Nuove inventioni di Camillo Agrippa Milanese sopra il modo di navigare/Nuove inventioni di navigare

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Nuove inventioni di navigare

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N V O V E

I N V E N T I O N I

D I  N A V I G A R E

D I  C A M I L L O  A G R I P P A

M I L A N E S E.


P
E R eſſer la nauigatione tanto importante, & hauendoſene ſin hora tanta theorica, & tanta prattica; nondimeno, per eſſer le ſcientie lunghe, & le prattiche ſempre atte a migliorarſi, ho preſo ardire di trattare dell'iſteſſa nauigatione, & coſe pertinenti alla prattica di quella, cioè dir ſopra queſto ſoggetto quel che ho conſiderato, & ritrouato di nuouo, ſi come manifeſtamente ſi conoſcerà nel preſente Diſcorſo. Si che, per fondamento di quel che s'ha da trattare, dirò, che la circonferenza, che fai il vaſcello, per ſua natural grauezza inchinato al centro, non può eſſer altra che circonferenza d'vn circolo, il cui centro è quello del mondo, ſi come ſono l'equinottiale, l'eclittica, li meridiani, ſi che in qual ſi voglia luogo, ch'andarà la naue, hauerà ſempre per ſua natura queſta inchinatone.

Onde volendo il nauigante nauigar per li paralleli, fa biſogno dar il modo di poter gouernar il vaſcello diuerſamente, per riſpetto de'paralleli diſtanti dall'equinottiale, liquali daranno occaſione d'hauer a voltar il timone, & [p. 2 modifica]

batter più acqua, & manco acqua, ſecondo che ſi trouarà eſſo vaſcello piu lontano, più appreſſo all'equinottiale.

Et per far queſto, ſi darà ſotto al timone vn circolo ſegnato a gradi, li quali ſaranno il temperamento, & la miſura per mandar la naue, doue vorrà il nauigante, aggiungendoui pero la diſcretione, et prattica di maggiori venti et maggior contraſto, che farà la correntia incognita ſotto la naue. Doue per conoſcerla ſi moſtrarà il modo nella linea Horizontale a gradi, a gradi, per ſaper in qual parte, & da qual vento batte il vaſcello, & per conoſcer la forza della correntia più & manco per mezzo d'vna ſtatera, qual peſarà ſecondo l'accidente, piu & manco che occorrerà.

Hora, per dar principio, ſi dice ſe la naue ſarà nell'equinottiale, che ſolcando o da oriente, o da occidente, andrebbe ſopra la circonferenza dell'equinottiale ſecōdo il ſuo naturale, dato che il globo della terra foſſe tutto acqua, & non eſſendo tutto acqua, ella farebbe doue è acqua, parte dell'iſteſſa circonferenza.

Per maggior intelligenza, ſi dice, che ſe ſi pigliaſſe vn grado, doue ſi voglia fuori dell'equinottiale verſo il tropico di Cancro, andarebbe la naue a fare vn grado verso il tropico di Capricorno nel modo che fa l'eclittica, coſi ſeguitando a gradi a gradi fino al tropico di Cancro, andarà ancora acquiſtando a grado à grado inſino al tropico di Capricorno, & queſta pur vltima che ſi farà nel tropico di Cācro, ſarà la vera linea ecclittica, intendēdo che il timone non habbia ſotto a queſti corſi a muouerſi, ne a deſtra, ne a ſiniſtra, ma operar ſecondo la poſitura ſua, & dirittura della naue.

Et paſſando il tropico di Cācro vn grado verſo il polo artico, andarà ancora vn grado fuor del tropi di Capricorno. creſcendo dunque a grado a grado inſino ai circolo artico, creſcerebbe anco a grado a grado inſino al [p. 3 modifica]

circolo antartico, facendo ſempre nuoui circoli, che s’interſegano fra di loro.

Paſſando poi il circolo artico vn grado verſo il polo artico, andarà ancora vn grado dentro del circolo antartico verſo il polo antartico, & coſi creſcendo a grado, a grado, s'andarà ſino al polo artico, & antartico. Eccoui che se cercato l'vno, & l'altro hemiſfero da vn polo all'altro.

Si che trouandoſi la naue ſotto al polo artico, hauerà l'equinottiale per horizonte, & volendo far viaggio ſarà forzata a deſcriuere vno de'meridiani. Et ſarà in arbitrio del nauigante di pigliar quel che parrerà ad eſſo, intendendo però con la naue, doue è acqua. Et detto meridiano paſſarà ſotto l'antartico. E trouandoſi la naue ſotto l'artico, non hauerà altro ch'vn vento, cioè oſtro, oue ſi da a conoſcere, che li 82. venti ſecondo la regola di marinari non ſeruono in queſto luogo, per eſſerui vn vento ſolo, cioè mezzo giorno.

