attuata fino dal primo momento in cui una proprietà estranea venne deposta presso la Pinacoteca, e questa vigilanza si raddoppiò appena il numero crebbe e si diede principio all'ordinamento; e la si volle, sì di giorno che di notte, ben maggiore di quella che è in vigore, come si diede parola nel regolamento, per le opere d'arte conservate nella Regia Pinacoteca, scegliendo persone acconcie allo scopo e di provata probità, non che approfittando dei mezzi che l'Autorità di pubblica sicurezza poteva fornirle. Nè l'addobbamento fu dalla Commissione avuto in non cale. Rimovere quanto poteva turbare la vista dei visitatori: tenere presente quanto poteva giovar loro per la luce e pel comodo ; disporre gli oggetti in modo che si contrastassero senza nuocersi; mutare quasi l'aspetto del luogo; rendere meno ingrata la nudità degli accessi, e tuttociò coi mezzi più economici e più semplici onde l'arte meglio si compiace. L'ordinamento degli oggetti non crediamo che abbia dato motivo ad appunto alcuno. In una Mostra retrospettiva, e che abbraccia l'arte dal punto di vista cronologico, più d'uno studioso avrà fors'anche in cuor suo desiderato che quest'ordine si riflettesse così in quello delle scuole come in quello delle materie. Se la Commissione non vi si è acconciata, non fu per deliberato proposito suo, ma per obbedire ad un legittimo desiderio di chi ci ha onorati del loro prezioso deposito, cui sorrideva l'idea di vedere ravvicinato in un gruppo quello che dai singoli possessori era stato concesso. E invero, non havvi ragione di andarne pentiti, perocchè se l'ordinamento razionale non potè dirsi smarrito per gli studiosi, confinata come era in piccol numero di aule la dispersione delle opere, si guadagnò l'importante dimostrazione non essere così tra noi dominante il disamore per l'arte antica, come suona l'accusa di cui siamo fatti segno all'estero per ragioni che è facile comprendere; e ancor meglio poi, parve in chiaro, nelle nostre famiglie patrizie e negli agiati cittadini, vivere cotesto amore di vita .viva ed illuminata, ed essere generalmente riguardato siccome la migliore prova di severo ed eletto sentire, e siccome la più splendida forma di decoro domestico. E nel citare quello che potrebbe essere ritorto quale eccezione, noi lo rifiutiamo come eccezione, metten- dovi a riscontro la pubblica dimostrazione d'interessamento, diremmo quasi d'entusiastica ammirazione con che l'Esposizione fu accolta dai cittadini. Noi non abbiamo qui missione d'apprezzarla dal punto di vista dell'arte: alla libera critica cotesto diritto: ma non ci può essere negato quello di citare i 18,529 visitatori che essa ebbe in quarantadue giorni, - oltre a 450 visitatori paganti per giorno, - senza comprendervi i proprietari degli oggetti esposti, i membri dell'Accademia, gli ascritti al Congresso, e i biglietti gratuiti dalla Presidenza del Comitato accordati a studiosi ed allievi; per lo che conviene comprendervi altri 310 visitatori, più o meno quotidiani; onde il loro numero totale può definirsi in 18,839. Se poi i visitatori paganti si riguardano sotto l'aspetto del contributo finanziario da essi recato, possono dessi classarsi come segue: Abbonati N.57 a L. 10 L.570. - Visitatori quotidiani N. 14,466 a L. 2 » 28,932. -

                     N.  4,006	a L. 1 » 4,006. -

Ritorna il N. 18,529 col ritratto di L. 33,508. - Somma retro L. 33,508. — e se aggiungiamo a questa somma, quanto si ottenne colla vendita del catalogo, cioè  » 1,351. 40 si avranno a totale dell'attivo L. 34,859. 40 Di fronte a cotesti introiti nasce spontaneo il desiderio di conoscerne l'uscita per le spese inerenti. Or eccole riassunte a sommi capi: Addobbamento interno ed esterno delle sale, tappeti, fiori, ecc. L. 2,441. — Trasporto dei capi d'arte dal domicilio dei possessori, collocazioni e restituzione  » 1,917. 29 Sorveglianza pubblica, guardie, ecc.  » 629. - Personale di custodia diurna e notturna  » 1,456. - Gratificazioni al personale stipendiato 1,250. - per lavori di preparazione, di compimento, di maneggio e gestione di denaro, ecc » Pubblicità all'interno e all'estero, divisa con quella per l'arte moderna; stampe 2,835. 22 diverse , circolari , ecc Spese d'amministrazione in genere . » 106. 45 Somma L. 10,634. 96 Rimanenza » 24,224. 44 Ritornano le L. 34,859. 40 Voi già sapete del notevole avanzo come dal Comitato, riunito in plenaria seduta, sia stata fatta facoltà alla sua Presidenza di prevalersene, anzi ogni cosa, pei diversi impegni connessi al molteplice suo mandato: vedeste pure, come con esso siasi venuto in soccorso dell'Esposizione nazionale dell'Arte contemporanea a coprirne la deficienza colla somma di L. 5,614. 32 or s'aggiunga che con essa si provvide all'Esposizione didattica, per . . . » 3,590. 81 alle spese in genere del Comitato, per » 1,022. a compimento dell'acquisto della statua il Corradino, commesso dal R. Mini- stero e lasciata all'Accademia coll'o- nere di pagamento del residuo prezzo » 1,000. - laonde in tutto si erogarono per titoli estranei a questa Mostra L 11,227. 73 che lasciano una rimanenza nitida da versare nella cassa accademica, di (*) » 12,997. 21 a fronte del sopradetto avanzo di . . L. 24,224. 