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SCHEMA DI STATUTO PER UNA ACCADEMIA DI BELLE ARTI

PROPOSTO

DA

GIUSEPPE MONGERI

MILANO Tipografia di A. Lombardi

1860 Lo schema di statuto che si presenta al pubblico, dovrebbe essere il riassunto, o meglio la conclusione d'un libro. Toccare brevemente delle condizioni attuali dell'arte, vedere quanto vi abbia in generale contribuito l'insegnamento delle Accademie e delle scuole d'arte, notarne le lotte, le vicende, le trasformazioni subite, quanto si è guadagnato o perduto; e da questo distendersi ad esaminare piu' particolarmente il carattere delle attuali Accademie d'Italia, le origini loro, lo sviluppo, le tradizioni serbate, i fini raggiunti, e più ancora quelli mancati, e quindi le risoluzioni onde portarvi rimedio, onde sollevarle al livello dei bisogni e della coltura odierna, onde equilibrarle al limite delle nostre facoltà, onde, sopratutto, rannodare insieme l' interrotta catena d' un passato glorioso con un avvenire che vuol essere poderoso e splendido : ecco quello che avrebbe dovuto prece- dere affinché le pagine che seguono avessero aspetto meno di quello che hanno, arido ed assoluto, e forse oscuro e dogmatico, ed insieme valore di concetto maturato dalla meditazione e confortato dall' esperienza. Ma a raccogliere e coordinare tanta compagine di fatti e di osservazioni, non bastava lo stimolo dell'amore all' arte, non bastava la migliore delle volontà. Dove il crescere delle materie fra le mani e l' aprirsi di nuovi orrizzonti solleva la questione alle elevate regioni del pensiero, vi vogliono e forze e mezzi e tempo che a pochi privilegiati sono concessi. D'altra parte se qualche pregio una tale fatica poteva avere, si stringeva tutto nel cadere opportuna alla questione del riordinamento dell' Accademia nostra , questione che ferve in questo momento tra noi , come si agita egualmente a Firenze ed a Londra. Il dubbio di far opera superflua, comecchè tarda, il cenno recato dal foglio officiale, la Lombardia (*) che era fatta facoltà alla Commissione congregata ogni individuale proposta, fecero rompere all' autore ogni indugio e lo determinarono ad ordinare le idee nella forma d'uno statuto, come quello che poteva conferir loro aspetto più concatenato ed attuabile. L'origine e lo scopo di questa publicazione devono quindi fargli perdonare molte mende. Qua alcune indecisioni, là eccedenza di minute particolarità, spesso indicazioni facilmente sottintese o di mero ordine, senza contare le lacune e le ommissioni che parranno ai più esperti nell'argomento. E però qui anzitutto vorrebbe essere considerato il concetto generale, la divisione delle attribuzioni e delle

(*) La Lombardia del 1O Dicembre 1859. materie, il loro modo di ingranaggio nell' organismo complessivo; e dell' infrascarsi che dimostra, di ordinamenti affatto secondari vogliasi farne ragione al desiderio di conferirgli forma viva e compiuta, o almanco molto meno imperfetta di quanto essa effettivamente sia. Ad ogni modo questo lavoro non vorrebbe essere accolto che come un memorando o, secondochè s'intitola, come uno schema, intorno a cui importa che sia avvivata la discussione, affinché, ammessi che ne siano i principi cardinali, scindere, appurare, trasporre, escludere od aggiungere quanto può trarlo dallo stato embrionale in cui si presenta, a quello di esistenza spigliata e matura. Comunque trincerato in queste riserve, non sembreranno fuori di ragione alcune parole a chiarirvi qualche idea puo parere meno ovvia. In termini generali, nei quali esso è concepito, erano richiesti dal principio su cui posa. Chi conosce la struttura delle principali Accademie europee, sa che esse sono ordinate per lo più come un campo chiuso e ristretto in cui la critica, maneggiata quasi esclusivamente dagli uomini di lettere, penetra di sgembo e non vale spesso che aggiungervi dissidii e confusione, laddove chi vive unicamente dell'arte e per l'arte, chi rotto alle idee pratiche, alla realtà del fatto, l'artista in una parola, cui spetterebbe recare l' alito vitale o per lo meno il lento processo rinnovatore della istituzione, si trova precluso l'adito dal consorzio degli immortali, numerato e scarso com'è sempre. Laonde la folla che si accalca alle porte, e sia pure la folla sola delle intelligenze robuste ed oneste che vorrebbero farvi sentire la propria voce, deve attendere i benefici dell' ultimo destino per addentrarvisi, come avviene alle perfine; ma se vi giunge, lo è sempre alla spicciolata, senz'ordine, e spesso stanca e sfiduciata dalla lunga aspettazione. Inde irae, È questo, a mio credere, la grande magagna dei corpi accademici cui è confidata la rappresentanza delle belle arti. L'Accademia R. di Londra in una sessione dello scorso dicembre compresa forse, dal medesimo pensiero fra le proposte mosse dal pittore Cope per la riforma delle statuto, accolse specialmente quella che il numero dei membri fosse illimitato. Egli è , se non erro, avviluppare la questione , non scioglierla. L' arte non sarà giammai convenientemente rappresentata finché verrà concesso ai Corpi accademici di assimularsi soltanto gli elementi vitali esteriori, senza possedere poi altrettanta virtù per liberarsi, anzi liberare coloro che vi hanno esaurito il loro compito. Dippiù una corporazione di tal natura vuol essere anzitutto libera nelle sue manifestazioni, varia come varia e multiforme è la vita dell'arte, sciolta da qualunque vincolo che la colleghi all' immobilità. È questa per lei lo scoglio di Prometeo. Tale è il nodo che mi sono posto d' innanzi, e che altri giudicherà se io giunsi a disgruppare col proporre, non più corpo immutabile ed incatenato al perno della istituzione, ma un assemblea artistica, col nome di Consulta accademica, che si regge da sè, che si rinnova periodicamente, che, come accenna bastantemente il suo nome, ha la parola libera ed alta, e con questa la facoltà di vigilare, di promovere, di imporsi freno o sprone per quanto ha tratto alla vitalità dell'arte officiale di costituirsi l'organo degli artisti e quello della pubblica opinione; mentre ha dicontro una Direzione accademica, colla quale è avvinta, per quanto è dato, coi legami meno impacciati, a modo dell'internodio onde procedono paralelli il potere consultivo e l'esecutivo; per guisa che in questa Direzione, dove viene a accentrarsi tutta l'azione educativa e la pratica attività della sfera artistica , trova argomento di contemperarsi e campo nel medesimo tempo per esercitarvi la propria influenza e modo per innestarvi quel succhio vitale che vi avesse a venir meno. Di qui le proposte per la nomina dei professori insegnanti, il giudizio sull'assegnamento dei premi scolastici, delle pensioni, la vigilanza del museo d' antichità, delle pinatoteche, delle collezioni artistiche, o assolutamente confidati alla Consulta, o per lo meno divisi colla Direzione. Aggiungasi a tuttociò la preponderanza soltanto periodica degli Insegnanti principali posti a capo dell' istruzione di perfezionamento, e si avranno, per quanto è possibile, rimosse le cagioni che permettono a coteste istituzioni di sonnecchiare nelle assuetudini, di intorpidirsi nel manierismo. È questo dei professori a tempo, un ultimo punto che può essere molto contestato, impossibile disconoscerlo, ma esso, oltrecchè ha per sè l'esempio di alcune Accademie fra le più accreditate dei due Mondi, si affaccia cotanto essenziale ed imprescindibile alla mente di chi vuole nel consolidarsi delle Accademie la vita viva ed il progresso, che ogni palliativo riesce a nulla, fosse pur quello dell'Ecole des beaux Arts di possedere contemporaneamente sette professori insegnanti per la classe di pittura , cinque per la scultura, senza contare i professori speciali. Furono queste massime generali, massime che oserei dire condizioni indispensabili di vitalità all'avvenire dell'arte, e dell'accademie europee, nella più o meno lontana loro riforma, furono desse, dico, che consigliarono quel indeterminato titolo dato allo schema; mentre in tutto il suo svolgimento le particolarità soverchiano sifattamente che a nessuno potrà sfuggire come il tessuto mirasse ad attagliarsi piuttosto ad un tipo concreto, anzi ad una natura individua. Chi avesse ciò intravveduto, non avrebbe posto piede in fallo. L'Indole ed i bisogni delle Accademie italiane e più particolarmente quelli della Milanese furono presenti all'autore nella compilazione dello schema. Ne sono un primo atto la annessione all' insegnamento delle scuole elementari. Fuori d' Italia specialmente, le Accademie non danno ricetto che a giovani provetti negli esercizi grafici. Questo sta bene dove hannovi scuole politecniche o scuole sussidiarie elementari di comuni o di società, in cui l'allievo trova mezzo di prepararsi convenientemente. In Italia nulla di tutto questo. Le scuole tecniche o professionali, comunque le si vogliano chiamare, s' intessono di tante materie, fra lo quali, ove abbiavi posto il disegno, si trova in proporzioni cosi meschine e così superficiali da allontanare il vero studioso ed il figlio del popolo che a questo solo vogliansi dedicare. Da noi appunto dove il popolo è ghiotto d'istruzione, dove si volge frenetico a quanto può sussidiarlo nel suo lavoro manuale, e dove esiste veramente un arte popolare tutto propria del paese, radice antica e vegeta della grande arte nostra del rinascimento, l'istruzione elementare artistica incastonata nelle Accademie, é suprema necessità, e tanto, oserei dire, da vincere l'importanza delle classi superiori. Non farà quindi meraviglia l'estensione e lo sviluppo dato nello schema a queste scuole in modo che l'artigiano vi abbia a trovare quanto vale a compirvi l' istruzione artistica nel limite della sua destinazione, senza che possa pretendere di affrontare l'insegnamento superiore, dove la sua mano potrebbe bastare , ma dove la sua mente andrebbe perduta. Fra queste scuole popolari, quella d'ornamenti se parrà argomento d'una certa qual preferenza, fu non senza ragione. Non è già tanto perchè da questa scuola siasi determinato il punto di inizio dell' allievo , quanto perché questa scuola nella metropoli lombarda costituisce da sè sola una intera istituzione. Qui non è il caso di mettere in rilievo il merito, e l'importanza singolare di questa scuola, la sua influenza sulle nostre classi operaie: basti il dire che della superiorità meravigliosa degli artigiani lombardi nel gusto e nel finito dei lavori, riconosciuta ed acclamata dalle nazioni più colté e dai giudici più competenti per intero se ne ha debito a questa scuola, e se il nome nostro si estende nelle più lontane regioni non dirò dell'Europa, ma dell'Asia e delle due Americhe, sono i figli di questa scuola che lo recano trionfalmente sotto tutte le forme che l' arte ornamentale può assumere, dei modesti artifici della cazzuola alle vaste tele della scenografia. Per essa adunque non sarà mai fatto tanto che sia a dismisura dello sviluppo che richiede, e dell' avvenire che attende. Come l' eccedere da l'un lato fu non senza motivo, dall'altro l'ommettere nacque del pari da atto non impensato. Due ommissioni, che a taluno sembreranno capitali, avverrà che si notino nello schema; quella della scuola d'incisione e quella della scuola di paesaggio. La questione di conservare l' insegnamento incisorio nelle Accademie, come in tutte o pressoché tutte vi aveva al principio del secolo, fu risolta diggià negati- mente da più di una d' esse. L' arte calcografica da venticinque anni a questa parte ha mutato fisonomia ed essenza. Se havvi ragione di applicare la celebre sentenza di Vittore Hugo, ceci a tué cela, ne è questa l' occasione. La xilografia da una parte, la fotografia dall'altra hanno trafitto a morte la povera incisione. Al cospetto dei loro progressi mirabili e di quelli ancor maggiori che la seconda promette, l'incisione resterà tuttavia più grande di merito ma insieme limitata ad essere retaggio di alcuni pochi privilegiati , che sorgeranno tanto più grandi ed ammirati, come artisti. Non è per essi adunque che vorrà essere costituita una scuola. L'allettamento del guadagno non vale più a sollecitarvi gli studiosi a numero: agli eletti, quelli rarissimi e pochissimi che si sentono tratti a questa via, non verranno a mancare mezzi di riuscita, e null' altro loro restasse, potranno sempre, stipendiati dallo stato, accorrere dove si esercita luminosamente ancora quest'arte grandissima. Qualunque dispendio occorra, sarà sempre minore e più onorevole e più fruttuoso, che vedere una scuola deserta d' allievi , come lo fu negli ultimi dieci anni della sua esistenza, quella dell'Accademia nostra. Contuttociò è innegabile che può e deve essere fatto qualche cosa per quest'arte. A lei medesima però spetta l'aprirsi la strada ed una strada più omogenea ai bisogni ed al senso odierno, a lei spetta il guadagnarsi quelle simpatie che ha perdute alquanto ed allora non le verranno meno nè i premi, nè le commissioni dello Stato e sopratutto il favore del pubblico, perocchè nel commercio sta il primo suo sussidio ed il più vigoroso suo incoraggiamento. Minori parole si esigono a far condonare l'altra ommis- sione. Il paesaggio non s'apprende in camera. L'aria, il cielo, la luce, le vaste ondulazioni d' una pianura, le rotte schiene dei monti, le arruffate e contorte masse della vegetazione, l' inquieto oscillare delle acque non confidano il segreto delle loro fattezze che a colui il quale s' inchinò lunghi anni davanti al loro spettacolo, nè stancossi di consultare il loro aspetto naturale, di interrogarlo in tutti i modi, di afferarne le forme e gli effetti e sopratutto di evocare in sè al loro cospetto l'entusiasmo per le meraviglie della Creazione. È a questo solo patto che si può essere pittore di paesaggio schietto ed originale. Chiuso in una camera l' allievo, davanti ad una litografia, ad un quadretto, si abbassa al livello d' un dilettante; soddisfatto facilmente da apparenze lusinghiere, si tiene contento della destrezza di mano: così la via al manierismo, tanto che al fine dispettoso volge le spalle al vero, e lo proclama occasione di suggerimenti, non oggetto di imitazione sincera e di studio fervoroso, come importa che sia. Dovrebbe dunque un tale indirizzo aver posto entro una seria istituzione? Vero è che potrebbe essere fatto qualche eccezione in un paese dove questo genere d' arte non fosse coltivato o venisse scadendo. Ma presentemente siamo noi in questo caso? Non so se tutte queste idee paranno strane; certo è che sono sentite concordemente da non pochi i quali veggono ben addentro nell'organismo delle nostre istituzioni artistiche e ne amano la consolidazione ed il progresso. Comunque sia, chi le presenta non ha altra ambizione se non quella che venga loro fatto buon viso, come pensieri i quali nulla domandano di meglio che di essere ponderati e discussi senza peritanza e senza preoccupazioni nè di cose né di persone. Ed egli sarà ben felice e contento se avrà recato una pietra, fosse pur l' ultima e la meno significante, ad un edificio che gli é doppiamente caro, e che si connette colle glorie e collo splendore dell'Italia nostra. Milano, 6 gennajo 1860. SCHEMA DI STATUTO

