Discorso tenuto dal deputato di Trento dottor Cesare Battisti al Parlamento austriaco il giorno 12 dicembre 1911/Per l'Industria

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Per l'Industria

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Introduzione Contro la Dittatura Militare

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Per l’Industria.


Con l’attuazione di un buon programma agricolo il Trentino potrà rialzarsi dalle sue tristi condizioni, ma un avvenire prosperoso lo avrà solo se al fianco dell’agricoltura si svilupperà l’industria. L’industria nel Trentino è ai suoi inizi. Contro al suo sviluppo stanno le condizioni geografiche, la inerente lontananza dai mercati austriaci e sopratutto il contegno del governo; in suo favore militano le condizioni del suolo, la esuberante quantità del carbon bianco, i grandi depositi marmiferi, le selve, ma non indifferente ricchezza mineraria e non ultima la bellezza del paesaggio.


Per le Giudicarie e la Val di Fiemme.


Per mettere in valore queste ricchezze occorrono anzitutto mezzi di comunicazione, strade e ferrovie. Su questo campo il governo ci ha sempre abbandonati le più grandi arterie stradali sono state costruite con dispendio di milioni di centesimi dai comuni. senza alcun aiuto governativo; vallate intere sono tutt’oggi prive di comunicazioni, ben quarantasei strade o nuove o da rifarsi, sono da anni progettate, reclamate, senza che si pesi sul serio ad accordarle.

In riguardo alle ferrovie il Trentino s’è abituato ad attendere in media dai 20 ai 30 anni, prima [p. 5 modifica]che un progetto diventi realtà. Il Trentino, per le ferrovie è in assoluta condizione di inferiorità di fronte ad altre provincie alpine.

Mi limiterò a ricordare che quattro linee sono state studiate da anni, e sono invocate e reclamate continuamente: la ferrovia delle Giudicarie, per la quale il governo è stato fino ad ora generoso solo a parole; la ferrovia di Val di Fiemme che fu garantita con un compromesso fra italiani e tedeschi della provincia, che deve essere rispettato; la normale Rovereto-Riva e la Malè-Fucine.

Marmi, metalli, legnami, ecc., non avranno nelle vallate alpine alcun valore, finchè non ci saranno le ferrovie. È assolutamente indispensabile che non passi la primavera del 1912 senza l’approvazione delle tramvie delle Giudicarie e di Val di Fiemme.


Pessimo servizio.


Le linee ferroviarie esistenti lasciano per l’esercizio molto a deplorare. Sulla Bolzano-Ala è urgentissimo il proseguimento del doppio binario da Lavis ad Ala. Col movimento attuale c’è il quotidiano pericolo di scontri. I servizi ferroviari nella Valsugana - dove c’è una ferrovia dello Stato - sono scandalosi. I vagoni sono sudici e pochi,mancano le locomotive di riserva: il personale è scarso e nel pagato; i treni sono in numero insufficiente, l’illuminazione manca! È roba da inorridire il vedere come si fanno viaggiare su questa linea gli emigrati.

Per dimostrare con che criteri sia diretta una altra linea dello stato, quella della Val di Non, mi limito a raccontare questo fatto, successo il mese scorso. Un tram investì di notte un carro, danneggiandolo (gli investimenti si contano ogni anno a decine!) Ne nacque una lite. Il carrettiere [p. 6 modifica]pretendeva l’indennizzo. L’amministrazione delle ferrovie, citata in giudizio, si difese dichiarando che essa non era responsabile dello scontro, perchè i fanali del tram fanno luce solo per 20 metri e i freni arrestano il treno solo dopo 30 metri. (Udite, udite!) E il giudice assolse!! (Ilarità).

La Meridionale tratta il Trentino come la Cenerentola. Tutti i vagoni di lusso, i vagoni-salon, arrivano fino a Bolzano, poi si fermano. I treni più importanti si arrestano pure a Bolzano. Qui finisce il mondo ferroviario austriaco. Recentemente la Meridionale ha concesso ovunque riduzione del 50 per cento di noli, per generi di prima necessità, foraggi e carne da macello; ma pel Trentino non ha voluto applicare la riduzione.

Con questi sistemi ben poco si aiuta il commercio. È evidente inoltre, da quanto ho esposto, che si trascura con il concorso forestieri, che potrebbe essere grandissimo e pel quale il governo non dà a tutta la provincia del Tirolo che miserabili 26.000 cor. annue, delle quali al Trentino non tocca neppure un terzo!


Posta, telegrafo, telefono


Posta, telegrafi e telefoni sono in condizioni ancora peggiori.

Non si hanno che 134 uffici postali, su 366 comuni e di questi uffici solo 6 sono erariali. Gli altri sono i cosidetti uffici di classe lasciati all’arbitro dei maestri di Posta, che non hanno altro ideale se non quello di far economie sui locali, sulla pulizia e sul personale che maltrattano.