44 (•) Questa era la rimanenza netta al 30 dicembre 1872. Più d'una cagione l'ha già resa minore per qualche piccola spesa rimasta ancora da soddisfare; ma lo sarà di più con essa dovendosi provvedere a compire la spesa di stampa per gli atti del Congresso, e infine, a sostenere quella per la presente relazione. Se questo considerevole profitto fu una buona ventura pel Comitato, non ne fu una minore, anzi oseremmo dire grandissima quella di non aver avuto a lamentare smarrimento qualsiasi, e nemmeno alcun guasto pur così facile nel numero ingente di oggetti minuti e fragili, composta com'era l'Esposizione di 240 capi d'arte, come quadri, statue, bronzi, marmi, terre cotte, majoliche, arazzi, ecc., e di 26 vetrine ridondanti di giojelli, di lavori d'orificieria, di cristalli, di nielli, di agemine, di miniature, di manoscritti, di armi, ecc., ecc. Se ciò è dovuto ad una diligentissima sorveglianza, l'onore principale risale alla Commissione che vi contribuì non solo colle sue disposizioni, ma con un'assistenza personale non abbastanza commendabile. Esposizione di Saggi didattici. Anche questa Esposizione, come sapete, è un portato dal pensiero accademico.-Riunire i lavori elementari delle scuole d'arte, e principalmente delle Accademie italiane, raffrontarli onde coglierne da tutti il meglio, sciogliere quasi, così, praticamente e colla muta eloquenza dei fatti il supremo quesito che occupa tra noi non pochi ingegni desiderosi del bene, parve alla vostra Commissione concetto che dovesse incarnarsi principalmente nell'occasione d'un'Esposizione nazionale che dispiega i frutti di quest'insegnamento ele- vati alla maggiore potenza, e d'un Congresso che ne ricerca il nesso e ne discute le conseguenze. Il Comitato non poteva rifiutare così nobile assunto, e non poteva meglio confidarne intera l'esecuzione che al Segretario della stessa Accademia, già nel novero de'suoi membri. Gli atti ufficiali parlano meglio d'ogni altra parola per dirne le vicende e l'esito; ora noi vi rimanderemmo ad essi se qui non ci corresse l'obbligo di rendervi conto anche di questa proposta vostra. Il Comitato non si farà, pertanto, che a riassumerli. Primo passo fu di chiamare le Accademie e gli Istituti educativi d'arte a porgerci le loro adesioni di concorso. Se di essi una maggioranza grandissima fece plauso alla proposta, e diede promessa di tenere l'invito, altri, senza diniegarsi , se ne dichiararono impediti da circostanze imputabili a specialità di casi. La sola Accademia romana di San Luca declinò risolutamente l'invito, dichiarandosi d'altro parere circa il significato e l'importanza della Mostra. Ma, di là d'onde ci venne il diniego, ci giunse a compenso una di quelle adesioni schiette e cordiali che dobbiamo contare fra i migliori conforti raccolti nel nostro operare: noi vogliam dire della manifestazione a nostro riguardo e a riguardo della città nostra espressa dall'insigne Municipio di Roma per mezzo degli egregi suoi mandati, Mariani e Leoni, nella relazione che a quello hanno presentata. Se non completa, adunque, tuttavia la Mostra didattica seguì il suo corso. A questo scopo, posto che fu doversi tenere le adunanze dei due Congressi nel palazzo della Canonica, sorse felice il pensiero di ordinarvi pure codesta Esposizione. Lo consigliavano ragioni di centrale situazione, ragioni di opportunità artistica e di comodo al Congresso cui spettava, al postutto, di recarvi il proprio sindacato e convalidare colle testimonianze dei fatti le argomentazioni delle discussioni: ma contrastavano le condizioni locali, e con esse gli appostamenti necessari per renderle atte allo scopo, importanti un dispendio non calcolato preventivamente. Questo avveniva nella prima metà del luglio: i momenti, pertanto, erano contati , imperocchè avevasi fisso di aprire l'Esposizione didattica nel giorno medesimo dell'inaugurazione di quella nazionale. Si fece dunque ricorso alla generosità del Comune che già erari proferto di porre gli edifici suoi sgombrati delle scuole, a disposizione del Comitato. Tale era appunto quello nuovamente eretto nella via Palermo che, riconosciuto proprio al fine da una Commissione accademica (*) composta dall'intero Corpo insegnante, venne senz'altro accolto e adottato. (*) I professori: Comm. Giuseppe Bertini - Cav. Claudio Bernacchi - Cav. Luigi Bisi - Cav. Camillo Boito - Raffaele Casnedi - Cav. Michele Fanoli Comm. Francesco Hayez - Cav. Pietro Magni - Cav. Giuseppe Pestagalli - Luigi Riccardi - Cav. Giovanni Strazza. Non mancarono, quivi pure, motivi di apparecchi e di molti, avvegnachè l'edificio fosse di tre piani e vasto, e coi saggi che di mano in mano giungevano, era facile presumere, come diffatti avvenne, l'occupazione sua per intero, e non che delle sale, dei corritoi. Da questi eventi qualche indugio doveva seguirne; e seguì infatti, non tanto però che non se ne effettuasse l'apertura al pubblico ai 4 del settembre, il giorno medesimo in cui s'inaugurava la costituzione del Congresso artistico. Esecutore del pensiero accademico, il Comitato non può nè deve innoltrarsi, anche qui, nel campo dell'apprezzamento critico di questa Mostra. D'altronde, il Congresso, rappresentato dalle Sezioni riunite II e III, affidò ad una speciale Commissione (*) l'incarico di esaminare questi saggi e di riferire sul merito di essi. Negli atti del Congresso vi sarà dato d'attingerne le conclusioni. Intanto, ci deve essere lecito di ricordare il voto manifestato da quella Commissione, e fatto suo nell'adunanza delle due Sezioni. Per esso si vorrebbero dalle Autorità superiori informati gl'Istituti d'arte italiani, che d'ora innanzi, avranno