Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/246

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sè stessa. Quelle erano fantasie da lasciarsi a Baldo.

— Quando si pensa al male, tutto pare possibile, — sospirò. — Baldo, per esempio, crede che Lia sia nascosta nell’Isola, dove Pietro avrebbe preparato una capanna e le porterebbe da mangiare. Il fatto è che, dopo mercoledì, egli non è più uscito di casa, se non per lavorare nel campo.

Il vecchio seguiva con profonda attenzione ogni parola, ogni espressione del viso di lei: ancora una volta piegò la testa, la cui calvizie rosea, circondata dai raggi dei radi capelli argentei, luccicava al riflesso del tramonto come quella di un profeta ispirato, e appoggiò la barba al bastone.

Egli si piegava sulla sua coscienza, come sopra un pozzo del quale a tutti i costi bisognava vedere il fondo: quando gli parve di averlo veduto, si sollevò e disse:

— Parlerò io, con Pietro, questa sera stessa. Lasciateci soli, e che da questo momento nessuno più accenni alla cosa.

Ella si alzò e andò in cucina a riaccendere il fuoco. Egli invece rimase lì, immobile, col viso rivolto al tramonto, come un vecchio fachiro in contemplazione: ed in realtà egli guardava uno spazio misterioso, di là dall’orizzonte sopra il muro dell’aia,