Il buon cuore - Anno XIII, n. 15 - 11 aprile 1914/Educazione ed Istruzione

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Il buon cuore - Anno XIII, n. 15 - 11 aprile 1914 Religione

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LETTERE DA LONDRA

L’Albergo della Regina


La Regina Alessandra, Regina madre d’Inghilterra, cara per tanti titoli al cuore dei suoi sudditi, 9le venerano in. lei tutto un tesoro di sacre memorie, e nota pure, oltre i confini della sua patria come una Qrganizzatrice instancabile e una munifica patrona di istiuzioni a sollievo delle diverse miserie fisiche e It’Prali del suo popolo. Quando nel 1862., Alessandra di Danimarca giunse in Inghilterra, si era nel primo periodo di fervore Per la causa dei malati.noveri. Florence NightinSa bei, la e Lady with the Lamp» aveva ridestata, ’tirante la guerra (li Crimea, la coscienza nazionale el l a giovane principessa che il vescovo di Gandin"arn chiamò a l’angelo inviato da Dio a ’disperdeil:. col suo sorriso i dolori della patria a si fece sulo leader entusiasta di questo movimento ’di ge_ 4erosa e illuminata filantropia. Pareva che non si aspettasse altro, che rii calno ‘cdel ’ la sua bacchetta magica perchè il miracolo si °rupie,se in tutta la sua bellezza e in tutta la sua ’taudez- za. Se gli ospedali di Londra sono oggi d:k ntiti dei veri modelli di perfezione tecnica e degli hil. ft i aperti, indistintamente, a tutti coloro che.sofeto e bisognano di cure sollecite e di amorevoli ri guardi, lo si deve pressochè esclusivamente allo zelo, all’interesse e al contributo, diretto e indiretto, mercè la sua magnetica influenza, della Regina Alessandra. La quale è ora patrona di quasi tutti gli ospedali londinesi oltre che di quella mirabile istituzione del a Military aurse service» della Croce Rossa britannica, e di innumeri altri istituti, sanatori, ospizi pubbl’xi di ricovero e di soccorso. Nè la previdenza e provvidenza della caritatevole Regina si sono arrestate qui. Dopo i malati poveri, i poveri sani che vogliono e hanno bisogno di mantenersi tali. Ed ecco fiorire la nobile iniziativa dell’A lexandra Trust, intesa a fornire ai meno abbienti il modo di nutrirsi bene, di cibi sani freschi e abbondanti, a prezzi minimi, compatibili con le borse più modeste e le esigenze più disparate. Al pari di Enrico IV che si augurava di veder un pollo nella pentola domenicale di ogni cittadino francese, la Regina Alessandra ebbe pure il suo segno orgoglioso, mia, quel che più conta, ella seppe tradurlo in pratica realtà: e se oggi ogni uomo, ogni donna, ogni fanciullo di questa grande e mostruosa città che è Londra può trovare di che saziarsi confortevolmente, ove pure non abbia che un semplice penny in tasca, è alla buona e benefica Regina che deve levarsi:I suo tributo di grazie. Tra coloro che aiutarono fervidamente.la Sovrana a ralizzare questo bel sogno di benintesa filantropia, va ricordato, primo, sir Thomas Lipton, un mecenate dell’industria, alla cui generosità e alla cui energia volonterosaa va, in mass’ma parte, attribuito lo splendido successo dell’iniziativa. Iniziativa che fu condotta a termine quetamente, in silenzio, senza pubblicità, così che la stessa stampa londinese sembra non essersene accorta mai, tanto poco ne ha parlato finora. Ma forse, in questo, sta il miglior elogio dell’opera. Per mio conto, ho voluto fare una piccola eccezione alla regola, e dopo aver ficcato il naso in quasi tutti i pertugi dell’attività sociale di Londra, ho pur voluto dare una capatina a quest’Istituzione modello e conoscere un po’ dappresso il pulsante miracolo che sconvolge, a prima vista, tutti i calcoli e le presunzioni dell’affarismo corrente. [p. 114 modifica]L’Albergo delta Regina, come fa maggioranza-dei «clienti» ama definire Pistituione provvidenziale, sorge nel bel mezzo della City, in quel grigio e convulso mondo fitto di magazzini e di uffici, dal quale, durante l’ora classica dellunch, scaturisce e si spande quotidianamente un fiume impetuoso di umanità, per lo più giovine, assillata da uno dei bisogni elementari della vita: il cibo. Da mezzogiorno alle due fermandosi nei pressi di City-Road, si può farsi una idea abbastanza