Lettera di Giacomo Zanella a Mario Rapisardi (1 novembre 1887)

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Giacomo Zanella

1887 lettere letteratura Lettera di Giacomo Zanella a Mario Rapisardi Intestazione 7 maggio 2012 75% lettere


Illustre Professore,

Vicenza, 1. 9bre 1887

Anni sono io leggeva in Napoli il suo Lucifero: m’era compagno nella lettura il povero Andrea Maffei. Quante volte io mi sono doluto che tanto ingegno e tanta ricchezza d’immagini fossero profusi in argomento tanto discordante dalle comuni credenze! Dicevamo insieme: un uomo che con tanta verità di colorito dipinge la natura, perchè perdersi in fantasie strane e inverosimili? Anche nel volume, che la sua cortesia volle donarmi, ho trovato alcuni passi, che mi han fatto ripetere lo stesso lamento: perchè tutte quelle poesie non arieggiano il Febbraio? Perchè le due prime strofe dell’ode Stelle cadenti non dànno l’intonazione a quelle che seguono? Le due terzine che chiudono il sonetto All’Etna non sono di una bellezza unica? Perchè ella che sa scrivere a quel modo (so di aver letto altre più brevi poesie dello stesso candore), perchè non iscrive sempre così?

Illustre professore! Perdoni se io le parlo così schiettamente; ma coi pari suoi si può parlare a fidanza. Pensi che il popolo italiano ha bisogno di una fede, di quella fede che fece grandi i nostri comuni nell’età di mezzo. Ammetto che la civiltà abbia le sue esigenze, ma non tali da gettare nell’abisso del dubbio, anzi del nulla, le nostre popolazioni.

Del resto creda, egregio professore, che pochi in Italia ammirano il suo ingegno, come fo io, opposti come siamo nelle nostre credenze. Io la ringrazio del dono gentile e della fiducia che mi ha dimostrata collo spedirmelo.

Mi creda suo dev.mo

Giacomo Zanella