luogo, a periodi da determinare, Esposizioni di Saggi didattici, seguite da esami, in cui i meriti (*) Prof. cav. Claudio Bernacchi - Prof. cav. Camillo Boito Prof. cav. Pietro Giusti - Prof. cav. Giuseppe Isola - Prof. cav. Salvino Salvini. degli educati, al, pari di quelli degli educatori, abbiano a trovare il loro giudizio. L'Accademia deve compiacersi di vedere così il proprio concetto solennemente accolto e pienamente confermato dal voto dell'autorevole Consesso. Per quanto concerne il Comitato, esso ha il debito di dichiararvi che il concorso delle Accademie e degli Istituti italiani, benchè non completo per assenza d'alcuno dei maggiori , non venne meno per numero. Alcuni dei venuti tenevano occupate col loro contributo parecchie sale. Non sapremmo indicarvi il numero dei disegni e dei modelli a rilievo, teniamo però ad onore di pubblicare i nomi delle Istituzioni che ci furono benevole non meno di parole che di fatti; eccoli : Istituto regio di belle Arti di Napoli: Accademie reali di belle Arti di Bologna, di Carrara, di Lucca, di Modena, di Venezia: Istituto di belle Arti per le Marche, in Urbino: Istituto provinciale di belle Arti di Siena: Accademia Ligustica di belle Arti di Genova: Accademie di belle Arti di Perugia e di Pisa: Accademia Carrara di Bergamo: Istituto Gazzola di belle Arti di Piacenza: Scuola Comunale presso l'Istituto Tosi, a Brescia. S'aggiunga a cotesto significante concorso quello di alcuni privati, i quali vi hanno recato non già dei saggi, ma dei corsi didattici : essi vennero trae- messi, se non altro, per averne l'esame e il giudizio del Congresso. La Commissione fu ben lieta di accoglierli, e non sarebbe giusto l'obbliarli; ond'è che noi ricorderemo: Il corso di disegno architettonico del prof. Francesco Bianchi, di Lucca. Il corso d'ornamento del signor Socrate Bonaiuti, di Carrara. Gli elementi di figura del signor Cornaglia Carlo, di Bologna, e per ultimo: Gli studi grafici di geometria applicata alla prospettiva del signor Giuseppe Ferrari, di Verona. A. compiere quanto tiene ragione con questa Mostra, noi vi dobbiamo ancora un cenno, quello che vi informi quale spesa essa ci abbia recato e con quali modi vi si sia fatto fronte. Anche qui, come pel resto, la riassumiamo a somme partite, vale a dire : Impianto e addobbo . . . . L. 1,455. - Collocazione ed ordinamento dei lavori » 826. 61 Personale di custodia e sorveglianza . » 731. - Gratificazioni a persone e stipendiati di 220. - ufficio per servigi straordinari . Tipografia e stampe diverse . . » 79. 25 Oggetti d'amministrazione ed altri diversi » 278. 95 L. 3,590. 81 Dopo aver detto essere mancato al Comitato qualsiasi mezzo per far fronte a queste spese, e poichè vi è nota la facoltà concessa alla sua Presidenza di approfittare degli avanzi dei prodotti della Mostra dell'Arte antica, vi sarà facile pensare, come vedeste già, che con essi si provvide per intero alla spesa di questa Esposizione. Saggio Villeiano. Il Consiglio accademico non deve averlo dimenticato. Nel concetto del ministro Correnti, per rendere più solenne l'inaugurazione del monumento a Leonardo da Vinci, stava l'istituzione di un premio a chi avesse più degnamente illustrata la vita e le opere di lui. La vostra Commissione, plaudendo all'idea, non si dissimulò le difficoltà, e mise innanzi, siccome meritevole di preferenza, l'altra d'un saggio del Codice Atlantico posseduto dalla Biblioteca Ambrosiana. L'adesione del Ministro coronò il proposito vostro , ed il Saggio Vinciano , di cui certamente non è la notizia che vi manchi, come che sia nelle vostre mani, vale per attestarvelo. Ciò di cui il desiderio in cuor vostro potrebbe aver posto, è tale che a noi è imposto, senz'altro di soddisfare, significandovi per quali vie e con quali mezzi il Comitato sia giunto al risultamento a Voi noto. Assentita dal signor Ministro l'idea del Saggio nei modi avvertiti, una Commissione fu dal Comitato eletta fino dal primo suo costituirsi, con mandato di provvedere interamente all'impresa. La Commissione rappresentava egualmente la Regia Accademia e il Regio Istituto lombardo di scienze e lettere ('). A condurre l'opera di tipografia, fino dai primi del novembre 1871, il Ministro aveva stanziato la somma di L. 6000. Ora, alla Commissione la cura di provvedere agli effetti: e non era facil cosa la scelta dei disegni onde costituire degnamente il volume, quella dei modi calcografici onde riprodurli, i testi esplicativi e gli scritti d'illustrazione consentanei al carattere della pubblicazione, e il tutto, poi, alla stregua dei mezzi finanziari posti dal Ministro a disposizione della Commissione. - Essa ebbe, anzi, non poco a preoccuparsi della riproduzione dei disegni: non vi poteva essere dubbio sulla preferenza competente alla fotografia. Ma contro l'applicazione sua pura e semplice, si opponeva il dispendio richiesto oltre il limite disponibile, quanto al fare uso dei nuovi trovati che congiungono la fotografia alla calcografia, ci portavano fuori d'Italia, (*) Conte comm. Giberto Borromeo - Prof. comm. Giuseppe Bertini - Prof. cav. Camillo Boito, tutti dell'Accademia: - Prof. cav. Giuseppe Colombo - Prof. cav. Gilberto Govi, entrambi dell'Istituto. Il Presidente del Comitato e il Segretario di esso tennero medesimi offici presso la Commissione. da cui era risoluta la Commissione di non allontanarsi. Se ci acconciammo col signor Angelo Della-Croce non