PER UN'ACCADEMIA DI BELLE ARTI

TITOLO PRIMO

DELL'ACCADEMIA IN GENERALE

I. L'Accademia rappresenta l' arte del bello sotto tutte le sue forme e le sue diramazioni. 2. Triplice è il suo scopo: preparare l' istruzione; incoraggiare gli artisti; conservare le opere d'arte. 3. Essa è costituita da una Direzione cui mette capo l'insegnamento con quanto vi si collega: da un corpo Accademico, o Consulta, dalla quale vengono trattate le questioni d' arte interessanti il paese e d'onde si discentra l' azione promotrice per gl' incoraggiamenti agli artisti e per la conservazione dei capi d'arte antichi e moderni. TITOLO SECONDO DELLA DIREZIONE E DELLE SCUOLE.

CAPO I. LA DIREZIONE

4. La Direzione si compone di un Direttore e di un Segretario: i quali tengono a loro sussidio un economo, uno scrivano, ed un numero conveniente di persone di servizio. 5. Il Direttore è stabile; deve possedere una distinta intelligenza nei rami principali dell'arte: rappresenta l'Accademia nelle relazioni coll'Autorità Governativa: sta intermediario tra questa e la Consulta accademica (§ 180): vigila quanto concerne l'ordine educativo dell'istituto: cura quindi che nelle scuole siano adempite le norme dettate nel presente statuto, ed i regolamenti accessori che fossero od avessero ad essere nel seguito sanciti: decide innappellabilmente delle differenze che insorgessero nelle scuole tra professori ed allievi, o qualunque altra si fosse delle contraversie : intende insieme al Segretario alla direzione economica dell' Accademia, ed ha il debito per ultimo di promuovere tutto quanto vale all' onore ed al lustro della istituzione. 6. Il Segretario congiunge, per quanto è possibile, la qualità d' artista a quella d' una particolore coltura letteraria e scentifica : stà nelle sue attribuzioni l'intera corrispondenza degli affari d' officio; stende gli atti verbali e qualunque altra scrittura pel Consiglio dei professori (§ 116), per le scuole e per quanto vi si connette: si presta egualmente anche per ogni simile mansione a richiesta del Direttore; rilascia le accettazioni per le scuole, per la pinacoteca, per le gallerie, ecc. ecc.: più assiduamente del Presidente veglia all'ordine interno dell'insegnamento, e più minutamente di lui si informa e riscontra le particolarità delle occorrenze amministrative, riferendo al medesimo il risultamento delle sue investigazioni: tiene sotto la propria cura la biblioteca, le raccolte artistiche di incisioni, stampe, fotografie, antichità ed in generale della suppellettile artistica dell' Accademia; ne mantiene l'ordinamento , e ne propone l'accrescimento: nei giorni e nelle ore in cui la biblioteca resta aperta al pubblico od agli allievi egli vi rimane continuamente di presenza. 7. Il Direttore ed il Segretario sono di nomina reale. 8. Il Segretario gode dell' alloggio nel palazzo delle Scuole: ed in caso d'assenza o di mancanza del Direttore lo supplisce.

CAPO II. - LE SCUOLE IN GENERALE. 9. L' anno scolastico ha principio coi primi giorni di Novembre: spetta di fissare il giorno alla Direzione che ne dà pubblico avviso: l'anno si compie colla metà d'Agosto. 10. Le Scuole stanno chiuse nelle feste di precetto ; nelle giornate di festività nazionali ; negli ultimi quattro giorni del carnevale; negli ultimi quattro della Settimana Santa, nella vigilia del Natale e nell'ultimo giorno dell'anno. 11. L'orario delle Scuole è quello fissato nel presente statuto (§§ 106 e 107): nessuna modificazione o riduzione potrà essere introdotta senza il voto del Consiglio dei professori. 12. L' istruzione si divide in due sezioni : Sezione elementare e Sezione superiore o di perfezionamento. 13. La Sezione elementare ha per iscopo di preparare convenientemente i giovani artisti che intendono di perfezionarsi nel corso superiore e di compire, in ogni parte, l'istruzione artistica per gli artigiani. 14. La Sezione elementare comprende cinque scuole di imitazione o di preparamento, e sono: Scuola d'ornamenti Scuola d'architettura Scuola di figura Scuola di prospettiva Scuola d' anatomia. 15. La Sezione superiore, quanto all'insegnamento dell'architettura, è destinata a compiere l'istruzione artistica dell'architetto ; quanto alla pittura e scultura altro non si prefigge che di presentare un insegnamento modello per la parte sublime di queste due arti. 16. La Sezione superiore comprende tre classi di alta imitazione e di composizione, ed una di complemento, e sono : Classe di architettura Classe di pittura Classe di scultura Classe di storia e di archeologia artistica. 17. Ciascuna di queste classi comprende diversi rami d' istruzione.

CAPO III. — LE SCUOLE ELEMENTARI. A. — L' ammissione.

18. Qualunque nazionale italiano può essere ammesso a queste scuola quando esibisca le testificazioni notate nell'articolo seguente. 19. Le condizioni generali per l' ammissione sono: l'indentificazione dell'individuo mediante l'esibizione dell'atto di nascita.; - l' aver subito con buon esito la vaccinazione; - l'avere compiuto il corso elementare, o il dimostrare una istruzione equivalente ; - l' avere tenuta una condotta morale scevra da ogni imputaziane. 20. I giovani non saranno ammessi avanti l'età di dodici anni, se non per ispeciali considerazioni, a giudizio del Direttore e sentito il professore della Scuola nella quale l'aspirante intende di entrare. 21. I giovani nell' età minore di sedici anni compiti saranno accompagnati o presentati dai loro parenti, tutori o di chi ne tenesse le veci. 22. Il foglio d'ammissione è rilasciato dal Segretario e dà diritto ad essere ricevuto nella Scuola ivi designata secondo l'ordine progressivo di inscrizione dei petenti ed appena che siavi posto disponibile. - I fogli d'ammissione stanno in corrispondenza con un elenco tenuto dalla Segreteria. 23. Il foglio d'ammissione vale per l' anno scolastico ivi segnato. Per gli anni successivi basterà ottenere un segno di riammissione del Segretario, da concedersi a sensi dell'art. 28. Questo segno varrà, unicamente per un anno come l'atto della prima ammissione. 24. Le nuove iscrizioni per l' ammissione si ricevono nei primi venti giorni del Novembre e nei dieci giorni successivi alla Pasqua. I fogli d'ammissione saranno rilasciati di mano in mano che si avrà, notizia che esistono posti disponibili nelle Scuole rispettive. 25. Il segno di riammissione sarà apposto, se e come sarà del caso, all' atto della presentazione del foglio scaduto, e ne sarà fatta nota nel registro dell'anno di riammissione. 26. Gli esteri non saranno ammessi se non in forza di un decreto governativo e preVio rapporto della Direzione circa la loro idoneità. Gli esteri così ammessi vanno in tutto parificati ai nazionali. B. - L'ordine interno delle Scuole.

