Da mille parti mi saetta Amore

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Lorenzo de' Medici

XV secolo Indice:Lorenzo de' Medici - Opere, vol.1, Laterza, 1913.djvu Letteratura Sestina V. [Amore e Fortuna saettano il poeta.] Intestazione 4 ottobre 2023 100% Da definire

Fuggo i bei raggi del mio ardente sole Quelle vaghe dolcezze, che Amor pose
Questo testo fa parte della raccolta Opere (Lorenzo de' Medici)/III. Rime


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sestina v

[Amore e Fortuna saettano il poeta.]


1

     Da mille parti mi saetta Amore,
accompagnato da crudel Fortuna,
onde in un’ora sento mille morte,
e mille volte surge l’afflitt’alma,
la qual tirata da un vano disio
vive e muor, come piace a chi la regge.

2

     Ma, s’egli avvien talor che chi la regge
non si disdegni ad ubbidire Amore,
e governar si lasci dal disio,
allor con prosper vento vien Fortuna,
e se s’allegra alquanto la trist’alma,
è poi cagion d’assai piú dura morte.

3

     Cosí piú il viver piace, quando morte
talor minaccia, pur speranza regge
ne’ duri casi sempre intera l’alma.
Questa tenuto m’ha servo d’Amore,
né mai, benché stil cangi ria Fortuna,
cangiai per pene o cangerò disio.

4

     Pria che si muti il mio fermo disio,
frigide lascerá mie membra morte;
né potrá tanto far crudel Fortuna,
che sempre non mi regga chi mi regge.
Chi può però da quel che piace a Amore
levare il suo pensiero o mutar l’alma?

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5

     Dunque invan merto aspetta la trist’alma,
forzata a far del suo altrui disio;
ma, benché sciolto mi lasciassi Amore
e ’l fragil corpo mancassi di morte,
quella che ’l mondo onora e che me regge
seguirò sempre o in buona o in ria fortuna.

6

     Né mai potrassi gloriar Fortuna,
che possi far cangiar sua voglia all’alma:
ché quel che ’l cielo, e ’l mondo e Pluto regge
libero dienne, e sciolto ogni disio.
Tu mi puoi ben qualch’anno affrettar morte,
ma non disciôrmi onde mi legò Amore.

7

     Non mi sciorrá da Amor giamai Fortuna,
né mai per morte cangerassi l’alma,
se dopo lei il disio per sé si regge.