fu, pertanto, se non dopo ripetuti esperimenti, nei quali ci sussidiammo per la misura artistica d'uno dei vostri colleghi, sicuri troppo del suo criterio per dubitare di mettere piede in fallo; e se ciò sia avvenuto, valgaci a testimonio il volume. Cure non lievi doveva pur costare alla Commissione quanto riguarda il lavoro di tipografia. Non erasi ancora ben fermo cui affidarla, quando, per circostanze indipendenti di chi ebbe ad avere il carico delle scritture, accadde che queste non si avessero apprestate se non verso la fine del luglio ed in una misura maggiore delle previsioni. Il lavoro di stampa veniva così complicato dall'imminente epoca fissa di pubblicazione. Il formato del volume era comandato dalla misura delle tavole; ma restava da provvedere alla scelta dei tipi, pei quali sopratutto , attesa la scarsità di essi, voleva essere messo l'ingegno a dura prova per ottenere una rapidità eccezionale nel lavoro tipografico. In così difficile congiuntura , alla Commissione toccò la buona fortuna di trovare nel cav. Giulio Ricordi , direttore della celebre calcografia musicale, un interprete intelligente ed appassionato, sicchè gl'instanti desideri avessero il loro adempimento nei fatti. In poco manco di venti giorni il volume potè trovarsi impresso ed ordinato; tantochè ci fu concesso di metterlo sotto lo sguardo di S. M. il Re il 26 agosto, all'atto che inaugurava nelle sale del palazzo di Brera l'Esposizione dell'Arte antica, e di consacrarne, poscia, la pubblicazione al 4 settembre, per mano di S. A. R. il Principe ereditario, nel momento e davanti al discoprimento dell'opera marmorea a Leonardo da Vinci, doppia onoranza monumentale al sommo artista e scienziato. Non vi intratterremo circa la spesa che va congiunta a questa pubblicazione. Vi basti sapere che l'assegnamento ministeriale ne ebbe ad andar superato per un cumulo di piccole cagioni che qui tornerebbe superfluo il dichiarare; ma la Presidenza del Comitato si ripromette di riempire la deficienza , senza far ricorso al R. Ministero, valendosi del ricavo di vendita di un certo numero di copie che fino dall'ordinamento primo dell'opera furono dallo stesso Ministero poste a disposizione della R. Accademia. A cura della Presidenza del Comitato avvenne pure, d'incarico e a nome del Ministero, l'invio di parte degli esemplari. Nel loro numero sono compresi quelli offerti a S. M. il Re, ai Principi reali, fra cui il Re di Spagna, ed alle principali cariche dello Stato. Oltre di ciò ebbe l'incarico dal R. Ministero di distribuire quelli destinati alle persone residenti in questa città. Nè fu senza una viva soddisfazione che la Presidenza del Comitato si diede all'adempimento di tutti cotesti offici che ridondano a onore del Comitato e della R. Accademia, donde infine quest'opera si diparte: la quale, giova crederlo, rimarrà segno imperituro dell'epoca e della città da cui tolse esistenza. Nè, a questo proposito, il vostro Comitato può dimenticare senza una parola di riconoscenza quei generosi (*) che, estranei al Comitato, estranei all'Accademia, sono accorsi volenterosi a recare il frutto dei loro studi ad un'opera vostra; opera che dobbiamo augurarci di vedere continuata, e potrà esserlo certamente con maggior copia di mezzi e più ampia messe di fatti, non con maggiore amore di quello con che fu dai commessi vostri iniziata. Monumento a Gastone di Foix. Noi dobbiamo, qui, toccare ad un altro argomento non considerato nel programma accademico ed estraneo quasi allo stesso Comitato: ma esso si collega siffattamente alla nostra festa artistica che, per sua natura, si ripone sotto il patronato vostro. Al ministro Correnti, già benemerito dell'arte italiana a più d'un titolo, sono dovute e l'idea e l'iniziativa di quanto riguarda quest'opera. Ognuno di noi conosce, almanco di fama, gli avanzi del monumento a Gastone di Foix, nipote a Lodovico XII, morto sotto (*) Gli egregi professori Colombi e Govi. Ravenna nell'aprile del 1512, opera di Agostino Busti. Chi lo dicesse il monumento del mistero, crediamo che esprimerebbe al vero le ombre che s'addensano sulla sua origine, sulle sue vicende, sulla dispersione dei frammenti di esso. Il desiderio del Ministro sarebbe stato quello di vedere ricomposto il monumento con pezzi di gesso diligentemente tratti colla forma dagli originali , a ciò prevalendosi , in parte, dei lavori già posseduti e dell'opera dell'artista formatore Pietro Pierotti. Volle poi che a vigilare e dirigere l'operazione di ricomposizione fosse chiamata una Commissione. La risoluzione ministeriale riferita al Comitato, diede motivo alla elezione di cotesta Commissione, cui all'atto istesso conferì mandato pieno e indipendente di procedere (*). Primo quesito che la Commissione si pose davanti fu quello, se e come si potesse giungere alla divisata ricomposizione. Uno studio accurato e paziente dei noti frammenti la fece persuasa in breve, che, senza decretarne l'impossibilità, allo stato attuale delle cose il problema si presentava insolubile, e che, all'incontro, come primo grado alla soluzione , era da raccomandarsi la raccolta dei pezzi formati del mo- (*) Conte comm. Carlo di Belgioioso - Prof. cav. Claudio Bernacchi Arch. cav. Giovanni Brocca Prof. cav. Giovanni Strazza - Cav. Giuseppe Mongeri, acc. numento siccome il migliore elemento di studio pel suo futuro componimento. La persuasione della Commissione e le sue raccomandazioni vinsero l'animo del Ministro, sicchè l'opera della Commissione si rivolse a regolare l'acquisto dei pezzi, così sotto l'aspetto artistico come sotto quello economico. Sull'argomento a noi non resta dippiù a dire. L'Esposizione delle opere d'Arte antica deve avervi reso manifesto quale sia stato il frutto delle cure della Commissione. Certamente il Consiglio accademico li rammenta: essi erano sessanta pezzi e confrontano colla nota recata dal catalogo , contando separatamente una lesenetta semplice unita alla storia dell'Andata di Cristo al Calvario. Riguardati cotesti pezzi nella loro entità si possono classificare come segue: 17 statue, compresa la maggiore del Foix. 16 storie ad alto rilievo. 