Et queſto ancora fa manifeſto che ſono alcune regole che patiſcono eccettioni.

Et perche la natura della naue ſotto alle ragioni dette ſarà ſempre contraria alla volontà del nauigante, perche s'el nauigante vorrà far vn parallelo, la naue vorrà far le linee ſopradette, ſempre naſceranno fra loro effetti contrarij, p̃che il nauigāte vorrà andar per il ſuo viaggio ſecōdo la ſua determinatione, & la naue uorrà far il ſuo corſo naturale, ſi che ſempre ſarà tra loro contraſto. Et queſto s'intende ancora che non ci ſia accidente ne di vento, ne di correntia, ne di fluſſo, ne di rifluſſo, ne di fortuna, delli quali poi ſi tratterà al ſuo luogo, perche naſcerà all'hora maggior confuſione.

Hora, per far che il nauigāte poſſa ſeguitar la ſua nauigatione, s'intenderà con queſto eſſempio. Poniam che la naue ſia nel primo grado lontana dall'equinottiale verſo [p. 4 modifica]

il tropico di Cancro, si come s'è detto di sopra, et voglia andar d'Oriente in Occidente, et osservar il parallelo d'un grado, si voltarà mezo grado il governo del timone, ch'è dentro della Nave a man manca, cioè verso l'Equinoziale, sopra il circolo iviso in gradi, come mezo orizonte, come si vede nell'essempio, et di fuori il timone, ch'è nell'acqua verrà a esser verso il tropico di Cancro.

Et questo sarà il principio di metter la theorica in prattica con quella discrezione ch'occorrerà,secodo piu venti, et manco venti, perché al maggior corso della nave basterà un quarto di grado, et all'andar più tardo tre quarti di grado, perché la violenza batte più gagliardamente il timone, et volta più la nave fuori del parallelo, si come voi altri naviganti sapete con la vostra prattica, la qual ſeruirà ad accompagnar questa theorica, et questa intelligēza. dove andādo di grado in grado inſino al tropico di Cancro, s'andarà sempre cercādo la graduazione à poco à poco: p̃che, quāto più s'accostiamo alli paralleli più brevi, tāto piu bisognarà far leva, nel batter l'acqua col timone.

Si che partendosi la nave dal tropico di Cancro per andar verso il circolo artico, tanto maggiormente bisogna voltar il governo del timone, & contrastar più con l'acqua, dove sarà difficile nel circolo artico poter fuggir errori, per esser breve il parallelo, et lontano dalla circonferenza dell'equinoziale, qual è inchinata à far la Nave, si come di sopra abbiamo detto.

Et volendo seguitare inſino all'artico sarà grandissima difficolta, anzi impossibile, di seguitar giusti i paralleli con qual si voglia sforzo, per la tanta brevità di paralleli, perché giunta la Nave sotto all'artico ella girerebbe intorno, ſopra l’estremo dell'asse senza far viaggio. Et questa navigazione è stata da Levante verso Ponente. Dove volēdo far viaggio è forzata a far un meridiano, il qual si potrà pigliar verso l'equinoziale in quella parte, [p. 5 modifica]

che parerà al nauigāte, ſe però nō ſarà forzato dal vēto meridionale più da vna bāda che dall'altra: perche in queſto punto nō c'è altro vēto. Talche il gouerno del timone tornarà nella metà della graduatione del circolo, che ſta ſotto a eſſo gouerno p̃ diritta linea della Naue. Perche la Naue al'hora camina ſecōdo la ſua natura ſotto al meridiano.

Il medeſimo modo s'oſſeruarà da Ponente verſo Leuante, voltando ſolo il timone a man deſtra, cioè verſo l'equinottiale, per far altrettanto da Occidente in Oriente, quāto s'è detto di far da Oriente in Occidente.

Se foſſimo dalla parte dell'equinottiale verſo l'antartico, & voleſſimo andar da Leuāte in Ponente verſo l'antartico a grado a grado, come di ſopra, farēmo quel che s'è detto di ſopra douerſi far, per andar da Ponente verſo Leuante verſo l'artico.

Et eſsēdo pur a Naue dalla parte dell'equinottiale verſo l'antartico, & voleſſimo andar da Ponente verſo Leuante, faremmo quel che s'è fatto per andar da Leuante in Ponente: ſi che la nauigatione conſiſte in due prattiche, di voltar il timone o a deſtra, o a ſiniſtra.

