Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio (1824)/Libro primo/Capitolo 21
Questo testo è completo. |
◄ | Libro primo - Capitolo 20 | Libro primo - Capitolo 22 | ► |
CAPITOLO XXI
Quanto biasimo meriti quel Principe, e quella Repubblica che manca d’armi proprie.
Debbono i presenti Principi, e le moderne Repubbliche, le quali circa le difese ed offese mancano di soldati proprj, vergognarsi di loro medesime, e pensare con lo esempio di Tullo, tale difetto
essere non per mancamento d’uomini atti alla milizia, ma per colpa loro, che non hanno saputo
fare i loro uomini militari. Perchè Tullo, sendo
stata Roma in pace quaranta anni, non trovò, succedendo lui nel regno, uomo che fusse stato mai
alla guerra. Nondimeno disegnando lui fare guerra, non pensò di valersi nè di Sanniti, nè di Toscani, nè d’altri che fussero consueti stare nelle
armi; ma deliberò, come uomo prudentissimo, di
valersi de’ suoi. E fu tanta la sua virtù, che in un
tratto sotto il suo governo gli potè fare soldati
eccellentissimi. Ed è più vero che alcun’altra verità, che se dove sono uomini, non sono soldati,
nasce per difetto del Principe, e non per altro difetto o di sito o di natura; di che ce n'è uno esempio freschissimo. Perchè ognuno sa, come ne’ prossimi tempi il Re d’Inghilterra assaltò il Regno di Francia, nè prese altri soldati che i popoli suoi;
e per essere stato quel Regno più che trenta anni
senza far guerra, non aveva nè soldato, nè capitano che avesse mai militato; nondimeno ei non
dubitò con quelli assaltare un Regno pieno di capitani, e di buoni eserciti, i quali erano stati continuamente sotto l’armi nelle guerre d’Italia. Tutto nacque da esser quel Re prudente uomo, e quel
Regno bene ordinato; il quale nel tempo della pace
non intermette gli ordini della guerra. Pelopida ed
Epaminonda tebani, poichè eglino ebbero libera
Tebe, e trattala dalla servitù dello Imperio spartano, trovandosi in una Città usa a servire, e in
mezzo di Popoli effeminati, non dubitarono (tanta
era la virtù loro) di ridurgli sotto l’armi, e con
quelli andare a trovare alla campagna gli eserciti
spartani, e vincerli; e chi ne scrive dice, come
questi due 1n breve tempo mostrarono, che non
solamente in Lacedemonia nascevano gli uomini
di guerra, ma in ogni altra parte dove nascessero
uomini, pure che si trovasse chi gli sapesse indirizzare alla milizia, come sì vede, che Tullo seppe indirizzare i Romani. E Virgilio non potrebbe meglio esprimere questa opinione, nè con altre parole mostrare di aderirsi a quella, dove dice:
...Desidesque movebit
Tullus in arma viros.