Il servizio telegrafico è pessimo specie nella zona di confine. Un telegramma che si spedisce da Riva sul Garda, a Malcesine, distante un’ora di battello, deve fare il viaggio Riva-Trento-Verona-Malcesine, [p. 7 modifica]impiegando quattro ore! E di simili esempi potrei darne parecchi. Il servizio telefonico è irrisorio. Vallate importantissime, come la Val di Non, la Val di Fiemme, quelle di Primiero, di Ledro, di Rendena, di Tesino e tutti i paesi sulla destra dell’Adige, sono privi di telefoni e invano chiedono e chiedono da anni.


Paure ridicole e speculazioni indecenti.


La linea telefonica della Val d’Adige finisce ad Ala, e si rifiuta l’allacciamento con Verona. A Riva si rifiuta l‘allacciamento coi paesi del Lago di Garda. In Vallarsa si è rifiutato l’allacciamento col Regno, che sarebbe stato fatto a tutte spese dei valligiani!

Eppure questi allacciamenti, previsti dagli accordi internazionali, sarebbero importantissimi.

A quanto pare il governo ha paura che sui fili telefonici capiti l’esercito di Vittorio Emanuele! (ilarità).

Ora che si è pensato a spendere milioni pei telefoni di Vienna o delle grandi città non si vorrà mancare di dare poche migliaia alle vallate trentine. Con le reti telegrafiche il governo fa anche delle speculazioni sporche. Dove decide di piantarle si fa dare II 30 per cento dai comuni, intasca i soldi e poi attende due o tre anni a piantar la rete.

Così è successo nelle Giudicarie; così accade proprio ora pel telefono del paese di Stenico.

A Trento il servizio telefonico è insufficiente per mancanza di personale e di spazio. Ed è assolutamente necessario che si pensi ad attirare subito il progetto ampliamento del palazzo postale.


Il carbone bianco.


Uno speciale accenno merita l’ostilità del Governo contro le nuove centrali elettriche. Spiegherò poi le cause. Noto intanto che il Trentino potrebbe [p. 8 modifica]sviluppare, secondo i dati ufficiali 250.000 cavalli di forza elettrica, di carbone bianco; vale a dire una ricchezza immensa.

Il governo invece tiene da anni sospese le concessioni per parecchi grandiosi impianti, negando fra il resto di vendere anche per pochi anni forza elettrica oltre il confine, mentre il Tirolo la vende alla Baviera e la Germania ne introduce in Galizia.

Si noti che coloro che hanno chiesto la concessione delle nuove centrali elettriche si impegnavano a erigere grandi stabilimenti industriali. Ma il governo non vuole che esistano masse di operai nei paesi di confine!


In difesa degli emigranti.


Mi pare di aver detto abbastanza per dimostrare non solo l’incuria, ma l’ostilità del governo a promuovere lo sviluppo industriale del paese. Aggiungerò solo che esso non ha neppur riguardo per l’unica grande esportazione che fa il Trentino: l’esportazione di carne umana.

Per impellenti necessità partono ogni anno dal Trentino più di 20.000 operai che restano assenti 9-10 mesi e altri che vanno stabilmente o per molto tempo in America.

Tutti i governi civili hanno leggi per la tutela dell’emigrazione; l’Austria no. Una legge è necessaria ed occorre qualche cosa di più del progetto elaborato alcuni anni or sono nel quale si proteggeva l’emigrante solo fino al momento dell’arrivo sul luogo del lavoro.

Intanto, nell’attesa che si abbia una legge completa, il governo dovrebbe di sua iniziativa mettere rimedio ai due maggiori inconvenienti: allo sfruttamento delle compagnie di navigazione e al trattamento di rigore verso gli emigranti che non hanno finito il servizio militare.

Il ministero del commercio deve fissare alle [p. 9 modifica]compagnie di navigazione che trasportano emigranti austriaci un prezzo massimo fra i posti d’Europa e quelli d’America seguendo in ciò l’esempio dell’Ungheria e dell’Italia, che fissano trimestralmente i prezzi per i singoli piroscafi, sicchè è evitata ogni e qualsiasi truffa a danno degli emigranti.

Il ministero della difesa del paese deve mettere termine ai castighi esagerati che si infliggono agli operai che in causa di assenza si presentano alla leva militare in ritardo, tanto più che essendo rarissimi i consolati austriaci in America è difficile a costoro presentarsi alla leva presso gli stessi. Lo stesso dicasi per chi, dopo compiuto il servizio militare, non si presenta, mentre è in America, alle ultime riserve.

Infine mi permetto reclamare dal ministero del commercio un conveniente sussidio per l’ufficio di emigrazione del lavoro esistente a Rovereto presso la Camera di Commercio, ufficio che compie un’opera utilissima e che fino ad ora è aiutato dal Ministero del Commercio con sole miserabili 200 corone!