Manuale teorico-pratico per la coltivazione della vigna latina/II/I

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Anno dopo la piantagione e secondo di età

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CAPITOLO PRIMO.

Anno dopo la piantagione e secondo d’età.


83. — Molti pretendono che la vite nel secondo anno di età debba lasciarsi crescere liberamente perchè acquisti forza e vigore; ma in questo caso essa prenderebbe la forma di un vero cespuglio, producendo tanto legno inutile a discapito di un unico e robustissimo tralcio, il quale alla sua volta deve divenire un unico e robustissimo ceppo. Ora ciò non otterremo facendo crescere tanti rami per gettarli poi tutti, meno uno solo, sul fuoco.

Educhiamo adunque fino dal principio questo solo ed unico tralcio, che durerà per quanto dura la vite, ed in esso concentriamo tutte le forze. Così appunto praticano gli esperti viticultori nazionali e stranieri. [p. 36 modifica]

84. — Prima però di parlare su ciò che deve farsi io questa nuova pianticella, è necessario che riandate col pensiero a quanto vi dissi in principio parlandovi sull’organismo della vite.

85. — Io vi diceva che la gemma poco dopo sbucciata in primavera presentava un germoglio, ove si scorgono minutissime fogliuzze e grappoli (4, 5).

86. — Esso germoglio è di una delicatezza straordinaria, per cui se gli manca la dolce e tiepida aura, se lo colpisce gelida brina, china il capo all’istante e muore.

87. — Ora, essendo provato che il taglio, promovendo il movimento del succhio, accelera la vegetazione della vite, quanto più sarà ritardato, tanto maggiore sarà la probabilità che la stessa vegetazione incominci e continui in più propizia stagione. Ciò poi tornerà particolarmente utile alle gemme più basse che a noi, come vedremo, interessano di più.

88. — L’esperienza insegnò, fino da secoli addietro, che tagliando presto si ha molta legna e poco vino, e tagliando tardi si ha molto vino e poca legna.

89. — Protrarre agli ultimi di aprile ed ai primi di maggio l'intera potatura sarebbe impresa ardua e difficile, e talvolta anche impossibile. Diverrebbe invece facilissima se si dividesse in due epoche la potatura della vigna.

90. — La prima epoca della potatura sarà prima che ì succhi della vite si mettano in moto, ossia [p. 37 modifica]prima che riprenda il movimento vitale, e cioè nel mese di marzo.

91. — La seconda epoca avviene quando il clima si sarà raddolcito, e non si temerà più che sopraggiungano le brine, o meglio quando la vite avrà finito di umare, che sarà fra la fine di aprile e i primi di maggio.

92. — In questo primo anno di potatura, e nella prima epoca di essa, prendete in mano il cespuglio,Fig. 7. attentamente osservate bene tutti i suoi tralci, e lasciando il più bello ed il più basso, recidete tutti gli altri con accuratezza, onde il taglio riesca netto e liscio tantochè il ceppo sembri ancora intatto e formi una bacchetta sola col tralcio conservato (fig. 7).

93. — Successivamente si tagliano tutte le radichette che si veggono spuntare presso il livello del suolo sotto il colletto, affinchè gli umori si concentrino nelle radici inferiori (14).

94. — A queste faccende si aggiunge anche l’altra, di rimettere le viti mancanti, servendosi di quelle piantate l’anno scorso in riserva lungo le file. Aprite all’uopo una buca nel punto ove manca la pianta, levate la terra che aderiva alle radici della pianta morta, collocatevi delicatamente la barbatella nuova, che avrete estratto con tutta la terra che aveva attorno alle [p. 38 modifica]piccola radici, ed aggiungetevi un poco di concime complesso ondo cresca rapidamente (162).

Eseguito nella nuova pianticina la potatura simile a quella praticata nelle altre, ed infine inaffiatela bene perchè la terra aderisca alle radici (80).

95. — Fatta questa prima operazione, porrete mano al generale lavoro del vigneto con una buona zappatura, e tutto quanto è prescritto fra l’anno come e quanto viene indicato nella Parte III, n. 123, 124, 126, 127, 128, 129.

96. — Nella seconda epoca della potatura, che, come si disse, cadrà fra la fine di aprile o i primi di maggio, compiremo il lavoro interrotto nel marzo, recidendo il tralcio sopra la prima gemma, e precisamente nel nodo, per la ragione che già avete letto (19) (fig. 7).