Il cavallarizzo/Libro 1/Capitolo 40

Da Wikisource.


Capitolo 39 Capitolo 41
[p. 51r modifica]

Cap. 40. D'alcuni altri avertimenti utili, & pertinenti pur al governo del cavallo.


Tra li molti avertimenti circa il governo del cavallo questo è il massimo al parer mio; che risguarda in conservar più sano, & più robusto il cavallo, che sia possibile. Perch quella medicina di tutte è ottima non che leva l’infirmità, ma che conserva sana la persona. Questo adunque principalmente dee avvertire il cavalliero, che il caval fatto di cinque in sei anni per ogni tempo mangi paglia, & orzo; & dalli sei anni in là non se li deve dar ne farraina, ne altra herba la Primavera: ma se il bisogno lo richiederà, ò per magrezza, ò per riscaldamenti, ò altro, se gli potrà dare della miglio herba che si possi havere in autunno, & sia rogiadosa; dandole ancora seco una provenda d’orzo, mescolato con semola & un poco di sale. In questo modo il cavallo, & più sano, & più atto alle fatiche, & più sicuro di non patire infermità sarà, & più vivace & leggiero; et non sarà troppo grasso, ma di bonissime carni. A’ poledri nella Primavera si dee dar la farraina, e l’herba. E per poledri intendo tutti quei caval che non [p. 51v modifica]sono entrati, over non passano i sei anni; & non sono da fatica. Nell’inverno i cavalli se non hanno le stalle calde temperatamente deveno star coperti di panno, & massime il petto & il ventre. Ne si devono lavar mai nella stalla ne anco fuori l’inverno, se pur dipoi non fusseno ben asciutti con panni, ò per altra via conveniente prima che intrasseno allo lor stanze. Le gambe & il ventre nell’inverno non si deveno lavare senza necessità grande, & massime nella stalla alle lor poste: ma se pur il bisogno lo ricchiede devesi fare con quella diligenza che più sotto si dirà. I labri del cavallo deveno essere sottili & teneri così anco il barboccio dev’esser tenero, accioche siano più agevoli al freno, però se si molificheranno con la freggagione delle mani fatta leggieremente e spesso. Et questo succederà molto meglio se con acqua tepida, & un poco d’oglio, bagnata la palma della mano si farà. Tutte le volte che il cavallo sarà ritornato dalle lettioni & agitationi, cavateli il freno & lavatelo, & asciugatelo, & postoli il filetto, & levatoli la sella, over bardella, si deve menare à quel luogo dello stabbio, ch’io vi dissi: Il qual dev’esser luogo secco & sodo, che il terreno habbi uguale & piano, & non sassoso, senza puzza alcuna, & coperto dalla lettiera, che avanza a’ cavalli, la quale dev’essere sparsa ugualmente sopr’esso, & accresciuta dell’altra nuova, & asciutta. Nel qual luogo se il cavallo si rivolterà, li farà utile grande. Potriasi far questo anco alcune fiate la settimana à gl’altri cavalli, etiandio che non fusseno affaticati; la mattina avanti che bevesseno. Imperò che ogni fiata che il cavallo si rivolterà secondo il costume solito si pò giudicare che stia bene, & se ricuserà di rivoltarsi sarà segno che è fastidito da qualche male. Fatto questo nel luogo medesimo si deve nettare, & coprirlo, & menarlo nella stalla alla sua posta. Dove prima il suo fameglio deve governar benissimo la testa, dipoi con paglia fresca, & assai fregar & stropicciar le gambe & appannarle molto bene, & così il ventre, & tutto il resto del corpo, & nettarli l’unghie sopra & sotto al solito; mirando bene se il cavallo havesse male alcuno, ò nelle gambe & piedi, ò nel resto di tutto il corpo; & massime ne gl’occhi: nelli quali ben spesso aviene che per impatientia di chi lo cavalca, ò inavertenza, una punta di bacchetta, over bacchettata li fa gran male: & lo mette à rischio di perder l’occhio. Et perche il cavallo affatticato & sudato si governi & asciughi meglio & presto dev’esser aitato il garzone da uno altro che non habbia cavallo di fuora. Et notate che quando il cavallo è molto sudato alla lettione, se con un coltello di legno, ò di ferro, ma di legno saria meglio, gli radderete il sudor di dosso giovarà molto; & massime à farli bello il pelo; & più utile li farà anco se allhor allhora li serà ben appannata la testa, e tutto il resto del corpo; gettandoli dipoi la sua coperta addosso. Tutto questo accaderà fare più nell’inverno, che nella state; & più à cavalli, di spasso, che di guerra; de’ quali al luogo proprio si ragionerà. Devesi [p. 52r modifica]dipoi menare allo stabbio detto, in istalla farli il resto che se gli conviene, lavandogli gl’occhi d’acqua fresca, & la bocca & narici di vino inacquato, risguardando se il freno, ò altro gli havesse offeso la bocca: similmente se li deveno lavar i testicoli, & di dentro il membro, con quel che dissemo di sopra, & il sedere ancora, e dipoi darli il suo strame. Avertendosi però, se sarà sudato dopo dell’agitatione, non se li dia bere ne mangiare fin che non habbi urinato. Sara buono, & utile al cavallo una, ò due volta la settimana lavarli le gambe di vino, nel quale habbino bolito herbe odorifere buone à questo effetto, per confortarli i nervi che hanno patito per le fatiche delle lettioni, ò altro: & per mantenerle asciutte, & vigorose; Et la sera ungerle alcuna volta con alcune untioni più ispedienti. Similmente si deveno ungere l’unghie di quel unto che più ricercano, due volte almeno la settimana. Vegetio lauda che al cavallo affaticato siano fomentate le giunture, & le pastore di dietro massime di buon vino caldo, & dipoi si lavino tutte le gambe di liscia & vino con sale mescolati; & il dorso & schena con acqua fresca cavata allhora & sale. Alle volte (com’io vi dissi di sopra) saria anco bene lavarli la testa essendo grassa, non solo d’acqua fresca, ma di liscia & aceto forte; & palmeggiarla mattino & sera à usanza di barbaro: così anco il collo & le spalle si deveno palmeggiare, & stropicciare se sono troppo piene: nelle quali pur à modo di barbaro devete farlo governare, con la testa legata molto alta. Et guardinsi tai cavalli carichi dall’herbe e dal fieno; ma per loro rinfrescamento & purgatione si pò usare nel mangiar le cime di salici, mescolate con paglia, & le cime delle canne fresche, & anco le foglie; & anco otto, ò dieci al più, essendo di state, la cicorea ben lavata netta, & asciutta; & altre cose, le quali non ingraviscano il cavallo, ne generano humor cattivi: come saria anco la latuca, & alcuna medecina secondo che ricchiede la complessione, qualità, & età sua, che lo purgasse, & insiememente lo rinfrescasse. Ma questo per hora basti; passiamo ad altro second’ordine.