Pagina:Arrighi - La scapigliatura e il 6 febbrajo, Milano, Redaelli, 1862.djvu/216

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che frapponevano indugi al suo piano di un moto insurrezionale; proseguì con sempre maggiore attività, continuando i reclutamenti nella classe operaia; tanto che gli affigliati per la gran parte nuovi giunsero„ — all’epoca in cui accadono i fatti del mio racconto — “nella sola Milano, a circa tremila, divisi in compagnie con capitani, segni convenzionali, e una certa quale disciplina e organizzazione militare, in modo che i congiurati non conoscevansi fra loro che a piccoli gruppi, e i capi supremi non comunicavano che con certuni dei capi secondari.„

Queste nozioni storico-politiche, ch’io trassi dal bel libro di Guttièrez intitolato: Il Capitano Decristoforis — erano assolutamente necessarie a spiegare la condotta di Emilio, ed a lumeggiare il dialogo ch’egli sta per avere collo Spadon dei dodici. A chi poi mi rimproverasse di aver voluto far entrar la politica, dove si avrebbe potuto farne senza, sono lieto di rispondere essere questa ormai divenuta, secondo me, un elemento così inevitabile di qualunque romanzo italiano, contemporaneo, che il passarvi sopra, sarebbe come se in un paesaggio un pittore dimenticasse il cielo, o in un ritratto lo sfondo.

Chi nel quarantotto aveva vent’anni, fu un gran codardo o un gran filosofo se nei dieci anni successivi non pensò proprio ad altro che a mangiare, a bere e a far l’amore.

Ed ora che ho rischiarato questo importantissimo punto, riannodiamo il filo del racconto.