27. Gli alunni ammessi sono notati a cura del professore sopra un apposito registro della Scuola, secondo la forma data dalla Direzione. 28. Questo registro riempito in ogni suo punto sarà rimesso alla Direzione al chiudersi dell'anno scolastico. Fra le diverse indicazioni vi avrà quella se allievo avrà mostrato disposizioni e qualità sufficienti per essergli concessa la continuazione nello studio, quindi la riammissione per l' anno successivo, ed al caso anche con quali avvertenze. A questa nota si attiene il Segretario nel concedere, o no, la riammissione (§ 23). 29. I posti e gli esemplari o modelli sono assegnati dal professore, o dagli aggiunti sotto l'ispezione del professore. 30. Il mantenimento dell' ordine e della disciplina incombe in primo luogo al professore, poi all' aggiunto ed agli assistenti, per ultimo agli inservienti. 31. La presenza del professore o almeno di alcuno degli aggiunti durante tutto l' orario è massima inviolabile per queste Scuole.

CAPO IV. — L'INSEGNAMENTO ELEMENTARE. l°. SCUOLA D'ORNAMENTI. 32. Per l' ammissione a questa Scuola sono sufficienti i requisiti per l' ammissione in genere alle Scuole dell' Accademia (§ 19) e di conseguenza, quand'anche l'alunno fosse digiuno d'ogni istruzione artistica. 33. Il primo esercizio degli allievi consisterà nel disegno geometrico; vi succederà il disegno a mano libera, copiando da stampe, disegni o fotografie, e poscia, al più presto possibile, saranno essi indirizzati al disegno del rilievo di più in più complicato, ed al modellare da altri rilievi o da disegni, ecc. 34. La durata di questo corso è fissata a tre anni. È nella facoltà della Direzione sentito il professore, di concedere un prolungamento ai modellatori ed agli artigiani che intendono qui completare i loro esercizi ed i loro studi. 35. Il trapasso intermedio degli allievi tra i diversi esercizii (disegno geometrico, disegno da altro disegno, disegno dal rilievo, modellare) è lasciato al giudizio del professore. Per coloro i quali, per altro , nel primo anno d' esercizio non venissero trovati capaci di essere ammessi al disegno del rilievo, il professore sarà tenuto specialmente di farne nota (§ 28) e sarà loro per conseguenza applicabile alla domanda di riammissione (§ 23) il rifiuto di proceder oltre, come sarà trovato più cauto. 36. La Scuola sarà fornita di un proprio corso grafico (stampe, fotografie, ecc.) pei principianti, il quale dovrà essere approvato dalla Direzione, sentito il Consiglio dei professori, ed almeno ad ogni quindici anni riveduto e modificato secondo l'occorrenza. 37. La Scuola possederà inoltre un abbondante ed eletta raccolta di modelli in gesso, per lo manco, degli stili principali (greco, romano, bisantino, lombardo, italico delle diverse epoche dal XIII al XVI secolo). Questa collezione dovrà essere allogata divisatamente nella Scuola secondo gli stili, e ciascun pezzo porterà l'indicazione dell' epoca, del monumento , dell'autore cui appartiene; s' intende da sè, in modo, per quanto è possibile, che presenti a gruppi, i diversi caratteri storici dell'arte ornamentale. 38. Il professore è tenuto, in base a tali principii, di comunicare un programma del metodo d'insegnamento che intende addottare per la propria Scuola. - Questo pro- gramma dovrà ottenere l'approvazione della Direzione coll' assentimento del Consiglio degli altri professori e confermato, sarà obbligatorio pel professore. - Esso potrà venire nondimeno sottoposto a revisione ogniqualvolta alcuno dei professori ne faccia domanda con voto scritto e ragionato.

2°. SCUOLA D' ARCHITETTURA. 39. Nessuno è ammesso a questa Scuola se prima non fu iniziato nel disegno del rilievo alla Scuola degli Ornamenti, e se non ha compito almen le prime tre classi del ginnasio o delle tecniche. - Qualora non avesse precedentemente frequentato la detta Scuola, basta che dimostri con esperimento nella Scuola d'ornato, l'anzidetta condizione di saper disegnare dal rilievo, e di conoscere i principi del disegno geometrico e sufficientemente il calcolo aritmetico. 40. L'insegnamento in questa Scuola consiste nel disegno delle forme architettoniche , senza preferenza di stile , facendosi a modello o pezzi a rilievo, o fotografie od altro. — A questi esercizii dovrà procedere un breve corso di geometria descrittiva , quando 1' allievo non ne fosse già istrutto, ed alcuni elementi di statica edilizia per quelli che fossero diretti ad una professione puramente níanuale. Sopratutto gli allievi saranno esercitati, dato un modello od un pezzo architettonico, a tracciarne le proiezioni ed i profili sotto diversi aspetti. 41. La Scuola sarà fornita di un' abbondante collezione di modelli architettonici di varie dimensioni ; alcuni dei quali scomponibili per dimostrare, secondo il caso, le diverse sezioni di un pezzo, od il taglio delle pietre e le loro ragioni statiche. Vi si accoppierà eziandio una buona raccolta di fotografie dei principali monumenti dell'antichità, dell'età media e della moderna, e specialmente delle loro parti nella maggior misura possibile. Come nella Scuola d' ornamenti, i modelli e le fotografie saranno scompartiti secondo gli stili e le epoche, e porteranno il nome del monumento e dell'autore cui spettano ecc. 42. Una volta per settimana il professore darà una lezione teorica, oltre l' orario consueto, in cui tratterà dei diversi materiali di costruzione e dei caratteri principali degli stili, limitatamente alla capacità ed alla destinazione degli allievi. 43. La durata di questo corso elementare è di tre anni. Chi volesse frequentare la Scuola oltre questo periodo avrà a riportare uno speciale permesso della Direzione, la quale procederà, sentito previamente il professore. - Chi volesse oltrepassare alla classe d' architettura superiore lo potrà anche dopo due anni, quando porga prova d'istruzione sufficiente (§ 68). 44. Il professore è obbligato di presentare, giusta gli elementi prestabiliti, un programma del suo metodo d'insegnamento. Esso dovrà ottenere prima dell'attuazione, l'approvazione della Direzione e del Consiglio come sopra (§ 38), e potrà venir sottoposto egualmente a revisione. 45. L' allievo di questa Scuola ha il debito di frequentare contemporaneamente la Scuola di prospettiva ed il professore di assicurarsene. Queglino tra gli allievi che non avessero adempito regolarmente a questa prescrizione, almeno entro il second' anno del corso, loro potrà esser diniegato il procedere al terz'anno (§§ 23 e 28) nei modi prescritti. 30. SCUOLA DI FIGURA. 46. Per l' ammissione a questa Scuola occorre che l' allievo o abbia tocco il second' anno di applicazione alla Scuola d ornamenti, o dimostri la pratica equivalente, cioè d' essere sufficientemente iniziato al disegno dal rilievo. 47. In questa Scuola l'allievo è addestrato agli esercizi di imitazione della natura animale dal rilievo immobile. E pero' da questa Scuola è escluso il disegno dalla stampa o da altri disegni. Questi potranno tuttavia avervi posto per la dimostrazione delle proporzioni umane , per ricordare l' anotomia, per esemplificare i diversi e migliori modi di esecuzione. A questo intento anzi si raccoglieranno in questa Scuola i più lodati disegni degli allievi fatti degni di premio negli anni decorsi, ma giammai come oggetti di copia. - Vi avrà pure una collezione di fotografie dimostranti i più insigni capolavori della statuaria antica come i fac-simili dei disegni migliori e più nitidi dei Capi-maestri del risorgimento italiano nei secoli XV e XVI. 48. Dalle parti più semplici ed isolate del corpo umano fino alla statua in tutto il suo complesso, si estenderanno gli esercizi degli allievi. Spetta al professore il dirigerli gradualmente per questa via, seguendo unicamente l' imitazione del rilievo. 49. Contemporaneamente allo studio della figura umana, potranno gli allievi occuparsi delle figure di animali. A questo è aggiunto pure lo studio delle pieghe sul fantoccio. 50. In questa scuola oltre al disegno si modella in plastica. Gli allievi non hanno il permesso di applicarsi a questo secondo esercizio, se prima non abbiano disegnato lodevolmente almeno una statua. Al trapasso si esige in ogni caso l'assentimento del professore. 51. In analogia ai precedenti articoli la scuola sarà fornita, oltre le stampe, i disegni e le fotografie accennate, di una raccolta eletta di gessi, cominciando dai solidi elementari geometrici; vi abbonderanno specialmente le parti della figura umana gittate sul naturale, e così busti, torsi di statua ed anche alcune statue intere, così dell'antico come del rinascimento. Vi si avrà pure più d'un fantoccio ed il conveniente numero e qualità di panni per lo studio delle pieghe. 52. Tutti i pezzi dell' antico, come del rinascimento ed altri, porteranno l' indicazione del tempo, della scuola e possibilmente, dell' autore cui appartengono nel senso di raggiungere lo scopo designato per la scuola d' ornamenti (§ 37). 53. Una volta per settimana il professore intrattiene gli allievi con una lezione teorica, oltre l'orario prescritto. 54. La durata di questo corso è di tre anni. Un quarto anno sarà accordato soltanto agli artigiani onde perfezionarsi ed in generale agli allievi che non intendano procedere alle classi superiori. La concessione è fatta dalla Direzione, d'accordo col professore. 55. Come il professore d'ornato e di architettura, questo pure dovrà presentare un programma del suo metodo di insegnamento, che approvato, gli diventa obbligatorio, e non potrà essere riveduto o modificato se non nei casi preveduti (§§ 39 e 45). 56. L'allievo ha l'obbligo, fino dal primo anno, della frequentazione della scuola di prospettiva ed il professore di curarne l'adempimento e di farne annotazione in caso contrario, eccitandovi l'allievo, specialmente se intende salire alle classi superiori. Ha pure l' obbligo di applicarsi allo studio dell'anatomia appena che venga ammesso al disegno del busto.

