Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/179

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osservò che egli prendeva la fisionomia ed il colore acceso dei Bilsini.

E Baldo si accigliò poichè d’un tratto lo vide sollevare anche lui il bicchiere e rivolgersi ad Annalena.

— Annalena, — diceva, con la voce sonora dei primi tempi, — bevo alla tua salute, augurandoti di restare sempre così, nel cerchio d’oro dei tuoi bravi figliuoli, come la perla vera dell’anello.

Bardo gridò!

— E lo zio, allora, cos’è?

Lo zio sollevò con la mano sinistra il suo bicchiere bianco d’acqua.

Smortin, io qui sono il buco d’onde è caduta l’altra perla.

Il paragone era giusto e melanconico; tuttavia produsse un effetto d’ilarità quasi tempestosa.

— Evviva, evviva! Evviva lo zio buco. Evviva l’anello dei fratelli Bilsini.

Giovanni il taciturno mise la mano rossa e viva sulla mano morta del vecchio, poi con uno sforzo disse:

— Domando la parola: propongo d’inviare una cartolina a Pietro, firmata da noi tutti.

Accettato, con altri evviva e con sberleffi all’oratore,