Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/12

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dono, eppure i Bilsini vi andavano come verso la Terra Promessa, o meglio come verso una miniera da sfruttare: poichè sapevano che solo laggiù la loro attività e la forza prorompente dalla loro giovinezza potevano esplicarsi e convertirsi in oro.


Uno dei figli, il secondo, faceva il servizio militare: il primo era già sposato e aveva due bambini. La moglie di lui ed il più giovane dei fratelli erano partiti la mattina presto per la nuova dimora con un primo carico di roba e gli attrezzi rurali. Adesso gli altri, con un carro di mobili, il biroccino, le biciclette, il cane, il gatto, la gabbia con dentro un merlo, imboccavano il ponte di chiatte sul Po, procedendo lentamente verso la loro meta. Sul carro, adagiati fra le materasse ed i cestini colmi di panni, stavano i due bambini, grassi, biondi e rossi come pesche mature: il padre, che sembrava ancora un ragazzo, biondo e colorito pure lui, badava maternamente a loro; e con loro ridevano e scherzavano anche gli altri due fratelli che viaggiavano in bicicletta, uno per parte del carro.