4°. SCUOLA DI PROSPETTIVA. 57. Per l'ammissione a questa scuola stanno le prescrizioni citate (§§ 45 e 56): l'allievo dovrà avere oltrepassato in ogni altro caso, il primo anno della scuola degli ornamenti, o possedere una sufficiente pratica iniziale nel disegno dal rilievo. 58. L' insegnamento intende ad apprendere i migliori modi di rappresentazione degli oggetti ed alla scenografia in generale, sotto l'aspetto architettonico. 59. Vi avrà un corso speciale, succinto ma completo, per gli artisti di figura. 60. La scuola è provveduta di solidi elementari, di modelli architettonici e di strumenti matematici per le dimostrazioni pratiche delle teorie. 61. Come per gli altri insegnamenti elementari, il professore farà conoscere il suo metodo od il libro di testo, che intende addottare. Ottenutane l'approvazione, salvo le riserve accennate, (§38) resteranno, il metodo od il libro, la regola d'insegnamento pel professore.

5° SCUOLA D' ANATOMIA. 62. L' allievo della scuola elementare di figura qualora arrivi al punto prescritto (§ 56) ottiene per massima l'ammissione a questa scuola. 63. Il corso d'insegnamento è diviso in due parti principali : osteologia e miologia. Comincia sempre col secondo semestre estivo (osteologia) e si compie col successivo primo semestre jemale (miologia). Le lezioni sono teoriche e pratiche, cioè, le lezioni a viva voce del professore sono susseguite da esercizi disegnati sullo scheletro o sul cadavere preparato, secondo le materie insegnate in ciascuna parte. 64. Agli esercizi pratici interviene anche il professore della scuola elementare di figura. 65. Sta a carico del professore di somministrare, durante il semestre invernale, onde servano di istruzione e di esemplare agli allievi, quel numero di preparazioni fresche dal cadavere che valgono a dare una completa nozione della macchina umana. 66. Le dimostrazioni delle movenze e delle forze che dirigono questa macchina non saranno disgiunte dalle necessarie considerazioni sulle influenze recate dall'età, dal sesso dalle consuetudini speciali. Formeranno parte del corso alcune lezioni a dimostrare l' azione ed il moto dei princi- pali animali domestici che occorron più ripetutamente nelle opere dell'artista. Finalmente egli chiuderà il suo corso con alcuni cenni di fisiologia e delle relazioni tra il fisico ed il morale dell'uomo.

CAPO V. - DELLE CLASSI SUPERIORI. 67. Diversa è la condizione di ammissione secondo le diverse classi. 63. L' ammissione alla classe d'architettura è anzitutto aperta agli studenti provenienti dal corpo universitario matematico, i quali, qualora non avessero previamente soddisfatto al how anno della scuola elementare (§ 43), dovranno, mediante esperimento all' atto della domanda, dimostrare di possedere il corrispondente grado d' istruzione. - Saranno pure ammessi quelli che avessero compito il corso liceale o quello delle scuole tecniche ed avessero insieme compito il terzo anno elementare summentovato. 69. L'ammissione alle classi di figura (pittura e scultura) si consegue qualora 1' aspirante abbia disegnato e modellato in modo distinto la statua nella scuola elementare di figura cd insieme possegga la coltura corrispondente al corso liceale o, per lo meno a quello tecnico. L' allievo scultore dovrà eziandio aver frequentato la scuola di architettura elementare. 70. Le ammissioni si rilasciano dal Segretario o sopra documenti posseduti negli atti o su quelli esibiti dagli aspiranti. 71. Il foglio d' ammissione rilasciato vale per l'intero corso d' architettura superiore (§ 86) e per quattro anni consecutivi per le classi di pittura e di scultura , senza occorrenza di rinnovazione annuale. 72. In casi specialissimi degni di considerazione, potrà farsi luogo all'ammissione alle classi di figura, di un aspirante quand' anche privo dell' istruzione avvertita (§ 69). Le considerazioni che determinassero questi casi verranno fatte constare dalla Direzione, in concorso del consiglio dei professori, mediante atto apposito. In base di questo atto l'accettazione viene rilasciata dal segretario. 73. Gli studenti che provengono da altre accademie italiane o dall' estero potranno ottenere l' ammissione alle classi superiori, quando alle condizioni generali determinate dallo statuto (§§ 19 e 26) uniscano e comprovino il possesso dell'istruzione artistica e letteraria speciale per entrare in queste classi (§§ 68 e 69).

B. - L'ordine interno delle classi. 74. Gli alunni ammessi sono notati a cura del professore in apposito foglio nominale, esclusa ogni altra indicazione (§ 29) meramente scolastica. 75. Questo foglio è deposto annualmente, compito il corso scolastico presso la Direzione. 76. L'ordine e l'interna disciplina è mantenuta dai professori, ma anzitutto è riposta nella responsabilità morale che incombe agli istessi studiosi, non dovendosi più trovare in queste classi che una famiglia d' artisti.

CAPO VI. - L' INSEGNAMENTO SUPERIORE. 1°. CLASSE D' ARCHITETTURA. 77. L' istruzione è diretta unicamente a formare abili compositori nel ramo architettonico. 78. Negli studi di composizione, dagli esercizi più ele- mentari ai più difficili e complicati, non potrà essere imposta alcuna preferenza di stile. Si avrà riguardo però a quelli nazionali, dal secolo XIII al XVI, come i più omogenei e più pratici alla natura del paese. In questi esercizi la parte artistica dovrà sempre procedere col presidio della scienza matematica e le pratiche più recenti ed accreditate, così di costruzione come di materie, avranno a trovarsi argomento di studio e di applicazione. 79. Le lezioni pratiche dovranno essere interpolate da lezioni teoriche e specialmente da considerazioni comparative sulle costruzioni di tempi, di stile, di scuole differenti, dimostrandone le ragioni e l'opportunità; e quindi gli allievi saranno dal professore guidati alla misura d'alcun edificio di vario stile, mediante studi ed esercizi completi sul monumento medesimo. Nelle composizioni proprie degli allievi egli avrà per mira di indirizzarli al concepimento di costruzioni pratiche ed a far per guisa che i loro progetti siano completi in ogni punto, così sotto l'aspetto artistico, come sotto quello tecnico ed economico. Anche l'esecuzione grafica non dovrà sfuggire al professore perchè sia accomodata all'importanza ed al senso di un progetto d'alta architettura. 80. Oltre al materiale di cui è fornita la scuola elementare (§ 41) questa classe avrà a sua disposizione una numerosa collezione fotografica dei monumenti antichi e moderni in modo che formino una successione non interrotta della storia dell' arte architettonica : andrà egualmente ricca di opere analoghe e di alcune delle più accreditate pubblicazioni periodiche che trattano di questa materia. 81. Questa classe si aggiunge due rami accessori di insegnamento; l' uno di prospettiva, l' altro di composizione d'ornamenti applicati all'architettura (Tectonica). 82. L'insegnamento sussidiario della prospettiva ha per iscopo di esercitare gli allievi architetti a tradurre i loro progetti architettonici sotto questa forma grafica, pel più opportuno giudizio circa gli effetti materiali delle loro invenzioni, sia come luce che come colore. Questi esercizi staranno di conseguenza in istretta conessione coi progetti architettonici cui fossero guidati dal professore d' architettura. 83. Il secondo insegnamento (tectonico), come altro accessorio, si uniformerà in tutto alle massime dell'insegnamento principale e completerà 1' istruzione ornamentale degli allievi regolarmente ammessi alla classe d' architettura, facendo studiare più minutamente ed eseguire in iscala maggiore le membrature, i capitelli, ed in genere tutte le parti inorganiche della costruzione. - Esso poi congiungerà una sezione separata e propria, per l' istruzione della decorazione edilizia interna, delle suppellettili, arnesi, ec. in modo da formar seguito e complemento alla scuola elementare d'ornamenti, laonde, come ad allievi proprii, essa si aprirà agli artisti decoratori d'ogni genere, qualora abbiano regolarmente compiuto per lo meno i corsi elementari di ornamento e d'architettura. 84. Per questa seconda istruzione vi avrà un'aula speciale, e vi si potrà far uso tanto del materiale della scuola di architettura quanto di quella della elementare d'ornamenti, previ gli opportuni concerti coi professori rispettivi, oltrecchè avrà a sua particolare disposizione esemplari più convenienti, fotografie, libri ecc. 85. La classe d'architettura ha un professore proprio. Per l' insegnamento accessorio di prospettiva è sussidiato dal professore ed in sua mancanza dall'aggiunto pertinente alla scuola elementare (§ 109). Per quello d' ornamenti vi ha un professore speciale, il quale, in quante concerne gli allievi architetti si conforma ai dettami del professore per la materia principale. 86. La durata del corso architettonico è di due anni. L' insegnamento nel ramo ornamentale superiore, per gli ingegneri architetti è contemporaneo: quello invece per gli artisti decoratori dura per quattro anni. Lo studente che allo scopo di perfezionarsi volesse permanere, uno o più anni, oltre il termine ordinario del corso, completo che lo abbia, dovrà ottenere il permesso dalla Direzione, la quale concede, sentito il parere del professore. 87. Sopra un lavoro scolastico, in cui l'assistenza del professore sia estranea, viene statuita la idenoità al passaggio dell'allievo dell'anno primo al secondo. Parimenti sopra un esperimento finale eseguito nella scuola, senza sussidio dell'insegnante, il quale potrà anche essere un lavoro di concorso scolastico (§ 119), è giudicato se l'allievo abbia regolarmente compiuto il suo corso biennale. Nel caso affermativo gli è rilasciata una attestazione finale (assolutorio) che lo abilita ad ottenere, nei termini di legge, il libero esercizio dell' arte. 88. La capacità all'ammissione (§ 59), il trapasso d'uno in altro anno e la valutazione del lavoro finale sono da riconoscere da una speciale commissione composta dal direttore, dai tre professori, e da tre membri inviati dalla Consulta. 89. Il professore di questa classe è tenuto a comunicare per semplice notizia il programma del suo insegnamento, il quale dovrà conformarsi ai termini del presente statuto.