eloquente dell’appetito prodigioso che rallegra gli spiriti della giovane generazione britannica a purtroppo, non sempre alle esigenze dell’appetito s’accordano i mezzi di cui le tasche dispongono per soffocarle. Un giovanotto, con la paga media da ’ 20 a 25 franchi alla settimana, deve certo pensarci su più d’una volta prima di deciders: a spendere quello scellino che gli concederebbe una colazione appena modesta al restaurant della City. La sartina e la dattilografa i cui guadagni ebdomadari non superino le 15 o 20 lire, sono costrette a meditazioni punto spirituali su la piccola moneta di sei soldi concessa alle esigenze della loro. piccola vita quotidiana, prese tra le incertezze spinose del dilemma oscillante/ fra l’attrazione d’un pudding sostanzioso a portata di mano e il penSiero della way-home, della lunt:ra strada da percorrere a piedi per rairviungere, dopo il lavoro, la casa suburbana ove i soldi del tram o dell’omnibus se ne siano andati per altra via. Così, prima dell’avvento dell’Alexandra Trust, il giovanotto di cui sopra era spesso tentato e tratto ad addormentare gli stimoli del proprio appetito aspirando qualche boccata di sivaretta popolare: E la sartina e la dattilovrafa sostituivano spesso al modesto lunch e relativo pudding due soldi di mele o di caramelle, cercando di avvicinare Più che fosse possibile alla fantasia la visione animatrice di qualche nuovo cappelló, o di una camicetta nuova o di un paio di searpiine lucide... Ora. la necessità di «far economia» non è certo diminuita per alcuno; vi si è aggiunto però il vantavo-io di rioerla conseguire senza sottoporre il proprio stomaco a manovre inibitorie d’tin gusto molto discutibile. A ll’Albergo della Regina il Problema dei rapporti fra l’appetito gigante e la _borsa anemica. trova la sua soluzione ideale, nè è trascurato il fattore, diremo così, morale di quel certoorvoolio istintivo che al avarie impiegato in coda di rondine e alla dattilovrafa ouasi elevante inibisce le soglie di certe bettole e di certi hars frequentati quasi esclusivamente dal ceto operaio. All’Albergo della Regina ove i prezzi non superano — sono spesso,. anzi, inferiori — a quelli in uso nei locali più propriamente popo7 lari, si ha, Per sovrammercato, il vantaggio di un ambiente di categoria superiore fornit° di tutto il conf ori desiderabile con un servizio rapido, regolare, perfetto sotto ogni rapporto: un ambiente cui non disdegnavano di frequentare più d’una volta ce me ospiti e convitati gli stessi Sovrani d’Inghilterra, - pagando la loro tirava quota d’ingresso e consumandovi un pranzo in piena regola, alla tavola comune, con evidente compiacimento. Nulla, beninteso, di pretenzioso o di style nei riguardi del mobilio e dell’arredamento in genere, nè i cibi è da credersi vengano serviti su piatti e con posate d’argento, ma dopo tutto, che cosa può desiderarsi di meglio, nel caso specifico della più scrupolosa pulizia accoppiata alla freschezza genuina dei cibi, alla loro varietà, alla loro abbondanza, e al... loro prezzo irrisorio? Per la somma non enorme di un penny (io centesimi) l’uomo più affamato e più... disperato della City può, infatti, trovare all’Albergo della Regina di che soddisfare discretamente alle esigenze del proprio stomaco e tornarsene al proprio lavoro con una cera più composta e più... rassicurante. Un soldo gli dà diritto a una larga scodella di zuppa con una porzione di pane; un altro soldo gli consente il lusso di un bel pezzo di jam-roll, un pasticcio zuccherato, caldo caldo, efficacissimo come...riempitivo di circostanza. Un lunch di prim’ordine come qualità, e più che soddisfacente come quantità. Che se poi voglia variare e la borsa gli permetta lo sperpero di ben.. venticinque centesimi, il lunch si trasforma di colpo in un pranzo luculliano. Il venerdì, per esempio, egli potrà cominciare con una magnifica zuppa di piselli (un soldo, pane compreso), proseguire con una porzione di pesce fritto e patate (due soldi)’ sbizzarrirsi nella scelta di un pudding di -riso, ta pioca, pasta dolce, frutta in giulebbe, ecc., (ogni porzione un soldo) e finire trionfalmente ’ed elegantemente con una tazza fumante di caffè... (altro