Il Tesoro (Latini)/Libro V/Capitolo LXIII

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Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo LXIII. Del tigro
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cir ella non ama le s’attiene alle spalle, e quello

scampa da’ cacciatori con la sua madre, e quello che più ama, è preso da’ cacciatori.

E sappiate, che la simia passa del gusto tutti altri animali. Nelle parti di Buggea ne son molte. Ma " gli Etiopiani dicono, che in loro paese ve n’ ò di diverse maniere.

Capitolo LXIII.


Del tigro.

Tigro ò uno animalo che nasce nelle parti d’ Ircania *, ed ò taccate di nere tacche \ E senza

corrispondente, paralVasantlo qui e non traducendo alla lettera messer Bono. Correzione del Sorio, come eziandio la seg’uente. Agg-iunto: che forta in braccio, col medesimo ms. 11 ms. Vis. ripete, con tenui varianti, la lezione di Bono.

1) E salpiate, fino molto, manca al t. Corretto: nelle parti di Buggea ne sono molli mali, e gli Etiopiani, coi mss. Ambr. e Vis., ne sono molli. Ma gli Etiopiani, mancando questo inciso al t. Di ciò non parlano Plinio, Solino, ed Alberto Mag-no, dai quali è tratto il capitolo.

2) Corretto Organia, in Ircania, col m. Vis. e col t che varia: plus naist es parties de Ircanie, que en autre.

3) Il t varia: et est menuemeiit tachiée de noires taches. Invece di nires, sette codici del Chabaille legg-ono vaires, ed una leiTR-e diverses II ms. Vis. laccato minuto di varie

lacche. [p. 264 modifica]
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fallo egli è una bestia molto corrente, e di gran fieri tade.

E sappiate, che quando egli va alla suo abitazione, ed ella truova che’ cacciatori gli hanno tolti suoi figliuoli, ed ella corre prestamente, e seguisce i cacciatori che gliene portano \ E l’uomo che gli ha, si dotta molto della sua fierezza e crudeltà, ch’egli sa bene che ’l fuggirò di cavallo d’ altra bestia noi p^drebbe da lui scampare. Ed egli gitta per la via molti specchi, uno di qua ed uno di là. E quando il tigre vede negli specchi la sua imagine, crede che ’l sia il suo figliuolo. E va allo specchio intorno intorno ", e vedendo che non sono li suoi figliuoli, sì si parte e corre per trovare li cacciatori che ne portano suoi figliuoli. E quando egli è assai corso, ed egli trova ancora di questi specchi, che li cacciatori v’ hanno posti simigliantemente. gli va d" intorno credendo trovare suoi figliuoli. E tanto fa così, che ’l cacciatore iscnmpn la persona.

1) Il t: gui les emporte. 11 t anclio qui b parafra.sato.

2) Il t ao-M’iung’o altra circostanza: si le (uruc (rtv/, fjtie eie le hrise. Il ms. \^is. lia la sti’ssa lozione, ma tradotta

alquanto (livprsaiiif’iit(, e più jii’olissa. [p. 265 modifica]

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C.AVÌl’Oì.n ).\\\. Della talpa.

’J’nl|;i ò una piccola ’ l)Ctiiiohi. che sonipre al)ita sotto tona. ¦ la cava por diverse parti, o mangia Io radici eli’ olla trova*, anco che molti dicono clTolla vivo jjurc di terra.

E sappialo, clic la talpa non vedo lume \ elio iiatuia non volle adoperare in \’\ d’aprirò le pelli de’ suoi occhi sì che non valgono * niente, pcrch^ non sono api.Mli. Ma olla vede con la monte del cuoio, tanto ch’ella va, come s’fdla avesso occhi ’’.

1) Il r: cs! une dircrse òestc. ma cinque coilifi invece di (lirerse Ic^ggono pcfiii\ o.onìo. josso il nnstro volgfìirixzatore, ed il ni.s. Vis.

2) Le stiiiDpe dando di cozzo contro il buon senso: e mnìigin le radici ch’din lrro. Anche che molli di ono. Corretto col t; et rnnvjiic Ira rncÌ7iex qve de trveve; jà soit ce que li plusor etc.

(i) Il t: ne voit conte. Ecco la radice del vergot, e ne(fol, qiiol’he cosa, nulln, che si odono in alcune terre lombarde,.scn/a anfanarsi col gntta latino, col gol tedesco.

4) Corretto vede, in mlgono, col m.?. Vis. e col t: aimti ne valent il nevi.

ò) l’ultimo periodo » del volgarizzatore, memore della frase del Mngnifcai: dispersil superhos y,ienle cordis sui. Il