Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/225

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dell’organo parla come la voce stessa di Dio: e l’aia ricoperta di granturco, la ferraccia screpolata, la figura scalza della madre, tutto gli apparve bello e grandioso poichè la luce della salvezza lo illuminava.


Il lunedi ed il martedì Urbano non si lasciò vedere. In quel tempo egli era molto occupato per l’acquisto delle saggine: Annalena quindi scusò la sua assenza, e volentieri anzi, nonostante il suo primo impeto di buona volontà, avrebbe rimandato ad un giorno lontano il triste colloquio che doveva avere con lui.

Il mercoledì Baldo andò, di sua iniziativa, senza farlo sapere a nessuno, alla ricerca del padrone, ma ritornò insoddisfatto: il Giannini non era in casa, nè al laboratorio delle scope: anche Lia, così aveva detto la donna di servizio, era andata dai nonni.

La vita, in casa Bilsini, aveva d’altronde ripreso il solito aspetto. Nonostante le sue chiacchiere della domenica sera, Pietro si alzava presto e lavorava con gli altri: nei