Inſino hora non s'è trattato ne di fluſſo, ne di rifluſſo per qual ſi voglia verſo, ne s'è trattato di venti diuerſi, ne luoghi diuerſi, ne di correntia ſotto incognita, doue intendo di dar il modo di conoſcerla, per poterſi guardar dall'inconuenienti ch'eſſa porta alla nauigatione, pur che prima ſi preſupponga, che quella ragione, ch'habbiamo detta douerſi oſſeruar nel pigliar vn grado fuori dell'equinottiale, s'intenda ancora douerſi oſſeruar riſpetto a qual ſi voglia grado d'eſſo equinottiale, accioche ſerui per vna theorica vniuerſale, ſi per linee naturali, come ancora per gli accidenti di paralleli.

Hora per conoſcere la correntia incognita di ſotto alla Naue, daremo principio con vn iſtromento fatto in queſta foggia. [p. 6 modifica] Si farà vna canna di metallo ben pulita dentro con vna bacchetta pur di metallo, che vada dentro facile da girare intorno, & la bacchetta diſopra nel ſuo fine hauerà vna lancetta ferma a vſo d'horologgi, come quella che ſegna l'hore. In punta della canna di metallo vi ſarà accomodata di ſopra vna buſſola, doue la lancetta della bacchetta girando intorno ſegnarà li gradi ſecondo li venti.

Queſta buſſola ch'hauerà ſu i venti, ſarà congegnata di modo, che poſſa girare intorno alla canna, qual canna ſtarà ferma colla naue, per poter ſempre accommodar queſta buſſola verſo la tramontana, come s'vſa, accioche la lancetta moſtri li gradi di venti ad vno, ad vno per conoſcer da qual parte viene la correntia.

Hora, per far, che la correntia dia il mouimento alla lancetta, che ha da moſtrar li gradi, ſi farà in queſto modo.

Della bacchetta ſopradetta dal capo da baſſo ſene farà vſcir fuori piu che non è lunga la canna vna parte, piu & manco, ſecondo che ſaranno grandi li vaſcelli, per parlar vniuerſalmente, mettiamo cinque palmi, quali ſaranno vn pezzo appartato congegnato alla bacchetta a vſo di cōpaſſo da aprire & ſerrare, di modo che ſi poſſa maneggiar, & aprir ſolo da vna banda, talche queſta giunta di cinque palmi ſia ſempre parallela alla lancetta diſopra, accioche il mouimento di ſopra moſtri ſempre quel che ſi fa da baſſo. Perche in queſto da baſſo ci ha da batter dentro la correntia, per la quale ſi conoſcerà da qual banda ella viene per il contraſegno che ne darà la lancetta diſopra, qual moſtrarà li gradi dell'Horizonte ad vno, ad vno.

Hora, per dar il muouimento per quella bacchetta, ch'auanza giu, ſi farà in queſto modo, ſia fatta a vſo d'vna mola, qual andando giu per la canna ſtij ſerrata, & [p. 7 modifica] [p. 8 modifica] [p. 9 modifica] [p. 10 modifica] [p. 11 modifica] [p. 12 modifica] [p. 13 modifica] [p. 14 modifica] [p. 15 modifica] [p. 16 modifica] [p. 17 modifica]

modo niſſuno, ſi come adeſſo intenderete per le ragioni che ſi diranno, & da voi nauiganti per pruoua ſe n'è hauuto ſaggio, cioè che nel partirſi di Leuante per andar in Ponente, s'accoſtano a man manca all'Africa, laſciando il ſuo parallelo; Et partendoſi dal ſtretto di Gibaltar per venir alla coſta di Sardegna s'accoſtano a man deſtra all'Africa laſciando pur il ſuo parallelo. Et la cauſa è che la naue non può patir di non far circolo maſſimo, Talche sforzando la naue col timone, viene a oſſeruar parte del parallelo; ma non mai il parallelo tutto ſi bene a parte a parte. Perche quanto più angoli hauerà vna figura, tanto più parerà accoſtarſi alla circolare. Et però quanto più ſpeſſo s'hauerà riguardo di rimetter la naue verſo il parallelo, tanto più oſſeruarà quello; auuertendo ancora di più, che la regolatione d'vn parallelo non fa per tutti, per eſſer differenti tra loro di grandezza. Et quanto più s'accoſtaranno li paralleli verſo l'Artico, ò verſo l'Antartico, tanto maggior ſarà l'errore, & ſarà più difficile ad oſſeruarli. Et queſti raggionamenti ſono moſſi per dar a conoſcere che ſe'l viaggio della naue fuſſe vna ſtrada anguſta, che tutte le naui ſi sfrangerebbono; ma la brauura del nauigante è, che'l mare è tanto grande, & tanto ampio, che non vi ſi conoſce l'errore. Et tanto più dee il nauigante ſtar auuertito, quanto ch'oltra alli ſcogli viſibili ci ſono ancora li ſcogli naſcoſti, maſſime in queſti mari ſopradetti. Adeſſo vſciremo fuori del ſtretto di Gibilterra, & iui nauigaremo più alla larga.