2°. CLASSE DI PITTURA. 90. Due rami o scuole sono comprese sotto questa classe: la scuola del modello vivente e la scuola di composizione e di pittura, propriamente detta. 91. Nella scuola del nudo si disegna e si dipinge cosi di sera come di giorno, e tanto il modello nudo, come ve- stito. Nella scuola di composizione si disegna e si dipinge sopra soggetti d' invenzione, senza eccezioni riguardo nè al genere, nè al mezzo. 92. Il professore veglierà gli esercizi e dirigerà l' istruzione, convalidando la teoria colla pratica ed a questo scopo opererà nella sala istessa degli allievi od avrà lo studio annesso alla scuola, per modo che sia, se non sempre, almeno ad ore fisse accessibile agli allievi. 93. Questa classe sarà fornita di parecchi fantocci, di una guardaroba ricca di vestiti antichi e moderni, religiosi, civili, militari, di armature ed armi e di tutto quanto può costituire l'abbigliamento mascolino e femminino nelle principali epoche storiche; ed eziandio di libri, di stampe e di fotografie ecc. ecc. Il professore potra disporre degli abiti anche pel modello vestito della scuola dal nudo. 94. Tutti gli allievi ammessi a questa classe hanno diritto di frequentare la scuola del nudo. L' ammissione a quella di pittura e d'invenzione, è riservata ai più valenti, e la scelta ne spetta al professore il quale, data notizia alla Direzione, ha pure la facoltà di operare quei cambiamenti che trova necessario nella preferenza gli allievi e nel sistema d'insegnamento.

3°. CLASSE DI SCULTURA. 95. Tre rami d' istruzione sono abbracciati da questa classe : ed essi corrispondono, una sala di statuaria, una scuola del nudo, ed una scuola di composizione o di esercizio nella scultura. In tutte e tre si modella; inoltre nella terza l'allievo è esercitato nello scolpire il marmo. 96. Il professore, come quello di pittura (§ 92) nella sorveglianza e nella direzione dei lavori al precetto verbale, accoppierà sul luogo istesso l' esempio, permettendo agli allievi di assistere personalmente ai suoi lavori, che condurrà nell'aula istessa od in luogo annesso. 97. La scuola del nudo per questa classe va distinta da quella di pittura e sarà disposta conformemente alle occorrenza proprie della scultura. 98. La scuola di statuaria è destinata all' intelligenza ed alla comprensione dei grandi lavori dell'antichità e dell'evo moderno ; e dovrà pertanto trovarsi fornita dei più eccellenti capilavori citati nella storia dell'arte plastica. 99. Queste scuole del nudo e di scultura saranno fornite di panni, di vesti antiche, mantelli di forme e nazioni diverse ecc. ecc. non meno che di fantocci. All'occorrenza di costumi del medio evo o moderni il professore dovrà rivolgersi al collega di pittura che fornirà , previ gli opportuni concerti. Anche in questa scuola di invenzione, come in quella di pittura (§ 93) non mancherà 1' opportuno corredo di libri, stampe, fotografie ecc. 100. Come per la classe di pittura (§94) a questa pure l' ammissione prima non dà diritto che di frequentare le scuole del nudo e della statuaria. La scuola degli esercizi completi nell' arte non dà adito che a quelli eletti o di mano in mano confermati dal professore, il quale procede in questo colla istessa libertà del collega di pittura (§ 94). 101. Gli allievi ammessi a queste due classi (pittura e scultura), quand'abbiano l'assenso dei due professori, possono contemporaneamente frequentare ambedue le scuole del nudo e quella della statuaria, semprecchè non facciano ostacolo agli allievi pei quali la scuola è istituita. 102. Le anzidette due scuole di pittura e scultura dovendo essere considerate come scuole modello dovrà esservi osservata una certa quale indipendenza d'azione, semprecchè conciliabile coll'ordine dell'istituzione, e coll'osservanza alla direzione del professore. 4°. CLASSE D'ISTRUZIONE STORICA. 103. Questa classe comprende tre corsi d'istruzione: la storia generale civile e politica: la storia propria dell'arte; e le spiegazioni sulle vestimenta e sul costume storico presso i diversi popoli. 104. Tutti gli allievi delle due classi di pittura e di scultura sono tenuti a frequentare i tre corsi. Quelli d'architettura soltanto il secondo. 105. Il professore della storia dell' arte e del costume dovrà imprimere forza ed evidenza al proprio dettato coi monumenti vivi o grafici dell'arte; e però avrà a disposizione, il materiale delle scuole e delle classi (stampe, fotografie, libri ecc.) e dippiù tutto quanto di antichità, di opere d'arte e di materiale artistico fosse in possesso dell' Accademia, procedendo in concorso colla Direzione all' uopo. CAPO VII. - L'ORARIO DELLE SCUOLE. 106. Scuole elementari: Ornamenti Archi Quotidianamente; nell' inverno di sera; Ornamenti due ore; nel!' estate al primo mattino Architettura tre ore. Quotidianamente; tre ore per giorno: nel- u ra 1' inverno dalle 9 alle 12 meridiane : nell'estate alle prime oro del mattino. Quotidianamente; tre ore per giorno deter- Prospettiva. terminate di concerto coi professori de- gli elementi d' architettura e di figura. Due volte per settimana, esclusivi gli esercizi di disegno sulle ossa e sulle preparazioni miologiclik.: , da mezzogiorno Anato» iia. ad un ora pomerid. Le lezioni com- plementari (§ 66) potranno essere date nell' inverno di sera , e ciascuna avrà la durata non meno d'un ora. 107. Classi superiori. Pittura Modello vivo, nudo od in costume. Tutti i giorni, non meno di sei ore al giorno: delle quali nell' inverno, non meno di due ore alla sera. Scuola di pittura. Tutti i giorni e tutto il giorno. Scultura Statuaria. Quotidiana: e tutto il giorno. Modello vivo, come sopra. Simile; non meno di quattro ore nella giornata: nell' inverno due di esse alla sera. Scuola di scultura. Tutti i giorni e tutto il giorno. Architettura. Architettura. Tutti i giorni : quattro ore al giorno, e sempre di giorno. Ornamenti. Quattro volte per settimana: non meno di due ore per lezione. Per gli artisti decoratori tutti i giorni, tre ore al giorno. Prospettiva. Due volte la settimana non meno di due ore per lezione. Istruzione storica Le lezioni di storia civile e di storia dell'arte potranno essere opportunamente alternate, e saranno tenute nel semestre d'inverno possibilmente di sera, tre volte per settimana, due volte nel semestre estivo: la lezione dura non meno d'un ora. Le dimostrazioni sul costume saranno date una volta per settimana.