11 lesene tra grandi e piccole, ornate di grottesche ad alto rilievo. 13 pilastrelli con ornamenti a bassorilievo dai lati. 1 frammento dell'arca. 2 piccole cartelle per iscrizioni: considerati, invece, i pezzi medesimi a ragione della loro provenienza, si veggono appartenere a cinque Musei o collezioni diverse, vale a dire: 11 pezzi, al Museo Archeologico di Brera. 17 id. alla Biblioteca Ambrosiana. 18 id. alla collezione Busca, nella villa di Castellazzo d'Arconate. 9 id. al Civico Museo di Torino. 5 id. al Museo di South-Kensington presso Londra. Non è già che qui si confini il numero dei pezzi spettanti al monumento; la Commissione incaricata di raccoglierli si affretta anzi a dichiarare non avere inteso di avere compiuta la raccolta, tanto più di fronte ai molti pezzi che intorno vengono designandosi, ma tuttavia incerti. Essa ha voluto limitarsi ai più noti ed agl'incontestabili per quanto è lecito fare uso di questa qualificazione in un caso nel quale, come si disse, il mistero è ben altrimenti che dissipato. Laonde , convinta che altri pezzi , e non in piccol numero, debbano trovarsi qua e là dispersi, fa voto perchè possano venire aggiunti a questa già considerevole e preziosa raccolta cui la solennità trascorsa ha dato origine, e dalla quale trovasi fatta depositaria l'Accademia, vero incitamento a studi e meditazioni per gl'indagatori delle memorie intorno alla storia dell'Arte lombarda. Guida illustrata della città. Ben poche parole si convengono a questo proposito. Sebbene compreso il soggetto nel programma accademico, e volonterosamente accettato dal ministro Correnti, piacque al Comitato vostro fino dalla seconda sua convocazione di lasciarne la cura al proprio segretario. Egli non mancò d'accingervisi, prendendo gli ordini direttamente dal signor Ministro per quanto aveva tratto così alla parte artistica che a quella tipografica. Non occorre dire che il libro ebbe la sua pubblicazione a tempo debito pel Congresso, giusto gl'intendimenti del signor Ministro. Così, com'egli promise, ne venne fatta illimitata distribuzione, anzitutto ai membri del Congresso medesimo poi al Consiglio Accademico, al Comitato, alle Commissioni tutte da esso dipendenti, al personale insegnante, e nelle sfere officiali, ai componenti la Giunta del Comune, e la Deputazione della Provincia, e agli alti Personaggi e alle Istituzioni cui suolsi far offerta degli atti Accademici; infine agli studiosi tutti pei quali le memorie raccolte potevano in qualsiasi modo destare qualche interessamento. Dopo tuttociò, qualora al relatore del vostro Comitato non fosse troppo audacia inframmettere una parola per conto proprio, la chiederebbe per aggiungere una preghiera, ed è, di voler riguardare la pubblicazione non altrimenti di quanto dichiara il titolo, una raccolta di note che altri più valorosi e più fortunati di lui sapranno meglio riordinare e compiere. Signori Accademici, Voi avete ormai dinanzi intera la storia degli impegni del vostro Comitato, le vicende onde furono accompagnati , l'esito che hanno avuto. È una storia durata da quasi diciotto mesi e che oggi può aversi per chiusa. Se noi vi ci siamo dilungati, non fummo consigliati da altro pensiero, come dapprima vi accennammo, che da quello di rendervi piena la notizia di una serie di fatti compiuti non senza interesse vostro, poichè furono posti sotto la tutela del vostro nome. Così avvenga che fatti autorevoli pel nome dell'Accademia milanese siano frutto di esperienza per coloro cui toccherà di rifare le medesime orme sopra nuovo cammino! Che se possiamo concederci cotesta lusinga a vantaggio ed onore delle arti belle del nostro paese, se ancor più non ci verrà meno una parola vostra a raffermarci nella coscienza il sentimento che rechiamo, non essere stata l'opera del Comitato infe- riore al mandato confidatogli, noi ne andremo consolati e memori come del più prezioso dei premi al quale dal canto nostro si possa aspirare. Il Comitato Conte comm. CARLO BARBIANO DI BELGIOIOSO, Presidente. Conte comm. GIBERTO BORROMEO, Vice-Presidente. Cav. GIUSEPPE MONGERI, Segretario e relatore. Prof. cav. LUIGI BISI. Prof. cav. CAMILLO BOITO. Prof. cav. ANTONIO CALMI , Segretario della R. Accademia di belle Arti di Milano. Cav. PIETRO GONZALES. Prof. comm. FRANCESCO HAYEZ. Avv. cav. GIOV. BATTISTA IMPERATORI, Deputato provinciale. Prof. cav. PIETRO MARTINI, Segretario della R. Accademia di belle Arti di Parma. Prof. cav. ELEUTERIO PAGLIANO. Nob. cav. GIACOMO POLDI-PEZZOLI. Conte comm. FRANCESCO SEBREGONDI, Assessore municipale. Prof. cav. GIOVANNI STRAZZA. APPENDICE Discorso letto dal Presidente del Comitato alla presenza di S. M. il Re, inaugurandosi l'Esposizione dell'Arte moderna il giorno 26 agosto 