Il cammin di mille navi

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Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Letteratura Il cammin di mille navi Intestazione 4 agosto 2023 75% Da definire

L'acqua Ippocrenia Fronte d'avorio
Questo testo fa parte della raccolta Canzonette morali di Gabriello Chiabrera


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II

AL SIGNOR GIOVANNI SORANZO

Che le grandezze umane non rendono
l’uomo felice.

Il cammin di mille navi,
     Che gli Achei,
     O Soranzo, a guerra armaro,
     Con indugi acerbi e gravi
     5Austri rei
     Nel sen d’Aulide fermaro;
     Ivi il mare e l’aer chiaro
     Per aver, facean preghiera
     L’alme schiere peregrine,
     10Quando al fine
     Si spiegò, siccome vera,
     Tal sentenza atroce e fiera:
Se tranquilla a far partita
     Aspettarsi
     15Mai dovea l’umida via,
     Convenia la nobil vita
     Consumarsi
     Della bella Ifigenia:
     Dal fermar legge si ria
     20Ogni spirto era lontano
     Tra il furor di quelle squadre;
     Solo il Padre
     Tutti i prieghi udiva in vano:
     Cor di selce in petto umano.
25Poichè in van fece lamenti
     Per la luce
     A ciascun soave e grata,
     Tra gli iniqui altari ardenti
     Si conduce
     30La donzella sfortunata:
     Ivi il colpo inginocchiata
     Con le mani al petto attende,
     Fatta neve il nobil volto;
     Ne va molto,
     35Che il coltello ampio discende,
     Onde a terra ella si stende.
A veder scure le ciglia,
     Ove ardea
     Poco dianzi un bel sereno,
     40A veder l’onda vermiglia,
     Che tingea
     L’alabastro del bel seno,
     Nullo a’ pianti: nullo il freno
     Por s’ingegna a’ suoi dolori
     45Per pietà dell’infelice,
     Maledice
     Ogui lingua i rei furori
     Degli sdegni, e degli amori.

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Solo i pianti in tanta doglia,
     50Sol le strida
     Agamennone ritenne,
     E che ogn’áncora si scioglia
     Egli grida,
     E che s’alzino l’antenne:
     55Tant’angoscia egli sostenne,
     Perchè un poco a sue corone
     Si giungesse di chiarezza.
     Qual fierezza?
     O qual orso, o qual leone
     60Non fia vinto in paragone?
Muova lento a formar passi
     Uom, s’è saggio,
     Là ’ve ’l senso a gir conforta;
     Che assai spesso a morte vassi,
     65Se in viaggio
     La ragion non ti fa scorta:
     La real Vergine morta
     Suscitò feroci sdegni
     Sul ritorno incontra Atride;
     70Onde vide
     Funestar per modi indegni
     Argo poscia i regi, e i regni.
Venne ignoto il fiero Oreste:
     Grave offesa
     75Di vendetta è gran maestra;
     E sul suol tra piaghe infeste
     Lasciò stesa
     La dolente Clitemnestra:
     In mirar l’armata destra,
     80Disvelava il sen materno:
     Ed, o figlio, ella diceva,
     Ma spingeva
     Il figlinol, che l’ebbe a scherno,
     L’aspro acciar nel fianco interno.
85Or se il qui tanto apprezzato
     Scettro regio
     Non può torne a ria ventura,
     Perchè spesso è desïato
     Con dispregio
     90E del cielo e di natura?
     Cor sereno, anima pura,
     Che di fulmini vendetta
     Contra sè da Dio non chiami,
     Son reami,
     95Che se l’uom se ne diletta,
     Regni eterni in cielo aspetta.