CAPO VIII. - I PROFESSORI E GLI AGGIUNTI. 108. Per le scuole elementari gli insegnanti sono: Ornamenti. Un professore, due aggiunti e quattro assistenti. - Quando non fosse il professore, almeno uno degli aggiunti dovrà essere scultore d'ornato. Qualora nella scuola si avesse ad oltrepassare il numero di trecentocinquanta allievi saranno assunti degli assistenti temporanei in ragione di uno per ogni cinquanta allievi, oltre il numero. Architettura. Un professore, un aggiunto ed un assistente. Figura. Un professore, un aggiunto ed un assistente. L'aggiunto, o l'assistente, dovrà essere scultore di figura. Prospettiva. Un professore ed un aggiunto. Anatomia. Un professore. 109. Per le classi superiori, si hanno: Architettura. Un professore proprio per 1' architettura, ed uno proprio pel ramo ornamentale di invenzione. Pittura. Un professore. Scultura. Un professore. Istruzione storica. Un professore ed, occorrendo eventualmente, stante la divisione delle materie, due o tre. 110. I professori, gli aggiunti e gli assistenti delle scuole elementari sono perpetui, ad eccezione di quello di d'anatomia. 111. I professori delle classi superiori d' architettura , d' ornamenti, di pittura e di scultura come pure quello della scuola d'anatomia sono a tempo. Essi durano in carica sei anni ed in via d' eccezione possono soltanto per dimostrate ragioni eccezionali, essere confermati per un anno; dopo di che cessano assolutamente, nè loro è concesso di essere riassunti se non dopo un sejennio. - I professori di anatomia e di storia possono essere assunti anche per un anno e di volta in volta, per un dato numero di lezioni. Ad ogni modo seguono la regola generale, non dovendo durare in carica per un corso consecutivo maggiore di sei e sette anni per forma d'eccezione. 112. 1 professori delle classi superiori di architettura , pittura e scultura sono eletti tra le maggiori capacità artistiche, senza riguardo alla loro nazionalità, e sono ricompensati a ragione del compito elevato ed importantissimo e dalla temporaneità delle funzioni che loro sono affidate. 113. I professori così delle scuole elementari, come della classi superiori sono proposte dalla Consulta (§ 213) ad ogni avviso della Direzione che notifichi il posto vacante. E' facoltativo della Consulta di far pubblicare invito di concorso o di procedere alla proposta senz'altro. La Consulta propone una terna, e piacendole, può proporre anche una quintupla. La proposta è trasmessa alla Direzione, e da questa col proprio voto presentata al Ministero. La nomina è fatta dal re. - Tutti i professori, compreso il Segretario della Direzione, possono essere proposti per le lezioni di storia generale, di storia d' arte o del costume. 114. Nel caso di assenza o di mancanza di alcuno dei professori delle scuole elementari l' aggiunto lo supplisce. Quando invece la mancanza si verifica nei professori delle classi superiori, sta nelle facoltà del Direttore il chiamare alla supplenza quell' artista che crederà conveniente. La supplenza non potrà estendersi giammai oltre 1' anno in cui il supplente fosse entrato in funzioni. Va eccettuata nelle classi superiori la supplenza per caso di malattia: si prenderanno in questa occorrenza gli opportuni concerti col professore effettivo. Queste supplenze non hanno limite determinato. 115. La proposta degli aggiunti e degli assistenti è fatta nel seno del Consiglio dei professori : è rassegnata dalla Direzione all'autorità Governativa col suo parere : la nomina dipende dal Ministero. CAPO IX. — IL CONSIGLIO DEI PROFESSORI. 116. I professori tutti raccolti dalla Direzione costituiscono il Consiglio insegnante. Il Direttore n' è il presidente naturale. Il segretario vi ha parte con facoltà di voto. L 'indirizzo delle scuole, i loro bisogni, le modificazioni al programmi d' insegnamento, le prtgiviste al materiale, al locale ecc. ecc. sono argomenti che vengono di- scussi ed inappellabilmente risolti nel loro seno a maggioranza assoluta di voti, con prevalenza nel caso di parità, a quello del Direttore. 117. Nel caso di eventuale mancanza d'alcuno dei professori delle scuole elementari, l'aggiunto è invitato a prendere parte al Consiglio. 118. Le decisioni del Consiglio sono obbligatorie per la Direzione. CAPO X. - DEI PREMI SCOLASTICI. 119. I premi nelle diverse scuole sono assegnati per forma di concorso. Essi vanno distinti in premi di imitazione e premi d' invenzione. 120. Essi consistono di una medaglia d'argento poi primi premi, di una di bronzo poi secondi. Le medaglie dei premi d' invenzione sono doppie d' intrinseco di quelle di imitazione. Queste equivalgono a venticinque franchi d'argento. 121. Ogni scuola ed ogni classe dispone di altrettante medaglie d' argento quanti sono i soggetti di concorso. I secondi possono essere più d'uno a ragione del merito e del numero dei concorrenti. 122. I premi sono assegnati in vista del merito assoluto del lavoro. Senza questa precipua condizione non ha luogo conferimento d'onorificenza alcuna. 123. Un regolamento speciale compilato dal Consiglio dei professori determina il numero, l' entità e le forme dei concorsi per ciascuna scuola e ciascuna classe, e quindi i premi che si possono assegnare , avvertendo all' importanza che tali incoraggiamenti siano severamente e misuratamente distribuiti. Questo regolamento può essere soggetto alle revisioni ed alle modificazioni al pari dei programmi interni d'insegnamento § 39 45). 124. Nelle scuole di anatomia e nella classe d' istruzione storica non avendovi esercizi artistici, vi manca ragione di premio. 125. Il giudizio intorno alle opere da premiare vien fatto da Commissioni speciali elette e delegate dalla Consulta Accademica (§ 213). I professori comunque Consultori, non prendono parte a questi giudizi per la propria scuola o classe. Chiamati però ai giudizi, intervengono bensì, ma solo per informazioni e quindi sempre senza voto. 126. I giudizi delle Commissioni compiti che siano, sono recate alla Consulta costituita in adunanza plenaria, ed iví discussi e messi ai voti, il risultamento che ne consegne, si ha per definitivo ed inappellabile. 127. Questi giudizi finali sono comunicati cogli atti relativi alla Direzione onde abbiano effettuazione secondo i modi ordinari. CAPO XI. - LE PENSIONI ALL'INTERNO ED ALL'ESTERO. 128. Vi hanno delle pensioni agli allievi mentre seguono il corso delle scuole e delle pensioni per recarsi all'estero. 129. Le pensioni per gl'interni sono sussidii destinati ai giovani nei quali ad una capacità distinta, pegno delle maggiori speranze, si trovi congiunta tale scarsità di mezzi di fortuna da impedir loro di proseguire ne' propri studi. Ognuna di queste pensioni ammonta ad Ital. L. 500 all'anno e non sono applicabili che ad allievi delle classi snperiori. 130. Queste pensioni sono accordate di caso in caso ; non havvi per esse nè numero nè classe determinata , e la loro durata può diversificare secondo le circostanze, giammai oltrepassare la durata di quattro anni: comunque devono essere confermate d'anno in anno. 131. La proposta prima e quella delle conferme successive dipendono dal professore. Il Consiglio dei professori decide sulla validità delle proposte, e le appoggia ove sia del caso e nella misura che crede opportuna. La concessione dipende dal Ministero. 132. Un allievo che riporti un primo premio di composizione, può fare direttamente alla Direzione la domanda d'una pensione interna; essa viene sottoposta al Consiglio, insegnante come quelle fatte dai professori (§ 131) e ne segue le medesime sorti, semprecchè nel petente si riscontrino le condizioni economiche accennate (§ 129). 133. Le pensioni per l'estero sono tre: una per l' architettura, una seconda per la pittura, ed una terza per la scultura. 134. Le pensioni all' estero sono aggiudicate per concorso. Chi fu od è allievo dell' Accademia nelle classi su-periori ha diritto d'essere ammesso al concorso. 135. La durata delle pensioni è di un triennio. 136. La forma, 1' entità, la durata dell' esperimento di concorso sono regolate da discipline apposite compilate dal Consiglio dei professori, le quali possono essere rivedute e modificate, come i programmi scolastici (§ 37). 137. Il giudizio intorno alle opere degli aspiranti spetta alla Consulta Accademica (§213), la quale destina una Commissione all'esame ed al giudizio preliminare che viene riveduto e confermato in sessione plenaria; e resta quindi definitivo ed inappellabile. 138. La Direzione, cui questo voto è comunicato, gli da esecuzione, ed in seno del Consiglio dei professori decide, di volta in volta, l' itinerario e gli obblighi del pensionato di cui essa medesima deve pai curare l'adempimento. 139. Un anno avanti lo scadere di ciascuna pensione la Direzione pubblica gli inviti a concorso per gli artisti che intendono succedere ai pensionati cessanti. 140. Il montare annuale di ciascuna pensione è di Italian. L. 3000: in queste sono comprese le spese di viaggio, andata e ritorno. La pensione è pagata anticipatamente in rate semestrali a cura e spese della Accademia, nel luogo dove il pensionato si trova, ad eccezione dell'ultima rata semestrale che gli è pagata al suo ritorno ed adempito che abbia agli obblighi congiunti al suo pensionamento. 141. La pensione decorre dal giorno in cui l' artista si pone in viaggio per la sua destinazione. 142. I saggi e le opere dei pensionati sono riveduti e giudicati da una Commissione della Consulta accademica (§ 213). Il voto così espresso ottenuto che abbia la conferma dell' intero corpo Consulente, è comunicato alla Direzione perchè lo rechi a notizia del pensionato. 143. I saggi e le opere dei pensionati dopo il giudizio accademico saranno esposti al pubblico in qualche particolare circostanza e giammai confuse colle grandi esposizioni ordinarie. 144. Almeno una delle opere di ciascun pensionato, come sarà stato determinato dal Consiglio dei professori (§ 138), dovrà restare proprietà dell'Accademia. CAPO XII. - LA LIBRERIA E LE LETTURE. 145. La libreria raccoglie non solo tutti i libri dell' Accademia, ma eziandio le stampe, incisioni, fotografie, disegni ecc. di cui l'Accademia è in possesso. Essa è centro poi di tutti i libri, e di tutte le stampe incisioni, fotografie che trovansi distribuiti nelle scuole. 146. La libreria, con tutto il suo corredo, è affidata alla cura del Segretario, il quale è tenuto di vegliarne l'ordinamento e la custodia, come pure di promoverne l'incremento coi fondi accademici, presentando le proposte ana- leghe al Consiglio dei professori, del quale dovranno ottenere l' approvazione per essere recate ad effetto. Queste spese vengono sostenute colla dote ordinaria dell' Accademia. 147. I libri, le stampe ecc. depositate nelle diverse scuole sono egualmente affidate alla custodia del Segretario, il quale, al principio dell'anno, o di mano in mano, secondo l' occorrenza , ne farà consegna al professore della scuola e ne chiederà la riconsegna alla fine dell' anno , facendo constare si l' una che l' altra mediante atto apposito. 148. La libreria è aperta tre volte alla settimana per gli allievi dell'Accademia. Nell' inverno questo avviene di sera, di giorno nell' estate, e sta aperta almeno tre ore. Il segretario ed un bidello, pel servizio, sono sempre presunti durante l'orario. 149. I professori, i membri dell'Accademia ecc. potranno ritirare un' opera e portarla alla casa propria, rilasciandone ricevuta e ciò per un tempo fisso, che verrà determinato, secondo il caso, dal Segretario. Il permesso del trasporto a domicilio potrà essere negato per le opere rare e costose, come pure per quelle di uso continuo. Chi sciupa o smarrisce un opera è tenuto di rimborsarne il prezzo per un nuovo acquisto. 150. Durante l' orario serale, nella libreria potranno essere fatte delle letture ad alta voce di opere storiche o d' immaginazione, commentandole all'occorrenza. Il Segretario ne ha l'obbligo d'una per settimana, ma il Direttore, d'accordo col medesimo, potrà o tal uopo destinare anche altra persona e variare i lettori secondo l' indole e l' importanza dei soggetti. 151. La Direzione può concedere anche ad estranei dell'Accademia di fruire, come gli allievi, del beneficio della libreria e delle letture. 152. E libero alla medesima di aggiungere quelle maggiori norme regolamentari a tutela di questa importante proprietà Accademica.

CAPO XIII. - IL MUSEO D' ANTICHITA'.

153. Un museo d'antichità trovasi annesso all'Accademia quasi appendice, come la libreria, dell' istruzione storica, e dipende dalla Direzione. 154. La custodia ne è affidata al Segretario, che avrà a suo sussidio l'opportuno personale di servizio. Per l' ordine e l' incremento vi ha una speciale Commissione di vigilanza, delegata annualmente dalla Consulta Accademica (§ 213) la quale è presieduta dal Direttore ed in sua vece dal segretario. Gl'incrementi formeranno soggetto di proposizioni speciali, da discutersi poscia nel seno della Consulta e da presentare all' Autorità Governativa per mezzo della Direzione. 155. Il museo è aperto al pubblico tutti i giorni entro un orario determinato. Gli allievi in questo tempo sono ammessi a studiarvi. 15G. Nessuno degli oggetti vi può essere rimosso od esportato, eccettuato il caso che fosse richiesto per l'insegnamento nelle scuole. CAPO XIV. - LA PINACOTECA E LE GALLERIE. 157. La pinacoteca e le gallerie dipendono dalla Direzione. 158. La pinacoteca raccoglie gli antichi dipinti, i quali dovranno essere ordinati per nazioni, per scuole, per epoche: a suo corredo si avrà una collezione di disegni antichi e di incisioni antiche dei maestri più celebrati. 159. Le gallerie conservano le opere di pittura e di scultura contemporanea che venissero acquistate ed ordinate dallo Stato. Queste gallerie saranno precedute da aule speciali in cui potranno trovare collocazione i cartoni dei grandi affreschi ed i modelli della statuaria antica e moderna. 160. La pinacoteca, le gallerie e le collezioni annesse sono sotto la custodia di un Ispettore, il quale unirà le qualità di ristauratore e di intelligente delle scuole antiche e moderne. L'Ispettore è sussidiato dal competente personale di servizio. 161. La sorveglianza artistica della pinacoteca, delle gallerie e delle collezioni è affidata ad una Commissione eletta dalla Consulta Accademica presieduta dal Direttore, come pel Museo (§ 154). Nessun opera può essere sottoposta a qualsiasi operazione di pulimento, di ristauro od altro senza 1' approvazione di questa Commissione. Le decisioni di questa Commissione sono di volta in volta motivate e sottoscritte. 162. E debito dell'Ispettore di tener informata la Commissione dei danni o dei pericoli che avesse a riscontrare nei capi d'arte affidati alla sua custodia, facendo constare le sue informazioni mediante rapporto scritto e presentato alla Direzione. L' Ispettore ha l' obbligo dei piccoli ristauri. 163. I grandi ristauri costituiscono operazioni straordinarie, per cui occorre la domanda di fondi straordinari e possono essere allogati all' artista ed agli artisti che verranno proposti dalla Commissione e determinati dalla Consulta Accademica. La Commissione incaricata ne è la vigilatrice naturale e costante. Il classificare un ristauro se appartenga all'ordine dei piccoli o dei grandi ristauri, dipende dalle Commissioni. 164. Le spese pei piccoli ristauri, le vernici, ecc. stanno a carico del fondo ordinario dell'Accademia. 165. L'ispettore è pareggiato ai professori delle scuole elementari (§ 110); prende posto nel Consiglio coi professori ordinari dell'Accademia, ha l'alloggio nello stabilimento, ed è presente durante l'orario di apertura. 166. Così i nazionali come gli esteri sono ammessi a studiare nella pinacoteca, nelle gallerie e nelle collezioni annesse. La concessione è rilasciata dal Segretario quando il petente o per prova, o per fama o per altra testimonianza, porga fiducia della sua capacità. 167. Un apposito regolamento, compilato dal Consiglio dei professori, e soggetto a revisione, nei termini dei programmi accademici (§ 38), determina l'orario dell'apertura al pubblico della pinacoteca ed annessi, il loro ordine interno, le discipline per gli studenti, l'ammissione dei forestieri, ecc. L'Ispettore ha l'incarico di curarne e farne curare l'osservanza.

