Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/104

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madre di lei di trattarla come una sorella, e intendeva mantenere la parola.

D’altra parte, da tre giorni era lì, chiuso come una belva, affamato di piacere come il lupo di carne in tempo di neve. E come il lupo, sentiva l’odore del corpo vivo della cognata e l’attrazione misteriosa dell’ardore nascosto di lei: ora per ora, quindi, le si avvicinava, aspettando, senza volerlo, quasi senza saperlo, il momento opportuno per ghermirla. Quando il racconto prese un tono triste, poichè la dama, divenuta incinta, convinse la sua cameriera a fingere di esserlo lei, per affidarle a suo tempo la creatura, egli lo abbandonò: non lo interessava più.

Il vecchio si era assopito; a vegliarlo venne su Annalena, con la sua calza turchina ed il gomitolo sotto l’ascella: e Pietro tornò giù, a passi lenti, col viso del ladro. Era un altro uomo, un nemico della casa e della famiglia


Le circostanze parevano aiutarlo maleficamente. Poichè non fioccava più, e l’aria s’era alquanto raddolcita, i fratelli, con una specie di macchina di assi costruita da