1872. « Sire, « Il Comitato esecutivo per la seconda Esposizione italiana di belle arti, che non senza trepidazione vede giunto quest'istante lungamente atteso, accoglie come segno di lietissimo augurio l'atto di Sovrana benignità che adduce la Maestà Vostra tra noi. « L'odierna festa dell'arte, preconizzata dal Congresso di Parma, e indetta dal Governo Reale, che decretò speciali onoranze al Sommo Leonardo, ebbe esecuzione e compimento per le cure associate dell'Accademia di belle arti, del Comune e della Provincia. Nel rendere in oggi vive e solenni azioni di grazie a quanti diedero opera a questa impresa, il Comitato è ben lieto d'incontrare primo tra i benemeriti l'Augusto Monarca che, colla sua presenza, le riconferma l'ambito carattere dì solennità nazionale. Posta sotto gli auspicii del Magnanimo Re, vindice e patrono dell'unità della patria, l'artistica prova è fatta degna dell'alto suo nome. « L'esempio della nobile Parma che, con generoso e fortunato coraggio, iniziò le ricorrenti Esposizioni dell'arte italiana, tenne viva la nostra fede. Ond'è che, ignoto ancora il giudizio di questa seconda prova, noi ci teniamo onorati d'averla voluta: imperocchè il suo concetto è altamente civile. I nostri maggiori celebravano la pace chiudendo le imposte d'un tempio; noi, associando ai riti della pace quelli della libertà, apriamo, ad onore d'entrambe, le palestre delle arti operose. « La libertà e la pace, lavoratrici indefesse, avvicendano le gravi e le geniali fatiche, e perciò non sono mai stanche. Ringuainata e non deposta la spada, esse combattono, con armi più miti e su campo meno periglioso, le battaglie della civiltà. Nel loro esercito sfilano, a schiere, e per ordine, le milizie della scienza, dell'arte, dell'industria; e ogni schiera ha la sua assisa, ognuna attende la sua giornata campale. Ancora trionfa la forza; ma una forza temperata e generosa, che concede la palma al vincitore, e ridona le armi al vinto. « Giunti ora al cadere di una di queste storiche giornate, l'arte raccoglie i suoi fasci nello stesso recinto, dove ieri abbiamo ammirati i preziosi manipoli di un'industria, fiorente per giovanile solerzia, ricca delle più belle speranze. Così , nelle alterne rassegne , ogni forza viva del paese ritrae coscienza di sè; e la nazione, ragguagliando i valori di tutte, stringe in un'ultima cifra la misura del suo progresso. « L'arte, l'amica prediletta del genio italico, la fida e non mai muta compagna delle glorie e delle sventure della patria, succederà degnamente, non ne dubitiamo , all'emula sorella. E se il numero delle opere qui raccolte è prova incompleta dell'artistica nostra operosità, se il nome dei chiarissimi artisti qui accorsi ci ricorda i molti che non sono tra noi, diremo a nostro conforto che dietro a questo esercito accampato sta una riserva di valorosi che prepara nuove opere a prossimo e più arduo cimento. « Ma una dimanda sta in cima a tutti i nostri pensieri, una dimanda che s'impadronì del nostro animo il giorno in cui fu annunziàta questa solennità, che si fece più ansiosa durante il non facile corso de' suoi apprestamenti, che grandemente ci commove in quest'ora del rendiconto : uscirà l'arte da questa prova soddisfatta di sè? « Questa interrogazione tra poco correrà sul labbro di tutti. Spetta al paese il rispondere a sè stesso. « Sire, « L'arte, gelosa tutrice de' suoi alti interessi, non ama i facili trionfi ; ma quella indulgenza che essa non chiede, ben può il Comitato attenderla e invocarla per sè. Convinto di non aver posto misura al suo buon volere, esso dubita nondimeno che l'opera sua non abbia potuto o saputo salire all'altezza di una solennità che, proclamata in nome della Nazione, racchiude splendide promesse. « PoSsa ora il benevolo gradimento di V. M. e degli onorevolissimi personaggi che le fanno corona, possa il giudizio delle colte rappresentanze, dei cittadini e della stampa, dissipare questa nube. « Ora, attendendo la regale parola che dichiari aperta la seconda Esposizione italiana di belle arti , il Comitato prega la M. V. a coronare gli intenti della Provincia, del Comune e dell'Accademia, degnandosi di visitarla ». Rendiconto della Commissione d'esercizio per l'Esposizione dell'Arte Moderna. Onorevole Comitato, La Commissione d'esercizio, nell'assumere l'onorifico incarico affidatole da codesto benemerito Comitato, trovò essersi già da voi molto utilmente impartite diverse disposizioni amministrative, ed avere la solerte Commis- sione tecnica pressochè compiute le progettate nuove gallerie cogli altri annessi. Malgrado quindi i guasti causati dalle incessanti pioggie e dall'eccezionale bufera del 1.0 agosto, e malgrado i richiesti ulteriori provvedimenti per meglio assicurare la copertura dei nuovi fabbricati e per ottemperare alle giuste esigenze degli espositori in riguardo ad una più artistica diffusione della luce, la Commissione potè abbastanza in tempo predisporre il tutto per convenientemente accogliere gli oggetti d'arte che numerosi già venivano trasmessi alla Commissione di ordinamento. Qualche difficoltà presentossi nell'addobbo delle sale: all'uopo non bastava soddisfare al semplice gusto estetico; occorreva coordinarlo coi riguardi dovuti all'arte. Però i diversi quesiti trovarono felice soluzione, mercè il pieno accordo che le tre Commissioni mantennero sempre fra di esse. Anche di questi lavori venne assicurata la completa esecuzione