CAPO XV. - DELL' AMMINISTRAZIONE E DEGL' IMPIEGATI ADDETTI. 168. La dote annuale dell' Accademia è fissata ad Ital. L..... Questa somma è destinata per provvedimenti tutti ordinari e fissi dell'Accademia e della Consulta, ad esclusione degli stipendi al Segretario, al corpo insegnante ed al corpo inserviente. 169. I lasciti e le istituzioni private che possiede od avesse a possedere l' Accademia costituiscono altrettante amministrazioni separate, e non suppliscono in alcun modo all'amministrazione propria ed ordinaria dell'istituzione. 170. La gestione economica e contabile è affidata ad un Economo stabile che nel medesimo tempo è anche cassiere, ed ha l'obbligo di prestare una cauzione ipotecaria equivalente alla somma maggiore che gli deve essere lasciata nelle mani. 171. Le funzioni dell'Economo si estendono alla sorveglianza dei locali e dei mobili tutti posseduti dall'Accademia, esclusi i libri ed in generale gli oggetti d' arte (§§ 146 154. 160) già designati. Riconosce le occorrenze di servigio, propone a tempo debito le spese, che , autorizzate dalla Direzione, sono poscia da lui eseguite e ne rende conto: compila i conti secondo le prescrizioni governative, e nell'amministrazione procede soggetto alla Direzione, cui è obbligato di prestarsi per l'Istituto ad ogni richiesta anche in oggetti estranei all'amministrazione. Egli ha per ultimo l'immediata sorveglianza e direzione del corpo degl'inservienti. 172. Il denaro e gli effetti preziosi sono custoditi in una doppia cassa. Una parte è pei fondi consegnati all' Economo, e di questa egli possiede la chiave; l' altra è pei fondi generali dell' Accademia, e di essa tiene la chiave il Segretario. 173. L'Economo risiede nel palazzo dell'Accademia. Egli è nominato dal Ministero. 174. Per la trascrizione degli scritti d' ufficio, per la tenuta del protocollo e dell' archivio, havvi uno scrivano stabile : egli supplisce l' Economo nel caso di assenza o mancanza temporanea, come questi nelle circostanze medesime supplisce allo scrivano. Lo scrivano è nominato dal Ministero ed ha possibilmente l'alloggio nel luogo. CAPO XVI. - DEGL'INSERVIENTI. 175. Per l' ordine, la pulitezza ecc. delle scuole, della libreria, del Museo, della Pinacoteca ed annessi pel trasporto delle carte ecc. , vi sono dieci inservienti, distinti in due categorie secondo l' anzianità. Ed inoltre due facchini per le opere del basso servizio. 176. L'inserviente più anziano di servizio, quando par- titolari ragioni della Direzione non lo facciano escludere, resta stabilmente addetto alla pinacoteca, ed ha il titolo e gli obblighi di custode. Gli altri sono applicati per turno alle diverse mansioni, secondo gli ordini dell'Economo previamente concertati colla Direzione. I facchini dipendono egualmente in tutto dall'Economo. 177. Gl' inservienti ed i facchini sono di nomina della Direzione. Ogni altro servizio da quello all' infuori dell' Accademia è loro proibito; come è loro proibito il ricevere mancie sotto qualsiasi pretesto. CAPO XVII. - DELLE TRASGRESSIONI. 178. Le trasgressioni degli allievi alle leggi accademiche od agli ordini della Direzione, dei professori o di chi ne fa le veci sono punite colla sospensione temporanea o colla esclusione assoluta dalle scuole. Le ammonizioni però devono premettersi alla sospensione e queste alle espulsioni, quando non siavi motivo così grave e straordinario da procedere alle misure estreme. L'applicazione di queste misure d'ordine dipende sempre dalla Direzione, sulle proposte o sentito il professore. Nel caso d'espulsione avviso è dato all'Autorità, verso cui l'allievo che credesi gravato può appellarsi. 179. Le trasgressioni degl'inservienti possono essere sottoposte alle medesime repressioni; ammonizione, sospensione ed espulsione. Negli ultimi due casi avviso vuol essere dato all'Autorità e per l'ultimo richiedesi anche l'approvazione della medesima. TITOLO TERZO DELLA CONSULTA ACCADEMICA

CAPO I. - LA CONSULTA. 180. La Consulta si compone di Consultori accademici e di Soci d'arte. 181. Chi, o coll'opera della mano, o cogli scritti, o con patrocinio illuminato e generoso concorre ad illustrare o promovere le arti del bello, sotto qualsiasi forma, possiede i requisiti per essere eletto a Consigliere od a Socio. 182. Trentasei è il numero dei Consultori: illimitato quello dei Soci. 183. La Consulta siede ordinariamente per dieci mesi dell'anno, cioè dal novembre a tutto l'agosto dell'anno successivo. Nei due mesi d' intervallo non può essere convocata che per oggetti straordinari ed urgenti. L'anno d'esercizio comincia col novembre. CAPO II. - LE ELEZIONI DEI CONSULTORI. 184. Per essere eletto a Consultore importa che il candidato abbia stabile residenza nel luogo dell'Accademia. 185. La Consulta si rinnova annualmente per un sesto. - All'ultima adunanza di ciascun anno, proclamati i Consultori uscenti di carica, i quali sono i sei membri più anziani di nomina, si procede, seduta stante, alla elezione dei nuovi sei Consultori. I consultori cessanti non possono essere confermati: la loro rielezione può aver luogo soltanto dopo l'intervallo d'un anno dall'uscita di carica. 186. I nuovi eletti entrano in carica colla prima adunanza dall'anno imminente (nel novembre successivo) e vi restano pel seguito di sei anni. 187. L'eletto che accetta le funzioni di Consultore, assume implicitamente l'obbligazione di intervenire a tutte le convocazioni del corpo, di formar parte di tutte le commissioni a cui venisse dalla Consulta aggregato e di adoperarsi ad ogni occorrenza coll' impegno che infonde un vero amore per l'arte e pel Paese. 188. Quantunque debbasi supporre che non possono sorgere motivi per declinare l'onore della elezione, nondimeno qualora un simile caso avesse a verificarsi per alcuno dei nuovi eletti nell'intervallo avanti l'aprirsi del nuovo anno, si procederà nella prima adunanza del novembre alla nomina di altro Consigliere , il quale entra immediatamente in carica al posto lasciato vacante. 189. Quel membro, che nel corso d'un anno manca per tre mesi consecutivi senza avviso, alle chiamate della Consulta o delle Commissioni s' intende dimissionario: tale risultamento degli atti gli viene previamente comunicato, e quando rimanga senza riscontro o senza giustificazione, dovrà essere proceduto al suo rimpiazzo. 190. Così per le vacanze risultanti in conseguenza di tacita dimessione , (§ 189) , come per quelle dipendenti da rinunzie volontarie ed espresse, in quanto si verificassero nel corso dell' anno , si procede alla nomina dei successori nell' ultima sessione di esso (§ 185) ; in quanto poi avvenissero nell' intervallo delle ferie autunnali, vi si procede nella prima sessione dell' anno successivo (§ 188). Pei membri defunti provvedesi del pari alla nomina di chi deve subentrare al loro posto. 191. I Consultori eletti in sostituzione dei membri mancati, sia per dimissione che per morte, (§ 190) vanno ad occupare nel Consiglio il posto del membro cessato , e vi compiono nel suo seno quella parte del periodo sejennale che gli restava a decorrere dalla prima sua elezione. 192. Non avvi alcun diritto o motivo di preferenza nelle elezioni. - I professori, gli aggiunti, gli assistenti alle scuole possono essere eletti senza riguardo alcuno al posto che occupano nell'istruzione pubblica, e quivi non godono di privilegio alcuno a fronte degli altri membri della Consulta. 193. Il Direttore ed il Segretario della Direzione (§ 4) sono elegibili come i professori. Quand'anche, per altro, essi non appartenessero per elezione alla Consulta, hanno il diritto ed il debito di prendere posto e parte alle adunanze generali della Consulta, sia per porgere che per ricevere spiegazioni sugl' interessi accademici ed in generale per tutelare quella parte dell' Istituzione che è loro affidata. In questo caso, essi siedono oltre il numero (§ 182) e si ritirano, trattandosi di proporre Consultori o Soci. 194. Allorchè occorre la nomina dei Consiglieri (§§ 185.188. 189) è facoltativo ad ogni membro della Consulta di proporre uno o più candidati, secondo che loro sembrino raccogliere i requisiti voluti dello statuto. P, libera la discussione sui proposti e la elezione è decisa a maggioranza assoluta di voti e per iscrutinio segreto.

