Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/81

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Tutti, in fondo, aspettavano sempre qualcuno, per lo meno un ospite che portasse notizie del mondo lontano; e con esse un po’ di nuova vita; nessuno però volle muoversi: la madre perchè non sperava fosse il figlio, Gina perchè continuava ad aver paura dell’uomo da lei misteriosamente atteso, gli altri per timore di pigliarsi, accaldati com’erano, un buon raffreddore.

— Vado io, — propose Primo, spavaldo e pieno di terrore assieme: e Secondo rincalzò:

— Vengo pure io.

L’idea di attraversare l’aia già coperta di un buon strato di neve, dava loro il coraggio e la curiosità paurosa di un esploratore che vuole arrivare al polo nord camminando sui ghiacci galleggianti: ma la nonna li rimise a posto.

— Per piacere, Pinòn, va tu, che sei abituato alla tramontana.

— Pronti.

— Prima di aprire domanda chi è.

Egli si dirigeva già verso l’atrio, e il cane con lui. Lo zio Dionisio osservò:

— Devono essere amici perchè Tom non abbaia.

Nel sentire il suo nome, il cane rivolse la testa, guardò il vecchio coi suoi buoni