La vendetta d'uno schiavo/Conclusione

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Capitolo XXXV

Conclusione

Poco dopo Giovanni, Kedir, Sandiak ed i giavanesi abbandonavano la montagna tremante portando con loro il piccino strappato in così buon momento al vendicativo malese.

Il loro ritorno al campo di Diepo-Nigoro fu un vero trionfo.

Giovanni ormai felice, si trattenne presso i suoi amici alcuni giorni, poi non volendo esporre il piccino ai pericoli di quella campagna e considerando la sua missione ormai finita, partiva dall’accampamento desiderando di lasciare l’isola e di raggiungere sua sorella. Ormai non aveva più alcun interesse a rimanere nella perla della Malesia, dacché aveva perduta la sua piantagione.

Diepo-Nigoro, prima che lo lasciasse, volle però ricompensarlo dei suoi numerosi servigi, facendogli degli splendidi regali del valore di parecchie migliaia di risdaglieri, fra cui un diamante che aveva già appartenuto al sultano di Djokio-Karta, d’un prezzo inestimabile.

Quella partenza fu una vera fortuna pel piantatore, poiché pochi giorni dopo il suo imbarco per l’Europa, Diepo-Nigoro venne pienamente sconfitto dagli Olandesi in due sanguinose battaglie, fatto prigioniero e relegato nell’isola di Ceylan, dove moriva di crepacuore qualche anno più tardi.

L’insurrezione però non era completamente vinta, e le bande insorte, guidate da Kedir tennero il campo fino al 1830 con varia fortuna, finché anche quel capo, stretto da ogni parte, fu costretto a sottomettersi ed a sciogliere gli ultimi reggimenti, dopo d’aver perduto oltre centomila combattenti.

Così finiva quella grande insurrezione che per poco non privava l’Olanda di una delle sue più splendide colonie.