Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/153

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Gli anni! Il tempo. Ecco la stessa domanda che il padre di Lia aveva rivolto ad Annalena e questa a lui. Come se la distanza più o meno grande dal principio o dalla fine della vita possa segnare un limite all'amore e al dolore.

E Lia doveva capirlo perchè alzò le spalle e disse quasi con disprezzo:

— Non lo so e non me ne importa.

Davanti a questa disperazione Baldo vide buio anche lui: e le parole che egli ripeteva, senza in fondo intenderle bene nel loro significato misterioso, gli parvero una canzonatura per la piccola Giannini.

La seguì quindi in silenzio, poichè ella si affrettava a rientrare; finchè giunti presso la casa sentirono le voci liete e le risate dei fratelli e degli ospiti. Allora Lia parve riscuotersi dal suo pensiero fisso della madre e delle tristezze domestiche: sollevò il viso e guardò Baldo trasognata, come non lo riconoscesse; ed anche lui sentiva quasi soggezione di lei. Eppure già qualche cosa li univa e li sollevava: il desiderio di stare ancora assieme li fermò davanti ad una specie di aiuola che Annalena aveva combinato lungo il muro della casa, e dove fra i cespugli della maggiorana fiorivano le violacciocche cremisi, ed i non ti scordar