Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/146

Da Wikisource.

— 136 —


— Qui, — disse, — non occorre la benedizione del prete. Qui c’è già quella di Dio.

Nella solitudine festiva i campi parevano anch’essi riposarsi. Non si muoveva una foglia, e l’ombra stessa degli alberi si allungava come furtiva per non disturbare l’immobilità delle cose intorno. Neppure il passo di quei due risonava, ingoiato dall’erba dei sentieri: solo, in aria, di ramo in ramo, dai platani ai salici, dai gelsi ai pioppi, si stendeva come una rete di argento, i cui fili vibravano con accordi di violino: erano i passeri bambini, che imparavano a cantare.


-->

Così il padrone della terra divenne amico dei suoi affittuari. Tutte le domeniche veniva a trovarli: gli altri giorni era occupato nella sua fabbrica di scope, dove lavoravano settanta operai, o nella spedizione della sua merce: viaggiava, anche, ed aveva una corrispondenza abbondante: ma nelle sue visite ai Bilsini non parlava più dei suoi affari, come non parlava della moglie se non quando si trovava solo con Annalena.

Un giorno condusse anche la sua bam-