pel 26 agosto mediante speciali contratti stipulatisi coi fornitori. Lo spontaneo e gratuito concorso del Municipio e della Società del Salone risparmiò spesa e fatica per l'ammobiliamento. Allestiti così i locali, si ebbe disponibile per l'intera Esposizione ai piani inferiore e superiore una complessiva superficie di metri quadrati 6682,46, di cui furono occupati dalla scultura metri quadrati 684,77, dalla pittura e da altre opere artistiche metri quadrati 4530, riservato pei locali di servizio Io spazio residuo. In seguito furono rivolte le nostre cure all'ordine, alla custodia dei locali e degli oggetti d'arte, non che all'intiero servizio dell'Esposizione. Stazioni di Carabinieri e di Guardie di pubblica sicurezza con un Delegato, ed i Sorveglianti urbani avevano l'apposita vigilanza; si preavvisava ai pericoli di incendio col sussidio dei civici Pompieri; e si provvedeva alla custodia ed al servizio interno con undici custodi, con diciassette inservienti ed otto facchini, aventi distintive o divise speciali. Un caffè, un deposito per bastoni ed ombrelle si trovavano nelle sale; ed un conveniente servizio di omnibus e broughams fu organizzato a comodo dei visitatori. Ai diversi rami dell'amministrazione fu pure cómpito della riferente il provvedere. Il cassiere comunale signor Giuseppe Bruni fu prescelto qual custode dei fondi dell'Esposizione; volonteroso accettò egli l'incarico, gratuita prestando l'opera propria e quella de' suoi impiegati; la Commissione gliene deve vivi ringraziamenti. Con egual lode attesero alle assegnate funzioni il signor avvocato Giovanni Saldarini, come segretario della Commissione, il signor ragioniere Uberto Castagnola per la parte contabile, il signor ragioniere Angelo Giardini quale economo, il signor Carlo Simonini nella direzione e sorveglianza del personale di servizio. Altri speciali incaricati si avevano al cambio della valuta, agli abbonamenti, alla vendita della Guida ufficiale ed ai contatori meccanici. Il signor dottor Giulio Menhart , con non comune intelligenza ed attività, seppe egregiamente fungere da Commissario per la vendita degli oggetti d'arte esposti. Un Ufficio medico, un Ufficio di posta ed uno speciale locale per la Società delle belle Arti completavano il servizio pei visitatori e per l'Amministrazione. Cartelli indicatori e varie copie a stampa del Regolamento, all'uopo predisposto dalla Commissione, davano le opportune norme al pubblico ed al personale di servizio sul modo con cui doveva ognuno contenersi nelle sale. Insufficiente sembrava l'aver raccolto in un Regolamento i doveri di tutti; volevasi chi avesse autorità. ed energia per farlo osservare. Distratti da altre numerose cure, i membri della Commissione d'esercizio mal vi avrebbero potuto attendere. Si nominò un apposito Ispettorato nei signori conte Emanuele Borromeo, conte Piero Tomini ed Emilio Conti. L'incarico fu distintamente disimpegnato da questi egregi signori. L'intelligentissimo zelo e l'indefessa attività da essi spiegati furono veramente superiori ad ogni elogio, e la Commissione loro deve la maggior sua riconoscenza per l'ordine che seppero con ferma costanza mantenere. Tutto fu debitamente approntato pel preflnito giorno dell'apertura. Le sale contenevano N. 1035 opere d'arte presentate da N. 554 espositori, le une e gli altri così classificati: Artisti Opere Pittura N. 397 N. 755 Scultura » 115 » 182 Architettura » 25 » 52 Incisione e Litografia » 9 » 20 Espositori stranieri . » 8 » 26 L'egregio signor professore cavaliere Antonio Caimi, segretario dell'Accademia, si assunse volonteroso l'incarico di compilare il catalogo delle opere esposte. Questo diligentissimo lavoro, compiuto nel più breve termine, riesci per ogni modo degno del maggior encomio, e la riferente Commissione è ben lieta di qui attestare all'autore il suo pieno aggradimento. Come si inaugurasse questa festa dell'Arte, come ben avventurato auspice le fosse Sua Maestà il Re, e molti eminentissimi personaggi la onorassero, inutile è il dire : questo benemerito Comitato vi presenzib egli stesso, e l'illustrissimo presidente, signor conte Belgiojoso, vi fece risuonare la sua adorna ed eloquente parola. La Commissione tacerà pure sull'esito morale ed artistico dell'Esposizione: il ragionarne è onore esclusivamente riservato alle egregie persone che seppero concretare il nobile pensiero. Solo si dirà delle risultanze finanziarie. Sulla nostra amministrazione codesto onorevole Comitato è già in gran parte edotto, avendoci assistiti nei più importanti affari lo stesso suo presidente ed il chiarissimo segretario cav. Giuseppe Mongeri, in un col detto signor Caimi; tuttavia se ne compendiano qui i risultati economici in rapporto anche al preventivo compilato dal Comitato medesimo , riputando ciò valga a sempre più rischiarare l'intera gestione che trova opportuno sviluppo nell'unito Bilancio ed allegati. RISULTANZE DEL CONTO

(v. immagine corrispondente)


