Pagina:Arrighi - La scapigliatura e il 6 febbrajo, Milano, Redaelli, 1862.djvu/178

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Allora staccò gli occhi dal libro e sclamò con un sorriso:

— Oh! sei tu? Così presto?

Nel dir così l’aveva guardato, e s’era accorta subito che qualche cosa di nuovo si volgeva nel suo capo. Attenta com’era a ogni moto della sua fisonomia, Noemi aveva veduto nello sguardo di suo marito un’insolita espressione, che le rimescolò nelle vene il sangue.

— Che miracolo! — continuò Noemi, deponendo il romanzo che stava leggendo sul piano del franklin.

— Sì, — rispose il Dal Poggio sedendosi — non sono stato al club... ho pensato che tu eri rimasta in casa col nonno; che a quest’ora saresti stata sola e ho detto: andiamo a tenerle un po’ di compagnia.

Noemi era da tanto tempo assuefatta a non udire da suo marito espressioni di cortesia, neppur in isbaglio, che quelle parole la fecero stupire.

— Ti ringrazio; — rispose ella; e nel tuono di sua voce, quantunque gentile, si sarebbe detto ch’ella volesse mostrare di non dar importanza nè a ciò che aveva detto suo marito nè al proprio ringraziamento.

Il Dal Poggio era l’uomo meno indagatore che la provvidenza avesse posto al mondo. Nulladimeno, da quella fredda inflessione di voce, con cui Noemi aveva pronunciato il “ti ringrazio„ fu colpito. Il buon uomo si aspettava maggiore riconoscenza nella voce di sua moglie.