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di vittorio alfieri 273


Come il rettor del cielo ei stesso mosse
Con frode l’armi a far trafigger gli empi;
Come spesso al tradir prendean le mosse
Perfin donzelle da’ suoi sacri tempi.
Ma se d’ebraici eroi tu sdegni l’orme,
Dienti i greci e i latin piú illustri norme.
E Pelopida e Cassio e Bruto e quanti
Le man bagnar nel sangue di tiranni,
Forti eran pure, e non di frode amanti;
E tutti pure opraro in ciò gli inganni.
Che piú? Tu stesso al reo signor davanti
Non infingi ogni giorno, or già ben anni?
Tu il vedi pur, tu pur gli parli; e in core
Chiudendo l’odio, a lui dimostri amore.

Ciò detto, l’ombra scompare.

(Canto III). Si descrive l’assemblea ducale e si tratteggiano satiricamente le principali figure dei cortigiani. L’enumerazione procede lunghissima e alquanto noiosa, tanto piú che non ci è dato sapere a quali personaggi del suo tempo alludesse l’A.; solo è evidente, come osservò il Bertana, che nel vescovo accennato nell’ottava che ora riferirò è da vedersi il celebre Mons. Antonio Martini, tradutture del Nuovo e del Vecchio Testamento, uno dei piú solleciti ad aprire gli occhi al Cardinale di York intorno alla relazione di sua cognata con Vittorio Alfieri:

Chiude alfin la rassegna il non tradotto
Vescovo, che in volgare i libri santi
Traduce, e affoga al gran commento sotto:
Svela questi e perseguita gli amanti;
E mille ben coppie infernali ha rotto;
Niuno al sagace suo fiutar si vanti
Sfuggir: sol lascia delle mogli altrui
Partecipare il prence e i preti sui.

Aperta l’Assemblea e dette appena due parole, Alessandro cade svenuto, poiché gli ha tolto il respiro la triplice maglia ferrigna di cui si era, per prudenza, vestito. Riprese le forze, resta solo col suo confessore Plenario, che lo persuade a toglier di mezzo Lorenzo, suo implacabile nemico (Canto quarto). I cortigiani bilanciano vari partiti per ridonare al Sovrano l’abituale tranquillità. Un d’essi gli propone di andare nottetempo al palazzo di Bianca, di chiamarla con un segno ch’era solito farle il suo fidanzato (sí che essa lo creda in libertà) e, una volta avvicinatala, non sarà difficile al Principe conseguire il suo fine. Prima di uscire all’impresa, Alessandro dà ordine

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