Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/145

Da Wikisource.

— 135 —


— Perchè non fai visitare tua moglie dal nostro prevosto?

— Che devo farla visitare se non crede in Dio, non crede in nulla? Del resto essa è malata davvero, della più terribile malattia. È pazza, non c’è che fare. E non è colpa sua se ci fa tutti soffrire. Tu mi dirai: e allora, perchè non la porti al manicomio? Non la porto, anzitutto perchè ancora non è pericolosa, e perchè mi fa pietà, e in quell’orribile luogo soffrirebbe di più: e poi perchè i suoi parenti già hanno messo le mani avanti dicendo che sono io a farla apparire pazza. Ma basta con queste lamentazioni. Il Signore ci aiuterà. Dimmi piuttosto come vanno i campi.

— Ma bene. Vogliamo uscire a vederli?

Uscirono, lei stringendosi il fazzoletto intorno alla testa, lui con tutta la sua vasta giacca a quadrati aperta e penzoloni di qua e di là, piegandosi alquanto sul suo bastone con la testa di cane.

E fin dal primo sguardo sul verde vivo della distesa lucente sotto il cielo che pareva una cupola fatta apposta per proteggere quel cerchio di terra lavorata con amore, egli si accorse che un miracolo era avvenuto. Si fermò sul principio della strada carraia e si sollevò sul suo bastone.