Gynevera de le clare donne/10. De Ixabella Regina consorte del Re Rainero

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10. De Ixabella Regina consorte del Re Rainero

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[p. 92 modifica]Ixabella regina fu de prole illustre, et consorte del re Rainero Andegavense Anzoina. Fu donna bellissima, savia, de grande ingegno, magnanima, iusta, clemente, liberalissima, affabile, eloquente; [p. 93 modifica]et fu de tanta pudicitia, religione et venerando aspecto cum generosi costumi, che più presto era iudicata divina, che humana. In fra l’altre dote et gratie de natura, hebbe ne lo acquistare el regno di Neapoli et quello gubernare grandissima prudentia et virtute, per modo non poco splendore giunse alla serenità del suo sangue, come narraremo in gloria de tanta donna.

Se debbe duncha cum atentione intendere, che essendo orbato el regno de Neapoli de reali principi per la morte del re Aloise et de la regina Joanna secunda, li baroni de regno tuti concordi mandarono per il re Rainero già fratello del re Aloise secundo, che se diceva juridicamente succedere in la heredità del regno. Il re Alphonso de Aragonia, subito come intese la morte de la regina Joanna, havendo disposto possedere questo regno, come figliolo adoptivo de la regina, et non curando [p. 94 modifica]essere exheredato per la rasone habiamo ne li effecti de la regina Joanna narrati, pregò strettamente Carolo duca de Bergogna suo attinente che mandasse per il re Rainero, come suo presone, che in bataglia da lui, faceano alquanti anni, era stato preso et lassatolo a la militare fede, che ad ognerequisitione de esso duca de Bergogna andarebbe a lui. In quel medesimo tempo el re Rainero hebbe legati dal prefato duca de Bergogna che andasse a lui et legati da li baroni del regno de Neapoli, che andasse come re a possedere il regno. Il re Rainero integerimo et non de mancho fede del romano Attilio combatuto da la rechesta di legati, volse più presto observare la militare fede, che consequitare el parthenopeo regno. Et andossene in Bergogna, là donde molto tempo dal duca ad instantia del re Alphonso fu tenuto incarcerato.

Isabella regina alhora sentendo andare il re suo consorte [p. 95 modifica]ad le bergognone carcere, come valorosa regina et de non manco animo de la regina Dido quando fugitte de le parte de Tyrro, per essere morto Sicheo suo caro marito da Pigmaleon suo fratello, se pose senza dimora cum el duca Zoanne suo unico figliuolo et cum molti proceri et gentilhomini anzoini; et mandò in nave et voltando la prode et alciando le vele al prospero vento se transferite ad Neapoli, dove fu facta regina, et del regno sola gubernatrice, havendo la reale donna tanto titolo aquisito, come humanissima et prudente. Et come quella, che sopra ogni altra cosa estimava degl’homini la virtute, non parse a lei honesto, che una femina sola dovesse regere tanto regno. Fece in Neapoli per consiglio electione de alquanti gentilhomini, che cum lei havesseno a regere la citate et il regno. Non è de questo da maravigliare, perchè sempre humana [p. 96 modifica]et grata ne la sua audentia et reverento verso il facto consiglio, consultando le occurentie del reale stato, visse in ogni tempo et fortuna cum grandissima modestia, temperantia et religione in gesti et in parole. Non facea come alcune regine, duchesse et comitesse, overo quelle, che vogliono il titolo de l’alte matrone, le quale o per lasivia, o per sensualità usano costumi et parole puerile et a le volte bestiale, così nel stare in camera lasivando, come nel mangiare, et sì come nel dormire, parendo a loro per la sua fortuna tali costumi et vita convenirsi. O bestiale loro estimatione, che non pensano che quanto la persona è più excelsa et de generosità splende, tanto più vituperevole sono in loro li vituperosi costumi, et flagitii, come le machie ne la candide veste! Et tal cum loro de sue lasività se ride per piacerli, che dipoi ne fa scherno doppo loro, judicandole impudiche; ma vivendo cum [p. 97 modifica]splendore de sancti costumi et virtute fin a li angeli è forza cum dilectione honorarle nel cielo. Circa ciò più non mi voglio extendere lassando la hystoria per scrivere satira. Credere duncha se debbe, che Ixabella fu regina de dignissima luce nel vivere reale. In questo tempo duncha sentendo il re Alphonso che’l re Rainero era incarcerato et facto re de Neapoli et Ixabella regina dentro la citate, se ne venne nel regno de Neapoli cum florente armata marittima. Et asoldati molti baroni del regno incominciò turbare cum asprissime guerre el paese. Per la qual cosa Ixabella regina exitte virilmente cum florente exercito contro il suo inimico Alphonso non altrimenti facesse Tamiris regina de li Sitii possedetrice del regno loro quando cum feroce exercito li venne Cyrro per torli el regno, più presto perhò per gloria, che per accrescimento de imperio. Così duncha [p. 98 modifica]guerezando la regina Ixabella come fusse stata usa e perita ne l’arme et in molti lochi prosperando, in fine, come fortuna volse, che a belli principii voluntier contrasta, il re Alfonso prese la Puglia cum Basilicata, per il che a l’hora se incominciò cantare quella cantilena:

Per Dio non mi chiamate più Regina
chiamatime Ixabella sventurata.
Haio perduto Capua gentile,
la Puglia piana cum Basilicata.

Così ella guerezando molti anni cum grande valore et ardire, pregò tutti li principi e signori di Franza, che per lei intercedesseno la liberatione del suo consorte il re Rainero dal duca Carolo de Bergogna. Ad queste intercessione esso duca lassò el re Rainero, el quale ad Neapoli ne vene ma poco vi stette, che la valorosa Ixabella prudentissima regina armata de le catholice arme pose fine a li suoi extremi giorni; la quale da tutto il regno fu amarissimamente pianta, et [p. 99 modifica]fin a le stelle, dove la sua sancta fama se extendea, et meritamente, perchè era de singular gloria, et fructo a tutto il regno de gratia, de amore, de liberalità et de clementia.

Essendo ne la flebile doglienza de gentilhomini recordato, che a lei fu decto dovesse come regina suntuosamente vestire, perchè de panni neri vestiva, lei respose che non convenia andare cum liete et pompose veste per la captura del re suo marito. Da l’altra parte li suoi apetiti furono sempre alieni da sumptuosi abiti, fogie et portamenti, perchè non poteano generare se non lasivia, vanitate et male exemplo. Ma ben satisfacea, che andava vestita de tre gemme le quale la faceano sopra ogni altro ornamento pomposa et radiante. La prima gema era il titolo de la regina concesso da Dio; la seconda gema era la iustitia del regno; la terza gema era la gratia di populi. [p. 100 modifica]

O Ixabella sanctissima regina quanto sei degna de sempiterna laude per quelle tre beate geme che te ornarono al mondo, et per molte altre virtute, che in te regnarono!

Credo che mai natura producesse donna al mondo de magior gratia et excellentia di te, excepto quella che nel suo sacratissimo ventre portò la salute del genu umano. Che più di te se può dire, felicissima regina? Se non come fusti in terra beato exemplo de ogni excellentia, così credo che nel regno de’cieli de le tue glorie cum li altri glorificati spiriti presso lo eterno principe gaudi et triumphi. Così de la tua beatitudine el nostro gentile Ginevero ne prenderà jocundità et piacere.