soldo). Totale: 25 centesimi. Nè questo è tutto. I Cresi del luogo, i ricconi sforr dati e i sibariti della mensa che possono profondere in delizie culinarie ben quattro pence e mezzo centesimi) si trovano di fronte a una varietà di menus quasi imbarazzante. Ho voluto concedermi anche i° (seme! in anno...) questo lusso e posso quindi assi’ curarvi, per esperienza diretta, che tali pranzi a 4’ centesimi, sono non solo eccellenti, ma serviti cori una abbondanza da sconcertare, a prima vista, le ipotesi più ardite. Già la zuppa iniziale potrebbe c°-,tituire un pasto a sè, più che sufficiente a uno stomaco di media forza. Ma la zuppa è subito seguita da un piatto a scelta di vivanda (arrosto, vitello, mon tone, maiale, ecc.), con tre porzioni di legumi! V.erle quindi il classico pudding nelle sue specie più varie pasticceria calda, cakes, biscotti, frutta di conserva’ E, a coronare il convito, avete un’altra scelta ’D’I caffè, cacao, tea, latte, a seconda dei vostri gusti narticolffiri! Tutto -ciò, ripeto, per la semplice soirini a di 45 centesimi., E una noticina, in fondo al meni’. vi avverte persino che le mance sono veramente tate. Come ciò possa esistere e resistere è uno di 0’1 misteri contro cui s’arrabatta invano l’indagine della eh curiosità puramente letteraria. Certo è da esclucler’ [p. 115 modifica]a priori che vi si provveda col sistema sbrigativo di acquistare e fornir «generi» di qualità scadente, Volli prendermi il gusto di visitare in lungo e in largo le gigantesche cucine e le dispense vastissime dell’Alexandra Trust, dei forni ultimo modello alle Camere frigorifere munite dei più recenti apparati d’aereazione e benchè mi soccorresse l’esempio di altre visite nei... retroscena dei più grandi hotels londinesi, ho la coscienza di. non esagerare affermando Che, al confronto, le provvigioni, (Airò così, greggie dell’Albergo della Rgina non,hanno proprio nulla da invidiare le raccolte per la gioia de. più raffinati gourmets’della metropoli. Mirabile è poi l’ordine Che regna e si mostra sovrano nella disposizione d’ogni cosa, nella distribuzione d’ogni cosa entro il meccan.s.m • o colossale: ordine che dà, in certo qual modo, la chiave del mistero a chi, profano, s’attenti a indagare il miracolo da un’organizzazione così vasta e còsì complessa che pur procede letteralmente non meno che metaforicamente, come gli inglesi dicono, a Su le ruote Perchè bisogna sapere che oltre alla clientela in certo qual modo, avventizia dell’Albergo della Regina, l’Alexandra Trust provvede a fornire quotidianamente, di cibi sostanziosi e caldi gli alunni poveri delle scuole comunali di Londra.. Ogni mattina, dal quartiere generale di City kood, partono furgoni giganteschi diretti a ben’.i8o Punti diversi della metropoli entro un ragg:o di oli tre dodici miglia! Le vivande sono tratte calde calde dai forni e poste in recipienti speciali accurata/nenie ravvolti di feltro così che nulla del loro ca`e’re va diisperso durante il lungo tragitto e le bocche avide dei piccoli beneficati trovano ancora la zuppa t roppo calda all’arrivo e il pudding ancor fragrante dell’aroma del forno. Da cinque anni la provvida istituzione compiè e quest’opera, quasi miracolosa con una regolarità e un’esattezza che non hanno avuto mai soste e hani 1/13 superato, a volta a volta, difficoltà, ostilità, teno tativi d’ogni genere. iÍ Egli è che l’Alexandra Trust è amministrato e condotto da uomini che non cercano nella sua prosPerità crescente alcun beneficio per sè o alcun titolo di vanagloria, ma cui presiede solo uno spirito cald o e disinteressato df amore del prossimo, un’idealità che trascende ogni contingenza di affarismo o e di profitti personali tutta rivolta al vantaggio dei baveri disererati della fortuna e dei più deboli ne,1l a lotta sempre p:ù ardua ed aspra dell’esistenza. Nessuna campagna di pubblicità ha seguito e sostenuto questa impresa altamente filantropica;’ èlba3 Stato un ncme a crearla, un nome che è tutto un proti r Oarnma di gentilezza, di carità, d’amore. Da quel a aonie è scaturita la scintilla che è valsa, — sola a far divampare la magnifica, fiamma dei fraterni co nsensi_ di un’apoteosi veramente regale. Rodolfo Rarnpoldi.

