Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/136

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— Non c’è male. Contentiamoci... — accondiscese il vecchio; e più che le lodi per i nipoti lo rese felice la visita dell’onesto padrone. — Siedi, — lo invitò a sua volta — Che cosa si fa di bello dalle vostre parti?

Urbano riprese il suo posto, e parlò con cuore aperto dei suoi affari, che andavano ottimamente, dei viaggi che ogni tanto faceva per mettere meglio in moto il suo commercio, e delle piccole avventure che gli capitavano durante questi viaggi.

Non parlò più della moglie, e le donne osservarono che il vecchio non gliene chiedeva notizie.


L’uovo che Baldo dipinse per Lia, bianco rosso verde e col nome di lei scritto vivo con l’inchiostro nero, fruttificò per bene. Urbano Giannini tornò una seconda volta, raccontando che la sua bambina se l’era serbato nel suo cassetto come porta-fortuna: ed in cambio egli trovò il modo di dire, bonario e scherzoso, che per conto suo rinunziava, per il venturo inverno, alle uova dovutegli per contratto.