La naue noſtra è in Siuiglia, & vogliamo andar a Capobianco, eſſa farà parte d'vn circolo maſſimo, che ſarà di 54. gradi di ſpatio in circa, che fanno 3240. miglia, ſi che la naue ſenza accidente niſſuno, hauendo vento in poppa, cioè, Greco, farà il ſuo viaggio ſenza battere il timone ne a deſtra, ne a ſiniſtra. Et per andar da Capobianco a ſan Thomaſſo, andarà per l'equinottiale 65. gradi in [p. 18 modifica] [p. 19 modifica] [p. 20 modifica] [p. 21 modifica] [p. 22 modifica] [p. 23 modifica] [p. 24 modifica] [p. 25 modifica] [p. 26 modifica] [p. 27 modifica] [p. 28 modifica] [p. 29 modifica] [p. 30 modifica] [p. 31 modifica] [p. 32 modifica] [p. 33 modifica] [p. 34 modifica]

far buona prattica nella nauigatione ſecondo l'occorrenza, & per rimetterci ne' termini cogniti per fuggir gli errori, & non dar ne' ſcogli occulti ſotto acqua per errore.

Per ſaper, ſe ſiamo nel medeſimo meridiano, dal quale ci ſiamo partiti. Mettiamo d'eſſerci partiti nel punto del Mezzo giorno, ſe nel punto delle 24. hore, il Sole ſarà nel meridiano del noſtro iſtromento poſto nel ſuo luogo, come s'è detto, con la calamita, ſarà la naue nel medeſimo meridiano, nel qual'era prima. Ma ſe il Sole haurà paſſato il meridiano; la naue ſarà più verſo Leuante. Et così diremo d'hauer hauuto correntia ſotto incognita da Ponente. Et ſe non vi ſarà arriuato, ſarà più verſo Ponente. & così diremo d'hauer hauuta la correntia da Levante.

Alcuno forſe ſarà deſideroſo d'intender donde può naſcer queſto errore, & qual cauſa occulta lo può cauſare, diremo che eſſendo la naue in Corfù, & venendo vn Sirocco che duraſſe 7. 09. giorni, portarebbe col ſuo ſoffiare piu acqua dentro al mare Adriatico, & tenendo dentro due fluſsi ogni giorno, quali c'entrano col creſcimento del Pò, & delli altri fiumi, quali ſono maggiori per l'acqua, che vi porta la natura del Sirocco, facendo piouere fa inalzar talmente l'acque, che Venetia s'inonda d'vna canna in altezza ſopra la piazza. Et eſſendo per queſte cauſe tanto alto il mare Adriatico fermandoſi Sirocco, & partendoſi, la naue per Tramontana, tutte quelle acque del mare Adriatico pigliano la decadenza per andar a tondar il mare, & pigliar il muouimēto per il Mezzo giorno; per la volta, che fa la punta dell'Italia coll'accompagnamento della Grecia, con tanta vehemētia che la naue fa quel muouimento maggior, che non penſa il marinaro. Et tanto piu, ſi fa violenta l'acqua decadente, quanto che Tramōtana aiuta a ſpinger l'acqua al ſuo luogo naturale in breue tempo. Et queſti accidenti ponno [p. 35 modifica]

accadere in molti luoghi, ſi come ſanno li naviganti, ch'intrauiene al Faro di Meſsina. Et così può intrauenire nel ſtretto di Gibilterra. Nel quale dicono i nauiganti che nel nauigare verſo le Amazoni nella prouincia del Braſcho la naue va con piu violenza, & in manco tempo, che nel ritornar dalle Amazoni al detto ſtretto. E queſto è ragioneuole, perche il ſtretto di Gibilterra è come vn fiume in dare eſſito a tutte quelle acque ch'entrano nel mare Mediterraneo, e mare Adriatico, & mare Maggiore, o per mezzo di pioggie, ò di fiumi, lequali eſcono dal ſtretto di Gibilterra; ſeguitando il corſo ſuo nella circonferenza del circolo maggiore, che poſſa in quelle parti. Se però non accadeſſe, che la fortuna, o fluſſo, ò rifluſſo, ò le correntie interrompeſſero il detto corſo venendo ò da deſtra, ò da ſiniſtra. Il ſimile può ancora intrauenire nel ſtretto di Coſtantinopoli, & tra Sardegna & Corſica, & in molti altri luoghi, quali per breuità non nomino.

