Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/135

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desiderato: ed egli, accorgendosi della loro curiosità, esitò, ma come trascinato suo malgrado, e impegnato dal suo preludio, riprese:

— Mia moglie la pensa diversamente. Ha sempre paura dell'avvenire: ha sempre paura di muoversi, di svagarsi, di far peccato. Adesso poi si è messa in mente che è malata, e neppure il dottore la convince del contrario. Dice che le fanno male il cuore, la testa, le reni, che ha intossicazione al sangue, all’intestino, e chi più ne ha ne metta. Di notte non dorme.... Oh, chi si vede! Buon giorno: come va?

Contento che il sopraggiungere del vecchio Dionisio troncasse le sue parole, si alzò e tese lungo il braccio con la mano aperta. L’altro vi depose la sua mano sana, e mai stretta di mani fu più cordiale e sincera.

— Sono venuto per augurarvi la buona Pasqua, caro il mio buon Dionisio. Sarei venuto anche per Natale, ma con quel tempo neppure i lupi andavano in giro. Però ho avuto la fortuna di vedere il vostro Pietro e di mandarvi gli auguri con lui. Bel ragazzo! Del resto, come dicevo poco fa alla nostra Annalena, tutti belli e bravi, i vostri ragazzi.