Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/140

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gesse a corrispondere al padrone: quindi anche in quel momento pensò:

— E se io gli piaccio, perchè, senza offendere il Signore, non posso profittarne, nell’interesse della famiglia?

Eppure, quando l’uomo le fu davanti, alto sopra di lei e grande anche accanto al tronco del platano che proteggeva la nicchia della Madonnina, lo ricevette quasi arcigna: poichè al primo calcolo era subentrato un torbido senso di scrupolo e di rimorso: e sfuggendo lo sguardo fisso di lui, ella domandò subito!

— Come sta tua moglie?

Al solito, egli rispose che la moglie stava bene; ma quando furono dentro casa, e si accorse, dal vuoto silenzio intorno, che gli altri erano tutti fuori, si abbandonò a qualche confidenza.

— I tuoi ragazzi saranno andati a ballare, — disse volgendo qua e là la testa e come fiutando l’odore di famiglia che, pur nella solitudine, restava nella grande cucina ordinata e pulita. — Anch’io amavo ballare, un tempo, e lo farei volentieri ancora se l’ingresso della mia persona in una sala da ballo non sembrasse quello dell’orso. Sì, amavo ballare, — riaffermò, parlando a sè stesso; e rise, mostrando tutti