Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/442

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436 nota


Abbiamo naturalmente distinto l’u dal v, messo dell’ordine nelle maiuscole, ecc. Su altre innovazioni, che sono altrettanto ovvie, dirò poche parole, incominciando dall’h. Soleva dire messer Ludovico, che «chi leva la h all’huomo, non si conosce uomo, e chi la leva all’honore non è degno di onore». E piú altre cose soggiungeva, per testimonianza del Giraldi1, in difesa della h. Lasciamo stare questa grave sentenza (noi, di cosa senza valore, diciamo che non vale un’acca), e basti notare che, liberandosene a tempo e luogo, l’ortografia italiana s’è fatta piú agile e sicura di quella d’altre lingue romanze. Piú d’una, dietro vane superstizioni latineggianti, senza giovare alla pronunzia, offende con le inevitabili contraddizioni la storia, e all’ignorante presenta continue occasioni d’errore. La poesia è suono e spirito, né fu scritta per divertir l’occhio, salvo quella che giuoca sugli acrostici, le rappresentazioni bizzarre ecc., che del resto non è poesia.

Ciò che stava bene ed era opportuno nel Cinquecento, in quell’etá cosí classicheggiante, che se tollerava il volgare, lo faceva solo a condizione che fosse coperto d’un paludamento romano, oggi potrebbe spiacere, anzi recar danno all’opera, che è fra le piú vive della nostra poesia. Alleggerire il Furioso di questa vana scorza è doveroso, e l’hanno inteso i migliori, e non occorre insistere.

Tuttavia in un punto ho fatto, se si vuole, della pedanteria; ma non me ne pento. Rispetto, col Morali e col Panizzi, l’h- di hara XLIII 58, 6, se anche molti fra i moderni preferiscano ara: voglio lasciare a questo audacissimo latinismo, non mai usato, se ne togli quest’es., dai classici italiani, le sue antiche sembianze, sí che nemmeno per un istante possa essere frainteso dal lettore. Prima di finirla con l’h, sebbene qui il latino non c’entri, aggiungo che i moderni, dandole spietatamente la caccia, hanno regalato all’Ariosto un errore d’ortografia in una lingua ch’egli sapeva: se chiama col suo nome spagnuolo il grande navigatore, perché guastarglielo? Ho dunque stampato: Hernando Cortese XV 27, 5.

Se il testo è stato alleggerito delle h inutili, parimente i rari y son resi con i, e con c il k di kalende XVII 68, 3, XXXIII 27, 6. Si risolve in f il ph; e pt, solo in Neptunno VIII 54, 2 (ma Nettunno XI 44, 8, XV 19, 8, XLV 112, 4), bd in subditi XXXIII

  1. Dei Romanzi, in Scritti estetici cit., I, 141.