Così ancora potrebbe intrauenire da Mezzo giorno verſo Tramontana per la decadenza che fanno le acque per la Luna, trouandoſi fuori de' tropici verſo l'artico, & verſo l'antartico, ſi come meglio s'intendera nel trattato de fluſsi e rifluſsi, doue ſe ne ſcriue più diſtintamente. Si che, ſpiriti gentili, ci farete ancora voi ſopra il voſtro diſcorſo ſecondo il voſtro giudicio.

Vattene opera mia pelegrinando tra ſpiriti gentili, & di loro in nome mio, che ti facciano corteſia: &, ſe alcuno ti riprende, digli, che la riſpoſta è qua dentro.


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N U O V E

I N V E N T I O N I

D I  N A V I G A R E

D I  C A M I L L O  A G R I P P A

M I L A N E S E.


P
E R esser la navigatione tanto importane, et havendoſìsene ſìsin hora tanta theorica, et tanta prattica; nondimeno, per esser le scientie lunghe, et le prattiche sempre atte a migliorarſi, ho preso ardire di trattare dell'istessa navigatione, et cose pertinenti alla prattica di quella, cioè dir sopra questo soggetto quel che ho considerato, et ritrovato di nuovo, si come manifestamente si conoscerà nel presente Discorso. Si che, per fondamento di quel che s'ha da trattare, dirò, che la circonferenza, che fai il vascello, per sua natural gravezza inchinato al centro, non può esser altra che circonferenza d'un circolo, il cui centro è quello del mondo, si come sono l'equinottiale, l'eclittica, li meridiani, si che in qual si voglia luogo, ch'andarà la nave, haverà sempre per sua natura questa inchinatone.

Onde volendo il navigante navigar per li paralleli, fa bisogno dar il modo di poter governar il vascello diversamente, per rispetto de'paralleli distanti dall'equinottiale, liquali daranno occasione d'haver a voltar il timone, et [p. 2 modifica]

batter più acqua, et manco acqua, secondo che si trovarà eſſo vascello piu lontano, più appresso all'equinottiale.

Et per far questo, si darà sotto al timone un circolo segnato a gradi, li quali saranno il temperamento, et la misura per mandar la nave, dove vorrà il navigante, aggiungendovi pero la discretione, et prattica di maggiori venti et maggior contrasto, che farà la correntia incognita sotto la nave. Dove per conoscerla si mostrarà il modo nella linea Horizontale a gradi, a gradi, per saper in qual parte, et da qual vento batte il vascello, et per conoscer la forza della correntia più et manco per mezzo d'una statera, qual pesarà secondo l'accidente, piu et manco che occorrerà.

Hora, per dar principio, si dice se la nave sarà nell'equinottiale, che solcando o da oriente, o da occidente, andrebbe sopra la circonferenza dell'equinottiale secondo il suo naturale, dato che il globo della terra fosse tutto acqua, et non essendo tutto acqua, ella farebbe dove è acqua, parte dell'istessa circonferenza.

Per maggior intelligenza, si dice, che se si pigliasse un grado, dove si voglia fuori dell'equinottiale verso il tropico di Cancro, andarebbe la nave a fare un grado verso il tropico di Capricorno nel modo che fa l'eclittica, cosi seguitando a gradi a gradi fino al tropico di Cancro, andarà ancora acquistando a grado à grado insino al tropico di Capricorno, et questa pur ultima che si farà nel tropico di Cancro, sarà la vera linea ecclittica, intendendo che il timone non habbia sotto a questi corsi a muouersi, ne a destra, ne a sinistra, ma operar secondo la positura sua, et dirittura della nave.

Et passando il tropico di Cancro un grado verso il polo artico, andarà ancora un grado fuor del tropi di Capricorno. crescendo dunque a grado a grado insino ai circolo artico, crescerebbe anco a grado a grado insino al [p. 3 modifica]

circolo antartico, facendo sempre nuovi circoli, che s’intersegano fra di loro.

Passando poi il circolo artico un grado verso il polo artico, andarà ancora un grado dentro del circolo antartico verso il polo antartico, et cosi crescendo a grado, a grado, s'andarà sino al polo artico, et antartico. Eccovi che se cercato l'uno, et l'altro hemisfero da un polo all'altro.

