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ventesimoquinto 277


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     Et alla mensa, ove la Copia fuse
il corno, l’onorò come suo donno.
Quivi senz’altro aiuto si concluse
che liberare i duo fratelli ponno.
Intanto sopravenne e gli occhi chiuse
ai signori e ai sergenti il pigro Sonno,
fuor ch’a Ruggier; che, per tenerlo desto,
gli punge il cor sempre un pensier molesto.

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     L’assedio d’Agramante ch’avea il giorno
udito dal corrier, gli sta nel core.
Ben vede ch’ogni minimo soggiorno
che faccia d’aiutarlo, è suo disnore.
Quanta gli sará infamia, quanto scorno,
se coi nemici va del suo signore!
Oh come a gran viltade, a gran delitto,
battezzandosi alor, gli sará ascritto!

82
     Potria in ogn’altro tempo esser creduto
che vera religion l’avesse mosso;
ma ora che bisogna col suo aiuto
Agramante d’assedio esser riscosso,
piú tosto da ciascun sará tenuto
che timore e viltá l’abbia percosso,
ch’alcuna opinïon di miglior fede:
questo il cor di Ruggier stimula e fiede.

83
     Che s’abbia da partire anco lo punge
senza licenzia de la sua regina.
Quando questo pensier, quando quel giunge,
che ’l dubio cor diversamente inchina.
Gli era l’aviso riuscito lunge
di trovarla al castel di Fiordispina,
dove insieme dovean, come ho giá detto,
in soccorso venir di Ricciardetto.