In questo quadro si tenne distinto dalle altre spese il corrispettivo d'affitto, perchè, dovuto alla Società del Salone non in una determinata cifra, ma proporzionalmente agli introiti conseguiti, il suo eccesso sulla somma preventivata è a ritenersi qual sintomo di vantaggio anzichè di danno all'esercizio. Separate pure si trovano le opere addizionali, non comprese in preventivo, per essere state le medesime richieste da indeclinabile necessità, alla quale dovette assolutamente assoggettarsi la Commissione per non compromettere l'effetto artistico delle opere esposte e la sicurezza dei locali. L'onorevole Comitato scorgerà a colpo d'occhio da tale Prospetto come il conto consuntivo presenti sul Bilancio di previsione il non lieve vantaggio di L. 20,906. 99, rappresentante o risparmi di spesa, o maggiori prodotti; e che la deficienza di rendita ritenuta in origine di L. 24,223.50 si ridusse in fatto a sole L. 3,316. 51: deficienza coperta dal Comitato con altri fondi. Di questo soddisfacente risultato la Commissione è ben lungi dal farsene un vanto, e non ha alcuna pretesa di attribuire a proprio merito l'insperato concorso dei visitatori e le oltrepassate previsioni d'incasso. Ma giova ad essa lo stabilire il debito confronto fra i due Bilanci all'unico intento di constatare che, per quanto fu da lei, si contenne in quei limiti finanziari che moralmente le erano stati assegnati. Nell'ammettere o nel rifiutare i diversi titoli di spesa furono norma alle sue decisioni la necessità e la maggiore utilità a cui miravano; non la grettezza o lo scialacquo. L'unito Bilancio ritiensi già a sufficienza dimostrativo e dettagliato per non richiedere ulteriori commenti, e da esso codesto onorevole Comitato potrà, con tutta cognizione di causa, formarsi un retto giudizio sull'andamento complessivo dell'Amministrazione. Solo un'osservazione ci si vorrà permettere. Rilevasi dal Bilancio esservi ancora vari residui a saldarsi. La Commissione vi avrebbe forse potuto provvedere ella stessa; ma, trattandosi di impegni direttamente assunti da codesto onorevole Comitato; si stimò più opportuno di la- sciare ad essi il cómpito di soddisfarli secondo il suo miglior senno. La riferente ha pure dichiarato di astenersi da tener qui parola sul merito morale ed artistico dell'Esposizione; ma vi ha tuttavia un fatto che serve in certo qual modo ad esprimere il materiale valore. Molti degli espositori hanno dichiarate disponibili le loro opere , e queste ascendevano a N. 730. Dai contratti notificati, o stipulati presso la Commissione preposta all'Ufficio vendite, risulta che sopra 218 di esse cadde la scelta degli acquirenti, come qui si dimostra:

VEDI IMMAGINE CORRISPONDENTE


Furono partecipi a questi profitti 137 artisti, che con altri colleghi ebbero un ulteriore vantaggio nelle molte nuove commissioni ricevute da diversi visitatori. Durante l'apertura della Mostra artistica, oltre all'intervento di vari nobilissimi personaggi e di un gran numero di forastieri d'ogni nazione, le sale furono illustrate dalla presenza delle loro altezze il Principe ereditario, la principessa Margherita, la duchessa di Genova ed il duca Tomaso, nonché dalle loro eccellenze i Ministri delle finanze, dell'istruzione pubblica e dell'agricoltura e commercio. In complesso i visitatori accorsi possono così annoverarsi: Paganti l'ingresso giornaliero N. 45,999 Abbonati Invitati per l'intiera durata dell'Esposizione Espositori Dippiù fu accordato libero l'ingresso: Ai membri del Congresso artistico e degli ingegneri-architetti durante il loro soggiorno in città Agli allievi dell'Accademia delle belle Arti, ai membri del Corpo insegnante ed agli impiegati comunali, non che alle famiglie dei sorveglianti urbani e del personale addetto all'Esposizione, valutabili in tutto ad altri . Per il che il numero delle persone che visi- » 407 » 260 » 554 » 6C0 » 2,200 tarono le sale ascese a N. 50,020 Raccolti così tutti i principali dati statistici che si riferiscono all'interesse economico dell'Esposizione, noi poniamo termine al nostro rapporto. Però, prima di rassegnare intieramente questo mandato, dobbiamo attestare la massima riconoscenza non solo alla stampa italiana ed estera che ci apportò tutto il suo valido sussiduo, ma anche a quei distinti fotografi che resero più duratura la memoria della nostra festa colle pregiatissime loro riproduzioni. Del felice successo di questa artistica Esposizione, egli è certo che il principale onore spetta a codesto Comitato, che seppe con tanto amore e studio attuarne il nobile concetto; però titoli di benemerenza si acquistò anche il nostro Consiglio comunale che, sempre pronto a sostenere tutto quanto promova l'interesse morale ed economico, pubblico e privato della città, volle per questa solennità nazionale prestare un illimitato concorso finanziario e decretare contemporanee feste, che tanto efficacemente la avvantaggiarono. Atti di grazie devonsi pure al Ministero ed a questa Rappresentanza provinciale, che per meglio animare la concorrenza degli artisti e rendere più copiosa e più splendida la nostra Esposizione, deliberarono fino dall'anno scorso generosi assegni per acquisti di opere d'arte. E al plauso cittadino va del pari segnata la Società del Salone, che con sì previdente senno apprestò l'imperiglioso campo, sul quale, come ben si avvertiva nel discorso inaugurale di codesto illustre Presidente, la libertà e la pace, dopo le combattute battaglie della civiltà, poterono con onore passare in rassegna le milizie dell'arte e dell'industria, a sempre maggior vanto e lustro della nostra città, del cui splendore ormai può non indecorosamente ammantarsi Italia tutta. Milano, IO ottobre 1872. La Commissione GIBERTO BORROMEO, Presidente EMILIO BORROMEO GIOVANNI BATTISTA IMPERATORI STEFANO LABUS FRANCESCO SEBREGONDI. ERRATA CORREGGI Pagina 42 linea 8 = essa esso » 57 » 11 = giusto giusta