Si che trovandosi la nave sotto al polo artico, haverà l'equinottiale per horizonte, et volendo far viaggio sarà forzata a descrivere uno de'meridiani. Et sarà in arbitrio del navigante di pigliar quel che parrerà ad esso, intendendo però con la nave, dove è acqua. Et detto meridiano passarà sotto l'antartico. E trovandosi la nave sotto l'artico, non haverà altro ch'un vento, cioè ostro, ove si da a conoscere, che li 82. venti secondo la regola di marinari non servono in queſto luogo, per esservi un vento solo, cioè mezzo giorno.

Et questo ancora fa manifesto che sono alcune regole che patiscono eccettioni.

Et perche la natura della nave sotto alle ragioni dette sarà sempre contraria alla volontà del navigante, perche s'el navigante vorrà far un parallelo, la nave vorrà far le linee sopradette, sempre nasceranno fra loro effetti contrarij, perche il navigante vorrà andar per il suo viaggio secondo la sua determinatione, et la nave vorrà far il suo corso naturale, si che sempre sarà tra loro contrasto. Et questo s'intende ancora che non ci sia accidente ne di vento, ne di correntia, ne di flusso, ne di riflusso, ne di fortuna, delli quali poi si tratterà al suo luogo, perche nascerà all'hora maggior confusione.

Hora, per far che il navigante possa seguitar la sua navigatione, s'intenderà con questo essempio. Poniam che la nave sia nel primo grado lontana dall'equinottiale verso [p. 4 modifica]

il tropico di Cancro, si come s'è detto di sopra, et voglia andar d'Oriente in Occidente, et osservar il parallelo d'un grado, si voltarà mezo grado il governo del timone, ch'è dentro della Nave a man manca, cioè verso l'Equinoziale, sopra il circolo diviso in gradi, come mezo horizonte, come si vede nell'essempio, et di fuori il timone, ch'è nell'acqua verrà a esser verso il tropico di Cancro.

Et questo sarà il principio di metter la theorica in prattica con quella discrezione ch'occorrerà, secondo piu venti, et manco venti, perche al maggior corso della nave basterà un quarto di grado, et all'andar più tardo tre quarti di grado, perche la violenza batte più gagliardamente il timone, et volta più la nave fuori del parallelo, si come voi altri naviganti sapete con la vostra prattica, la qual servirà ad accompagnar questa theorica, et questa intelligenza. dove andando di grado in grado insino al tropico di Cancro, s'andarà sempre cercando la graduazione à poco à poco: perché, quanto più s'accostiamo alli paralleli più brevi, tanto piu bisognarà far leva, nel batter l'acqua col timone.

Si che partendosi la nave dal tropico di Cancro per andar verso il circolo artico, tanto maggiormente bisogna voltar il governo del timone, et contrastar più con l'acqua, dove sarà difficile nel circolo artico poter fuggir errori, per esser breve il parallelo, et lontano dalla circonferenza dell'equinoziale, qual è inchinata à far la Nave, si come di sopra abbiamo detto.

Et volendo seguitare insino all'artico, sarà grandissima difficolta, anzi impossibile, di seguitar giusti i paralleli con qual si voglia sforzo, per la tanta brevità di paralleli, perche giunta la Nave sotto all'artico ella girerebbe intorno, sopra l'estremo dell'asse senza far viaggio. Et questa navigazione è stata da Levante verso Ponente. Dove volendo far viaggio è forzata a far un meridiano, il qual si potrà pigliar verso l'equinottiale in quella parte, [p. 5 modifica]

che parerà al navigante, se però non sarà forzato dal vento meridionale più da una banda che dall'altra: perche in questo punto non c'è altro vento. Talche il governo del timone tornarà nella metà della graduatione del circolo, che sta sotto a esso governo per diritta linea della Nave. Perche la Nave al'hora camina secondo la sua natura sotto al meridiano.

Il medesimo modo s'osservarà da Ponente verso Levante, voltando solo il timone a man destra, cioè verso l'equinottiale, per far altrettanto da Occidente in Oriente, quanto s'è detto di far da Oriente in Occidente.

Se fossimo dalla parte dell'equinottiale verso l'antartico, et volessimo andar da Levante in Ponente verso l'antartico a grado a grado, come di sopra, faremmo quel che s'è detto di sopra doversi far, per andar da Ponente verso Levante verso l'artico.

Et essendo pur a Nave dalla parte dell'equinottiale verso l'antartico, et volessimo andar da Ponente verso Levante, faremmo quel che s'è fatto per andar da Levante in Ponente: si che la navigatione consiste in due prattiche, di voltar il timone o a destra, o a sinistra.

