Il Tesoro (Latini)/Illustrazioni al Libro I/Capitolo XIX

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Illustrazioni al Libro I - Capitolo XIX

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Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Illustrazioni al Libro I - Capitolo XIX
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Capitolo XIX.


Non sarà mai ch’io mi faccia apologista nè critico della storia di Brunetto. Le imperfezioni ed errori di essa, appariscono alla prima lettura. Poco e male era a que’ tempi conosciuta la storia; e ne abbiamo prove incontrastabili eziandio nelle opere di Dante. Ciò non pertanto, non gli si dee far dire ciò ch’egli non dice. Secondo il Sorio, Brunetto crede che la monarchia degli Assiri si estendesse anche sull’Egitto, probabilmente confondendo la Babilonia di Asia colla Babilonia di Egitto. Avendo letto che Semiramide conquistò Babilonia, credette che conquistasse la seconda, [p. 188 modifica]cioè quella di Egitto Pare che ciò credesse anche Dante, cantando di Semiramide:

Tenne la terra che ’l Soldan corregge (Inf. V).

Il nome di Soldano nel trecento si dava a quello di Egitto, a preferenza degli altri re mussulmani. Così il Sorio.

«Chi desiderasse un saggio della scienza storica e geografica di quell’epoca, legga la versione di questo brano nel ms. Farsetti: «Quello degli Assiriani fue nelle parti d’oriente, cioè in Egitto, nella contrada d’Asia, e domo ha quello dei Romani, il quale fue in occidente, nelle parti d’Europa, cioè in Italia. E sappiate che ciascuno di questi reami ebbe la monarchia di tutto il mondo.»

Anche nella prima epistola di s. Pietro, che egli accenna di avere scritta in Babilonia, è più probabile che si parli della Babilonia di Egitto, che di quella d’Asia, dove non si sa che egli andasse, o di Roma, detta per metafora Babilonia, dove non sembra provato che a quel tempo egli fosse.

Io sono lieto di aggiungere.

Una preziosa variante di un codice del Chabaille, nel cap. LVIII di questo Libro I, raccontando più ampiamente che non faccia il t il biblico fatto di Ester, segna questi confini al regno di Persia, ch’ebbe a quei giorni la maggior estensione: «Lesqueles seigneuries ou provinces, qui sabiectes estoient au roy Assuere, s’estendoient depuis Ynde jusques en Etiope».

Questa variante, che può essere di Brunetto, di un suo discepolo che l’abbia attinta alle sue lezioni, o di un contemporaneo il quale ne palesa l’opinione [p. 189 modifica]de’ suoi giorni intorno ai confini di quel vastissimo impero, sancisce la correzione fatta a questo capitolo, dove in luogo di gran parte d’India col t scrissi salvo che l’India.

Brunetto notò la conquista delle principali regioni, che poi costituirono la grande monarchia. Nembrod edificò Babilonia (cap. XXIV) Assur. e poi Nino, edificarono Ninive (Cap. XXVI). Nabucodonosor conquistò il regno di Giudea (cap. XXVI). Salmanassar re di Assiria conquistò il regno di Israele (cap. LIV). Cambise conquistò l’Egitto (cap. XXVI). Ecco il regno dall’India all’Etiopia.

Dante cantò nel quinto dell’Inferno;

     Ell’è Semiramis, di cui si legge
Che succedette a Nino, e fu sua sposa.
Tenne la terra che ’l Soldan corregge.

A’ suoi giorni col nome di Soldano, intendevasi il sultano di Egitto, e cantò egli stesso di s. Francesco d’Assisi nell’undecimo del Paradiso:

     E poi che per la sete del martiro
Nella presenza del Soldan superba
Predicò Cristo, e gli altri che il seguiro.

Confondendo la Babilonia dell’Eufrate con quella del Nilo, può credersi con molti commentatori, che egli credesse essere stata Semiramide imperatrice dell’Egitto?

Se egli rammentava la lezione del suo caro e buono maestro, non possiamo crederlo. Brunetto infatti insegna nel cap. XXVI, che Semiramide succedette al [p. 190 modifica]figlio Nino, senza accennare ad alcuna sua conquista. Se questa prova negativa non basta, abbiamo la politica. Registra nel capitolo medesimo: «Cambise, figliuolo di Ciro re di Persia... primamente prese l’Egitto, e sottomiselo alla sua signoria..... Ed allora rimase Egitto senza proprio re, cioè rimase sotto la signoria del re di Persia.»

Se Dante avesse voluto fare un’emendazione critica alla storia di Persia e d’Egitto comunemente a’ suoi giorni creduta, non avrebbe lasciato di manifestarla.

Nel canto vigesimo ottavo dell’Inferno, dopo fatti i debiti confronti sa dirne:

Come Livio scrive che non erra.

Nel vigesimo racconta, secondo la tradizione che parevagli vera, l’origine di Mantova, ed autorevolmente conchiude:

     Però t’assenno, che se tu mai odi
Originar la mia terra altrimenti,
La verità nulla menzogna frodi.

Mette poscia il sigillo alla sua dimostrazione storica solennemente:

                              i tuoi ragionamenti
Mi son sì certi, e prendon sì mia fede,
Che gli altri mi sarian carboni spenti.

Il Soldano del quinto dell’Inferno è quello stesso dell’undecimo del Paradiso cioè quello d’Egitto. La [p. 191 modifica]terra che ’l Soldan corregge, non è la Babilonia dell’Eufrate nè quella del Nilo. È la terra d’Asia in generale, sulla quale imperò Semiramide, ed imperava allora il Soldano di Egitto, contro del quale furono dirette le due ultime crociate per liberare Terra santa. Il discepolo ripete appunto la frase del maestro, nel primo periodo di questo capitolo dove parla di Semiramide: «Lo re Nino tenne in sua signoria tutta la terra della grande Asia.»

Così la nostra correzione è sancita, ed il verso di Dante è chiarito.