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11 premio della virtù in Francia L’esaltazione dell’educazione religiosa Come ogni anno, l’Accademia di-Francia ha con: sacrato ieri M una seduta alla celebrazione della virtù. L’attrattiva ieri era doppia: ’il segretario perpetuo Etienne Lamie, grande storico dalla forma classica e dallo spirito cristiano, doveva leggere il suo rapporto sui vincitori del concorso letterario dell’anno e dopo di lui il compito di esaltare gli umili eroi di Francia spettava a’ Renato 13az:n. Perciò una folla elegante e varia si pigiava nelle tribune del palazzo di Mazzarino Il presidente della Repubblica, Poincarè, fedele ad una promessa fatta ai suoi colleghi di ’prendere parte ai lavori dell’assemblea ogni volta che le tregue politiche glie lo avessero permesso, è giunto a Parigi verso mezzogiorno, accompagnato dalla sua signora, la quale ha preso posto in una tribuna speciale o’e era un gruppo di dame dell’aristocrazia. Il Presidente è andato a sedersi sulla poltrona sua di accademico confuso nel gruppo degli immortali. Nella relazione sulle maggiori opere dell’anno, il Lamie ha notato _particolarmente Romano Rolland ed il suo ’Jean Crisiopre, poema della sensibilità francese, e l’abate Sicard a cui è stato attribuito il gran premio di storia di io mila lire per la sua Storiia del clero durante la rivoluzione. Nella sua relazione egli ha avvertito che quando si vuole stimare la Francia non bisogna riconoscere soltanto la sua vita intellettuale, ma bisogna preoccuparsi sopratutto della sua vita morale. Bazin ha quindi letto il suo discorso sul premio di virtù,, il primo dei quali è stato attribuito ad un maestro di scuola di un villaggio perduto nelle foreste della Lorreine che è riuscito a fare di una popolazione ruvida di pastori una élite morale. Poi è la volta di un altro educatore, un frate della Congregazione della dottrina, &rettore di una scuola di artigiani a Saint Afric nell’Alvernia. Quindi Bazin, traccia la mite figura di una suora, suor Angela Cecilia, direttrice dell’Orfanotrofio popolare del quartiere della Villette a Parigi, e tutta una serie di fondatori e fondatrici di opere nobili ’sfilano nell’eloquenza infiammata dell’oratore. Tra essi è il curato di Bicetre, l’abate Aegonny. Scoppiano degli applausi quando Bazin traccia la figura di un vecchio lupo di mare che ha saputo salvare durante so anni di vita marinara 29 navi e 44, persone. Bazin termina così: Le anime-eroiche non hanno ricompense umane: ’esSe sono redentrici. Grazie ad esse la Francia ha potuto resistere a lunghi mali che avrebbero uccisa una nazione meno -ricca di virtù ignorante. Grazie ’ad esse sono stati possibili i più bei secoli che essa abbia conosciuto e che non so [p. 116 modifica]no stati grandi soltanto a causa di tutta la popolakieine nobilitata. Esse spiegano la Francia, esse Sono la sua prima ricchezza, i testimoni della sua fede, parlano della sua vitalità, del riscatto drIle sue colpe e della salvezza dell’avvenire.