Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/209

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sentiva la voce di Osca che raccontava di una rissa avvenuta in un paese vicino.

Due comitive di giovani si erano azzuffate, per ragioni futili, in apparenza, in fondo per passioni di partito.

— Bisognava vedere come si strappavano i capelli e le vesti. Il rumore degli schiaffi risonava come gli applausi a teatro. Il fatto è che, quando si separarono, uno rimase a terra, col viso bianco ed una fontanella di sangue che gli usciva dalla nuca.

— Signore, Signore! Povera madre, — sospirò Annalena; ed il vecchio rincalzò:

— Non c’è più religione. E la politica è figlia del diavolo.

Allora si sentì la voce calda di Giovanni. Da qualche tempo anche lui aveva la sua passione: leggeva, oltre Il Sole, i giornali grandi, e credeva ciecamente a quanto vi era stampato.

— La politica è la sola cosa della quale un uomo serio deve interessarsi. È con la politica bene intesa che si guidano i popoli, e si rendono forti le nazioni.

— Bravo, onorevole Bilsini, — urlò Bardo facendosi tromba con le mani; poi disse piano ai fratelli: — io preferisco fare all’amore. Però non mi dispiacerebbe avere in casa un deputato