Insino hora non s'è trattato ne di flusso, ne di riflusso per qual si voglia verso, ne s'è trattato di venti diversi, ne luoghi diversi, ne di correntia sotto incognita, dove intendo di dar il modo di conoscerla, per potersi guardar dall'inconvenienti ch'essa porta alla navigatione, pur che prima si presupponga, che quella ragione, ch'habbiamo detta doversi osservar nel pigliar un grado fuori dell'equinottiale, s'intenda ancora doversi osservar rispetto a qual si voglia grado d'esso equinottiale, accioche servi per una theorica uniuersale, si per linee naturali, come ancora per gli accidenti di paralleli.

Hora per conoscere la correntia incognita di sotto alla Nave, daremo principio con un istromento fatto in questa foggia. [p. 6 modifica] Si farà una canna di metallo ben pulita dentro con una bacchetta pur di metallo, che vada dentro facile da girare intorno, et la bacchetta disopra nel suo fine haverà una lancetta ferma a uso d'horologgi, come quella che segna l'hore. In punta della canna di metallo vi sarà accomodata di sopra una bussola, dove la lancetta della bacchetta girando intorno segnarà li gradi secondo li venti.

Queſta bussola ch'haverà su i venti, sarà congegnata di modo, che possa girare intorno alla canna, qual canna starà ferma colla naue, per poter ſempre accommodar questa bussola verso la tramontana, come s'usa, accioche la lancetta mostri li gradi di venti ad uno, ad uno per conoſcer da qual parte viene la correntia.

Hora, per far, che la correntia dia il movimento alla lancetta, che ha da mostrar li gradi, si farà in questo modo.

Della bacchetta sopradetta dal capo da basso sene farà uscir fuori piu che non è lunga la canna una parte, piu et manco, secondo che saranno grandi li vascelli, per parlar universalmente, mettiamo cinque palmi, quali saranno un pezzo appartato congegnato alla bacchetta a uso di compasso da aprire et serrare, di modo che si possa maneggiar, et aprir solo da una banda, talche questa giunta di cinque palmi sia sempre parallela alla lancetta disopra, accioche il movimento di sopra mostri sempre quel che si fa da basso. Perche in questo da basso ci ha da batter dentro la correntia, per la quale si conoscerà da qual banda ella viene per il contrasegno che ne darà la lancetta disopra, qual mostrarà li gradi dell'Horizonte ad uno, ad uno.

Hora, per dar il muovimento per quella bacchetta, ch'avanza giu, si farà in questo modo, sia fatta a uso d'una mola, qual andando giu per la canna stij serrata, et [p. 7 modifica] [p. 8 modifica] [p. 9 modifica] [p. 10 modifica] [p. 11 modifica] [p. 12 modifica] [p. 13 modifica] [p. 14 modifica] [p. 15 modifica] [p. 16 modifica] [p. 17 modifica]

modo nissuno, si come adesso intenderete per le ragioni che si diranno, et da voi naviganti per pruova se n'è havuto saggio, cioè che nel partirsi di Levante per andar in Ponente, s'accostano a man manca all'Africa, lasciando il suo parallelo; Et partendosi dal stretto di Gibaltar per venir alla costa di Sardegna s'accostano a man destra all'Africa lasciando pur il suo parallelo. Et la causa è che la nave non può patir di non far circolo massimo, Talche sforzando la nave col timone, viene a osservar parte del parallelo; ma non mai il parallelo tutto si bene a parte a parte. Perche quanto più angoli haverà una figura, tanto più parerà accostarsi alla circolare. Et però quanto più spesso s'haverà riguardo di rimetter la naue verſo il parallelo, tanto più oſſeruarà quello; avvertendo ancora di più, che la regolatione d'un parallelo non fa per tutti, per esser differenti tra loro di grandezza. Et quanto più s'accostaranno li paralleli verso l'Artico, ò verso l'Antartico, tanto maggior sarà l'errore, et sarà più difficile ad osseruarli. Et questi raggionamenti sono mossi per dar a conoscere che se'l viaggio della nave fusse una strada angusta, che tutte le navi si sfrangerebbono; ma la bravura del navigante è, che'l mare è tanto grande, et tanto ampio, che non vi si conosce l'errore. Et tanto più dee il navigante star avvertito, quanto ch'oltra alli scogli visibili ci sono ancora li scogli nascosti, massime in questi mari sopradetti. Adesso usciremo fuori del stretto di Gibilterra, et ivi navigaremo più alla larga.