CAPO III. - LE ELEZIONI DEI SOCI. 195. Se un sesto dell'adunanza (sei Consiglieri) si unisce per domandare l' elezione di alcun socio: stabilito che ne sia il numero, l'oggetto è rimesso all' ordine della adunanza successiva. La medesima facoltà ha da sè sola la Presidenza , fissando previamente il numero degli eligendi. 196. Per la elezione dei soci si procede egualmente, come pei Consultori (§ 194). 197. Nella elezione dei soci non si ha riguardo se abbiamo domicilio nella città, o nello Stato od all'estero. Nel primo caso sono soci residenti; negli altri soci corrispondenti. 198. Il socio residente può essere pregato, di volta in volta, a prendere parte al Consiglio od alle commissioni. Ciò però non può essere fatto senza il voto dell'intera Consulta. Quando egli interviene, fa atto di favore e siede con diritto di voto oltre il numero. Ai soci corrispondenti può la Consulta rivolgersi a mezzo della Presidenza per informazioni o consigli in fatto d' arte, e quando costoro fossero nella città per temporanea dimora, possono essere trattati come i soci residenti. 199. I Consultori, cessanti di regola, senza riguardo se compirono l'intero periodo seiennale o se subentrarono ad altri per titolo di supplenza (§ 191) rimangono di diritto Soci residenti. CAPO IV. - LA PRESIDENZA E GLI UFFICI. 200. La Consulta è rappresentata da un Presidente elettivo ed in sua assenza, da un Segretario parimente elettivo, i quali restano in carica un anno e possono essere rieletti. La loro elezione o la loro rielezione coincide annualmente nella seduta finale dell' anno, come per la nomina dei nuovi Consiglieri (§ 185). Essi entrano in carica al principio del novembre: del resto vanno soggetti alle vicende degli altri Consiglieri, o Consulenti, dopo un sejennio d'esercizio. 201. Il Direttore ed il Segretario della Direzione non sono elegibili ai posti di Presidente e di Segretario della Consulta. 201 In caso di rifiuto ad accettare, come pure di rinunzia o di mancanza per qualsiasi titolo del Presidente o del suo Segretario, constatata la vacanza, si procede nel più breve tempo possibile alla nomina del nuovo Presidente o del nuovo Segretario , eleggendoli tra i membri sedenti: l'eletto entra tostamente in carica a compiere l' interrotto periodo. Pel rimpiazzo alla lacuna che lasciassero per avventura nel Consiglio si procede nei modi ordinari (§§ 189 e 190). 203. La Presidenza della Consulta ha diritto ad un ufficio proprio e separato da quello dalla Direzione del- l' Accademia; stante però gli stretti rapporti che esistere devono tra l'una e l'altra, potranno questi essere raccolti in mi solo ufficio col medesimo personale di cancelleria e di servizio, nei modi che saranno riconosciuti più convenienti, in concorso colla Direzione.

CAPO V. - LE ADUNANZE GENERALI.

204. Le Consulta, nell' anno d' esercizio, si convoca almeno una volta al mese , in seguito a lettera d' invito della Presidenza, portante l' indicazione degli oggetti da trattare. La Consulta potrà essere convocata eziandio straordinariamente ogni qualvolta la Presidenza lo giudichi opportuno, od un terzo dei Consiglieri sedenti ne faccia domanda in iscritto e per un argomento designato. 205. L' adunanza è legale quando il numero degli intervenuti raggiunga la metà più uno dei Consiglieri esistenti. Tutte le determinazioni della Consulta sono prese a maggioranza assoluta di voti. Lo scrutinio segreto è di obbligo quando si tratti di questioni personali. Nel caso di parità di voti, l' argomento rimasto insoluto dovrà essere riproposto in una sessione successiva. 206. Le adunanze sono sempre private ed interne. Non è tolto però alla Consulta di aprire l' aula a pubbliche adunanze per dar letture sopra argomenti artistici od in qualunque modo attenenti alle arti, o relazioni sulle questioni d'arte che si agitano nell' interesse del paese, onde illuminare per questa via l'opinione pubblica. 207. Ciascun membro della Consulta ha il diritto di fare proposte nell'interesse dell'arte o de'suoi cultori, e quando queste proposte discusse e precisamente formulate, ottengano l'appoggio dell' adunanza, è debito della Presidenza di fare quanto sta in lei, perchè se ne possa conseguire l'effettuazione. CAPO VI. - LE COMMISSIONI. 208. Pei lavori d' indole determinata ed ordinaria la Consulta istituisce delle Commissioni permanenti che durano in carica un anno: per le questioni eventuali o di carattere speciale può nominare delle Commissioni temporanee, senza limite di tempo. 209. Nella prima adunanza dell'anno la Consulta elegge le Commissioni permanenti: le quali, altre sono con mandato generale, come: per l'Architettura, la pittura e la scultura; altre con mandato particolare, come: pel Museo, per la Pinacoteca ed annesse collezioni e altre, in quanto fossero richieste da emergenze di simile natura. - La Consulta è giudice se e quali trattazioni occorrenti eventualmente, siano da mandarsi alle Commissioni permanenti, o se si vogliono affidate a Commissioni temporanee. 210. Nessun lavoro o giudicato dalle Commissioni ha valore definitivo, se non discusso ed approvato dalla Con- sulta in sessione plenaria. - Piacendole essa può fare mandato di fiducia in una Commissione: in questo caso il suo operato s' intende già regolarmente approvato dalla Consulta. 211. Le Commissioni rendono conto dell'opera loro alla Consulta sempre in iscritto, o periodicamente o di volta in volta, secondo l'indole degli oggetti. CAPO VII. - LE ATTRIBUZIONI DELLA CONSULTA. 212. Delle attribuzioni della Consulta altre sono di massima, altre puramente eventuali. 213. Fra quelle di massima sono da annoverarsi le incombenze determinate dal presente statuto: le proposte delle terne o delle quintuple per le nomine dei professori (§ 113); i giudizi intorno ai premi da conferire pei concorsi scolastici (§ 125); la designazione dei pensionati da inviare all' estero (§ 137); l' esame dei loro saggi (§ 142); la vigilanza del Museo d'antichità (§ 154); la sorveglianza della pinacoteca e delle collezioni annesse (§ 161), ecc. 214. Le spettano poi di massima tutte lo proposte per favorire l'arte ed incoraggiare gli artisti. Quindi a lei si deve la direzione e l' ordinamento, per mezzo di giunte elette nel suo seno, delle esposizioni periodiche o straordinarie di opere d'arti belle, procedendo in concorso colla Direzione, per quanto concerne l'uso dei locali, l'apparato ed i mezzi in genere all'uopo richiesti. 215. I grandi concorsi fin ora in atto come i mezzi di incoraggiamento e di premio non corrispondendo più allo mutate condizioni dell' arte e degli artisti, saranno sostitenti da speciali Onorificenze (medaglie d'onore) e specialmente da acquisti e da commissioni. Sta quindi nelle facoltà dì massima della Consulta di presentare quelle pro- poste che su questo argomento stimasse convenienti, sia in occasione delle esposizioni (§ 214) sia nel corso ordinario dell'anno. Egualmente, e sempre per mezzo della Direzione, la Consulta potrà esprimere su questo argomento qualunque desiderio o considerazione che trovasse opportuno. 216. Riguardo ai premi fondati da privati benefattori, in quanto fossero affidati all'Accademia per la loro amministrazione, sta nelle facoltà della Consulta di compilarne o di riformarne le discipline onde corrispondano allo scopo cui sono destinati nel modo più proprio all' indole dell'arte e del tempo, e ciò senza ledere le condizioni imposte dal fondatore. In ogni caso le innovazioni non potranno aver seguito se prima non approvate dall' Autorità tutrice del pubblico diritto. 217. Nonostante l' abolizione, per principio, dei grandi concorsi (§ 215) non è tolto alla Consulta, in via straordinaria o per ragioni speciali, di richiedere la pubblicazione d' un concorso; ed in questo caso potranno essere dati a tema non solo opere di pittura, scultura ed architettura, ma eziandio libri e storie d'arte, edizioni figurate, ed opere in genere di carattere artistico. Siccome argomenti straordinari, a tali pubblicazioni di concorso non sarà dato seguito, se prima non siano stati invocati e concessi i fondi necessari dal Ministero. 218. Il giudizio di premiazioue per questi concorsi è sempre di spettanza della Consulta; e le sue deliberazioni su di essi, come su tutti gli argomenti di premio o di pensionamento che di massima stanno nelle sue attribuzioni (§ 213), o che eventualmente le fossero rimessi, sono innappellabili ed hanno forza decisiva alla loro esecuzione. 219. I premi assegnati dalla Consulta pei concorsi straordinari sono distribuiti nella stessa solenne occasione della distribuzione di quelli pei concorsi di privata istituzione e pei concorsi scolastici. Alla solennità interviene tutto il corpo accademico, cioè la Direzione col corpo insegnante e la Consulta. 220. Questa potrà col concorso dei soci d'arte corrispondenti promovere delle esposizioni provinciali, ed invocare al caso, per esse provvedimenti straordinari anche da parte dello Stato. 221. L'alta sorveglianza sulla conservazione dello opere d' arte posto nei luoghi pubblici è di massima esercitata dalla Consulta. - L'esame di qualunque progetto su questo argomento le spetta di ragione, ed ha la facoltà di ricevere comunicazioni e porsi in relazione cogl'interessati per comporre quelle transazioni che meglio convengono all'uopo. Nel caso di manomissioni iniziate o temute, ha diritto d'intervenire e di far sospendere immediamente , le opere in corso finchè non vengono prese dall'Autorità, in seguito alle sue rappresentanze, quelle precauzioni di tutela che saranno riconosciute opportune. 222. La Consulta esamina e risponde su tutti gli argomenti d'arte pei quali fosse dall'Autorità Governativa richiesta, e da suoi rappresentanti nell' interesse dalla cosa pubblica. - Accadendo che i punti in questione interessino soltanto corpi morali o privati, la Consulta non ha obbligo alcuno di prestarsi alle domande se non in quanto che le piaccia, e potrà dichiarare eziandio di volersi astenere da ogni ingerenza nella cosa sottopostale. 223. A mezzo del foglio ufficiale il pubblico è ragguagliato dalla Consulta, delle adunanze tenute, degli oggetti trattati e delle conclusioni espresse. - Essa pubblica eziandio separatamente i suoi atti, in cui hanno luogo le letture fattevi, ecc. a modo degli altri corpi accademici. 224. La Consulta o le sue Commissioni non hanno il debito di adoperarsi personalmente senza compenso che dentro il limite della città. Fuori di essa è loro applicabile il trattamento degl' impiegati in missione. CAPO VIII - DISPOSIZIONI GENERALI. 225. La Consulta corrisponde sempre colla Autorità e cogli uffici a mezzo della Direzione, (§ 5) la quale può, in nessun caso, recare indugio od alterazione ai carteggi della Consulta. - Fra questa e la Direzione sussistono i vincoli reciproci d'un corpo che sindaca e consiglia, e di un corpo che eseguisce. 226. La Direzione provede alle spese della Consulta in quanto siano di consuetudine e precalcolate nel bilancio presuntivo. In caso diverso spetta a questa l'invocare assegni particolari. L' amministrazione contabile dei fondi è sempre tenuta dalla Direzione. 227. La Consulta ha facoltà di costituirsi un regolamento interno e di modificarlo a sua posta, in quanto non ne sia portata alterazione al presente statuto. Qualora le modificazioni fossero di natura che questo avesse ad esserne tocco, esse non possono avere attuazione, se prima non siano state sanzionate dall'Autorità Ministeriale.

TITOLO QUARTO

DISPOSIZIONI TRANSITORIE. 228. Per la prima volta i membri della Consulta sono nominati dal Re. Epperò nei primi cinque anni della sua esistenza i Consiglieri cessanti di carica (§ 185) sono designati mediante estrazione a sorte.