Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/103

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passione per un giovane bello e povero, aveva segreti convegni con lui: entrambi si abbandonavano alle più ardenti manifestazioni d’amore; e come nella storia di Isotta la bionda, il luogo era un giardino, con alberi favolosi e giacigli di fiori. Lo zio Dionisio, che oltre il resto era anche mezzo sordo, sepolto fino alla testa dalle pesanti coperte, sentiva solo la voce cadenzata del giovane, e bastava questo suono per confortarlo e rassicurarlo: Pietro quindi leggeva per conto suo; la musica delle sue parole, quando egli ripeteva le frasi appassionate dei due amanti, gli dava un senso di gioia e di spasimo assieme.

La puntata del romanzo era gualcita, resa molle e tormentata da altre mani di lettori precedenti: forse anche Gina aveva letto e ripetuto fra di sè le parole d’amore.... Ed ecco che la fantasia di Pietro lo trasportava di là dalla casa tetra, dai campi di neve, nel giardino voluttuoso degli amanti: l’uomo era lui, la donna era Gina. Per un attimo, in un sussulto della sua coscienza, tentò di sostituirla con Isabella; ma subito scartò la ragazza: troppo acerba ed infantile, sebbene maliziosa, non gli piaceva del tutto: non aveva il colore del frutto proibito: inoltre egli aveva promesso alla