La nave nostra è in Siviglia, et vogliamo andar a Capobianco, essa farà parte d'un circolo maſſimo, che sarà di 54. gradi di spatio in circa, che fanno 3240. miglia, si che la nave senza accidente nissuno, havendo vento in poppa, cioè, Greco, farà il suo viaggio senza battere il timone ne a destra, ne a sinistra. Et per andar da Capobianco a san Thomasso, andarà per l'equinottiale 65. gradi in [p. 18 modifica] [p. 19 modifica] [p. 20 modifica] [p. 21 modifica] [p. 22 modifica] [p. 23 modifica] [p. 24 modifica] [p. 25 modifica] [p. 26 modifica] [p. 27 modifica] [p. 28 modifica] [p. 29 modifica] [p. 30 modifica] [p. 31 modifica] [p. 32 modifica] [p. 33 modifica] [p. 34 modifica]

far buona prattica nella navigatione secondo l'occorrenza, et per rimetterci ne' termini cogniti per fuggir gli errori, et non dar ne' scogli occulti sotto acqua per errore.

Per saper, se siamo nel medesimo meridiano, dal quale ci siamo partiti. Mettiamo d'esserci partiti nel punto del Mezzo giorno, se nel punto delle 24. hore, il Sole sarà nel meridiano del nostro istromento posto nel suo luogo, come s'è detto, con la calamita, sarà la nave nel medesimo meridiano, nel qual'era prima. Ma se il Sole havrà passato il meridiano; la nave sarà più verso Levante. Et così diremo d'haver havuto correntia sotto incognita da Ponente. Et se non vi sarà arrivato, sarà più verso Ponente. et così diremo d'haver havuta la correntia da Levante.

Alcuno forse sarà desideroso d'intender donde può nascer questo errore, et qual causa occulta lo può causare, diremo che essendo la nave in Corfù, et venendo un Sirocco che durasse 7. 09. giorni, portarebbe col suo soffiare piu acqua dentro al mare Adriatico, et tenendo dentro due flussi ogni giorno, quali c'entrano col crescimento del Pò, et delli altri fiumi, quali sono maggiori per l'acqua, che vi porta la natura del Sirocco, facendo piovere fa inalzar talmente l'acque, che Venetia s'inonda d'una canna in altezza sopra la piazza. Et essendo per queste cause tanto alto il mare Adriatico fermandosi Sirocco, et partendosi, la nave per Tramontana, tutte quelle acque del mare Adriatico pigliano la decadenza per andar a tondar il mare, et pigliar il muovimento per il Mezzo giorno; per la volta, che fa la punta dell'Italia coll'accompagnamento della Grecia, con tanta vehementia che la nave fa quel muovimento maggior, che non pensa il marinaro. Et tanto piu, si fa violenta l'acqua decadente, quanto che Tramontana aiuta a spinger l'acqua al suo luogo naturale in breve tempo. Et questi accidenti ponno [p. 35 modifica]

accadere in molti luoghi, si come sanno li naviganti, ch'intraviene al Faro di Messina. Et così può intravenire nel stretto di Gibilterra. Nel quale dicono i naviganti che nel navigare verso le Amazoni nella provincia del Brascho la nave va con piu violenza, et in manco tempo, che nel ritornar dalle Amazoni al detto stretto. E questo è ragionevole, perche il stretto di Gibilterra è come un fiume in dare essito a tutte quelle acque ch'entrano nel mare Mediterraneo, e mare Adriatico, et mare Maggiore, o per mezzo di pioggie, ò di fiumi, lequali escono dal stretto di Gibilterra; seguitando il corso suo nella circonferenza del circolo maggiore, che possa in quelle parti. Se però non accadesse, che la fortuna, o flusso, ò riflusso, ò le correntie interrompessero il detto corso venendo ò da destra, ò da sinistra. Il simile può ancora intravenire nel stretto di Costantinopoli, et tra Sardegna et Corſica, et in molti altri luoghi, quali per brevità non nomino.

Così ancora potrebbe intravenire da Mezzo giorno verso Tramontana per la decadenza che fanno le acque per la Luna, trovandosi fuori de' tropici verso l'artico, et verso l'antartico, si come meglio s'intendera nel trattato de flussi e riflussi, dove ſe ne scrive più distintamente. Si che, spiriti gentili, ci farete ancora voi sopra il vostro discorso secondo il voſtro giudicio.

Vattene opera mia pelegrinando tra spiriti gentili, et di loro in nome mio, che ti facciano cortesia: et, se alcuno ti riprende, digli, che la risposta è qua dentro.