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108      Aggiustare il mondo


Da solo, scrisse Aaron sul suo blog, un senatore non può certamente bloccare una legge, ma può soltanto rallentarne la procedura di attuazione. Un’opposizione così forte ed evidente, però, poteva far sì che il Congresso fosse costretto a investire un enorme quantità di tempo per organizzare il dibattito prima dell’approvazione definitiva. Ed è proprio ciò che fece il senatore Wyden, riuscendo, così, a fare guadagnar tempo prezioso agli attivisti.

L’intervento del senatore rallentò l’iter legislativo fino alla fine della sessione del Congresso, al punto che, quando la proposta vi tornò, si dovette ricominciare tutto da capo.

La necessità, per i politici, di ripartire da zero nell’iter' legislativo, li portò a rinominare questo progetto, prima con l’acronimo PIPA e, poi, con SOPA. Al contempo, però, il ritardo aumentava, garantendo agli attivisti il tempo di organizzarsi al meglio e di gettare le basi per una nuova, imponente opposizione.

L’attività di sensibilizzazione fu estremamente difficile: nonostante gli attivisti descrivessero alle persone in maniera molto semplice – proprio come era nella prassi di Aaron – concetti tecnici assai complessi, la sensazione diffusa, tra loro, era che non fossero presi seriamente. Che fossero visti come dei pazzi, ragazzini problematici e nerd che protestavano perché, a loro dire, il Governo statunitense voleva censurare Internet.

Quando, però, venne il momento di intervenire in concreto, si creò un bellissimo gruppo, e tante persone si attivarono. Singoli cittadini furono affiancati anche da grandi società, ormai leader nel digitale, quali Reddit, Google e Tumblr, e da vivaci startup della Silicon Valley.

L’attivismo e le sue modalità, si diceva, erano radicalmente cambiati, e la protesta prese, questa volta, innumerevoli forme eterogenee tra loro: singoli cittadini iniziarono a registrare video, a preparare infografiche, a dar vita a comitati di sostegno elettorale, a diffondere annunci e a pagare spazi pubblicitari, a scrivere articoli e commenti sui blog, a organizzare riunioni. Dal basso, e grazie alla rete, tutti sentivano un’esigenza immediata di essere coinvolti e, soprattutto, di fare rete e di invitare altre persone a unirsi a loro.

Un momento cruciale che cambiò il corso della battaglia politica, ricorda Aaron, fu quello delle audizioni alla Camera dei Rappresentanti sul testo e le motivazioni del SOPA.

Divenne immediatamente chiaro come non fosse più ammissibile che i politici non comprendessero il funzionamento di Internet. Il mondo della politica non poteva più ignorare la natura della tecnologia e la delicatezza di quell’ecosistema digitale che si stava espandendo sempre di più.

I membri del Congresso fronteggiavano numerosi ostacoli che impedivano loro di comprendere lo stato della rete e l’impatto che una simile normativa avrebbe avuto. Erano ignoranti, in primis, nel senso che non erano alfabetizzati dal punto di vista tecnologico e, quindi, in molti non conoscevano neppure le nozioni di base del tema che era stato posto in discussione.