Alchimia Spirituale/II - Quanto sia necessario à ciascheduno l'uso dell'Alchimia Spirituale

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II - Quanto sia necessario à ciascheduno l'uso dell'Alchimia Spirituale

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II - Quanto sia necessario à ciascheduno l'uso dell'Alchimia Spirituale
I III - Alcuni aiuti per far buone le operationi, che di sua natura tali non sono; e per far migliori quelle, che buone sono

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Quanto sia necessario à ciascheduno l’uso dell’Alchimia Spirituale. Cap. II.


T
Anto è più necessaria ad ogn'uno l'Alchimia Spirituale, e l'uso di essa, quanto suol essere maggiore il numero di quelle attioni, che da noi sono per il più fatte prive di merito e di bontà. Gran parte [p. 8 modifica]delle operationi nostre sono, in differenti e di sua natura naturali: si che, se noi non cerchiamo con arte Divina di convertir quelle in buone, e queste in meritorie, restaremo privi di tutti quei tesori, de’ quali sono ricche le operationi ricche di merito.

Buona parte della nostra vita ci vien rubbata dal sonno, dal mangiare, dal bere, dai negotj temporali, & altre attioni, che non escono i limiti dell’indifferente ò necessario: onde gran parte andarà lontana dal merito, se l’industria nostra non [p. 9 modifica]andarà vicina à quelle industrie, che l'Alchimia Spirituale con facilità singolare insegna à chi si sia.

Per rispetto ancora della nostra debolezza, accompagnata spesso dalla negligenza e sempre dalla brevità di questa vita, molto poche e molto basse sono le operationi buone, che facciamo: si che, per supplire & al poco numero delle buone opere & alla molta loro imperfettione, dobbiamo valersi di quelle industrie, le qual'insegna questa Alchimia, potendo in questo modo moltipli[p. 10 modifica]car il bene e renderlo migliore.

Il considerare che serviamo ad un Dio, che tanto più perfettamente merita d’esser servito, quanto più egli è perfetto nella grandezza, e grande nella sua perfettione, ci deve essere un continuo stimolo, per cavarci fuori da quell’angustie nell’operare, nelle quali ci tiene la nostra imperfettione, carica di tanti impedimenti, & affari; e per cercar di nobilitar in tutti i modi tutto quello, che in ossequio di sì gran Maestà noi siamo per fare.

Ricordiamoci, che le nostre [p. 11 modifica]operationi non sarano mai uguali alla gloria, che ci hà promesso Dìo; alle pene che habbiamo meritato con i nostri peccati, alle fatiche che per noi ha sostenuto il nostro Redentore? ai benefici, de’ quali ci ha caricati la Divina Bontà; che per questo ci servirà per stimolo à servire con ogni diligenza e industria il nostro Dio.

Che, se la mente nostra può qui, come in ogni cosa sùole, esser allettata dall’interesse; qual può esser maggiore di quello, che viene ricco di tesori celelsti e Dibini, e di frutti, [p. 12 modifica]che duraranno eternamente? Se bene il maggior interesse, che si possa haver nel bene, è, operare senza fine d’interesse, e con fine di servir Dio, solo per servirlo, si che per maggior gusto del nostro Dio svanisca ogni pensiero dell’utilità nostra: che qui verremo à conseguir con maggior pienezza quello, che non habbiamo per fine di conseguire.

Ogni artefice cerca di far sempre con maggior perfettione le sue opere per accreditarsi nell’arte, e per avvantaggiarsi ne’ guadagni: e noi non procu[p. 13 modifica]raremo di far sempre più perfettamente quello, che si fa, per Dio?

E cosa degna di maraviglia e giusto motivo di confusione, che molti doppo molti anni non facciano più perfette le loro operationi di quello, che fecero il primo giorno per copja di negligenza e tepidità, e per non saper ò non voler servirsi di quei documenti, che insegna l’Alchimia Spirituale e Divina.

Se solo con l’intentione e con i desiderj si potesse esercitar l’alchimia terrena, e goder [p. 14 modifica]de' suoi frutti con trammutar il piombo nell'oro, sarebbe da tutti abbracciata quest'arte, esercitata da tutti: hor quello, che in quella è impossibile, è ordinario nella nostra; onde sarà molto trascurato nel suo bene, chi da quei beni, che ella porta, non sarà portato ad impararla con ogni diligenza, & ad esercitarla con ogni studio & attuatione.