Non è viltà ciò che dipinge in carte

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Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Canzoni Letteratura Non è viltà ciò che dipinge in carte Intestazione 25 aprile 2023 75% Da definire

Viva perla de' fiumi Non perchè umile in solitario lido
Questo testo fa parte della raccolta Canzoni eroiche di Gabriello Chiabrera


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XI

per lo medesimo


Non è viltà ciò che dipinge in carte
     Fama alata cerviera;
     Ove dunque pugnando il grande Alcide
     Fu per lo Mondo errante peregrino,
     Gloria veloce ardente
     L’orme segnò delle robuste piante.
Ei là, dove Nettun Libia diparte
     Dalla gran terra Ibera,
     Anteo l’immenso, e Gerione ancide;
     Alza le mete del mortal cammino;
     Indi con man possente
     Spegne sul Tebro il rio ladron fumante.
Or poiché vincitor per ogni parte
     Fu d’ogni orribil fera,
     Sopra il cerchio di latte Apollo il vide.
     Sparso di stelle riposar divino
     Ivi d’Ebe lucente
     Aurea bellezza il fa felice amante.
Germe di Tebe, a cui tanto comparte
     D’onor l’età primiera,
     Da’ chiari pregi tuoi nulla divide
     I pregi del mio Duce ugual destino;
     Sì nel’armata gente,
     E sì ne’ premij a te si fa sembiante
Qual vince orrido Noto ancore e sarte,
     E ’l buon nocchier dispera,
     Qual su i regni dell’onde orrendo stride,
     E ’l Cielo asperge del furor marino;
     Tal sulle schiere spente
     Di nobil sangue ei fulminò stillante.
Quinci lieto sen vien con sì bell’arte
     Alla sua Dora altera,
     Che dalla bella riva, ove ei s’asside
     Manda suo nome all’alto Ciel vicino
     Quinci a lui si consente
     Donna di pregio e di beltà stellante.

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Care Muse dell’Arno, eccovi in parte
     La nostra gloria intera,
     Io pur com'uom, cui suo valor disfide,
     Con strette labbra da lontan l'inchino;
     Fate voi, che altamente
     Parnaso e Pindo ne risuoni e cante: