Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/178

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— E allora, salute.

— E poi quell’altra!

Amico bello, la vita è breve,
Dammi da bere.

— Qui non c’è la rima, ma non importa.

Salute a tutti.

Allora anche Bardo si alzò, tenendo il bicchiere con la punta delle dita; e con mosse di danza, indicando comicamente la Gina, intonò la sua.

Libiam nei lieti calici
Che la bellezza infiora....

Accompagnato dai brontolii della cognata e dall’applauso degli altri, tornò a sedersi e si piegò sull’orecchio di Baldo:

— Questa sera, — susurrò, accennando al Giannini, — gli faccio mettere la firma su una cambiale di cento mila lire: tanto più che è anche cotto della mamma.

Il fratello gli diede un colpo col piede, sotto la tavola, ma cominciò ad osservare l’ospite con curiosità dolorosa.

Urbano beveva: infine il suo viso parve coprirsi di una maschera lucente, ed anche Gina, che come sempre serviva silenziosa a tavola e si rifugiava poi accanto alla madia per rosicchiare la sua porzione,